L'anello del Nibelungo
Premetto che per godersi appieno quest’opera bisogna aver letto almeno quelle precedenti di Matsumoto ed in particolare Capitan Harlock, in quanto l’anello del nibelungo non è altro che un ben riuscito mix tra le vicende dell’omonima opera di R. Wagner ed un Prequel del manga di Capitan Harlock, dove in più possiamo ritrovare quasi tutti i personaggi tipici delle opere di Leiji Matsumoto.
Il manga è suddiviso in 8 volumi denominati tomi, come nell’opera di Wagner e sono così suddivisi: I primi due volumi narrano le vicende dell’oro del Reno, il 3°-4°-5° narrano della cavalcata delle valchirie, e gli ultimi tre volumi narrano di Sigfrido.
All’inizio di ogni volume viene riportata la relativa parte della trama dell’opera originale di Wagner, mentre alla fine dei primi volumi, viene riportato un breve racconto speciale su come Matsumoto si è appassionato a quest’opera musicale con alcuni richiami della storia dell’epoca. Infine nelle ultime pagine di ogni volume troviamo una guida sulla musica classica legata a R. Wagner ed artisti a lui contemporanei.
Il tratto è migliore e più dettagliato rispetto alle opere precedenti del mangaka, in particolare i tipici personaggi matsumotiani sono maggiormente dettagliati rispetto a quelli che derivano dall’opera di Wagner. Inoltre ci sono tavole così ben particolareggiate e ricche di dettagli, che parlano da sole. Per non parlare dei numerosi soggetti femminili che ritroviamo in questo manga rispetto ad altri lavori del mangaka, che sono veramente ben disegnati come tipicamente ci ha abituati Matsutomo. La trama pur prendendo spunto dall’opera originale di Wagner narra delle avventure di Great Harlock e del dott. Oyama, dove scopriremo le potenzialità della loro prima nave spaziale pirata la “Death Shadow” (in quanto la famosa nave pirata Arcadia di Capitan Harlock non era ancora stata nemmeno costruita) dove ovviamente facevano parte dell’equipaggio anche i rispettivi figli, ovvero niente poco di meno che: Capitan Harlock e Tochiro. Infatti il manga dà anche la possibilità di conoscere, almeno quando era piccolo, il personaggio di Tochiro di cui tanto parla Capitan Harlock nell’omonimo manga.
Le battaglie si svolgono sempre nello spazio infinito, dove sono presenti questa volta anche gli Dei dell’opera originale dell’anello del nibelungo. Scopriamo anche la vera identità della misteriosa Mime che ritroviamo in Capitan Harlock e della giovane Queen Emeraldas. Insomma l’idea del Prequel mi ha colpito in maniera molto positiva, dando la possibilità ai lettori di far conoscere meglio i personaggi della saga di Capitan Harlock ed anche la possibilità di far conoscere l’opera originale dell’anello del nibelungo. Il finale è ben congeniato e per nulla scontato.
Il voto è motivato in particolare dal fatto che Matsumoto è riuscito nel difficilissimo compito di intrecciare ed amalgamare perfettamente i personaggi e le ambientazioni del mondo di Capitan Harlock con quelli dell’opera dell’anello del nibelungo, adorata dal mangaka, tirandoci fuori un ottimo Prequel.
L’edizione edita da “Hazard Edizioni” è di ottima fattura con sovra copertina a colori dove viene riportato anche il titolo in lingua originale dell’opera di Wagner, carta di media grammatura e cofanetto in cartoncino a colori che raccoglie tutti gli otto volumi (tomi), forse il prezzo dei singoli volumi può essere un tantino elevato, magari un paio di euro in meno a volume sarebbe stato più adeguato.
In conclusione Consigliato assolutamente a Tutti coloro che hanno letto il manga oppure visto l’anime di Capitan Harlock. Sconsigliato a Tutti coloro che non conoscono Capitan Harlock, in quanto non se lo godrebbero pienamente.
Il manga è suddiviso in 8 volumi denominati tomi, come nell’opera di Wagner e sono così suddivisi: I primi due volumi narrano le vicende dell’oro del Reno, il 3°-4°-5° narrano della cavalcata delle valchirie, e gli ultimi tre volumi narrano di Sigfrido.
All’inizio di ogni volume viene riportata la relativa parte della trama dell’opera originale di Wagner, mentre alla fine dei primi volumi, viene riportato un breve racconto speciale su come Matsumoto si è appassionato a quest’opera musicale con alcuni richiami della storia dell’epoca. Infine nelle ultime pagine di ogni volume troviamo una guida sulla musica classica legata a R. Wagner ed artisti a lui contemporanei.
Il tratto è migliore e più dettagliato rispetto alle opere precedenti del mangaka, in particolare i tipici personaggi matsumotiani sono maggiormente dettagliati rispetto a quelli che derivano dall’opera di Wagner. Inoltre ci sono tavole così ben particolareggiate e ricche di dettagli, che parlano da sole. Per non parlare dei numerosi soggetti femminili che ritroviamo in questo manga rispetto ad altri lavori del mangaka, che sono veramente ben disegnati come tipicamente ci ha abituati Matsutomo. La trama pur prendendo spunto dall’opera originale di Wagner narra delle avventure di Great Harlock e del dott. Oyama, dove scopriremo le potenzialità della loro prima nave spaziale pirata la “Death Shadow” (in quanto la famosa nave pirata Arcadia di Capitan Harlock non era ancora stata nemmeno costruita) dove ovviamente facevano parte dell’equipaggio anche i rispettivi figli, ovvero niente poco di meno che: Capitan Harlock e Tochiro. Infatti il manga dà anche la possibilità di conoscere, almeno quando era piccolo, il personaggio di Tochiro di cui tanto parla Capitan Harlock nell’omonimo manga.
Le battaglie si svolgono sempre nello spazio infinito, dove sono presenti questa volta anche gli Dei dell’opera originale dell’anello del nibelungo. Scopriamo anche la vera identità della misteriosa Mime che ritroviamo in Capitan Harlock e della giovane Queen Emeraldas. Insomma l’idea del Prequel mi ha colpito in maniera molto positiva, dando la possibilità ai lettori di far conoscere meglio i personaggi della saga di Capitan Harlock ed anche la possibilità di far conoscere l’opera originale dell’anello del nibelungo. Il finale è ben congeniato e per nulla scontato.
Il voto è motivato in particolare dal fatto che Matsumoto è riuscito nel difficilissimo compito di intrecciare ed amalgamare perfettamente i personaggi e le ambientazioni del mondo di Capitan Harlock con quelli dell’opera dell’anello del nibelungo, adorata dal mangaka, tirandoci fuori un ottimo Prequel.
L’edizione edita da “Hazard Edizioni” è di ottima fattura con sovra copertina a colori dove viene riportato anche il titolo in lingua originale dell’opera di Wagner, carta di media grammatura e cofanetto in cartoncino a colori che raccoglie tutti gli otto volumi (tomi), forse il prezzo dei singoli volumi può essere un tantino elevato, magari un paio di euro in meno a volume sarebbe stato più adeguato.
In conclusione Consigliato assolutamente a Tutti coloro che hanno letto il manga oppure visto l’anime di Capitan Harlock. Sconsigliato a Tutti coloro che non conoscono Capitan Harlock, in quanto non se lo godrebbero pienamente.
Ci sono molti peccati a cui vanno soggette le opere d'arte asiatiche, sopratutto i fumetti e il cinema, ma in fondo il tutto si riduce in fondo ad una carenza nello strutturare trama e intreccio dell'opera. Un esempio sono i dialoghi densi e spesso inutili, carichi di retorica un po' desueta, a tratti ripetitivi; un altro esempio sono le sequenze frettolose, esagerate, irreali. Matsumoto in particolare è affetto da tutte queste malattie: i personaggi sono piatti. In effetti non sono nemmeno personaggi, sono archetipi. La trama è inconsistente o confusionaria, fatta di episodi non ben correlati tra di loro. Il tutto si svolge in una dimensione onirica, psicologica, a cui l'autore non riesce a dare un ordine. Manca la mediazione con tecniche squisitamente narrative. Per questo Matsumoto è un autore difficile, relativamente faticoso da leggere, e rimane ancorato a stilemi che per un occidentale - specie appassionato di fantascienza - sono vecchi di un secolo. Ricorda molto certa fantascienza degli anni '30 e '40 del secolo scorso: vecchio, si dirà.
Ogni volta che si ha per le mani questo autore, può generare l'impressione che si imbarchi in un viaggio oltre le sue forze. Occorre però dire che nessuno è ad oggi stato in grado di narrare in fumetto un'epopea spaziale delle dimensioni e dell'ambizione di quella narrata da Matsumoto con le sue opere. Quindi non è proprio tutto da buttare? Evidentemente no, altrimenti non avrei dato un 7, che è un voto più che onorevole.
Infatti, tanto il Matsumoto narratore scade, tanto il Matsumoto artista eccelle. Ci sono tavole belle da mozzare il fiato. Le astronavi e i macchinari, che dettagli! E le donne! Quelle donne con quegli occhi, quelle espressioni a volte terribili, altre volte materne. Femmine sì, che se pure provi a considerarle ciò che non sono - donne - provi come un senso di religioso pudore, perché in realtà sono dee. Qui la concezione della femminilità di Matsumoto si fa realtà, in quanto esse diventano davvero divinità, valchirie. Il tutto avviene - sempre che si possa dire che qualcosa, veramente, AVVIENE - sullo sfondo nero dello spazio; e, come nella notte, si sogna. Non si può leggere Matsumoto da adulti, bisogna farlo da bambini, lasciarsi stupire senza domande, senza la pretesa di verosimiglianza o di coerenza. Anche in quest'opera il disegno dice molto di più della parola, anche se permane il sospetto che l'autore sia talmente "giapponese" che la traduzione in un'altra lingua lo sminuisca gravemente.
Bella l'edizione, arricchita da inserti da parte dell'autore (che racconta della sua passione per Wagner, della genesi dell'opera), dà informazioni sull'opera originale, sull'ispirazione di matrice musicale sottostante. Si tratta di volumi di qualità superiore alla media della roba che si vede in giro, leggermente inferiori ad altre edizioni della Hazard (Queen Emeraldas, ad esempio, o le opere di Tezuka). Certo, il prezzo di 10 euro a volume è oggettivamente esagerato, ma sul sito della casa editrice in questo momento sono disponibili in offerta a 56 euro comprensivi di spedizione, il che significa 7 euro a volume, che è molto più ragionevole anche se comunque impegnativo.
Tirando le somme, non mi sento di consigliare una lettura di quest'opera a chi, guardando Maetel ed Emeraldas, Harlock e l'Arcadia, non provi un brivido alla base della schiena, o almeno un moto di velata malinconia.
Ogni volta che si ha per le mani questo autore, può generare l'impressione che si imbarchi in un viaggio oltre le sue forze. Occorre però dire che nessuno è ad oggi stato in grado di narrare in fumetto un'epopea spaziale delle dimensioni e dell'ambizione di quella narrata da Matsumoto con le sue opere. Quindi non è proprio tutto da buttare? Evidentemente no, altrimenti non avrei dato un 7, che è un voto più che onorevole.
Infatti, tanto il Matsumoto narratore scade, tanto il Matsumoto artista eccelle. Ci sono tavole belle da mozzare il fiato. Le astronavi e i macchinari, che dettagli! E le donne! Quelle donne con quegli occhi, quelle espressioni a volte terribili, altre volte materne. Femmine sì, che se pure provi a considerarle ciò che non sono - donne - provi come un senso di religioso pudore, perché in realtà sono dee. Qui la concezione della femminilità di Matsumoto si fa realtà, in quanto esse diventano davvero divinità, valchirie. Il tutto avviene - sempre che si possa dire che qualcosa, veramente, AVVIENE - sullo sfondo nero dello spazio; e, come nella notte, si sogna. Non si può leggere Matsumoto da adulti, bisogna farlo da bambini, lasciarsi stupire senza domande, senza la pretesa di verosimiglianza o di coerenza. Anche in quest'opera il disegno dice molto di più della parola, anche se permane il sospetto che l'autore sia talmente "giapponese" che la traduzione in un'altra lingua lo sminuisca gravemente.
Bella l'edizione, arricchita da inserti da parte dell'autore (che racconta della sua passione per Wagner, della genesi dell'opera), dà informazioni sull'opera originale, sull'ispirazione di matrice musicale sottostante. Si tratta di volumi di qualità superiore alla media della roba che si vede in giro, leggermente inferiori ad altre edizioni della Hazard (Queen Emeraldas, ad esempio, o le opere di Tezuka). Certo, il prezzo di 10 euro a volume è oggettivamente esagerato, ma sul sito della casa editrice in questo momento sono disponibili in offerta a 56 euro comprensivi di spedizione, il che significa 7 euro a volume, che è molto più ragionevole anche se comunque impegnativo.
Tirando le somme, non mi sento di consigliare una lettura di quest'opera a chi, guardando Maetel ed Emeraldas, Harlock e l'Arcadia, non provi un brivido alla base della schiena, o almeno un moto di velata malinconia.
Ci sono molti peccati a cui vanno soggette le opere d'arte asiatiche, sopratutto i fumetti e il cinema, ma in fondo il tutto si riduce in fondo ad una carenza nello strutturare trama e intreccio dell'opera. Un esempio sono i dialoghi densi e spesso inutili, carichi di retorica un po' desueta, a tratti ripetitivi; un altro esempio sono le sequenze frettolose, esagerate, irreali. Matsumoto in particolare è affetto da tutte queste malattie: i personaggi sono piatti. In effetti non sono nemmeno personaggi, sono archetipi. La trama è inconsistente o confusionaria, fatta di episodi non ben correlati tra di loro. Il tutto si svolge in una dimensione onirica, psicologica, a cui l'autore non riesce a dare un ordine. Manca la mediazione con tecniche squisitamente narrative. Per questo Matsumoto è un autore difficile, relativamente faticoso da leggere, e rimane ancorato a stilemi che per un occidentale - specie appassionato di fantascienza - sono vecchi di un secolo. Ricorda molto Jules Verne, o certa fantascienza degli anni '30 e '40 del secolo scorso: vecchio, si dirà.
Ogni volta che si ha per le mani questo autore, può generare l'impressione che si imbarchi in un viaggio oltre le sue forze. Occorre però dire che nessuno è ad oggi stato in grado di narrare in fumetto un'epopea spaziale delle dimensioni e dell'ambizione di quella narrata da Matsumoto con le sue opere. Quindi non è proprio tutto da buttare? Evidentemente no, altrimenti non avrei dato un 7, che è un voto più che onorevole.
Infatti, tanto il Matsumoto narratore scade, tanto il Matsumoto artista eccelle. Ci sono tavole belle da mozzare il fiato. Le astronavi e i macchinari, che dettagli! E le donne! Quelle donne con quegli occhi, quelle espressioni a volte terribili, altre volte materne. Femmine sì, che se pure provi a considerarle ciò che non sono - donne - provi come un senso di religioso pudore, perché in realtà sono dee. Qui la concezione della femminilità di Matsumoto si fa realtà, in quanto esse diventano davvero divinità, valchirie. Il tutto avviene - sempre che si possa dire che qualcosa, veramente, AVVIENE - sullo sfondo nero dello spazio; e, come nella notte, si sogna. Non si può leggere Matsumoto da adulti, bisogna farlo da bambini, lasciarsi stupire senza domande, senza la pretesa di verosimiglianza o di coerenza. Anche in quest'opera il disegno dice molto di più della parola, anche se permane il sospetto che l'autore sia talmente "giapponese" che la traduzione in un'altra lingua lo sminuisca gravemente.
Bella l'edizione, arricchita da inserti da parte dell'autore (che racconta della sua passione per Wagner, della genesi dell'opera), dà informazioni sull'opera originale, sull'ispirazione di matrice musicale sottostante. Si tratta di volumi di qualità superiore alla media della roba che si vede in giro, leggermente inferiori ad altre edizioni della Hazard (Queen Emeraldas, ad esempio, o le opere di Tezuka). Certo, il prezzo di 10 euro a volume è oggettivamente esagerato, ma sul sito della casa editrice in questo momento sono disponibili in offerta a 56 euro comprensivi di spedizione, il che significa 7 euro a volume, che è molto più ragionevole anche se comunque impegnativo.
Tirando le somme, non mi sento di consigliare una lettura di quest'opera a chi, guardando Maetel ed Emeraldas, Harlock e l'Arcadia, non provi un brivido alla base della schiena, o almeno un moto di velata malinconia.
Ogni volta che si ha per le mani questo autore, può generare l'impressione che si imbarchi in un viaggio oltre le sue forze. Occorre però dire che nessuno è ad oggi stato in grado di narrare in fumetto un'epopea spaziale delle dimensioni e dell'ambizione di quella narrata da Matsumoto con le sue opere. Quindi non è proprio tutto da buttare? Evidentemente no, altrimenti non avrei dato un 7, che è un voto più che onorevole.
Infatti, tanto il Matsumoto narratore scade, tanto il Matsumoto artista eccelle. Ci sono tavole belle da mozzare il fiato. Le astronavi e i macchinari, che dettagli! E le donne! Quelle donne con quegli occhi, quelle espressioni a volte terribili, altre volte materne. Femmine sì, che se pure provi a considerarle ciò che non sono - donne - provi come un senso di religioso pudore, perché in realtà sono dee. Qui la concezione della femminilità di Matsumoto si fa realtà, in quanto esse diventano davvero divinità, valchirie. Il tutto avviene - sempre che si possa dire che qualcosa, veramente, AVVIENE - sullo sfondo nero dello spazio; e, come nella notte, si sogna. Non si può leggere Matsumoto da adulti, bisogna farlo da bambini, lasciarsi stupire senza domande, senza la pretesa di verosimiglianza o di coerenza. Anche in quest'opera il disegno dice molto di più della parola, anche se permane il sospetto che l'autore sia talmente "giapponese" che la traduzione in un'altra lingua lo sminuisca gravemente.
Bella l'edizione, arricchita da inserti da parte dell'autore (che racconta della sua passione per Wagner, della genesi dell'opera), dà informazioni sull'opera originale, sull'ispirazione di matrice musicale sottostante. Si tratta di volumi di qualità superiore alla media della roba che si vede in giro, leggermente inferiori ad altre edizioni della Hazard (Queen Emeraldas, ad esempio, o le opere di Tezuka). Certo, il prezzo di 10 euro a volume è oggettivamente esagerato, ma sul sito della casa editrice in questo momento sono disponibili in offerta a 56 euro comprensivi di spedizione, il che significa 7 euro a volume, che è molto più ragionevole anche se comunque impegnativo.
Tirando le somme, non mi sento di consigliare una lettura di quest'opera a chi, guardando Maetel ed Emeraldas, Harlock e l'Arcadia, non provi un brivido alla base della schiena, o almeno un moto di velata malinconia.