Lunar Legend Tsukihime
Sarò eccezionalmente breve nei confronti di un'opera verso la quale, di norma, spenderei un sacco di parole per sfogare la mia frustrazione: avete giocato alla visual novel da cui questo manga è tratto? Avete una passione per il genere horror/vampiri/splatter/violenza gratuita e deliri improvvisi? Conoscete già ed apprezzate Type-Moon? Comprarlo non è poi (forse) una cattiva idea.
Cercate, invece, un manga che sia nato per essere un fumetto vero, con una trama, dei personaggi sensati, una narrazione discreta, o - in alternativa - un disegno particolarmente interessante?
Non compratelo. Volendo dare un senso alla sua pubblicazione, Lunar Legend non è altro che l'adattamento cartaceo di una visual novel. Prenderlo in quanto "manga", come io sprovveduto feci anni fa, lo trovo decisamente rischioso.
Vedrò di precisare secondo me cos'ha questo manga che non va.
Uno: la storia, che vede un ragazzo con un potere grottesco, impossibile da descrivere utilizzando meno di tre frasi, ed una vampira collaborare per sconfiggere un altro vampiro. Questa cooperazione avviene dopo che lui, Shiki, quasi ammazza l'altra, Arcueid (la quale, per questo motivo ne... rimane affascinata? cosa?), e per tutto il fumetto non faranno altro che perdere tempo tra 1)Shiki che, delirando, non ti fa capire se abbia ucciso Arcueid e lei sia risorta, o se invece stesse sognando e 2)Arcueid che, di sera, esce con Shiki per eliminare orde di pseudo-zombie, senza però esserne in grado, non avendo ancora recuperato le forze, cosa che però non si decide a fare, ripetendo lo stesso processo all'infinito.
Due: i personaggi non hanno senso. Se già i protagonisti non brillano per lucidità mentale, tutti gli altri (pochi, grazie al cielo) non avranno davvero alcun fine al di fuori di riempire baloons tanto per far prendere aria alla bocca. Non aggiungo altro.
Tre: il disegno che di per sé non va oltre il 6/10 non può, a logica, certamente compensare tutte le altre lacune - a stento colma la propria.
Quattro: chicca finale, il 10 volume. Con la scusa di mostrarci nelle sue tavole finali la conclusione del manga, l'autore ci ha rifilato un ultimo albo pieno al 70% della pubblicità - che qualche rivista si era degnata di pubblicare - dedicata ai volumi dal primo al sesto, chiaramente copiata e incollata nel... Decimo albo, dopo che io tutti gli altri li ho già acquistati/letti. Un'ottima manovra per farmi spendere inutilmente €5,90 in più.
Ho già precisato a chi questo "manga" vada per me consigliato/sconsigliato, per cui non aggiungo altro se non che gli sto dando un 4 solo e soltanto perché - purtroppo di me - ho visto di peggio.
Personalmente ho gradito molto l'anime di Tsukihime, ma, data la forte stroncatura secondo cui Tsukihime non ha una versione animata, mi sono dedicato con ancor maggior interesse alla lettura del manga, aspettandomi chissà cosa. Fu l'inizio di un pasto agrodolce.
Agro in primis per la grafica che pur riprendendosi,nei primi volumi è davvero sottotono, troppo tondeggiante e non solo.
Agro perché i primi due, tre volumi seguono pedissequamente l'anime.
Agro perché la storia non presenta eccessivi cambiamenti e aggiunte. Mi spiego meglio: il manga è tratto da una visual novel con cinque route e nove finali possibili, nell'anime si è descritta la prima route, quella di Arcueid e nel manga si è fatto lo stesso ma aumentando le spiegazioni e aggiungendo nuovi elementi, tutto qui. Forse mi sono aspettato troppo, ma terminata la lettura non posso dire di aver odiato l'anime, anzi lo apprezzo di più, semplicemente è la versione condensata del fumetto in dodici episodi e, se fosse durato ventisei, sono certo che ne sarebbe stata la fotocopia.
Agro anche il finale, perché non si capisce se Arcueid stia sognando o sia tutto reale e questa incertezza non mi piace, perché vorrei tanto vederla felice, dopo tutto quel dolore.
Ma è stata una degustazione anche dolce perché avere una storia allargata mi ha fatto molto piacere, specialmente nella seconda parte dell'opera. Parlare anche delle altre route sarebbe stato impossibile, ma almeno si è fatta anche buona luce anche su Ciel e la seconda route. Trovo che aver descritto i personaggi con maggiore calma abbia permesso loro di guadagnare molto, specialmente per il vivido quadretto femminile che il manga ci offre. Esso è molto originale perché le cinque donne di Tsukihime (Arcueid, Akiha, Ciel, Hisui e la mia preferita Koaku), pur essendo molto attraenti, specialmente Arcueid, sono descritte in maniera reale e molto più "normale" di quanto non ci si potrebbe immaginare; sembra quasi che, se non avessero i poteri speciali, possano essere le tue vicine di casa o le protagoniste di una versione thriller di Maison Ikkoku. Avevo trovato questo aspetto anche in Fate, ma qui avviene meglio ancora. Anche se ognuno avrà la sua preferita, io preferisco sicuramente Koaku: pur non avendo il fisico da urlo di Arcueid (e dove la trovi nella realtà una così?) ha un' intelligenza, un'allegria, una signorilità e una sua normalità, in breve un fascino davvero notevole.
Dolce perché non è facile realizzare un manga rendendo la sua atmosfera di mistero senza poter contare sulle musiche da urlo alla Type moon eppure l'obiettivo è raggiunto.
Come voto finale sono combattuto tra considerare il manga per ciò che è e le difficoltà notevoli superate per realizzarlo, date dalla grande quantità di materiale nella visual novel, dalla presenza stessa della serie animata (siamo pur sempre in un prodotto di terza generazione) e a quanto detto sopra; indeciso tra il 7 e l'8 propendo per l'8 per premiare l'impegno.
Agro in primis per la grafica che pur riprendendosi,nei primi volumi è davvero sottotono, troppo tondeggiante e non solo.
Agro perché i primi due, tre volumi seguono pedissequamente l'anime.
Agro perché la storia non presenta eccessivi cambiamenti e aggiunte. Mi spiego meglio: il manga è tratto da una visual novel con cinque route e nove finali possibili, nell'anime si è descritta la prima route, quella di Arcueid e nel manga si è fatto lo stesso ma aumentando le spiegazioni e aggiungendo nuovi elementi, tutto qui. Forse mi sono aspettato troppo, ma terminata la lettura non posso dire di aver odiato l'anime, anzi lo apprezzo di più, semplicemente è la versione condensata del fumetto in dodici episodi e, se fosse durato ventisei, sono certo che ne sarebbe stata la fotocopia.
Agro anche il finale, perché non si capisce se Arcueid stia sognando o sia tutto reale e questa incertezza non mi piace, perché vorrei tanto vederla felice, dopo tutto quel dolore.
Ma è stata una degustazione anche dolce perché avere una storia allargata mi ha fatto molto piacere, specialmente nella seconda parte dell'opera. Parlare anche delle altre route sarebbe stato impossibile, ma almeno si è fatta anche buona luce anche su Ciel e la seconda route. Trovo che aver descritto i personaggi con maggiore calma abbia permesso loro di guadagnare molto, specialmente per il vivido quadretto femminile che il manga ci offre. Esso è molto originale perché le cinque donne di Tsukihime (Arcueid, Akiha, Ciel, Hisui e la mia preferita Koaku), pur essendo molto attraenti, specialmente Arcueid, sono descritte in maniera reale e molto più "normale" di quanto non ci si potrebbe immaginare; sembra quasi che, se non avessero i poteri speciali, possano essere le tue vicine di casa o le protagoniste di una versione thriller di Maison Ikkoku. Avevo trovato questo aspetto anche in Fate, ma qui avviene meglio ancora. Anche se ognuno avrà la sua preferita, io preferisco sicuramente Koaku: pur non avendo il fisico da urlo di Arcueid (e dove la trovi nella realtà una così?) ha un' intelligenza, un'allegria, una signorilità e una sua normalità, in breve un fascino davvero notevole.
Dolce perché non è facile realizzare un manga rendendo la sua atmosfera di mistero senza poter contare sulle musiche da urlo alla Type moon eppure l'obiettivo è raggiunto.
Come voto finale sono combattuto tra considerare il manga per ciò che è e le difficoltà notevoli superate per realizzarlo, date dalla grande quantità di materiale nella visual novel, dalla presenza stessa della serie animata (siamo pur sempre in un prodotto di terza generazione) e a quanto detto sopra; indeciso tra il 7 e l'8 propendo per l'8 per premiare l'impegno.
"Lunar Legend Tsukihime" ( il manga ), nasce come la trasposizione cartacea della visual novel omonima targata Kinoko Nasu.
La premessa è di un giovane liceale di nome Shiki Tohno che a causa di un brutto incidente automobilistico infantile, sviluppa un potere terribile e desueto, egli è in grado di vedere le linee della morte che avvolgono il mondo. tagliandole è possibile "uccidere" qualunque cosa, che sia animata od inanimata. Tutto questo ha però un prezzo , la follia ed il deterioramento fisico. Per ovviare a questo problema vengono forniti a Shiki degli occhiali, che ostacolano tale vista sin da quando è un bambino.
La trama prevede che, in un giorno qualunque della sua vita studentesca, Shiki incontri una donna bellissima che però, spinto da una inspiegabile mania omicida, uccide senza motivazione alcuna, tranciandola in molti pezzi. Martoriato dal senso di colpa per l'irrazionale evento, cerca di rifuggire la situazione e negare l'innegabile, tuttavia il giorno seguente ritrova la donna illesa. Il nome della donna è Arcueid Brunestud , principessa dei true ancestor (una particolare forma di vampiri) la quale chiede al ragazzo di cercare insieme a lei un vampiro che deve eliminare. Nella città in cui si ambienta la storia difatti è qualche tempo che si verificano morti insolite. Il giovane, titubante, accetta e da qui si dipaneranno tutte le vicende dell'opera.
L'ambientazione ricalca alla perfezione quella della visual novel, quella di un mondo simile al nostro, che richiama di giorno la normalità quotidiana, e di notte la profondità e l'inquietudine di occulte verità soprannaturali.
La caratterizzazione dei personaggi è assolutamente perfetta, hanno tutti un'anima, sebbene risulti comunque difficile e molto sottile, notarla in alcuni personaggi. Questo deriva dal fatto che spesso l'attenzione è concentrata sui due protagonisti che, a ragione, monopolizzano la storia per la maggior parte del tempo. Tutto questo però senza annullare la presenza del circondario, da cio ne deriva un mondo vivo e verosimile.
Le tematiche sono variegate ma possiamo riassumerle in quella della follia, dell'amore e della redenzione, espresse magistralmente nella complicata e a tratti perversa relazione di Shiki con Arcueid.
Il tratto evolve dal primo volume fino alla sua completa stabilizzazione intorno al terzo con un miglioramento netto del tratto e dei chiaroscuri, rendendo l'opera pulita, scorrevole e piacevole per gli occhi. L'utilizzo dei balloon è in completa simbiosi con le tavole, riuscendo nella difficoltosa opera di catturare il lettore.
Giudizio Complessivo: "Lunar Legend Tsukihime" risulta un prodotto fascinoso, ben curato , scorrevole e maturo. Combina magistralmente elementi shonen , seinen e romantico - psicologici, arricchendoli con note erotiche non invadenti ma che anzi esaltano ancor di più i contenuti dell'opera. Il voto più giusto sarebbe, ragionevolmente, un 8.5 abbondante , che si trasforma quindi in un 9 volendolo esprimere con un numero intero.
La premessa è di un giovane liceale di nome Shiki Tohno che a causa di un brutto incidente automobilistico infantile, sviluppa un potere terribile e desueto, egli è in grado di vedere le linee della morte che avvolgono il mondo. tagliandole è possibile "uccidere" qualunque cosa, che sia animata od inanimata. Tutto questo ha però un prezzo , la follia ed il deterioramento fisico. Per ovviare a questo problema vengono forniti a Shiki degli occhiali, che ostacolano tale vista sin da quando è un bambino.
La trama prevede che, in un giorno qualunque della sua vita studentesca, Shiki incontri una donna bellissima che però, spinto da una inspiegabile mania omicida, uccide senza motivazione alcuna, tranciandola in molti pezzi. Martoriato dal senso di colpa per l'irrazionale evento, cerca di rifuggire la situazione e negare l'innegabile, tuttavia il giorno seguente ritrova la donna illesa. Il nome della donna è Arcueid Brunestud , principessa dei true ancestor (una particolare forma di vampiri) la quale chiede al ragazzo di cercare insieme a lei un vampiro che deve eliminare. Nella città in cui si ambienta la storia difatti è qualche tempo che si verificano morti insolite. Il giovane, titubante, accetta e da qui si dipaneranno tutte le vicende dell'opera.
L'ambientazione ricalca alla perfezione quella della visual novel, quella di un mondo simile al nostro, che richiama di giorno la normalità quotidiana, e di notte la profondità e l'inquietudine di occulte verità soprannaturali.
La caratterizzazione dei personaggi è assolutamente perfetta, hanno tutti un'anima, sebbene risulti comunque difficile e molto sottile, notarla in alcuni personaggi. Questo deriva dal fatto che spesso l'attenzione è concentrata sui due protagonisti che, a ragione, monopolizzano la storia per la maggior parte del tempo. Tutto questo però senza annullare la presenza del circondario, da cio ne deriva un mondo vivo e verosimile.
Le tematiche sono variegate ma possiamo riassumerle in quella della follia, dell'amore e della redenzione, espresse magistralmente nella complicata e a tratti perversa relazione di Shiki con Arcueid.
Il tratto evolve dal primo volume fino alla sua completa stabilizzazione intorno al terzo con un miglioramento netto del tratto e dei chiaroscuri, rendendo l'opera pulita, scorrevole e piacevole per gli occhi. L'utilizzo dei balloon è in completa simbiosi con le tavole, riuscendo nella difficoltosa opera di catturare il lettore.
Giudizio Complessivo: "Lunar Legend Tsukihime" risulta un prodotto fascinoso, ben curato , scorrevole e maturo. Combina magistralmente elementi shonen , seinen e romantico - psicologici, arricchendoli con note erotiche non invadenti ma che anzi esaltano ancor di più i contenuti dell'opera. Il voto più giusto sarebbe, ragionevolmente, un 8.5 abbondante , che si trasforma quindi in un 9 volendolo esprimere con un numero intero.
Apprendo da altre fonti che per questo manga esisterebbero addirittura 2 sequel ("Melty Blood" e "Melty Blood X"), per quanto non disegnati dalla stessa penna. Non ha importanza: ho fatto così tanta fatica a finire questo che, sinceramente, di andare a cercare i sequel non mi passa neanche per l'anticamera.
Diciamocelo: l'idea di partenza era buona, molto buona. Come lettrice di manga, e di manga di un certo genere, sono ancora alle prime armi, quindi non so se sia cosa nuova, ma l'idea di un ragazzo che possa vedere le "linee della morte" di esseri viventi e inanimati mi è sembrata veramente originale e intrigante. Questo ragazzo di buona famiglia, Thono Shiki, o Thono-kun, forse è meglio, può letteralmente annichilire tutto, purché tagli con un coltello affilato, o addirittura con le mani, se il caso, lungo le linee della morte di qualsiasi cosa.
Un potere immenso, ma c'è un inghippo: vivere avendo sempre sotto gli occhi questi scarabocchi che attraversano ogni cosa, dagli oggetti ai palazzi, alle persone care, addirittura se stessi, non è propriamente allegro e sano.
Come Shiki dirà più tardi, negli ultimi capitoli, "Se puoi vedere la morte, non riuscirai a rimanere sano di mente. Essere in grado di vedere la 'morte' delle cose… significa essere costretti a vedere l'incertezza e la fragilità del mondo. Il terreno sembra non esistere, e pare che perfino il cielo possa cadere. Non sai se l'illusione del mondo perirà il prossimo istante, questo significa vedere la morte." Buona cosa, quindi, che da bambino gli siano stati consegnati degli occhiali in grado di bloccare le sue visioni.
Questa straordinaria abilità del ragazzo, che va ancora a scuola, va ad innestarsi in una secolare lotta fra vampiri, con intromissioni del braccio armato della Chiesa.
Esisterebbero due tipi di vampiri: i Veri Antenati e gli Apostoli Morti, dove i secondi furono "creati" dai primi, che sono vampiri nati bevendone il sangue. Ora, accade che in città si stiano verificando molte strane morti, e prede e cacciatori cominciano ad aggirarsi per dare luogo all'ennesima puntata di una lotta senza quartiere che vede come protagonista Roa, un vampiro in grado di reincarnarsi. La sua nemica per eccellenza è Arcueid Brunestud, la Principessa Bianca dei Veri Antenati, vera carnefice il cui unico scopo parrebbe distruggere il temibilissimo vampiro assetato di sangue. Infatti, i Veri Antenati non bevono, o non dovrebbero bere mai sangue: è quello che fanno invece gli Apostoli Morti, anche perché è loro indispensabile per sopravvivere. Sono pericolosi per tutti, quindi vanno eliminati.
Arcueid e Shiki hanno inizialmente uno scontro in cui Shiki, preso da improvvisa e inizialmente inspiegabile smania di uccidere, l'attacca di sorpresa lungo le sue "linee" e la "uccide". Ovviamente non sarà così, e i due finiranno per intraprendere insieme, con altri comprimari, una lunga - e tediosa - lotta contro il redivivo Roa e le sue corti. Nel frattempo, impareremo un sacco di cose sui vari personaggi, principali e secondari, e assisteremo alla canonica storia d'amore.
Sembrerebbe tutto molto interessante, allora perché dico che ho faticato a finirlo? Beh, intanto sono 74 lunghissime puntate per 10 volumetti. Inizialmente mi prendeva veramente molto, nonostante fosse un po' sanguinario. È un manga per maschietti e in più horror, quindi combattimenti e sangue/mutilazioni si sprecano, anche perché con l'abilità particolare di Shiki e il gran vagare di vampiri è pressoché automatico, lo comprendo. Però certi combattimenti sono davvero trascinati troppo. Nei capitoli tra il 46 e il 50 sono veramente stata lì lì per abbandonare tutto e buonanotte al secchio. E in realtà, da lì in poi, sono andata avanti come un treno col solo scopo di arrivare all'ultima tavola, scoprire come andasse a finire, e dirigermi verso altri lidi. Interesse e coinvolgimento: zero. La sola voglia di sapere come una storia vada a finire non mi sembra una motivazione sufficiente per definire l'opera un successo, almeno per me.
C'è poi un ulteriore motivo di lagnanza: il disegno. Il chara è a volte veramente orribile. Mentre sugli sfondi e sulle ambientazioni non v'è nulla da dire, effettivamente ben resi, si assiste spesso a realizzazioni della figura umana opinabili o che danno francamente un'impressione di qualcosa di molto sbagliato a livello di studio di anatomia.
Tanto per citare quel che mi viene in mente ora, ho visto Shiki seduto su un letto appoggiato su braccia che parevano connettersi alla spalla in modo strano, ho visto Arcueid nuda con una parte inferiore del corpo di proporzioni anomale e un'altra volta, di schiena, con un posteriore da taglia 60.
Ecco, Arcueid: ma chi la disegna la odia, per caso? Posso capire vestirla di questa gonna a mezza ruota che manco una suora, con un maglione a collo alto informe - non amo il fanservice, e in effetti di tipo sessuale qui ce n'è relativamente poco e meno ancora gratuito -, ma vogliamo parlare del seno di questa ragazza? Nelle copertine non si nota, ma già ce n'è un assaggio nelle tavole di scheda. Il seno di Arcueid è disegnato in modo strano: le linee che lo delimitano sono storte e sgradevoli. In certe inquadrature sotto quel maglione sembra il petto cadente di una bisnonna con la nona di reggiseno, da tanto è sformato. In più, a seconda delle tavole, passa dalla taglia seconda scarsa all'ottava, a dir poco. Brutto, veramente. E, personalmente, non mi piace come sono stati disegnati gli occhi, specie dei personaggi femminili. De gustibus.
I disegni lasciano a desiderare, ma vogliamo parlare delle anomalie della trama?
Gli occhiali magici di Shiki passano indenni attraverso combattimenti, colpi assortiti, crolli di edifici senza nemmeno incrinarsi, mai. Vabbeh, sono magici.
Shiki ha un coltello, sempre lo stesso per tutto il lunghissimo manga, sembrerebbe essere in qualche modo speciale. Da dove viene? Che significato ha?
In città si verificano fatti di sangue a ripetizione, e sempre più gravi, distruzioni di edifici e strade, e nessuno pare meravigliarsene. Sì, al TG si parla delle morti e di un moderno vampiro, in principio, e vediamo la polizia sul luogo di un delitto, ma poi? Nulla? Mai un poliziotto, una ronda, una task force, niente? Deve pensarci il Vaticano, per così dire? Non ci sono mai passanti, sorveglianti, testimoni casuali? Alla fine crolla perfino una parte della scuola, ci dicono che la stanno ricostruendo e nessuno si domanda perché sia crollata? Anche solo offrire una spiegazione indotta dai poteri vampirici, che so, un terremoto, un cedimento strutturale, dite qualcosa! No, non ci siamo: le cose non accadono in un universo sospeso nel nulla, interagiscono col mondo, e qui non vi è traccia di ciò. Visto che la storia è così lunga, volendo renderla più coerente, il tempo ci sarebbe stato.
Beh, è finita, sono giunta alla fine e sto ancora cercando di digerire l'ultimo capitolo. Sì, beh. Mi è piaciuto, anche se non posso dire di averlo capito fino in fondo. La cosa triste è che nemmeno mi spiaccia.
Resta il dilemma del voto da assegnare. Sufficiente, sicuramente, ma con troppi difetti, davvero, per arrivare al 7. A quando la possibilità dei mezzi voti, visto che le medie hanno addirittura 4 decimali?
Diciamocelo: l'idea di partenza era buona, molto buona. Come lettrice di manga, e di manga di un certo genere, sono ancora alle prime armi, quindi non so se sia cosa nuova, ma l'idea di un ragazzo che possa vedere le "linee della morte" di esseri viventi e inanimati mi è sembrata veramente originale e intrigante. Questo ragazzo di buona famiglia, Thono Shiki, o Thono-kun, forse è meglio, può letteralmente annichilire tutto, purché tagli con un coltello affilato, o addirittura con le mani, se il caso, lungo le linee della morte di qualsiasi cosa.
Un potere immenso, ma c'è un inghippo: vivere avendo sempre sotto gli occhi questi scarabocchi che attraversano ogni cosa, dagli oggetti ai palazzi, alle persone care, addirittura se stessi, non è propriamente allegro e sano.
Come Shiki dirà più tardi, negli ultimi capitoli, "Se puoi vedere la morte, non riuscirai a rimanere sano di mente. Essere in grado di vedere la 'morte' delle cose… significa essere costretti a vedere l'incertezza e la fragilità del mondo. Il terreno sembra non esistere, e pare che perfino il cielo possa cadere. Non sai se l'illusione del mondo perirà il prossimo istante, questo significa vedere la morte." Buona cosa, quindi, che da bambino gli siano stati consegnati degli occhiali in grado di bloccare le sue visioni.
Questa straordinaria abilità del ragazzo, che va ancora a scuola, va ad innestarsi in una secolare lotta fra vampiri, con intromissioni del braccio armato della Chiesa.
Esisterebbero due tipi di vampiri: i Veri Antenati e gli Apostoli Morti, dove i secondi furono "creati" dai primi, che sono vampiri nati bevendone il sangue. Ora, accade che in città si stiano verificando molte strane morti, e prede e cacciatori cominciano ad aggirarsi per dare luogo all'ennesima puntata di una lotta senza quartiere che vede come protagonista Roa, un vampiro in grado di reincarnarsi. La sua nemica per eccellenza è Arcueid Brunestud, la Principessa Bianca dei Veri Antenati, vera carnefice il cui unico scopo parrebbe distruggere il temibilissimo vampiro assetato di sangue. Infatti, i Veri Antenati non bevono, o non dovrebbero bere mai sangue: è quello che fanno invece gli Apostoli Morti, anche perché è loro indispensabile per sopravvivere. Sono pericolosi per tutti, quindi vanno eliminati.
Arcueid e Shiki hanno inizialmente uno scontro in cui Shiki, preso da improvvisa e inizialmente inspiegabile smania di uccidere, l'attacca di sorpresa lungo le sue "linee" e la "uccide". Ovviamente non sarà così, e i due finiranno per intraprendere insieme, con altri comprimari, una lunga - e tediosa - lotta contro il redivivo Roa e le sue corti. Nel frattempo, impareremo un sacco di cose sui vari personaggi, principali e secondari, e assisteremo alla canonica storia d'amore.
Sembrerebbe tutto molto interessante, allora perché dico che ho faticato a finirlo? Beh, intanto sono 74 lunghissime puntate per 10 volumetti. Inizialmente mi prendeva veramente molto, nonostante fosse un po' sanguinario. È un manga per maschietti e in più horror, quindi combattimenti e sangue/mutilazioni si sprecano, anche perché con l'abilità particolare di Shiki e il gran vagare di vampiri è pressoché automatico, lo comprendo. Però certi combattimenti sono davvero trascinati troppo. Nei capitoli tra il 46 e il 50 sono veramente stata lì lì per abbandonare tutto e buonanotte al secchio. E in realtà, da lì in poi, sono andata avanti come un treno col solo scopo di arrivare all'ultima tavola, scoprire come andasse a finire, e dirigermi verso altri lidi. Interesse e coinvolgimento: zero. La sola voglia di sapere come una storia vada a finire non mi sembra una motivazione sufficiente per definire l'opera un successo, almeno per me.
C'è poi un ulteriore motivo di lagnanza: il disegno. Il chara è a volte veramente orribile. Mentre sugli sfondi e sulle ambientazioni non v'è nulla da dire, effettivamente ben resi, si assiste spesso a realizzazioni della figura umana opinabili o che danno francamente un'impressione di qualcosa di molto sbagliato a livello di studio di anatomia.
Tanto per citare quel che mi viene in mente ora, ho visto Shiki seduto su un letto appoggiato su braccia che parevano connettersi alla spalla in modo strano, ho visto Arcueid nuda con una parte inferiore del corpo di proporzioni anomale e un'altra volta, di schiena, con un posteriore da taglia 60.
Ecco, Arcueid: ma chi la disegna la odia, per caso? Posso capire vestirla di questa gonna a mezza ruota che manco una suora, con un maglione a collo alto informe - non amo il fanservice, e in effetti di tipo sessuale qui ce n'è relativamente poco e meno ancora gratuito -, ma vogliamo parlare del seno di questa ragazza? Nelle copertine non si nota, ma già ce n'è un assaggio nelle tavole di scheda. Il seno di Arcueid è disegnato in modo strano: le linee che lo delimitano sono storte e sgradevoli. In certe inquadrature sotto quel maglione sembra il petto cadente di una bisnonna con la nona di reggiseno, da tanto è sformato. In più, a seconda delle tavole, passa dalla taglia seconda scarsa all'ottava, a dir poco. Brutto, veramente. E, personalmente, non mi piace come sono stati disegnati gli occhi, specie dei personaggi femminili. De gustibus.
I disegni lasciano a desiderare, ma vogliamo parlare delle anomalie della trama?
Gli occhiali magici di Shiki passano indenni attraverso combattimenti, colpi assortiti, crolli di edifici senza nemmeno incrinarsi, mai. Vabbeh, sono magici.
Shiki ha un coltello, sempre lo stesso per tutto il lunghissimo manga, sembrerebbe essere in qualche modo speciale. Da dove viene? Che significato ha?
In città si verificano fatti di sangue a ripetizione, e sempre più gravi, distruzioni di edifici e strade, e nessuno pare meravigliarsene. Sì, al TG si parla delle morti e di un moderno vampiro, in principio, e vediamo la polizia sul luogo di un delitto, ma poi? Nulla? Mai un poliziotto, una ronda, una task force, niente? Deve pensarci il Vaticano, per così dire? Non ci sono mai passanti, sorveglianti, testimoni casuali? Alla fine crolla perfino una parte della scuola, ci dicono che la stanno ricostruendo e nessuno si domanda perché sia crollata? Anche solo offrire una spiegazione indotta dai poteri vampirici, che so, un terremoto, un cedimento strutturale, dite qualcosa! No, non ci siamo: le cose non accadono in un universo sospeso nel nulla, interagiscono col mondo, e qui non vi è traccia di ciò. Visto che la storia è così lunga, volendo renderla più coerente, il tempo ci sarebbe stato.
Beh, è finita, sono giunta alla fine e sto ancora cercando di digerire l'ultimo capitolo. Sì, beh. Mi è piaciuto, anche se non posso dire di averlo capito fino in fondo. La cosa triste è che nemmeno mi spiaccia.
Resta il dilemma del voto da assegnare. Sufficiente, sicuramente, ma con troppi difetti, davvero, per arrivare al 7. A quando la possibilità dei mezzi voti, visto che le medie hanno addirittura 4 decimali?
Partendo dal mediocre adattamento anime della invece ottima (almeno a livello di storia) visual novel amatoriale, il manga di "Tsukihime" riesce in quello che il suo gemello animato non era stato in grado: una trasposizione che riesce a rendere l'atmosfera della storia scritta da Kinoko Nasu, mostrando il carisma dei vari personaggi e comprimari e toccando buona parte dei punti salienti (pur essendo basata solo sul primo arco narrativo, quello di Arcueid).
Un prodotto eccellente per fan e non fan, con solo due difetti: il primo è l'iniziale tratto del disegno, certamente non il mio preferito (difetto che ben presto sparirà, nel giro di uno o due volumetti); il secondo è che proprio il desiderio di toccare numerosi punti della trama, compresi anche quelli delle altre route, può averla resa, soprattutto nel finale, poco chiara. Il finale in particolare, modificato per addolcire l'impatto della True End della Route di Arcueid, riprende due personaggi piuttosto oscuri ai non appassionati dell'universo creato da Type-Moon (Zelretch e Satsujinki), rischiando di alienarsi le simpatie sia dei puristi che del nuovo arrivato.
Tuttavia, dicevo, a parte questi due difetti il manga resta un prodotto di grande qualità, senza dubbio il metodo più valido per avvicinarsi al mondo di Tsukihime per chi non ha intenzione di toccare l'omonimo gioco.
Un prodotto eccellente per fan e non fan, con solo due difetti: il primo è l'iniziale tratto del disegno, certamente non il mio preferito (difetto che ben presto sparirà, nel giro di uno o due volumetti); il secondo è che proprio il desiderio di toccare numerosi punti della trama, compresi anche quelli delle altre route, può averla resa, soprattutto nel finale, poco chiara. Il finale in particolare, modificato per addolcire l'impatto della True End della Route di Arcueid, riprende due personaggi piuttosto oscuri ai non appassionati dell'universo creato da Type-Moon (Zelretch e Satsujinki), rischiando di alienarsi le simpatie sia dei puristi che del nuovo arrivato.
Tuttavia, dicevo, a parte questi due difetti il manga resta un prodotto di grande qualità, senza dubbio il metodo più valido per avvicinarsi al mondo di Tsukihime per chi non ha intenzione di toccare l'omonimo gioco.