Avrei dovuto dirtelo un milione di volte
"Hyakuman Kai Ieba Yokatta", a.k.a. "Why didn't I tell you a million times? , I Should Have Said 1 Million Times , 100 Man Kai Ieba Yokatta" (tradotto in "Avrei dovuto dirtelo un milione di volte") è una serie recente andata in onda in Giappone per l'emittente TBS all'inizio del 2023 e trasmessa in Italia da fine inverno 2023 sulla nota piattaforma streaming on line.
Scritta da Adachi Naoko e diretta da Yamamuro Daisuke e Kaneko Fuminori, vedi tra gli attori protagonisti Takeru Sato (che interpreta Naoki Torino), Mao Inoue (Yui Soma) e Ken'ichi Matsuyama (Yuzuru Uozumi).
"Prima facie", l'idea posta alla base di "Avrei dovuto dirtelo un milione di volte" sembra proprio quella del celeberrimo film "Ghost" del 1990 con D. Moore, P. Swayze e il premio oscar Whoopi Goldberg.
Ovviamente è sembrata una rivisitazione in chiave nipponica del medesimo concept e ai famosi attori sopra citati si può fare un parallelismo praticamente al 100%: Takeru Sato con Patrick Swayze, Mao Inoue con Demi Moore e Ken'ichi Matsuyama con Whoopi Goldberg...
Scritto così si potrebbe obiettare che in fondo non sarebbe nulla di nuovo e interessante. E in effetti se si è estimatori dell'idea del film americano, non credo che si possa restare sbigottiti e/o sorpresi dalla serie giapponese.
Tuttavia, la rivisitazione dell'idea originale (prendendo anche un po' da "Sesto Senso" e "Ghost whisperer") è stata eseguita con intelligenza e secondo i canoni di visione dell'esistenza nipponici, togliendo un po' la "necessaria" fretta del film e riuscendo a costruirci intorno anche un discreto thriller-poliziesco che va a integrare in modo coerente il doloroso passato dei protagonisti (Naoki e Yui) per poi sfociare in un percorso di presa di coscienza di come tale passato sta influenzando il presente per poi procedere a trovare la risposta e riuscire a continuare a vivere indipendentemente dalle continue prove che la vita ci costringe ad affrontare...
Ovviamente non manca la componente "romance" e, come in "Ghost", non posso evitare di spoilerare che... non sarà a lieto fine...
La storia è un buon mix di generi diversi: si inizia con quello rom-com vista la storia tra Yui e Naoki, amici d'infanzia che si sono ritrovati/riavvicinati dopo anni e hanno iniziato a frequentarsi.
Poi si passa al thriller/poliziesco quando Naoki sparisce proprio il giorno del compleanno di Yui e viene introdotto il detective Uozumi che indaga sul caso della scomparsa.
E infine si integra il tutto con il genere mistero/fantasy poiché Uozumi è in grado per una dote soprannaturale di vedere e interloquire con gli spiriti dei defunti che non hanno ancora raggiunto il nirvana/aldilà e restano sospesi nel mondo dei vivi alla ricerca dell'elaborazione delle proprie questioni irrisolte quando erano vivi.
Ovviamente Yui non è in grado di parlare con Naoki e non si capacita di cosa gli sia potuto accadere e "utilizza" Yuzuru Uozumi per poter conferire con l'amato...
Particolarmente significativo il rapporto che si instaura tra Naoki e Yuzuru che essendo incaricato dell'indagine per omicidio di altra persona collegata sia a Naoki sia a Yui si ritrova alla fine coinvolto anche sull'indagine sulla scomparsa di Naoki.
I tre diventano pian piano amici e si crea una bella storia thriller che va a scavare nel passato di Naoki e Yui per capire come le relazioni con le persone del passato hanno comunque inciso sul loro tragico presente.
E, nonostante alcuni momenti della serie un po' filler, ripetitivi e/o mal sviluppati (senza esagerare nello spoiler, alludo al passato di bambini problematici o abbandonati sia di Yui sia di Naoki e alle persone losche che gravitavano intorno a loro), il punto di forza nella serie è sicuramente il rapporto di complicità caratteriale ed emotiva che si sviluppa tra Naoki e Uozumi: il timido, gentile, integerrimo e sensibile Naoki, ben interpretato da Takeru Sato (sembra che il ruolo di imbronciato/tenebroso e complesso sia il suo punto di forza recitativa - vedi anche "First Love Hatsukoi" e "An incurable case of love") e il sensibile, comprensivo e altruista Takeru altrettanto ben reso da Ken'ichi Matsuyama.
Lato protagonista femminile, Inoue Mao fa del suo meglio per dimostrare quanto sia difficile elaborare l'assurda situazione in cui si trovata Yui dopo essere riuscita a coronare il suo sogno d'amore, aggrappandosi letteralmente a un uomo che non poteva vedere e sentire e con il quale non avrebbe comunque potuto avere un futuro se non nei bellssimi ricordi condivisi.
La coppia di attori cerca di rendere al meglio la frustrazione di come Yui e Naoki non riuscissero a superare le loro emozioni e i loro rimpianti per quello che poteva essere e non è stato a causa di un fato malefico. La loro relazione, ancora da sbocciare appieno a causa della prematura scomparsa di Naoki, viene nobilitata dal finale del 10° episodio in cui, finalmente, Naoki dimostra di aver compreso di quanto in amore anche le parole che manifestano i propri sentimenti possano contare per il partner.
E proprio con il finale strappalacrime che si perfeziona, grazie alle parole di Naoki, il personale viaggio di Yui (e dello spettatore) nell'elaborazione del lutto attraverso le cinque fasi del dolore, pervenendo all'accettazione in cui sembra maturare la consapevolezza della perdita nella propria realtà e trovare un nuovo equilibrio emotivo.
L'episodio 10 è il quid novi introdotto dalla serie rispetto a "Ghost". accettare la perdita non significa dimenticare la persona cara o smettere di provare dolore, ma piuttosto riconoscere che la perdita è una parte irrevocabile della vita.
Scritta da Adachi Naoko e diretta da Yamamuro Daisuke e Kaneko Fuminori, vedi tra gli attori protagonisti Takeru Sato (che interpreta Naoki Torino), Mao Inoue (Yui Soma) e Ken'ichi Matsuyama (Yuzuru Uozumi).
"Prima facie", l'idea posta alla base di "Avrei dovuto dirtelo un milione di volte" sembra proprio quella del celeberrimo film "Ghost" del 1990 con D. Moore, P. Swayze e il premio oscar Whoopi Goldberg.
Ovviamente è sembrata una rivisitazione in chiave nipponica del medesimo concept e ai famosi attori sopra citati si può fare un parallelismo praticamente al 100%: Takeru Sato con Patrick Swayze, Mao Inoue con Demi Moore e Ken'ichi Matsuyama con Whoopi Goldberg...
Scritto così si potrebbe obiettare che in fondo non sarebbe nulla di nuovo e interessante. E in effetti se si è estimatori dell'idea del film americano, non credo che si possa restare sbigottiti e/o sorpresi dalla serie giapponese.
Tuttavia, la rivisitazione dell'idea originale (prendendo anche un po' da "Sesto Senso" e "Ghost whisperer") è stata eseguita con intelligenza e secondo i canoni di visione dell'esistenza nipponici, togliendo un po' la "necessaria" fretta del film e riuscendo a costruirci intorno anche un discreto thriller-poliziesco che va a integrare in modo coerente il doloroso passato dei protagonisti (Naoki e Yui) per poi sfociare in un percorso di presa di coscienza di come tale passato sta influenzando il presente per poi procedere a trovare la risposta e riuscire a continuare a vivere indipendentemente dalle continue prove che la vita ci costringe ad affrontare...
Ovviamente non manca la componente "romance" e, come in "Ghost", non posso evitare di spoilerare che... non sarà a lieto fine...
La storia è un buon mix di generi diversi: si inizia con quello rom-com vista la storia tra Yui e Naoki, amici d'infanzia che si sono ritrovati/riavvicinati dopo anni e hanno iniziato a frequentarsi.
Poi si passa al thriller/poliziesco quando Naoki sparisce proprio il giorno del compleanno di Yui e viene introdotto il detective Uozumi che indaga sul caso della scomparsa.
E infine si integra il tutto con il genere mistero/fantasy poiché Uozumi è in grado per una dote soprannaturale di vedere e interloquire con gli spiriti dei defunti che non hanno ancora raggiunto il nirvana/aldilà e restano sospesi nel mondo dei vivi alla ricerca dell'elaborazione delle proprie questioni irrisolte quando erano vivi.
Ovviamente Yui non è in grado di parlare con Naoki e non si capacita di cosa gli sia potuto accadere e "utilizza" Yuzuru Uozumi per poter conferire con l'amato...
Particolarmente significativo il rapporto che si instaura tra Naoki e Yuzuru che essendo incaricato dell'indagine per omicidio di altra persona collegata sia a Naoki sia a Yui si ritrova alla fine coinvolto anche sull'indagine sulla scomparsa di Naoki.
I tre diventano pian piano amici e si crea una bella storia thriller che va a scavare nel passato di Naoki e Yui per capire come le relazioni con le persone del passato hanno comunque inciso sul loro tragico presente.
E, nonostante alcuni momenti della serie un po' filler, ripetitivi e/o mal sviluppati (senza esagerare nello spoiler, alludo al passato di bambini problematici o abbandonati sia di Yui sia di Naoki e alle persone losche che gravitavano intorno a loro), il punto di forza nella serie è sicuramente il rapporto di complicità caratteriale ed emotiva che si sviluppa tra Naoki e Uozumi: il timido, gentile, integerrimo e sensibile Naoki, ben interpretato da Takeru Sato (sembra che il ruolo di imbronciato/tenebroso e complesso sia il suo punto di forza recitativa - vedi anche "First Love Hatsukoi" e "An incurable case of love") e il sensibile, comprensivo e altruista Takeru altrettanto ben reso da Ken'ichi Matsuyama.
Lato protagonista femminile, Inoue Mao fa del suo meglio per dimostrare quanto sia difficile elaborare l'assurda situazione in cui si trovata Yui dopo essere riuscita a coronare il suo sogno d'amore, aggrappandosi letteralmente a un uomo che non poteva vedere e sentire e con il quale non avrebbe comunque potuto avere un futuro se non nei bellssimi ricordi condivisi.
La coppia di attori cerca di rendere al meglio la frustrazione di come Yui e Naoki non riuscissero a superare le loro emozioni e i loro rimpianti per quello che poteva essere e non è stato a causa di un fato malefico. La loro relazione, ancora da sbocciare appieno a causa della prematura scomparsa di Naoki, viene nobilitata dal finale del 10° episodio in cui, finalmente, Naoki dimostra di aver compreso di quanto in amore anche le parole che manifestano i propri sentimenti possano contare per il partner.
E proprio con il finale strappalacrime che si perfeziona, grazie alle parole di Naoki, il personale viaggio di Yui (e dello spettatore) nell'elaborazione del lutto attraverso le cinque fasi del dolore, pervenendo all'accettazione in cui sembra maturare la consapevolezza della perdita nella propria realtà e trovare un nuovo equilibrio emotivo.
L'episodio 10 è il quid novi introdotto dalla serie rispetto a "Ghost". accettare la perdita non significa dimenticare la persona cara o smettere di provare dolore, ma piuttosto riconoscere che la perdita è una parte irrevocabile della vita.