Slayer
Era il 1997, l’inizio della vera invasione di manga da parte della Planet che fino a quel momento aveva portato ancora pochi titoli e di li a poco invece sarebbe esplosa come secondo editore del settore per due motivi: portava i manga in edicola e ne portava parecchi.
Purtroppo all’inizio non si è dimostrata molto seria, già si aveva avuto sentore di ciò con Silent Mobius che avevano fermato un anno e mezzo prima con il sesto volume sottiletta o come vedremo con Shoma ( smettetela di dire che è concluso!) iniziato in quasi contemporanea con questo Onikirimaru (ogre slayer).
Certo Ogre Slayer fu il più sfortunato: un edizione di quattro volumetti sottiletta per un’opera di venti volumi, anche se poi ripresa in quattro volumi alla fine del 1999.
Eppure all’epoca mi era anche piaciuto anche se non come Urutsukidoji, il manga più simile (anche se profondamente diverso) pubblicato all’epoca.
In cosa era simile Urutsukidoji? La tematica horror, anche se Toshio Maeda mette tanto sesso… che Kei Kusunoki non mette, anzi il manga fu accusato di essere uno shojo in salsa horror da molti solo perché la mangaka era donna.
Lo dico subito rileggendolo: ho trovato che in effetti per me non è molto spaventoso, ma io sono abituato a ben altri fumetti, pieni di sesso e di mostri, ma non è nemmeno un manga che non meritasse di essere portato a termine dall’editore italiano: all’epoca era uno dei pochi horror in circolazione e il genere forse era sottovalutato.
Ma di cosa parla questo Onikirimaru? Esiste un essere nato dai cadaveri degli orchi e che vuole diventare umano, nel frattempo come gli orchi nati dagli uomini uccidono chi ha dato loro la vita, lui uccide i suoi simili è un orco che sembra un uomo e si batte per gli uomini.
In realtà negli episodi, staccati uno dall’altro, che ho letto comprimarie ,sia pure per poche pagine, sono le donne, forse perché più affini ai mostri o forse perché più bisognose dell’aiuto di un eroe.
Avendo letto pero solo un decimo della storia non mi sento di dare più di un sette, buoni i primi episodi, buono anche il disegno, buona l’idea ma proprio non so dove l’autrice sarebbe andata a parare.
Se qualche editore decidesse di riportare questo titolo in Italia (come ha fatto d/visual con Silent Mobius) potrebbe essere un titolo per accostarsi ad un genere senza scavare troppo nella paura del sovrannaturale che è in ognuno di noi (se invece volete qualcosa di molto splatter un classico è Violence Jack anche se non è un horror, benché pieno di personaggi dai poteri sovraumani).
Purtroppo all’inizio non si è dimostrata molto seria, già si aveva avuto sentore di ciò con Silent Mobius che avevano fermato un anno e mezzo prima con il sesto volume sottiletta o come vedremo con Shoma ( smettetela di dire che è concluso!) iniziato in quasi contemporanea con questo Onikirimaru (ogre slayer).
Certo Ogre Slayer fu il più sfortunato: un edizione di quattro volumetti sottiletta per un’opera di venti volumi, anche se poi ripresa in quattro volumi alla fine del 1999.
Eppure all’epoca mi era anche piaciuto anche se non come Urutsukidoji, il manga più simile (anche se profondamente diverso) pubblicato all’epoca.
In cosa era simile Urutsukidoji? La tematica horror, anche se Toshio Maeda mette tanto sesso… che Kei Kusunoki non mette, anzi il manga fu accusato di essere uno shojo in salsa horror da molti solo perché la mangaka era donna.
Lo dico subito rileggendolo: ho trovato che in effetti per me non è molto spaventoso, ma io sono abituato a ben altri fumetti, pieni di sesso e di mostri, ma non è nemmeno un manga che non meritasse di essere portato a termine dall’editore italiano: all’epoca era uno dei pochi horror in circolazione e il genere forse era sottovalutato.
Ma di cosa parla questo Onikirimaru? Esiste un essere nato dai cadaveri degli orchi e che vuole diventare umano, nel frattempo come gli orchi nati dagli uomini uccidono chi ha dato loro la vita, lui uccide i suoi simili è un orco che sembra un uomo e si batte per gli uomini.
In realtà negli episodi, staccati uno dall’altro, che ho letto comprimarie ,sia pure per poche pagine, sono le donne, forse perché più affini ai mostri o forse perché più bisognose dell’aiuto di un eroe.
Avendo letto pero solo un decimo della storia non mi sento di dare più di un sette, buoni i primi episodi, buono anche il disegno, buona l’idea ma proprio non so dove l’autrice sarebbe andata a parare.
Se qualche editore decidesse di riportare questo titolo in Italia (come ha fatto d/visual con Silent Mobius) potrebbe essere un titolo per accostarsi ad un genere senza scavare troppo nella paura del sovrannaturale che è in ognuno di noi (se invece volete qualcosa di molto splatter un classico è Violence Jack anche se non è un horror, benché pieno di personaggi dai poteri sovraumani).