Let the Sunshine In - Hiatari Ryoko
Opere universali, quelle di Mitsuru Adachi, in grado di bypassare tutte quelle limitate (e limitanti) targettizzazioni proprie del mercato manga su età e sesso di riferimento, così come lo stesso pubblico giapponese per cui sono idealmente concepite. Shoujo, shounen, seinen... Adachi li ha provati tutti, vincendo e convincendo in ciascuno di essi, senza però mai modificare se stesso, senza alterare la sua poetica e i suoi personaggi. Let the Sunshine In, ad esempio, è uno shoujo, con un'inusuale protagonista femminile e il coprotagonista maschile più in secondo piano. Let the Sunshine In è una delle storie più semplici di tutta la narrativa adachiana, nonché la seconda come sceneggiatore: lineare, priva di eventi di spessore, colpi di scena e con un numero di personaggi abbastanza limitato, pare quasi un banco di prova su cui basarsi per la costruzione di storie più articolate per il futuro. Un Adachi ancora un po' immaturo, forse, ma che ha già in nuce quella garbata poesia, quella delicatezza nel tratteggiare personaggi semplici e quella, per certi versi, idealizzazione dell'adolescenza (fatta di primi amori, amicizie, rivalità ed agonismo sportivo) che l'hanno reso col tempo il maestro indiscusso della quotidianità disegnata giapponese.
"Hiatari Ryoko" è uno dei primissimi successi di Mitsuru Adachi. In esso si condensano tutte le tematiche care al maestro, oltre a tutti i "meccanismi" che utilizzerà d'ora in avanti, all'interno delle sue opere, per suscitare emozioni nello spettatore.
Le vicende si svolgono prevalentemente all'interno di una pensione, dove alloggiano cinque liceali e la proprietaria. I protagonisti sono due inquilini, nonché compagni di classe che dopo i primissimi fraintendimenti sviluppano un profondo legame.
L'opera, pur essendo racchiusa in soli cinque volumi, riesce perfettamente a caratterizzare i personaggi principali e non solo i protagonisti. Purtroppo, probabilmente proprio a causa della sua brevità, quasi tutti coloro che sono estranei alla pensione, una volta concluso il loro "compito", vengono del tutto abbandonati dall'autore.
Sono quindi utilizzati esclusivamente per creare
situazioni atte a sviluppare la psicologia dei personaggi principali, dopodiché scompaiono completamente dalla narrazione.
La psicologia dei due protagonisti, Yusaku e Kasumi, è stata ideata con estrema cura e la loro maturazione è gestita con tempistiche perfette.
Sensibilità e delicatezza sono il marchio di fabbrica di Adachi e quest'opera, per quanto giovane, non fa eccezione.
Altra caratteristica di Adachi è l'umorismo di cui sono permeati i suoi lavori. I primissimi volumi di "Hiatari Ryoko" sono letteralmente invasi da gag e battute estremamente divertenti. Purtroppo, proseguendo nella narrazione, il sensei non riesce a mantenere lo stesso ritmo, sia per quanto riguarda il lato umoristico, sia a livello di narrazione vera e propria.
I disegni sono quelli caratteristici di Adachi: semplici, ma estremamente funzionali alla narrazione. Questo è certamente un valore inestimabile, che solo i grandi fumettisti possiedono. Per creare emozioni nello spettatore non serve disegnare alla perfezione un volto, anzi capita proprio spesso che molti bravissimi disegnatori non siano in grado di suscitare le dovute sensazioni nel lettore.
Inoltre l'autore ha una grandissima capacità di esprimere il dinamismo dei gesti sportivi.
L'edizione della Flashbook è come sempre ottima. Sovraccoperta, mantenimento del verso di lettura, carta estremamente morbida e note a piè di pagina. Purtroppo in più di un'occasione ho trovato pagine con l'inchiostro sbavato. Il prezzo è comunque appropriato all'edizione.
Le vicende si svolgono prevalentemente all'interno di una pensione, dove alloggiano cinque liceali e la proprietaria. I protagonisti sono due inquilini, nonché compagni di classe che dopo i primissimi fraintendimenti sviluppano un profondo legame.
L'opera, pur essendo racchiusa in soli cinque volumi, riesce perfettamente a caratterizzare i personaggi principali e non solo i protagonisti. Purtroppo, probabilmente proprio a causa della sua brevità, quasi tutti coloro che sono estranei alla pensione, una volta concluso il loro "compito", vengono del tutto abbandonati dall'autore.
Sono quindi utilizzati esclusivamente per creare
situazioni atte a sviluppare la psicologia dei personaggi principali, dopodiché scompaiono completamente dalla narrazione.
La psicologia dei due protagonisti, Yusaku e Kasumi, è stata ideata con estrema cura e la loro maturazione è gestita con tempistiche perfette.
Sensibilità e delicatezza sono il marchio di fabbrica di Adachi e quest'opera, per quanto giovane, non fa eccezione.
Altra caratteristica di Adachi è l'umorismo di cui sono permeati i suoi lavori. I primissimi volumi di "Hiatari Ryoko" sono letteralmente invasi da gag e battute estremamente divertenti. Purtroppo, proseguendo nella narrazione, il sensei non riesce a mantenere lo stesso ritmo, sia per quanto riguarda il lato umoristico, sia a livello di narrazione vera e propria.
I disegni sono quelli caratteristici di Adachi: semplici, ma estremamente funzionali alla narrazione. Questo è certamente un valore inestimabile, che solo i grandi fumettisti possiedono. Per creare emozioni nello spettatore non serve disegnare alla perfezione un volto, anzi capita proprio spesso che molti bravissimi disegnatori non siano in grado di suscitare le dovute sensazioni nel lettore.
Inoltre l'autore ha una grandissima capacità di esprimere il dinamismo dei gesti sportivi.
L'edizione della Flashbook è come sempre ottima. Sovraccoperta, mantenimento del verso di lettura, carta estremamente morbida e note a piè di pagina. Purtroppo in più di un'occasione ho trovato pagine con l'inchiostro sbavato. Il prezzo è comunque appropriato all'edizione.
Kasumi si trasferisce dalla zia vedova per frequentare più comodamente il liceo, ma scopre che l'ingegnosa parente ha deciso di affittare delle camere della casa a quattro studenti maschi per raggranellare un pò di denaro. E' l'inizio di un'inusuale convivenza e di una grande amicizia per questi coinquilini, e il lettore, che si sente ospitato nella casa e reso partecipe delle vicende dei ragazzi, si può sentire facilmente parte del gruppo.
Per la trama basti sapere che è una commedia slice of life ad ambientazione scolastica, quindi una storia che scorre con naturalezza senza chissà quale colpo di scena, ma è proprio questo il bello dello "Stile Adachi". I personaggi sono tutti amabili: Kasumi con i suoi pregi e difetti è decisamente una protagonista simpatica, Yusaku e la sua grande passione per la vita che lo porta ad impegnarsi a fondo in tutto quello che fa è senza dubbio un personaggio affascinante. Ariyama dal grande stomaco, ma anche dal grande cuore, il pervertito Shin e il silenzioso Makoto, insomma ci ritroviamo con cinque persone che si vorrebbe avere per amici e l'unica cosa che dispiace è dover dire loro addio dopo così pochi volumi.
Imperdibile per i fan di Adachi, ma a mio parere facilmente apprezzabile anche dagli altri, requisiti essenziali sono amare gli slice of life e non considerare un difetto il fatto che questo manga sia piuttosto stagionato.
Per la trama basti sapere che è una commedia slice of life ad ambientazione scolastica, quindi una storia che scorre con naturalezza senza chissà quale colpo di scena, ma è proprio questo il bello dello "Stile Adachi". I personaggi sono tutti amabili: Kasumi con i suoi pregi e difetti è decisamente una protagonista simpatica, Yusaku e la sua grande passione per la vita che lo porta ad impegnarsi a fondo in tutto quello che fa è senza dubbio un personaggio affascinante. Ariyama dal grande stomaco, ma anche dal grande cuore, il pervertito Shin e il silenzioso Makoto, insomma ci ritroviamo con cinque persone che si vorrebbe avere per amici e l'unica cosa che dispiace è dover dire loro addio dopo così pochi volumi.
Imperdibile per i fan di Adachi, ma a mio parere facilmente apprezzabile anche dagli altri, requisiti essenziali sono amare gli slice of life e non considerare un difetto il fatto che questo manga sia piuttosto stagionato.
"Let The Sunshine In", chiamata così dall'editore italiano detentore dei diritti di pubblicazione, la Flashbook, conta 5 volumi e racconta delle vicende di un gruppo di ragazzi liceali giapponesi.
Si tratta di una delle prime opere del maestro Adachi, tra l'altro pubblicata su una rivista Shojo e non come poi per la maggior parte delle successive opere su una rivista Shonen. Questa opposta differenza di target che contrappone un pubblico prevalentemente femminile ad uno prevalentemente maschile non si nota in questa opera e in generale nei lavori di Adachi che risultano essere fruibili da chiunque.
Forse l'insolito target di questo fumetto ne definisce una delle caratteristiche peculiari, rare nelle opere shonen successive.
"Let The Sunshine In" come tutte le opere del maestro racconta la vita, la convivenza, le dis/avventure di un gruppo di ragazzi, spesso coetanei alle prese con cotte, triangoli amorosi, incomprensioni.
Leggendo lavori come "Touch" e "Rough", cosiderati dai più i suoi capolavori, si nota, forse a causa anche della rivista di pubblicazione, una forte componente sportiva, che non è altro che lo sfondo delle vicende dei protagonisti, ma comunque occupa una parte importate dell'opera con varie allenamenti e gare; diverso il caso di "Let The Sunshine In", in cui la componente sportiva, il baseball, è solo abbozzata; qui, più che in altre opere, ha funzione catalizzante per il riconoscimento e l'accettazione dei sentimenti di un personaggio, la protagonista Kasumi, verso il protagonista Yuusaku.
Kasumi è la protagonista frizzante e mascolina, che non si fa mettere i piedi in tesa da nessuno, all'apparenza un po' rude, ma che nel giro di poche pagine conquisterà il cuore del lettore.
Yuusaku è un personaggio molto umano e concreto, dall'animo gentile, ma impacciato, dotato di una grande forza di volontà, sempre pronto ad aiutare gli altri; nulla gli impedisce però di fare varie figuracce nel confronto, in particolare, del gentil sesso.
Numerosi altri sono i personaggi del fumetto, dal fidanzato di Kasumi, alla ragazza a cui piace Yuusaku, che però sembra non accorgersene, all'amico un po' pervertito che vive nella casa con i protagonisti e altri ragazzi.
Le partite si svolgono nel giro di poche pagine e sono rappresentate in maniera statica, ovvero il lettore vede sono alcune parti limitate dell'azione, ma viene aggiornato della sempre presente telecronaca sportiva.
I sentimenti dei personaggi, protagonisti o secondari, sono presenti a vari livelli e vista le presenza di personaggi a tutto tondo sono mutevoli nel corso dell'opera, mostrano le varie personalità di ogni personaggio; l'amore non è visto come una forza incontrollabile o come furore, occupa certamente una parte dei pensieri dei personaggi, ma non è l'unico tema, anzi spesso il sentimento d'affetto salta fuori quasi inaspettatamente al termine di una vicenda che ha come tema preponderanta l'amicizia, l'impegno o la solitudine.
In linea con le opere più mature, non aspettatevi quindi discorsi sdolcinati o tante seghe mentali, i personaggi ci convivono e il percorso che faranno nel corso dei 5 volumi li porterà a decidere se accettarli o meno.
Una delle caratteristiche che mi colpisce sempre in un'opera di Adachi è l'estrema naturalezza con cui dà vita ai suoi personaggi, con la quale li fa muove all'interno delle pagine del fumetto.
Ottimi gli interventi di metafumetto che ogni tanto si trovano.
Opera dalla lettura scorrevole e molto piacevole, non difficile e benchè proponga una trama abbastanza semplice il lettore viene invogliato nel proseguire della lettura da una grande capacità dell'autore di coinvolgimento con un'ottimo modo di scrivere e sceneggiare un'opera, con personaggi che rimangono impressi nella mente di chi legge, ognuno caratterizzato diversamente, ma tutti in evoluzione continua.
Ottima come al solito l'edizione Flashbook, il mio consiglio è di recuperare quest'opera sia che siate fan di Adachi sia che non abbiate mai letto nulla di uno dei più poetici autori di manga del Sol Levante.
Si tratta di una delle prime opere del maestro Adachi, tra l'altro pubblicata su una rivista Shojo e non come poi per la maggior parte delle successive opere su una rivista Shonen. Questa opposta differenza di target che contrappone un pubblico prevalentemente femminile ad uno prevalentemente maschile non si nota in questa opera e in generale nei lavori di Adachi che risultano essere fruibili da chiunque.
Forse l'insolito target di questo fumetto ne definisce una delle caratteristiche peculiari, rare nelle opere shonen successive.
"Let The Sunshine In" come tutte le opere del maestro racconta la vita, la convivenza, le dis/avventure di un gruppo di ragazzi, spesso coetanei alle prese con cotte, triangoli amorosi, incomprensioni.
Leggendo lavori come "Touch" e "Rough", cosiderati dai più i suoi capolavori, si nota, forse a causa anche della rivista di pubblicazione, una forte componente sportiva, che non è altro che lo sfondo delle vicende dei protagonisti, ma comunque occupa una parte importate dell'opera con varie allenamenti e gare; diverso il caso di "Let The Sunshine In", in cui la componente sportiva, il baseball, è solo abbozzata; qui, più che in altre opere, ha funzione catalizzante per il riconoscimento e l'accettazione dei sentimenti di un personaggio, la protagonista Kasumi, verso il protagonista Yuusaku.
Kasumi è la protagonista frizzante e mascolina, che non si fa mettere i piedi in tesa da nessuno, all'apparenza un po' rude, ma che nel giro di poche pagine conquisterà il cuore del lettore.
Yuusaku è un personaggio molto umano e concreto, dall'animo gentile, ma impacciato, dotato di una grande forza di volontà, sempre pronto ad aiutare gli altri; nulla gli impedisce però di fare varie figuracce nel confronto, in particolare, del gentil sesso.
Numerosi altri sono i personaggi del fumetto, dal fidanzato di Kasumi, alla ragazza a cui piace Yuusaku, che però sembra non accorgersene, all'amico un po' pervertito che vive nella casa con i protagonisti e altri ragazzi.
Le partite si svolgono nel giro di poche pagine e sono rappresentate in maniera statica, ovvero il lettore vede sono alcune parti limitate dell'azione, ma viene aggiornato della sempre presente telecronaca sportiva.
I sentimenti dei personaggi, protagonisti o secondari, sono presenti a vari livelli e vista le presenza di personaggi a tutto tondo sono mutevoli nel corso dell'opera, mostrano le varie personalità di ogni personaggio; l'amore non è visto come una forza incontrollabile o come furore, occupa certamente una parte dei pensieri dei personaggi, ma non è l'unico tema, anzi spesso il sentimento d'affetto salta fuori quasi inaspettatamente al termine di una vicenda che ha come tema preponderanta l'amicizia, l'impegno o la solitudine.
In linea con le opere più mature, non aspettatevi quindi discorsi sdolcinati o tante seghe mentali, i personaggi ci convivono e il percorso che faranno nel corso dei 5 volumi li porterà a decidere se accettarli o meno.
Una delle caratteristiche che mi colpisce sempre in un'opera di Adachi è l'estrema naturalezza con cui dà vita ai suoi personaggi, con la quale li fa muove all'interno delle pagine del fumetto.
Ottimi gli interventi di metafumetto che ogni tanto si trovano.
Opera dalla lettura scorrevole e molto piacevole, non difficile e benchè proponga una trama abbastanza semplice il lettore viene invogliato nel proseguire della lettura da una grande capacità dell'autore di coinvolgimento con un'ottimo modo di scrivere e sceneggiare un'opera, con personaggi che rimangono impressi nella mente di chi legge, ognuno caratterizzato diversamente, ma tutti in evoluzione continua.
Ottima come al solito l'edizione Flashbook, il mio consiglio è di recuperare quest'opera sia che siate fan di Adachi sia che non abbiate mai letto nulla di uno dei più poetici autori di manga del Sol Levante.
Il nome di Mitsuru Adachi viene spesso associato ai suoi lavori più famosi tra i quali c'è di diritto "Touch" che ha inaugurato l'ascesa del mangaka agli inizi degli anni '80. Invece "Hiatari Ryoko!" è nato un anno prima, sul secondo numero della neonata rivista "Shojo Comic".
In italiano l'opera è giunta con il titolo di "Let the Sunshine In", ma è anche conosciuta come "Questa allegra gioventù" per via del titolo adottato per il film d'animazione ispirato dalla serie.
Dopo un leggero battibecco tra Kasumi e l'autore, la quindicenne protagonista si presenta e spiega il motivo del suo trasferimento dalla zia vedova. Peccato che appena arrivata la trovi in compagnia di un bel ragazzo, di un paffuto bonaccione, di un tetro studente e soprattutto un ragazzo disinibito il quale si presenterà in modo ... inatteso!
Il tutto è presto spiegato, la zia per motivi economici affitta le camere della residenza; questi coinquilini accompagneranno per un po' la gioventù di Kasumi mentre questa si perde in pensieri diretti all'amato.
L'inizio è improntato soprattutto alla commedia scaturita dai vari personaggi e dalle situazioni che preparano la storia al suo sviluppo, principalmente sfruttando capitoli autoconclusivi basati su piccoli avventimenti e incomprensioni sentimentali, mentre vengono esaltati soprattutto i personaggi secondari che spesso sono la perfetta chiave comica in diverse situazioni. Volutamente stereotipati nella loro semplicità, con le loro figure si rivelano idonei per il loro ruolo: il bello ed atletico - oltre che maniaco - Shin è contrastato da Ariyama, bonario ed estremamente gentile oltre che particolarmente ghiotto come lascia intuire la sua stazza. Non mancano il ragazzo timido e praticamente invisibile e la ragazza bella e dolce che farà scatenare delle baruffe tra i suoi spasimanti.
Arriva così la fine della prima parte della commedia sentimentale, dove quest'ultima qualità può prendere finalmente il decollo andando a evolvere il rapporto tra i protagonisti, i quali son stati fin troppo da parte inizialmente, e i capitoli si fanno decisamente più interessanti e ricchi di segnali: piccoli gesti di generosità, frasi fraintendibili e parole non dette, particolari sguardi e reazioni dettate da leggere gelosie ... tutto questo mentre i coinquilini mettono lo zampino in qualche faccenda e vivono personali vicende sentimentali.
Purtroppo il finale è fin troppo giusto, infatti conclude in modo onesto e realistico la storia dandogli un bel senso, ma senza dare al lettore quello che sperava.
Piccola nota va fatta sempre all'ironia che vige nella commedia di Adachi: spesso si prende in giro, sminuisce la sua stessa figura e il suo adoperato, inserisce citazioni di altri lavori, parla dei classici ritardi nelle consegne ... e non disdegna qualche scambio di battute con i suoi personaggi. La cosa fondamentale di questo modo di scherzare e scusarsi con il lettore è che dona al tutto un'atmosfera ancora più leggera e soprattutto lascia sorvolare con piacere sulle evidenti forzature di alcune situazioni.
Il tratto pulito e morbido, lo stile tondeggiante e le tavole basilari senza troppi fronzoli e con sfondi minimi, qualche scena sportiva più "sporca". Tutti i segni distintivi del pennino di Adachi sono presenti con sommo piacere, inoltre il disegno vede anche un leggero ma progressivo miglioramento.
Il piccolo e dolcissimo Taisuke, il gattino simbolo del rocambolesco incontro dei protagonisti, è praticamente la mascotte della serie. Con le sue espressioni buffe che spesso riempiono gli spazi dedicati ai Free-talk dell'autore talvolta cela qualche lettura parallela agli stati d'animo dei personaggi.
Ottima l'edizione della Flashbook come sempre all'insegna della praticità: dalla sovraccoperta alla rilegatura, tutti i materiali sono flessibili ma resistenti, inoltre la carta offre sempre un'ottima grammatura che non permette la minima trasparenza e intrattiene perfettamente anche i neri più abbondanti.
Il titolo rappresenta l'opera in ogni sua sfumatura in modo molto semplice: "Let the Sunshine In" è un invito a spalancare la finestra e lasciare entrare il sole, perché quello primaverile - in giapponese il termine adolescenza contiene il carattere che significa primavera - con i suoi caldi raggi e la sua luminosità, porta tante belle esperienze che fanno vivere in tutto il suo splendore la stupenda gioventù, fatta di amicizia, divertimenti e sentimenti, alcuni più leggeri ed altri più intensi.
Una lettura leggera e scorrevole ma soprattutto divertente, mentre una storia d'amore cresce lentamente con naturalezza e spontaneità. Non solo una lettura d'obbligo per i fan del mangaka, ma anche un ottimo punto di inizio per conoscere questo fantastico autore.
In italiano l'opera è giunta con il titolo di "Let the Sunshine In", ma è anche conosciuta come "Questa allegra gioventù" per via del titolo adottato per il film d'animazione ispirato dalla serie.
Dopo un leggero battibecco tra Kasumi e l'autore, la quindicenne protagonista si presenta e spiega il motivo del suo trasferimento dalla zia vedova. Peccato che appena arrivata la trovi in compagnia di un bel ragazzo, di un paffuto bonaccione, di un tetro studente e soprattutto un ragazzo disinibito il quale si presenterà in modo ... inatteso!
Il tutto è presto spiegato, la zia per motivi economici affitta le camere della residenza; questi coinquilini accompagneranno per un po' la gioventù di Kasumi mentre questa si perde in pensieri diretti all'amato.
L'inizio è improntato soprattutto alla commedia scaturita dai vari personaggi e dalle situazioni che preparano la storia al suo sviluppo, principalmente sfruttando capitoli autoconclusivi basati su piccoli avventimenti e incomprensioni sentimentali, mentre vengono esaltati soprattutto i personaggi secondari che spesso sono la perfetta chiave comica in diverse situazioni. Volutamente stereotipati nella loro semplicità, con le loro figure si rivelano idonei per il loro ruolo: il bello ed atletico - oltre che maniaco - Shin è contrastato da Ariyama, bonario ed estremamente gentile oltre che particolarmente ghiotto come lascia intuire la sua stazza. Non mancano il ragazzo timido e praticamente invisibile e la ragazza bella e dolce che farà scatenare delle baruffe tra i suoi spasimanti.
Arriva così la fine della prima parte della commedia sentimentale, dove quest'ultima qualità può prendere finalmente il decollo andando a evolvere il rapporto tra i protagonisti, i quali son stati fin troppo da parte inizialmente, e i capitoli si fanno decisamente più interessanti e ricchi di segnali: piccoli gesti di generosità, frasi fraintendibili e parole non dette, particolari sguardi e reazioni dettate da leggere gelosie ... tutto questo mentre i coinquilini mettono lo zampino in qualche faccenda e vivono personali vicende sentimentali.
Purtroppo il finale è fin troppo giusto, infatti conclude in modo onesto e realistico la storia dandogli un bel senso, ma senza dare al lettore quello che sperava.
Piccola nota va fatta sempre all'ironia che vige nella commedia di Adachi: spesso si prende in giro, sminuisce la sua stessa figura e il suo adoperato, inserisce citazioni di altri lavori, parla dei classici ritardi nelle consegne ... e non disdegna qualche scambio di battute con i suoi personaggi. La cosa fondamentale di questo modo di scherzare e scusarsi con il lettore è che dona al tutto un'atmosfera ancora più leggera e soprattutto lascia sorvolare con piacere sulle evidenti forzature di alcune situazioni.
Il tratto pulito e morbido, lo stile tondeggiante e le tavole basilari senza troppi fronzoli e con sfondi minimi, qualche scena sportiva più "sporca". Tutti i segni distintivi del pennino di Adachi sono presenti con sommo piacere, inoltre il disegno vede anche un leggero ma progressivo miglioramento.
Il piccolo e dolcissimo Taisuke, il gattino simbolo del rocambolesco incontro dei protagonisti, è praticamente la mascotte della serie. Con le sue espressioni buffe che spesso riempiono gli spazi dedicati ai Free-talk dell'autore talvolta cela qualche lettura parallela agli stati d'animo dei personaggi.
Ottima l'edizione della Flashbook come sempre all'insegna della praticità: dalla sovraccoperta alla rilegatura, tutti i materiali sono flessibili ma resistenti, inoltre la carta offre sempre un'ottima grammatura che non permette la minima trasparenza e intrattiene perfettamente anche i neri più abbondanti.
Il titolo rappresenta l'opera in ogni sua sfumatura in modo molto semplice: "Let the Sunshine In" è un invito a spalancare la finestra e lasciare entrare il sole, perché quello primaverile - in giapponese il termine adolescenza contiene il carattere che significa primavera - con i suoi caldi raggi e la sua luminosità, porta tante belle esperienze che fanno vivere in tutto il suo splendore la stupenda gioventù, fatta di amicizia, divertimenti e sentimenti, alcuni più leggeri ed altri più intensi.
Una lettura leggera e scorrevole ma soprattutto divertente, mentre una storia d'amore cresce lentamente con naturalezza e spontaneità. Non solo una lettura d'obbligo per i fan del mangaka, ma anche un ottimo punto di inizio per conoscere questo fantastico autore.
<b>Attenzione! Possibili spoiler</b>
Leggo sempre molto volentieri qualche lavoro di Mitsuru Adachi quando ne ho la possibilità, anche se non posso propriamente definirmi un suo fervente ammiratore. Le storie, infatti, sono tutte molto belle, ma le ho sempre trovate un po' troppo ripetitive sia in relazione alle trame sia ai personaggi rappresentati. Questo "Hiatari Ryoko", in particolare, lo ricordavo molto bene: la sua versione animata fu trasmessa in Italia alla fine degli anni Ottanta - ero ancora minorenne, bei tempi quelli - e la mia pazienza nel guardarlo durò circa tre episodi. Sapevo ancora poco di animazione giapponese ed era da poco terminato "Touch"; così mi sembrò la sua brutta copia e decisi che era meglio passare i miei pomeriggi a giocare a pallone con gli amici.
Anni dopo mi sono invece appassionato nella lettura di "Rough" e il mio scetticismo su quest'autore si trasformò in apprezzamento, però continuavo a considerare "Hiatari Ryoko" come un pessimo lavoro. In questi giorni, però, ho pensato che forse il mio giudizio era stato troppo influenzato dai miei ricordi d'infanzia e ho deciso di dargli un'altra possibilità. Vediamo com'è andata.
La prima cosa che mi sento di dover dire è che spero proprio che non ci siano più adattamenti italiani così scadenti. Il nome italianizzato è una vera schifezza ("Questa allegra gioventù"), i nomi dei personaggi sono davvero ridicoli, il doppiaggio è pessimo. Mai visto un disastro simile!
Questo però in parte spiega anche il perché della mia avversione verso questo titolo; infatti il manga, pur non avendomi impressionato particolarmente, si è dimostrato essere qualcosa di ben diverso dall'orrore trasmesso dalle reti Mediaset.
Per il resto il limite che mi spinge ad avere un rapporto di odio-amore nei confronti di questo autore resta intatto: il canovaccio è sempre lo stesso. Adesso non mi appare più come la brutta copia di "Touch", ma come la brutta copia di "Rough". Adachi si dimostra essere un appassionato di rimonte sentimentali: il protagonista è sempre in svantaggio nei confronti di qualcuno e deve mettercela tutta per recuperare il divario. L'antagonista a volte muore (come nel caso di "Touch") oppure è tanto benevolo da incoraggiare il suo rivale in amore a impegnarsi al fine di sottrargli la ragazza che ama (come nel caso di "Rough" e di "Hiatari Ryoko").
In genere, però, le storie sono talmente belle da far dimenticare al lettore una simile assurdità; quella rappresentata in questo manga lo è un po' meno, ma credo che meriti ampiamente la sufficienza, anche perché bisogna tener conto del fatto che si tratta di uno dei primissimi lavori del pluri-premiato autore nipponico.
Leggo sempre molto volentieri qualche lavoro di Mitsuru Adachi quando ne ho la possibilità, anche se non posso propriamente definirmi un suo fervente ammiratore. Le storie, infatti, sono tutte molto belle, ma le ho sempre trovate un po' troppo ripetitive sia in relazione alle trame sia ai personaggi rappresentati. Questo "Hiatari Ryoko", in particolare, lo ricordavo molto bene: la sua versione animata fu trasmessa in Italia alla fine degli anni Ottanta - ero ancora minorenne, bei tempi quelli - e la mia pazienza nel guardarlo durò circa tre episodi. Sapevo ancora poco di animazione giapponese ed era da poco terminato "Touch"; così mi sembrò la sua brutta copia e decisi che era meglio passare i miei pomeriggi a giocare a pallone con gli amici.
Anni dopo mi sono invece appassionato nella lettura di "Rough" e il mio scetticismo su quest'autore si trasformò in apprezzamento, però continuavo a considerare "Hiatari Ryoko" come un pessimo lavoro. In questi giorni, però, ho pensato che forse il mio giudizio era stato troppo influenzato dai miei ricordi d'infanzia e ho deciso di dargli un'altra possibilità. Vediamo com'è andata.
La prima cosa che mi sento di dover dire è che spero proprio che non ci siano più adattamenti italiani così scadenti. Il nome italianizzato è una vera schifezza ("Questa allegra gioventù"), i nomi dei personaggi sono davvero ridicoli, il doppiaggio è pessimo. Mai visto un disastro simile!
Questo però in parte spiega anche il perché della mia avversione verso questo titolo; infatti il manga, pur non avendomi impressionato particolarmente, si è dimostrato essere qualcosa di ben diverso dall'orrore trasmesso dalle reti Mediaset.
Per il resto il limite che mi spinge ad avere un rapporto di odio-amore nei confronti di questo autore resta intatto: il canovaccio è sempre lo stesso. Adesso non mi appare più come la brutta copia di "Touch", ma come la brutta copia di "Rough". Adachi si dimostra essere un appassionato di rimonte sentimentali: il protagonista è sempre in svantaggio nei confronti di qualcuno e deve mettercela tutta per recuperare il divario. L'antagonista a volte muore (come nel caso di "Touch") oppure è tanto benevolo da incoraggiare il suo rivale in amore a impegnarsi al fine di sottrargli la ragazza che ama (come nel caso di "Rough" e di "Hiatari Ryoko").
In genere, però, le storie sono talmente belle da far dimenticare al lettore una simile assurdità; quella rappresentata in questo manga lo è un po' meno, ma credo che meriti ampiamente la sufficienza, anche perché bisogna tener conto del fatto che si tratta di uno dei primissimi lavori del pluri-premiato autore nipponico.
Inizio questa recensione dichiarando che questa opera giovanile di Adachi è una delle sue opere migliori. In questo divergo non poco dall'opinione della maggior parte dei lettori, che accusano l'opera di essere giovanile e ancora acerba. Io invece ho trovato che a differenza di altre opere posteriori di lunghissima durata, questa sia, grazie anche alla brevità e forse la voglia di farsi conoscere, un concentrato di emozioni. Prima di tutto in quest'opera non è presente l'ossessiva presenza dello sport (normalmente baseball) che caratterizza tutte le opere successive. Inoltre la volontà di riuscire a concentrare in poche vignette molte emozioni porta a un'espressività delle vignette non ha più usata successivamente. Altra caratteristica importante, la caratterizzazione dei personaggi, a parte uno (che forse è l'autore stesso), viene effettivamente sviluppata, a differenza che in altre storie in cui buona parte dei personaggi sono solo apparizioni a scopo scenografico rispetto alla storia (ergo c'è o non c'è poco cambia); qui l'autore sembra voler dedicare spazio ognuno di essi. In questo la storia aiuta essendo suddivisa dopo il secondo volume in episodi più o meno brevi, non incentrati solo sulla cotta dei protagonisti, ma sui vari personaggi che renderanno l'eventuale scelta abbastanza complicata. Mi sembra inoltre che in questo manga sia assente il fan-service, che devo ammettere diventerà quasi un marchio benvoluto dell'autore successivamente.
Specifico che ho letto 3 volumetti, e non 5, perché l'ho seguito nella sua riedizione "bunko", ma l'ho letto tutto.
Che dire, un Adachi ancora acerbissimo e in attesa di sbocciare con Miyuki e Touch, ma che ha già "in potenza" tutte le qualità che poi lo contraddistingueranno.
La storia è molto semplice, ma è vissuta da personaggi molto riusciti:
La protagonista Kasumi è frizzante e mascolina, e non svenevole come molte sue coetanee dell'epoca (è da premettere che Hiatari Ryoko è uno dei pochi shojo realizzati dall'autore, che è specializzato in shonen ma è molto poliedrico), e riesce a stabilire sin da subito un'empatia particolare con il lettore.
Così anche il protagonista maschile, Yuusaku, il quale, pur non rinunciando di tanto in tanto all'aspetto "fascinoso" da protagonista maschile degli shojo anni '70/'80, è fondamentalmente un personaggio molto umano: è gentile ma un pò impacciato, si impegna in quello che fa e di tanto in tanto fa delle sonore figuracce con la protagonista femminile, ma pian piano riesce a conquistare il suo cuore e a strapparla alle braccia del maturo e scostante fidanzato di lei, Katsuhiko.
A dispetto della versione animata realizzata successivamente sull'onda di quella di Touch, l'aspetto sportivo non è poi così preponderante, e si limita ad una partita di baseball in cui tutto il cast viene ingaggiato, ma poi, conclusa questa parentesi utile per presentare Katsuhiko, si ritorna alla quotidianità, all'amore, alla vita di tutti i giorni.
Ulteriore brio alla storia lo donano i riuscitissimi personaggi secondari, che magari risulteranno un pò già visti perché riutilizzati poi in altri frangenti nelle opere successive, ma è impossibile resistere alla bonaria tenerezza di Keiko, allo spassoso e farsesco "tombeur de femmes" Shin, all'allegro e compagnone Takashi e al divertentissimo Makoto, che salta sempre fuori all'improvviso spaventando tutti.
Sono personaggi che fanno ridere, principalmente, ma che avranno anche loro il giusto spazio, riuscendo ad essere dipinti in maniera umana e non soltanto caricaturale.
Hiatari Ryoko sicuramente non regge il confronto con le opere "shonen" di Adachi come Touch o Rough, e magari, visto da un lettore di oggi, non sarà neanche nulla di che e apparirà disegnato male, ma a suo modo, è un pezzo di storia, e si fa leggere da chi conosce e apprezza Adachi con enorme piacere.
Dato il ridotto numero di volumi, e la serie animata a spalleggiarlo su cui eventualmente poter contare, io ci spero sempre in una sua eventuale pubblicazione italiana.
Che dire, un Adachi ancora acerbissimo e in attesa di sbocciare con Miyuki e Touch, ma che ha già "in potenza" tutte le qualità che poi lo contraddistingueranno.
La storia è molto semplice, ma è vissuta da personaggi molto riusciti:
La protagonista Kasumi è frizzante e mascolina, e non svenevole come molte sue coetanee dell'epoca (è da premettere che Hiatari Ryoko è uno dei pochi shojo realizzati dall'autore, che è specializzato in shonen ma è molto poliedrico), e riesce a stabilire sin da subito un'empatia particolare con il lettore.
Così anche il protagonista maschile, Yuusaku, il quale, pur non rinunciando di tanto in tanto all'aspetto "fascinoso" da protagonista maschile degli shojo anni '70/'80, è fondamentalmente un personaggio molto umano: è gentile ma un pò impacciato, si impegna in quello che fa e di tanto in tanto fa delle sonore figuracce con la protagonista femminile, ma pian piano riesce a conquistare il suo cuore e a strapparla alle braccia del maturo e scostante fidanzato di lei, Katsuhiko.
A dispetto della versione animata realizzata successivamente sull'onda di quella di Touch, l'aspetto sportivo non è poi così preponderante, e si limita ad una partita di baseball in cui tutto il cast viene ingaggiato, ma poi, conclusa questa parentesi utile per presentare Katsuhiko, si ritorna alla quotidianità, all'amore, alla vita di tutti i giorni.
Ulteriore brio alla storia lo donano i riuscitissimi personaggi secondari, che magari risulteranno un pò già visti perché riutilizzati poi in altri frangenti nelle opere successive, ma è impossibile resistere alla bonaria tenerezza di Keiko, allo spassoso e farsesco "tombeur de femmes" Shin, all'allegro e compagnone Takashi e al divertentissimo Makoto, che salta sempre fuori all'improvviso spaventando tutti.
Sono personaggi che fanno ridere, principalmente, ma che avranno anche loro il giusto spazio, riuscendo ad essere dipinti in maniera umana e non soltanto caricaturale.
Hiatari Ryoko sicuramente non regge il confronto con le opere "shonen" di Adachi come Touch o Rough, e magari, visto da un lettore di oggi, non sarà neanche nulla di che e apparirà disegnato male, ma a suo modo, è un pezzo di storia, e si fa leggere da chi conosce e apprezza Adachi con enorme piacere.
Dato il ridotto numero di volumi, e la serie animata a spalleggiarlo su cui eventualmente poter contare, io ci spero sempre in una sua eventuale pubblicazione italiana.