Reverend D
"Reverend D" è una miniserie in due volumi, scritta e disegnata da Tohru Fujisawa, mangaka famoso per "GTO - Great Teacher Onizuka".
"Reverend D" è un manga d'azione a tinte horror, che mescola religione, esoterismo, cabala e qualche altro elemento, in un mix piuttosto riuscito, dando vita a una storia abbastanza avvincente che ha delle potenzialità. Tuttavia, letto il primo volume, al lettore appare chiaro che la storia è molto più articolata di quello che sembra, ed è impossibile che si concluda nel secondo volume. E puntualmente, con la lettura dello stesso, ne arriva la conferma: il manga si chiude con un capitolo che non ha nemmeno la parvenza di un finale. Peccato davvero.
Oltre tutto, di tutto il secondo volume, di quasi 250 pagine, solo metà viene usata per raccontare la storia principale. Tutta la seconda metà del volume è occupata da quattro capitoli dal titolo "Reverend Zero" che fanno da prequel. Per quanto interessante, essa non fornisce nessun dettaglio di rilevanza alla storia. Le stesse pagine sarebbero potute essere usate per concludere meglio la vicenda principale, e invece no.
Sui disegni non c'è granché da dire. Mi piacciono i disegni di Fujisawa, disegna belle ragazze e buoni personaggi maschili, non se la cava male nelle scene d'azione, e neanche con i mostri a quanto pare. L'unica cosa è che deve differenziare di più i personaggi: troppe facce uguali; in questo manga tutti avevano facce già viste in altri suoi fumetti, a partire dall'ispettore Gotoda, che barba a parte è praticamente Eiikichi Onizuka.
In conclusione, "Reverend D" è un buon manga con una buona storia, ma che in questi due volumi è appena accennata. Immagino che in Giappone sia stato chiuso prematuramente, e dunque rimane monco, purtroppo. Sarebbe stata una bella serie.
Se dunque non siete fan sfegatati dell'autore, "Reverend D" è trascurabile.
"Reverend D" è un manga d'azione a tinte horror, che mescola religione, esoterismo, cabala e qualche altro elemento, in un mix piuttosto riuscito, dando vita a una storia abbastanza avvincente che ha delle potenzialità. Tuttavia, letto il primo volume, al lettore appare chiaro che la storia è molto più articolata di quello che sembra, ed è impossibile che si concluda nel secondo volume. E puntualmente, con la lettura dello stesso, ne arriva la conferma: il manga si chiude con un capitolo che non ha nemmeno la parvenza di un finale. Peccato davvero.
Oltre tutto, di tutto il secondo volume, di quasi 250 pagine, solo metà viene usata per raccontare la storia principale. Tutta la seconda metà del volume è occupata da quattro capitoli dal titolo "Reverend Zero" che fanno da prequel. Per quanto interessante, essa non fornisce nessun dettaglio di rilevanza alla storia. Le stesse pagine sarebbero potute essere usate per concludere meglio la vicenda principale, e invece no.
Sui disegni non c'è granché da dire. Mi piacciono i disegni di Fujisawa, disegna belle ragazze e buoni personaggi maschili, non se la cava male nelle scene d'azione, e neanche con i mostri a quanto pare. L'unica cosa è che deve differenziare di più i personaggi: troppe facce uguali; in questo manga tutti avevano facce già viste in altri suoi fumetti, a partire dall'ispettore Gotoda, che barba a parte è praticamente Eiikichi Onizuka.
In conclusione, "Reverend D" è un buon manga con una buona storia, ma che in questi due volumi è appena accennata. Immagino che in Giappone sia stato chiuso prematuramente, e dunque rimane monco, purtroppo. Sarebbe stata una bella serie.
Se dunque non siete fan sfegatati dell'autore, "Reverend D" è trascurabile.
Toru Fujisawa è noto ai fan dell'animazione e del fumetto giapponese per la sua fortunata serie "G.T.O.", che narra le avventure del folle professore Onizuka. Ogni lavoro affiancato a questa serie ha avuto un discreto successo, ma è stato spesso "attaccato" dai fan con le accuse di non riuscire più a staccarsi dal genere. Peccato che quando lo ha fatto non è sempre andata nel migliore dei modi, come l'inconcludente "Rose Hip Rose". Come per quest'ultimo, "Revenrend D" ha subito purtroppo un'accoglienza fredda che lo ha portato a un finale precoce nonostante evidenti potenzialità.
Dei misteriosi casi stanno sconvolgendo la città, vengono ritrovati cadaveri tramutati in strana sabbia rossa. Vicino a questi luoghi vengono spesso avvistati due ragazzi vestiti di nero, come fosse una leggenda metropolitana, ma come ben presto Yui Izumi scoprirà, si tratta della verità e per via delle sue doti da veggente finirà con il prendere parte alla guerra tra dei preti eretici e delle bibbie nere.
La storia inizia con un passo inaspettatamente celere, con costanti sviluppi e rivelazioni che in poco tempo vanno a imbastire una trama ricca e promettente che continua ad ampliarsi grazie ai sempre maggiori personaggi che la animano. Ci sono buoni combattimenti con armi "stilose" e cupe evocazioni, protagonisti con delle buone caratterizzazioni pronte per essere approfondite e una storia dove non mancano i colpi di scena e dove numerosi dettagli sono curati, il tutto in un'atmosfera pesante e cupa con sfumature gotiche. Non mancano simbologie gradevoli: una su tutte è l'oscurità che gravita all'interno dei personaggi, che diventa una perfetta metafora per diversi messaggi riguardanti la perdita di fiducia nel mondo, negli adulti, nella religione e divagazioni simili che potrebbero essere ancora più vaste e approfondite.
Il tutto continua su questa scia… fino all'inaspettata conclusione, che non è per nulla tale visto come rimane aperta. E' come se essa fosse una semplice e interessantissima "ouverture" di un'opera più grande e vasta che serve a ingolosire e incuriosire il lettore; peccato che ci riesca perfettamente ma non continui.
Dopo tale e amara sospensione, trova posto anche il breve "Reverend D - Zero", che costituisce una sorta di flashback che mostra l'inizio di tutta la storia con nuove e interessanti informazioni, che vanno così a formare un background ancora più ricco e chiaro. Peccato che anche qui vengano tralasciate alcune informazioni.
Stupendi come sempre, i disegni di Fujisawa rimangono sullo standard a cui ha abituato, ovvero un tratto pulito e curato nel consono stile che è diventato una storia di marchio di fabbrica dell'autore. Però ci sono gradevoli differenze rispetto ai precedenti lavori, nate proprio dalla natura diversa del manga.
Gli sfondi, sempre curati in ogni minimo dettaglio, sono notevolmente più cupi e sporchi, mentre il character design, fedele agli standard dell'autore, è arricchito dalla presenza degli atipici famigli, gli stessi che danno vita alle armi dal design accattivante e originale. Notevole è anche lo stile gotico presente in alcuni abbigliamenti, su alcune chiese e soprattutto nelle orribili evocazioni degli spiriti pesantemente cupe che strizzano l'occhio anche a uno stile più horror.
Anche le scene d'azione sono ottime e dinamiche, tradiscono solo qualche leggero passaggio confuso nel finale.
L'unica vera nota di biasimo verso il mangaka è l'aspetto dei famigli. Nel prologo è presente il solo Damien, la cui futura apparizione lo vede già leggermente modificato e in compagnia di un altro maialino, entrambi modificati ancora una volta. Ma non sarà solo l'aspetto a cambiare, visto che inizialmente lo stesso ha una funzione da portaoggetti, mentre successivamente diventerà lui stesso l'arma per il contraente. Si tratta di un errore piccolo nel complesso, e ammesso dallo stesso mangaka, ma comunque una piccolezza che andava corretta per la raccolta in volume.
Ottima l'edizione della Jpop, ha un rapporto qualità prezzo ben bilanciato che viene ammortizzato dalla sovraccoperta, dalle pagine a colori (anche se poche), da una rilegatura salda e da un'abbondante corposità, soprattutto nel secondo voluminoso tankoubon. Discrete sono anche la qualità di stampa e la grammatura della carta bianca, anche se con qualche trasparenza eccessiva.
"Reverend D" è una buona storia, curata e avvincente, in continuo sviluppo con buoni personaggi, con tanta eccellente azione e pesanti tinte cupe e gotiche. Chi cerca una storia breve con tali caratteristiche non rimarrà deluso, a patto di saper sorvolare su quello che per forza di cose è da definire come "finale aperto", ma si tratta di una manga riuscito e che ha le carte in regola per dare vita a una serie più lunga e sorprendente, sperando ovviamente che Toru Fujisawa si decida a continuare questo prologo, perché ha un potenziale veramente grande.
Dei misteriosi casi stanno sconvolgendo la città, vengono ritrovati cadaveri tramutati in strana sabbia rossa. Vicino a questi luoghi vengono spesso avvistati due ragazzi vestiti di nero, come fosse una leggenda metropolitana, ma come ben presto Yui Izumi scoprirà, si tratta della verità e per via delle sue doti da veggente finirà con il prendere parte alla guerra tra dei preti eretici e delle bibbie nere.
La storia inizia con un passo inaspettatamente celere, con costanti sviluppi e rivelazioni che in poco tempo vanno a imbastire una trama ricca e promettente che continua ad ampliarsi grazie ai sempre maggiori personaggi che la animano. Ci sono buoni combattimenti con armi "stilose" e cupe evocazioni, protagonisti con delle buone caratterizzazioni pronte per essere approfondite e una storia dove non mancano i colpi di scena e dove numerosi dettagli sono curati, il tutto in un'atmosfera pesante e cupa con sfumature gotiche. Non mancano simbologie gradevoli: una su tutte è l'oscurità che gravita all'interno dei personaggi, che diventa una perfetta metafora per diversi messaggi riguardanti la perdita di fiducia nel mondo, negli adulti, nella religione e divagazioni simili che potrebbero essere ancora più vaste e approfondite.
Il tutto continua su questa scia… fino all'inaspettata conclusione, che non è per nulla tale visto come rimane aperta. E' come se essa fosse una semplice e interessantissima "ouverture" di un'opera più grande e vasta che serve a ingolosire e incuriosire il lettore; peccato che ci riesca perfettamente ma non continui.
Dopo tale e amara sospensione, trova posto anche il breve "Reverend D - Zero", che costituisce una sorta di flashback che mostra l'inizio di tutta la storia con nuove e interessanti informazioni, che vanno così a formare un background ancora più ricco e chiaro. Peccato che anche qui vengano tralasciate alcune informazioni.
Stupendi come sempre, i disegni di Fujisawa rimangono sullo standard a cui ha abituato, ovvero un tratto pulito e curato nel consono stile che è diventato una storia di marchio di fabbrica dell'autore. Però ci sono gradevoli differenze rispetto ai precedenti lavori, nate proprio dalla natura diversa del manga.
Gli sfondi, sempre curati in ogni minimo dettaglio, sono notevolmente più cupi e sporchi, mentre il character design, fedele agli standard dell'autore, è arricchito dalla presenza degli atipici famigli, gli stessi che danno vita alle armi dal design accattivante e originale. Notevole è anche lo stile gotico presente in alcuni abbigliamenti, su alcune chiese e soprattutto nelle orribili evocazioni degli spiriti pesantemente cupe che strizzano l'occhio anche a uno stile più horror.
Anche le scene d'azione sono ottime e dinamiche, tradiscono solo qualche leggero passaggio confuso nel finale.
L'unica vera nota di biasimo verso il mangaka è l'aspetto dei famigli. Nel prologo è presente il solo Damien, la cui futura apparizione lo vede già leggermente modificato e in compagnia di un altro maialino, entrambi modificati ancora una volta. Ma non sarà solo l'aspetto a cambiare, visto che inizialmente lo stesso ha una funzione da portaoggetti, mentre successivamente diventerà lui stesso l'arma per il contraente. Si tratta di un errore piccolo nel complesso, e ammesso dallo stesso mangaka, ma comunque una piccolezza che andava corretta per la raccolta in volume.
Ottima l'edizione della Jpop, ha un rapporto qualità prezzo ben bilanciato che viene ammortizzato dalla sovraccoperta, dalle pagine a colori (anche se poche), da una rilegatura salda e da un'abbondante corposità, soprattutto nel secondo voluminoso tankoubon. Discrete sono anche la qualità di stampa e la grammatura della carta bianca, anche se con qualche trasparenza eccessiva.
"Reverend D" è una buona storia, curata e avvincente, in continuo sviluppo con buoni personaggi, con tanta eccellente azione e pesanti tinte cupe e gotiche. Chi cerca una storia breve con tali caratteristiche non rimarrà deluso, a patto di saper sorvolare su quello che per forza di cose è da definire come "finale aperto", ma si tratta di una manga riuscito e che ha le carte in regola per dare vita a una serie più lunga e sorprendente, sperando ovviamente che Toru Fujisawa si decida a continuare questo prologo, perché ha un potenziale veramente grande.