Hiroshima - Nel paese dei fiori di ciliegio
"Hiroshima - Nel Paese dei fiori di ciliegio" è un manga, o più precisamente un romanzo a fumetti, dell'autrice Fumiyo Kono pubblicato dalla Ronin Manga nel 2010.
L'autrice affronta un capitolo doloroso della storia del Giappone, lo scoppio della bomba atomica ad Hiroshima.
L'opera mostra le conseguenze (non solo fisiche ma anche mentali) con cui la popolazione Giapponese ha dovuto convivere, il dolore e la consapevolezza che per il mondo le loro vite valessero così poco, tutti argomenti spesso tralasciati o trattati con molta superficialità dall'Occidente.
Anche se la storia si basa su fatti realmente accaduti quello che attira e rimane impresso di tutta l'opera è senz'altro lo stile con cui è stata disegnata.
Il tratto della Kono è molto semplice, morbido, abbozzato, sembra quasi di leggere una storia per bambini dai toni leggeri.
Nell'insieme il risultato può sembrare discordante, ma mai giudizio può essere più errato.
L'atmosfera che ricopre tutta l'opera, nel tracciare una città devastata che cerca di continuare a vivere e dimenticare cosa le è successo, abbinato ad uno stile fresco ed elementare ma al tempo stesso efficace, lascia nel lettore un senso di smarrimento.
L'essenzialità con cui l'autrice tratta certi argomenti e l'eleganza con cui riesce a rappresentare le ambientazioni fanno di quest'opera una piccola perla nel panorama dei manga, non a caso ha vinto importanti riconoscimenti, quali il Grand Prize del Japan Media Arts Festival nel 2004 e nel 2009 e il Creative Award del Tezuka Osamu Cultural Prize nel 2005.
L'edizione italiana proposta dalla Ronin è buona e ben curata, con copertina rigida con bandelle, pagine a colori e carta bianca lucida.
Anche se al primo sguardo "Hiroshima - Nel Paese dei fiori di ciliegio" non sembra una lettura impegnativa in realtà lo è, da l'idea di leggere una dolorosa ma dolce poesia, e spinge il lettore a ricordare, riflettere e prendere coscienza di un periodo doloroso della nostra storia, nella speranza che in futuro non si rifacciano più gli stessi errori.
L'autrice affronta un capitolo doloroso della storia del Giappone, lo scoppio della bomba atomica ad Hiroshima.
L'opera mostra le conseguenze (non solo fisiche ma anche mentali) con cui la popolazione Giapponese ha dovuto convivere, il dolore e la consapevolezza che per il mondo le loro vite valessero così poco, tutti argomenti spesso tralasciati o trattati con molta superficialità dall'Occidente.
Anche se la storia si basa su fatti realmente accaduti quello che attira e rimane impresso di tutta l'opera è senz'altro lo stile con cui è stata disegnata.
Il tratto della Kono è molto semplice, morbido, abbozzato, sembra quasi di leggere una storia per bambini dai toni leggeri.
Nell'insieme il risultato può sembrare discordante, ma mai giudizio può essere più errato.
L'atmosfera che ricopre tutta l'opera, nel tracciare una città devastata che cerca di continuare a vivere e dimenticare cosa le è successo, abbinato ad uno stile fresco ed elementare ma al tempo stesso efficace, lascia nel lettore un senso di smarrimento.
L'essenzialità con cui l'autrice tratta certi argomenti e l'eleganza con cui riesce a rappresentare le ambientazioni fanno di quest'opera una piccola perla nel panorama dei manga, non a caso ha vinto importanti riconoscimenti, quali il Grand Prize del Japan Media Arts Festival nel 2004 e nel 2009 e il Creative Award del Tezuka Osamu Cultural Prize nel 2005.
L'edizione italiana proposta dalla Ronin è buona e ben curata, con copertina rigida con bandelle, pagine a colori e carta bianca lucida.
Anche se al primo sguardo "Hiroshima - Nel Paese dei fiori di ciliegio" non sembra una lettura impegnativa in realtà lo è, da l'idea di leggere una dolorosa ma dolce poesia, e spinge il lettore a ricordare, riflettere e prendere coscienza di un periodo doloroso della nostra storia, nella speranza che in futuro non si rifacciano più gli stessi errori.
Spesso è difficile dare voce a una tragedia. Capita che essa tolga il fiato, tolga la speranza e la lucidità di raccontare, di far vivere ciò che la gente dimentica, o meglio vuole dimenticare.
Sono trascorsi 10 anni dallo sgancio della bomba, ma cosa sono in fondo 10 anni? Sembrano tanti, ma in realtà sono niente, ci si trova in un limbo dove si pensa che la vita continui, si cerca di dimenticare, ma in ogni cosa riaffiora alla memoria il dramma; è così che Minami vive, con il continuo ricordo, con il continuo rimorso, come se non fosse più riuscita a procedere da quel giorno, anche se in fondo cerca di dare un senso alla più piccole cose che le accadono.
Ho detto prima che penso sia difficile dare voce a una tragedia, ma lo è ancora di più farlo nella maniera corretta. In questa opera non troverete la distruzione, l'azione o la documentazione del disastro, come se la protagonista la vivesse in quel preciso momento. No, la cosa è molto più studiata, più delicata, ma alla fine più toccante.
Sembra quasi serena l'atmosfera, l'autrice te la fa percepire anche e soprattutto coi disegni, quasi ho respirato l'aria di Hiroshima. Non serve l'immagine di un morto o di una bomba a lanciare il messaggio, che arriva dritto e veloce come una freccia al cuore del lettore; basta una parola, un dialogo, un colloquio, un silenzio.
Io mi sono commosso, e anche se ci sono ben pochi sguardi tristi in quest'opera, vieni completamente assorbito dalla tristezza dell'evento, dal cuore dei personaggi e dal senso che si vuole dare alla vita. Meritato il premio Great Prize al Japan Media Arts Festival e il Creativity Prize al Tezuka Osamu Cultural Prize.
Questa estate andrò ad Hiroshima, avevo intenzione di documentarmi bene, e sono felice di aver scoperto questo fumetto prima di partire.
"Non importa quante sere senza vento passeranno ancora, questa storia non finirà mai". Lo si legge in poco tempo e ti lascia molto più di quello che avrei pensato di poter ricevere.
Sono trascorsi 10 anni dallo sgancio della bomba, ma cosa sono in fondo 10 anni? Sembrano tanti, ma in realtà sono niente, ci si trova in un limbo dove si pensa che la vita continui, si cerca di dimenticare, ma in ogni cosa riaffiora alla memoria il dramma; è così che Minami vive, con il continuo ricordo, con il continuo rimorso, come se non fosse più riuscita a procedere da quel giorno, anche se in fondo cerca di dare un senso alla più piccole cose che le accadono.
Ho detto prima che penso sia difficile dare voce a una tragedia, ma lo è ancora di più farlo nella maniera corretta. In questa opera non troverete la distruzione, l'azione o la documentazione del disastro, come se la protagonista la vivesse in quel preciso momento. No, la cosa è molto più studiata, più delicata, ma alla fine più toccante.
Sembra quasi serena l'atmosfera, l'autrice te la fa percepire anche e soprattutto coi disegni, quasi ho respirato l'aria di Hiroshima. Non serve l'immagine di un morto o di una bomba a lanciare il messaggio, che arriva dritto e veloce come una freccia al cuore del lettore; basta una parola, un dialogo, un colloquio, un silenzio.
Io mi sono commosso, e anche se ci sono ben pochi sguardi tristi in quest'opera, vieni completamente assorbito dalla tristezza dell'evento, dal cuore dei personaggi e dal senso che si vuole dare alla vita. Meritato il premio Great Prize al Japan Media Arts Festival e il Creativity Prize al Tezuka Osamu Cultural Prize.
Questa estate andrò ad Hiroshima, avevo intenzione di documentarmi bene, e sono felice di aver scoperto questo fumetto prima di partire.
"Non importa quante sere senza vento passeranno ancora, questa storia non finirà mai". Lo si legge in poco tempo e ti lascia molto più di quello che avrei pensato di poter ricevere.
<center><i>“Sono passati dieci anni da allora, ma se chi ha sganciato la bomba potesse vedermi adesso, penserebbe ancora “Evviva! Ne abbiamo fatta fuori un’altra!”…?”</i></center>
Una cosa che, tra le altre, mi ha spiazzato di quest’opera è lo stile grafico. Infatti, contrariamente a quel che accade in opere che trattano temi simili, non si notano vignette che sfoggiano drammatici giochi di luce, oppure primi piani di gente che si dispera, piange o urla il proprio dolore circondata da linee cinetiche.
Hiroshima ha invece uno stile grafico che, anche solo da una prima sfogliata, appare innocente, timido e dal tratto tremolante, a momenti cartonesco e caricaturale. È particolarissima quindi l’antitesi che viene a crearsi tra un disegno che potrebbe essere quasi più adatto ad manga kodomo, ed un tema così grave e spinoso da trattare anche dopo tutti questi anni. Si perché l’infamia che ha avuto come teatro il paese di Hiroshima, ha continuato ad avvelenare generazione dopo generazione. È un’ombra che aleggia durante tutta la lettura, la si avverte palpabile tallonare i protagonisti di quest’opera, che si muovono in un contesto post bellico nel quale è apprezzabile una discreta ma inesorabile volontà di tornare alla normalità, lasciando alle spalle i drammi della guerra.
Ma quel veleno è sempre lì.
Gradita è la cura che Ronin Manga ha speso nella pubblicazione di questa breve ma intensa opera, offrendo un prodotto ben fatto, che ben si presenta già grazie alla sua robusta cover cartonata con bandelle. Sono presenti alcune pagine a colori a inizio volume, e la carta utilizzata per l’albo è bianca, spessa, liscia e di qualità. Un’ottima sfogliabilità poi è garantita dal formato largo del volume e dalla rilegatura a filo refe. La stampa per una volta non risente del solito problema dei retini a “pois”, in basa risoluzione (riguardante purtroppo tutte le pubblicazioni Ronin), visto che l’autrice, <i>Fumiyo Kouno</i>, disegna ricorrendo esclusivamente ad un tratteggio largo e pulito per rendere i grigi e i passaggi tonali in genere.
Sia per il suo valore contenutistico che per la semplice veste editoriale, Hiroshima nel paese dei fiori di ciliegio è un volumetto che merita di essere ubicato nel ripiano più in vista della propria libreria. Da sfoggiare con orgoglio presso chi crede che i “fumetti giapponesi”, siano un mero e superficiale intrattenimento per bambini o, peggio ancora, pornografia a basso costo.
Una cosa che, tra le altre, mi ha spiazzato di quest’opera è lo stile grafico. Infatti, contrariamente a quel che accade in opere che trattano temi simili, non si notano vignette che sfoggiano drammatici giochi di luce, oppure primi piani di gente che si dispera, piange o urla il proprio dolore circondata da linee cinetiche.
Hiroshima ha invece uno stile grafico che, anche solo da una prima sfogliata, appare innocente, timido e dal tratto tremolante, a momenti cartonesco e caricaturale. È particolarissima quindi l’antitesi che viene a crearsi tra un disegno che potrebbe essere quasi più adatto ad manga kodomo, ed un tema così grave e spinoso da trattare anche dopo tutti questi anni. Si perché l’infamia che ha avuto come teatro il paese di Hiroshima, ha continuato ad avvelenare generazione dopo generazione. È un’ombra che aleggia durante tutta la lettura, la si avverte palpabile tallonare i protagonisti di quest’opera, che si muovono in un contesto post bellico nel quale è apprezzabile una discreta ma inesorabile volontà di tornare alla normalità, lasciando alle spalle i drammi della guerra.
Ma quel veleno è sempre lì.
Gradita è la cura che Ronin Manga ha speso nella pubblicazione di questa breve ma intensa opera, offrendo un prodotto ben fatto, che ben si presenta già grazie alla sua robusta cover cartonata con bandelle. Sono presenti alcune pagine a colori a inizio volume, e la carta utilizzata per l’albo è bianca, spessa, liscia e di qualità. Un’ottima sfogliabilità poi è garantita dal formato largo del volume e dalla rilegatura a filo refe. La stampa per una volta non risente del solito problema dei retini a “pois”, in basa risoluzione (riguardante purtroppo tutte le pubblicazioni Ronin), visto che l’autrice, <i>Fumiyo Kouno</i>, disegna ricorrendo esclusivamente ad un tratteggio largo e pulito per rendere i grigi e i passaggi tonali in genere.
Sia per il suo valore contenutistico che per la semplice veste editoriale, Hiroshima nel paese dei fiori di ciliegio è un volumetto che merita di essere ubicato nel ripiano più in vista della propria libreria. Da sfoggiare con orgoglio presso chi crede che i “fumetti giapponesi”, siano un mero e superficiale intrattenimento per bambini o, peggio ancora, pornografia a basso costo.
Avrei dato anche un bel 9, ma metà fumetto è stupendo mentre l'altra metà solo più che sufficiente. I disegni sono belli, accurati e particolareggiati. La storia è divisa in due e la prima parte è favolosa, la descrizione di come vivevano il post bomba gli abitanti ti tocca il cuore e la scelta grafica dello sviluppo della malattia è azzeccata. La seconda metà è molto semplice, a dire la verità ho capito che si trattava di due persone diverse rileggendo le pagine diverse volte. A volte mettere delle date servirebbe ai lettori. Segnalo la bellezza della carta e della copertina, di qualità. Il costo sembrerebbe alto anche per le pagine, ma alla fine per un manga d'autore si può spendere qualche euro in più. Consigliato a chi vuole conoscere la storia e rattristarsi.
Ci sono opere in grado di appassionare e intrattenere, altre che vi faranno ridere e altre che vi faranno venire voglia di innamorarvi. Hiroshima invece vi farà pensare, attirerà la vostra attenzione in una delle pagine più nere dell’umanità e vi mostrerà le conseguenze che quella strage ha avuto nel corso degli anni: non bastando la distruzione provocata dall’esplosione, parte della popolazione vede lentamente spegnersi la propria vita o quella dei cari per colpa delle radiazioni. Come fanno dei bambini e dei ragazzi a crescere in uno scenario tanto drammatico? A modo loro riescono ad andare avanti, a trovare anche in quel dramma la forza di sorridere, di crescere e maturare.
L’opera di Fumiyo Kono è composta da alcuni brevi e toccanti racconti, disegnati con uno stile particolare e, per quel che mi riguarda, affascinante, con fondali tratteggiati a china senza alcun utilizzo di retini, tecnica che riesce a dare più luce alla cupa ambientazione presentata. Molto efficace inoltre la rappresentazione dei visi e delle espressioni, con un character design che si discosta da quello a cui in genere i manga ci hanno abituato e che forse potrebbe non piacere a tutti.
“Hiroshima, nel pese dei fiori di ciliegio” andrebbe letto da tutti, è attuale sebbene sia ambientato 55 anni fa e pone l’attenzione su un evento che non dovrebbe mai essere dimenticato, facendovelo conoscere in uno dei suoi aspetti meno appariscenti, ma crudeli, ovvero come è riuscito a trasformare la vita di centinaia di migliaia di persone e come le sofferenze che ha portato non potranno essere scordate per l’intera vita da tutti coloro che le hanno vissute.
L’edizione italiana è curata, ricca di note e una postfazione della stessa autrice, ma viene venduta ad un prezzo non alla portata di tutti, ovvero 10 Euro per circa 100 pagine. Se potete, leggetelo.
L’opera di Fumiyo Kono è composta da alcuni brevi e toccanti racconti, disegnati con uno stile particolare e, per quel che mi riguarda, affascinante, con fondali tratteggiati a china senza alcun utilizzo di retini, tecnica che riesce a dare più luce alla cupa ambientazione presentata. Molto efficace inoltre la rappresentazione dei visi e delle espressioni, con un character design che si discosta da quello a cui in genere i manga ci hanno abituato e che forse potrebbe non piacere a tutti.
“Hiroshima, nel pese dei fiori di ciliegio” andrebbe letto da tutti, è attuale sebbene sia ambientato 55 anni fa e pone l’attenzione su un evento che non dovrebbe mai essere dimenticato, facendovelo conoscere in uno dei suoi aspetti meno appariscenti, ma crudeli, ovvero come è riuscito a trasformare la vita di centinaia di migliaia di persone e come le sofferenze che ha portato non potranno essere scordate per l’intera vita da tutti coloro che le hanno vissute.
L’edizione italiana è curata, ricca di note e una postfazione della stessa autrice, ma viene venduta ad un prezzo non alla portata di tutti, ovvero 10 Euro per circa 100 pagine. Se potete, leggetelo.
Fumiyo Kono è nata ad Hiroshima per cui quando le fu chiesto se volesse creare un manga ambientato nella stessa accettò di buon grado l’offerta, speranzosa di poter disegnare luoghi a lei familiari e usare dialetti conosciuti, ma quando si rese conto di quale Hiroshima intendesse il redattore ebbe un ripensamento. Non si parlava della normale Hiroshima dove la gente viveva normalmente ogni giorno, si tratta dell’Hiroshima del 6 agosto 1945, quella del giorno nel quale si ricorda tutt’oggi uno degli eventi più tragici della storia, un ottimo esempio di che picchi possa raggiungere la stupidità umana.
Fortunatamente Fumiyo Kono non rinunciò al progetto e in questo modo ha regalato al mondo una perla di rara bellezza e profondità, per non dimenticare e allo stesso tempo per scoprire la sofferenza, le tragedie giornaliere e la tristezza che percorrono tutt’oggi le strade di una città che soffrirà per sempre il lascito di una ferita incurabile.
È il 1955, Minami Hirano è una ragazza che vive con la madre nella zona “rinnovata” della città dove è stata costruita una baraccopoli e lavorando come sarta riesce a guadagnare abbastanza per mantenersi e risparmiare denaro per riuscire ad andare a trovare il fratello adottato dalla zia, anche a costo di camminare scalza tornado dal lavoro per non consumare le scarpe vuole riuscire a riunire anche solo per un giorno la famiglia, o quel che ne rimane, tutto per un sogno di semplice felicità che molti vivono ogni giorno ignorando la ricchezza che li circonda. Ma nonostante Minami appaia spensierata e sorridente, dentro di lei porta ancora il peso di un trauma difficilmente superabile, un ricordo doloroso, atroce, dopo averlo vissuto poche persone sarebbero in grado di sorridere, nemmeno superficialmente, e questo dimostra quanta forza abbia dentro di sé questa giovane ragazza che purtroppo avrà un vita come tante ne son state vissute in quella Hiroshima.
La seconda parte della storia invece sarà ambientata nel ventunesimo secolo, Nanami e Toko sono due amiche d’infanzia che s’incontrano dopo vari anni proprio mentre Nanami inseguiva il padre per scoprire dove stia andando, ogni tanto scompare per due giorni e torna dicendo di aver fatto una passeggiata. Scopriranno così che il padre di Minami va ad Hiroshima, per motivi apparentemente sconosciuti, ma tramite alcuni flashback tutto diverrà più chiaro, creando così una linea di continuazione con la storia precedente e diventando pure un simbolo per il senso del volumetto.
La storia si lascia leggere scorrevolmente, i personaggi son caratterizzati superficialmente ma quanto basta per farci entrare appieno nella storia, la narrazione alterna momenti tragici ad altri spensierati o divertenti diventando il perfetto specchio di una vita. Non ci si aspettano colpi di scena, anche se ce ne saranno un paio, e la storia riesce a fare il suo dovere, quello di raccontarci la sofferenza.
I disegni non saranno idilliaci a prima vista, ma ci saranno ottime illustrazioni a tinte acquarello e il tratto naturale, insicuro e morbido si adatta perfettamente allo stile di disegno, privo di qualsiasi retinatura e uso di attrezzi, creando così un bellissimo lavoro completamente manuale, dalle sfumature agli edifici, un duro compito ma dai risultati eccellenti.
Stranamente però il tutto sembra fuori luogo, visi semplici, quasi infantili, personaggi dall’età raramente definibile, e ambientazioni vivaci e vive, quando si parla di morte e sofferenza. Probabilmente è una scelta apposita, sembra dire al lettore “Dove c’è vita c’è speranza, si parla di morte ma non per questo bisogna fermarsi, il mondo va avanti e bisogna seguirlo.” Un messaggio che forse si intuisce nel durissimo contrasto di una tavola dove Minami bacia un ragazzo vicino al ponte della pace mentre nel fiume sottostante si trova un’infinita distesa di cadaveri. Tutte contraddizioni tra lo stile di disegno semplice, un atto d’amore, un simbolo di pace e il lento ma inesorabile scorrere della morte creano un perfetto quadro che spiega perfettamente tutto il manga.
L’edizione Ronin Manga non è per nulla economica, un volume unico di circa 100 pagine con copertina rigida in carta Tonetto, perfetta per il disegno in acquarello, un’ottima carta bianca e un eccellente lavoro di grafica per non rovinare le tavole, oltre che tutte le didascalie, le note e bibliografia, viene offerto al prezzo di 10 €. Nel senso materiale probabilmente sarebbero esagerati, ma vista la profondità e l’importanza dell’opera ci si rende conto che è una spesa facilmente fattibile.
Quindi perché comprare questo manga? Nel 2004 ha vinto il Japan Media Art Festival’s Grand Prize nella sezione Manga e nel 2005 l’ancor più ambito premio del Tezuka Osamu Cultural Prize’s Creative Award, ma affidarsi a semplici riconoscimenti sarebbe sbagliato, quindi parliamo del manga che ci mostra una storia ambientata dopo lo scoppio della bomba atomica, che nella sua unicità si dimostra comune nella tragedia, sono sofferenze che moltissima gente ha dovuto affrontare e nessuno che non ha vissuto questa tragedia da vicino non potrà mai comprenderne veramente il dolore e la disperazione, ma quest’opera è probabilmente uno dei modi migliori per cercare di capire come vivevano e come vedevano il mondo dopo quello che aveva fatto loro, e lo fa arrivandoci direttamente nel profondo tramite il varco aperto dalla semplicità dei disegni. Riuscire a spiegare a parole il tutto risulta difficile, ma non lo sarà apprenderlo perché dal profondo del nostro cuore sentiremo perfettamente quello che Fumiyo Kono vuole dirci.
Un’opera leggera da leggere ma allo stesso tempo pesante per l’animo, che non mostra solo cose infelici ma anche tutte le positività che ne derivano. Per non dimenticare, da esporre con orgoglio nella propria libreria e da custodire gelosamente.
Fortunatamente Fumiyo Kono non rinunciò al progetto e in questo modo ha regalato al mondo una perla di rara bellezza e profondità, per non dimenticare e allo stesso tempo per scoprire la sofferenza, le tragedie giornaliere e la tristezza che percorrono tutt’oggi le strade di una città che soffrirà per sempre il lascito di una ferita incurabile.
È il 1955, Minami Hirano è una ragazza che vive con la madre nella zona “rinnovata” della città dove è stata costruita una baraccopoli e lavorando come sarta riesce a guadagnare abbastanza per mantenersi e risparmiare denaro per riuscire ad andare a trovare il fratello adottato dalla zia, anche a costo di camminare scalza tornado dal lavoro per non consumare le scarpe vuole riuscire a riunire anche solo per un giorno la famiglia, o quel che ne rimane, tutto per un sogno di semplice felicità che molti vivono ogni giorno ignorando la ricchezza che li circonda. Ma nonostante Minami appaia spensierata e sorridente, dentro di lei porta ancora il peso di un trauma difficilmente superabile, un ricordo doloroso, atroce, dopo averlo vissuto poche persone sarebbero in grado di sorridere, nemmeno superficialmente, e questo dimostra quanta forza abbia dentro di sé questa giovane ragazza che purtroppo avrà un vita come tante ne son state vissute in quella Hiroshima.
La seconda parte della storia invece sarà ambientata nel ventunesimo secolo, Nanami e Toko sono due amiche d’infanzia che s’incontrano dopo vari anni proprio mentre Nanami inseguiva il padre per scoprire dove stia andando, ogni tanto scompare per due giorni e torna dicendo di aver fatto una passeggiata. Scopriranno così che il padre di Minami va ad Hiroshima, per motivi apparentemente sconosciuti, ma tramite alcuni flashback tutto diverrà più chiaro, creando così una linea di continuazione con la storia precedente e diventando pure un simbolo per il senso del volumetto.
La storia si lascia leggere scorrevolmente, i personaggi son caratterizzati superficialmente ma quanto basta per farci entrare appieno nella storia, la narrazione alterna momenti tragici ad altri spensierati o divertenti diventando il perfetto specchio di una vita. Non ci si aspettano colpi di scena, anche se ce ne saranno un paio, e la storia riesce a fare il suo dovere, quello di raccontarci la sofferenza.
I disegni non saranno idilliaci a prima vista, ma ci saranno ottime illustrazioni a tinte acquarello e il tratto naturale, insicuro e morbido si adatta perfettamente allo stile di disegno, privo di qualsiasi retinatura e uso di attrezzi, creando così un bellissimo lavoro completamente manuale, dalle sfumature agli edifici, un duro compito ma dai risultati eccellenti.
Stranamente però il tutto sembra fuori luogo, visi semplici, quasi infantili, personaggi dall’età raramente definibile, e ambientazioni vivaci e vive, quando si parla di morte e sofferenza. Probabilmente è una scelta apposita, sembra dire al lettore “Dove c’è vita c’è speranza, si parla di morte ma non per questo bisogna fermarsi, il mondo va avanti e bisogna seguirlo.” Un messaggio che forse si intuisce nel durissimo contrasto di una tavola dove Minami bacia un ragazzo vicino al ponte della pace mentre nel fiume sottostante si trova un’infinita distesa di cadaveri. Tutte contraddizioni tra lo stile di disegno semplice, un atto d’amore, un simbolo di pace e il lento ma inesorabile scorrere della morte creano un perfetto quadro che spiega perfettamente tutto il manga.
L’edizione Ronin Manga non è per nulla economica, un volume unico di circa 100 pagine con copertina rigida in carta Tonetto, perfetta per il disegno in acquarello, un’ottima carta bianca e un eccellente lavoro di grafica per non rovinare le tavole, oltre che tutte le didascalie, le note e bibliografia, viene offerto al prezzo di 10 €. Nel senso materiale probabilmente sarebbero esagerati, ma vista la profondità e l’importanza dell’opera ci si rende conto che è una spesa facilmente fattibile.
Quindi perché comprare questo manga? Nel 2004 ha vinto il Japan Media Art Festival’s Grand Prize nella sezione Manga e nel 2005 l’ancor più ambito premio del Tezuka Osamu Cultural Prize’s Creative Award, ma affidarsi a semplici riconoscimenti sarebbe sbagliato, quindi parliamo del manga che ci mostra una storia ambientata dopo lo scoppio della bomba atomica, che nella sua unicità si dimostra comune nella tragedia, sono sofferenze che moltissima gente ha dovuto affrontare e nessuno che non ha vissuto questa tragedia da vicino non potrà mai comprenderne veramente il dolore e la disperazione, ma quest’opera è probabilmente uno dei modi migliori per cercare di capire come vivevano e come vedevano il mondo dopo quello che aveva fatto loro, e lo fa arrivandoci direttamente nel profondo tramite il varco aperto dalla semplicità dei disegni. Riuscire a spiegare a parole il tutto risulta difficile, ma non lo sarà apprenderlo perché dal profondo del nostro cuore sentiremo perfettamente quello che Fumiyo Kono vuole dirci.
Un’opera leggera da leggere ma allo stesso tempo pesante per l’animo, che non mostra solo cose infelici ma anche tutte le positività che ne derivano. Per non dimenticare, da esporre con orgoglio nella propria libreria e da custodire gelosamente.
Il mattino del 6 agosto del 1945 gli abitanti di Hiroshima, si apprestavano ad andare a lavoro ignari dell'aereo americano che stava sorvolando il cielo della loro città. Quello che accadde pochi minuti dopo ha lasciato una profonda cicatrice nella storia del paese e di tutta l'umanità.
Ciò che si racconta in questo volume è la storia di una famiglia colpita dalla potenza distruttiva della bomba, e che dopo molti anni dall'accaduto deve ancora fare i conti con il passato.
Il primo capitolo, "La città della quiete serale", è ambientato nel 1955 in un quartiere di Hiroshima, dove le famiglie rimaste senza casa hanno trovato rifugio in piccole capanne. In questo quartiere vive anche la protagonista, Minami, una ragazza che ha perso padre e sorella nell'esplosione. Il peso dei ricordi è il punto intorno a cui ruota il capitolo, molto toccante e più duro dei due successivi.
Il secondo e il terzo capitolo, che danno il titolo al volume, ruotano attorno alla giovane Nanami, una ragazza di Tokyo che scoprirà fino a dove può arrivare la potenza delle radiazioni anche a molti anni di distanza, e capirà l'importanza dei ricordi pedinando il padre in un viaggio a Hiroshima.
Il tratto delicato e un po' abbozzato dell'autrice è molto particolare. All'inizio sembra molto semplice ma, man mano che si prosegue nella lettura, diventa un espediente per alleggerire la storia nonostante ci siano scene molto serie. La durezza delle immagini che i dialoghi e la storia portano alla mente, fa salire un senso di angoscia che accompagnerà il lettore fino alla fine.
Per quanto riguarda il volume, questo è stato il primo della Ronin manga che ho comprato e devo dire che è una bella edizione con carta bianca e poco trasparente, due pagine a colori e una copertina rigida.
Come ha affermato anche la mangaka, è difficile raccontare certi avvenimenti, ma "Hiroshima - Nel paese dei fiori di ciliegio" è ben riuscito. È un volume che consiglio vivamente a chi non vuole dimenticare.
Ciò che si racconta in questo volume è la storia di una famiglia colpita dalla potenza distruttiva della bomba, e che dopo molti anni dall'accaduto deve ancora fare i conti con il passato.
Il primo capitolo, "La città della quiete serale", è ambientato nel 1955 in un quartiere di Hiroshima, dove le famiglie rimaste senza casa hanno trovato rifugio in piccole capanne. In questo quartiere vive anche la protagonista, Minami, una ragazza che ha perso padre e sorella nell'esplosione. Il peso dei ricordi è il punto intorno a cui ruota il capitolo, molto toccante e più duro dei due successivi.
Il secondo e il terzo capitolo, che danno il titolo al volume, ruotano attorno alla giovane Nanami, una ragazza di Tokyo che scoprirà fino a dove può arrivare la potenza delle radiazioni anche a molti anni di distanza, e capirà l'importanza dei ricordi pedinando il padre in un viaggio a Hiroshima.
Il tratto delicato e un po' abbozzato dell'autrice è molto particolare. All'inizio sembra molto semplice ma, man mano che si prosegue nella lettura, diventa un espediente per alleggerire la storia nonostante ci siano scene molto serie. La durezza delle immagini che i dialoghi e la storia portano alla mente, fa salire un senso di angoscia che accompagnerà il lettore fino alla fine.
Per quanto riguarda il volume, questo è stato il primo della Ronin manga che ho comprato e devo dire che è una bella edizione con carta bianca e poco trasparente, due pagine a colori e una copertina rigida.
Come ha affermato anche la mangaka, è difficile raccontare certi avvenimenti, ma "Hiroshima - Nel paese dei fiori di ciliegio" è ben riuscito. È un volume che consiglio vivamente a chi non vuole dimenticare.
Un manga difficile da recensire, forse perché anche la lettura è abbastanza complessa e sicuramente non adatta ai più.
Partiamo subito da una considerazione ahimè macroscopica: per quanto la carta sia bianca e poco trasparente, per quanto sia tutto curato... 10€ sono un prezzo veramente eccessivo per circa 120 pagine di fumetto, che si giustifica solo in parte (forse) dal genere di nicchia e dalla tiratura esigua di questo titolo.
Detto ciò: le 3 storie sono al limite dell'angosciante, ma è giusto così perché l'autrice non vuole denunciare nulla o insultare alcuno, vuole solo trasmetterci la difficoltà delle persone comuni in un mondo 10 anni dopo l'esplosione di un'atomica, un mondo con intere famiglie distrutte e persone che si ammalano e muoiono in pochi giorni.
Il tratto dell'autrice è estremamente particolare, poco da manga, quasi stilizzato ma sufficientemente dettagliato ed accurato, insomma, a me è piaciuto questo disegno un pochettino fuori dai tradizionali schemi.
L'opera la sconsiglio a chi pensa di comprare un volume unico giusto per passare un paio di ore in allegria e serenità, chi la legge sa cosa deve andare a leggere e deve esserne ben consapevole, per questo, senza alcun razzismo, sconsiglio il volume agli adolescenti o comunque a chi si sta avvicinando ai manga, questo seinen forse è un punto di arrivo.
Partiamo subito da una considerazione ahimè macroscopica: per quanto la carta sia bianca e poco trasparente, per quanto sia tutto curato... 10€ sono un prezzo veramente eccessivo per circa 120 pagine di fumetto, che si giustifica solo in parte (forse) dal genere di nicchia e dalla tiratura esigua di questo titolo.
Detto ciò: le 3 storie sono al limite dell'angosciante, ma è giusto così perché l'autrice non vuole denunciare nulla o insultare alcuno, vuole solo trasmetterci la difficoltà delle persone comuni in un mondo 10 anni dopo l'esplosione di un'atomica, un mondo con intere famiglie distrutte e persone che si ammalano e muoiono in pochi giorni.
Il tratto dell'autrice è estremamente particolare, poco da manga, quasi stilizzato ma sufficientemente dettagliato ed accurato, insomma, a me è piaciuto questo disegno un pochettino fuori dai tradizionali schemi.
L'opera la sconsiglio a chi pensa di comprare un volume unico giusto per passare un paio di ore in allegria e serenità, chi la legge sa cosa deve andare a leggere e deve esserne ben consapevole, per questo, senza alcun razzismo, sconsiglio il volume agli adolescenti o comunque a chi si sta avvicinando ai manga, questo seinen forse è un punto di arrivo.
Non amo i volumi unici ed è anche per questo che non ho dato un gran voto all’opera, ma merita sicuramente di essere letta.
Sono tre capitoli legati tra loro che raccontano la storia in anni diversi di una famiglia colpita dalle radiazioni della bomba atomica e le conseguenze, sia di natura psicologica che fisica, da essa derivanti.
Il disegno è semplice non sempre curato e sembra rivolto a lettori giovani, non è che sia stato di mio gradimento, ma è sicuramente funzionale e probabilmente il pregio dell’opera sta proprio nell’associare ad immagini tanto “tranquille” tematiche così forti, tra le tante il senso di impotenza e inevitabilità.
Dei tre capitoli il primo, il più lungo, è quello più di impatto, in alcuni punti ti sembra veramente di ricevere un pugno nello stomaco, non perché ci siano scene raccapriccianti ma per la semplicità con cui si viene a contatto con la realtà di quella tragedia... leggere per capire.
Gli altri due capitoli anche se aggiungono informazioni sull’evoluzione della famiglia non mi sono piaciuti, li ho trovati abbastanza inutili e forse un po’ troppo melensi.
Nell’insieme è un’opera apprezzabile e benché discontinua merita una lettura, ma non è da considerare se si è già depressi, perché già in condizioni normali ti lascia addosso un senso di disagio che neanche il quasi “happy end” riesce ad eliminare.
Sono tre capitoli legati tra loro che raccontano la storia in anni diversi di una famiglia colpita dalle radiazioni della bomba atomica e le conseguenze, sia di natura psicologica che fisica, da essa derivanti.
Il disegno è semplice non sempre curato e sembra rivolto a lettori giovani, non è che sia stato di mio gradimento, ma è sicuramente funzionale e probabilmente il pregio dell’opera sta proprio nell’associare ad immagini tanto “tranquille” tematiche così forti, tra le tante il senso di impotenza e inevitabilità.
Dei tre capitoli il primo, il più lungo, è quello più di impatto, in alcuni punti ti sembra veramente di ricevere un pugno nello stomaco, non perché ci siano scene raccapriccianti ma per la semplicità con cui si viene a contatto con la realtà di quella tragedia... leggere per capire.
Gli altri due capitoli anche se aggiungono informazioni sull’evoluzione della famiglia non mi sono piaciuti, li ho trovati abbastanza inutili e forse un po’ troppo melensi.
Nell’insieme è un’opera apprezzabile e benché discontinua merita una lettura, ma non è da considerare se si è già depressi, perché già in condizioni normali ti lascia addosso un senso di disagio che neanche il quasi “happy end” riesce ad eliminare.