Go Go Squid!
Il flashback all'ennesima potenza
È un drama che, come spesso accade, promette più di quello che poi riesca a mantenere. La partenza è abbastanza scoppiettante, è piacevole cominciare a conoscere i personaggi, e il fatto che i personaggi principali maschili siano così attraenti aiuta sicuramente. Purtroppo un uso svergognatamente smodato del flashback provoca moti di irritazione praticamente in ogni episodio. Il flashback può servire per chiarificare un evento del passato, ma quando ce ne sono diversi di durata anche di 10 minuti e oltre, che tengono ferma l'azione, risultano pesantemente molesti.
Assistiamo poi a una sequela di situazioni chiaramente inventate per allungare il brodo, cosa che si aggiunge ai numerosi flashback di eventi anche accaduti poco tempo prima. 41 episodi sono troppi per questo tipo di racconto, che a mio parere si sarebbe sviluppato benissimo anche solo in 30 o 32 episodi.
Tutto il drama, a parte la sezione romantica, si incentra su questi campionati di giocatori su PC che in teoria dovrebbero operare una specie di finti attacchi ai sistemi di sicurezza dei computer degli altri. Sicuramente come funziona questo tipo di gioco non viene spiegato bene e, a un certo punto, smettono completamente di farci vedere le sfide per passare direttamente dal nervosismo pre partita alla delusione o alla gioia della vittoria.
Ho avuto l'impressione che tutta la serie fosse in realtà una grande opera di propaganda politica e sociale. Intendiamoci, dopo aver visto certe opere americane abbiamo ben poco di cui lamentarci.
Ad ogni modo, si arriva agevolmente alla fine pur con diversi moti di fastidio e un po' di irritazione, facendo ampio uso del fast forward.
Le musiche e le canzoni sono abbastanza gradevoli ma, essendo la serie così lunga, alla fine diventano ovviamente ripetitive.
Io sono donna per cui, in un certo tipo di opere, purché non sia troppo irritante, do meno rilevanza alla protagonista femminile, della quale continuo ancora a chiedermi perché l'abbiano vestita così male e costretta a corricchiare qua e là con andatura da papera impazzita.
Ovviamente, nel caso specifico tutta la mia ammirazione va per il protagonista, ottimo attore e splendido esemplare di bellezza maschile. L'imbronciato che si scioglie è decisamente il mio tipo preferito. Anche il suo cuginetto che poi diventerà protagonista della seconda serie non manca di attrattiva. Pure gli altri attori di contorno fanno un ottimo lavoro, molto ben riuscito il nonno. Purtroppo buona parte delle ragazze sono caratterizzate in maniera molto infantile e poco attraente: dovrebbero essere sulla ventina ma si comportano come se andassero alle medie. Comprendo che è un vezzo del luogo e cerco di adeguarmi.
Diciamo che se il protagonista maschile fosse stato un pelino meno attraente probabilmente ai miei occhi questa serie avrebbe perso un altro mezzo punto.
Non so se guarderò la seconda serie, considerato che il protagonista maschile non sarà più lo stesso, pur avendo anch'egli notevoli attrattive. Soprattutto quello che mi frena è l'eccessiva verbosità e lungaggine. Ci penserò.
È un drama che, come spesso accade, promette più di quello che poi riesca a mantenere. La partenza è abbastanza scoppiettante, è piacevole cominciare a conoscere i personaggi, e il fatto che i personaggi principali maschili siano così attraenti aiuta sicuramente. Purtroppo un uso svergognatamente smodato del flashback provoca moti di irritazione praticamente in ogni episodio. Il flashback può servire per chiarificare un evento del passato, ma quando ce ne sono diversi di durata anche di 10 minuti e oltre, che tengono ferma l'azione, risultano pesantemente molesti.
Assistiamo poi a una sequela di situazioni chiaramente inventate per allungare il brodo, cosa che si aggiunge ai numerosi flashback di eventi anche accaduti poco tempo prima. 41 episodi sono troppi per questo tipo di racconto, che a mio parere si sarebbe sviluppato benissimo anche solo in 30 o 32 episodi.
Tutto il drama, a parte la sezione romantica, si incentra su questi campionati di giocatori su PC che in teoria dovrebbero operare una specie di finti attacchi ai sistemi di sicurezza dei computer degli altri. Sicuramente come funziona questo tipo di gioco non viene spiegato bene e, a un certo punto, smettono completamente di farci vedere le sfide per passare direttamente dal nervosismo pre partita alla delusione o alla gioia della vittoria.
Ho avuto l'impressione che tutta la serie fosse in realtà una grande opera di propaganda politica e sociale. Intendiamoci, dopo aver visto certe opere americane abbiamo ben poco di cui lamentarci.
Ad ogni modo, si arriva agevolmente alla fine pur con diversi moti di fastidio e un po' di irritazione, facendo ampio uso del fast forward.
Le musiche e le canzoni sono abbastanza gradevoli ma, essendo la serie così lunga, alla fine diventano ovviamente ripetitive.
Io sono donna per cui, in un certo tipo di opere, purché non sia troppo irritante, do meno rilevanza alla protagonista femminile, della quale continuo ancora a chiedermi perché l'abbiano vestita così male e costretta a corricchiare qua e là con andatura da papera impazzita.
Ovviamente, nel caso specifico tutta la mia ammirazione va per il protagonista, ottimo attore e splendido esemplare di bellezza maschile. L'imbronciato che si scioglie è decisamente il mio tipo preferito. Anche il suo cuginetto che poi diventerà protagonista della seconda serie non manca di attrattiva. Pure gli altri attori di contorno fanno un ottimo lavoro, molto ben riuscito il nonno. Purtroppo buona parte delle ragazze sono caratterizzate in maniera molto infantile e poco attraente: dovrebbero essere sulla ventina ma si comportano come se andassero alle medie. Comprendo che è un vezzo del luogo e cerco di adeguarmi.
Diciamo che se il protagonista maschile fosse stato un pelino meno attraente probabilmente ai miei occhi questa serie avrebbe perso un altro mezzo punto.
Non so se guarderò la seconda serie, considerato che il protagonista maschile non sarà più lo stesso, pur avendo anch'egli notevoli attrattive. Soprattutto quello che mi frena è l'eccessiva verbosità e lungaggine. Ci penserò.