Aventurier
Sui particolari dettagli biografici dell'autore Christophe Kourita, che hanno notevolmente condizionato la struttura di quest'opera, credo si sia già detto abbastanza nelle altre recensioni; nel caso non fosse sufficiente, l'autore stesso descrive in maniera molto chiara il dualismo oriente-occidente che caratterizza il suo background culturale in postfazione al volumetto. Preferisco quindi concentrarmi su ciò che ha da offrire <i>Aventurier</i> a livello di contenuti e coinvolgimento, dove credo ci sia da fare qualche appunto.
<i>Aventurier</i> è senza dubbio un fumetto (il termine "manga" non dà l'idea della sua natura) in grado di suscitare grande curiosità in chi è aperto verso prodotti inusuali o comunque non si fa intimorire dalle contaminazioni stilistiche - curiosità che però non riesce, a mio avviso, a mascherare un limite significativo di questa raccolta, ovvero la prevedibilità e la poca originalità delle storie proposte. Dato il contesto letterario, ovvero quello dell'avventura per ragazzi (pur con qualche nota più adulta), era lecito aspettarsi una certa fedeltà verso i tòpos del genere, ma purtroppo Kourita sembra essersi semplicemente accontentato di mettere insieme i clichès più conosciuti di esso senza particolari rielaborazioni, inibendo così l'interesse verso molte delle storie presentate, che potevano avere altrimenti spunti più interessanti.
Non tutto il male vien per nuocere: alcuni dei racconti sono piuttosto coinvolgenti e tutti, in un modo o nell'altro, hanno un potere evocativo non indifferente, in grado di far tornare a mente quelle vicende avvincenti e rocambolesche che si è soliti amare nell'infanzia, ma sinceramente mi aspettavo qualcosa di più stimolante, vista anche l'attenzione che <i>Aventurier</i> ha avuto da parte del sito.
Su ben altri livelli viaggiano i disegni, a detta dello scrivente una vera chicca: precisi e studiati nel loro tono stilizzato e caricaturale, nei personaggi uniscono perfettamente la schematicità tipica delle opere nipponiche alla carica espressiva, all'effetto slapstick e alla vivacità dello stile occidentale - nelle ambientazioni invece si fanno altamente descrittivi, dettagliati, nonché maestosi e spettacolari quando si tratta di paesaggi.
L'edizione italiana, curata da Ronin Manga, al dì là del prezzo abbastanza altino è decisamente soddisfacente sotto tutti gli aspetti, nonostante abbia sentito qualcuno lamentarsi della stampa dei retini - io comunque non ho notato difetti rilevanti.
<i>Aventurier</i> è in fin dei conti una buona lettura, che ha saputo intrattenermi senza problemi dall'inizio alla fine, ma a cui manca quella scintilla in grado di rendere un'opera a prima vista così inusuale veramente unica ed emozionante. Kourita può contare su di un tratto personale ed efficace, ed ha tutte le potenzialità di diventare un grande autore se in futuro riuscirà a portare questa vitalità e questa inventiva anche nella sceneggiatura. Per adesso, mettetevi comodi e concedetevi qualche tuffo nell'avventura...
<i>Aventurier</i> è senza dubbio un fumetto (il termine "manga" non dà l'idea della sua natura) in grado di suscitare grande curiosità in chi è aperto verso prodotti inusuali o comunque non si fa intimorire dalle contaminazioni stilistiche - curiosità che però non riesce, a mio avviso, a mascherare un limite significativo di questa raccolta, ovvero la prevedibilità e la poca originalità delle storie proposte. Dato il contesto letterario, ovvero quello dell'avventura per ragazzi (pur con qualche nota più adulta), era lecito aspettarsi una certa fedeltà verso i tòpos del genere, ma purtroppo Kourita sembra essersi semplicemente accontentato di mettere insieme i clichès più conosciuti di esso senza particolari rielaborazioni, inibendo così l'interesse verso molte delle storie presentate, che potevano avere altrimenti spunti più interessanti.
Non tutto il male vien per nuocere: alcuni dei racconti sono piuttosto coinvolgenti e tutti, in un modo o nell'altro, hanno un potere evocativo non indifferente, in grado di far tornare a mente quelle vicende avvincenti e rocambolesche che si è soliti amare nell'infanzia, ma sinceramente mi aspettavo qualcosa di più stimolante, vista anche l'attenzione che <i>Aventurier</i> ha avuto da parte del sito.
Su ben altri livelli viaggiano i disegni, a detta dello scrivente una vera chicca: precisi e studiati nel loro tono stilizzato e caricaturale, nei personaggi uniscono perfettamente la schematicità tipica delle opere nipponiche alla carica espressiva, all'effetto slapstick e alla vivacità dello stile occidentale - nelle ambientazioni invece si fanno altamente descrittivi, dettagliati, nonché maestosi e spettacolari quando si tratta di paesaggi.
L'edizione italiana, curata da Ronin Manga, al dì là del prezzo abbastanza altino è decisamente soddisfacente sotto tutti gli aspetti, nonostante abbia sentito qualcuno lamentarsi della stampa dei retini - io comunque non ho notato difetti rilevanti.
<i>Aventurier</i> è in fin dei conti una buona lettura, che ha saputo intrattenermi senza problemi dall'inizio alla fine, ma a cui manca quella scintilla in grado di rendere un'opera a prima vista così inusuale veramente unica ed emozionante. Kourita può contare su di un tratto personale ed efficace, ed ha tutte le potenzialità di diventare un grande autore se in futuro riuscirà a portare questa vitalità e questa inventiva anche nella sceneggiatura. Per adesso, mettetevi comodi e concedetevi qualche tuffo nell'avventura...
Sinceramente arrivato alla conclusione della lettura del volume ho avuto come una sensazione di leggera delusione.
La maggior parte delle storie possono avere un approccio anche interessante, ma poi appunto per la brevità di ogni singola avventura, il tutto viene a concludersi in maniera troppo affrettata quando magari invece ti aspetteresti e desidereresti di poter continuare la lettura, ed invece il sogno svanisce.
Tutto questo quindi contribuisce a creare, una volta giunti al fondo del volume, una sensazione di mancato appagamento, hai avuto una serie di pillole che possono averti anche addolcito un po’ la bocca ma non sarà mai come quando hai avuto la possibilità di poter gustare il tuo dolce preferito.
Inoltre anche il tratto utilizzato da Kourita si discosta assolutamente dalla produzione manga ricordando sicuramente di più la produzione di Franco-belga e anche alcuni attuali autori italiani, quindi credo che siamo di fronte ad un volume che se non fosse per il cognome dell’autore probabilmente non verrebbe nemmeno inserito all’interno della produzione manga.
In conclusione quindi un volumetto che può risultare di piacevole lettura ma assolutamente lontano dal poterlo considerare un capolavoro. Sarà perché è stato consigliato dal maestro Taniguchi?
La maggior parte delle storie possono avere un approccio anche interessante, ma poi appunto per la brevità di ogni singola avventura, il tutto viene a concludersi in maniera troppo affrettata quando magari invece ti aspetteresti e desidereresti di poter continuare la lettura, ed invece il sogno svanisce.
Tutto questo quindi contribuisce a creare, una volta giunti al fondo del volume, una sensazione di mancato appagamento, hai avuto una serie di pillole che possono averti anche addolcito un po’ la bocca ma non sarà mai come quando hai avuto la possibilità di poter gustare il tuo dolce preferito.
Inoltre anche il tratto utilizzato da Kourita si discosta assolutamente dalla produzione manga ricordando sicuramente di più la produzione di Franco-belga e anche alcuni attuali autori italiani, quindi credo che siamo di fronte ad un volume che se non fosse per il cognome dell’autore probabilmente non verrebbe nemmeno inserito all’interno della produzione manga.
In conclusione quindi un volumetto che può risultare di piacevole lettura ma assolutamente lontano dal poterlo considerare un capolavoro. Sarà perché è stato consigliato dal maestro Taniguchi?
Ronin riesce ancora una volta a presentarci un prodotto diverso dal solito, totalmente dissimile dai manga da me letti fino ad oggi. Non riesce, invece, a stampare decentemente i retini, ma questa è un’altra storia.
Si tratta di una raccolta di storie brevi disegnati da Koutita Christophe, artista giapponese/francese che si è formato ed ha debutto n Francia, e poi è arrivato a pubblicare in Giappone. Come è ovvio che sia, il suo disegno è ben diverso da quello che siamo abituati a vedere e presenta evidenti contaminazioni europee. Anzi, trovo più corretto affermare che il suo stile sia decisamente europeo con qualche contaminazione giapponese. Il risultato lo trovo comunque splendido e pienamente gratificante, ideale per il tipo di racconti offerti.
I racconti sono piuttosto brevi e hanno come tema comune l’avventura e/o esplorazione. Mi ricordano un po’ alcuni racconti di quella che per me è stata una splendida serie televisiva, ovvero i Duck Tales, per stare in campo animato, e, in campo letterario, è evidente e palese l’influenza di Verne e i suoi romanzi.
Alcuni strampalati, alcuni con qualche spunto affatto banale, in tutti i casi di lettura estremamente piacevole. Regni lontani, isole inesplorate, valli misteriose e una lunga lista di personaggi e creature fantasiose. La lettura si dimostra varia e scorrevole, complici alcune micro-ambientazione davvero originali e affascinanti. Il volumetto è decisamente corposo, pertanto avrete da leggere, eppure un racconto tira l’altro e arriverete velocemente alla fine.
Sarei curioso di vedere questo autore in qualcosa di più lungo e articolato, il suo stile di disegno mi piace molto, sembra avere molta fantasia ed essere molto in gamba a livello narrativo, anche se è difficile giudicare da racconti così brevi.
Consiglio vivamente l’acquisto di questo volume, soprattutto a chi cerca qualcosa diverso dal solito. Certamente non è una spesa irrilevante, 10 Euro non sono pochi, ma sono circa 300 pagine e credo che alla fine sia una lettura che meriti di essere almeno provata.
Si tratta di una raccolta di storie brevi disegnati da Koutita Christophe, artista giapponese/francese che si è formato ed ha debutto n Francia, e poi è arrivato a pubblicare in Giappone. Come è ovvio che sia, il suo disegno è ben diverso da quello che siamo abituati a vedere e presenta evidenti contaminazioni europee. Anzi, trovo più corretto affermare che il suo stile sia decisamente europeo con qualche contaminazione giapponese. Il risultato lo trovo comunque splendido e pienamente gratificante, ideale per il tipo di racconti offerti.
I racconti sono piuttosto brevi e hanno come tema comune l’avventura e/o esplorazione. Mi ricordano un po’ alcuni racconti di quella che per me è stata una splendida serie televisiva, ovvero i Duck Tales, per stare in campo animato, e, in campo letterario, è evidente e palese l’influenza di Verne e i suoi romanzi.
Alcuni strampalati, alcuni con qualche spunto affatto banale, in tutti i casi di lettura estremamente piacevole. Regni lontani, isole inesplorate, valli misteriose e una lunga lista di personaggi e creature fantasiose. La lettura si dimostra varia e scorrevole, complici alcune micro-ambientazione davvero originali e affascinanti. Il volumetto è decisamente corposo, pertanto avrete da leggere, eppure un racconto tira l’altro e arriverete velocemente alla fine.
Sarei curioso di vedere questo autore in qualcosa di più lungo e articolato, il suo stile di disegno mi piace molto, sembra avere molta fantasia ed essere molto in gamba a livello narrativo, anche se è difficile giudicare da racconti così brevi.
Consiglio vivamente l’acquisto di questo volume, soprattutto a chi cerca qualcosa diverso dal solito. Certamente non è una spesa irrilevante, 10 Euro non sono pochi, ma sono circa 300 pagine e credo che alla fine sia una lettura che meriti di essere almeno provata.
Quando ho finito di leggere questo volume mi sono semplicemente detto: che bello!
L'edizione Ronin è buona, come sempre, anche se mancano le pagine a colori (che mancano in tutti i loro volumi) e il prezzo è altino, 10 euro mi sembra esagerato, però sono contento di averlo acquistato perché tutte le storie che sono contenute in questo volume sono racconti di avventure fantastiche, veramente emozionanti e da leggere assolutamente. Ogni racconto è come una fiaba, si entra in un mondo incantato, mi è sembrato di tornare bambino.
Spero che questo titolo sia andato bene, così magari i kappa ci portano altro di questo genere.
I disegni sono molto belli, sembrano quelli di un cartone animato vecchia maniera. Un autore di origine francese cresciuto in Giappone, una grande combinazione artistica, una vera perla per noi lettori, spero siano tanti ad averlo letto.
Avrei dato un 10 solo se il prezzo fosse stato di qualche euro in meno, ma compratelo lo stesso, ne rimarrete soddisfatti!
L'edizione Ronin è buona, come sempre, anche se mancano le pagine a colori (che mancano in tutti i loro volumi) e il prezzo è altino, 10 euro mi sembra esagerato, però sono contento di averlo acquistato perché tutte le storie che sono contenute in questo volume sono racconti di avventure fantastiche, veramente emozionanti e da leggere assolutamente. Ogni racconto è come una fiaba, si entra in un mondo incantato, mi è sembrato di tornare bambino.
Spero che questo titolo sia andato bene, così magari i kappa ci portano altro di questo genere.
I disegni sono molto belli, sembrano quelli di un cartone animato vecchia maniera. Un autore di origine francese cresciuto in Giappone, una grande combinazione artistica, una vera perla per noi lettori, spero siano tanti ad averlo letto.
Avrei dato un 10 solo se il prezzo fosse stato di qualche euro in meno, ma compratelo lo stesso, ne rimarrete soddisfatti!
Questo manga si può riassumere in una sola parola: unico.
Il manga inizia spiegando al lettore che in una biblioteca remota si trovano delle storie mai raccontate ed inizia a raccontarle. Questa premessa mi ha fatto tornare bambino, ai tempi in cui i miei genitori mi raccontavano le fiabe prima di dormire. La nostalgia è la sensazione più grande che mi ha suscitato questa grandissima opera, dai disegni splendidi e dalle trame fantastiche che faranno sognare chiunque voglia addentrarsi nelle sue pagine.
In sintesi:
TRAMA: 10, ogni racconto è un tripudio di fantasia e avventura che vorreste non finisse mai.
DISEGNI: 9, davvero belli e tipo cartone animato di una volta.
SINTESI: 9. Una perla che ogni lettore di manga che si rispetti deve avere nella propria libreria. Un volume capace di rievocare i ricordi più reconditi della vostra infanzia. Peccato che sia un solo numero perché, anche se costa 10 euro, vale ogni singolo centesimo, anche per la splendida edizione della Ronin Manga.
Il manga inizia spiegando al lettore che in una biblioteca remota si trovano delle storie mai raccontate ed inizia a raccontarle. Questa premessa mi ha fatto tornare bambino, ai tempi in cui i miei genitori mi raccontavano le fiabe prima di dormire. La nostalgia è la sensazione più grande che mi ha suscitato questa grandissima opera, dai disegni splendidi e dalle trame fantastiche che faranno sognare chiunque voglia addentrarsi nelle sue pagine.
In sintesi:
TRAMA: 10, ogni racconto è un tripudio di fantasia e avventura che vorreste non finisse mai.
DISEGNI: 9, davvero belli e tipo cartone animato di una volta.
SINTESI: 9. Una perla che ogni lettore di manga che si rispetti deve avere nella propria libreria. Un volume capace di rievocare i ricordi più reconditi della vostra infanzia. Peccato che sia un solo numero perché, anche se costa 10 euro, vale ogni singolo centesimo, anche per la splendida edizione della Ronin Manga.
E’ credenza comune che la Francia sia una sorta di Mecca del fumetto.
Del resto, chi ha avuto la fortuna di visitare le sue librerie si sarà accorto i come i fumetti, di qualsiasi nazionalità, vengano lì tenuti in grandissima considerazione, esposti con orgoglio in lussuose (e costose) edizioni cartonate che li equiparano ai più blasonati romanzi.
Inoltre, negli ultimi tempi molti artisti italiani emergenti o dalle alterne fortune nel nostro paese, hanno invece trovato gran popolarità nell’Esagono, basti pensare al celeberrimo Alessandro Barbucci (Witch, Sky Doll) o ai più recenti Alex Crippa ed Emanuele Tenderini autori dello spassoso Dei.
Doveroso è poi ricordare che la Francia, e con essa il Belgio, è la patria di una delle più prolifiche e popolari tradizioni fumettistiche del mondo, basti pensare a nomi celeberrimi come René Goscinny, Albert Uderzo, Hergé, Moebius, Dupa o Peyo.
Eppure, nonostante i fumetti giapponesi siano molto popolari e venduti in Francia e abbiano stilisticamente influenzato molti autori più moderni, Francia e manga non si sono quasi mai incontrati, salvo rarissimi casi come il recente esperimento Akiba o Jiro Taniguchi, fumettista aperto al mercato francese che vanta collaborazioni con Moebius e Jean David Morvan. O, ancora, Christophe Kourita, l’autore di Aventurier (Bouken Yarou: Aventurier), recentemente approdato nel nostro paese per la Ronin Manga.
Chi è Christophe Kourita? E’ un singolare fumettista mezzo giapponese e mezzo francese, che ha passato la vita diviso fra i due paesi, ha esordito in Francia come autore di fumetti e lì ha anche lavorato come sceneggiatore per serie televisive, per poi tornare in Giappone e realizzare manga e coproduzioni animate franco-nipponiche.
Conformemente alla doppia nazionalità del suo autore, difatti, Aventurier è un manga che del manga ha praticamente soltanto il senso di lettura.
Kourita ha infatti uno stile di disegno tutt’altro che lineare o conforme con gli stilemi dei suoi conterranei, bensì surreale, bizzarro, divertente, caricaturale oltre ogni limite, più simile ai Rugrats di Nickelodeon, ma anche a Johann Sfar, al Pascal Brutal di Riad Sattouf, a Jacques Tardi.
Aventurier (che, giusto per rientrare in tema, si pronuncia alla francese e significa “avventuriero”) è una raccolta di racconti in volume unico che ha come tema l’avventura e ci farà visitare immaginari mondi fantastici e conoscere uomini intrepidi che compiono incredibili imprese. In poco più di trecento pagine avremo a che fare con strabilianti esplorazioni degne dei migliori Tin Tin del succitato Hergé o Les aventures de Blake et Mortimer di Edgar Pierre Jacobs.
I racconti che formano il volume ci parleranno di numerosi temi e ci permetteranno di fare la conoscenza di molti, differenti, posti e uomini. Avremo pirati dell’aria che hanno il loro avamposto in un deserto sabbioso illuminato da un triste e ingannevole faro, in una storia che sembrerebbe uscita dalla penna di Jules Verne (grande padre della fantascienza ottocentesca, guardacaso francese); guerre sanguinose combattute in esotici paesi steampunk che non risparmiano nemmeno i bambini (un po’ come in opere di Hayao Miyazaki come Laputa, Conan o Nausicaa, ma con meno ottimismo e con diverse citazioni visive a Gundam); isole deserte in cui perdersi in preda a terribili allucinazioni; una Cina futuristica ma oniricamente legata alla sua letteratura del passato; un buffo e romantico grassone barbuto con antenati vichinghi che parte all’avventura coinvolgendo la sua intera famiglia a interpretare degli antichi guerrieri dei mari farseschi come quelli di Asterix e i Normanni; un avventuriero inglese alla scoperta di una leggendaria città dell’oro; una fiaba dal sapore grottesco che rimanda a François Rabelais e ai suoi Gargantua e Pantagruel, ma anche al Re Gourmet di Dragon Ball con una spruzzatina di Asterix e il grande fossato; un’esplorazione di terre ghiacciate alla scoperta di antiche leggende e di un padre scomparso; una bella esploratrice che si avventura nella giungla africana fra feroci creature e tribù di selvaggi dal grande coraggio, a metà fra King Kong e il Tarzan di Edgar Rice Burroughs, con una spruzzata di Rudyard Kipling e La bella e la bestia.
Storie avventurose, sognanti, oniriche, tristi, surreali, evocative, crudeli, divertenti, commoventi, suggestive. Kourita ci mostra una grandissima varietà di temi e strutture narrative. Ci sono storie più o meno riuscite di altre, storie a lieto fine o molto tristi, viaggi avventurosi in terre inesplorate e incursioni negli incubi della mente, ma non ve ne saranno mai due uguali, con due personaggi che si somiglieranno o dalla struttura banale o noiosa. Ci sarà sempre un colpo di scena, un guizzo di originalità, un personaggio ben riuscito, un’ambientazione ben dipinta o un risvolto narrativo che ci farà sobbalzare.
Con sapiente maestria, fra le pagine dei suoi racconti, Kourita come Jules Verne critica la guerra, il razzismo, la bramosia e la cupidigia degli esseri umani, un uso errato della scienza, mentre invece esalta la speranza, il coraggio, la fantasia, la libertà, l’amore, i sogni, la curiosità, l’amicizia, la famiglia, la natura incontaminata, le tradizioni delle popolazioni tribali, l’onestà.
Non è un fumetto come gli altri, Aventurier. Anzi, è di difficile inquadramento, dato il suo essere un manga disegnato come un fumetto francese e il suo spaziare in innumerevoli storie, personaggi, ambientazioni e temi. Eppure, una cosa è certa: Aventurier è un grande atto d’amore nei confronti del Fumetto, di questa strana e bizzarra arte che spinge gli uomini di qualsiasi nazionalità a raccontare storie con disegni e balloon e che ci ha regalato nel corso degli anni diverse bellissime opere provenienti da diverse parti del mondo. Meravigliose avventure vissute ai quattro angoli del globo e poi raccolte come nei volumi di un’enorme biblioteca, per dirla come il nostro Christophe Kourita, un autore che trascende i confini territoriali proponendoci sogni cui tutti quanti, almeno una volta nella vita, abbiamo mirato, durante la fanciullezza, quando il nostro cuore non era in preda alle ansie e alle bramosie dell’età adulta.
Giunto in Italia sotto consiglio del maestro Jiro Taniguchi, che si dice estimatore delle atmosfere verniane suggerite dalla matita dell’autore, Aventurier si rivela invero essere un’opera più surreale, umoristica e bizzarra rispetto a quelle di Taniguchi, ma vi si ritrova lo stesso, identico, amore per il fumetto europeo, per la letteratura occidentale e per l’avventura perfettamente papabile in manga come Seton, L’uomo della tundra o Sky Hawk.
Aventurier arriva nel nostro paese in una bella edizione che non fa rimpiangere i cartonati francesi da libreria (di cui, purtroppo, condivide anche il prezzo) e fa la sua bella figura sugli scaffali.
Un piccolo gioiello unico nel suo genere, capace di evocare grandi sensazioni e di abbattere le barriere geografiche per far sognare i suoi lettori a prescindere dal loro paese d’origine e farli riflettere su tematiche universali. Un’opera che strizza ripetutamente gli occhi a diverse tradizioni fumettistiche e letterarie del nostro Occidente, reinventandole con un gusto un po’ orientale e un po’ europeo per creare qualcosa di bizzarro, immaginifico e particolare che sicuramente non lascia indifferenti.
Del resto, chi ha avuto la fortuna di visitare le sue librerie si sarà accorto i come i fumetti, di qualsiasi nazionalità, vengano lì tenuti in grandissima considerazione, esposti con orgoglio in lussuose (e costose) edizioni cartonate che li equiparano ai più blasonati romanzi.
Inoltre, negli ultimi tempi molti artisti italiani emergenti o dalle alterne fortune nel nostro paese, hanno invece trovato gran popolarità nell’Esagono, basti pensare al celeberrimo Alessandro Barbucci (Witch, Sky Doll) o ai più recenti Alex Crippa ed Emanuele Tenderini autori dello spassoso Dei.
Doveroso è poi ricordare che la Francia, e con essa il Belgio, è la patria di una delle più prolifiche e popolari tradizioni fumettistiche del mondo, basti pensare a nomi celeberrimi come René Goscinny, Albert Uderzo, Hergé, Moebius, Dupa o Peyo.
Eppure, nonostante i fumetti giapponesi siano molto popolari e venduti in Francia e abbiano stilisticamente influenzato molti autori più moderni, Francia e manga non si sono quasi mai incontrati, salvo rarissimi casi come il recente esperimento Akiba o Jiro Taniguchi, fumettista aperto al mercato francese che vanta collaborazioni con Moebius e Jean David Morvan. O, ancora, Christophe Kourita, l’autore di Aventurier (Bouken Yarou: Aventurier), recentemente approdato nel nostro paese per la Ronin Manga.
Chi è Christophe Kourita? E’ un singolare fumettista mezzo giapponese e mezzo francese, che ha passato la vita diviso fra i due paesi, ha esordito in Francia come autore di fumetti e lì ha anche lavorato come sceneggiatore per serie televisive, per poi tornare in Giappone e realizzare manga e coproduzioni animate franco-nipponiche.
Conformemente alla doppia nazionalità del suo autore, difatti, Aventurier è un manga che del manga ha praticamente soltanto il senso di lettura.
Kourita ha infatti uno stile di disegno tutt’altro che lineare o conforme con gli stilemi dei suoi conterranei, bensì surreale, bizzarro, divertente, caricaturale oltre ogni limite, più simile ai Rugrats di Nickelodeon, ma anche a Johann Sfar, al Pascal Brutal di Riad Sattouf, a Jacques Tardi.
Aventurier (che, giusto per rientrare in tema, si pronuncia alla francese e significa “avventuriero”) è una raccolta di racconti in volume unico che ha come tema l’avventura e ci farà visitare immaginari mondi fantastici e conoscere uomini intrepidi che compiono incredibili imprese. In poco più di trecento pagine avremo a che fare con strabilianti esplorazioni degne dei migliori Tin Tin del succitato Hergé o Les aventures de Blake et Mortimer di Edgar Pierre Jacobs.
I racconti che formano il volume ci parleranno di numerosi temi e ci permetteranno di fare la conoscenza di molti, differenti, posti e uomini. Avremo pirati dell’aria che hanno il loro avamposto in un deserto sabbioso illuminato da un triste e ingannevole faro, in una storia che sembrerebbe uscita dalla penna di Jules Verne (grande padre della fantascienza ottocentesca, guardacaso francese); guerre sanguinose combattute in esotici paesi steampunk che non risparmiano nemmeno i bambini (un po’ come in opere di Hayao Miyazaki come Laputa, Conan o Nausicaa, ma con meno ottimismo e con diverse citazioni visive a Gundam); isole deserte in cui perdersi in preda a terribili allucinazioni; una Cina futuristica ma oniricamente legata alla sua letteratura del passato; un buffo e romantico grassone barbuto con antenati vichinghi che parte all’avventura coinvolgendo la sua intera famiglia a interpretare degli antichi guerrieri dei mari farseschi come quelli di Asterix e i Normanni; un avventuriero inglese alla scoperta di una leggendaria città dell’oro; una fiaba dal sapore grottesco che rimanda a François Rabelais e ai suoi Gargantua e Pantagruel, ma anche al Re Gourmet di Dragon Ball con una spruzzatina di Asterix e il grande fossato; un’esplorazione di terre ghiacciate alla scoperta di antiche leggende e di un padre scomparso; una bella esploratrice che si avventura nella giungla africana fra feroci creature e tribù di selvaggi dal grande coraggio, a metà fra King Kong e il Tarzan di Edgar Rice Burroughs, con una spruzzata di Rudyard Kipling e La bella e la bestia.
Storie avventurose, sognanti, oniriche, tristi, surreali, evocative, crudeli, divertenti, commoventi, suggestive. Kourita ci mostra una grandissima varietà di temi e strutture narrative. Ci sono storie più o meno riuscite di altre, storie a lieto fine o molto tristi, viaggi avventurosi in terre inesplorate e incursioni negli incubi della mente, ma non ve ne saranno mai due uguali, con due personaggi che si somiglieranno o dalla struttura banale o noiosa. Ci sarà sempre un colpo di scena, un guizzo di originalità, un personaggio ben riuscito, un’ambientazione ben dipinta o un risvolto narrativo che ci farà sobbalzare.
Con sapiente maestria, fra le pagine dei suoi racconti, Kourita come Jules Verne critica la guerra, il razzismo, la bramosia e la cupidigia degli esseri umani, un uso errato della scienza, mentre invece esalta la speranza, il coraggio, la fantasia, la libertà, l’amore, i sogni, la curiosità, l’amicizia, la famiglia, la natura incontaminata, le tradizioni delle popolazioni tribali, l’onestà.
Non è un fumetto come gli altri, Aventurier. Anzi, è di difficile inquadramento, dato il suo essere un manga disegnato come un fumetto francese e il suo spaziare in innumerevoli storie, personaggi, ambientazioni e temi. Eppure, una cosa è certa: Aventurier è un grande atto d’amore nei confronti del Fumetto, di questa strana e bizzarra arte che spinge gli uomini di qualsiasi nazionalità a raccontare storie con disegni e balloon e che ci ha regalato nel corso degli anni diverse bellissime opere provenienti da diverse parti del mondo. Meravigliose avventure vissute ai quattro angoli del globo e poi raccolte come nei volumi di un’enorme biblioteca, per dirla come il nostro Christophe Kourita, un autore che trascende i confini territoriali proponendoci sogni cui tutti quanti, almeno una volta nella vita, abbiamo mirato, durante la fanciullezza, quando il nostro cuore non era in preda alle ansie e alle bramosie dell’età adulta.
Giunto in Italia sotto consiglio del maestro Jiro Taniguchi, che si dice estimatore delle atmosfere verniane suggerite dalla matita dell’autore, Aventurier si rivela invero essere un’opera più surreale, umoristica e bizzarra rispetto a quelle di Taniguchi, ma vi si ritrova lo stesso, identico, amore per il fumetto europeo, per la letteratura occidentale e per l’avventura perfettamente papabile in manga come Seton, L’uomo della tundra o Sky Hawk.
Aventurier arriva nel nostro paese in una bella edizione che non fa rimpiangere i cartonati francesi da libreria (di cui, purtroppo, condivide anche il prezzo) e fa la sua bella figura sugli scaffali.
Un piccolo gioiello unico nel suo genere, capace di evocare grandi sensazioni e di abbattere le barriere geografiche per far sognare i suoi lettori a prescindere dal loro paese d’origine e farli riflettere su tematiche universali. Un’opera che strizza ripetutamente gli occhi a diverse tradizioni fumettistiche e letterarie del nostro Occidente, reinventandole con un gusto un po’ orientale e un po’ europeo per creare qualcosa di bizzarro, immaginifico e particolare che sicuramente non lascia indifferenti.
La mia recensione sarà volutamente breve; una rapidissima panoramica volta ad invogliare i (purtroppo) pochi che visiteranno la pagina di questo immenso fumetto.
Come si evince dalla differenza tra nome e cognome, l'autore Christophe Kourita, pur avendo origini francesi, è cresciuto in Giappone, ed è tornato più volte al suo paese d'origine per collaborazioni e lavori sempre a carattere fumettistico. Per questo motivo di base, lo stile di Kourita oscilla tra il fumetto orientale e il fumetto occidentale, ovviamente con chiare influenze in particolare di quello d'oltralpe.
Il volume (unico) è composto da diverse storie che, pur avendo tutte come tema di base l'avventura, hanno origini e sviluppi completamente differenti l'una dall'altra. Essendo differenti tra loro, le tematiche trattate sono anch'esse a carattere vario e, sebbene talvolta (per non dire spesso) arrivino quasi a congiungersi e ad avvicinarsi tramite punti in comune, in maniera del tutto diversa attirano l'attenzione del lettore, per cercare di spingerlo a riflettere su esse. Gli spunti su cui pensare, su cui immaginare, su cui porsi molte domande, sono molteplici e di grande rilevanza.
L'immaginazione e la fantasia; questo si pensa sin dalle primissime pagine. Ed è inevitabile che sia così, vista l'incredibile mole di personaggi bizzarri, di situazioni stravaganti e di luoghi magici, fiabeschi, talvolta terrificanti, talvolta da sogno: Kourita in questo è un maestro. Pesci che camminano, esseri giganteschi e castelli sono solo un minuscolo esempio di quello che vi aspetta tra le 300 pagine che compongono Aventurier. E i disegni aiutano, eccome! Semplici e occidentali, ma con vistosi tratti manga, aprono sovente a paesaggi da lasciare a bocca spalancata, ambientazioni in cui i dettagli sono sempre ricercati e godibili.
Non solo allegria, ma anche morte; non solo sogni, ma anche paure. Questo è Aventurier.
Ve lo consiglio vivamente, se avete voglia di fare un bel viaggio con la fantasia; investite (e non spendete) questi 10 euro, e vi porterete a casa una grande opera: ci sarà pure un motivo se è stata perfino consigliata dal maestro Jiro Taniguchi, no?
Come si evince dalla differenza tra nome e cognome, l'autore Christophe Kourita, pur avendo origini francesi, è cresciuto in Giappone, ed è tornato più volte al suo paese d'origine per collaborazioni e lavori sempre a carattere fumettistico. Per questo motivo di base, lo stile di Kourita oscilla tra il fumetto orientale e il fumetto occidentale, ovviamente con chiare influenze in particolare di quello d'oltralpe.
Il volume (unico) è composto da diverse storie che, pur avendo tutte come tema di base l'avventura, hanno origini e sviluppi completamente differenti l'una dall'altra. Essendo differenti tra loro, le tematiche trattate sono anch'esse a carattere vario e, sebbene talvolta (per non dire spesso) arrivino quasi a congiungersi e ad avvicinarsi tramite punti in comune, in maniera del tutto diversa attirano l'attenzione del lettore, per cercare di spingerlo a riflettere su esse. Gli spunti su cui pensare, su cui immaginare, su cui porsi molte domande, sono molteplici e di grande rilevanza.
L'immaginazione e la fantasia; questo si pensa sin dalle primissime pagine. Ed è inevitabile che sia così, vista l'incredibile mole di personaggi bizzarri, di situazioni stravaganti e di luoghi magici, fiabeschi, talvolta terrificanti, talvolta da sogno: Kourita in questo è un maestro. Pesci che camminano, esseri giganteschi e castelli sono solo un minuscolo esempio di quello che vi aspetta tra le 300 pagine che compongono Aventurier. E i disegni aiutano, eccome! Semplici e occidentali, ma con vistosi tratti manga, aprono sovente a paesaggi da lasciare a bocca spalancata, ambientazioni in cui i dettagli sono sempre ricercati e godibili.
Non solo allegria, ma anche morte; non solo sogni, ma anche paure. Questo è Aventurier.
Ve lo consiglio vivamente, se avete voglia di fare un bel viaggio con la fantasia; investite (e non spendete) questi 10 euro, e vi porterete a casa una grande opera: ci sarà pure un motivo se è stata perfino consigliata dal maestro Jiro Taniguchi, no?