Spicy Pink
Tantissimi anni dopo la lettura di Marmelade Boy riprendo in mano un’opera di Wataru Yoshizumi.
Non ho mai recensito Marmelade Boy proprio perché è un pezzo storico, non conoscevo all’epoca ancora AnimeClick, ma penso che il voto sarebbe stato attorno al sei: va meglio questo Spicy Pink a cui do un sette.
Ricordo che la differenza tra josei e shojo è dovuta al contenitore in cui si pubblicano le storie: Chorus è un contenitore per giovani donne ma… in realtà non trovo Spicy Pink più adulto di Marmellade Boy, l’unica differenza è che parla di giovani uomini e donne.
La protagonista è una ventiseienne mangaka (Sakura) che non conosce molto dell’amore:
attenzione spoiler spinta da un’amica ad un incontro a scopo matrimoniale conosce un dottore e ci si mette dopo qualche fraintendimento insieme fine spoiler.
La narrazione è abbastanza veloce i protagonisti funzionano, anche se lui ha la personalità di un cetriolo, e le spalle sono d’aiuto a portare avanti la storia. Certo ciò impedisce di riuscire ad entrare nella mente dei personaggi, nei problemi di lavoro di Sakura, nella relazione di una sua collega con un povero librario.
La storia si svolge in modo veloce e ti prende abbastanza senza entrare però in scivolata in nessuna tematica adulta, persino la violenza domestica appare senza riuscire però a scalfire l’andazzo del manga.
Mi è piaciuto nonostante tutti questi limiti?
Si
Voto 7 ½ e consigliato a chi vuole leggere qualcosa di veloce (sono solo due volumi) o ama il genere shojo e Wataru Yoshizumi.
Non ho mai recensito Marmelade Boy proprio perché è un pezzo storico, non conoscevo all’epoca ancora AnimeClick, ma penso che il voto sarebbe stato attorno al sei: va meglio questo Spicy Pink a cui do un sette.
Ricordo che la differenza tra josei e shojo è dovuta al contenitore in cui si pubblicano le storie: Chorus è un contenitore per giovani donne ma… in realtà non trovo Spicy Pink più adulto di Marmellade Boy, l’unica differenza è che parla di giovani uomini e donne.
La protagonista è una ventiseienne mangaka (Sakura) che non conosce molto dell’amore:
attenzione spoiler spinta da un’amica ad un incontro a scopo matrimoniale conosce un dottore e ci si mette dopo qualche fraintendimento insieme fine spoiler.
La narrazione è abbastanza veloce i protagonisti funzionano, anche se lui ha la personalità di un cetriolo, e le spalle sono d’aiuto a portare avanti la storia. Certo ciò impedisce di riuscire ad entrare nella mente dei personaggi, nei problemi di lavoro di Sakura, nella relazione di una sua collega con un povero librario.
La storia si svolge in modo veloce e ti prende abbastanza senza entrare però in scivolata in nessuna tematica adulta, persino la violenza domestica appare senza riuscire però a scalfire l’andazzo del manga.
Mi è piaciuto nonostante tutti questi limiti?
Si
Voto 7 ½ e consigliato a chi vuole leggere qualcosa di veloce (sono solo due volumi) o ama il genere shojo e Wataru Yoshizumi.
Si è scritto molto di "Spicy Pink" e le mie righe aggiungeranno poco alle recensioni, ma ci tenevo comunque a lasciare una traccia. L'autrice, Wataru Yoshizumi, è nota in Italia grazie al successo della serie a fumetti "Marmalade Boy" e al relativo anime "Piccoli problemi di cuore" ma non solo. La produzione dell'autrice negli anni è stata proposta in Italia dalla Planet Manga ed è stata così ricca da avere accompagnato le letture di una buona parte delle mie fasi di adolescente e giovane donna, dove anche "Spicy Pink" ha avuto il suo momento.
Endo Sakura è una nota mangaka di ventisei anni completamente dedita al suo lavoro. Trascinata da una sua amica e collega, più aperta alle relazioni, partecipa ad un Gokon - un appuntamento di gruppo tra persone single. Mentre le partecipanti manifestano senza filtri le loro intenzioni sentimentali, Sakura al contrario si fa notare raccontando del suo lavoro e il suo entusiasmo attira il giovane e affascinante chirurgo estetico Koreeda. A fine serata i due si incrociano all'ingresso del locale e quello che sembrava essere un approccio romantico diventa, in realtà, una consulenza estetica. Quello che Sakura aveva scambiato per una mano che la sfiora, è un'analisi del suo viso e del suo aspetto fisico. Questi appunti sul suo volto e sul seno fanno infuriare Sakura, incredula, che al pensiero delle parole di Koreeda decide di mettere una pietra sopra a questa pessima esperienza.
"Tanto non lo rivedrò più", recitavano le ultime parole famose di Sakura. E invece per Sakura e Koreeda non sarà mai l'ultimo incontro perché le occasioni per ritrovarsi e frequentarsi non mancheranno. Sakura sembra essere sempre più attratta dal fascino e dall'ironia di Koreeda, mentre lui sembra vedere in Sakura una persona naturale e responsabile nel suo lavoro. Tuttavia, c'è un argomento tabù tra loro che metterà alla prova la loro neonata relazione e i nervi di Sakura, che inizia a provare un sentimento d'amore per la prima volta dopo tanti anni.
"Spicy Pink" è una lettura leggera e piacevole, non offre particolari soprese e colpi di scena. Sorvola delle tematiche importanti, come la violenza domestica, senza la pretesa di addentrarsi. Questa scelta consente di mantenere buona l'atmosfera generale della storia, ma è come se impedisse alle situazioni di evolvere trattenendo le sfumature più cupe. Anche la storia tra Sakura e Koreeda, per quanto graziosa sembra avvolta da un alone di costante superficialità che non si lascia esplorare. Una pecca se si considera che parliamo di un prodotto josei, non shoujo, in cui i/le giovani uomini/donne lettori/trici cercano qualcosa di più. Per lo stesso motivo, si può considerare una buona opera di ponte tra il mondo shoujo liceale e shoujo un po' più adulto. Se siete lettori di shoujo questa serie è un buon preludio per le letture josei, anche se a mio avviso non le rispecchia.
Non mi è chiaro il finale della storia. Nell'ultima scena del volume due c'è un "Continua prossimamente" che mi aveva lasciato sperare. La sensazione è di avere letto una serie incompleta con delle situazioni irrisolte e dei protagonisti da conoscere. Al di là degli equivoci e dei dilemmi emersi in corso di narrazione, quest'opera non ha lasciato un'orma. Il bellissimo tratto grafico, i personaggi particolari e gli scambi ironici rendono "Spicy Pink" una serie briosa, ma purtroppo non offre nulla di più e considerate le potenzialità è un vero peccato.
Endo Sakura è una nota mangaka di ventisei anni completamente dedita al suo lavoro. Trascinata da una sua amica e collega, più aperta alle relazioni, partecipa ad un Gokon - un appuntamento di gruppo tra persone single. Mentre le partecipanti manifestano senza filtri le loro intenzioni sentimentali, Sakura al contrario si fa notare raccontando del suo lavoro e il suo entusiasmo attira il giovane e affascinante chirurgo estetico Koreeda. A fine serata i due si incrociano all'ingresso del locale e quello che sembrava essere un approccio romantico diventa, in realtà, una consulenza estetica. Quello che Sakura aveva scambiato per una mano che la sfiora, è un'analisi del suo viso e del suo aspetto fisico. Questi appunti sul suo volto e sul seno fanno infuriare Sakura, incredula, che al pensiero delle parole di Koreeda decide di mettere una pietra sopra a questa pessima esperienza.
"Tanto non lo rivedrò più", recitavano le ultime parole famose di Sakura. E invece per Sakura e Koreeda non sarà mai l'ultimo incontro perché le occasioni per ritrovarsi e frequentarsi non mancheranno. Sakura sembra essere sempre più attratta dal fascino e dall'ironia di Koreeda, mentre lui sembra vedere in Sakura una persona naturale e responsabile nel suo lavoro. Tuttavia, c'è un argomento tabù tra loro che metterà alla prova la loro neonata relazione e i nervi di Sakura, che inizia a provare un sentimento d'amore per la prima volta dopo tanti anni.
"Spicy Pink" è una lettura leggera e piacevole, non offre particolari soprese e colpi di scena. Sorvola delle tematiche importanti, come la violenza domestica, senza la pretesa di addentrarsi. Questa scelta consente di mantenere buona l'atmosfera generale della storia, ma è come se impedisse alle situazioni di evolvere trattenendo le sfumature più cupe. Anche la storia tra Sakura e Koreeda, per quanto graziosa sembra avvolta da un alone di costante superficialità che non si lascia esplorare. Una pecca se si considera che parliamo di un prodotto josei, non shoujo, in cui i/le giovani uomini/donne lettori/trici cercano qualcosa di più. Per lo stesso motivo, si può considerare una buona opera di ponte tra il mondo shoujo liceale e shoujo un po' più adulto. Se siete lettori di shoujo questa serie è un buon preludio per le letture josei, anche se a mio avviso non le rispecchia.
Non mi è chiaro il finale della storia. Nell'ultima scena del volume due c'è un "Continua prossimamente" che mi aveva lasciato sperare. La sensazione è di avere letto una serie incompleta con delle situazioni irrisolte e dei protagonisti da conoscere. Al di là degli equivoci e dei dilemmi emersi in corso di narrazione, quest'opera non ha lasciato un'orma. Il bellissimo tratto grafico, i personaggi particolari e gli scambi ironici rendono "Spicy Pink" una serie briosa, ma purtroppo non offre nulla di più e considerate le potenzialità è un vero peccato.
Avevo letto "Spicy Pink" qualche anno fa, ed ero certa di non averlo neanche concluso; per questo ho deciso di rileggerlo. Il ricordo di questo manga era abbastanza chiaro - una bella bocciatura -, ma non volevo emettere un giudizio negativo senza aver letto tutto il manga. Del resto parliamo solo di due volumi. Rileggendolo ho confermato il mio parere iniziale e ho anche scoperto di non averlo abbandonato a metà lettura: ero andata fino in fondo.
Questo manga è stato tanto noioso da non lasciarmi nulla, facendomi persino scordare il piatto finale. L'unica cosa che posso salvareè il disegno, che, almeno quello, non è pessimo, è anzi molto gradevole.
La storia è quella della ventiseienne Sakura, mangaka di professione che non ha una gran fortuna con gli uomini. Trattando di Shojo manga, la ragazza viene spronata a fare esperienza con l'altro sesso, dato che un buono scrittore deve anche sapere di cosa sta andando a trattare. Pur avendo un discreto successo la ragazza è molto lenta nel suo lavoro, e spesso le trame dei suoi progetti vengono scartate perché inconsistenti.
Trascinata da un'amica in un incontro di gruppo, la giovane conoscerà il medico chirurgo Iku, con il quale, nonostante l'inizio un po' traballante, inizierà una specie di storia. Dico specie dato che entrambi sfruttano l'altro per i propri interessi, ma poi, come è logico che accada, i due finiranno con l'innamorarsi veramente.
Devo dire che ho preferito di più la storia marginale della migliore amica e collega di Sakura, Misono, piuttosto che quella dei protagonisti.
In due volumi non mi aspetto di trovare chissà quale grande storia d'amore, ma certamente non mi aspettavo nemmeno un mortorio del genere, dei personaggi così piatti e un finale fin troppo scontato.
Oltre al disegno curato, son riuscita a trovare un altro pregio a questo manga: è breve. Se fosse stato più lungo, di certo lo avrei mollato. A parte la storia legata alla precedente storia d'amore del bel dottorino (e anche lì, la cosa è stata sviluppata parecchio male secondo me), la trama si trascina in maniera abbastanza imbarazzante. Poteva essere un buon titolo, un vero peccato che l'autrice non sia stata in grado di tirare fuori qualcosa di meglio.
Questo manga è stato tanto noioso da non lasciarmi nulla, facendomi persino scordare il piatto finale. L'unica cosa che posso salvareè il disegno, che, almeno quello, non è pessimo, è anzi molto gradevole.
La storia è quella della ventiseienne Sakura, mangaka di professione che non ha una gran fortuna con gli uomini. Trattando di Shojo manga, la ragazza viene spronata a fare esperienza con l'altro sesso, dato che un buono scrittore deve anche sapere di cosa sta andando a trattare. Pur avendo un discreto successo la ragazza è molto lenta nel suo lavoro, e spesso le trame dei suoi progetti vengono scartate perché inconsistenti.
Trascinata da un'amica in un incontro di gruppo, la giovane conoscerà il medico chirurgo Iku, con il quale, nonostante l'inizio un po' traballante, inizierà una specie di storia. Dico specie dato che entrambi sfruttano l'altro per i propri interessi, ma poi, come è logico che accada, i due finiranno con l'innamorarsi veramente.
Devo dire che ho preferito di più la storia marginale della migliore amica e collega di Sakura, Misono, piuttosto che quella dei protagonisti.
In due volumi non mi aspetto di trovare chissà quale grande storia d'amore, ma certamente non mi aspettavo nemmeno un mortorio del genere, dei personaggi così piatti e un finale fin troppo scontato.
Oltre al disegno curato, son riuscita a trovare un altro pregio a questo manga: è breve. Se fosse stato più lungo, di certo lo avrei mollato. A parte la storia legata alla precedente storia d'amore del bel dottorino (e anche lì, la cosa è stata sviluppata parecchio male secondo me), la trama si trascina in maniera abbastanza imbarazzante. Poteva essere un buon titolo, un vero peccato che l'autrice non sia stata in grado di tirare fuori qualcosa di meglio.
Chi non conosce Wataru Yoshizumi non è degno di essere definito amante dei manga, in particolare se sei una ragazza e ti piace lo stile shoujo. Con questi due volumetti dalle copertine semplici ma carinissime incontriamo la popolare mangaka alle prese con lo stile josei. I disegni ovviamente sono bellissimi (cos'altro potevamo aspettarci?), la trama mi è piaciuta moltissimo parlando di una mangaka, ma quando ho finito di leggere questi due volumetti ho pensato: "Bello! Ma questo è tutto?". La storia d'amore doveva essere molto più approfondita, qui sembra che i due innamorati non abbiano mai tempo per vedersi, e quando si incontrano puntualmente c'è qualcosa che non v, inoltre la Yoshizumi si sofferma, a mio parere, troppo sui personaggi secondari. Perché?
“Tra i sogni e le preoccupazioni le calze a rete han preso già il posto dei calzettoni”. Il debutto di Wataru Yoshizumi nel mondo degli <i>josei</i> si contraddistingue più per la buona volontà dimostrata da quest’ultima che per il risultato raggiunto, una lettura abbastanza piacevole ma di ben poco spessore che non può non lasciare con l’amaro in bocca coloro che, attratti dalla prospettiva di un target più maturo, si aspettavano un’opera impostata di conseguenza e non la solita minestra riscaldata di amori contrastati, apparenti incompatibilità di carattere e terzi incomodi più o meno agguerriti. Fa inoltre riflettere il fatto che altre sue opere come <i>Marmalade Boy</i>, tanto per citare quello che con tutta probabilità è il suo lavoro più famoso, affrontino tematiche decisamente più mature e con un successo maggiore rispetto a quella in questione, a dispetto del target a cui sono rivolte. Se da un lato è vero che Roma non fu certo costruita in un giorno, quindi, dall’altro si ha delle serie difficoltà a decidere se la brevità di <i>Spicy Pink</i> costituisca un handicap o una benedizione.
Personalmente sono arrivata alla conclusione che, a seconda dei casi, entrambe le risposte possano essere esatte. Mi spiego meglio: da una parte è un bene perché al lettore viene risparmiato l’imbarazzo di trovarsi di fronte ad altri spiacevoli <i>deja vu</i>, mentre dall’altra è un peccato perché non gli permette di approfondire l’unica tematica veramente degna di interesse dell’opera, e cioè quella del mestiere di mangaka. Niente incontri ravvicinati del terzo tipo in falso stile Anni '70 per la giovane Sakura, niente power-up inspiegabili, nessun manipolo di giovani artisti che, tra una lotta all’ultimo voto e un’inaspettata carineria, cercano di cambiare l’industria dei manga da cui non si sentono pienamente compresi; ed è proprio la totale assenza di “effetti speciali” il punto di forza di <i>Spicy Pink</i>, l’unico aspetto che risulti attrattivo anche per coloro che di solito amano intrattenersi con letture di diversi tenore e spessore. Vediamo adesso di contestualizzarlo all’interno del manga.
Sakura Endo ha ventisei anni e, per l’appunto, scrive e disegna manga. Lavora con discreto successo per <i>Drop</i>, una rivista specializzata in <i>shojo</i>; nulla però a che vedere con quello della sua migliore amica Misono, che non sbaglia un colpo fin dei tempi del suo debutto, avvenuto quando andava ancora alle medie. Secondo quest’ultima la differenza tra lei e Sakura non sta nella bravura, quanto nell’esperienza in campo amoroso: non che sia impossibile scrivere d’amore senza averlo mai provato o basandosi su reminiscenze ormai datate, ma di certo non ha la stessa efficacia. Mentre l’amica si dà alla bella vita – anche se alla fine rimane sempre al palo perché troppo capricciosa per riuscire a tenersi stretto un fidanzato - Sakura è talmente presa dal lavoro che il pensiero di una storia d’amore non la sfiora minimamente. Tuttavia man mano che il tempo passa le parole di Misono si insinuano sempre più prepotenti nei suoi pensieri, impedendole di concentrarsi, ragion per cui accetta di partecipare ad un appuntamento al buio in sua compagnia. In questa occasione conosce Iku, aitante e promettente chirurgo plastico: la scintilla tarderà a scoppiare, ma lo farà con una prorompenza che nessuno dei due si aspettava. Tuttavia per i novelli innamorati il destino ha in serbo svariate prove, prima fra tutte l’apparizione di Natsuko, una donna affascinante e misteriosa con cui Iku sembra avere un conto in sospeso...
Non occorre che vi dica come vada a finire: confido nella vostra intelligenza e per questo mi astengo dall’insultarla rivelandovi l'epilogo.
L’introspezione psicologica è piuttosto lacunosa per quanto riguarda il cast maschile, non solo nel caso di Iku che per forza di cose è il più eclatante ma anche in quello di Akira, l’ex di Sakura che come <i>shojo</i> comanda non esiterà a mettersi in mezzo pure lui, e di un giovane scrittore dal cui libro la nostra eroina dovrà trarre un manga, che appare troppo in là nella storia per potervisi inserire in modo utile e intelligente ai fini del suo svolgimento. Come potete vedere mi è rimasto talmente impresso che non mi ricordo neppure come si chiama. Fa eccezione Sugioka, un ragazzo che pur di compiacere Misono arriva a dirle delle bugie piuttosto importanti e che ciononostante riuscirà a farle mettere la testa a posto. L’altra metà del cielo, per così dire, riserva qualche soddisfazione in più, ma anche così lo scavo introspettivo arriva a malapena a livelli accettabili. Di nuovo si ripropone il dilemma della durata: qualche capitolo in più avrebbe fatto il miracolo oppure sarebbe servito soltanto ad allungare l’agonia?
Il tratto della Yoshizumi si conferma gradevole e in costante miglioramento, sebbene sorvolare sull’ennesimo collo taurino maschile non sia cosa facile. Anche dal punto di vista delle espressioni gli uomini sono più svantaggiati delle donne dal momento che, nella maggior parte dei casi, cambia il corpo ma non la faccia, a mio avviso neppure molto intelligente.
In conclusione: le potenzialità c’erano, ma vuoi perché era la prima volta che la Yoshizumi si cimentava in un genere nuovo, vuoi altre ragioni che noi, da semplici lettori, non possiamo comprendere – ragioni di tipo editoriale, ovviamente, come quelle che costrinsero la stessa Yoshizumi a ribaltare i sessi dei protagonisti di <i>Marmalade Boy</i> per poterlo pubblicare - non sono state sfruttate come meritavano. Il <i>jolly</i> rappresentato dal fattore “manga nel manga” lo salva in corner da una sonora insufficienza.
Personalmente sono arrivata alla conclusione che, a seconda dei casi, entrambe le risposte possano essere esatte. Mi spiego meglio: da una parte è un bene perché al lettore viene risparmiato l’imbarazzo di trovarsi di fronte ad altri spiacevoli <i>deja vu</i>, mentre dall’altra è un peccato perché non gli permette di approfondire l’unica tematica veramente degna di interesse dell’opera, e cioè quella del mestiere di mangaka. Niente incontri ravvicinati del terzo tipo in falso stile Anni '70 per la giovane Sakura, niente power-up inspiegabili, nessun manipolo di giovani artisti che, tra una lotta all’ultimo voto e un’inaspettata carineria, cercano di cambiare l’industria dei manga da cui non si sentono pienamente compresi; ed è proprio la totale assenza di “effetti speciali” il punto di forza di <i>Spicy Pink</i>, l’unico aspetto che risulti attrattivo anche per coloro che di solito amano intrattenersi con letture di diversi tenore e spessore. Vediamo adesso di contestualizzarlo all’interno del manga.
Sakura Endo ha ventisei anni e, per l’appunto, scrive e disegna manga. Lavora con discreto successo per <i>Drop</i>, una rivista specializzata in <i>shojo</i>; nulla però a che vedere con quello della sua migliore amica Misono, che non sbaglia un colpo fin dei tempi del suo debutto, avvenuto quando andava ancora alle medie. Secondo quest’ultima la differenza tra lei e Sakura non sta nella bravura, quanto nell’esperienza in campo amoroso: non che sia impossibile scrivere d’amore senza averlo mai provato o basandosi su reminiscenze ormai datate, ma di certo non ha la stessa efficacia. Mentre l’amica si dà alla bella vita – anche se alla fine rimane sempre al palo perché troppo capricciosa per riuscire a tenersi stretto un fidanzato - Sakura è talmente presa dal lavoro che il pensiero di una storia d’amore non la sfiora minimamente. Tuttavia man mano che il tempo passa le parole di Misono si insinuano sempre più prepotenti nei suoi pensieri, impedendole di concentrarsi, ragion per cui accetta di partecipare ad un appuntamento al buio in sua compagnia. In questa occasione conosce Iku, aitante e promettente chirurgo plastico: la scintilla tarderà a scoppiare, ma lo farà con una prorompenza che nessuno dei due si aspettava. Tuttavia per i novelli innamorati il destino ha in serbo svariate prove, prima fra tutte l’apparizione di Natsuko, una donna affascinante e misteriosa con cui Iku sembra avere un conto in sospeso...
Non occorre che vi dica come vada a finire: confido nella vostra intelligenza e per questo mi astengo dall’insultarla rivelandovi l'epilogo.
L’introspezione psicologica è piuttosto lacunosa per quanto riguarda il cast maschile, non solo nel caso di Iku che per forza di cose è il più eclatante ma anche in quello di Akira, l’ex di Sakura che come <i>shojo</i> comanda non esiterà a mettersi in mezzo pure lui, e di un giovane scrittore dal cui libro la nostra eroina dovrà trarre un manga, che appare troppo in là nella storia per potervisi inserire in modo utile e intelligente ai fini del suo svolgimento. Come potete vedere mi è rimasto talmente impresso che non mi ricordo neppure come si chiama. Fa eccezione Sugioka, un ragazzo che pur di compiacere Misono arriva a dirle delle bugie piuttosto importanti e che ciononostante riuscirà a farle mettere la testa a posto. L’altra metà del cielo, per così dire, riserva qualche soddisfazione in più, ma anche così lo scavo introspettivo arriva a malapena a livelli accettabili. Di nuovo si ripropone il dilemma della durata: qualche capitolo in più avrebbe fatto il miracolo oppure sarebbe servito soltanto ad allungare l’agonia?
Il tratto della Yoshizumi si conferma gradevole e in costante miglioramento, sebbene sorvolare sull’ennesimo collo taurino maschile non sia cosa facile. Anche dal punto di vista delle espressioni gli uomini sono più svantaggiati delle donne dal momento che, nella maggior parte dei casi, cambia il corpo ma non la faccia, a mio avviso neppure molto intelligente.
In conclusione: le potenzialità c’erano, ma vuoi perché era la prima volta che la Yoshizumi si cimentava in un genere nuovo, vuoi altre ragioni che noi, da semplici lettori, non possiamo comprendere – ragioni di tipo editoriale, ovviamente, come quelle che costrinsero la stessa Yoshizumi a ribaltare i sessi dei protagonisti di <i>Marmalade Boy</i> per poterlo pubblicare - non sono state sfruttate come meritavano. Il <i>jolly</i> rappresentato dal fattore “manga nel manga” lo salva in corner da una sonora insufficienza.
Spicy Pink è la storia di Sakura, una giovane mangaka molto presa per il suo lavoro, talmente presa che la sua vita sociale è quasi pari a zero, al contrario della sua amica e collega Misono. Il problema è che la nostra amica Sakura sta vivendo un momento di crisi: è una mangaka che disegna shoujo, ma non ha mai avuto una relazione seria. Per aiutarla, Misono la spinge ad accettare un'uscita a 4 con la scusa di farlo per il suo lavoro. All'incontro conosce un tipo misterioso, che le dà subito sui nervi...
Personalmente mi è davvero piaciuto questo manga: oltre a bei disegni, molto accurati, ci vengono fornite interessanti informazioni sul mestiere di mangaka. L'autrice, Wataru Yoshizumi, ormai famosa per "Marmalade Boy", ci dà la possibilità di scrutare le insidie di questo lavoro, mostrandoci il rapporto editor-mangaka o il rapporto con le assistenti. Davvero ben fatto.
Il mio voto? Un 8 pieno pieno.
Personalmente mi è davvero piaciuto questo manga: oltre a bei disegni, molto accurati, ci vengono fornite interessanti informazioni sul mestiere di mangaka. L'autrice, Wataru Yoshizumi, ormai famosa per "Marmalade Boy", ci dà la possibilità di scrutare le insidie di questo lavoro, mostrandoci il rapporto editor-mangaka o il rapporto con le assistenti. Davvero ben fatto.
Il mio voto? Un 8 pieno pieno.
Mi è stato consigliato da un'amica, ovvero sono stata obbligata e torturata visto che, pur essendo una ragazza, non leggo mai shojo. La scusa era che "poteva essere utile" visto che parla di una mangaka, ergo poteva farmi capire le meccaniche generali del mondo del fumetto e poteva essere interessante. Invero non c'è spiegato nulla di ciò, il lato tecnico/utile viene usato per riempire le pagine e resta marginale e qualche volta confusionario, forse a causa delle traduzioni.
La storia è semplice, Sakura è una mangaka senza un ragazzo dal suo primo amore del liceo e senza successo, con un'amica che invece ha successo ma è paurosamente venale.
Durante un appuntamento per matrimoni in cui Sakura è obbligata ad andare dall'altra, incontrano entrambe il loro futuro amore: la venale sceglie (e lo pesta pure a morte durante la confessione) un povero ragazzo che si fingeva medico, ma alla fine, si sa, l'amore vince sui soldi; la protagonista invece si becca un insopportabile medico chirurgo che prima le consiglia di rifarsi, ma che poi per vie traverse diventa il suo "muso" (sarebbe musa al maschile XD) e spalla su cui fare affidamento. Fin qui nulla di malvagio, ma niente che mi faccia impazzire...
Il primo volume tutto sommato si era chiuso allegramente, col mistero di chi sia Natsuki (si chiamava così vero?), ma visto il target della storia avevo già intuito che era una sola gigantesca, ovvero è la classica ex che trova l'amore sbagliato e torna disperata e picchiata dalla vecchia fiamma mettendo in crisi il rapporto tra la coppietta principale, ma poi tutto si risolve e finisce bene, alleluja.
Non è particolarmente originale, la storia è lenta quanto la morte e il secondo volume, nonostante avessi un po' di curiosità, lo lessi per caso in inglese perché non lo trovai mai in fumetteria (non ordinato, oppure finito?). Non è da buttare via del tutto, è breve, ma né storia né soprattutto i disegni mi fanno impazzire.
Mediocre, si brucia i pochi punti di forza che poteva avere, ma è rapido e quasi indolore.
La storia è semplice, Sakura è una mangaka senza un ragazzo dal suo primo amore del liceo e senza successo, con un'amica che invece ha successo ma è paurosamente venale.
Durante un appuntamento per matrimoni in cui Sakura è obbligata ad andare dall'altra, incontrano entrambe il loro futuro amore: la venale sceglie (e lo pesta pure a morte durante la confessione) un povero ragazzo che si fingeva medico, ma alla fine, si sa, l'amore vince sui soldi; la protagonista invece si becca un insopportabile medico chirurgo che prima le consiglia di rifarsi, ma che poi per vie traverse diventa il suo "muso" (sarebbe musa al maschile XD) e spalla su cui fare affidamento. Fin qui nulla di malvagio, ma niente che mi faccia impazzire...
Il primo volume tutto sommato si era chiuso allegramente, col mistero di chi sia Natsuki (si chiamava così vero?), ma visto il target della storia avevo già intuito che era una sola gigantesca, ovvero è la classica ex che trova l'amore sbagliato e torna disperata e picchiata dalla vecchia fiamma mettendo in crisi il rapporto tra la coppietta principale, ma poi tutto si risolve e finisce bene, alleluja.
Non è particolarmente originale, la storia è lenta quanto la morte e il secondo volume, nonostante avessi un po' di curiosità, lo lessi per caso in inglese perché non lo trovai mai in fumetteria (non ordinato, oppure finito?). Non è da buttare via del tutto, è breve, ma né storia né soprattutto i disegni mi fanno impazzire.
Mediocre, si brucia i pochi punti di forza che poteva avere, ma è rapido e quasi indolore.
Spicy Pink si legge con estremo piacere e offre, nella sua leggerezza, qualche spunto di riflessione. Si presenta con un disegno molto gradevole, sebbene non sempre equamente curato per l’intera durata dei due volumetti. La lettura è scorrevole e fortunatamente mancano momenti melensi, mentre le storie d’amore sono presentate sempre con un’ottica abbastanza matura che permette a Spicy Pink di essere apprezzato soprattutto da un pubblico piuttosto cresciuto.
La storia segue i dubbi di cuore che affliggono la protagonista, una mangaka shoujo di medio successo che rischia di entrare in una crisi di ispirazione: come può scrivere storie d’amore realistiche e originali chi non ha vita sentimentale? Spinta da una amica/collega partecipa ad un incontro a 4 in cui conosce il classico tizio insopportabile a prima vista, ma che riesce a scalfire il suo cuore. Potrebbe questo ragazzo, apparentemente così freddo e scostante, far breccia nel suo cuore? E se fosse, che ripercussioni tutto questo potrebbe avere nelle sue opere? Intorno alla protagonista ruotano diversi personaggi che svolgono un ruolo di un certo rilievo. Si parte dall’amica, che mette in moto la storia e che ha una visione dell’amore molto materialista: vuole incontrare un medico o qualcuno molto benestante, nonostante lei stessa sia una mangaka di successo e non le manchino di certo i soldi. La vita comunque è comunque piena di sorprese, e forse anche tali pretese potrebbero crollare davanti ad un vero amore.
I personaggi risultano avere una discreta credibilità, meno, secondo la mia opinione, i rapporti che si instaurano. La trama come detto prosegue con un buon ritmo e le vicende si concludono in modo piuttosto rapido, senza le centinaia di imprevisti che cercano di rovinare la vita sentimentale dei protagonisti di molti shoujo (Spicy Pink è infatti un josei). Non manca comunque qualche problema e colpo di scena, con ex e personaggi che creeranno tensioni e incomprensioni. Tuttavia, complice anche la durata di soli due volumetti, le cose non saranno mai tirate troppo per le lunghe.
Nel complesso si tratta di un manga piacevole, per nulla stupido e che secondo me merita di essere letto, ancor più se ne cercate un titolo sentimentale con un taglio meno adolescenziale e più adulto.
La storia segue i dubbi di cuore che affliggono la protagonista, una mangaka shoujo di medio successo che rischia di entrare in una crisi di ispirazione: come può scrivere storie d’amore realistiche e originali chi non ha vita sentimentale? Spinta da una amica/collega partecipa ad un incontro a 4 in cui conosce il classico tizio insopportabile a prima vista, ma che riesce a scalfire il suo cuore. Potrebbe questo ragazzo, apparentemente così freddo e scostante, far breccia nel suo cuore? E se fosse, che ripercussioni tutto questo potrebbe avere nelle sue opere? Intorno alla protagonista ruotano diversi personaggi che svolgono un ruolo di un certo rilievo. Si parte dall’amica, che mette in moto la storia e che ha una visione dell’amore molto materialista: vuole incontrare un medico o qualcuno molto benestante, nonostante lei stessa sia una mangaka di successo e non le manchino di certo i soldi. La vita comunque è comunque piena di sorprese, e forse anche tali pretese potrebbero crollare davanti ad un vero amore.
I personaggi risultano avere una discreta credibilità, meno, secondo la mia opinione, i rapporti che si instaurano. La trama come detto prosegue con un buon ritmo e le vicende si concludono in modo piuttosto rapido, senza le centinaia di imprevisti che cercano di rovinare la vita sentimentale dei protagonisti di molti shoujo (Spicy Pink è infatti un josei). Non manca comunque qualche problema e colpo di scena, con ex e personaggi che creeranno tensioni e incomprensioni. Tuttavia, complice anche la durata di soli due volumetti, le cose non saranno mai tirate troppo per le lunghe.
Nel complesso si tratta di un manga piacevole, per nulla stupido e che secondo me merita di essere letto, ancor più se ne cercate un titolo sentimentale con un taglio meno adolescenziale e più adulto.
Si dice che il primo amore non si scordi mai, e così è anche con il primo shojo manga, in un certo senso, che per me è stato il bellissimo Marmalade Boy di Wataru Yoshizumi.
A tal punto mi piacque quella storia, che in un modo o nell’altro son poi finito a leggere praticamente ogni altra vicenda partorita dalla penna della sua “mamma”, così come la sua ultima opera, questo Spicy Pink che mi appresto a recensire.
Rispetto alle opere precedenti, Spicy Pink innalza il tono della narrazione, distaccandosi dai banchi di scuola e raccontandoci la storia di Sakura, indaffaratissima autrice di shojo manga ventiseienne, e Iku, avvenente e facoltoso chirurgo plastico.
La storia si dipana fra una scadenza e l’altra della nostra mangaka, componendosi di appuntamenti, imprevisti, equivoci e uscite di gruppo, e mostra la nascita e lo sviluppo dell’amore fra i due protagonisti.
Protagonisti che, ahinoi, non sono propriamente riuscitissimi. Se, da un lato, Sakura è simpatica e molto vicina al lettore, che vede nel dettaglio le luci e le ombre della sua professione e riesce ad affezionarsi, altresì non si può dire del nostro chirurgo plastico, che darà al lettore la sensazione di essere un bambolottone poco realistico che decisamente non lascia il segno.
Il rapporto fra i due protagonisti sarà assai rocambolesco e veloce, in un nonnulla si passa dai bisticci all’amore senza che i sentimenti dei personaggi vengano descritti approfonditamente e il lettore riesca a sentire “proprio” nel modo giusto il loro amore.
Come da tradizione dell’autrice, la narrazione non si concentra soltanto sui due protagonisti ma presenta anche diversi personaggi di contorno ognuno con una propria sottotrama. La cosa è senza dubbio lodevole, ma la brevità dell’opera permette soltanto una trattazione piuttosto sommaria e superficiale delle loro vicende, che non aiuta a lasciare il segno nella mente del lettore.
A differenza dei precedenti lavori della Yoshizumi, Spicy Pink è uno josei e si indirizza ad un target più adulto, quello delle donne in carriera.
Tuttavia, gli elementi “adulti” presenti nella storia si limitano al fatto che i protagonisti lavorano e che quindi hanno poco tempo per vedersi perché subissati da impegni e che si preoccupino del sesso, poiché escludendo questi la storia e i personaggi non presentano differenze rispetto ai lavori shojo dell’autrice. Abbiamo infatti i soliti rossori, i soliti personaggi maschili figoni, il solito cast piuttosto superficialotto, i soliti ex fidanzati ed ex fidanzate che tornano alla ribalta rivendicando il possesso dell’amato/a in una maniera che, se può essere accettabile per dei ragazzi della scuola media, di certo appare fuori luogo e ridicola data l’età adulta dei personaggi di questa vicenda, infine i soliti (sempre gli stessi!) equivoci.
La lettura rimane comunque scorrevole e piacevole, chiariamo, solo che da un’autrice ormai esperta e da un’opera dal target più adulto magari ci si aspettava qualcosina di più e non una superficiale storiellina atta solo a far innamorare e fidanzare due personaggi di poco spessore.
Non nascondo, infatti, che le parti più piacevoli della vicenda sono state quelle relative alla professione di Sakura, allo spaccato di vita lavorativa dei fumettisti (tra l’altro corrispondente a quanto racconta Akira Toriyama nel suo Dr. Slump), che è trattato con ironia ma anche con qualche sagace critica al sistema da una persona che ne fa parte.
La parte relativa alla storia d’amore, che invece dovrebbe essere il fulcro del manga, l’ho trovata abbastanza scarna e poco interessante. Segue un po’ tutti i vari stilemi del genere senza apportare nessun elemento particolarmente originale, né approfondisce quei pochi che elementi che ha per via della scarsa durata. In questo va in contrasto con quello che vorrebbe essere il messaggio dello stesso manga, ossia “una storia banale può risultare piacevole, se raccontata bene”. Forse l’autrice voleva fare appunto una storia banale ma piacevolmente ben raccontata, ma secondo me non ha centrato il suo obiettivo, dato che i personaggi non sono stati approfonditi a dovere e qualche episodio “riempitivo” in più avrebbe giovato all’insieme rendendolo meno frettoloso e più gradevole.
Inoltre, trattandosi di una produzione dedicata ad un pubblico già maturo, si poteva creare qualcosa di più originale e non una sorta di romanzo Harmony di scarso interesse che ricalchi tutti gli stilemi dello shojo manga senza nessun elemento di spicco.
La storia scorre liscia liscia lasciando poco ai suoi lettori e giungendo ad una conclusione forse troppo frettolosa ma che comunque era l’unica possibile.
Peraltro, nel finale dell’ultimo volume appare un inspiegabile “continua prossimamente” di difficile comprensione, dato che la storia sembra conclusa così com’è e non sembra possa continuare in qualsivoglia maniera…
A livello grafico Spicy Pink si mantiene comunque ottimamente disegnato, come da consuetudine per le opere della Yoshizumi, ma nel complesso si rivela essere una storiellina risibile come se ne sono già lette a migliaia, da cui il suo essere un josei non lo rende affatto diverso.
È strano a dirsi, ma nonostante il suo target sia in origine completamente opposto, credo che Spicy Pink sia una storia che piacerebbe più a ragazzine di età giovane (che magari possono sognare il mondo del lavoro oltre che l’amore) più che a donne in carriera, le quali magari gradirebbero storie e personaggi più complessi.
Mi dispiace dirlo, ma opere adolescenziali come il già citato Marmalade Boy o Mint na Bokura sono venute meglio all’autrice rispetto a questa, alla quale posso soltanto assegnare un sei politico, dato che si tratta di un’opera che non propone granché di originale e presenta diversi difetti a livello narrativo. A dispetto del suo target originario, mi trovo a consigliarlo a un pubblico piuttosto giovane, in cerca di storielline amorose carine e disimpegnate, mentre invece se volete vicende più profonde avete da rivolgervi altrove (anche allo stesso Marmalade Boy, che toccava tematiche più profonde pur essendo dedicato ad un pubblico adolescenziale).
A tal punto mi piacque quella storia, che in un modo o nell’altro son poi finito a leggere praticamente ogni altra vicenda partorita dalla penna della sua “mamma”, così come la sua ultima opera, questo Spicy Pink che mi appresto a recensire.
Rispetto alle opere precedenti, Spicy Pink innalza il tono della narrazione, distaccandosi dai banchi di scuola e raccontandoci la storia di Sakura, indaffaratissima autrice di shojo manga ventiseienne, e Iku, avvenente e facoltoso chirurgo plastico.
La storia si dipana fra una scadenza e l’altra della nostra mangaka, componendosi di appuntamenti, imprevisti, equivoci e uscite di gruppo, e mostra la nascita e lo sviluppo dell’amore fra i due protagonisti.
Protagonisti che, ahinoi, non sono propriamente riuscitissimi. Se, da un lato, Sakura è simpatica e molto vicina al lettore, che vede nel dettaglio le luci e le ombre della sua professione e riesce ad affezionarsi, altresì non si può dire del nostro chirurgo plastico, che darà al lettore la sensazione di essere un bambolottone poco realistico che decisamente non lascia il segno.
Il rapporto fra i due protagonisti sarà assai rocambolesco e veloce, in un nonnulla si passa dai bisticci all’amore senza che i sentimenti dei personaggi vengano descritti approfonditamente e il lettore riesca a sentire “proprio” nel modo giusto il loro amore.
Come da tradizione dell’autrice, la narrazione non si concentra soltanto sui due protagonisti ma presenta anche diversi personaggi di contorno ognuno con una propria sottotrama. La cosa è senza dubbio lodevole, ma la brevità dell’opera permette soltanto una trattazione piuttosto sommaria e superficiale delle loro vicende, che non aiuta a lasciare il segno nella mente del lettore.
A differenza dei precedenti lavori della Yoshizumi, Spicy Pink è uno josei e si indirizza ad un target più adulto, quello delle donne in carriera.
Tuttavia, gli elementi “adulti” presenti nella storia si limitano al fatto che i protagonisti lavorano e che quindi hanno poco tempo per vedersi perché subissati da impegni e che si preoccupino del sesso, poiché escludendo questi la storia e i personaggi non presentano differenze rispetto ai lavori shojo dell’autrice. Abbiamo infatti i soliti rossori, i soliti personaggi maschili figoni, il solito cast piuttosto superficialotto, i soliti ex fidanzati ed ex fidanzate che tornano alla ribalta rivendicando il possesso dell’amato/a in una maniera che, se può essere accettabile per dei ragazzi della scuola media, di certo appare fuori luogo e ridicola data l’età adulta dei personaggi di questa vicenda, infine i soliti (sempre gli stessi!) equivoci.
La lettura rimane comunque scorrevole e piacevole, chiariamo, solo che da un’autrice ormai esperta e da un’opera dal target più adulto magari ci si aspettava qualcosina di più e non una superficiale storiellina atta solo a far innamorare e fidanzare due personaggi di poco spessore.
Non nascondo, infatti, che le parti più piacevoli della vicenda sono state quelle relative alla professione di Sakura, allo spaccato di vita lavorativa dei fumettisti (tra l’altro corrispondente a quanto racconta Akira Toriyama nel suo Dr. Slump), che è trattato con ironia ma anche con qualche sagace critica al sistema da una persona che ne fa parte.
La parte relativa alla storia d’amore, che invece dovrebbe essere il fulcro del manga, l’ho trovata abbastanza scarna e poco interessante. Segue un po’ tutti i vari stilemi del genere senza apportare nessun elemento particolarmente originale, né approfondisce quei pochi che elementi che ha per via della scarsa durata. In questo va in contrasto con quello che vorrebbe essere il messaggio dello stesso manga, ossia “una storia banale può risultare piacevole, se raccontata bene”. Forse l’autrice voleva fare appunto una storia banale ma piacevolmente ben raccontata, ma secondo me non ha centrato il suo obiettivo, dato che i personaggi non sono stati approfonditi a dovere e qualche episodio “riempitivo” in più avrebbe giovato all’insieme rendendolo meno frettoloso e più gradevole.
Inoltre, trattandosi di una produzione dedicata ad un pubblico già maturo, si poteva creare qualcosa di più originale e non una sorta di romanzo Harmony di scarso interesse che ricalchi tutti gli stilemi dello shojo manga senza nessun elemento di spicco.
La storia scorre liscia liscia lasciando poco ai suoi lettori e giungendo ad una conclusione forse troppo frettolosa ma che comunque era l’unica possibile.
Peraltro, nel finale dell’ultimo volume appare un inspiegabile “continua prossimamente” di difficile comprensione, dato che la storia sembra conclusa così com’è e non sembra possa continuare in qualsivoglia maniera…
A livello grafico Spicy Pink si mantiene comunque ottimamente disegnato, come da consuetudine per le opere della Yoshizumi, ma nel complesso si rivela essere una storiellina risibile come se ne sono già lette a migliaia, da cui il suo essere un josei non lo rende affatto diverso.
È strano a dirsi, ma nonostante il suo target sia in origine completamente opposto, credo che Spicy Pink sia una storia che piacerebbe più a ragazzine di età giovane (che magari possono sognare il mondo del lavoro oltre che l’amore) più che a donne in carriera, le quali magari gradirebbero storie e personaggi più complessi.
Mi dispiace dirlo, ma opere adolescenziali come il già citato Marmalade Boy o Mint na Bokura sono venute meglio all’autrice rispetto a questa, alla quale posso soltanto assegnare un sei politico, dato che si tratta di un’opera che non propone granché di originale e presenta diversi difetti a livello narrativo. A dispetto del suo target originario, mi trovo a consigliarlo a un pubblico piuttosto giovane, in cerca di storielline amorose carine e disimpegnate, mentre invece se volete vicende più profonde avete da rivolgervi altrove (anche allo stesso Marmalade Boy, che toccava tematiche più profonde pur essendo dedicato ad un pubblico adolescenziale).
Una storia breve spesso corre il rischio di cadere nella banalità, un errore comune che nasce dal desiderio del mangaka di affrontare troppi argomenti, senza riuscire poi a presentarli al meglio o finire col far rimanere bozze idee di per sé buone ed efficaci, ma che avrebbero dovuto essere sviluppate e ampliate in modo più accurato e con attenzione, spazio e tempo maggiori. Insomma, il classico metter troppa carne a cuocere!
In "Spicy Pink" Wataru Yoshizumi non cade in questa svista, ma al contrario crea una serie di situazioni divertenti e piacevoli che regalano il buonumore a chi legge e a chi le vive in prima persona.
Il manga è frizzante, spiritoso e romanticamente spassoso. L'autrice è abile nel mostrarci i diversi aspetti del suo lavoro e del mondo dei fumettisti che non è certo semplice né "tutto rose e fiori" come molti ritengono. Dopotutto "Non è tutto oro quel che luccica".
La protagonista Sakura ha ventisei anni, è un’autrice di shoujo manga che non ha ancora raggiunto il pieno successo e l'affermazione e, cosa ancor più importante, è single con un'unica relazione importante alle spalle avuta con un compagno di università. Qualcosa di inconcepibile per una mangaka che dovrebbe far sognare i lettori con il racconto delle sue storie d'amore, come le fa notare l'amica e collega Misono. Con queste parole su cui riflettere, Sakura viene quindi convinta ad andare ad un goukon, un classico appuntamento al buio, o più propriamente di gruppo, tra dottori e mangaka.
Qui incontra il brillante chirurgo estetico Koreda Iku, 30 anni, che dopo un approccio non comune e non apprezzato dalla donna (le dà alcuni consigli su possibili interventi di bellezza) e altri incontri/scontri casuali riesce a strapparle il numero di telefono.
Sfogliando le pagine, oltre a sentire la propria di risata sembra quasi di udire anche quella dell’autrice, che deve essersi senz’altro divertita nel descrivere i sentimenti e le reazioni esilaranti di Sakura ogni volta che all’inizio si trova ad incontrare, quasi come punizione divina, l’odiato e antipatico uomo guarda caso nei momenti più imbarazzanti e meno opportuni.
A questo punto devo però sottolineare una carenza da parte dell’autrice. Con il passare del tempo e il graduale trasformarsi del rapporto tra Sakura e Iku il passaggio sembra in ultima analisi radicale. All’inizio la quasi totale indifferenza tra i due si trasforma in un’amicizia e un legame-approccio confidenziale, ma nulla che lasci pensare all’amore. Per questo alla fine, nonostante ci sia il lieto fine a cui ogni lettore vorrebbe assistere, si rimane quasi perplessi sul come ci sia arrivati, come abbia fatto un sentimento a sbocciare così tutto ad un tratto. Non mancano i colpi di scena, il ritorno sotto i riflettori dei soliti ex a rompere le uova nel paniere, uniti a frammenti di vita quotidiana e malintesi tutti fattori indispensabili per aprire gli occhi ai protagonisti sui reciproci sentimenti.
Spicy Pink è senz’altro un piccolo romanzo rosa per l’appunto aromatizzato e reso piccante dall’approccio fresco e originale e dal punto di vista nuovo.
Nessuna critica e nulla da dire sui disegni e la grafica, davvero curati e ben realizzati. Ogni tanto fa bene al cuore e alla mente vedere un’eroina priva di quella bellezza artificiale e appariscente che colpisce subito l’occhio del protagonista maschile, con una personalità determinata e interessante, quel cipiglio deciso e smaliziato di stampo decisamente anti Mary-Sueiano.
Il mio voto sarebbe stato un 8.5, ma non potendo darlo ho preferito non sbilanciarmi più del dovuto, scegliendo di dare un voto pieno piuttosto che uno arrotondato per eccesso.
Lettura consigliata in definitiva a chi cerchi qualcosa per passare in modo piacevole qualche ora col sorriso sulle labbra.
In "Spicy Pink" Wataru Yoshizumi non cade in questa svista, ma al contrario crea una serie di situazioni divertenti e piacevoli che regalano il buonumore a chi legge e a chi le vive in prima persona.
Il manga è frizzante, spiritoso e romanticamente spassoso. L'autrice è abile nel mostrarci i diversi aspetti del suo lavoro e del mondo dei fumettisti che non è certo semplice né "tutto rose e fiori" come molti ritengono. Dopotutto "Non è tutto oro quel che luccica".
La protagonista Sakura ha ventisei anni, è un’autrice di shoujo manga che non ha ancora raggiunto il pieno successo e l'affermazione e, cosa ancor più importante, è single con un'unica relazione importante alle spalle avuta con un compagno di università. Qualcosa di inconcepibile per una mangaka che dovrebbe far sognare i lettori con il racconto delle sue storie d'amore, come le fa notare l'amica e collega Misono. Con queste parole su cui riflettere, Sakura viene quindi convinta ad andare ad un goukon, un classico appuntamento al buio, o più propriamente di gruppo, tra dottori e mangaka.
Qui incontra il brillante chirurgo estetico Koreda Iku, 30 anni, che dopo un approccio non comune e non apprezzato dalla donna (le dà alcuni consigli su possibili interventi di bellezza) e altri incontri/scontri casuali riesce a strapparle il numero di telefono.
Sfogliando le pagine, oltre a sentire la propria di risata sembra quasi di udire anche quella dell’autrice, che deve essersi senz’altro divertita nel descrivere i sentimenti e le reazioni esilaranti di Sakura ogni volta che all’inizio si trova ad incontrare, quasi come punizione divina, l’odiato e antipatico uomo guarda caso nei momenti più imbarazzanti e meno opportuni.
A questo punto devo però sottolineare una carenza da parte dell’autrice. Con il passare del tempo e il graduale trasformarsi del rapporto tra Sakura e Iku il passaggio sembra in ultima analisi radicale. All’inizio la quasi totale indifferenza tra i due si trasforma in un’amicizia e un legame-approccio confidenziale, ma nulla che lasci pensare all’amore. Per questo alla fine, nonostante ci sia il lieto fine a cui ogni lettore vorrebbe assistere, si rimane quasi perplessi sul come ci sia arrivati, come abbia fatto un sentimento a sbocciare così tutto ad un tratto. Non mancano i colpi di scena, il ritorno sotto i riflettori dei soliti ex a rompere le uova nel paniere, uniti a frammenti di vita quotidiana e malintesi tutti fattori indispensabili per aprire gli occhi ai protagonisti sui reciproci sentimenti.
Spicy Pink è senz’altro un piccolo romanzo rosa per l’appunto aromatizzato e reso piccante dall’approccio fresco e originale e dal punto di vista nuovo.
Nessuna critica e nulla da dire sui disegni e la grafica, davvero curati e ben realizzati. Ogni tanto fa bene al cuore e alla mente vedere un’eroina priva di quella bellezza artificiale e appariscente che colpisce subito l’occhio del protagonista maschile, con una personalità determinata e interessante, quel cipiglio deciso e smaliziato di stampo decisamente anti Mary-Sueiano.
Il mio voto sarebbe stato un 8.5, ma non potendo darlo ho preferito non sbilanciarmi più del dovuto, scegliendo di dare un voto pieno piuttosto che uno arrotondato per eccesso.
Lettura consigliata in definitiva a chi cerchi qualcosa per passare in modo piacevole qualche ora col sorriso sulle labbra.
<center><i>“Spicy Pink ha un tratto leggero e delicato, come una brezza marina che ti scorre sulla pelle mentre cammini sulla battigia all'alba, mentre la trama dolce e simpatica (ed anche matura) fa il resto, ovvero interpreta il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia e sugli scogli, creando insieme un'atmosfera rilassante e romantica...”</i></center>
Queste furono le mie parole quando un’amica mi chiese un’opinione su Spicy Pink, ed ancora oggi credo che non ci siano parole migliori per descriverlo, pochi semplici paragoni per far comprendere la magia di questo manga.
E' la prima opera della Yoshizumi che ho tra le mie mani ed è anche il suo primo manga ambientato al di fuori della vita scolastica, così l'ho letto prestando particolare attenzione allo stile dell’autrice… ed ora eccomi qui a recensire questo manga con una valutazione positiva, speranzoso di poter leggere altre sue opere!<br>
Tutto inizia con Sakura, una mangaka che decide di ricominciare ad avere una vita amorosa per dare più spessore ai suoi shojo manga, così si lascia trascinare da una sua amica/collega ad un incontro tra un gruppo di mangaka e di dottori, dove l’intento e proprio quello di incontrare dei possibili partner.
Così Sakura fa conoscenza di un chirurgo plastico che si attira subito le sue antipatie quando sembra interessato a lei ed in realtà le vuole dare dei consigli su delle operazioni estetiche da effettuare per diventare bella e la invita nella sua clinica garantendole un prezzo concorrenziale! Ovviamente la nostra protagonista giustamente si arrabbierà, ma dopo qualche giorno si incontreranno ad un bar e, nonostante lui continui ad irriderla, alla fine le chiede di diventare la sua ragazza!
Sarà interessante seguire la lettura per vedere come si scontreranno i caratteri, ma verrà resa ancor più intrigante dall’ombra oscura che esiste sul passato del giovane chirurgo… Possibile che la sua richiesta c’entri con questa vecchia storia?<br>
La trama risulta di medio interesse, nulla di troppo originale, ma saprà conquistarvi con la sua leggerezza ed eleganza narrativa che ben si confà con i disegni.
Raramente ho visto dei disegni così esili e puliti, sanno avere un tratto forte e raffinato allo stesso tempo, i retini son adoperati il minimo indispensabile e sempre ottimamente, giusto il minimo necessario per i vestiti e i fondali che risultano curati, puliti ed ordinati, dove ogni cosa è messa nel posto giusto, perfino le posizioni delle palle di carta gettate e cadute fuori dal cestino son perfette, nulla risulta mai fuori luogo, un tratto che non riesco a non definire elegante in ogni momento, perché è così che è in ogni minima sfumatura nei i dolci occhi di Sakura e perfino i capelli scarmigliati che risultano vaporosi e soffici ed uniti all’abbigliamento casual donano ulteriore bellezza alla protagonista, anziché farla apparire disordinata.<br>
Quindi, in conclusione, si arriva ancora alla mia opinione iniziale, un manga maturo ed elegante (scusate la ripetizione ma ho già detto che “eleganza” è sinonimo di Spicy Pink!) che mette sul piatto una buona trama, personaggi ben caratterizzati, relazioni secondarie che hanno vita propria e disegni sublimi.
Un manga veramente speciale, che vi farà sperare in un seguito, visto che alla fine leggeremo un “continua prossimamente”, anche se il manga si è concluso nel 2008, chissà che un giorno la Yoshizumi non decida di riprendere in mano la vita della dolce e confusa Sakura.<br>
Alla fine, più che indirizzato verso l’amore, questo manga sembra parlare della ricerca della felicità, dicendo al lettore:
“Cogli ogni occasione al volo, abbatti le barriere che ti costruisci, ogni cosa felice è unica ed irripetibile ed anche la più piccola vale 100 giorni di dolore”.
Ammetto che magari il messaggio che ho visto possa apparire forzato, ma io ci ho realmente visto questo, sia nella storia laterale di Misono che nella vita di Sakura da mangaka e da persona, dove i protagonisti son vittima di se stessi, principalmente.<br>
Consiglio questa miniserie a chiunque cerchi un manga ben fatto e non troppo lungo, e per convincere chi è ancora restio all’acquisto, cito una frase sentita dalla stessa Yoshizumi:
<i>“Se si presenta ai lettori degli strani ingredienti senza cucinarli, è ovvio che non li gusteranno con piacere. Se invece si servono delle banali patate e carote, cucinate però con personalità e stile, i lettori apprezzeranno di più”</i>.
Questo significa che Spicy Pink è banale? Ebbene sì, come ho già detto la trama è semplice, ma è l'ottima cottura e il contorno che la rendono speciale!
Infine per chi è titubante per via della qulità Panini dico di buttare al vento le preoccupazioni, l'edizione vale il prezzo base degli shojo manga, ovvero 4,30 €. Non avremo la sovraccoperta, ma la copertina rigida e flessibile è resistente, le pagine saranno lievemente grigie ma eviteranno ogni trasparenza e non rovineranno l'effetto dei retini ottimamente resi, inoltre potremo goderci appieno ogni tavola grazie ai ritocchi grafici quasi sempre impercettibili e alle onomatopee tradotte a lato delle vignette nel modo meno invadente possibile.
Detto questo non mi rimane che augurarvi “buona abbuffata”!
Queste furono le mie parole quando un’amica mi chiese un’opinione su Spicy Pink, ed ancora oggi credo che non ci siano parole migliori per descriverlo, pochi semplici paragoni per far comprendere la magia di questo manga.
E' la prima opera della Yoshizumi che ho tra le mie mani ed è anche il suo primo manga ambientato al di fuori della vita scolastica, così l'ho letto prestando particolare attenzione allo stile dell’autrice… ed ora eccomi qui a recensire questo manga con una valutazione positiva, speranzoso di poter leggere altre sue opere!<br>
Tutto inizia con Sakura, una mangaka che decide di ricominciare ad avere una vita amorosa per dare più spessore ai suoi shojo manga, così si lascia trascinare da una sua amica/collega ad un incontro tra un gruppo di mangaka e di dottori, dove l’intento e proprio quello di incontrare dei possibili partner.
Così Sakura fa conoscenza di un chirurgo plastico che si attira subito le sue antipatie quando sembra interessato a lei ed in realtà le vuole dare dei consigli su delle operazioni estetiche da effettuare per diventare bella e la invita nella sua clinica garantendole un prezzo concorrenziale! Ovviamente la nostra protagonista giustamente si arrabbierà, ma dopo qualche giorno si incontreranno ad un bar e, nonostante lui continui ad irriderla, alla fine le chiede di diventare la sua ragazza!
Sarà interessante seguire la lettura per vedere come si scontreranno i caratteri, ma verrà resa ancor più intrigante dall’ombra oscura che esiste sul passato del giovane chirurgo… Possibile che la sua richiesta c’entri con questa vecchia storia?<br>
La trama risulta di medio interesse, nulla di troppo originale, ma saprà conquistarvi con la sua leggerezza ed eleganza narrativa che ben si confà con i disegni.
Raramente ho visto dei disegni così esili e puliti, sanno avere un tratto forte e raffinato allo stesso tempo, i retini son adoperati il minimo indispensabile e sempre ottimamente, giusto il minimo necessario per i vestiti e i fondali che risultano curati, puliti ed ordinati, dove ogni cosa è messa nel posto giusto, perfino le posizioni delle palle di carta gettate e cadute fuori dal cestino son perfette, nulla risulta mai fuori luogo, un tratto che non riesco a non definire elegante in ogni momento, perché è così che è in ogni minima sfumatura nei i dolci occhi di Sakura e perfino i capelli scarmigliati che risultano vaporosi e soffici ed uniti all’abbigliamento casual donano ulteriore bellezza alla protagonista, anziché farla apparire disordinata.<br>
Quindi, in conclusione, si arriva ancora alla mia opinione iniziale, un manga maturo ed elegante (scusate la ripetizione ma ho già detto che “eleganza” è sinonimo di Spicy Pink!) che mette sul piatto una buona trama, personaggi ben caratterizzati, relazioni secondarie che hanno vita propria e disegni sublimi.
Un manga veramente speciale, che vi farà sperare in un seguito, visto che alla fine leggeremo un “continua prossimamente”, anche se il manga si è concluso nel 2008, chissà che un giorno la Yoshizumi non decida di riprendere in mano la vita della dolce e confusa Sakura.<br>
Alla fine, più che indirizzato verso l’amore, questo manga sembra parlare della ricerca della felicità, dicendo al lettore:
“Cogli ogni occasione al volo, abbatti le barriere che ti costruisci, ogni cosa felice è unica ed irripetibile ed anche la più piccola vale 100 giorni di dolore”.
Ammetto che magari il messaggio che ho visto possa apparire forzato, ma io ci ho realmente visto questo, sia nella storia laterale di Misono che nella vita di Sakura da mangaka e da persona, dove i protagonisti son vittima di se stessi, principalmente.<br>
Consiglio questa miniserie a chiunque cerchi un manga ben fatto e non troppo lungo, e per convincere chi è ancora restio all’acquisto, cito una frase sentita dalla stessa Yoshizumi:
<i>“Se si presenta ai lettori degli strani ingredienti senza cucinarli, è ovvio che non li gusteranno con piacere. Se invece si servono delle banali patate e carote, cucinate però con personalità e stile, i lettori apprezzeranno di più”</i>.
Questo significa che Spicy Pink è banale? Ebbene sì, come ho già detto la trama è semplice, ma è l'ottima cottura e il contorno che la rendono speciale!
Infine per chi è titubante per via della qulità Panini dico di buttare al vento le preoccupazioni, l'edizione vale il prezzo base degli shojo manga, ovvero 4,30 €. Non avremo la sovraccoperta, ma la copertina rigida e flessibile è resistente, le pagine saranno lievemente grigie ma eviteranno ogni trasparenza e non rovineranno l'effetto dei retini ottimamente resi, inoltre potremo goderci appieno ogni tavola grazie ai ritocchi grafici quasi sempre impercettibili e alle onomatopee tradotte a lato delle vignette nel modo meno invadente possibile.
Detto questo non mi rimane che augurarvi “buona abbuffata”!
Wataru Yoshimizu è conosciuta in tutto il mondo per "Marmalade Boy", opera della quale è stata realizzato un anime giunto anche in Italia col nome "Piccoli Problemi di Cuore". Dopo quello che rimane tuttora il suo più grande successo, la mangaka ha realizzato diversi altri fumetti di breve durata (tutti composti da 1-2 volumi, a parte un paio di eccezioni da 5-6 volumi) nei quali ragazze adolescenti sono protagoniste di leggere storie d'amore minate dai dubbi e dai comportamenti propri di quell'età.
Questo "Spicy Pink" è il tentativo di realizzare finalmente qualcosa di più adulto, a partire dalla caratterizzazione anagrafica della protagonista: Sakura ha 26 anni e, anche se presenta ancora qualche goffaggine propria delle eroine degli shojo per essere più simpatica al lettore, la sua età sposta naturalmente la narrazione su un piano più maturo, con meno paranoie, insicurezze e imbarazzi giovanili.
Durante una cena di gruppo per soli single, Sakura incontra Iku, un chirurgo estetico interessato alla protagonista ma senza darlo troppo a vedere, un po' per il carattere introverso e un po' perché prova gusto nello stuzzicarla; i due si avvicineranno e cominceranno a frequentarsi senza troppi romanticismi smielati, ma vivendo un rapporto complicato a causa delle poche volte che si possono incontrare per via dei rispettivi impegni lavorativi. Questa rappresentazione realistica purtroppo è interrotta di tanto in tanto da colpi di scena sensazionalistici e ritorni dal passato dei due protagonisti, che trasformano un'affascinante ritratto di una relazione tra adulti in una vicenda da soap opera, sorprendente ma meno ispirata di quanto non siano i passaggi più quotidiani della trama.
Un elemento che rende speciale "Spicy Pink" è la professione svolta da Sakura, ovvero la mangaka: si tratta di un contesto sicuramente originale per una storia d'amore, di cui la Yoshimizu approfitta per raccontare in modo personale i ritmi e il modo di vivere della sua attività, tra scadenze e uscite con le colleghe. Tra le pagine traspare anche uno sfogo palesemente autobiografico: Sakura col cuore in mano confessa che pur amando il suo mestiere, spesso non le viene lasciato spazio quando vorrebbe scrivere storie di genere differente, mentre la sua editor le ricorda che non sempre una storia originale è da considerarsi come riuscita, siccome il pubblico si aspetta determinati schemi e determinati personaggi e che quindi è bene concentrarsi su cosa vogliono i lettori. Ripercorrendo la carriera della Yoshimizu si può intuire da dove nasca questa frustrazione; forse proprio per simili direttive editoriali, nonostante l'autrice abbia cercato di allontanarsi dai propri cliché, si riaffacciano alcuni espedienti narrativi delle sue precedenti opere, dando così vita a un fumetto originale solo in parte.
E' un peccato che questo progetto distante dai canoni della Yoshizumi sia stato anche interrotto bruscamente senza troppo preavviso, forzando così l'autrice ad assemblare un finale di fortuna ma che fortunatamente non risulta affrettato; non si capisce però il motivo per cui Planet Manga abbia deciso di concludere il secondo volume con la scritta "Continua prossimamente!", dato che in patria il fumetto è terminato senza alcuna avvisaglia di essere ripreso in futuro...
Da apprezzare il tratto della disegnatrice che nel tempo sta continuando a maturare, raggiungendo una pulizia sempre maggiore e riesce ad adattarsi a personaggi più adulti come quelli che compongono la maggior parte del cast di "Spicy Pink".
Questo "Spicy Pink" è il tentativo di realizzare finalmente qualcosa di più adulto, a partire dalla caratterizzazione anagrafica della protagonista: Sakura ha 26 anni e, anche se presenta ancora qualche goffaggine propria delle eroine degli shojo per essere più simpatica al lettore, la sua età sposta naturalmente la narrazione su un piano più maturo, con meno paranoie, insicurezze e imbarazzi giovanili.
Durante una cena di gruppo per soli single, Sakura incontra Iku, un chirurgo estetico interessato alla protagonista ma senza darlo troppo a vedere, un po' per il carattere introverso e un po' perché prova gusto nello stuzzicarla; i due si avvicineranno e cominceranno a frequentarsi senza troppi romanticismi smielati, ma vivendo un rapporto complicato a causa delle poche volte che si possono incontrare per via dei rispettivi impegni lavorativi. Questa rappresentazione realistica purtroppo è interrotta di tanto in tanto da colpi di scena sensazionalistici e ritorni dal passato dei due protagonisti, che trasformano un'affascinante ritratto di una relazione tra adulti in una vicenda da soap opera, sorprendente ma meno ispirata di quanto non siano i passaggi più quotidiani della trama.
Un elemento che rende speciale "Spicy Pink" è la professione svolta da Sakura, ovvero la mangaka: si tratta di un contesto sicuramente originale per una storia d'amore, di cui la Yoshimizu approfitta per raccontare in modo personale i ritmi e il modo di vivere della sua attività, tra scadenze e uscite con le colleghe. Tra le pagine traspare anche uno sfogo palesemente autobiografico: Sakura col cuore in mano confessa che pur amando il suo mestiere, spesso non le viene lasciato spazio quando vorrebbe scrivere storie di genere differente, mentre la sua editor le ricorda che non sempre una storia originale è da considerarsi come riuscita, siccome il pubblico si aspetta determinati schemi e determinati personaggi e che quindi è bene concentrarsi su cosa vogliono i lettori. Ripercorrendo la carriera della Yoshimizu si può intuire da dove nasca questa frustrazione; forse proprio per simili direttive editoriali, nonostante l'autrice abbia cercato di allontanarsi dai propri cliché, si riaffacciano alcuni espedienti narrativi delle sue precedenti opere, dando così vita a un fumetto originale solo in parte.
E' un peccato che questo progetto distante dai canoni della Yoshizumi sia stato anche interrotto bruscamente senza troppo preavviso, forzando così l'autrice ad assemblare un finale di fortuna ma che fortunatamente non risulta affrettato; non si capisce però il motivo per cui Planet Manga abbia deciso di concludere il secondo volume con la scritta "Continua prossimamente!", dato che in patria il fumetto è terminato senza alcuna avvisaglia di essere ripreso in futuro...
Da apprezzare il tratto della disegnatrice che nel tempo sta continuando a maturare, raggiungendo una pulizia sempre maggiore e riesce ad adattarsi a personaggi più adulti come quelli che compongono la maggior parte del cast di "Spicy Pink".
Nella sua ultima opera Wataru Yoshizumi esce dal contesto scolastico per fiondarsi nel frenetico mondo dell'editoria. La protagonista Sakura, infatti, è una giovane mangaka che sta riscuotendo un discreto successo, ma che finisce per trascurare la propria vita sociale a favore del lavoro.
Dopo una cena di gruppo cui era stata trascinata da una collega, la nostra protagonista si ritroverà a dover fare da ragazza di facciata a un chirurgo plastico. La scoperta di una tragica storia d'amore nel passato di lui e la comparsa dell'ex di lei, porteranno un po di scompiglio nella storia.
Tra gelosie e batticuori, la trama si articola piuttosto bene nonostante la breve durata.
Una storia più matura rispetto alle precedenti della mangaka, con disegni puliti e curati.
Una breve lettura per passare una spensierata mattinata.
Dopo una cena di gruppo cui era stata trascinata da una collega, la nostra protagonista si ritroverà a dover fare da ragazza di facciata a un chirurgo plastico. La scoperta di una tragica storia d'amore nel passato di lui e la comparsa dell'ex di lei, porteranno un po di scompiglio nella storia.
Tra gelosie e batticuori, la trama si articola piuttosto bene nonostante la breve durata.
Una storia più matura rispetto alle precedenti della mangaka, con disegni puliti e curati.
Una breve lettura per passare una spensierata mattinata.
Queste storie brevi della Yoshizumi mi stanno piacendo sempre di più; dopo PXP e Spicy Pink l'ho trovato veramente molto interessante; ero sopratutto incuriosito all'inizio per via della trama, dato che non avevo mai letto un manga, che cercasse di narrare la vita di una giovane Mangaka; una curiosità che mi ha portato a leggere la storia, che mi è piaciuta parecchio, sia per i disegni, come sempre molto molto chiari e puliti, sia per la trama ben dettagliata e congegnata a dispetto del fatto che si parla di una storia breve. E' sopratutto importante dire che si parla di una storia, non più ambientata tra i banchi di scuola, ma in un ambiente lavorativo adulto
Molti infine dicono che la storia sarebbe dovuta durare di più ma, considerazione personale, penso che per come è stata pensata, la storia in due volumi vada più che bene.
In conclusione; una storia "originale, che in questo caso è sinonimo di divertente".
Molti infine dicono che la storia sarebbe dovuta durare di più ma, considerazione personale, penso che per come è stata pensata, la storia in due volumi vada più che bene.
In conclusione; una storia "originale, che in questo caso è sinonimo di divertente".
Finalmente una storia più matura e fuori dall'ambiente scolastico! Devo dire che ho sempre apprezzato la Yoshizumi, soprattutto nel disegno. Le storie sono belle però peccavano di ripetitività, infatti dopo "Streghe per Amore" e PxP (salvando "Marmalade Boy" per il quale si fa un discorso a parte) l'avevo un po' abbandonata per deviare un po' il percorso banale delle storie da lei affrontate. Inizialmente non sapevo quanto potesse prendermi questa lettura, infatti presi il primo volume più che altro per prova,però devo dire che mi ha conquistata. La storia non solo è più adulta, ma ci mostra il mondo delle mangaka, di cui possiamo trarre qualcosa solo attraverso qualche free talk qua e là. A questo proposito ho trovato ottima l'idea di mettere i free talk a fine storia in quanto le vignette a bordo pagina, che spesso si trovano durante la narrazione, sono simpatiche, utili e quant'altro, ma distraggono (e "spoilerano") non poco.
Per quanto riguarda la storia, sebbene sia una serie breve, è sviluppata bene e in modo dettagliato, alternando momenti di serietà e riflessione ad altri di puro divertimento.
Il disegno è molto chiaro, fine, pulito ed è proprio nel tratto che si nota la crescita della Yoshizumi ( anche se un assaggio di questa maturità artistica si notava già nel volume autococnlusivo "PxP"). Che dire, a me questo Spicy Pink è piaciuto veramente molto. Mi ha divertita e mi ha fatto trascorrere delle ore molto piacevoli.
La consiglio a tutti coloro che sono alla ricerca di qualcosa di originale, e che vada oltre i cliché della solita commedia scolastica. E se poi questa viene da una maestra come Wataru Yoshizumi, direi che è una garanzia!
Per quanto riguarda la storia, sebbene sia una serie breve, è sviluppata bene e in modo dettagliato, alternando momenti di serietà e riflessione ad altri di puro divertimento.
Il disegno è molto chiaro, fine, pulito ed è proprio nel tratto che si nota la crescita della Yoshizumi ( anche se un assaggio di questa maturità artistica si notava già nel volume autococnlusivo "PxP"). Che dire, a me questo Spicy Pink è piaciuto veramente molto. Mi ha divertita e mi ha fatto trascorrere delle ore molto piacevoli.
La consiglio a tutti coloro che sono alla ricerca di qualcosa di originale, e che vada oltre i cliché della solita commedia scolastica. E se poi questa viene da una maestra come Wataru Yoshizumi, direi che è una garanzia!
La protagonista è Sakura, una mangaka che non ha una relazione con un uomo da anni, mettendo al primo posto la carriera, tra l'altro non è molto popolare. Conosce un medico chirurgo durante una cena "al buio", poi arriverà il fidanzato di sua sorella che si scoprirà essere l'ultimo ex di Sakura. Non voglio comunque anticiparvi niente. Ho dato un 5 poichè non mi ha suscitato tantissime emozioni, probabilmente l'autore avrebbe dovuto continuare per approfondire la storia.
Dopo aver apprezzato PxP ho deciso di leggere anche questa nuova opera di Wataru Yoshizumi. In Spicy Pink l'autrice abbandona studenti e studentesse per raccontare la storia di donne più adulte, senza però trascurare il lato romantico. La protagonista è Sakura, una ventiseienne che di professione fa la mangaka! Nonostante sia un'autrice di shojo manga, nella sua vita manca qualcosa ovvero l'amore, che ha sempre trascurato per dedicarsi al suo lavoro. Durante una cena, a cui era stata invitata dall'amica Misono, conosce un affascinante chirurgo estetico; dopo un inizio burrascoso i due iniziano a frequentarsi. Inizia così per Sakura l'avventura alla riscoperta dell'amore. La storia nonostante si sviluppi solo in due volumi è ben articolata e interessante (durante la lettura non vedevo l'ora di sapere come si sarebbe conclusa), i disegni sono molto delicati e dolci. Un'altra grande opera dell'autrice di Piccoli Problemi di Cuore.
Ho sempre adorato la Yoshizumi, anche se i suoi manga spesso erano un po' simili tra loro, l'ho sempre ritenuta la scrittrice di shoujo per l'eccellenza; Piccoli problemi di cuore mi ha accompagnato per tutta l'infanzia (nonostante non fosse un cartone per bambini) e ora nella mia adolescenza la Yoshizumi continua ad esserci. Questa breve introduzione è scritta per farvi capire quanto questa autrice abbia inciso e continui a incidere nel mondo degli shoujo; bellissimo il suo nuovo capolavoro, una storia più adulta rispetto alle sue precedenti opere, accompagnata da quella freschezza e da quel romanticismo che da sempre caratterizzano lo stile della Yoshizumi. Disegni molto belli e curati, storia carina e coinvolgente. Complimenti all'autrice che ci fa sognare ancora una volta dopo il grande boom di Piccoli Problemi di Cuore.
<b>[Attenzione, possibili spoiler]</b>
Ultimo manga dell'autrice Wataru Yoshizumi diventata famosa grazie a Marmalade Boy. In quest'opera ha deciso finalmente di lasciare il contesto scolastico (e io dico che era ora) per tentare di costruire una trama per donne più adulte e non per le solite quattordicenni. La storia parla di una mangaka di 26 anni che da molto è single e non riesce a trovare il vero amore. Grazie a una sua amica, partecipa a una serata fra single dove conosce un chirurgo estetico, anche se la loro prima chiacchierata non è certo delle migliori! Infatti il chirurgo consiglia alla povera Sakura alcuni interventi al viso!
Piano piano il loro legame diventa più stretto, finché compare una ex del chirurgo da lui dichiarata morta (ma in realtà è morta solo nel suo cuore) e lì finisce il primo volume...
Con questo manga Wataru Yoshizumi è migliorata come originalità, infatti le sue ultime opere a mio avviso erano diventate abbastanza banali!
Ultimo manga dell'autrice Wataru Yoshizumi diventata famosa grazie a Marmalade Boy. In quest'opera ha deciso finalmente di lasciare il contesto scolastico (e io dico che era ora) per tentare di costruire una trama per donne più adulte e non per le solite quattordicenni. La storia parla di una mangaka di 26 anni che da molto è single e non riesce a trovare il vero amore. Grazie a una sua amica, partecipa a una serata fra single dove conosce un chirurgo estetico, anche se la loro prima chiacchierata non è certo delle migliori! Infatti il chirurgo consiglia alla povera Sakura alcuni interventi al viso!
Piano piano il loro legame diventa più stretto, finché compare una ex del chirurgo da lui dichiarata morta (ma in realtà è morta solo nel suo cuore) e lì finisce il primo volume...
Con questo manga Wataru Yoshizumi è migliorata come originalità, infatti le sue ultime opere a mio avviso erano diventate abbastanza banali!