Kannagi - Crazy Shrine Maidens
Noto più per le sfortunate vicende (vedi: rabbia degli otaku Giapponesi a dovere subire un'eroina "forse non vergine") che ne hanno determinato la sospensione a tempo indeterminato (siamo fermi al volume 6 da più di un anno ormai), Kannagi: Crazy Shrine Maidens e' una serie godibilissima, che gioca con gli stereotipi del manga harem e moe, ma aggiungendo una caratterizzazione al di sopra della norma ed un felice tocco demenziale. Poca innovazione quindi, ma l'autrice Eri Takenashi decisamente sa come intrattenere, senza sovraccaricare la storia.
La trama non potrebbe essere più semplice. Il giovane Jin, membro del club d'arte della sua scuola superiore, deve scolpire una statua di legno della dea protettrice locale, Nagi. Tuttavia, senza saperlo, ha usato legno proveniente da un albero sacro e così, una volta completata, la statua si anima e diventa un avatar della stessa dea. Da lì in poi, è un susseguirsi di equivoci, amori adolescenziali e riferimenti al mondo otaku, nella migliore "tradizione" del manga harem: gli accenni ad una possibile trama più ampia sono sporadici e, vista la natura incompleta della serie, sostanzialmente irrilevanti.
L'attenzione nel disegno, come spesso accade nello shonen, è tutta incentrata sui personaggi, con design semplici ma decisamente accattivanti, mentre i background sono estremamente semplificati, o spesso assenti.
Un manga fresco ed accattivante, che meriterebbe di essere letto. L'unico, importante "caveat" è legato al fatto che, per il futuro prevedibile, stiamo sostanzialmente parlando di una serie lasciata a metà, proprio nel punto in cui la trama cominciava ad avere un respiro più ampio.
La trama non potrebbe essere più semplice. Il giovane Jin, membro del club d'arte della sua scuola superiore, deve scolpire una statua di legno della dea protettrice locale, Nagi. Tuttavia, senza saperlo, ha usato legno proveniente da un albero sacro e così, una volta completata, la statua si anima e diventa un avatar della stessa dea. Da lì in poi, è un susseguirsi di equivoci, amori adolescenziali e riferimenti al mondo otaku, nella migliore "tradizione" del manga harem: gli accenni ad una possibile trama più ampia sono sporadici e, vista la natura incompleta della serie, sostanzialmente irrilevanti.
L'attenzione nel disegno, come spesso accade nello shonen, è tutta incentrata sui personaggi, con design semplici ma decisamente accattivanti, mentre i background sono estremamente semplificati, o spesso assenti.
Un manga fresco ed accattivante, che meriterebbe di essere letto. L'unico, importante "caveat" è legato al fatto che, per il futuro prevedibile, stiamo sostanzialmente parlando di una serie lasciata a metà, proprio nel punto in cui la trama cominciava ad avere un respiro più ampio.