Love Order 200X
Love Order 200X è una miniserie josei, composta da 4 volumi, scritti e disegnati da Reiko Michizuki, editi da Flashbook.
Ero partita scettica e con poche aspettative, ma dopo la lettura del primo numero mi sono dovuta ricredere sul valore di quest'opera; mi sono trovata tra le mani una storia realistica quanto basta, in cui potrebbe essere facile immedesimarsi per alcune situazioni narrate, per quanto l'incipit iniziale possa apparire un po' scontato e comune.
Il messaggio è molto più profondo, e si palesa gradualmente attraverso le vicende personali dei vari personaggi, il loro vissuto e i cambiamenti che seguiranno.
Il tema centrale del racconto a mio avviso è l'amore e le reali problematiche ad esso legate, i tradimenti, le aspettative della coppia, come va vissuta una relazione e quali possono essere i motivi che portano due persone a separarsi e cercare altrove, in una relazione clandestina, magari, quello che manca per essere davvero felici.
Qui, le sorti di otto persone, quattro uomini e altrettante donne, finiscono per intrecciarsi in maniera quasi predestinata, inbastendo una trama che collega i fili delle loro esistenze, tra amori illusori, cinismo, ricatti e tradimenti, ossessioni e passioni malate, fragilità e insicurezze.
Un marito tradisce abitualmente la moglie, che consapevole delle infedeltà del coniuge, sembra rassegnata a vivere una vita vuota e priva di veri sentimenti, finchè stanca, decide di divorziare, prendere in mano la sua vita e trasformarla.
Due giovani conviventi finiscono per tradirsi a vicenda, perchè annoiati dalla quotidianità della loro esistenza, senza rendersi conto di quanto sia preziosa e importante quella quotidianità, data troppo spesso per scontata.
Un uomo maturo fa i conti col suo passato e il risentimento di un figlio, e una giovane modella è ossessionata dall'amore per un uomo, al punto di essere disposta a tutto per legarlo a sè, traducendo il concetto di amore con il possesso dell'altro, confondendo un legame che dovrebbe essere una libera scelta reciproca con una catena opprimente.
Ogni personaggio farà il suo percorso più o meno tortuoso e tormentato per capire cosa vuole davvero, cosa è davvero importante, e dare un senso vero alla sua vita e ai suoi sentimenti, in che direzione puntarli per trovare l'equilibrio e la forza di andare sempre avanti.
C'è chi ha l'esperienza e la saggezza degli anni, come la bella dottoressa, donna matura dall'aspetto giovanile, che alla fine delle sue giornate, la sera va a bere un drink al 'Memento Mori', - ricordati che devi morire, quindi vivi la vita pienamente - locale dove si intrecciano i destini dei vari protagonisti, luogo dove avvengono i loro incontri, dove si relazionano le loro esistenze in maniera quasi incredibile.
Tutto fa parte del messaggio ultimo di questa storia, sintetizzato nel concetto che qualsiasi sentimento umano, se è buono o cattivo, dipende solo da noi, dalle nostre scelte.
La dottoressa è direi il personaggio veramente positivo del gruppo, coglie sempre il lato migliore delle situazioni, fa tesoro di tutte le esperienze positive o negative che siano, trasformandole in doni; fiduciosa, vive pienamente la sua vita con intensità, senza rimpianti o rimorsi.
Probabilmente i percorsi degli altri personaggi, confluiscono in lei, che li rappresenta un po' tutti: moglie, madre, vedova, realizzata nel lavoro e nella vita sentimentale, consapevole di sè e libera di amare, capace di lasciare andare quando è il momento, senza traumi e dolori.
Il suo destino è un cerchio che si chiude, quello che per tutti gli altri sarà un nuovo inizio.
I disegni non hanno caratteristiche particolari, ma sono chiari e limpidi, esteticamente molto gradevoli e impostati in maniera realistica nella resa delle figure e delle loro espressioni, curati i dettagli e buona la resa degli sfondi, anche quando semplicemente suggeriti dal tratto fine della mangaka.
Una buona serie che si legge volentieri, capace di indurre qualche riflessione interessante, che può attirare un pubblico un po' più maturo, non troppo adatto a chi cerca solo una lettura d'evasione. Carine le storie extra dell'ultimo volume che raccontano l'amore declinato in altre forme.
Ero partita scettica e con poche aspettative, ma dopo la lettura del primo numero mi sono dovuta ricredere sul valore di quest'opera; mi sono trovata tra le mani una storia realistica quanto basta, in cui potrebbe essere facile immedesimarsi per alcune situazioni narrate, per quanto l'incipit iniziale possa apparire un po' scontato e comune.
Il messaggio è molto più profondo, e si palesa gradualmente attraverso le vicende personali dei vari personaggi, il loro vissuto e i cambiamenti che seguiranno.
Il tema centrale del racconto a mio avviso è l'amore e le reali problematiche ad esso legate, i tradimenti, le aspettative della coppia, come va vissuta una relazione e quali possono essere i motivi che portano due persone a separarsi e cercare altrove, in una relazione clandestina, magari, quello che manca per essere davvero felici.
Qui, le sorti di otto persone, quattro uomini e altrettante donne, finiscono per intrecciarsi in maniera quasi predestinata, inbastendo una trama che collega i fili delle loro esistenze, tra amori illusori, cinismo, ricatti e tradimenti, ossessioni e passioni malate, fragilità e insicurezze.
Un marito tradisce abitualmente la moglie, che consapevole delle infedeltà del coniuge, sembra rassegnata a vivere una vita vuota e priva di veri sentimenti, finchè stanca, decide di divorziare, prendere in mano la sua vita e trasformarla.
Due giovani conviventi finiscono per tradirsi a vicenda, perchè annoiati dalla quotidianità della loro esistenza, senza rendersi conto di quanto sia preziosa e importante quella quotidianità, data troppo spesso per scontata.
Un uomo maturo fa i conti col suo passato e il risentimento di un figlio, e una giovane modella è ossessionata dall'amore per un uomo, al punto di essere disposta a tutto per legarlo a sè, traducendo il concetto di amore con il possesso dell'altro, confondendo un legame che dovrebbe essere una libera scelta reciproca con una catena opprimente.
Ogni personaggio farà il suo percorso più o meno tortuoso e tormentato per capire cosa vuole davvero, cosa è davvero importante, e dare un senso vero alla sua vita e ai suoi sentimenti, in che direzione puntarli per trovare l'equilibrio e la forza di andare sempre avanti.
C'è chi ha l'esperienza e la saggezza degli anni, come la bella dottoressa, donna matura dall'aspetto giovanile, che alla fine delle sue giornate, la sera va a bere un drink al 'Memento Mori', - ricordati che devi morire, quindi vivi la vita pienamente - locale dove si intrecciano i destini dei vari protagonisti, luogo dove avvengono i loro incontri, dove si relazionano le loro esistenze in maniera quasi incredibile.
Tutto fa parte del messaggio ultimo di questa storia, sintetizzato nel concetto che qualsiasi sentimento umano, se è buono o cattivo, dipende solo da noi, dalle nostre scelte.
La dottoressa è direi il personaggio veramente positivo del gruppo, coglie sempre il lato migliore delle situazioni, fa tesoro di tutte le esperienze positive o negative che siano, trasformandole in doni; fiduciosa, vive pienamente la sua vita con intensità, senza rimpianti o rimorsi.
Probabilmente i percorsi degli altri personaggi, confluiscono in lei, che li rappresenta un po' tutti: moglie, madre, vedova, realizzata nel lavoro e nella vita sentimentale, consapevole di sè e libera di amare, capace di lasciare andare quando è il momento, senza traumi e dolori.
Il suo destino è un cerchio che si chiude, quello che per tutti gli altri sarà un nuovo inizio.
I disegni non hanno caratteristiche particolari, ma sono chiari e limpidi, esteticamente molto gradevoli e impostati in maniera realistica nella resa delle figure e delle loro espressioni, curati i dettagli e buona la resa degli sfondi, anche quando semplicemente suggeriti dal tratto fine della mangaka.
Una buona serie che si legge volentieri, capace di indurre qualche riflessione interessante, che può attirare un pubblico un po' più maturo, non troppo adatto a chi cerca solo una lettura d'evasione. Carine le storie extra dell'ultimo volume che raccontano l'amore declinato in altre forme.
"Love Order 200X" è uno josei di Reiko Mochizuki proposto dalla Flashbook in quattro volumi. Ho recuperato questa serie dopo anni e con la maturità di trentenne, trattandosi di una storia comprensibile principalmente da un pubblico adulto. Suggerisco questa serie a uomini e donne interessati ad affrontare delle tematiche di coppia con una lente realistica. Il messaggio lasciato da Reiko Mochizuki all'inizio del suo secondo volume è esplicativo "Nulla quanto l'amore scuote l'uomo dalle fondamenta della sua esistenza. Nulla quanto l'amore provoca effetti divini e diabolici. Fare dei vostri sentimenti qualcosa di spregevole o qualcosa di sacro dipende tutto da voi".
Si apre così il sipario sulle vicende di otto persone (quattro uomini, quattro donne): una coppia convivente prossima al matrimonio, una coppia sposata i cui coniugi convivono come perfetti sconosciuti, una coppia divisa dalla malattia della moglie in fin di vita, una donna affascinante alla conquista di un uomo che non è il proprio, due figli feriti dal (non) rapporto di coppia dei propri genitori e un medico. Le vite di queste persone si intrecceranno con delle dinamiche che iniziano come uno scherzo del destino e che si svilupperanno come risultato di scelte individuali portate avanti con lucidità.
Reiko Mochizuki invita il lettore a scoprire la quotidianità di ciascun personaggio: una stanza di ospedale, una casa residenziale, un ufficio di una prestigiosa compagnia, una camera di albergo, un locale serale dove affondare i problemi nell'alcool. Sono luoghi impregnati di sentimenti profondi, scomodi e talvolta non autentici. I personaggi che vivono quei luoghi sono uomini e donne le cui vite si poggiano su equilibri emotivi sottili. Si tratta di equilibri bilanciati, in parte, da un ruolo che sono chiamati a interpretare nella società e, in parte, dalla paura del cambiamento che rende immobili.
Per chi li ricerca, gli slanci affettivi e il romance non sono un focal point della narrazione. Allo sviluppo di coppia "Love Order 200X" privilegia l'evoluzione individuale, che si esprime attraverso l'introspezione e i dialoghi tra i personaggi. L'autrice raggiunge il cuore dei suoi lettori con il linguaggio che descrive in modo lucido il dramma dei suoi personaggi: qui si esprimono sentimenti reclamati, esigenti, traditi, coraggiosi, socialmente non accettati. L'epilogo delle vicende è il benessere dell'individuo e il trionfo dell'accettazione di sé stessi. Solo risanando i propri tormenti interiori la dimensione di coppia progredisce e solo così saranno salvati i testimoni, i più innocenti e i impotenti: i figli.
Non sono presenti aspetti che non ho apprezzato: ho trovato tutti gli elementi che cercavo in uno josei. Penso che queste serie aggancino lettori più maturi e saturi degli shoujo-shonen. Alle volte non occorre chissà quale fuoco d'artificio, fantascienza e azione, basta raccontare la vita così come è: un piatto dove è versata della pasta cruda, una melodia dove si può distinguere la nota stonata, una coppia dove l'epilogo non è propriamente il "vissero felici e contenti".
Si apre così il sipario sulle vicende di otto persone (quattro uomini, quattro donne): una coppia convivente prossima al matrimonio, una coppia sposata i cui coniugi convivono come perfetti sconosciuti, una coppia divisa dalla malattia della moglie in fin di vita, una donna affascinante alla conquista di un uomo che non è il proprio, due figli feriti dal (non) rapporto di coppia dei propri genitori e un medico. Le vite di queste persone si intrecceranno con delle dinamiche che iniziano come uno scherzo del destino e che si svilupperanno come risultato di scelte individuali portate avanti con lucidità.
Reiko Mochizuki invita il lettore a scoprire la quotidianità di ciascun personaggio: una stanza di ospedale, una casa residenziale, un ufficio di una prestigiosa compagnia, una camera di albergo, un locale serale dove affondare i problemi nell'alcool. Sono luoghi impregnati di sentimenti profondi, scomodi e talvolta non autentici. I personaggi che vivono quei luoghi sono uomini e donne le cui vite si poggiano su equilibri emotivi sottili. Si tratta di equilibri bilanciati, in parte, da un ruolo che sono chiamati a interpretare nella società e, in parte, dalla paura del cambiamento che rende immobili.
Per chi li ricerca, gli slanci affettivi e il romance non sono un focal point della narrazione. Allo sviluppo di coppia "Love Order 200X" privilegia l'evoluzione individuale, che si esprime attraverso l'introspezione e i dialoghi tra i personaggi. L'autrice raggiunge il cuore dei suoi lettori con il linguaggio che descrive in modo lucido il dramma dei suoi personaggi: qui si esprimono sentimenti reclamati, esigenti, traditi, coraggiosi, socialmente non accettati. L'epilogo delle vicende è il benessere dell'individuo e il trionfo dell'accettazione di sé stessi. Solo risanando i propri tormenti interiori la dimensione di coppia progredisce e solo così saranno salvati i testimoni, i più innocenti e i impotenti: i figli.
Non sono presenti aspetti che non ho apprezzato: ho trovato tutti gli elementi che cercavo in uno josei. Penso che queste serie aggancino lettori più maturi e saturi degli shoujo-shonen. Alle volte non occorre chissà quale fuoco d'artificio, fantascienza e azione, basta raccontare la vita così come è: un piatto dove è versata della pasta cruda, una melodia dove si può distinguere la nota stonata, una coppia dove l'epilogo non è propriamente il "vissero felici e contenti".
Ho avuto un rapporto strano con questo manga. Mi ricordo che per la prima volta lo lessi anni fa, appena uscì, e il primo volume l'avevo praticamente accantonato e neanche finito.
Di recente invece ho recuperato tutti e 4 i volumetti, vuoi perchè li ho trovati in offerta, vuoi perchè avevo letto da poco "Orgoglio e pregiudizio" (il manga) disegnato dalla stessa mangaka; siccome il tratto mi era piaciuto, ho deciso di addentrarmi (nuovamente) in questo "Love Order".
Ho fatto davvero bene! La storia mi ha preso subito e, a distanza di molti anni dalla prima lettura, mi sono domandato "come mai avevo abbandonato la lettura"? Non me lo so spiegare.
La storia è quella di Utako, un'impiegata in carriera che convive con Sayata. La loro relazione si trascina e una notte si mettono le corna a vicenda. Quindi si lasciano. Non sanno però che le persone con le quali sono state, sono a loro volta degli amanti, per la precisione Ryotaro, l'amante di Utako è sposato con Shiori mentre Seine, l'amante di Sayata è l'allieva del Professor Kiryuu nonchè la figlia della Dottoressa di Utako.
In ballo c'è anche il figlio del Professore, Rin, che si innamora di Shiori, la moglie di Ryotaro, insoddisfatta dalla vita che fa, sempre tradita dal marito e stanca di tutto.
In questo vero e proprio intreccio di storie e personaggi, che ovviamente sono legati dal doppio filo del destino, si dipana una storia molto interessante, con dialoghi profondi e disegni semplici ma ben realizzati.
I veri personaggi si incroceranno diverse volte tra loro, nei vari percorsi della vita. Nulla è dovuto al caso, in un caledeoscopio di sensazioni e situazioni piu' o meno volute.
I volumi 2, 3 e 4 oltre alla storia principale ci regalano delle storie brevi a sè stanti. Le ho trovate quasi tutte molto carine e ben fatte.
L'edizione è ottima, se non fosse per la qualità della carta. Un po' giallognola, sembra reciclata. La Flashbook per fortuna cambierà poi tipo di carta con i manga a seguire.
Consigliato a chi ama i Josei, a chi cerca storie <i>non</i> ordinarie, racconti molto reali che in Italia purtroppo fanno fatica a trovare un posto nella miriade di fumetti scolastici privi di spessori.
Di recente invece ho recuperato tutti e 4 i volumetti, vuoi perchè li ho trovati in offerta, vuoi perchè avevo letto da poco "Orgoglio e pregiudizio" (il manga) disegnato dalla stessa mangaka; siccome il tratto mi era piaciuto, ho deciso di addentrarmi (nuovamente) in questo "Love Order".
Ho fatto davvero bene! La storia mi ha preso subito e, a distanza di molti anni dalla prima lettura, mi sono domandato "come mai avevo abbandonato la lettura"? Non me lo so spiegare.
La storia è quella di Utako, un'impiegata in carriera che convive con Sayata. La loro relazione si trascina e una notte si mettono le corna a vicenda. Quindi si lasciano. Non sanno però che le persone con le quali sono state, sono a loro volta degli amanti, per la precisione Ryotaro, l'amante di Utako è sposato con Shiori mentre Seine, l'amante di Sayata è l'allieva del Professor Kiryuu nonchè la figlia della Dottoressa di Utako.
In ballo c'è anche il figlio del Professore, Rin, che si innamora di Shiori, la moglie di Ryotaro, insoddisfatta dalla vita che fa, sempre tradita dal marito e stanca di tutto.
In questo vero e proprio intreccio di storie e personaggi, che ovviamente sono legati dal doppio filo del destino, si dipana una storia molto interessante, con dialoghi profondi e disegni semplici ma ben realizzati.
I veri personaggi si incroceranno diverse volte tra loro, nei vari percorsi della vita. Nulla è dovuto al caso, in un caledeoscopio di sensazioni e situazioni piu' o meno volute.
I volumi 2, 3 e 4 oltre alla storia principale ci regalano delle storie brevi a sè stanti. Le ho trovate quasi tutte molto carine e ben fatte.
L'edizione è ottima, se non fosse per la qualità della carta. Un po' giallognola, sembra reciclata. La Flashbook per fortuna cambierà poi tipo di carta con i manga a seguire.
Consigliato a chi ama i Josei, a chi cerca storie <i>non</i> ordinarie, racconti molto reali che in Italia purtroppo fanno fatica a trovare un posto nella miriade di fumetti scolastici privi di spessori.
Love Order 200X è un fumetto per donne, non per ragazze, ed è l’editore stesso che asserisce questo dando il benvenuto ai lettori nella collana dedicata, appunto, agli josei e non agli shojo. Il tema è sempre quello dell’amore, ma è un amore adulto, già consumato in più letti, che parla di famiglia, lavoro, matrimoni, ha veramente molto poco di romantico, e coinvolge persone adulte dai 27 anni in su.
Ciò che fa stare in piedi il manga è la trama, fortemente intricata, in cui trovano il loro perché e il loro ruolo preciso tutti i personaggi che mano a mano sbucano fuori nel corso delle vicende. Storie parallele, persone che ci vengono presentate con vite diverse che sembrerebbero non avere nulla a che fare l’una con l’altra, ma si incontrano poi in qualche modo, per caso o per destino, influenzano le vite gli uni degli altri e, ovviamente, le molte situazioni amorose. Tutto parte da un nucleo piccolo piccolo di due persone, per poi passare a quattro, a sei, e sempre nuovi personaggi si infilano nella storia e ci si chiede con curiosità durante la lettura: che cosa e come entreranno a far parte del racconto? Chi sono, cosa c’entrano, come reagiranno, cosa faranno? In che modo il destino annoderà tutti i fili di questa trama?
Ovviamente, in maniera neanche troppo sorprendente, accade proprio che “tutti i nodi vengano al pettine”, quindi che i vissuti di questi personaggi, partiti in maniera indipendente gli uni dagli altri, si incontrino e scontrino all’improvviso, si sfiorino, si incrocino fino a fondersi, o si separino definitivamente, e infine raggiungano un punto compiuto, afferrino una soluzione o soddisfino, sempre e comunque, le aspettative del lettore. Il modo in cui termina ognuna delle tante vicende è talvolta più triste e talvolta più felice, com’è giusto che accada, similmente alla vita reale, senza eccessi e senza sconti.
C’è un certo equilibrio in questo snodarsi e annodarsi di vite, eppure, anche se ogni entrata in scena è ben pensata, si avverte a momenti qualche forzatura nella trama, come se si sfiorasse il paradosso: va bene le coincidenze, va bene il destino, ma è possibile che tutti, davvero tutti si ritrovino coinvolti con così tanti punti di contatto in questa storia? Come se si trattasse di una città con 20 abitanti in tutto che prima o poi incroceranno per forza le proprie strade! È un po’ esagerato, studiato a tavolino per riuscire bene. Certo tanti telefilm e film pure conoscono giochi di incastri di questo tipo: il gioco dei personaggi legati in modi invisibili di cui il lettore è a conoscenza ma i protagonisti no (e qui il dispiegarsi lento delle scoperte poco a poco). Ma il problema è che questo manga, a parte la trama, mi è sembrato un po’ asciutto. La storia non riesce a rapire più di tanto e di emozioni non ne offre abbastanza. È tutto molto adulto, certo, fin troppo visto che a tratti rasenta l’ovvietà e la noia. Probabilmente questo vuol dire che non ricerca l’emozione facile, ma è anche vero che nel leggerlo sembra di assistere a un susseguirsi di azioni non meno monotone di un elenco telefonico dove il cuore, che dovrebbe essere protagonista perché in fondo si parla di sentimenti e storie d’amore, è decisamente subordinato al cervello. Anche il colpo di scena sul semi-finale è abbastanza banale, visto e rivisto come climax per cavarsi d’impiccio e non riesce a commuovere come dovrebbe o vorrebbe. Non riesco personalmente a dare una spiegazione precisa a questa mancanza “d’anima”, perché gli spunti per emozionarsi in fondo ci sarebbero. Ma forse è come se l’autrice ci mantenesse sempre distaccati dai personaggi in quanto il lettore svolge il ruolo di “colui che sa tutto” e dunque non riusciamo ad immedesimarci davvero nei protagonisti. Li guardiamo come fossimo registi di un film che si svolge davanti a noi e non riusciamo a entrare dentro le pagina per soffrire e vivere le ansie dei personaggi. I contenuti ci sono, quindi, ricchi e anche encomiabili, ma il distacco “sentimentale” è tale che alla fine della lettura non mi è rimasto praticamente nulla, anzi, sono rimasta piuttosto indifferente e l’unico sentimento che riuscivo a provare era la soddisfazione di aver terminato un altro manga e scoperto un’altra mangaka. Ma quel piacere un po’ evanescente e un po’ magico che aleggia di solito alla fine delle letture che mi piacciono, che mi porta a ripensare ai personaggi, magari a rileggermi qualche dialogo o ricercare qualche passo, assolutamente non c’era. Ho sentito la mia ragione, chiara e netta, che mi diceva: “Un bell’intreccio, alla fine è riuscita a venirne a capo”. Come se avessi letto un giallo, più che storie d’amore!
Il disegno è molto bello, decisamente adulto e sufficientemente pulito e realistico, lontano sicuramente dagli occhioni luccicanti degli shojo, forse un po’ ripetitivo nei volti delle donne, come succede del resto molto spesso, direi alla maggior parte degli autori, anche quelli più famosi.
Ciò che fa stare in piedi il manga è la trama, fortemente intricata, in cui trovano il loro perché e il loro ruolo preciso tutti i personaggi che mano a mano sbucano fuori nel corso delle vicende. Storie parallele, persone che ci vengono presentate con vite diverse che sembrerebbero non avere nulla a che fare l’una con l’altra, ma si incontrano poi in qualche modo, per caso o per destino, influenzano le vite gli uni degli altri e, ovviamente, le molte situazioni amorose. Tutto parte da un nucleo piccolo piccolo di due persone, per poi passare a quattro, a sei, e sempre nuovi personaggi si infilano nella storia e ci si chiede con curiosità durante la lettura: che cosa e come entreranno a far parte del racconto? Chi sono, cosa c’entrano, come reagiranno, cosa faranno? In che modo il destino annoderà tutti i fili di questa trama?
Ovviamente, in maniera neanche troppo sorprendente, accade proprio che “tutti i nodi vengano al pettine”, quindi che i vissuti di questi personaggi, partiti in maniera indipendente gli uni dagli altri, si incontrino e scontrino all’improvviso, si sfiorino, si incrocino fino a fondersi, o si separino definitivamente, e infine raggiungano un punto compiuto, afferrino una soluzione o soddisfino, sempre e comunque, le aspettative del lettore. Il modo in cui termina ognuna delle tante vicende è talvolta più triste e talvolta più felice, com’è giusto che accada, similmente alla vita reale, senza eccessi e senza sconti.
C’è un certo equilibrio in questo snodarsi e annodarsi di vite, eppure, anche se ogni entrata in scena è ben pensata, si avverte a momenti qualche forzatura nella trama, come se si sfiorasse il paradosso: va bene le coincidenze, va bene il destino, ma è possibile che tutti, davvero tutti si ritrovino coinvolti con così tanti punti di contatto in questa storia? Come se si trattasse di una città con 20 abitanti in tutto che prima o poi incroceranno per forza le proprie strade! È un po’ esagerato, studiato a tavolino per riuscire bene. Certo tanti telefilm e film pure conoscono giochi di incastri di questo tipo: il gioco dei personaggi legati in modi invisibili di cui il lettore è a conoscenza ma i protagonisti no (e qui il dispiegarsi lento delle scoperte poco a poco). Ma il problema è che questo manga, a parte la trama, mi è sembrato un po’ asciutto. La storia non riesce a rapire più di tanto e di emozioni non ne offre abbastanza. È tutto molto adulto, certo, fin troppo visto che a tratti rasenta l’ovvietà e la noia. Probabilmente questo vuol dire che non ricerca l’emozione facile, ma è anche vero che nel leggerlo sembra di assistere a un susseguirsi di azioni non meno monotone di un elenco telefonico dove il cuore, che dovrebbe essere protagonista perché in fondo si parla di sentimenti e storie d’amore, è decisamente subordinato al cervello. Anche il colpo di scena sul semi-finale è abbastanza banale, visto e rivisto come climax per cavarsi d’impiccio e non riesce a commuovere come dovrebbe o vorrebbe. Non riesco personalmente a dare una spiegazione precisa a questa mancanza “d’anima”, perché gli spunti per emozionarsi in fondo ci sarebbero. Ma forse è come se l’autrice ci mantenesse sempre distaccati dai personaggi in quanto il lettore svolge il ruolo di “colui che sa tutto” e dunque non riusciamo ad immedesimarci davvero nei protagonisti. Li guardiamo come fossimo registi di un film che si svolge davanti a noi e non riusciamo a entrare dentro le pagina per soffrire e vivere le ansie dei personaggi. I contenuti ci sono, quindi, ricchi e anche encomiabili, ma il distacco “sentimentale” è tale che alla fine della lettura non mi è rimasto praticamente nulla, anzi, sono rimasta piuttosto indifferente e l’unico sentimento che riuscivo a provare era la soddisfazione di aver terminato un altro manga e scoperto un’altra mangaka. Ma quel piacere un po’ evanescente e un po’ magico che aleggia di solito alla fine delle letture che mi piacciono, che mi porta a ripensare ai personaggi, magari a rileggermi qualche dialogo o ricercare qualche passo, assolutamente non c’era. Ho sentito la mia ragione, chiara e netta, che mi diceva: “Un bell’intreccio, alla fine è riuscita a venirne a capo”. Come se avessi letto un giallo, più che storie d’amore!
Il disegno è molto bello, decisamente adulto e sufficientemente pulito e realistico, lontano sicuramente dagli occhioni luccicanti degli shojo, forse un po’ ripetitivo nei volti delle donne, come succede del resto molto spesso, direi alla maggior parte degli autori, anche quelli più famosi.