Garouden
TRAMA IN BREVE:
Ispirato alla lunga serie di romanzi di Baku Yumemakura, narra le vicende di un uomo con la passione per la lotta che vuole prendersi una rivincita da una sconfitta ricevuta in passato.
COMMENTO GENERALE:
Non bisogna mentire a sé stessi, né essere in un qualche modo condizionati dal nome che porta questo volume. Si deve essere onesti ed ammettere che Garouden - Lupi Famelici non è un bel manga.
A partire dalla trama che è totalmente vuota e priva di qual si voglia evento, o plot twist, che ci faccia appassionare alla sinossi e ci metta ansia di scoprire che cosa succederà dopo. Non succede assolutamente nulla in questo volume, e quel poco che succede segue un filo logico tanto scontato quanto noioso.
I personaggi, poi, sono totalmente irreali e privi di personalità, che sfido chiunque a sentirsi in qualche modo in sintonia o empatia con essi. Il protagonista è un frigorifero. Un uomo corpulento, freddo, che pensa solo a combattere nella sua vita. Una persona vuota, senza aspirazioni oltre che a prendersi la dannata rivincita su quel combattente che anni prima l'aveva sconfitto.
Di quest'opera vengono lodati i combattimenti che sono, sì, più realistici di tanti altri manga, ma comunque totalmente di fantasia. Sembra che tutto il mondo giri attorno ai combattimenti, gli sfidanti si rompono ossa ed articolazioni così come fosse un gesto amichevole. Ma continuano a combattere. Mi va bene che questo accada in un manga fantasy, ma non in uno che si autoproclama "realistico".
Il finale è tipico della narrativa classica giapponese, aperto, che sul più bello si interrompe e lascia al lettore decidere cosa accadrà in seguito. Ma di "più bello" in questo caso non si può parlare. Lo scontro finale è noioso, goffo e sbrigativo.
STILE DEL DISEGNO:
Classico tratto di Taniguchi, molto dettagliato e, in alcuni tratti, poco orientale.
EDIZIONE:
Edizione ultra prezzo per la Planet Manga, 14,90 per un'edizione buona, ma comunque orrenda dal punto di vista puramente visivo. La copertina ruvida tende a rovinarsi facilmente. Carta molto buona.
VOTO:
Questa è la prima opera di Taniguchi che leggo, per cui sono riuscito ad essere più "oggettivo" nella valutazione. Per me totalmente bocciato.
CONSIGLIATO A:
Volendo a nessuno.
Ispirato alla lunga serie di romanzi di Baku Yumemakura, narra le vicende di un uomo con la passione per la lotta che vuole prendersi una rivincita da una sconfitta ricevuta in passato.
COMMENTO GENERALE:
Non bisogna mentire a sé stessi, né essere in un qualche modo condizionati dal nome che porta questo volume. Si deve essere onesti ed ammettere che Garouden - Lupi Famelici non è un bel manga.
A partire dalla trama che è totalmente vuota e priva di qual si voglia evento, o plot twist, che ci faccia appassionare alla sinossi e ci metta ansia di scoprire che cosa succederà dopo. Non succede assolutamente nulla in questo volume, e quel poco che succede segue un filo logico tanto scontato quanto noioso.
I personaggi, poi, sono totalmente irreali e privi di personalità, che sfido chiunque a sentirsi in qualche modo in sintonia o empatia con essi. Il protagonista è un frigorifero. Un uomo corpulento, freddo, che pensa solo a combattere nella sua vita. Una persona vuota, senza aspirazioni oltre che a prendersi la dannata rivincita su quel combattente che anni prima l'aveva sconfitto.
Di quest'opera vengono lodati i combattimenti che sono, sì, più realistici di tanti altri manga, ma comunque totalmente di fantasia. Sembra che tutto il mondo giri attorno ai combattimenti, gli sfidanti si rompono ossa ed articolazioni così come fosse un gesto amichevole. Ma continuano a combattere. Mi va bene che questo accada in un manga fantasy, ma non in uno che si autoproclama "realistico".
Il finale è tipico della narrativa classica giapponese, aperto, che sul più bello si interrompe e lascia al lettore decidere cosa accadrà in seguito. Ma di "più bello" in questo caso non si può parlare. Lo scontro finale è noioso, goffo e sbrigativo.
STILE DEL DISEGNO:
Classico tratto di Taniguchi, molto dettagliato e, in alcuni tratti, poco orientale.
EDIZIONE:
Edizione ultra prezzo per la Planet Manga, 14,90 per un'edizione buona, ma comunque orrenda dal punto di vista puramente visivo. La copertina ruvida tende a rovinarsi facilmente. Carta molto buona.
VOTO:
Questa è la prima opera di Taniguchi che leggo, per cui sono riuscito ad essere più "oggettivo" nella valutazione. Per me totalmente bocciato.
CONSIGLIATO A:
Volendo a nessuno.
Pensando al manga di cui mi accingo a scrivere nella presente recensione, non riesco a fare a meno di pensare che in casi del genere "il disegno prenda il sopravvento sulla trama". Tratto da una serie di romanzi scritti da Baku Yumemakura, Garouden - Lupi famelici è una delle opere di Jirō Taniguchi che meno mi sono rimaste impresse. Sebbene i due autori abbiano collaborato anche nel più affascinante, almeno all'apparenza, La vetta degli dei, tuttora in corso di pubblicazione nel nostro paese, in realtà Garouden è riuscito a catturare la mia attenzione soltanto per poco e in particolare nella prima parte della storia. In breve, ecco qualche cenno alla trama.
Protagonista della vicenda è il massiccio ex lottatore Bunshichi Tanba, il quale, sconfitto per la prima volta dall'ultimo arrivato di turno, dopo cinque anni di duro allenamento e desideroso di una rivalsa personale ha ora intenzione di riconquistare il proprio orgoglio sconfiggendo in duello il suo avversario. Tuttavia quest'ultimo, un tale Kajiwara, non conta più sulla classica fortuna del principiante: egli è infatti diventato un vero campione di wrestling. Chi riuscirà a spuntarla tra i due formidabili lottatori?
Sebbene non sia per nulla un patito di lotta libera e wrestling, un film come The Wrestler, con uno straordinario Mickey Rourke nel ruolo del protagonista, mi ha colpito in positivo per l'eccellente approfondimento psicologico del personaggio principale e dei comprimari. Ora, non che in Garouden tutto ciò sia assente, ma ho avuto l'impressione che al centro dell'attenzione dei due autori ci fosse soprattutto la possente e pulsante muscolatura dei corpi in lotta dei protagonisti, messa in risalto dagli splendidi e dettagliati disegni del maestro Taniguchi. Per il resto l'opera in questione, che per certi aspetti mi ha ricordato il deludente Il libro del vento non mi ha lasciato praticamente nulla. L'edizione italiana prezzata quasi quindici euro rientra nella cosiddetta "Taniguchi Collection" pubblicata dalla Planet Manga e si attesta sui soliti ottimi livelli in materia di carta, stampa e traduzioni. Comunque, la mia valutazione, soprattutto per motivi di gusti personali, non raggiunge la sufficienza, motivo per il quale non mi sento di consigliare Garouden praticamente a nessuno, eccezion fatta per gli appassionati di wrestling: questo manga è pane per i loro denti.
Protagonista della vicenda è il massiccio ex lottatore Bunshichi Tanba, il quale, sconfitto per la prima volta dall'ultimo arrivato di turno, dopo cinque anni di duro allenamento e desideroso di una rivalsa personale ha ora intenzione di riconquistare il proprio orgoglio sconfiggendo in duello il suo avversario. Tuttavia quest'ultimo, un tale Kajiwara, non conta più sulla classica fortuna del principiante: egli è infatti diventato un vero campione di wrestling. Chi riuscirà a spuntarla tra i due formidabili lottatori?
Sebbene non sia per nulla un patito di lotta libera e wrestling, un film come The Wrestler, con uno straordinario Mickey Rourke nel ruolo del protagonista, mi ha colpito in positivo per l'eccellente approfondimento psicologico del personaggio principale e dei comprimari. Ora, non che in Garouden tutto ciò sia assente, ma ho avuto l'impressione che al centro dell'attenzione dei due autori ci fosse soprattutto la possente e pulsante muscolatura dei corpi in lotta dei protagonisti, messa in risalto dagli splendidi e dettagliati disegni del maestro Taniguchi. Per il resto l'opera in questione, che per certi aspetti mi ha ricordato il deludente Il libro del vento non mi ha lasciato praticamente nulla. L'edizione italiana prezzata quasi quindici euro rientra nella cosiddetta "Taniguchi Collection" pubblicata dalla Planet Manga e si attesta sui soliti ottimi livelli in materia di carta, stampa e traduzioni. Comunque, la mia valutazione, soprattutto per motivi di gusti personali, non raggiunge la sufficienza, motivo per il quale non mi sento di consigliare Garouden praticamente a nessuno, eccezion fatta per gli appassionati di wrestling: questo manga è pane per i loro denti.
Il wrestling è sempre stato una disciplina affascinante, che ha sempre fatto parlare di sé, nel bene e nel male.
C'è chi si chiede (senza trovar risposta) se sia vero o finto e chi pensa che sia violento e diseducativo. C'è chi, invece, lo ama e lo segue, appassionandosi alle lotte di quegli atleti possenti, massicci e sicuri, magari un po' pacchiani ma sicuramente fortissimi, che magari vede come degli eroi invincibili per cui fare il tifo col cuore un po' bambino di chi sogna di essere una persona migliore come gli idoli cui vorrebbe somigliare; e c'è anche chi a quei sogni e a quegli eroi crede con un sentimento così forte che, magari, crescendo, decide egli stesso di diventare un wrestler.
Il pro-resu, il wrestling giapponese, è una disciplina assai amata nel Sol Levante da parecchi decenni e anche le produzioni a fumetti ne hanno parlato e continuano a parlarne.
All' Uomo Tigre, tormentato combattente mascherato del dopoguerra, e all'allegro e coraggioso eroe Kinnikuman, il romanziere Baku Yumemakura contrappone una storia più reale e oscura, priva di quell'eroismo, quei teneri sogni infantili e quel sense of wonder che generalmente i bambini e i ragazzi vedono nel wrestling e nei lottatori a fumetti.
"Garouden" ("La leggenda del lupo famelico"), adattamento a fumetti by Jiro Taniguchi dell'omonima serie di romanzi del maestro Yumemakura, è infatti una storia ben più tragica, cruda e reale, ma intrisa di fascino, per quanto diversa da quella che generalmente è la rappresentazione del wrestling.
Bunshichi Tanba, il massiccio lottatore protagonista, è infatti assai lontano dall'iconico Uomo Tigre e dal bonario Kinnikuman. Niente costumi pacchiani, piccoli fans o entrate in scena teatrali, ma un uomo ombroso, tormentato, solitario, disgraziato, alla ricerca di un equilibrio interiore che non riesce a trovare nonostante l'abilità nella lotta.
Tanba è un "outcast", un personaggio estremamente giapponese, un po' un Akira Yuuki in versione oscura, che gira di combattimento in combattimento alla ricerca di un modo per lenire la sua enorme solitudine interiore, la frustrazione e l'insoddisfazione che ammantano il suo cuore grigio.
Qual è il significato della forza? Cosa occorre per vincere i combattimenti? Qual è il ruolo del lottatore, tanto forte esteriormente quanto debole nel cuore poiché burattino nelle mani di comitati organizzativi interessati solo al denaro e di un pubblico che non conosce il significato del wrestling, si chiede se è realtà o finzione e lo elogia o deride a seconda del momento?
Taniguchi e Yumemakura conducono il loro massiccio lottatore di combattimento in combattimento, alla ricerca di una risposta che probabilmente è ancora ben lungi dal trovare, ma nel frattempo introducono il lettore in un mondo crudo, sporco, duro, dove le tracce di quei sogni infantili di eroismo e di passione si sono ormai spente da tempo nei cuori dei personaggi, ormai inariditi e ambigui nei loro pensieri e comportamenti.
Chissà che, magari, quella risposta che i personaggi cercano disperatamente, non possa invece visualizzarsi nella mente del lettore, man mano che segue la vicenda del gigantesco e tormentato Tanba!
Il maestro Taniguchi affresca questa vicenda con il suo consueto stile estremamente curato e realistico, per quanto "Garouden" sia un'opera piuttosto vecchia e lo stile sia ancora acerbo rispetto a produzioni più moderne. Il disegno è dettagliatissimo ed efficace nel rappresentare i tozzi e muscolosi fisici dei vari lottatori e dei combattimenti di wrestling crudi, reali, privi di mosse troppo fantasiose o di costumi strampalati.
"Garouden" è dunque un fumetto strano, crudo, oscuro, eppure molto giapponese, che per una volta mette da parte gli eroismi e la spettacolarità per raccontare dei combattimenti più veri, ma non manca di mettere in scena, ancora una volta, per quanto in maniera più silenziosa, quella concezione della lotta come rispetto reciproco, ricca di onore e sacrificio, tanto cara ai giapponesi.
E' una storia che può risultare ambigua e complessa, che può spiazzare il lettore. Non è il Taniguchi più immediato, nè quello maggiormente riuscito, ma la qualità che il maestro infonde nei suoi fumetti, quella strana sensibilità che riesce ad ogni modo a toccare il cuore del lettore, è presente anche qui, per quanto in maniera diversa dal solito.
Consigliato agli appassionati di wrestling, che vi troveranno un affresco più oscuro, ma molto affascinante e non meno profondo, del loro sport preferito, più che agli appassionati di Jiro Taniguchi, che potrebbero trovarvi una storia troppo strana o particolare e non riuscire ad apprezzarla.
C'è chi si chiede (senza trovar risposta) se sia vero o finto e chi pensa che sia violento e diseducativo. C'è chi, invece, lo ama e lo segue, appassionandosi alle lotte di quegli atleti possenti, massicci e sicuri, magari un po' pacchiani ma sicuramente fortissimi, che magari vede come degli eroi invincibili per cui fare il tifo col cuore un po' bambino di chi sogna di essere una persona migliore come gli idoli cui vorrebbe somigliare; e c'è anche chi a quei sogni e a quegli eroi crede con un sentimento così forte che, magari, crescendo, decide egli stesso di diventare un wrestler.
Il pro-resu, il wrestling giapponese, è una disciplina assai amata nel Sol Levante da parecchi decenni e anche le produzioni a fumetti ne hanno parlato e continuano a parlarne.
All' Uomo Tigre, tormentato combattente mascherato del dopoguerra, e all'allegro e coraggioso eroe Kinnikuman, il romanziere Baku Yumemakura contrappone una storia più reale e oscura, priva di quell'eroismo, quei teneri sogni infantili e quel sense of wonder che generalmente i bambini e i ragazzi vedono nel wrestling e nei lottatori a fumetti.
"Garouden" ("La leggenda del lupo famelico"), adattamento a fumetti by Jiro Taniguchi dell'omonima serie di romanzi del maestro Yumemakura, è infatti una storia ben più tragica, cruda e reale, ma intrisa di fascino, per quanto diversa da quella che generalmente è la rappresentazione del wrestling.
Bunshichi Tanba, il massiccio lottatore protagonista, è infatti assai lontano dall'iconico Uomo Tigre e dal bonario Kinnikuman. Niente costumi pacchiani, piccoli fans o entrate in scena teatrali, ma un uomo ombroso, tormentato, solitario, disgraziato, alla ricerca di un equilibrio interiore che non riesce a trovare nonostante l'abilità nella lotta.
Tanba è un "outcast", un personaggio estremamente giapponese, un po' un Akira Yuuki in versione oscura, che gira di combattimento in combattimento alla ricerca di un modo per lenire la sua enorme solitudine interiore, la frustrazione e l'insoddisfazione che ammantano il suo cuore grigio.
Qual è il significato della forza? Cosa occorre per vincere i combattimenti? Qual è il ruolo del lottatore, tanto forte esteriormente quanto debole nel cuore poiché burattino nelle mani di comitati organizzativi interessati solo al denaro e di un pubblico che non conosce il significato del wrestling, si chiede se è realtà o finzione e lo elogia o deride a seconda del momento?
Taniguchi e Yumemakura conducono il loro massiccio lottatore di combattimento in combattimento, alla ricerca di una risposta che probabilmente è ancora ben lungi dal trovare, ma nel frattempo introducono il lettore in un mondo crudo, sporco, duro, dove le tracce di quei sogni infantili di eroismo e di passione si sono ormai spente da tempo nei cuori dei personaggi, ormai inariditi e ambigui nei loro pensieri e comportamenti.
Chissà che, magari, quella risposta che i personaggi cercano disperatamente, non possa invece visualizzarsi nella mente del lettore, man mano che segue la vicenda del gigantesco e tormentato Tanba!
Il maestro Taniguchi affresca questa vicenda con il suo consueto stile estremamente curato e realistico, per quanto "Garouden" sia un'opera piuttosto vecchia e lo stile sia ancora acerbo rispetto a produzioni più moderne. Il disegno è dettagliatissimo ed efficace nel rappresentare i tozzi e muscolosi fisici dei vari lottatori e dei combattimenti di wrestling crudi, reali, privi di mosse troppo fantasiose o di costumi strampalati.
"Garouden" è dunque un fumetto strano, crudo, oscuro, eppure molto giapponese, che per una volta mette da parte gli eroismi e la spettacolarità per raccontare dei combattimenti più veri, ma non manca di mettere in scena, ancora una volta, per quanto in maniera più silenziosa, quella concezione della lotta come rispetto reciproco, ricca di onore e sacrificio, tanto cara ai giapponesi.
E' una storia che può risultare ambigua e complessa, che può spiazzare il lettore. Non è il Taniguchi più immediato, nè quello maggiormente riuscito, ma la qualità che il maestro infonde nei suoi fumetti, quella strana sensibilità che riesce ad ogni modo a toccare il cuore del lettore, è presente anche qui, per quanto in maniera diversa dal solito.
Consigliato agli appassionati di wrestling, che vi troveranno un affresco più oscuro, ma molto affascinante e non meno profondo, del loro sport preferito, più che agli appassionati di Jiro Taniguchi, che potrebbero trovarvi una storia troppo strana o particolare e non riuscire ad apprezzarla.
Tanba Bunshichi è un uomo che, a causa della sua stazza e del suo fisico, incute una certa riverenza e timore. Tale sensazione non è immotivata in quanto è un abile lottatore, temprato da decine e decine di scontri. In questo volumetto incontrerà un giovane ladruncolo che suo malgrado finirà per salvare e che si troverà a portarsi dietro come aspirante allievo. Il confronto con questo ragazzo spalancherà al lettore le finestre sul passato di Tanba, che si racconterà e che mostrerà la sua determinazione a cercare di affinare la sua abilità nella lotta. La sua ossessiva bramosia di dimostrarsi il migliore lo porterà ad affrontare un avversario del passato, ora star del wrestling e non comunemente affrontabile da qualcuno come lui.
Taniguchi in questo volumetto regala al lettore degli scontri ben raccontati e disegnati con cura, in grado di appassionare grazie soprattutto al carisma del protagonista. A parte questo, onestamente, mi sento di segnalare soltanto alcuni spunti interessanti presenti nella pagine in viene trattata la tematica wrestling, con un paio di curiosi e inaspettati eventi che spiazzano un po'. Il resto è piuttosto lineare, la storia prosegue in modo prevedibile e anche gli stessi personaggi si dimostrano abbastanza semplici, con un passato non molto originale e in qualche modo stereotipato. Quello che non avevo previsto, e non è stata una bella sorpresa, era il finale, che risulta a tutti gli effetti non risolutivo ed aperto.
Nonostante questo si legge velocemente e i dimostra un buon titolo di azione per coloro che hanno qualche anno sulle spalle e amano vedere scontri realistici. Le sequenze di lotta sono sempre disegnate con attenzione e hanno come principale pregio quello di coinvolgere il lettore, che vive gli scontri con trasporto tanto che, quando mi sono state presentate fratture o ferite di un certo tipo, in qualche modo mi sono sentito disturbato da quanto leggevo.
Garouden è un opera atipica per chi è abituato a leggere Taniguchi e, pertanto, temo che alcuni estimatori dell'autore potrebbero non apprezzarla. Tuttavia leggendola si può notare l'abilità del mangaka, capace di trasformare in una lettura interessante anche una sceneggiatura che di suo offrirebbe ben pochi spunti di interesse. Sfortunatamente, tuttavia, manca di un vero finale.
Taniguchi in questo volumetto regala al lettore degli scontri ben raccontati e disegnati con cura, in grado di appassionare grazie soprattutto al carisma del protagonista. A parte questo, onestamente, mi sento di segnalare soltanto alcuni spunti interessanti presenti nella pagine in viene trattata la tematica wrestling, con un paio di curiosi e inaspettati eventi che spiazzano un po'. Il resto è piuttosto lineare, la storia prosegue in modo prevedibile e anche gli stessi personaggi si dimostrano abbastanza semplici, con un passato non molto originale e in qualche modo stereotipato. Quello che non avevo previsto, e non è stata una bella sorpresa, era il finale, che risulta a tutti gli effetti non risolutivo ed aperto.
Nonostante questo si legge velocemente e i dimostra un buon titolo di azione per coloro che hanno qualche anno sulle spalle e amano vedere scontri realistici. Le sequenze di lotta sono sempre disegnate con attenzione e hanno come principale pregio quello di coinvolgere il lettore, che vive gli scontri con trasporto tanto che, quando mi sono state presentate fratture o ferite di un certo tipo, in qualche modo mi sono sentito disturbato da quanto leggevo.
Garouden è un opera atipica per chi è abituato a leggere Taniguchi e, pertanto, temo che alcuni estimatori dell'autore potrebbero non apprezzarla. Tuttavia leggendola si può notare l'abilità del mangaka, capace di trasformare in una lettura interessante anche una sceneggiatura che di suo offrirebbe ben pochi spunti di interesse. Sfortunatamente, tuttavia, manca di un vero finale.
La serie di romanzi "Garouden" di Yumemakura Baku (autore anche di "Taitei No Ken" e "La vetta degli dei") è stata adattata a diverse trasposizioni. Nel campo dei manga è stata rivisitata per la prima volta dal Maestro Jiro Taniguchi, sfruttando le sue incredibili doti di narratore ed illustratore.
Questa trasposizione influenzerà molto la crescita artistica di Keisuke Itagaki (celebre per la serie "Grappler Baki") che si occuperà della secondo adattamento di "Garouden" nel 1998, come svela nell'intervista che si troverà alla fine del volume.
Tanba Bunshichi non passa inosservato per via della sua altezza e il fisico massiccio e muscoloso. Proprio per questo un borseggiatore lo sfrutta per nascondere la refurtiva, coinvolgendolo così in una rissa. Tanba eviterebbe volentieri lo scontro impari, ma quando lo attaccano il suo istinto e l'orgoglio reagiscono, devastando ossa e volti in un turbinio di brutali colpi, portati con potenza e precisione.
L'inizio è d'impatto e funzionale, permettendo al lettore di conoscere l'incredibile natura di Tanba, e facendolo incontrare con il petulante ragazzino permette di sciogliere la lingua del silenzioso lottatore. In questo modo lo sviluppo è continuo e lineare, frammentato solamente da interessanti flashback nei momenti più opportuni, dando così una narrazione completa e sempre più avvincente.
I co-protagonisti di Tanba sono senza dubbio i combattimenti. Questi vedono affrontarsi diversi stili di Karate e subiscono l'influenza del pro-wrestling, in un mix di tecniche, chiavi articolari e portentosi colpi che dona al tutto grande varietà, oltre a brutali sequenze dove la resistenza fisica è messa a dura prova.
Il tema portante dell'intera opera è il tacito e silenzioso rispetto che si crea tra i combattenti, l'incredibile spirito di chi insegue la forza allenandosi duramente ogni giorno superando se stesso fino a trovare chi sarà più forte di lui, prestandosi ai Dojo Yaburi, provando odio e rabbia verso il rivale che li sconfigge ma sempre rapportati a profondo rispetto e gratitudine.
In tutto questo i due autori si permettono anche un leggero excursus nel campo del Wrestling, sottolineando come nonostante ci siano "copioni" e linee prestabilite i lottatori siano persone che si allenano duramente e prestino il loro fisico ad atroci dolori, per deliziare il pubblico ed appagare se stessi andando oltre i propri limiti. Per questo vanno rispettati, e non derisi definendoli attori anziché atleti.
Il finale adrenalinico scorre rapido ed inesorabile, con un ultimo scontro talmente teso ed intenso che alla sua conclusione lascerà il lettore senza fiato, mentre si leggono le ultime profonde parole che incoronano perfettamente il senso e la profondità della storia.
E' inutile soffermarsi a decantare il consolidato ed abile tratto di Taniguchi ben conosciuto dai fan, che anche in questo caso non delude.
I volti sono espressivi, mentre la regia è come sempre delicata ed accuratamente studiata, andando a formare una silenziosa comunicazione al lettore che subirà il fascino delle tavole, comprendendo al meglio i sentimenti e le sensazioni dei personaggi.
Data la natura dell'opera, profondamente radicata nei combattimenti, ci sono ricche e numerose scene d'azione. I combattimenti sono energici ed esaltanti, vissuti con forza e velocità dai lottatori, e sembrano trasmettere al lettore la fatica e il dolore mentre si susseguono serrate sequele di parate e contrattacchi, senza contare le sublimi sequenze di chiavi articolari, dove i corpi si intrecciano e subiscono torsioni innaturali per poi liberarsi e ribaltare la situazione, con virtuosismi tecnici di rara maestria.
L'occhio del lettore sarà ammaliato dai combattimenti anche per via dei fisici, muscolosi e possenti, che rivelano i muscoli pulsanti e tesi solamente nei momenti più concitati, con un incredibile realismo.
In Italia "Garouden" è giunto tramite la Panini nella Taniguchi Collection, rimanendo fedele agli standard della collana sotto ogni aspetto. Un prezzo elevato ma ben rapportato agli ottimi materiali e le abbondanti pagine.
Pur non trovando il classico Taniguchi legato alla natura, o incredibilmente profondo ed emotivo nella sua semplicità, non si può rimanere delusi da "Garouden".
La storia è avvincente, la cui struttura semplice è ben curata, mentre i combattimenti sono sempre più esaltanti e sottolineati dall'abilissima maestria di Taniguchi, dando vita ad un interessante viaggio nel mondo dei combattimenti, dove si vive solo per essere forti e portare se stessi al limite, sempre mostrando profondo rispetto all'avversario e nutrendo un forte orgoglio.
Chiunque sia appassionato a diversi stili di lotta, compreso il wrestling, non dovrebbe perdersi questa lettura che narra con maturità e passione il mondo dei moderni "guerrieri", ben lontano dall'essere un banale viaggio di dolore, cattiveria ed odio.
Questa trasposizione influenzerà molto la crescita artistica di Keisuke Itagaki (celebre per la serie "Grappler Baki") che si occuperà della secondo adattamento di "Garouden" nel 1998, come svela nell'intervista che si troverà alla fine del volume.
Tanba Bunshichi non passa inosservato per via della sua altezza e il fisico massiccio e muscoloso. Proprio per questo un borseggiatore lo sfrutta per nascondere la refurtiva, coinvolgendolo così in una rissa. Tanba eviterebbe volentieri lo scontro impari, ma quando lo attaccano il suo istinto e l'orgoglio reagiscono, devastando ossa e volti in un turbinio di brutali colpi, portati con potenza e precisione.
L'inizio è d'impatto e funzionale, permettendo al lettore di conoscere l'incredibile natura di Tanba, e facendolo incontrare con il petulante ragazzino permette di sciogliere la lingua del silenzioso lottatore. In questo modo lo sviluppo è continuo e lineare, frammentato solamente da interessanti flashback nei momenti più opportuni, dando così una narrazione completa e sempre più avvincente.
I co-protagonisti di Tanba sono senza dubbio i combattimenti. Questi vedono affrontarsi diversi stili di Karate e subiscono l'influenza del pro-wrestling, in un mix di tecniche, chiavi articolari e portentosi colpi che dona al tutto grande varietà, oltre a brutali sequenze dove la resistenza fisica è messa a dura prova.
Il tema portante dell'intera opera è il tacito e silenzioso rispetto che si crea tra i combattenti, l'incredibile spirito di chi insegue la forza allenandosi duramente ogni giorno superando se stesso fino a trovare chi sarà più forte di lui, prestandosi ai Dojo Yaburi, provando odio e rabbia verso il rivale che li sconfigge ma sempre rapportati a profondo rispetto e gratitudine.
In tutto questo i due autori si permettono anche un leggero excursus nel campo del Wrestling, sottolineando come nonostante ci siano "copioni" e linee prestabilite i lottatori siano persone che si allenano duramente e prestino il loro fisico ad atroci dolori, per deliziare il pubblico ed appagare se stessi andando oltre i propri limiti. Per questo vanno rispettati, e non derisi definendoli attori anziché atleti.
Il finale adrenalinico scorre rapido ed inesorabile, con un ultimo scontro talmente teso ed intenso che alla sua conclusione lascerà il lettore senza fiato, mentre si leggono le ultime profonde parole che incoronano perfettamente il senso e la profondità della storia.
E' inutile soffermarsi a decantare il consolidato ed abile tratto di Taniguchi ben conosciuto dai fan, che anche in questo caso non delude.
I volti sono espressivi, mentre la regia è come sempre delicata ed accuratamente studiata, andando a formare una silenziosa comunicazione al lettore che subirà il fascino delle tavole, comprendendo al meglio i sentimenti e le sensazioni dei personaggi.
Data la natura dell'opera, profondamente radicata nei combattimenti, ci sono ricche e numerose scene d'azione. I combattimenti sono energici ed esaltanti, vissuti con forza e velocità dai lottatori, e sembrano trasmettere al lettore la fatica e il dolore mentre si susseguono serrate sequele di parate e contrattacchi, senza contare le sublimi sequenze di chiavi articolari, dove i corpi si intrecciano e subiscono torsioni innaturali per poi liberarsi e ribaltare la situazione, con virtuosismi tecnici di rara maestria.
L'occhio del lettore sarà ammaliato dai combattimenti anche per via dei fisici, muscolosi e possenti, che rivelano i muscoli pulsanti e tesi solamente nei momenti più concitati, con un incredibile realismo.
In Italia "Garouden" è giunto tramite la Panini nella Taniguchi Collection, rimanendo fedele agli standard della collana sotto ogni aspetto. Un prezzo elevato ma ben rapportato agli ottimi materiali e le abbondanti pagine.
Pur non trovando il classico Taniguchi legato alla natura, o incredibilmente profondo ed emotivo nella sua semplicità, non si può rimanere delusi da "Garouden".
La storia è avvincente, la cui struttura semplice è ben curata, mentre i combattimenti sono sempre più esaltanti e sottolineati dall'abilissima maestria di Taniguchi, dando vita ad un interessante viaggio nel mondo dei combattimenti, dove si vive solo per essere forti e portare se stessi al limite, sempre mostrando profondo rispetto all'avversario e nutrendo un forte orgoglio.
Chiunque sia appassionato a diversi stili di lotta, compreso il wrestling, non dovrebbe perdersi questa lettura che narra con maturità e passione il mondo dei moderni "guerrieri", ben lontano dall'essere un banale viaggio di dolore, cattiveria ed odio.