Drug-On
"Drug-On" è un manga del 2006, edito in Italia dalla J-POP che porta la firma dell'autrice Misaki Saito. È fornito di sovraccoperta, e ci tengo a precisare la bellezza delle copertine, e sono presenti alcune pagine a colori davvero sublimi. Rientra nella tipologia seinen sotto tutti gli aspetti, e il genere che predilige è quello horror, anche se ci sono diversi aspetti di azione ma soprattutto di sovrannaturale.
La trama è abbastanza originale e particolare. La storia si svolge in un tempo non ben definito, spesso confusionario, nel quale si possono trovare sia persone che indossano abiti moderni, ma anche conti e abiti che molto ricordano l'Inghilterra vittoriana.
Su di un'isola, secondo una leggenda, è presente una fonte magica in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Molte persone, bramose di ottenere ciò che vogliono ardentemente, si recano alla fonte violando il divieto conosciuto a tutti. Alcune persone però subiscono un effetto terribile dalla fonte e subiscono una metamorfosi in creature mostruose e demoniache. I Taker, che per obbligo devono sempre essere in coppie di due persone, hanno il compito di eliminare questi esseri; e sono in grado di farlo grazie a dei particolari poteri di cui sono dotati. Un giorno, il così soprannominato "Conte", decide di impossessarsi della fonte miracolosa. E in questo modo inizierà lo scontro, accompagnato continuamente da un velo di mistero e thriller.
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è l'assoluta perfezione nei disegni. Sono molto particolari e del genere che più prediligo, quindi questo vuol dire che la cosa risulta soggettiva.
Le scene di azione riescono sempre a farsi seguire in modo impeccabile e poco confusionario, mettendo in risalto gli spettacolari poteri dei Taker. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e accattivanti, specialmente alcuni che si nascondono apparentemente sotto un velo di mistero. L'ambientazione è costantemente cupa, e da un'idea di assenza di luce che risulta davvero piacevole e adatta, visti i temi trattati e lo svolgersi degli eventi. In alcune occasioni procede lento, mentre in altre molto velocemente; quindi risulta abbastanza difficile farsi prendere dalla storia, che via via si fa sempre più pesante. Molti punti rimangono sospesi e senza una spiegazione, il che può risultare davvero fastidioso e far calare notevolmente il livello del manga. Nel complesso però, specialmente nella parte iniziale, si segue bene e piacevolmente. Posso consigliarlo agli appassionati dell'horror e del mistero, quindi ad un pubblico che apprezza molto il genere, visto che il rischio che annoi anche questo è già abbastanza elevato.
La trama è abbastanza originale e particolare. La storia si svolge in un tempo non ben definito, spesso confusionario, nel quale si possono trovare sia persone che indossano abiti moderni, ma anche conti e abiti che molto ricordano l'Inghilterra vittoriana.
Su di un'isola, secondo una leggenda, è presente una fonte magica in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Molte persone, bramose di ottenere ciò che vogliono ardentemente, si recano alla fonte violando il divieto conosciuto a tutti. Alcune persone però subiscono un effetto terribile dalla fonte e subiscono una metamorfosi in creature mostruose e demoniache. I Taker, che per obbligo devono sempre essere in coppie di due persone, hanno il compito di eliminare questi esseri; e sono in grado di farlo grazie a dei particolari poteri di cui sono dotati. Un giorno, il così soprannominato "Conte", decide di impossessarsi della fonte miracolosa. E in questo modo inizierà lo scontro, accompagnato continuamente da un velo di mistero e thriller.
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è l'assoluta perfezione nei disegni. Sono molto particolari e del genere che più prediligo, quindi questo vuol dire che la cosa risulta soggettiva.
Le scene di azione riescono sempre a farsi seguire in modo impeccabile e poco confusionario, mettendo in risalto gli spettacolari poteri dei Taker. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e accattivanti, specialmente alcuni che si nascondono apparentemente sotto un velo di mistero. L'ambientazione è costantemente cupa, e da un'idea di assenza di luce che risulta davvero piacevole e adatta, visti i temi trattati e lo svolgersi degli eventi. In alcune occasioni procede lento, mentre in altre molto velocemente; quindi risulta abbastanza difficile farsi prendere dalla storia, che via via si fa sempre più pesante. Molti punti rimangono sospesi e senza una spiegazione, il che può risultare davvero fastidioso e far calare notevolmente il livello del manga. Nel complesso però, specialmente nella parte iniziale, si segue bene e piacevolmente. Posso consigliarlo agli appassionati dell'horror e del mistero, quindi ad un pubblico che apprezza molto il genere, visto che il rischio che annoi anche questo è già abbastanza elevato.
Nel 2006 nasce la serie di Drug-On ideata da Misaki Saito, una storia fumosa e piena di falle che la stessa autrice rivela di avere lasciata di proposito aperta per un giorno continuarla, ma dopo vari anni l’autrice continua a destreggiarsi tra horror e fantasy mentre non si anno ancora notizie di un eventuale seguito, che senza dubbio avrebbe giovato alla serie. Il dubbio che siano state solo parole vane al vento diventa quasi una certezza.
Si narra che su un’isola, vicina al centro abitato dal nome ignoto dove si svolgono gli eventi, sia situata una fonte magica che esaudisca i desideri di chiunque. Il problema è dato dalla strana difesa posta dall’esercito all’unico ingresso del ponte che collega questo luogo mistico alla terra ferma; così, sfruttando una barca tre giovani ragazzi riescono ad arrivare alla fonte ma con risultati disastrosi, rischiando la loro stessa vita. L’unico superstite lasciato misteriosamente in vita dai Taker, i protettori del luogo, decide dopo molti anni di investigare sulla loro identità, scoprendo che per loro il tempo non è passato. Questo sarà solo l’inizio del viaggio che porta il lettore nel contorto mondo dei Taker, dilungandosi soprattutto sui loro passati.
L’idea in sé non è concepita male, ma è il pessimo modo in cui è sviluppata che rovina il tutto dando vita ad un prodotto relativamente di basso livello. Si inizia in modo rapido e fin troppo scorrevole, presentato i protagonisti stereotipati mentre i molti misteri riguardo alle figure dei Taker e dei loro valletti vengono spiegati subito e in modo sbrigativo, liquidandoli con spiegazioni che non son per nulla tali visto che gli stessi Taker diranno “Non lo sappiamo neanche noi”, lasciando così non poco amaro in bocca al lettore.
Dopo le battute iniziali si inizia a vedere qualche situazione più corposa, difatti le storie sembrano regalare qualche riflessione sui peggiori lati dell’animo umano, ma il vero fiore all’occhiello saranno le intricate relazioni tra i personaggi che diventano più fitte e complicate del previsto, difatti a discapito dell’impatto iniziale si riveleranno personalità più complesse del previsto segnate duramente dai violenti passati che le hanno sconvolte, creando così un fitto reticolato che si muove tra le sei figure principali. Si arriva così alla “conclusione” che pone fine ai fantasmi del passato di alcuni personaggi e lascia praticamente tutto in sospeso. Giusto come contentino, o come pezze per tappare le falle narrative, l’autrice dichiara la sua volontà di continuare una seconda serie da questo finale aperto (aperto è un eufemismo) e nel frattempo getta nel fondo del volumetto una manciata di tavole che spiegano ancora qualche piccolo particolare che sarebbe risultato eccessivamente pesante non spiegare.
Quindi la storia si può dire inesistente, getta qualche buono spunto per poi lasciarlo lì sospeso nel nulla, come il giornalista che indaga nei primi volumetti per poi sparire, senza contare alcune situazioni assurde, ad esempio un’isola super controllata su cui nessuno può arrivare ma che è facilmente raggiungibile tramite una piccola barca a remi, come faranno tutti nella storia.
I disegni sono cupi e riescono a creare una buona atmosfera dalle tinte gotiche e violente. Il tratto è leggero e fluente, talvolta sembra persino che le tavole siano ancora bozze, visto le linee quasi evanescenti. L’abbondante uso dei neri e dei retini scuri contribuisce enormemente alla creazione dell’atmosfera.
Ottima la caratterizzazione estetica dei Taker e dei valletti, riprende appieno le personalità opposte dei personaggi e le abbina ad un abbinamento dark e chiaramente ispirato alle Gothic Lolita. Il tutto è contornato da volti espressivi e limpidi.
Le scene d’azione sono poche ma di scarso livello, con dinamicità minime e senza particolari trovate gradevoli, spesso si risolvono con banali e veloci scambi.
L’edizione italiana della Jpop è ben curata, come nello standard dell’editore, ovvero sovraccoperta lucida, carta bianca e luminosa senza gravi trasparenze e una buona stampa che pecca in qualche sparuta occasione dove abbondano i neri.
Se cercate una storia accattivante e contorta, con suspense e colpi di scena rimarrete irrimediabilmente delusi. Lo stralcio di trama presente è evanescente come una spirale di una sigaretta vicina alla fine e non sfrutta nessuno dei discreti spunti che l’autrice sembra essere in grado di dare. L’unico motivo per cui vale la pena di essere letto e il desiderio del lettore di perdersi in intricati rapporti che toccano l’animo dei protagonisti in un fitto e delicato reticolato interessante da sbrogliare, l’unico lato veramente riuscito.
Se non avete voglia di questo impegno sappiate che Drug-On è un manga che si può dimenticare senza grosse remore, anche per il fatto che nel complesso risulta fin troppo veloce e soprattutto freddo e non offre mai punti che colpiranno particolarmente il lettore.
Si narra che su un’isola, vicina al centro abitato dal nome ignoto dove si svolgono gli eventi, sia situata una fonte magica che esaudisca i desideri di chiunque. Il problema è dato dalla strana difesa posta dall’esercito all’unico ingresso del ponte che collega questo luogo mistico alla terra ferma; così, sfruttando una barca tre giovani ragazzi riescono ad arrivare alla fonte ma con risultati disastrosi, rischiando la loro stessa vita. L’unico superstite lasciato misteriosamente in vita dai Taker, i protettori del luogo, decide dopo molti anni di investigare sulla loro identità, scoprendo che per loro il tempo non è passato. Questo sarà solo l’inizio del viaggio che porta il lettore nel contorto mondo dei Taker, dilungandosi soprattutto sui loro passati.
L’idea in sé non è concepita male, ma è il pessimo modo in cui è sviluppata che rovina il tutto dando vita ad un prodotto relativamente di basso livello. Si inizia in modo rapido e fin troppo scorrevole, presentato i protagonisti stereotipati mentre i molti misteri riguardo alle figure dei Taker e dei loro valletti vengono spiegati subito e in modo sbrigativo, liquidandoli con spiegazioni che non son per nulla tali visto che gli stessi Taker diranno “Non lo sappiamo neanche noi”, lasciando così non poco amaro in bocca al lettore.
Dopo le battute iniziali si inizia a vedere qualche situazione più corposa, difatti le storie sembrano regalare qualche riflessione sui peggiori lati dell’animo umano, ma il vero fiore all’occhiello saranno le intricate relazioni tra i personaggi che diventano più fitte e complicate del previsto, difatti a discapito dell’impatto iniziale si riveleranno personalità più complesse del previsto segnate duramente dai violenti passati che le hanno sconvolte, creando così un fitto reticolato che si muove tra le sei figure principali. Si arriva così alla “conclusione” che pone fine ai fantasmi del passato di alcuni personaggi e lascia praticamente tutto in sospeso. Giusto come contentino, o come pezze per tappare le falle narrative, l’autrice dichiara la sua volontà di continuare una seconda serie da questo finale aperto (aperto è un eufemismo) e nel frattempo getta nel fondo del volumetto una manciata di tavole che spiegano ancora qualche piccolo particolare che sarebbe risultato eccessivamente pesante non spiegare.
Quindi la storia si può dire inesistente, getta qualche buono spunto per poi lasciarlo lì sospeso nel nulla, come il giornalista che indaga nei primi volumetti per poi sparire, senza contare alcune situazioni assurde, ad esempio un’isola super controllata su cui nessuno può arrivare ma che è facilmente raggiungibile tramite una piccola barca a remi, come faranno tutti nella storia.
I disegni sono cupi e riescono a creare una buona atmosfera dalle tinte gotiche e violente. Il tratto è leggero e fluente, talvolta sembra persino che le tavole siano ancora bozze, visto le linee quasi evanescenti. L’abbondante uso dei neri e dei retini scuri contribuisce enormemente alla creazione dell’atmosfera.
Ottima la caratterizzazione estetica dei Taker e dei valletti, riprende appieno le personalità opposte dei personaggi e le abbina ad un abbinamento dark e chiaramente ispirato alle Gothic Lolita. Il tutto è contornato da volti espressivi e limpidi.
Le scene d’azione sono poche ma di scarso livello, con dinamicità minime e senza particolari trovate gradevoli, spesso si risolvono con banali e veloci scambi.
L’edizione italiana della Jpop è ben curata, come nello standard dell’editore, ovvero sovraccoperta lucida, carta bianca e luminosa senza gravi trasparenze e una buona stampa che pecca in qualche sparuta occasione dove abbondano i neri.
Se cercate una storia accattivante e contorta, con suspense e colpi di scena rimarrete irrimediabilmente delusi. Lo stralcio di trama presente è evanescente come una spirale di una sigaretta vicina alla fine e non sfrutta nessuno dei discreti spunti che l’autrice sembra essere in grado di dare. L’unico motivo per cui vale la pena di essere letto e il desiderio del lettore di perdersi in intricati rapporti che toccano l’animo dei protagonisti in un fitto e delicato reticolato interessante da sbrogliare, l’unico lato veramente riuscito.
Se non avete voglia di questo impegno sappiate che Drug-On è un manga che si può dimenticare senza grosse remore, anche per il fatto che nel complesso risulta fin troppo veloce e soprattutto freddo e non offre mai punti che colpiranno particolarmente il lettore.
Drug On è un manga dall'ambientazione affascinante e il disegno curato. Sebbene siano presenti momenti di azione, preferisce ritmi abbastanza lenti nei quali trova spazio una certa cura alla caratterizzazione psicologica dei protagonisti e il rapporto che questi hanno con i propri partner. Ognuno è infatti un taker, ovvero persone dotate di poteri legati in qualche modo agli elementi e che hanno il dono di crearsi una compagna/o, che staranno loro vicini e li supporteranno in tutto. Proprio al legame che si formerà fra loro è dedicato molto spazio e attenzione. Insieme devono proteggere un'isola che contiene una fonte in grado di donare poteri a chi gli si immerge, ma che quasi soventemente li trasforma in veri e propri esseri mostruosi, domani nati dai propri istinti.
Non si tratta decisamente di un manga solare, le tinte sono spesso cupe e regna su tutto un’atmosfera piuttosto mesta, con i protagonisti costretti vivere un’esistenza che appare grigia e monotona, complice anche la propria immortalità e i vincoli che la loro natura comporta. Imprigionati in questa esistenza sono inoltre costretti a sorvegliare l’isola da chi avidamente si approccia ad essa, spesso ben conscio di quello che dovrà affrontare. Devono inoltre fare conti con il loro passato, cosparso di momenti di dolore e di cicatrici che nel corso di questi volumetti avranno modo di riaffiorare dolorose come non mai.
Non posso dire che Drug On mi abbia conquistato, ma nemmeno dire che sia stata una delusione. È stata una lettura interessante, che ha mostrato molte potenzialità che sfortunatamente sono in parte per ora rimaste inespresse. Insomma, è mancata un po’ di concretezza, una vera e propria trama in grado di catturare il lettore. La lettura comunque procede in modo scorrevole e senza essere mai pesante, c’è sempre la sensazione che a momenti debba succedere qualcosa di grosso, che puntualmente non accade, nemmeno alla fine. Quest’ultima non poi così risolutiva, non è riuscita a placare del tutto la mia curiosità.
Nel complesso, un buon prodotto, ma onestamente non so se consigliarvelo o meno: a me in fondo non è spiaciuto, l’ho trovato artisticamente ispirato, con una bella ambientazione e ben scritto, ma solo in brevissimi tratti è riuscito a catturarmi sul serio.
Non si tratta decisamente di un manga solare, le tinte sono spesso cupe e regna su tutto un’atmosfera piuttosto mesta, con i protagonisti costretti vivere un’esistenza che appare grigia e monotona, complice anche la propria immortalità e i vincoli che la loro natura comporta. Imprigionati in questa esistenza sono inoltre costretti a sorvegliare l’isola da chi avidamente si approccia ad essa, spesso ben conscio di quello che dovrà affrontare. Devono inoltre fare conti con il loro passato, cosparso di momenti di dolore e di cicatrici che nel corso di questi volumetti avranno modo di riaffiorare dolorose come non mai.
Non posso dire che Drug On mi abbia conquistato, ma nemmeno dire che sia stata una delusione. È stata una lettura interessante, che ha mostrato molte potenzialità che sfortunatamente sono in parte per ora rimaste inespresse. Insomma, è mancata un po’ di concretezza, una vera e propria trama in grado di catturare il lettore. La lettura comunque procede in modo scorrevole e senza essere mai pesante, c’è sempre la sensazione che a momenti debba succedere qualcosa di grosso, che puntualmente non accade, nemmeno alla fine. Quest’ultima non poi così risolutiva, non è riuscita a placare del tutto la mia curiosità.
Nel complesso, un buon prodotto, ma onestamente non so se consigliarvelo o meno: a me in fondo non è spiaciuto, l’ho trovato artisticamente ispirato, con una bella ambientazione e ben scritto, ma solo in brevissimi tratti è riuscito a catturarmi sul serio.
L'ho appena finito di leggere, l'edizione J-Pop è come sempre perfetta, carta non trasparente, sovraccoperta e un paio di pagine a colori. A dire il vero ho aspettato prima di avere tutti e 5 i volumi tra le mani e poi ho iniziato la lettura, il manga non è male, i disegni sono belli ma non so perché mi ha "lasciato l'amaro in bocca" alla fine della lettura.
Insomma, pensavo che la storia si evolvesse diversamente, ma non è stato così, ci sono molti punti che sono rimasti in sospeso e l'autore alla fine del volume 5 scrive che pensa di riprendere questo manga più in avanti, magari con una nuova saga e spiegando qualcosa in più sui Taker, che sono i personaggi principali e sono messi a difesa della fonte miracolosa (chi si immerge in essa o diventa un mostro o acquisisce dei poteri) situata su un'isola che molti anni prima era una miniera.
La storia ruota attorno a 3 Taker (uomini o donne dotati di poteri sovrannaturali che non invecchiano mai), 2 dei quali sono a difesa della fonte insieme ai rispettivi 2 valletti, mentre l'altro Taker diciamo che non lavora più lì, per loro è un lavoro, visto che l'isola è sotto la giurisdizione del governo e loro sono diretti dipendenti.
Non ho capito però chi o cosa sono questi Taker, come sono stati creati o chi li ha creati. Sarebbe bastato un altro volume per spiegarlo, e avrei dato un 8 tranquillamente!
Insomma, pensavo che la storia si evolvesse diversamente, ma non è stato così, ci sono molti punti che sono rimasti in sospeso e l'autore alla fine del volume 5 scrive che pensa di riprendere questo manga più in avanti, magari con una nuova saga e spiegando qualcosa in più sui Taker, che sono i personaggi principali e sono messi a difesa della fonte miracolosa (chi si immerge in essa o diventa un mostro o acquisisce dei poteri) situata su un'isola che molti anni prima era una miniera.
La storia ruota attorno a 3 Taker (uomini o donne dotati di poteri sovrannaturali che non invecchiano mai), 2 dei quali sono a difesa della fonte insieme ai rispettivi 2 valletti, mentre l'altro Taker diciamo che non lavora più lì, per loro è un lavoro, visto che l'isola è sotto la giurisdizione del governo e loro sono diretti dipendenti.
Non ho capito però chi o cosa sono questi Taker, come sono stati creati o chi li ha creati. Sarebbe bastato un altro volume per spiegarlo, e avrei dato un 8 tranquillamente!
Una fonte miracolosa che permette di esaudire qualsiasi desiderio, si trova all'interno di una miniera, su di un'isola dove l'accesso è vietato e controllato... ma ogni tanto qualcuno riesce ad intrufolarsi e a raggiungerla. Non tutti però vengono accettati dalla fonte, e coloro che vengono rifiutati diventano dei "mostri". Tre coppie di "taker" sono a guardia dell'isola, essi hanno il compito di occuparsi di coloro che vengono trasformati dalla fonte. Ovviamente non sono persone normali, ma hanno dei poteri e sono affiancati da una compagna creata da loro stessi. Fino a ora non è ancora ben chiaro come e perchè i taker abbiano dei poteri, o come riescano a creare degli esseri umani che poi utilizzano come "assistenti", e sopratutto perchè solo donne; ma con il secondo volume iniziano ad essere fornite delle spiegazioni. Parte un po' lentamente, ci sono subito dei combattimenti ma, non conoscendo tutti i segreti della sorgente e dell'origine dei taker, trovano un po' il tempo che trovano non riuscendo a coinvolgere appieno il lettore.
Si nota però che la storia è piuttosto intricata e porterà con i prossimi volumi (5 in totale) nuovi risvolti, in pratica potrebbe decollare molto bene come potrebbe invece lasciare il cosiddetto amaro in bocca.
I disegni sono ben fatti, puliti e chiari anche nelle scene di combattimento.
Non mi sento di consigliarlo ma nemmeno di scartarlo a priori, bisogna attendere l'evolversi della storia per capire se ci si trova davanti ad un seinen ben fatto oppure a qualcosa fatto tanto per fare.
Si nota però che la storia è piuttosto intricata e porterà con i prossimi volumi (5 in totale) nuovi risvolti, in pratica potrebbe decollare molto bene come potrebbe invece lasciare il cosiddetto amaro in bocca.
I disegni sono ben fatti, puliti e chiari anche nelle scene di combattimento.
Non mi sento di consigliarlo ma nemmeno di scartarlo a priori, bisogna attendere l'evolversi della storia per capire se ci si trova davanti ad un seinen ben fatto oppure a qualcosa fatto tanto per fare.
La storia qui è abbastanza intricata, le atmosfere mi ricordano un po' quelle di Full Metal Alchemist, anche se c'è meno ironia. Un seinen che si presenta fin dall'inizio violento e con paesaggi cupi. Bella la realizzazione dei personaggi, fluidi nei movimenti e nella loro dinamica. L'isola della morte riserverà molte sorprese ai suoi visitatori...
Vediamo che cosa ci riserveranno i prossimi numeri, il bilancio complessivo è per ora sospeso, in attesa della fine della saga.
Vediamo che cosa ci riserveranno i prossimi numeri, il bilancio complessivo è per ora sospeso, in attesa della fine della saga.