Happy Marriage!?
Questo drama mi ha stupito, reso felice e un pochino deluso allo stesso tempo.
Ho letto il manga, e speravo in un adattamento che gli rendesse giustizia: cosa che è accaduta. La trama è grossomodo mantenuta, gli elementi interessanti li ritroviamo, il carattere dei protagonisti è rimasto intatto. Lui è fisicamente un po' diverso dallo spessissimo Hokuto del fumetto ma, se soprassediamo sulle proporzioni del corpo (per ovvi motivi diverse da quelle di un personaggio manga), possiamo notare che Dean Fujioka è molto più alto e di presenza di quanto possa sembrare a prima vista. Tutti gli attori sono abbastanza bravi, con una nota di merito alla fantastica Souma e al padre di Chiwa, entrambi freschi e divertenti.
Il lavoro di Chiwa, che da lavoro d'ufficio diventa un impiego in un'azienda di vendita al dettaglio di elettronica, oltre a fornire una buona occasione per inserire un paio di prodotti sponsor dona leggerezza al suo personaggio e offre uno spacco di precariato che, lungi dal voler essere una critica sociale, non risparmia però alcune brevi riflessioni sulle condizioni lavorative dei giovani nella società contemporanea.
A perdere un po' è la figura di Yu, il giovane collega di Chiwa, che non è mai stato un reale ostacolo al rapporto tra i due protagonisti ma che in questa serie tv è talmente friendzonato da finire per essere più compatito che apprezzato per la sua gentilezza verso di lei. Ho apprezzato la rimozione di alcuni spezzoni del manga in cui Hokuto cerca di consolidare un certo controllo su Chiwa, non tanto perché fossero irrispettosi della persona di lei, quanto perché avrebbero rafforzato l'immagine dell'archetipo narrativo su cui si basa il personaggio di Hokuto. Liberandosi di quelle parti della storia, il suo personaggio risulta paradossalmente più integro e caratterizzato.
Si notano inoltre alcuni punti in cui la sceneggiatura è davvero ben fatta, e grazie al montaggio vengono richiamati alcuni dei temi portanti del racconto meglio di quanto non si riesca a fare nella cornice narrativa, molto più diluita, del manga: ad esempio, è reso da subito evidente che la ragione per cui Hokuto si innamora di Chiwa è la similitudine tra lei e sua madre. Con il montaggio, inserendo in anticipo alcuni elementi che nel manga vengono rivelati solo più avanti, si danno un senso e una cornice a una serie di elementi che nel manga erano grossomodo lasciati a sé stessi.
Su quale elemento di questa serie mi sento di esprimere un giudizio negativo? Il "Duccio, apri tutto." (cit. da "Boris"). Ovvero: benché la trama sia fedele al manga, e la sceneggiatura in certi punti ben strutturata al punto da superare il manga per complessità narrativa, la luce, la fotografia, le inquadrature, sono molto "da fiction" e in molti punti la narrazione ne risente. Molte scene avrebbero avuto una resa diversa e nettamente superiore se girate diversamente, invece ci ritroviamo con dei piani lunghissimi, dei personaggi spesso preoccupati/basiti/sconcertati, dei tempi molto diluiti e scarsità di dialoghi in punti che avrebbero potuto essere gestiti in maniera molto più dinamica. E non è un problema degli attori, che in altri punti dimostrano ampiamente di essere capaci, ma più che altro di regia.
Tolte queste osservazioni, tuttavia, per un lettore del manga e per un appassionato di jp drama questa serie è una visione ampiamente consigliata.
Ho letto il manga, e speravo in un adattamento che gli rendesse giustizia: cosa che è accaduta. La trama è grossomodo mantenuta, gli elementi interessanti li ritroviamo, il carattere dei protagonisti è rimasto intatto. Lui è fisicamente un po' diverso dallo spessissimo Hokuto del fumetto ma, se soprassediamo sulle proporzioni del corpo (per ovvi motivi diverse da quelle di un personaggio manga), possiamo notare che Dean Fujioka è molto più alto e di presenza di quanto possa sembrare a prima vista. Tutti gli attori sono abbastanza bravi, con una nota di merito alla fantastica Souma e al padre di Chiwa, entrambi freschi e divertenti.
Il lavoro di Chiwa, che da lavoro d'ufficio diventa un impiego in un'azienda di vendita al dettaglio di elettronica, oltre a fornire una buona occasione per inserire un paio di prodotti sponsor dona leggerezza al suo personaggio e offre uno spacco di precariato che, lungi dal voler essere una critica sociale, non risparmia però alcune brevi riflessioni sulle condizioni lavorative dei giovani nella società contemporanea.
A perdere un po' è la figura di Yu, il giovane collega di Chiwa, che non è mai stato un reale ostacolo al rapporto tra i due protagonisti ma che in questa serie tv è talmente friendzonato da finire per essere più compatito che apprezzato per la sua gentilezza verso di lei. Ho apprezzato la rimozione di alcuni spezzoni del manga in cui Hokuto cerca di consolidare un certo controllo su Chiwa, non tanto perché fossero irrispettosi della persona di lei, quanto perché avrebbero rafforzato l'immagine dell'archetipo narrativo su cui si basa il personaggio di Hokuto. Liberandosi di quelle parti della storia, il suo personaggio risulta paradossalmente più integro e caratterizzato.
Si notano inoltre alcuni punti in cui la sceneggiatura è davvero ben fatta, e grazie al montaggio vengono richiamati alcuni dei temi portanti del racconto meglio di quanto non si riesca a fare nella cornice narrativa, molto più diluita, del manga: ad esempio, è reso da subito evidente che la ragione per cui Hokuto si innamora di Chiwa è la similitudine tra lei e sua madre. Con il montaggio, inserendo in anticipo alcuni elementi che nel manga vengono rivelati solo più avanti, si danno un senso e una cornice a una serie di elementi che nel manga erano grossomodo lasciati a sé stessi.
Su quale elemento di questa serie mi sento di esprimere un giudizio negativo? Il "Duccio, apri tutto." (cit. da "Boris"). Ovvero: benché la trama sia fedele al manga, e la sceneggiatura in certi punti ben strutturata al punto da superare il manga per complessità narrativa, la luce, la fotografia, le inquadrature, sono molto "da fiction" e in molti punti la narrazione ne risente. Molte scene avrebbero avuto una resa diversa e nettamente superiore se girate diversamente, invece ci ritroviamo con dei piani lunghissimi, dei personaggi spesso preoccupati/basiti/sconcertati, dei tempi molto diluiti e scarsità di dialoghi in punti che avrebbero potuto essere gestiti in maniera molto più dinamica. E non è un problema degli attori, che in altri punti dimostrano ampiamente di essere capaci, ma più che altro di regia.
Tolte queste osservazioni, tuttavia, per un lettore del manga e per un appassionato di jp drama questa serie è una visione ampiamente consigliata.