I Need Romance
"Maybe I need romance too... Anyway, everything but this!"
Dopo la visione, a tratti sconcertante, di questa serie thailandese che, da quanto ho potuto capire in rete, si tratta di un remake di un'omonima serie coreana (e di certo questa opera non mi invoglia a recuperare l'originale), mi sono chiesto più volte dove si era nascosto il romanticismo in questo live action.
Non credo di essere una persona molto esigente, né mi ero illuso di trovare in "I Need Romance" una serie stile giapponese in cui mi attendo generalmente introspezione, ritmi compassati, situazioni di non detto e di equivoco, dialoghi in cui "bisogna leggere l'aria". Neppure una di quelle coreane in cui le caratteristiche sopra citate si attenuano in favore di una maggiore esternazione dei sentimenti, più ritmo e anche situazioni di comicità e commedia che attenuano l'eccesso di sdolcinature.
Era la mia prima esperienza con una serie "thai". Il primo impatto nella visione sottotitolata è abituare l'udito ad una lingua completamente diversa dal giapponese, coreano e cinese. In secondo luogo, bisogna abituarsi a sforzarsi di capire una realtà, abitudini di vita, tradizioni, consuetudini che dovrebbero differire da quelle di altre opere ambientate nel Far East.
Sul primo aspetto inizialmente si fa fatica ad accettare il nuovo idioma e comprendere le tipiche espressioni gergali e di mimica che contraddistinguono un Paese dall'altro. Nulla di trascendentale, ma il thailandese non lo sento "armonioso" come il giapponese, ma probabilmente si tratta solo di una questione di abitudine.
Sul secondo aspetto, complice l'ambientazione cittadina (Bangkok) e il tipo di appartenenza sociale dei personaggi della serie (un po' da società benestante in ambientazioni legate al mondo "patinato" della moda e della musica con ristoranti, feste, uffici piuttosto chic), non ho percepito grosse differenze con il nostro mondo occidentale e la nostra visione della realtà.
In tema di emancipazione, l'immagine che la serie dà delle interazioni maschio-femmina è piuttosto paritaria, sia nel mondo del lavoro, sia nella vita di tutti i giorni e nelle relazioni sentimentali.
E allora qualcuno potrebbe domandarsi: quali sarebbero le ragioni per cui non avrei apprezzato la serie?
"I Need Romance", grazie anche ai suggerimenti di un'amica che ha condiviso con me la visione quasi in simultanea della serie, mi ha ricordato, per come si sviluppa la sceneggiatura e per recitazione, le telenovelas sudamericane, quelle DOCG, ossia quelle degli anni '80 e '90 del secolo scorso.
Come le telenovelas, nel suo piccolo, "I Need Romance" sfrutta in modo sconsiderato e puerile i colpi di scena, capovolgimenti del tutto imprevedibili e surreali, rivelazioni "clamorose" che scompigliano gli equilibri tra i personaggi con le classiche e sistematiche interruzioni al termine degli episodi proprio nel punto di climax (se così lo si vuol definire, vista la pochezza e la prevedibilità di certe situazioni).
Nel susseguirsi degli episodi, la trama subisce degli avvitamenti e piroettamenti inverosimili che rendono i personaggi ridicoli e infantili, con delle scemenze che non si vedono neppure negli anime rom-com scolastici giapponesi... Peccato che i personaggi sono maschi e femmine adulti ben inseriti nel mondo lavorativo.
La psicologia dei personaggi è elementare, e tutto è in un certo senso "estremizzato": se la protagonista Najai si potrebbe ascrivere al genere latamene "tsundere", Tofu-Arlan X sembra il classico babbeo nipponico tutto gentilezza e masochismo, con una capacità di resilienza alle angherie e alla indifferenza di Najai paragonabile a quella di un martire (senza scomodare i Santi).
Ometto di commentare i temi della vita che vengono trattati, ora in modo superficiale, ora in modo demenziale e assurdo (in "I Need Romance" si tratta anche di gravidanza, con tanto di psicologia spicciola per educare i genitori anche ad essere madre e padre, con risultati al limite del comico demenziale o di necessità di crescere e stare bene con se stessi allontanandosi dall'ambiente in cui si è vissuti anche se ciò comporti l'allontamento dal fidanzato per un periodo molto lungo... Si sa, quando si è giovani l'amore vince sempre).
E come tutte le telenovelas che si rispettino si arriva anche al lieto fine, almeno per la coppia dei protagonisti, restando invece un po' più "orientale" per i finali un po' più aperti per le altre coppie effettive e potenziali della serie. Tipicamente orientale (ah, il destino...) è il leit motiv dell'incipit della storia d'amore tra Najai e Tofu: quest'ultimo l'amava fin dalla più tenera età e già da bambinetto le aveva promesso che una volta rientrato in Thailandia sarebbe tornato da lei per mettersi insieme.
Se la trama presenta i suoi "problemini", la serie affonda definitivamente per i personaggi e l'interpretazione attoriale.
Najaj (interpretata da Khemanit Jamikorn) sarà pure l'immagine della donna in carriera, ma sembra una brutta copia di Bridget Jones, non avendone la stessa carica di autoironia e fragilità. Sono accomunate solo dalla cronica capacità di innamorarsi della persona sbagliata... Fino a quando, all'improvviso, scocca una scintilla (forzatissima e resa ancor più poco credibile dall'espressività dell'attrice).
Arlan X-Tofu (Thitipoom Techa-apaikhun) è il classico toy-boy (esteticamente scrivendo) dal cuore d'oro e dalla pazienza infinita. Ma il suo modo di resistere ai continui rifiuti di Najai, insistendo a dichiarare il suo amore, è quantomeno tutto tranne che intrigante e stimolante per una donna che vuole conquistare. Le espressioni del viso di Tofu di fronte alle resistenze di Najai sono la parte più comica della serie (e ciò spiega il motivo per cui di "romance" in questo drama c'è ben poco) almeno dal punto di vista maschile, perché credo che considerate dall'altra metà del cielo potrebbero far insorgere la reazione di fastidio fino alla violenza fisica.
Sul resto cerco di sorvolare: le amicizie si rovinano per questioni d'amore salvo poi rinsavirsi per questioni meno nobili (puri affari e convenienza).
Si potrebbe azzardare un piccolo parallelismo tra "I Need Romance" e "Something in the Rain" (k-drama) che ho visto tempo fa: le premesse logiche sono simili (lui più piccolo e da sempre invaghito dell'amica più grande, le difficoltà per capire i propri sentimenti e riuscire a superare le convenzioni sociali), ma per capire cosa si possa intendere per "romance" consiglio di lasciar perdere questa serie e di provare a vedere "Something in the Rain".
Dopo la visione, a tratti sconcertante, di questa serie thailandese che, da quanto ho potuto capire in rete, si tratta di un remake di un'omonima serie coreana (e di certo questa opera non mi invoglia a recuperare l'originale), mi sono chiesto più volte dove si era nascosto il romanticismo in questo live action.
Non credo di essere una persona molto esigente, né mi ero illuso di trovare in "I Need Romance" una serie stile giapponese in cui mi attendo generalmente introspezione, ritmi compassati, situazioni di non detto e di equivoco, dialoghi in cui "bisogna leggere l'aria". Neppure una di quelle coreane in cui le caratteristiche sopra citate si attenuano in favore di una maggiore esternazione dei sentimenti, più ritmo e anche situazioni di comicità e commedia che attenuano l'eccesso di sdolcinature.
Era la mia prima esperienza con una serie "thai". Il primo impatto nella visione sottotitolata è abituare l'udito ad una lingua completamente diversa dal giapponese, coreano e cinese. In secondo luogo, bisogna abituarsi a sforzarsi di capire una realtà, abitudini di vita, tradizioni, consuetudini che dovrebbero differire da quelle di altre opere ambientate nel Far East.
Sul primo aspetto inizialmente si fa fatica ad accettare il nuovo idioma e comprendere le tipiche espressioni gergali e di mimica che contraddistinguono un Paese dall'altro. Nulla di trascendentale, ma il thailandese non lo sento "armonioso" come il giapponese, ma probabilmente si tratta solo di una questione di abitudine.
Sul secondo aspetto, complice l'ambientazione cittadina (Bangkok) e il tipo di appartenenza sociale dei personaggi della serie (un po' da società benestante in ambientazioni legate al mondo "patinato" della moda e della musica con ristoranti, feste, uffici piuttosto chic), non ho percepito grosse differenze con il nostro mondo occidentale e la nostra visione della realtà.
In tema di emancipazione, l'immagine che la serie dà delle interazioni maschio-femmina è piuttosto paritaria, sia nel mondo del lavoro, sia nella vita di tutti i giorni e nelle relazioni sentimentali.
E allora qualcuno potrebbe domandarsi: quali sarebbero le ragioni per cui non avrei apprezzato la serie?
"I Need Romance", grazie anche ai suggerimenti di un'amica che ha condiviso con me la visione quasi in simultanea della serie, mi ha ricordato, per come si sviluppa la sceneggiatura e per recitazione, le telenovelas sudamericane, quelle DOCG, ossia quelle degli anni '80 e '90 del secolo scorso.
Come le telenovelas, nel suo piccolo, "I Need Romance" sfrutta in modo sconsiderato e puerile i colpi di scena, capovolgimenti del tutto imprevedibili e surreali, rivelazioni "clamorose" che scompigliano gli equilibri tra i personaggi con le classiche e sistematiche interruzioni al termine degli episodi proprio nel punto di climax (se così lo si vuol definire, vista la pochezza e la prevedibilità di certe situazioni).
Nel susseguirsi degli episodi, la trama subisce degli avvitamenti e piroettamenti inverosimili che rendono i personaggi ridicoli e infantili, con delle scemenze che non si vedono neppure negli anime rom-com scolastici giapponesi... Peccato che i personaggi sono maschi e femmine adulti ben inseriti nel mondo lavorativo.
La psicologia dei personaggi è elementare, e tutto è in un certo senso "estremizzato": se la protagonista Najai si potrebbe ascrivere al genere latamene "tsundere", Tofu-Arlan X sembra il classico babbeo nipponico tutto gentilezza e masochismo, con una capacità di resilienza alle angherie e alla indifferenza di Najai paragonabile a quella di un martire (senza scomodare i Santi).
Ometto di commentare i temi della vita che vengono trattati, ora in modo superficiale, ora in modo demenziale e assurdo (in "I Need Romance" si tratta anche di gravidanza, con tanto di psicologia spicciola per educare i genitori anche ad essere madre e padre, con risultati al limite del comico demenziale o di necessità di crescere e stare bene con se stessi allontanandosi dall'ambiente in cui si è vissuti anche se ciò comporti l'allontamento dal fidanzato per un periodo molto lungo... Si sa, quando si è giovani l'amore vince sempre).
E come tutte le telenovelas che si rispettino si arriva anche al lieto fine, almeno per la coppia dei protagonisti, restando invece un po' più "orientale" per i finali un po' più aperti per le altre coppie effettive e potenziali della serie. Tipicamente orientale (ah, il destino...) è il leit motiv dell'incipit della storia d'amore tra Najai e Tofu: quest'ultimo l'amava fin dalla più tenera età e già da bambinetto le aveva promesso che una volta rientrato in Thailandia sarebbe tornato da lei per mettersi insieme.
Se la trama presenta i suoi "problemini", la serie affonda definitivamente per i personaggi e l'interpretazione attoriale.
Najaj (interpretata da Khemanit Jamikorn) sarà pure l'immagine della donna in carriera, ma sembra una brutta copia di Bridget Jones, non avendone la stessa carica di autoironia e fragilità. Sono accomunate solo dalla cronica capacità di innamorarsi della persona sbagliata... Fino a quando, all'improvviso, scocca una scintilla (forzatissima e resa ancor più poco credibile dall'espressività dell'attrice).
Arlan X-Tofu (Thitipoom Techa-apaikhun) è il classico toy-boy (esteticamente scrivendo) dal cuore d'oro e dalla pazienza infinita. Ma il suo modo di resistere ai continui rifiuti di Najai, insistendo a dichiarare il suo amore, è quantomeno tutto tranne che intrigante e stimolante per una donna che vuole conquistare. Le espressioni del viso di Tofu di fronte alle resistenze di Najai sono la parte più comica della serie (e ciò spiega il motivo per cui di "romance" in questo drama c'è ben poco) almeno dal punto di vista maschile, perché credo che considerate dall'altra metà del cielo potrebbero far insorgere la reazione di fastidio fino alla violenza fisica.
Sul resto cerco di sorvolare: le amicizie si rovinano per questioni d'amore salvo poi rinsavirsi per questioni meno nobili (puri affari e convenienza).
Si potrebbe azzardare un piccolo parallelismo tra "I Need Romance" e "Something in the Rain" (k-drama) che ho visto tempo fa: le premesse logiche sono simili (lui più piccolo e da sempre invaghito dell'amica più grande, le difficoltà per capire i propri sentimenti e riuscire a superare le convenzioni sociali), ma per capire cosa si possa intendere per "romance" consiglio di lasciar perdere questa serie e di provare a vedere "Something in the Rain".