Stop!! Hibari-kun!
L'editoria manga ha visto, tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta, l'exploit del genere della commedia, sia essa più improntata sulle gag, sullo sport, sulla scuola. Grazie allo stratosferico successo delle opere di Mitsuru Adachi (Miyuki, Touch) e Rumiko Takahashi (Lamù - Uruseiyatsura, Maison Ikkoku), si sviluppa pian piano il genere della commedia romantica per un pubblico maschile, specialmente in casa Shogakukan: è emblematico il fatto che dei 20 manga pubblicati su Shounen Sunday nel 1983, ben undici siano commedie, sportive, sentimentali o umoristiche che dir si voglia (l'elenco qui riportato viene dai volumi di Puroresu Superstar Retsuden, manga di Ikki Kajiwara e Kunichika Harada pubblicato su Sunday tra il 1980 e il 1983).
La situazione in casa della rivale Shueisha era un po' diversa, in quanto Shounen Jump prediligeva più serie d'azione, ma il successo sempre crescente delle commedie sentimentali stava per cambiare le carte in tavola.
E' il 1981, quando sulle pagine di Shounen Jump fa il suo debutto la serie Stop! Hibari-kun, manga comico nato con la precisa intenzione di prendere in giro il genere di maggior successo della concorrenza, quello delle commedie romantiche. Lo firma Hisashi Eguchi, già in precedenza autore di Susume! Pirates, commedia farsesca sul baseball pubblicata in undici volumi tra il 1977 e il 1980 e amatissima dal pubblico giapponese grazie al gusto per le gag e ai disegni di belle ragazze, tanto da essere ancora oggi citata e ricordata dai quaranta-cinquantenni cresciuti con Jump. Nonostante l'autore fosse reduce dal flop della sua opera precedente, il gag manga Hinomaru Gekijo, i lettori hanno subito ritrovato in Stop! Hibari-kun l'Eguchi che avevano amato in Susume! Pirates, tanto da trasformare immediatamente in una hit il nuovo manga.
Stop! Hibari-kun è la storia del giovane Kosaku Sakamoto. Orfano di padre, alla morte della madre viene affidato alle cure di un vecchio amico di quest'ultima, Ibari Oozora, che lo adotta in casa sua. Kosaku scoprirà tuttavia, immediatamente, che Ibari è in realtà un capo yakuza, e che dovrà quindi dividere la casa con tutti i suoi sgangherati scagnozzi. C'è ad ogni modo qualcosa che trattiene Kosaku dallo scappare da quella casa assurda, ovvero le figlie di Ibari: Suzume, precoce bambina delle elementari; Tsubame, una studentessa come tante; Tsugumi, la maggiore, perfetta donna di casa, e soprattutto Hibari. Hibari ha la stessa età di Kosaku, è bionda, bellissima, e il nostro se ne innamora perdutamente, convinto che magari restare in una famiglia di yakuza non sarà così male, con lei al suo fianco. Fortunatamente, sembra che anche Hibari abbia avuto un colpo di fulmine per Kosaku, ma c'è un problema non indifferente: Hibari è... un ragazzo, è gay, si traveste da donna e si fa passare per una studentessa. Continuerà, dunque, a far impazzire sia il suo povero padre, che vorrebbe un erede maschio forte e virile e invece si ritrova un figlio che gira in biancheria femminile per casa, sia Kosaku, che sarà continua preda dei suoi attacchi amorosi e delle sue gelosie e invischiato in un'interminabile serie di equivoci e guai, dato che vive con la "ragazza" più popolare della scuola, che per giunta gli sta sempre appiccicata, e i numerosi spasimanti di Hibari non lo accettano.
Dotato di una comicità irresistibile, Stop! Hibari-kun è un manga che fa ridere a crepapelle, che prende in giro tutto e tutti: dai serissimi mafiosi mitizzati da tanti vecchi film -che qui diventano una manica di cretini- a una rivale in amore apparentemente graziosissima e similissima alla popolare idol anni ottanta Hiroko Yakushimaru -che però sotto sotto si rivela una cacciatrice di uomini-, dai popolarissimi idoli della scuola -che non accettano minimamente di trovare una ragazza che non subisca il loro fascino- al serissimo asso della squadra di pallavolo femminile, cresciuta in una famiglia dove tutti sono sessualmente ambigui. Non la scampano nemmeno i colleghi mangaka: Masami Kurumada, Kenji Minomo, il Rocky Joe di Tetsuya Chiba, il Dr. Slump di Akira Toriyama e il Kick Off di Taku Chiba (ripetutamente preso in giro e parodiato per il peculiare stile grafico delle sue scene d'amore) sono vittima di continui scherni e parodie tra una gag e l'altra.
Vi sono tormentoni che si ripetono in maniera sempre più assurda, come i vari "attacchi" di Hibari in biancheria intima nel letto di Kosaku (magari reduce da strambi sogni d'amore tra lui e Hibari), gli allucinanti modi in cui il gigante buono Seiji si ingegna per svegliare Kosaku la mattina spaventandolo con travestimenti e scherzi vari, o la figura del "coccodrillo bianco", una misteriosa creatura che appare a papà Ibari quando suo figlio lo fa impazzire, ma che arriva anche a manifestarsi in vari modi come vera e propria mascotte della serie.
L'autore gioca coi meccanismi della commedia e del romanticismo, creando un gioco delle coppie dalla risoluzione impossibile, ritiri scolastici, rivali in amore sempre pronti ad attaccare e a finire malissimo. Stop! Hibari-kun è un gioco, e l'autore orchestra tutto da dietro le quinte prendendo in giro i propri lettori che si aspettano una commedia romantica e invece ottengono un gag manga.
"E' l'antitesi della commedia romantica", "E' qualcosa che va oltre le gag e oltre la commedia romantica" dicono i fan che di Hibari, inaspettatamente, si sono innamorati, al punto da farlo/a figurare tra le "eroine della commedia romantica anni ottanta" celebrate da un recente mook, nonostante, come abbiamo detto, in realtà sia un maschio.
A dispetto del foltissimo cast di personaggi tutti uno più fuori di testa dell'altro, ce lo dice il titolo, è Hibari la vera star della serie. L'autore si è impegnato tantissimo nel renderlo il più femminile possibile, sfruttando al massimo tutte le sue abilità di illustratore nel disegnare Hibari come una ragazza carina protagonista di una commedia sentimentale, in modo da rendere credibili e coinvolgenti le scene "romantiche" con Kosaku e far sì che i lettori vi si affezionassero. Beh, ha funzionato: il lettore si dimentica subito, se non viene fatto notare in qualche gag, che Hibari è in realtà un maschio, e finisce per prendersi terribilmente a cuore questo personaggio e il suo amore impossibile, e allo stesso tempo si comprende la confusione di Kosaku, che non ne vuole proprio sapere di mettersi con un ragazzo ma al fascino di Hibari non è indifferente e sotto sotto vorrebbe che fosse soltanto "sua".
"E' qualcosa che va oltre la gag e oltre la commedia romantica", dicevamo, e leggendo Stop! Hibari-kun ce ne rendiamo conto perfettamente, perché ci troveremo ad appassionarci ad una storia d'amore impossibile e a non prendercela neanche troppo se l'autore non prende mai sul serio la vicenda che ci sta raccontando.
A Eguchi non interessa trattare in modo serio e drammatico la situazione degli omosessuali nel Giappone anni ottanta, ma il suo protagonista omosessuale è un personaggio straordinariamente forte, che sa quel che vuole, non si nasconde e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, risultando allo stesso tempo anche un personaggio molto tenero e decisamente moderno, tipicamente figlio di quel Giappone anni ottanta che stava vivendo lo scontro generazionale tra gli adulti tradizionalisti e i giovani proiettati verso la modernità e le mode occidentali. Per quanto venga costantemente apostrofato come "pervertito" dal padre, da Kosaku e da molti altri, Hibari è sempre trattato con grande rispetto, l'autore e i lettori stanno decisamente dalla sua parte. E, leggendo il manga, finiremo indubbiamente per innamorarcene, tifare per lui, ridere insieme a lui.
Stop! Hibari-kun è una commedia scoppiettante che non può per forza di cose portare avanti la sua "trama principale" (la love story tra Kosaku e Hibari) a meno di non virare sul drammatico, ma può usarla come molla per fare innescare episodi divertentissimi di ogni genere, presentando un'infinita di personaggi folli, di rivali che vogliono Hibari non sapendo che è un ragazzo, di compagni di scuola che cercano l'amore ma falliscono ripetutamente nelle loro avances, di mafiosi che dovrebbero essere violenti e temibili e invece sono dei grandissimi idioti. Le gag sono innumerevoli, tra citazioni, parodie, continui giochi di parole e personaggi tutti uno più strambo dell'altro non si può non ridere, con un effetto estremamente simile a quello delle commedie di Rumiko Takahashi, che probabilmente con Stop! Hibari-kun si sono anche influenzate a vicenda: l'irascibile vedovo Soun Tendo con le sue tre figlie e i giochi con l'ambiguità sessuale di Ranma 1/2 probabilmente nascono anche un po' da qui.
E, con Ranma 1/2, Stop! Hibari-kun condivide, ahimé, anche il difetto più grande, ossia la mancanza di un finale vero e proprio. Nel nostro caso anche un po' inevitabilmente, dato che l'amore tra i due protagonisti è davvero impossibile che si concretizzi, ma in realtà la causa dell'interruzione del manga, al quarto volumetto, nel 1984, pare essere un'altra, e cioé... l'eccessiva bellezza di Hibari!
Eguchi ha infatti preso talmente sul serio la sua missione di "disegnare Hibari il più possibile come una ragazza carina per prendere in giro i lettori che si aspettavano una commedia romantica" da prendersi un sacco di tempo per disegnare le tavole, le pin up, le illustrazioni a colori. Non riuscendo a completare tutte le tavole in tempo per una serializzazione settimanale, aveva chiesto invano alla redazione una serializzazione più irregolare, col risultato che il manga è stato cancellato e l'autore ha poco dopo lasciato la carriera di mangaka per diventare un illustratore e character designer che continua ancora oggi a lavorare con successo.
Stop! Hibari-kun non ha dunque un finale: l'ultimo capitolo non ha certo il sapore di una conclusione, ma ancora una volta quello di una burla. Ma, come in Ranma 1/2, arriveremo alla conclusione scoprendo che in realtà non ci interessa come va a finire la storia d'amore tra Kosaku e Hibari, che immaginiamo non possa finire senza trasformare Stop! Hibari-kun nel manga serio e drammatico che non è mai voluto essere, in quanto ci piace vederli lì, sotto lo stesso tetto, eterni studenti che giocano con l'amore e la sessualità senza mai andare fino in fondo, in un'eterna adolescenza fatta di amicizia, assurdità e allegria.
La mancanza di un finale non ha avuto, tuttavia, la minima importanza per i fan giapponesi, che hanno continuato ad amare Stop! Hibari-kun nel corso dei decenni, rendendolo una pietra miliare della commedia manga, popolarissimo all'epoca della pubblicazione.
Un recente sondaggio lo riporta nella top 10 dei manga anni ottanta di Shounen Jump che gli attuali quaranta-cinquantenni vorrebbero far leggere ai ragazzi di oggi, continua ad uscire nuovo merchandise dedicato, il manga è stato ripubblicato in numerose nuove edizioni e l'autore Hisashi Eguchi risulta ancora oggi un mito per chi vuole studiare i manga e il disegno.
All'epoca della pubblicazione l'opera si era fatta conoscere anche grazie all'adattamento animato di Toei Animation, andato in onda tra il 1983 e il 1984 in 35 episodi e rimasto impresso nella memoria collettiva per l'accattivante sigla d'apertura, la comicità e lo splendido lavoro dei doppiatori. L'anime ha molti episodi divertentissimi scritti appositamente per la TV e un "non finale" ancora più assurdo di quello del manga, ma in un certo senso riesce a coronare l'impossibile sogno d'amore dei protagonisti, in quanto Toru Furuya, doppiatore di Kosaku, e Satomi Majima, doppiatrice di Hibari, si sposeranno qualche tempo dopo la fine della serie e sono tuttora una coppia felice.
A livello grafico, Stop! Hibari-kun è perfettamente figlio della sua epoca, con echi di Akira Toriyama, Hideo Azuma e molti altri. Eguchi è un disegnatore espertissimo, che parte con uno stile semplicissimo ma riesce anche a storpiare e rendere buffissimi i suoi personaggi nelle numerose gag che costellano la storia, oltre a mettere tutto se stesso nella raffigurazione di Hibari, nei dettagli dei suoi vestiti o accessori e in meravigliose illustrazioni a colori.
Il character design dei personaggi ci ricorda non poco il Kimagure Orange Road degli esordi, e forse non è un caso che, una volta cancellato Stop! Hibari-kun, appaia su Jump un manga dallo stile molto simile ma che, stavolta, è una vera (e meno problematica) commedia romantica, il cui protagonista, esteticamente così simile a Kosaku, avrà poi anche lui la voce di Toru Furuya nella versione animata di qualche anno più tardi.
Come Akira Toriyama in Dr. Slump e Izumi Matsumoto in Kimagure Orange Road (ma tu guarda), anche Hisashi Eguchi ama infiltrarsi nella sua storia, spendere le pagine tra un capitolo e l'altro per raccontarci di sé, di come (non) lavora, di come si rapporta con gli assistenti, della musica che ascolta.
Coconino Press ci presenta Stop! Hibari-kun in tre volumoni da 250-300 pagine l'uno, con tavole a colori e un apparato redazionale mastodontico, con numerose note esplicative che ci svelano tutti i segreti delle miriadi di citazioni d'epoca Showa che Hisashi Eguchi sciorina di volta in volta, oltre a spiegarci gli innumerevoli giochi di parole, che non vengono adattati in qualcosa di diverso e più comprensibile ai lettori italiani ma tradotti letteralmente e poi spiegati in nota (ma fanno ridere a crepapelle anche così, nella maggior parte dei casi).
I tre volumi sono usciti tra il giugno 2019 e il giugno 2020 e sono disponibili anche e soprattutto nelle librerie di varia al prezzo di 18 euro ciascuno.
Al giorno d'oggi, possiamo intendere Stop! Hibari-kun come un manifesto d'epoca Showa piuttosto che come il manga mainstream di Jump che era un tempo. E' un fumetto che va inquadrato nel suo tempo di pubblicazione, quindi magari alcune gag risultano un po' superate e bisogna fare un po' di "studio" sulle mille cose d'epoca Showa che si citano qua e là, cosa che magari può allontanare i lettori un po' più giovani, ma è ancora molto moderno nella caratterizzazione del suo protagonista e fa ancora morire dal ridere per i personaggi strambi, le citazioni, le parodie, gli equivoci e le gag.
Chi ha amato le commedie anni ottanta, Rumiko Takahashi, Orange Road, non può lasciarselo sfuggire. In Giappone è una pietra miliare che è rimasta nel cuore di tantissimi fan e che ha influenzato il futuro mercato dei manga in tantissime cose, nonostante sia allo stesso tempo un gag manga, una commedia sentimentale, entrambe e nessuna di queste cose e perciò è un po' difficile inquadrarlo, ma anche così finiremo per amarlo. Non ha un finale, ma la sua mancanza non pesa se non nella misura in cui ci saremo affezionati così tanto ai personaggi che vorremmo continuare a ridere con loro all'infinito.
La situazione in casa della rivale Shueisha era un po' diversa, in quanto Shounen Jump prediligeva più serie d'azione, ma il successo sempre crescente delle commedie sentimentali stava per cambiare le carte in tavola.
E' il 1981, quando sulle pagine di Shounen Jump fa il suo debutto la serie Stop! Hibari-kun, manga comico nato con la precisa intenzione di prendere in giro il genere di maggior successo della concorrenza, quello delle commedie romantiche. Lo firma Hisashi Eguchi, già in precedenza autore di Susume! Pirates, commedia farsesca sul baseball pubblicata in undici volumi tra il 1977 e il 1980 e amatissima dal pubblico giapponese grazie al gusto per le gag e ai disegni di belle ragazze, tanto da essere ancora oggi citata e ricordata dai quaranta-cinquantenni cresciuti con Jump. Nonostante l'autore fosse reduce dal flop della sua opera precedente, il gag manga Hinomaru Gekijo, i lettori hanno subito ritrovato in Stop! Hibari-kun l'Eguchi che avevano amato in Susume! Pirates, tanto da trasformare immediatamente in una hit il nuovo manga.
Stop! Hibari-kun è la storia del giovane Kosaku Sakamoto. Orfano di padre, alla morte della madre viene affidato alle cure di un vecchio amico di quest'ultima, Ibari Oozora, che lo adotta in casa sua. Kosaku scoprirà tuttavia, immediatamente, che Ibari è in realtà un capo yakuza, e che dovrà quindi dividere la casa con tutti i suoi sgangherati scagnozzi. C'è ad ogni modo qualcosa che trattiene Kosaku dallo scappare da quella casa assurda, ovvero le figlie di Ibari: Suzume, precoce bambina delle elementari; Tsubame, una studentessa come tante; Tsugumi, la maggiore, perfetta donna di casa, e soprattutto Hibari. Hibari ha la stessa età di Kosaku, è bionda, bellissima, e il nostro se ne innamora perdutamente, convinto che magari restare in una famiglia di yakuza non sarà così male, con lei al suo fianco. Fortunatamente, sembra che anche Hibari abbia avuto un colpo di fulmine per Kosaku, ma c'è un problema non indifferente: Hibari è... un ragazzo, è gay, si traveste da donna e si fa passare per una studentessa. Continuerà, dunque, a far impazzire sia il suo povero padre, che vorrebbe un erede maschio forte e virile e invece si ritrova un figlio che gira in biancheria femminile per casa, sia Kosaku, che sarà continua preda dei suoi attacchi amorosi e delle sue gelosie e invischiato in un'interminabile serie di equivoci e guai, dato che vive con la "ragazza" più popolare della scuola, che per giunta gli sta sempre appiccicata, e i numerosi spasimanti di Hibari non lo accettano.
Dotato di una comicità irresistibile, Stop! Hibari-kun è un manga che fa ridere a crepapelle, che prende in giro tutto e tutti: dai serissimi mafiosi mitizzati da tanti vecchi film -che qui diventano una manica di cretini- a una rivale in amore apparentemente graziosissima e similissima alla popolare idol anni ottanta Hiroko Yakushimaru -che però sotto sotto si rivela una cacciatrice di uomini-, dai popolarissimi idoli della scuola -che non accettano minimamente di trovare una ragazza che non subisca il loro fascino- al serissimo asso della squadra di pallavolo femminile, cresciuta in una famiglia dove tutti sono sessualmente ambigui. Non la scampano nemmeno i colleghi mangaka: Masami Kurumada, Kenji Minomo, il Rocky Joe di Tetsuya Chiba, il Dr. Slump di Akira Toriyama e il Kick Off di Taku Chiba (ripetutamente preso in giro e parodiato per il peculiare stile grafico delle sue scene d'amore) sono vittima di continui scherni e parodie tra una gag e l'altra.
Vi sono tormentoni che si ripetono in maniera sempre più assurda, come i vari "attacchi" di Hibari in biancheria intima nel letto di Kosaku (magari reduce da strambi sogni d'amore tra lui e Hibari), gli allucinanti modi in cui il gigante buono Seiji si ingegna per svegliare Kosaku la mattina spaventandolo con travestimenti e scherzi vari, o la figura del "coccodrillo bianco", una misteriosa creatura che appare a papà Ibari quando suo figlio lo fa impazzire, ma che arriva anche a manifestarsi in vari modi come vera e propria mascotte della serie.
L'autore gioca coi meccanismi della commedia e del romanticismo, creando un gioco delle coppie dalla risoluzione impossibile, ritiri scolastici, rivali in amore sempre pronti ad attaccare e a finire malissimo. Stop! Hibari-kun è un gioco, e l'autore orchestra tutto da dietro le quinte prendendo in giro i propri lettori che si aspettano una commedia romantica e invece ottengono un gag manga.
"E' l'antitesi della commedia romantica", "E' qualcosa che va oltre le gag e oltre la commedia romantica" dicono i fan che di Hibari, inaspettatamente, si sono innamorati, al punto da farlo/a figurare tra le "eroine della commedia romantica anni ottanta" celebrate da un recente mook, nonostante, come abbiamo detto, in realtà sia un maschio.
A dispetto del foltissimo cast di personaggi tutti uno più fuori di testa dell'altro, ce lo dice il titolo, è Hibari la vera star della serie. L'autore si è impegnato tantissimo nel renderlo il più femminile possibile, sfruttando al massimo tutte le sue abilità di illustratore nel disegnare Hibari come una ragazza carina protagonista di una commedia sentimentale, in modo da rendere credibili e coinvolgenti le scene "romantiche" con Kosaku e far sì che i lettori vi si affezionassero. Beh, ha funzionato: il lettore si dimentica subito, se non viene fatto notare in qualche gag, che Hibari è in realtà un maschio, e finisce per prendersi terribilmente a cuore questo personaggio e il suo amore impossibile, e allo stesso tempo si comprende la confusione di Kosaku, che non ne vuole proprio sapere di mettersi con un ragazzo ma al fascino di Hibari non è indifferente e sotto sotto vorrebbe che fosse soltanto "sua".
"E' qualcosa che va oltre la gag e oltre la commedia romantica", dicevamo, e leggendo Stop! Hibari-kun ce ne rendiamo conto perfettamente, perché ci troveremo ad appassionarci ad una storia d'amore impossibile e a non prendercela neanche troppo se l'autore non prende mai sul serio la vicenda che ci sta raccontando.
A Eguchi non interessa trattare in modo serio e drammatico la situazione degli omosessuali nel Giappone anni ottanta, ma il suo protagonista omosessuale è un personaggio straordinariamente forte, che sa quel che vuole, non si nasconde e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, risultando allo stesso tempo anche un personaggio molto tenero e decisamente moderno, tipicamente figlio di quel Giappone anni ottanta che stava vivendo lo scontro generazionale tra gli adulti tradizionalisti e i giovani proiettati verso la modernità e le mode occidentali. Per quanto venga costantemente apostrofato come "pervertito" dal padre, da Kosaku e da molti altri, Hibari è sempre trattato con grande rispetto, l'autore e i lettori stanno decisamente dalla sua parte. E, leggendo il manga, finiremo indubbiamente per innamorarcene, tifare per lui, ridere insieme a lui.
Stop! Hibari-kun è una commedia scoppiettante che non può per forza di cose portare avanti la sua "trama principale" (la love story tra Kosaku e Hibari) a meno di non virare sul drammatico, ma può usarla come molla per fare innescare episodi divertentissimi di ogni genere, presentando un'infinita di personaggi folli, di rivali che vogliono Hibari non sapendo che è un ragazzo, di compagni di scuola che cercano l'amore ma falliscono ripetutamente nelle loro avances, di mafiosi che dovrebbero essere violenti e temibili e invece sono dei grandissimi idioti. Le gag sono innumerevoli, tra citazioni, parodie, continui giochi di parole e personaggi tutti uno più strambo dell'altro non si può non ridere, con un effetto estremamente simile a quello delle commedie di Rumiko Takahashi, che probabilmente con Stop! Hibari-kun si sono anche influenzate a vicenda: l'irascibile vedovo Soun Tendo con le sue tre figlie e i giochi con l'ambiguità sessuale di Ranma 1/2 probabilmente nascono anche un po' da qui.
E, con Ranma 1/2, Stop! Hibari-kun condivide, ahimé, anche il difetto più grande, ossia la mancanza di un finale vero e proprio. Nel nostro caso anche un po' inevitabilmente, dato che l'amore tra i due protagonisti è davvero impossibile che si concretizzi, ma in realtà la causa dell'interruzione del manga, al quarto volumetto, nel 1984, pare essere un'altra, e cioé... l'eccessiva bellezza di Hibari!
Eguchi ha infatti preso talmente sul serio la sua missione di "disegnare Hibari il più possibile come una ragazza carina per prendere in giro i lettori che si aspettavano una commedia romantica" da prendersi un sacco di tempo per disegnare le tavole, le pin up, le illustrazioni a colori. Non riuscendo a completare tutte le tavole in tempo per una serializzazione settimanale, aveva chiesto invano alla redazione una serializzazione più irregolare, col risultato che il manga è stato cancellato e l'autore ha poco dopo lasciato la carriera di mangaka per diventare un illustratore e character designer che continua ancora oggi a lavorare con successo.
Stop! Hibari-kun non ha dunque un finale: l'ultimo capitolo non ha certo il sapore di una conclusione, ma ancora una volta quello di una burla. Ma, come in Ranma 1/2, arriveremo alla conclusione scoprendo che in realtà non ci interessa come va a finire la storia d'amore tra Kosaku e Hibari, che immaginiamo non possa finire senza trasformare Stop! Hibari-kun nel manga serio e drammatico che non è mai voluto essere, in quanto ci piace vederli lì, sotto lo stesso tetto, eterni studenti che giocano con l'amore e la sessualità senza mai andare fino in fondo, in un'eterna adolescenza fatta di amicizia, assurdità e allegria.
La mancanza di un finale non ha avuto, tuttavia, la minima importanza per i fan giapponesi, che hanno continuato ad amare Stop! Hibari-kun nel corso dei decenni, rendendolo una pietra miliare della commedia manga, popolarissimo all'epoca della pubblicazione.
Un recente sondaggio lo riporta nella top 10 dei manga anni ottanta di Shounen Jump che gli attuali quaranta-cinquantenni vorrebbero far leggere ai ragazzi di oggi, continua ad uscire nuovo merchandise dedicato, il manga è stato ripubblicato in numerose nuove edizioni e l'autore Hisashi Eguchi risulta ancora oggi un mito per chi vuole studiare i manga e il disegno.
All'epoca della pubblicazione l'opera si era fatta conoscere anche grazie all'adattamento animato di Toei Animation, andato in onda tra il 1983 e il 1984 in 35 episodi e rimasto impresso nella memoria collettiva per l'accattivante sigla d'apertura, la comicità e lo splendido lavoro dei doppiatori. L'anime ha molti episodi divertentissimi scritti appositamente per la TV e un "non finale" ancora più assurdo di quello del manga, ma in un certo senso riesce a coronare l'impossibile sogno d'amore dei protagonisti, in quanto Toru Furuya, doppiatore di Kosaku, e Satomi Majima, doppiatrice di Hibari, si sposeranno qualche tempo dopo la fine della serie e sono tuttora una coppia felice.
A livello grafico, Stop! Hibari-kun è perfettamente figlio della sua epoca, con echi di Akira Toriyama, Hideo Azuma e molti altri. Eguchi è un disegnatore espertissimo, che parte con uno stile semplicissimo ma riesce anche a storpiare e rendere buffissimi i suoi personaggi nelle numerose gag che costellano la storia, oltre a mettere tutto se stesso nella raffigurazione di Hibari, nei dettagli dei suoi vestiti o accessori e in meravigliose illustrazioni a colori.
Il character design dei personaggi ci ricorda non poco il Kimagure Orange Road degli esordi, e forse non è un caso che, una volta cancellato Stop! Hibari-kun, appaia su Jump un manga dallo stile molto simile ma che, stavolta, è una vera (e meno problematica) commedia romantica, il cui protagonista, esteticamente così simile a Kosaku, avrà poi anche lui la voce di Toru Furuya nella versione animata di qualche anno più tardi.
Come Akira Toriyama in Dr. Slump e Izumi Matsumoto in Kimagure Orange Road (ma tu guarda), anche Hisashi Eguchi ama infiltrarsi nella sua storia, spendere le pagine tra un capitolo e l'altro per raccontarci di sé, di come (non) lavora, di come si rapporta con gli assistenti, della musica che ascolta.
Coconino Press ci presenta Stop! Hibari-kun in tre volumoni da 250-300 pagine l'uno, con tavole a colori e un apparato redazionale mastodontico, con numerose note esplicative che ci svelano tutti i segreti delle miriadi di citazioni d'epoca Showa che Hisashi Eguchi sciorina di volta in volta, oltre a spiegarci gli innumerevoli giochi di parole, che non vengono adattati in qualcosa di diverso e più comprensibile ai lettori italiani ma tradotti letteralmente e poi spiegati in nota (ma fanno ridere a crepapelle anche così, nella maggior parte dei casi).
I tre volumi sono usciti tra il giugno 2019 e il giugno 2020 e sono disponibili anche e soprattutto nelle librerie di varia al prezzo di 18 euro ciascuno.
Al giorno d'oggi, possiamo intendere Stop! Hibari-kun come un manifesto d'epoca Showa piuttosto che come il manga mainstream di Jump che era un tempo. E' un fumetto che va inquadrato nel suo tempo di pubblicazione, quindi magari alcune gag risultano un po' superate e bisogna fare un po' di "studio" sulle mille cose d'epoca Showa che si citano qua e là, cosa che magari può allontanare i lettori un po' più giovani, ma è ancora molto moderno nella caratterizzazione del suo protagonista e fa ancora morire dal ridere per i personaggi strambi, le citazioni, le parodie, gli equivoci e le gag.
Chi ha amato le commedie anni ottanta, Rumiko Takahashi, Orange Road, non può lasciarselo sfuggire. In Giappone è una pietra miliare che è rimasta nel cuore di tantissimi fan e che ha influenzato il futuro mercato dei manga in tantissime cose, nonostante sia allo stesso tempo un gag manga, una commedia sentimentale, entrambe e nessuna di queste cose e perciò è un po' difficile inquadrarlo, ma anche così finiremo per amarlo. Non ha un finale, ma la sua mancanza non pesa se non nella misura in cui ci saremo affezionati così tanto ai personaggi che vorremmo continuare a ridere con loro all'infinito.