Made in Heaven
Se "Made in Heaven" fosse durato qualcosa come venti volumi adesso starei gridando al capolavoro, o quasi. Invece dura soltanto due volumi, e quello che mi sentirei di dire adesso è "Peccato!". Perché lo trovo un vero peccato. La trama di base offriva infatti un sacco di possibilità narrative; roba da far girare la testa ad una autore per la quantità di temi e di approcci che potevano seguire. Ma due volumi non sarebbero mai bastati ad evidenziarli tutti con cura, e infatti non è avvenuto. Si ha l'impressione di leggere un'opera costruita a tavolino nei minimi particolari, come Kazemichi. I personaggi sembrano agire non perché è naturale che facciano così per la loro psicologia, ma perché l'autore lo ha deciso e basta. Ma qualche pensiero riportato non fa l'introspezione psicologica, e tanto meno lo fa decidere a tavolino che cosa faranno i personaggi nella pagina successiva e perché. Ma perché, poi? A volte nemmeno si capisce.
Emblematico l'amore tra Kazemichi e Juri, i cui sentimenti sono soltanto abbozzati con la scusa che nessuno di loro sa esprimere quello che prova per l'altro. Eppure il fulcro dell'opera doveva essere il loro amore e come questo si scontrasse con la condizione particolare del ragazzo. Tema, quest'ultimo, trattato malissimo: invece di dare la precedenza agli stati d'animo di Kazemichi si è preferito puntare i riflettori su un intrigo che poteva benissimo essere tolto, visto che fa acqua da tutte le parti. Già il tempo dell'opera era tiranno, ma così è davvero sprecato.
Buoni invece i disegni, ma non è una grande consolazione. Anche perché, al di là di un giudizio positivo sulla forma, non c'è altro. Non colpiscono, non trasmettono vibrazioni; non ci fanno nemmeno capire nulla dei personaggi, perché hanno tutti la stessa fisionomia (a volte ho persino confuso Juri con Kazemichi!).
Insomma, non c'è davvero di che gridare al capolavoro; anzi, il voto della recensione è forse fin troppo buono. Forse il romanzo rende di più, chissà. Lo vorrei leggere, ma temo che partirei prevenuta per colpa della delusione causata da questo manga.
Emblematico l'amore tra Kazemichi e Juri, i cui sentimenti sono soltanto abbozzati con la scusa che nessuno di loro sa esprimere quello che prova per l'altro. Eppure il fulcro dell'opera doveva essere il loro amore e come questo si scontrasse con la condizione particolare del ragazzo. Tema, quest'ultimo, trattato malissimo: invece di dare la precedenza agli stati d'animo di Kazemichi si è preferito puntare i riflettori su un intrigo che poteva benissimo essere tolto, visto che fa acqua da tutte le parti. Già il tempo dell'opera era tiranno, ma così è davvero sprecato.
Buoni invece i disegni, ma non è una grande consolazione. Anche perché, al di là di un giudizio positivo sulla forma, non c'è altro. Non colpiscono, non trasmettono vibrazioni; non ci fanno nemmeno capire nulla dei personaggi, perché hanno tutti la stessa fisionomia (a volte ho persino confuso Juri con Kazemichi!).
Insomma, non c'è davvero di che gridare al capolavoro; anzi, il voto della recensione è forse fin troppo buono. Forse il romanzo rende di più, chissà. Lo vorrei leggere, ma temo che partirei prevenuta per colpa della delusione causata da questo manga.
Made In Heaven è uno Josei veramente particolare, racconta in due volumi una storia abbastanza semplice che viene trasformata apparentemente in un giallo grazie ad una chiave narrativa singolare, anche se non sempre ottimamente riuscita.
Le Autrici possono essere poco conosciute in Italia, soprattutto la disegnatrice Yashiki Yukaru che approda per la prima volta in Italia con quest’opera, invece Sakurai Ami può essere già nota grazie al libro Un Mondo Innocente, pubblicato in Italia dalla Newton Compton, il racconto di una ragazza che si prostituisce e che ama suo fratello, un’opera controversa di denuncia che segue la nomea della giornalista, già famosa per articoli sul sesso a pagamento; In quest’opera invece, seppur ironicamente, sembra voler lanciare un avvertimento sul mondo che potremmo trovarci a dover affrontare in un futuro non troppo lontano.
Reiji Himejima è un ragazzo vittima di un grave incidente: mentre andava in bicicletta ascoltando della musica con degli auricolari non ha sentito un TIR in avvicinamento rimanendo così gravemente ferito. Inaspettatamente si risveglia in un laboratorio scientifico ed una dura realtà gli cade addosso: la maggior parte del suo corpo è stata sostituita con elementi artificiali in sperimentazione ed anche il suo volto sarà completamente diverso. Dopo quattro anni Kazemichi (questo è il suo nuovo nome) vive nella noia più totale, dopo aver accettato i cambiamenti soffre ancora per la mancanza di sensazioni e prova a sfruttare la sua seconda vita al massimo cercando di divertirsi in ogni modo, ma accade l’inaspettato: in un bar incontra Yuri, una ragazza apparentemente fredda nel quale Kazemichi si rivede ed anche lei si sente attratta da lui per lo stesso motivo, così assisteremo ad una relazione fredda ma passionale, mentre su Kaemichi torneranno alcune ombre del passato che porteranno la storia all’inevitabile finale del primo volume, dando vita a questa creativa idea narrativa, dopo aver letto un tankoubon dal punto di vista di lui divoreremo il secondo vissuto dalla parte femminile. Il tutto ovviamente non è sempre scorrevole e privo di difetti, spesso capiterà di fare confusione con dei cambi di scena non perfettamente definiti e alcune frasi che faremo fatica a capire da chi son state dette, ma nulla di troppo problematico.
Un mix di giallo e romanticità non comune, piuttosto pragmatico ma d’effetto, grazie anche alle personalità dei protagonisti ottimamente curate.
I disegni aiutano a formare l’atmosfera malinconica del prodotto finale, un tratto sottile e pulito con uno stile moderno e minimalista, forse anche troppo, visto che alcune tavole saranno quasi solo occupate dai protagonisti e inquadrature ravvicinate degli stessi o di altri particolari. Apparentemente i volti paiono molto simili tra loro e raramente vedremo originalità nei tratti somatici, ma come nella prima parte è un difetto, nella seconda risulta molto utile ai fini narrativi, per un motivo che capirete durante la lettura.
Un manga veramente unico che vale abbastanza il suo prezzo, grazie anche alla buona edizione della J-Pop che presenta solo il difetto di qualche pagina leggermente trasparente, una lettura particolare per chi cerca una storia d’amore originale, dove i passati dei protagonisti premono su di loro, ma che non rinuncia ad un po’ di mistero regalando momenti tristi e momenti dolci fino al finale difficile da definire felice o triste.
Le Autrici possono essere poco conosciute in Italia, soprattutto la disegnatrice Yashiki Yukaru che approda per la prima volta in Italia con quest’opera, invece Sakurai Ami può essere già nota grazie al libro Un Mondo Innocente, pubblicato in Italia dalla Newton Compton, il racconto di una ragazza che si prostituisce e che ama suo fratello, un’opera controversa di denuncia che segue la nomea della giornalista, già famosa per articoli sul sesso a pagamento; In quest’opera invece, seppur ironicamente, sembra voler lanciare un avvertimento sul mondo che potremmo trovarci a dover affrontare in un futuro non troppo lontano.
Reiji Himejima è un ragazzo vittima di un grave incidente: mentre andava in bicicletta ascoltando della musica con degli auricolari non ha sentito un TIR in avvicinamento rimanendo così gravemente ferito. Inaspettatamente si risveglia in un laboratorio scientifico ed una dura realtà gli cade addosso: la maggior parte del suo corpo è stata sostituita con elementi artificiali in sperimentazione ed anche il suo volto sarà completamente diverso. Dopo quattro anni Kazemichi (questo è il suo nuovo nome) vive nella noia più totale, dopo aver accettato i cambiamenti soffre ancora per la mancanza di sensazioni e prova a sfruttare la sua seconda vita al massimo cercando di divertirsi in ogni modo, ma accade l’inaspettato: in un bar incontra Yuri, una ragazza apparentemente fredda nel quale Kazemichi si rivede ed anche lei si sente attratta da lui per lo stesso motivo, così assisteremo ad una relazione fredda ma passionale, mentre su Kaemichi torneranno alcune ombre del passato che porteranno la storia all’inevitabile finale del primo volume, dando vita a questa creativa idea narrativa, dopo aver letto un tankoubon dal punto di vista di lui divoreremo il secondo vissuto dalla parte femminile. Il tutto ovviamente non è sempre scorrevole e privo di difetti, spesso capiterà di fare confusione con dei cambi di scena non perfettamente definiti e alcune frasi che faremo fatica a capire da chi son state dette, ma nulla di troppo problematico.
Un mix di giallo e romanticità non comune, piuttosto pragmatico ma d’effetto, grazie anche alle personalità dei protagonisti ottimamente curate.
I disegni aiutano a formare l’atmosfera malinconica del prodotto finale, un tratto sottile e pulito con uno stile moderno e minimalista, forse anche troppo, visto che alcune tavole saranno quasi solo occupate dai protagonisti e inquadrature ravvicinate degli stessi o di altri particolari. Apparentemente i volti paiono molto simili tra loro e raramente vedremo originalità nei tratti somatici, ma come nella prima parte è un difetto, nella seconda risulta molto utile ai fini narrativi, per un motivo che capirete durante la lettura.
Un manga veramente unico che vale abbastanza il suo prezzo, grazie anche alla buona edizione della J-Pop che presenta solo il difetto di qualche pagina leggermente trasparente, una lettura particolare per chi cerca una storia d’amore originale, dove i passati dei protagonisti premono su di loro, ma che non rinuncia ad un po’ di mistero regalando momenti tristi e momenti dolci fino al finale difficile da definire felice o triste.
Devo dire che sono stata attirata dalla brevità dell’opera, ogni tanto si ha voglia di leggere qualcosa al volo, in poco tempo. Ma non mi aspettavo un opera così toccante e intricata.
Muori e ti riportano in vita, il tuo corpo non lo senti più tuo, ma ti è data una seconda possibilità di vita, che fai? Cerchi di vivere la vita a pieno: cattive amicizie e compagnie, magari uno sport estremo, e stravizi. Ma se poi lungo la via ti imbattessi nell’amore? Scegli di buttarti a capofitto, pur non spendo quanto questo corpo artificiale possa durare. Ovviamente non puoi rivelare la verità alla persona amata, ma la tua amata a sua volta nasconde segreti. Infatti Made in Heaven non è solo una storia d’amore, ma anche la storia dei pesanti trascorsi di due ragazzi, del loro bagaglio di esperienze drammatiche.
Il primo volume racconta la storia dal punto di vista di Kazemichi, mentre il secondo dal punto di vista di Juri.
Per il tema trattato riguardo alla fallibilità del corpo robotico o “androide” mi ha ricordato Absolute Boyfriend (Zettai Kareshi), ma solo per questo particolare, perché qui i toni e le tinte sono molto più forti e profondi, josei + che shoujo, appunto.
Mi piace il character design che è del genere che solitamente apprezzo.
Lo consiglio!
Muori e ti riportano in vita, il tuo corpo non lo senti più tuo, ma ti è data una seconda possibilità di vita, che fai? Cerchi di vivere la vita a pieno: cattive amicizie e compagnie, magari uno sport estremo, e stravizi. Ma se poi lungo la via ti imbattessi nell’amore? Scegli di buttarti a capofitto, pur non spendo quanto questo corpo artificiale possa durare. Ovviamente non puoi rivelare la verità alla persona amata, ma la tua amata a sua volta nasconde segreti. Infatti Made in Heaven non è solo una storia d’amore, ma anche la storia dei pesanti trascorsi di due ragazzi, del loro bagaglio di esperienze drammatiche.
Il primo volume racconta la storia dal punto di vista di Kazemichi, mentre il secondo dal punto di vista di Juri.
Per il tema trattato riguardo alla fallibilità del corpo robotico o “androide” mi ha ricordato Absolute Boyfriend (Zettai Kareshi), ma solo per questo particolare, perché qui i toni e le tinte sono molto più forti e profondi, josei + che shoujo, appunto.
Mi piace il character design che è del genere che solitamente apprezzo.
Lo consiglio!
A parte alcune scene trattate in modo frettoloso, direi che questo manga brevissimo arriva dritto al cuore. Forse bisogna essere in particolari condizioni di spirito per leggerlo, ma la storia è veramente interessante.
Il ragazzo che per sopravvivere è disposto anche a diventare un robot, a non provare più nessuna sensazione, ma i sentimenti quelli si, e molti, anche se non hanno uno scopo preciso; almeno fino a quando non incontra lei, Juri, una ragazza che robot lo è nello spirito... ma poi le cose son destinate a cambiare.
Peccato che siano solo due numeri, ma se lo leggete una seconda e poi una terza volta, scoprirete cose che non avevate notato, e approfondirete i piccoli aspetti dei due ragazzi passati inosservati ad una prima lettura. Ve lo consiglio tantissimo!
Il ragazzo che per sopravvivere è disposto anche a diventare un robot, a non provare più nessuna sensazione, ma i sentimenti quelli si, e molti, anche se non hanno uno scopo preciso; almeno fino a quando non incontra lei, Juri, una ragazza che robot lo è nello spirito... ma poi le cose son destinate a cambiare.
Peccato che siano solo due numeri, ma se lo leggete una seconda e poi una terza volta, scoprirete cose che non avevate notato, e approfondirete i piccoli aspetti dei due ragazzi passati inosservati ad una prima lettura. Ve lo consiglio tantissimo!