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kirk

Volumi letti: 4/3 --- Voto 9
"Kirihito Sanka" ("Ode a Kirihito") è un’opera del 1970 in cui tutti i protagonisti principali sono medici: premetto già che ci saranno spoiler. I protagonisti secondo me sono tre: Osanai, Urabe e Tatsugara.
Mandato dal suo ospedale a studiare il morbo di Monmo che trasforma gli uomini in uomini-cane il dottor Osanai contrae la malattia. E di li inizia il suo vagare (involontario) per il mondo dove farà parte di uno freak show a Taiwan o verrà considerato un demone in Libano, salvo ritornare in se stesso facendo il medico per i poveri siriani.
Urabe non ha la forza d’animo del suo collega e amico ed è dominato (lui che rimane umano esteriormente) da una lussuria che lo porta ad approcciarsi a donne diverse, facendosi forte del suo essere uomo (e chi vuole intendere intenda).
L’ultimo protagonista è il loro superiore Tatsugaura tutto dominato dall’ambizione che pone il suo essere medico in secondo piano rispetto alla sua volontà di successo.
Il tutto è condito dal razzismo, dalla penosa situazione di essere malati, dalla corruzione…
Se Osanai con tutte le contraddizioni è l’eroe, troviamo del bianco e non solo del nero anche in Urabe e nel vero cattivo della situazione Tatsugaura tutto preso da se e dal suo carrierismo.
C’è stato un momento in cui leggendo quest’opera ho gridato al capolavoro poi piccoli dettagli ed eccesso di cultura medica (mi sembra nel 11° capitolo) mi hanno fatto diminuire il voto anche se questa è finora una delle opere di Tezuka che più mi ha convinto.
Per cui non trovo voto migliore da dargli che un nove.


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jabura24

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8,5
Manga veramente molto buono e ben realizzato da Tezuka. Mi viene difficile parlarne perché c'è ben poco da dire senza fare spoiler: si tratta senza ombra di dubbio di un opera meritevole di essere letta che non presenta nessun particolare difetto. L'unico piccolo neo, che ho notato durante la lettura, è la presenza di una o due forzature riguardo alla narrazione, ma non saprei dire nemmeno io quali perché non me le ricordo, e credo non sia un caso; credo infatti che questo sia dovuto alla storia, allo stile narrativo e ai disegni che personalmente ho apprezzato molto e che mi hanno convolto nella lettura facendomi dimenticare il resto.
Presenta al suo interno, oltre al messaggio principale, svariate denunce alla società (la guerra, lo schiavismo, il razzismo, il capitalismo, la corruzione...).


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Mopinik

Volumi letti: 4/3 --- Voto 8
Opera del 1970, Kirihito è nel complesso un' opera che consiglio

La ricerca di resa vignettistica innovativa con alcune tavole davvero riuscitissime, la proposta della faccia politica della medicina e una trama dallo sviluppo abbastanza imprevedibile riescono a ben sopperire alla presenza di più di una situazione narrativa abbastanza forzata e un po' superficiale per una lettura effettuata nel 2019.

Per quanto riguarda l'edizione in tre volumi della Jpop nulla da eccepire, a parte forse il possibile inserimento di qualche nota in più a fine volume; le presenti sono comunque sufficienti alla comprensione.


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Evangelion0189

Volumi letti: 4/3 --- Voto 8
Pubblicato in Italia grazie alla Hazard Edizioni, Kirihito è un manga che mi ha parecchio sorpreso in positivo. Scorrendo tra i titoli delle opere del maestro Tezuka e leggendone brevemente le trame, a primo acchito quella del manga in questione non mi aveva per nulla colpito: un medico giapponese si reca al villaggio di Inugamisawa allo scopo di fare luce sul mistero del morbo di Monmo, una sorta di sindrome che tramuta le persone in cani o procioni umanoidi. Il problema è che lui stesso, Kirihito Osanai, finirà per tramutarsi in un cane...

Attenzione: presenza di lievi spoiler.

A questo punto si potrebbe pensare "tutto qua?", cadendo però in errore: nelle opere della maturità di Tezuka nulla è mai così semplice, e Kirihito non fa eccezione dal momento che in questo caso la trasformazione del protagonista in canide funge da pretesto per dar vita a una storia complessa e ricca di tematiche mature. Anche il contesto della medicina e dei medici, molto caro a Tezuka (il maestro era laureato in medicina e di lì a poco, nel 1973, avrebbe ideato uno dei suoi personaggi più famosi, il medico Black Jack) viene rappresentato in tutta la sua corruzione: l'antagonista principale della storia è infatti Tatsugaura, il primario dell'ospedale in cui lavora e da cui viene poi espulso Kirihito, interessato soltanto alle elezioni e a dimostrare che il morbo di Monmo sia una malattia infettiva. Alla fine egli sarà vittima delle sue stesse convinzioni... Nel frattempo Tezuka crea un intreccio sviluppando tre storie contemporaneamente: quella di Kirihito e della sua continua fuga da un posto all'altro e del suo tormento interiore (che credibilità può avere un medico dall'aspetto di cane? "Non sono un cane, sono un essere umano!" urla a chi lo etichetta come un animale), quella di Tatsugaura e del suo affannarsi per farsi eleggere a presidente dell'Associazione di Medici Giapponese e infine quella di Urabe, medico collega di Kirihito, intento a svelare il mistero della "scomparsa" di Kirihito e in preda a pulsioni deviate ma anche a un amore dal finale tragico con Helen Freeze, altra paziente affetta dal morbo di Monmo.

Kirihito è un po' difficile da digerire: mi viene in mente la cruda scena del neonato che sopravvive leccando le gocce di umidità condensatesi sulle gambe della madre già morta, nonché la successiva sequenza in cui Kirihito è deciso a uccidere il bambino per risparmiargli ulteriori sofferenze; un vero pugno nello stomaco che però spinge il lettore alla riflessione sulla vita e sulla morte, altro tema caro all'autore. Siamo di fronte a un manga che va interiorizzato a seguito di una lettura oculata e affrontata con calma, non solo per le tematiche trattate ma anche per apprezzare la straordinaria capacità espressiva dell'autore: tavole con vignette disposte a cerchio, tagli spericolati e al limite dell'impossibile rendono Kirihito ancora più peculiare e indimenticabile. Sarebbe riduttivo anche solo provare a descriverlo, bisogna vederlo coi propri occhi.
Le pubblicazioni della Hazard sono sempre un po' esose, ma per quanto riguarda Kirihito e le altre opere di Tezuka, si tratta certamente di soldi spesi bene. Consigliato a chi cerca una storia articolata, avvincente e adulta.


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Akeiron

Volumi letti: 4/3 --- Voto 9
Se si osserva la cronologia delle opere di Tezuka, è singolare notare come Kirihito (1970) si collochi quasi esattamente a metà dell'attività dell'autore, tra gli esordi (il primo manga è del 1946 ma si sa che Tezuka aveva già iniziato a scrivere manga durante la guerra) e la morte dell'autore (1989). La qual cosa non sembra affatto casuale. Solo per citare le opere più importanti, il primo periodo è zeppo di shonen come Astroboy e Kimba, mentre il secondo periodo è presidiato in forze da monumenti manga destinati ad un pubblico più adulto: MW, Black Jack, La Fenice, Budda, La Storia dei Tre Adolf. Si dirà: anche La Fenice e Black Jack sono shonen. Vero, però nelle prime opere si nota di più l'influenza di Walt Disney sia per il disegno, sia soprattutto per la tendenza a filtrare gli aspetti più spiacevoli della vita in un'ottica fiabesca. In Italia, il maestro in questo è stato Collodi, e fa sorridere che Tezuka nel 1952 realizzi proprio la versione manga di Pinocchio.

Tenendo presente questo aspetto, si potrà considerare Kirihito un'opera di transizione, come piace dire ai critici. C'è un aspetto fiabesco, costituito dalla fantomatica malattia che trasforma gli uomini in cani, che sembra quasi fare il verso ai film d'animazione della Disney del periodo precedente (in cui i personaggi sono animali che parlano). Ma l'invenzione serve unicamente da scintilla iniziale per arrivare a parlare, come al solito, di tanti temi importanti. Interessante è notare come l'influenza di certe trovate assurde si attenui gradualmente nelle opere più importanti di Tezuka successive a Kirihito, che arriverà a narrare situazioni molto più realistiche.

Comunque, al di là di queste menate seriose e criticabili, Kirihito è un'opera interessante perché approccia di petto il tema "medico" che è al centro di quello che molti considerano il capolavoro di Tezuka, cioè Black Jack. Con quest'ultimo condivide i discorsi pseudo-medici davvero campati in aria. Essi sono però funzionali a mostrare uno spaccato aderente alla realtà degli ambienti descritti, e in fondo si tratta di poche pagine su un totale di 800 che globalmente presentano una storia ben strutturata e ben equilibrata, tra scene di azione e non.
Oltretutto, Kirihito è un'opera affascinante per un altro motivo: qui l'autore osa ricercare soluzioni nuove, ad esempio nel disporre le vignette sulla pagina o di esprimere certe situazioni e stati d'animo. Insomma, è un'opera sperimentale, ma come si deve.

Il mio voto è un 9, sia pure risicatissimo. Perché Tezuka ha dei difetti e ognuno deve decidere se perdonarglieli o no. Tuttavia, ritengo giusto essere obiettivo: nel 1970, in varie parti del mondo, si disegnavano fumetti graficamente di qualità molto superiore a qualsiasi sua opera, e a volte dello stesso livello.

L'edizione è la solita Hazard, piaccia o non piaccia, costosetta. A me piace, anche perché si recupera a prezzi inferiori (5-7 € a volume), e ne vale la pena. Se dovessi scegliere tra Kirihito e un Dragonball qualunque, non avrei dubbi.