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キョン

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Basato sul manga omonimo di Kyoko Okazaki, pubblicato da Shoudensha nel 2003 e aggiudicatosi nel 2004 il prestigioso Tezuka Osamu Cultural Prize, Helter Skelter è la più recente creazione della multiforme Mika Ninagawa. La Ninagawa, fotografa tra le più acclamante del Sol Levante, fa della resa cromatica e dello shock percettivo l'elemento caratterizzante della propria cifra stilistica. Il mondo onirico e fluttuante di Sakuran (un universo di colore ai confini tra eleganza e follia estetica) si trasforma in un universo carnale ed edonistico. Il clima che si respira nelle due pellicole oscilla tra surrealtà ed iperrealtà, filtrate attraverso una nuance cremisi, che immerge in un'atmosfera irresistibilmente perversa. Più in particolare in Helter Skelter la violenza e il sadismo della messa in scena, la spietata rappresentazione del mondo patinato della moda, della pubblicità e più in generale dei media, la denuncia implicita dell'ideale di bellezza a tutti i costi, spinto fino alla scarnificazione del corpo e alla sua trasfigurazione chirurgica, giungono allo spettatore per il tramite di un dispositivo filmico volutamente distorto ed accelerato, di una aberrazione cromatica sbilanciata sul rosso, colore dominante assieme al nero nell'abbigliamento di Ririko e nella sua propaggine architettonica (pareti, mobili e suppellettili). Erika Sawajiri, attrice tormentata anche nella vita reale, trova il suo alter ego scenico in Ririko, la top model costretta a sottoporsi periodicamente al bisturi di una clinica dall'oscuro retrobottega per preservare la propria oltreumana bellezza. La fama, le copertine, un bellissimo amante, il piacere sadico provato nel tormentare la propria manager Michiko (Shinobu Terajima): l'escalation di crudeltà giunge all'estremo allorché i rovesci della sorte sembrano sul punto di portarle via tutto, mentre gli effetti collaterali dei lifting affiorano pericolosamente sottopelle, illividendo l'incarnato perfetto della modella. Contraltare del fascino demoniaco della Sawajiri è la bellezza angelica di Kozue, interpretata dalla eterea Kiko Mizuhara, già vista in maniera convincente nella trasposizione cinematografica di Norwegian Wood e 'pallino' artistico della Ninagawa, che ha prestato la propria opera al photobook della stessa Mizuhara (sugli scaffali dal 2012, anno di uscita di Helter Skelter). Lo scontro tra le due, attraverso il tramite della succube Michiko, sembra semplicemente l'alibi per scoperchiare la natura divorante del carrozzone della moda, sullo sfondo dell'incoercibilità dell'Eros. L'imposizione di modelli di bellezza vieppiù irraggiunibili attraverso il plagio mediatico si serve di icone usa-e-getta, condannate ad essere stritolate in cambio di un'effimera notorietà. Il messaggio, apparentemente banale nella sua condivisibilità, acquista forza in Helter Skelter tramite la potenza del mezzo espressivo, capace di trasformare l'immagine di Ririko (e/o quella di Kozue) in icone della perfezione estetica spinte al parossisimo. La bellezza ricercata fino alla distruzione di sé partorisce delle Veneri per gettarle in un sogno così intriso di voluttà da trasformarsi in un incubo a tratti grottesco, a tratti barocco. La frenesia dell'industria nipponica dell'immagine, la cultura che divora idol nel giro di mesi (peggio, di settimane), viene trasposta dalla Okazaki in un carnevale per nulla incline al moralismo, ma impietosamente rivelatore del vuoto sotteso a una simile industria dei corpi, dove l'imposizione paradossale al godimento conduce all'asservimento mediatico dei consumatori. Ci si sente quasi immersi, per più di due ore di pellicola, in un video j-pop di sapore sperimentale, o, più arditamente, in un mondo di eccessi e di deviazioni, una seducente fiera di bellissime vanità, deviati su percorsi dai quali un ritorno o per i quali una redenzione si rivelano impossibili. Ciò che più colpisce del film è proprio il contrasto tra il pessimismo antropologico di fondo della storia e lo sgargiante risultato estetico della disperazione. Un piacere effimero e bellissimo, questo è Helter Skelter.