un certo pubblico ami in realtà il jingle televisivo che tutti canticchiavano (io compreso) ma che dell'anime non ci si ricordi praticamente nulla e non è nemmeno importante alla fin fine.
Oltre alla sigla a me piacque non poco anche la serie stessa.
Rivista tempo fa ho anche riscoperto dei toni dark che me l'hanno fatta apprezzare ancor di più.
Pur essendo un prodotto destinato ad un pubblico non proprio adulto, non rendeva certo i toni romantici e trasognati del Robin Hood gaudente smargiasso in calzamaglia dei film di una volta.
Il Medioevo della serie era parecchio cupo, dominato da soggetti sordidi come cavalieri ossessivo-maniacali e prelati morbosamente interessati a fanciulle minorenni.
C'era pure un sottotesto di misticismo che sapeva di ancestralità e paganesimo.
Tutt'altro che da sottovalutare come fosse l'ennesima copia di Errol Flynn.
Non è proprio questo quel che intendevo, ma che un certo pubblico, in parte anche qui, voglia più risentire un jingle televisivo perché porta memoria di una tv di un tempo che non c'è più. E gli editori pronti ad accontentare questa fetta invece del "vero" appassionato (parola antipatica, ma ben rende l'idea) che invece vorrebbe avere il prodotto con la maggior aderenza possibile da come è uscito fuori nel suo paese natale. Molti si sono incazzati per charlotte ad esempio, perché proponeva solo il doppiaggio federe e senza la canzone italiana. Ma io mi chiedo se sono davvero interessati al prodotto, oppure vogliono semplicemente rivivere un pezzo della loro infanzia televisiva?un certo pubblico ami in realtà il jingle televisivo che tutti canticchiavano (io compreso) ma che dell'anime non ci si ricordi praticamente nulla e non è nemmeno importante alla fin fine.
Condiviso il pensiero, ma solo fino ad un certo punto, perché entrano in gioco vari elementi. Indubbiamente la memoria della sigla di Robin Hood ha oltrepassato in popolarità quella della storia narrata, ma è qualcosa che si può dire di diverse serie trasmesse all'epoca. Qualcuno ricorderebbe forse Denver se non fosse per la sigla italiana? O si ricorda la storia di Prince Valiant?
Da qui però a dire che della storia di Robin Hood non ci si ricordi nulla, la cosa è parecchio opinabile, e un paragrafo dell'articolo stesso ribadisce come si trattasse di un genere d'azione e avventura estremamente godibile, allora come ora, grazie ad una serie di elementi (che con la sigla nulla avevano a che fare); non credo di essere stata l'unica a immedesimarmi nelle avventure di Robin, o a giocare a riprodurle con i miei amici. Oggi, nel 2020, un'amica ad esempio ha scelto proprio quest'anime, assieme ai film Ghibli, da far vedere al figlioletto, scartandone invece molti altri, inadatti: quella di Robin è un'avventura per ragazzi perfetta, adeguata il giusto, che trasmette quel tipo di valori sull'amicizia, il coraggio e il valore che ritroviamo e ricerchiamo a tutt'oggi in tante altre serie animate. Dimenticabile, quindi, personalmente proprio no
Condiviso il pensiero, ma solo fino ad un certo punto, perché entrano in gioco vari elementi. Indubbiamente la memoria della sigla di Robin Hood ha oltrepassato in popolarità quella della storia narrata, ma è qualcosa che si può dire di diverse serie trasmesse all'epoca. Qualcuno ricorderebbe forse Denver se non fosse per la sigla italiana? O si ricorda la storia di Prince Valiant?
Da qui però a dire che della storia di Robin Hood non ci si ricordi nulla, la cosa è parecchio opinabile, e un paragrafo dell'articolo stesso ribadisce come si trattasse di un genere d'azione e avventura estremamente godibile, allora come ora, grazie ad una serie di elementi (che con la sigla nulla avevano a che fare); non credo di essere stata l'unica a immedesimarmi nelle avventure di Robin, o a giocare a riprodurle con i miei amici. Oggi, nel 2020, un'amica ad esempio ha scelto proprio quest'anime, assieme ai film Ghibli, da far vedere al figlioletto, scartandone invece molti altri, inadatti: quella di Robin è un'avventura per ragazzi perfetta, adeguata il giusto, che trasmette quel tipo di valori sull'amicizia, il coraggio e il valore che ritroviamo e ricerchiamo a tutt'oggi in tante altre serie animate. Dimenticabile, quindi, personalmente proprio no
Rileggendo i commenti ho visto che la storia si ricorda veramente poco... In effetti il "vero" Robin Hood che, credo, tutti ci ricordiamo e ci ricorderemo sempre è e sarà sempre questo...
Anche se fosse, non vedo cosa ci sia di male. Lascia gli altri ai propri ricordi e non fare il guastafeste, lol.Posso dire una cosa che farà incazzare qualcuno? (cit.)
Articoli come questo dimostrano, per l'ennesima volta, come un certo pubblico ami in realtà il jingle televisivo che tutti canticchiavano (io compreso) ma che dell'anime non ci si ricordi praticamente nulla e non è nemmeno importante alla fin fine. Ecco perché me la prendo quando in prodotti da collezione (o presunti tali) vedo inserire forzatamente quel jingle televisivo, che nulla ha a che vedere con il prodotto reale di cui ci si dovrebbe preoccupare, ma lo si fa solo per una nostalgia di una tv che non c'è più, ma in modo generico e non peculiare.
Me la prendo quando il ricordo della tv che fu mi va a sporcare quello che dovrebbe essere un prodotto per collezionisti che vogliono genuinamente godere del prodotto come concepito in origine (sto parlando dell'home video), cosa che purtroppo avviene quasi sempre con i prodotti girella e anche non (vedi my hero academia e captain tsubasa), perché l'editore, comprensibilmente, "da al pubblico quello che vuole", anche se non è esattamente quel che è giusto...Anche se fosse, non vedo cosa ci sia di male. Lascia gli altri ai propri ricordi e non fare il guastafeste, lol.
Non vedo quale sia il problema, onestamente. Se ti vuoi godere qualcosa te lo godi comunque, anche se è in "versione girella". Sarebbe bello se si potessero ridoppiare tutte le serie in versione corretta con nomi originali e senza censure, ma non ci sono i soldi per farlo, e anche se si tornasse a fare qualcosa del genere, a conti fatti non sono moltissime le serie che susciterebbero abbastanza interessamento per ottenere un ridoppiaggio. Poi comunque esistono i fansub, oppure i sottotitoli nelle eventuali versioni home video, che quando va bene seguono la traccia originale giapponese (vedi i DVD della serie tv dei Cinque Samurai, per esempio).Me la prendo quando il ricordo della tv che fu mi va a sporcare quello che dovrebbe essere un prodotto per collezionisti che vogliono genuinamente godere del prodotto come concepito in origine (sto parlando dell'home video), cosa che purtroppo avviene quasi sempre con i prodotti girella e anche non (vedi my hero academia e captain tsubasa), perché l'editore, comprensibilmente, "da al pubblico quello che vuole", anche se non è esattamente quel che è giusto...
Non ho parlato di doppiaggio, qualla è un'altra cosa diciamo. Ma solo che, come ripeto fino alla nausea, le opening e gli ending, come anche gli eyecatch, sono parte integrante dell'opera e se tu me li vai a sostituire, mi stai privando di una parte dell'opera.Sarebbe bello se si potessero ridoppiare tutte le serie in versione corretta
Non ho parlato di doppiaggio, qualla è un'altra cosa diciamo. Ma solo che, come ripeto fino alla nausea, le opening e gli ending, come anche gli eyecatch, sono parte integrante dell'opera e se tu me li vai a sostituire, mi stai privando di una parte dell'opera.Sarebbe bello se si potessero ridoppiare tutte le serie in versione corretta
Condivido con l'autrice dell'articolo l'esperienza del concerto del 2015, più orientato verso gli anni novanta e perciò molto gradito, oltre che varie sessioni di karaoke redazionale su questo e molti altri brani
Una sigla italiana, creata per il passaggio televisivo, non è un problema: le reti generaliste hanno le loro esigenze. Quello che mi dà fastidio, e penso che sia anche il pensiero di Maddux, è ritrovarmi quelle sigle nei cofanetti bd. Al massimo, si possono mettere fra gli extra, se proprio ci si tiene, dove non danno fastidio. Poi boh, sarò strana io.ma prova a mettere un bambino (come sarebbe potuto succedere agli inizi dell'arrivo degli anime da noi) davanti ad un opening o ending in lingua originale... le "sbiascicate" di allora delle parti in inglese delle sigle di Giorgio Vanni sarebbero state niente.
Una sigla italiana, creata per il passaggio televisivo, non è un problema: le reti generaliste hanno le loro esigenze. Quello che mi dà fastidio, e penso che sia anche il pensiero di Maddux, è ritrovarmi quelle sigle nei cofanetti bd. Al massimo, si possono mettere fra gli extra, se proprio ci si tiene, dove non danno fastidio. Poi boh, sarò strana io.ma prova a mettere un bambino (come sarebbe potuto succedere agli inizi dell'arrivo degli anime da noi) davanti ad un opening o ending in lingua originale... le "sbiascicate" di allora delle parti in inglese delle sigle di Giorgio Vanni sarebbero state niente.
Per quanto mi riguarda, dipende da chi, quel cofanetto, me lo sta vendendo. Da bd marchiati mediaset, o rai, per dire, sì, mi aspetto la sigla italiana, perchè me li immagino indirizzati allo stesso pubblico generalista che li ha visti in tv. Da Dynit e Yamato no, non me lo aspetto, da loro voglio un prodotto piú indirizzati agli appassionati. Mha non ha neanche l'attenuante di essere una girella, per cui i nostalgici pretendono la vecchia sigla a cui tanto sono affezionati.
Se vendi un "cartone" in Italia in BD è normale che ci si aspetti la sigla della D'Avena non quella originale, magari è proprio quella originale che, se messa, andrebbe a finire in un inserto extra per completezza... Ti parlo d amante di op-ed in originale ma in un cofanetto mi aspetto comunque la sigla italiana.
Esatto.Una sigla italiana, creata per il passaggio televisivo, non è un problema: le reti generaliste hanno le loro esigenze. Quello che mi dà fastidio, e penso che sia anche il pensiero di Maddux, è ritrovarmi quelle sigle nei cofanetti bd. Al massimo, si possono mettere fra gli extra, se proprio ci si tiene, dove non danno fastidio. Poi boh, sarò strana io.
Ma io non nego il passato ne le esigenze dei network televisivi del tempo e, se vogliamo, ancora oggi, non è un problema. Il problema sta successivamente, fuori dal circuito televisivo...Non sei strana e il vostro discorso ci sta (ripeto) ad oggi; Non pensando al tempo in qui sono "sbarcati" qui da noi...
Quello che voglio sottolineare e che se le grandi aziende hanno la possibilità di commercializzare ancora quel prodotto qui in Italia, tramite un cofanetto, è soprattutto grazie a quella sigla che ha lasciato il segno e che permetterà ad un ipotetico collezionista x 25, 30 o 40 enne di acquistare il prodotto... tutto qua...
Il sottolineare che non bisognava fin da principio riportare un dato anime cambiando la sigla (non adattandola ai consumatori finali che abbiamo sempre detto erroneamente qui da noi essere soprattutto bambini) non la vedo una cosa fattibile ai tempi, poiché avrebbe precluso quello che poi è effettivamente avvenuto, cioè il legarsi ad un dato anime/cartone proprio grazie a quella sigla che, altrimenti, con la sigla originale non sarebbe potuto accadere.
Questo si che è un problema e uno bello grosso, perché si presuppone che un prodotto da collezione che dovrebbe offrire l'esperienza senza compromessi e il più vicino all'originale, non può certo inserire forzosamente quelle succitate esigenze commerciali da network, perché va proprio a ledere quella "promessa" di prodotto senza compromessi. A quel punto diventa un prodotto memorabilia di una televisione che non c'è più, ma che poco ha ache vedere con l'anime in se. Sarò brutale, ma per me è così.Ultimo punto e concludo:
"Quello che mi dà fastidio, e penso che sia anche il pensiero di Maddux, è ritrovarmi quelle sigle nei cofanetti bd"
Se vendi un "cartone" in Italia in BD è normale che ci si aspetti la sigla della D'Avena non quella originale, magari è proprio quella originale che, se messa, andrebbe a finire in un inserto extra per completezza... Ti parlo da amante di op-ed in originale ma in un cofanetto mi aspetto comunque la sigla italiana.
Esatto, perfettamente d'accordo. Come dire, se prendo una collana da edicola, mi aspetto un trattamento da edicola, con tutto quel che comporta. Se lo prendo da un editore specializzato nel settore, pretendo una certa aderenza. Poi figurati, io sono anche meno talebano di certuni che fanno peste e corna perché la confezione non ha gli artwork originali o perché il libretto ha metà contenuti, cosa che a me importa molto meno. Per dire, quindi figuriamoci le opening ed ending.Per quanto mi riguarda, dipende da chi, quel cofanetto, me lo sta vendendo. Da bd marchiati mediaset, o rai, per dire, sì, mi aspetto la sigla italiana, perchè me li immagino indirizzati allo stesso pubblico generalista che li ha visti in tv. Da Dynit e Yamato no, non me lo aspetto, da loro voglio un prodotto piú indirizzati agli appassionati. Mha non ha neanche l'attenuante di essere una girella, per cui i nostalgici pretendono la vecchia sigla a cui tanto sono affezionati.
Se vendi un "cartone" in Italia in BD è normale che ci si aspetti la sigla della D'Avena non quella originale, magari è proprio quella originale che, se messa, andrebbe a finire in un inserto extra per completezza... Ti parlo d amante di op-ed in originale ma in un cofanetto mi aspetto comunque la sigla italiana.
Ogni compleanno di vecchie serie come questa mi viene sempre la malinconia e la tristezza di quei bei tempi da ragazzino spensierati.
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