La strana storia dell'isola Panorama
Tra gli autori classici della letteratura giapponese del Novecento, Edogawa Ranpo, al secolo Taro Hirai, è l'unico che sia stato considerato alla stregua del famoso pioniere occidentale del romanzo horror Edgar Allan Poe, al cui nome, peraltro, è ispirato proprio lo pseudonimo di Hirai. Ad ogni modo, Ranpo ha una propria identità e le sue opere hanno dato vita a diverse trasposizioni cinematografiche e fumettistiche. Proprio tra queste ultime si annovera Panorama-tō Kidan - in italiano, "La strana storia dell'isola Panorama", tratto da un racconto datato 1926 e disegnato nel 2008 da Suehiro Maruo, autore del famoso Midori - La ragazza delle camelie. Il connubio tra i soggetti di Ranpo e l'arte di Maruo avrebbe dato ulteriori frutti l'anno successivo ne Il bruco, che di recente ho avuto modo di leggere e anche apprezzare. Torniamo ora all'isola Panorama e alle strane vicende che la riguardano.
Il protagonista della nostra storia è Hirosuke Hitomi, uno scrittore da quattro soldi che non riesce a sfondare nel suo campo e la cui brama utopica si ispira a Le Terre di Arnheim di Allan Poe. Un giorno, però, gli si presenta un'occasione più unica che rara: la morte di Genzaburo Komoda, un vecchio compagno di scuola il cui aspetto è piuttosto somigliante al suo ma che, diversamente da lui, è molto facoltoso e rispettato. A quel punto, la decisione da prendere sorge spontanea: inscenare la resurrezione di Komoda prendendo così il suo posto. Naturalmente, Hirosuke deve sbarazzarsi del cadavere e fare di tutto per recitare la parte alla perfezione, in modo da convincere persino Chiyoko, la moglie del defunto. Con l'ingente patrimonio di Komoda, il nostro Hirosuke riesce persino a realizzare il suo sogno: la costruzione della strabiliante isola Panorama, una sorta di gigantesco parco divertimenti per adulti. Non tutto, però, si risolve così facilmente e Hirosuke dovrà pagarne le conseguenze...
A livello di trama, il protagonista e i bizzarri accadimenti della storia mi hanno ricordato vagamente lo splendido Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Infatti, analogamente a Gray, Hirosuke non è malvagio fin nel midollo, ma arriva ciò nondimeno a compiere misfatti tremendi pur di ottenere il suo scopo: un'utopia edonista per raggiungere la quale è disposto a superare qualsiasi ostacolo. Le quasi trecento pagine di quest'opera onirica, assurda e venata da un erotismo esplicito e alquanto raffinato si leggono in modo dir poco scorrevole. Dal canto suo, la narrazione incalzante, che avanza seguendo una cadenza progressiva, raggiunge il culmine a partire da metà della storia fino alla sorprendente conclusione: in realtà, la vicenda di Hirosuke si conclude nell'unico modo possibile, e forse è proprio per questo che ha suscitato in me un forte senso di sorpresa. Da un punto di vista puramente tecnico, ancora una volta non posso che lodare il lavoro approntato da Maruo: sembra quasi che i suoi disegni suggestivi e dettagliati, sia per quanto riguarda i personaggi che le ambientazioni, siano nati proprio per illustrare al meglio le storie di Edogawa. Assistiamo, inoltre, a un prepotente tripudio di riferimenti artistici e culturali, tra cui spiccano l'attenta rappresentazione di numerose sculture italiane e la citazione visiva alla celebre "Ofelia" dipinta da Millais. L'edizione italiana a cura della Coconino Press offre pagine spesse di buona qualità e una traduzione davvero adeguata, ma non fornisce il benché minimo apparato redazionale; una pecca davvero evitabile. Tirando le somme, La strana storia dell'isola Panorama è una lettura singolare, a tratti poetica e inquietante, e certamente degna di nota. Consigliato ai palati più esigenti.
Il protagonista della nostra storia è Hirosuke Hitomi, uno scrittore da quattro soldi che non riesce a sfondare nel suo campo e la cui brama utopica si ispira a Le Terre di Arnheim di Allan Poe. Un giorno, però, gli si presenta un'occasione più unica che rara: la morte di Genzaburo Komoda, un vecchio compagno di scuola il cui aspetto è piuttosto somigliante al suo ma che, diversamente da lui, è molto facoltoso e rispettato. A quel punto, la decisione da prendere sorge spontanea: inscenare la resurrezione di Komoda prendendo così il suo posto. Naturalmente, Hirosuke deve sbarazzarsi del cadavere e fare di tutto per recitare la parte alla perfezione, in modo da convincere persino Chiyoko, la moglie del defunto. Con l'ingente patrimonio di Komoda, il nostro Hirosuke riesce persino a realizzare il suo sogno: la costruzione della strabiliante isola Panorama, una sorta di gigantesco parco divertimenti per adulti. Non tutto, però, si risolve così facilmente e Hirosuke dovrà pagarne le conseguenze...
A livello di trama, il protagonista e i bizzarri accadimenti della storia mi hanno ricordato vagamente lo splendido Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Infatti, analogamente a Gray, Hirosuke non è malvagio fin nel midollo, ma arriva ciò nondimeno a compiere misfatti tremendi pur di ottenere il suo scopo: un'utopia edonista per raggiungere la quale è disposto a superare qualsiasi ostacolo. Le quasi trecento pagine di quest'opera onirica, assurda e venata da un erotismo esplicito e alquanto raffinato si leggono in modo dir poco scorrevole. Dal canto suo, la narrazione incalzante, che avanza seguendo una cadenza progressiva, raggiunge il culmine a partire da metà della storia fino alla sorprendente conclusione: in realtà, la vicenda di Hirosuke si conclude nell'unico modo possibile, e forse è proprio per questo che ha suscitato in me un forte senso di sorpresa. Da un punto di vista puramente tecnico, ancora una volta non posso che lodare il lavoro approntato da Maruo: sembra quasi che i suoi disegni suggestivi e dettagliati, sia per quanto riguarda i personaggi che le ambientazioni, siano nati proprio per illustrare al meglio le storie di Edogawa. Assistiamo, inoltre, a un prepotente tripudio di riferimenti artistici e culturali, tra cui spiccano l'attenta rappresentazione di numerose sculture italiane e la citazione visiva alla celebre "Ofelia" dipinta da Millais. L'edizione italiana a cura della Coconino Press offre pagine spesse di buona qualità e una traduzione davvero adeguata, ma non fornisce il benché minimo apparato redazionale; una pecca davvero evitabile. Tirando le somme, La strana storia dell'isola Panorama è una lettura singolare, a tratti poetica e inquietante, e certamente degna di nota. Consigliato ai palati più esigenti.
"La strana storia dell'isola panorama" è un sublime lavoro di Shuehiro Maruo, una trasposizione a fumetti del romanzo di Edogawa Ranpo. Portato in Italia da Coconino Press, questo corposo seinen a volume unico è destinato ad essere ricordato, un lavoro veramente accurato. Shuehiro Maruo è un autore particolare e non adatto a tutti, questa sua opera è totalmente diversa dalle altre, che vertono prevalentemente sul genere Horror e sul colpire il lettore con sensazioni quali disgusto, odio e ribrezzo. Panorama Toukidan, questo il nome Giapponese, presenta caratteristiche molto differenti.
Hitomi, fallimentare scrittore incapace di pubblicare alcuni dei suoi lavori, ha un sogno, quello di dare vita ad luogo che sia di svago, di folle divertimento per gli adulti, un luogo dove tutto sia concesso e niente sia proibito. Un paradiso in cui soddisfare i propri bisogni carnali. Questo progetto, utopico nonché economicamente troppo dispendioso, pare ai suoi occhi impossibile. Impossibile sì, fino a quando un giorno viene a sapere della morte di un suo vecchio amico, ormai ricco imprenditore, a lui fortemente somigliante. Decide dunque di abbandonare la sua infima, a suo dire, esistenza e cercare di valorizzare al meglio l'opportunità che gli viene concessa. Sceglie così di rubare l'identità al suo amico di vecchia data facendo sembrare il tutto una specie di resurrezione. Paradossalmente riesce nel suo intento e, con il patrimonio di cui era entrato possesso, corona il suo sogno. Realizza, in un'isola quasi disabitata, un luogo di trasgressione, in cui gli uomini avrebbero potuto dare libero sfogo ai loro desideri: il paradiso che aveva sempre sognato.
Il disegno di Maruo è perfetto per l'opera, gli scenari sono realizzati magistralmente, l'isola Panorama è molto affascinante ed è capace di intrigare il lettore con le sue straordinarie ambientazioni. I personaggi sono particolareggiati fino all'ultimo dettaglio.
L'opera viene presentata da Coconino Press al prezzo di 19,50 euro. Vale tutti i soldi che costa, in quanto è di grande formato con un'ottima qualità della carta e un grado di trasparenza minimale. Essendo poi un'opera abbastanza di nicchia, la cifra viene giustificata ulteriormente.
Consiglio a tutti coloro che leggono questo manga di soffermarsi molto su ogni tavola, possiamo cogliere la vera espressività che l'autore ci vuole comunicare attraverso i disegni, soffermandosi in particolare sugli scenari che faranno da fondamentale contorno a questa emozionante quanto curiosa storia. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene sotto il profilo psicologico, il protagonista, Hitomi, è una persona evidentemente folle ma senza ombra di dubbio molto intelligente, la povera moglie del deceduto è una figura ambigua e di poche parole, viene rappresentata come l'unico ostacolo per la realizzazione del sogno utopico di Hitomi. Ella infatti, conoscendo bene il marito, poteva facilmente accorgersi della diversità fra lui e Hitomi, è un personaggio che ci farà provare un intenso sentimento di compassione che viene molto accentuato dai disegni, i quali qui raggiungono l'apice dell'espressività (sulla sinistra della recensione si può scorgere qualche tavola interessante). Manga da consigliare ad ogni fan del genere, nonché a chi ha letto e apprezzato le precedenti opere di Maruo, questa è un po' diversa, ma sicuramente la troverete di vostro gradimento. Voto 9.
Hitomi, fallimentare scrittore incapace di pubblicare alcuni dei suoi lavori, ha un sogno, quello di dare vita ad luogo che sia di svago, di folle divertimento per gli adulti, un luogo dove tutto sia concesso e niente sia proibito. Un paradiso in cui soddisfare i propri bisogni carnali. Questo progetto, utopico nonché economicamente troppo dispendioso, pare ai suoi occhi impossibile. Impossibile sì, fino a quando un giorno viene a sapere della morte di un suo vecchio amico, ormai ricco imprenditore, a lui fortemente somigliante. Decide dunque di abbandonare la sua infima, a suo dire, esistenza e cercare di valorizzare al meglio l'opportunità che gli viene concessa. Sceglie così di rubare l'identità al suo amico di vecchia data facendo sembrare il tutto una specie di resurrezione. Paradossalmente riesce nel suo intento e, con il patrimonio di cui era entrato possesso, corona il suo sogno. Realizza, in un'isola quasi disabitata, un luogo di trasgressione, in cui gli uomini avrebbero potuto dare libero sfogo ai loro desideri: il paradiso che aveva sempre sognato.
Il disegno di Maruo è perfetto per l'opera, gli scenari sono realizzati magistralmente, l'isola Panorama è molto affascinante ed è capace di intrigare il lettore con le sue straordinarie ambientazioni. I personaggi sono particolareggiati fino all'ultimo dettaglio.
L'opera viene presentata da Coconino Press al prezzo di 19,50 euro. Vale tutti i soldi che costa, in quanto è di grande formato con un'ottima qualità della carta e un grado di trasparenza minimale. Essendo poi un'opera abbastanza di nicchia, la cifra viene giustificata ulteriormente.
Consiglio a tutti coloro che leggono questo manga di soffermarsi molto su ogni tavola, possiamo cogliere la vera espressività che l'autore ci vuole comunicare attraverso i disegni, soffermandosi in particolare sugli scenari che faranno da fondamentale contorno a questa emozionante quanto curiosa storia. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene sotto il profilo psicologico, il protagonista, Hitomi, è una persona evidentemente folle ma senza ombra di dubbio molto intelligente, la povera moglie del deceduto è una figura ambigua e di poche parole, viene rappresentata come l'unico ostacolo per la realizzazione del sogno utopico di Hitomi. Ella infatti, conoscendo bene il marito, poteva facilmente accorgersi della diversità fra lui e Hitomi, è un personaggio che ci farà provare un intenso sentimento di compassione che viene molto accentuato dai disegni, i quali qui raggiungono l'apice dell'espressività (sulla sinistra della recensione si può scorgere qualche tavola interessante). Manga da consigliare ad ogni fan del genere, nonché a chi ha letto e apprezzato le precedenti opere di Maruo, questa è un po' diversa, ma sicuramente la troverete di vostro gradimento. Voto 9.
"Se il sogno muore, che ne sarà del sognatore? E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno?"
(Arthur Bertram Chandler)
Non tutti coloro che si professano disposti a tutto pur di raggiungere un determinato obiettivo sono consci della portata di una simile affermazione. Provate a pensare a come sarebbe rinunciare ad avere un'etica in nome del nostro diritto di essere felici, a rinnegare il confine tra la nostra libertà e quella degli altri. Adesso provate a pensare a come ci sentiremmo nel dover subire le conseguenze di un sogno che ci è stato imposto di vivere. Tratto da un racconto di Ranpo Edogawa, giallista e critico nipponico il cui stile si rifaceva a quello di autori occidentali del calibro di Edgar Allan Poe (di cui il suo pseudonimo è la trascrizione fonetica) e Arthur Conan Doyle, "La strana storia dell'isola Panorama" è un viaggio di sola andata con destinazione quella terra di nessuno che funge da confine fra la determinazione e la disperazione.
La morte dell'imperatore Taishō, avvenuta il 25 dicembre 1926, segna la fine di un'era di grandi cambiamenti per il Giappone, che tra crisi economiche, campagne espansionistiche e una sempre maggiore apertura agli usi e ai costumi stranieri aveva compiuto degli inequivocabili passi in avanti nell'acquisizione di un posto di prim'ordine nel grande scacchiere delle nazioni. Chiuso nella sua squallida cameretta, che gli costa più di quanto riesca a guadagnare pubblicando i propri racconti, Hirosuke Hitomi si chiede se una nullità come lui riuscirà a tenere il passo con i drastici cambiamenti che si profilano all'orizzonte. Il suo desiderio di fuggire dalle proprie responsabilità si riflette con prepotenza nei suoi lavori, in cui ricorre spesso il tema del paradiso terrestre, che lui sogna di poter un giorno costruire. Se nella sua testa ogni dettaglio è già stato definito, tuttavia, nella realtà le sue finanze sono talmente esigue che soltanto un miracolo potrebbe consentirgli di entrare in possesso della somma necessaria.
Un giorno il suo editore, che nonostante la mediocrità e la monotonia dei suoi scritti sembra averlo in simpatia, gli comunica che un suo vecchio compagno di scuola a cui egli assomiglia come una goccia d'acqua, l'imprenditore Genzaburo Komoda, è morto a seguito di un attacco d'asma particolarmente violento. Ecco allora che nella mente di Hirosuke comincia a formarsi un piano diabolico: assumere l'identità di Komoda, farlo "resuscitare" e servirsi del suo patrimonio per coronare il suo sogno. Ma anche una volta risolto il problema dei soldi gli ostacoli che si frappongono tra lui e il suo paradiso sono tanti, primi fra tutti Chiyoko, la vedova di Komoda, ed il detective Kogoro Akechi.
È un manga d'atmosfera, quello di Suehiro Maruo, non di contenuti. La discesa all'inferno di Hirosuke non si basa sugli eventi che ne costituiscono i punti salienti, bensì sull'impatto che essi hanno sulla sua psiche. Tanto nelle fasi iniziali della sua farsa quanto a seguito dell'inevitabile confronto con Akechi - fatto intervenire forse troppo tardi nella vicenda e in modo troppo deciso - il suo chiodo fisso, lungi dall'essere l'uomo della cui vita si è appropriato o la donna che ha reso profondamente infelice, rimane egli stesso. Così come per l'ugonotto Enrico IV la conversione al cattolicesimo era un prezzo più che equo da pagare per diventare re di Francia (da qui la frase "Parigi val bene una messa"), così il nostro protagonista, sempre più dipendente dalla realtà virtuale da lui creata, non si dà pensiero di quanto dovrà cadere in basso prima di realizzare la sua utopia, né chi potrebbe andarvi di mezzo - e se per qualche motivo non potrà godere i frutti di tanta fatica, nessuno altro potrà -. Non deve quindi stupirci né indispettirci se, a confronto, gli altri personaggi ci parranno scarsamente approfonditi, perché è esattamente così che Hirosuke li vede: entità indistinte il cui unico scopo è attentare alla sua sacra e insindacabile felicità.
Stupefacente il tratto deliziosamente retró di Maruo, curato fin nei più piccoli dettagli e di una raffinatezza che nobilita anche le scene più scabrose. Rispetto ad altre sue opere questa è molto meno splatter, ma sotto la patina di sobria grandezza le acque sono forse ancor più torbide. Vale infatti la pena di ricordare che Hirosuke è mentalmente instabile e che quindi ciò che ai suoi occhi appare meraviglioso nella realtà potrebbe esserlo molto meno.
Sono stata indecisa fino all'ultimo se dargli 8 o 9, in quanto la sceneggiatura risulta un po' trascurata rispetto al comparto psicologico, ma la ricercatezza delle tavole è sufficiente a "scagionare" Maruo dall'ipotetica accusa di non essersi dedicato con abbastanza impegno a questo non facile adattamento, e per questo mi sono decisa per la valutazione più alta. Indubbiamente "La strana storia dell'isola Panorama" è un acquisto importante, e non solo per il prezzo, ma capace di soddisfare i palati più esigenti e gli amanti dell'onirismo d'autore.
(Arthur Bertram Chandler)
Non tutti coloro che si professano disposti a tutto pur di raggiungere un determinato obiettivo sono consci della portata di una simile affermazione. Provate a pensare a come sarebbe rinunciare ad avere un'etica in nome del nostro diritto di essere felici, a rinnegare il confine tra la nostra libertà e quella degli altri. Adesso provate a pensare a come ci sentiremmo nel dover subire le conseguenze di un sogno che ci è stato imposto di vivere. Tratto da un racconto di Ranpo Edogawa, giallista e critico nipponico il cui stile si rifaceva a quello di autori occidentali del calibro di Edgar Allan Poe (di cui il suo pseudonimo è la trascrizione fonetica) e Arthur Conan Doyle, "La strana storia dell'isola Panorama" è un viaggio di sola andata con destinazione quella terra di nessuno che funge da confine fra la determinazione e la disperazione.
La morte dell'imperatore Taishō, avvenuta il 25 dicembre 1926, segna la fine di un'era di grandi cambiamenti per il Giappone, che tra crisi economiche, campagne espansionistiche e una sempre maggiore apertura agli usi e ai costumi stranieri aveva compiuto degli inequivocabili passi in avanti nell'acquisizione di un posto di prim'ordine nel grande scacchiere delle nazioni. Chiuso nella sua squallida cameretta, che gli costa più di quanto riesca a guadagnare pubblicando i propri racconti, Hirosuke Hitomi si chiede se una nullità come lui riuscirà a tenere il passo con i drastici cambiamenti che si profilano all'orizzonte. Il suo desiderio di fuggire dalle proprie responsabilità si riflette con prepotenza nei suoi lavori, in cui ricorre spesso il tema del paradiso terrestre, che lui sogna di poter un giorno costruire. Se nella sua testa ogni dettaglio è già stato definito, tuttavia, nella realtà le sue finanze sono talmente esigue che soltanto un miracolo potrebbe consentirgli di entrare in possesso della somma necessaria.
Un giorno il suo editore, che nonostante la mediocrità e la monotonia dei suoi scritti sembra averlo in simpatia, gli comunica che un suo vecchio compagno di scuola a cui egli assomiglia come una goccia d'acqua, l'imprenditore Genzaburo Komoda, è morto a seguito di un attacco d'asma particolarmente violento. Ecco allora che nella mente di Hirosuke comincia a formarsi un piano diabolico: assumere l'identità di Komoda, farlo "resuscitare" e servirsi del suo patrimonio per coronare il suo sogno. Ma anche una volta risolto il problema dei soldi gli ostacoli che si frappongono tra lui e il suo paradiso sono tanti, primi fra tutti Chiyoko, la vedova di Komoda, ed il detective Kogoro Akechi.
È un manga d'atmosfera, quello di Suehiro Maruo, non di contenuti. La discesa all'inferno di Hirosuke non si basa sugli eventi che ne costituiscono i punti salienti, bensì sull'impatto che essi hanno sulla sua psiche. Tanto nelle fasi iniziali della sua farsa quanto a seguito dell'inevitabile confronto con Akechi - fatto intervenire forse troppo tardi nella vicenda e in modo troppo deciso - il suo chiodo fisso, lungi dall'essere l'uomo della cui vita si è appropriato o la donna che ha reso profondamente infelice, rimane egli stesso. Così come per l'ugonotto Enrico IV la conversione al cattolicesimo era un prezzo più che equo da pagare per diventare re di Francia (da qui la frase "Parigi val bene una messa"), così il nostro protagonista, sempre più dipendente dalla realtà virtuale da lui creata, non si dà pensiero di quanto dovrà cadere in basso prima di realizzare la sua utopia, né chi potrebbe andarvi di mezzo - e se per qualche motivo non potrà godere i frutti di tanta fatica, nessuno altro potrà -. Non deve quindi stupirci né indispettirci se, a confronto, gli altri personaggi ci parranno scarsamente approfonditi, perché è esattamente così che Hirosuke li vede: entità indistinte il cui unico scopo è attentare alla sua sacra e insindacabile felicità.
Stupefacente il tratto deliziosamente retró di Maruo, curato fin nei più piccoli dettagli e di una raffinatezza che nobilita anche le scene più scabrose. Rispetto ad altre sue opere questa è molto meno splatter, ma sotto la patina di sobria grandezza le acque sono forse ancor più torbide. Vale infatti la pena di ricordare che Hirosuke è mentalmente instabile e che quindi ciò che ai suoi occhi appare meraviglioso nella realtà potrebbe esserlo molto meno.
Sono stata indecisa fino all'ultimo se dargli 8 o 9, in quanto la sceneggiatura risulta un po' trascurata rispetto al comparto psicologico, ma la ricercatezza delle tavole è sufficiente a "scagionare" Maruo dall'ipotetica accusa di non essersi dedicato con abbastanza impegno a questo non facile adattamento, e per questo mi sono decisa per la valutazione più alta. Indubbiamente "La strana storia dell'isola Panorama" è un acquisto importante, e non solo per il prezzo, ma capace di soddisfare i palati più esigenti e gli amanti dell'onirismo d'autore.
"La strana storia dell'isola Panorama" è il quarto lavoro di Suehiro Maruo a giungere in Italia. Tutti e quattro sono targati Coconino Press e tutti sono offerti in edizioni di pregevole fattura, ma piuttosto impegnative economicamente. Anche per questo motivo l'autore in Italia non ha sfondato e le sue opere sono state notate da una piccola nicchia di appassionati, i soli che hanno avuto il privilegio di conoscere un mangaka così particolare e unico nelle sue produzioni. Coconino Press quindi torna, dopo anni di pausa, a pubblicare un manga e opta per un costo di ben 20 Euro. Si tratta di una spesa decisamente significativa, ma a mio parare giustificata dall'elevato numero di pagine, dalla grammatura della carta e dalla tipologia del prodotto: si tratta, e visto i temi che tratta e il modo che li propone non può essere altrimenti, di un autore di nicchia.
"La strana storia dell'isola Panorama" è probabilmente, fra le quattro, l'opera meno controversa e scioccante, si allontana dallo stile grottesco che contraddistingue lavori come "Midori", "Il Vampire che Ride" e "Notte Putrescente" e pertanto risulta un buona opportunità per chi volesse assaggiare l'autore, prima di addentrarsi in qualcosa di più morboso e ossessivo. Se fossi in voi, e ve lo consiglia senza remore, farei un piccolo sforzo economico e darei una chance a Suehiro Maruo: si tratta di un mangaka unico e diverso probabilmente da tutto quello che avete letto.
L'opera è un adattamento di un romanzo di Ranpo Edogawa, scrittore amante dei gialli occidentali e influenzato da autori come Edgar Allan Poe e Arthur Conan Doyle, il cui nome potrebbe non risultarvi nuovo visto che il suo cognome, Edogawa, viene scelto dal protagonista di Detective Conan come suo pseudonimo.
Hirosuke Hitomi è uno scrittore in decadenza, ormai un mero esecutore di un editore che tra l'altro lo apprezza sempre meno. Conduce una vita misera e grigia, sull'orlo della decadenza, conscio che la sua vita è un completo un fallimento e continuamente divorato dalle proprie, ossessive ed edonistiche, aspirazioni. Il destino gli offre un'opportunità quando un vecchio compagno di infanzia, ora rampollo di una ricchissima famiglia, muore. Visto che i due si somigliano come una goccia d'acqua, senza alcuna remora morale escogita un piano con l'intento di inscenare una sua risurrezione e di prendere il suo posto. Qualora riuscisse nel suo intento avrebbe i fondi per costruire l'isola dei suoi sogni, un luogo completamente dedicato al piacere e al culto del bello, in cui elevarsi dalla vita terrena verso una dimensione surreale in cui l'eccesso è la regola.
Il volumetto si apre con una parte iniziale abbastanza rapida e scorrevole, mentre dedica decisamente più spazio alla costruzione dell'idillio utopistico a cui anela il protagonista. Il percorso che porta all'inevitabile epilogo è disseminato di tavole sorprendi ed estremamente raffinate, oniriche e al contempo estremamente realistiche nei dettagli. Regalano ai visitatori dell'isola visioni che infrangono i normali confini del mondo e si aprono, grazie a ingegnose illusioni visive, a paesaggi mozzafiato disseminati di cascate, fontane, parchi e sculture cinquecentesche e popolati da commedianti dagli abiti e dalle movenze surreali. Viene ricreato un vero e proprio Eden in cui è possibile abbandonarsi a qualunque piacere della carne.
Il prezzo che il protagonista dovrà pagare va ben oltre il mero aspetto materiale, visto che l'ossessiva bramosia di vedere realizzato il sogno della sua vita rischia di trascinarlo nel vortice della follia. Inoltre, il timore di essere smascherato dalle persone a lui più vicine, lo spinge a compiere azioni che fanno ulteriormente vacillare il suo fragile equilibrio mentale.
Si tratta di un volumetto che si legge in fretta e che lascia, grazie ad una saggia distribuzione dei testi, parecchia libertà al lettore di godersi con calma le tavole senza l'ansia di proseguire nella lettura. La caratterizzazione dei personaggi risulta, come spesso accade per Marou, abbastanza morbosa e non sempre equilibrata: i suoi protagonisti soffrono di una costante instabilità emotiva e in genere non riescono a tenere a freno gli oscuri istinti che nascondono. La trama, a parte l'escamotage iniziale che onestamente pare un po' tirato, risulta solida e propone un finale adeguato. In fondo, come suggerisce lo stesso titolo, si tratta di una "strana storia" e proprio in questa sua particolarità la rende unica. Unico è anche lo stile di Suehiro Maruo, il suo modo di raccontare e soprattutto i personaggi e le situazioni che propone. Se ciò non bastasse, l'ho trovato eccelso anche dal punto di vista grafico e, ancora, ricordo che si tratta di una trasposizione di un romanzo di Ranpo Edogawa.
Se volete avvicinarvi ad un manga d'autore, "La strana storia dell'isola Panorama" fa proprio per voi.
"La strana storia dell'isola Panorama" è probabilmente, fra le quattro, l'opera meno controversa e scioccante, si allontana dallo stile grottesco che contraddistingue lavori come "Midori", "Il Vampire che Ride" e "Notte Putrescente" e pertanto risulta un buona opportunità per chi volesse assaggiare l'autore, prima di addentrarsi in qualcosa di più morboso e ossessivo. Se fossi in voi, e ve lo consiglia senza remore, farei un piccolo sforzo economico e darei una chance a Suehiro Maruo: si tratta di un mangaka unico e diverso probabilmente da tutto quello che avete letto.
L'opera è un adattamento di un romanzo di Ranpo Edogawa, scrittore amante dei gialli occidentali e influenzato da autori come Edgar Allan Poe e Arthur Conan Doyle, il cui nome potrebbe non risultarvi nuovo visto che il suo cognome, Edogawa, viene scelto dal protagonista di Detective Conan come suo pseudonimo.
Hirosuke Hitomi è uno scrittore in decadenza, ormai un mero esecutore di un editore che tra l'altro lo apprezza sempre meno. Conduce una vita misera e grigia, sull'orlo della decadenza, conscio che la sua vita è un completo un fallimento e continuamente divorato dalle proprie, ossessive ed edonistiche, aspirazioni. Il destino gli offre un'opportunità quando un vecchio compagno di infanzia, ora rampollo di una ricchissima famiglia, muore. Visto che i due si somigliano come una goccia d'acqua, senza alcuna remora morale escogita un piano con l'intento di inscenare una sua risurrezione e di prendere il suo posto. Qualora riuscisse nel suo intento avrebbe i fondi per costruire l'isola dei suoi sogni, un luogo completamente dedicato al piacere e al culto del bello, in cui elevarsi dalla vita terrena verso una dimensione surreale in cui l'eccesso è la regola.
Il volumetto si apre con una parte iniziale abbastanza rapida e scorrevole, mentre dedica decisamente più spazio alla costruzione dell'idillio utopistico a cui anela il protagonista. Il percorso che porta all'inevitabile epilogo è disseminato di tavole sorprendi ed estremamente raffinate, oniriche e al contempo estremamente realistiche nei dettagli. Regalano ai visitatori dell'isola visioni che infrangono i normali confini del mondo e si aprono, grazie a ingegnose illusioni visive, a paesaggi mozzafiato disseminati di cascate, fontane, parchi e sculture cinquecentesche e popolati da commedianti dagli abiti e dalle movenze surreali. Viene ricreato un vero e proprio Eden in cui è possibile abbandonarsi a qualunque piacere della carne.
Il prezzo che il protagonista dovrà pagare va ben oltre il mero aspetto materiale, visto che l'ossessiva bramosia di vedere realizzato il sogno della sua vita rischia di trascinarlo nel vortice della follia. Inoltre, il timore di essere smascherato dalle persone a lui più vicine, lo spinge a compiere azioni che fanno ulteriormente vacillare il suo fragile equilibrio mentale.
Si tratta di un volumetto che si legge in fretta e che lascia, grazie ad una saggia distribuzione dei testi, parecchia libertà al lettore di godersi con calma le tavole senza l'ansia di proseguire nella lettura. La caratterizzazione dei personaggi risulta, come spesso accade per Marou, abbastanza morbosa e non sempre equilibrata: i suoi protagonisti soffrono di una costante instabilità emotiva e in genere non riescono a tenere a freno gli oscuri istinti che nascondono. La trama, a parte l'escamotage iniziale che onestamente pare un po' tirato, risulta solida e propone un finale adeguato. In fondo, come suggerisce lo stesso titolo, si tratta di una "strana storia" e proprio in questa sua particolarità la rende unica. Unico è anche lo stile di Suehiro Maruo, il suo modo di raccontare e soprattutto i personaggi e le situazioni che propone. Se ciò non bastasse, l'ho trovato eccelso anche dal punto di vista grafico e, ancora, ricordo che si tratta di una trasposizione di un romanzo di Ranpo Edogawa.
Se volete avvicinarvi ad un manga d'autore, "La strana storia dell'isola Panorama" fa proprio per voi.
Alla fine degli anni Venti la buona borghesia nipponica guardava all'Europa, importandone l'arte e la letteratura per inventare un nuovo stile. Un'era si stava chiudendo nel vano tentativo di cancellare le tracce dolorose di un militarismo aggressivo: l'Imperatore era appena morto, il letterato Ryûnosuke Akutagawa si era suicidato per un senso di "vaga inquietudine", la guerra mieteva vittime al di là del mare.
In questo splendore ipocrita, Hirosuke Hitomi è uno scrittore sull'orlo del fallimento. Poco valorizzato dal suo editore e costretto, suo malgrado, a condurre un'esistenza bohémien, decide di sfruttare la sua somiglianza con un amico deceduto da poco per rubarne l'identità e realizzare il sogno edonistico di un'isola in cui le persone possano vivere esperienze meravigliose, allontanandosi dal mondo. Il piano pirandelliano ha la semplicità di un racconto horror di Edgar Allan Poe, ma la realtà si distorce irrimediabilmente. Nel panorama immaginario, statue cinquecentesche proteggono cascate artificiali accanto a visioni allucinate alla Bosch e gli sfondi si susseguono senza soluzione di continuità come in un gigantesco diorama e genera ossessioni sempre più cupe. L'amore si trasforma in un'attrazione morbosa. Chiyoko si smarrisce tra i giardini e le scalinate del parco costruito da quello che si spaccia per suo marito, e cade preda del labirinto di follia. La sua perspicacia è una minaccia per l'impostore che si sente assediato; la sua bellezza deve restare immutata, come quella di un'eterna Ophelia preraffealita. Ma l'atrocità irrompe sulla scena attraverso o cancelli di pietra dell'Isola dei Morti che si celava dietro allo splendore artefatto degli eventi mondani.
Questo gioiello della grafica rappresenta un'occasione per assaporare il gusto maturo del manga d'autore.
Il disegnatore Suehiro Maruo, vincitore del Premio Tezuka per il fumetto, adatta il testo originale del notissimo giallista giapponese Ranpo Edogawa creando tavole raffinatissime, con un tratto accurato e lieve - al contempo realista e onirico - che lo avvicina a grandi maestri contemporanei come Jirô Taniguchi e alla linearità della bande dessinée francese.
In questo splendore ipocrita, Hirosuke Hitomi è uno scrittore sull'orlo del fallimento. Poco valorizzato dal suo editore e costretto, suo malgrado, a condurre un'esistenza bohémien, decide di sfruttare la sua somiglianza con un amico deceduto da poco per rubarne l'identità e realizzare il sogno edonistico di un'isola in cui le persone possano vivere esperienze meravigliose, allontanandosi dal mondo. Il piano pirandelliano ha la semplicità di un racconto horror di Edgar Allan Poe, ma la realtà si distorce irrimediabilmente. Nel panorama immaginario, statue cinquecentesche proteggono cascate artificiali accanto a visioni allucinate alla Bosch e gli sfondi si susseguono senza soluzione di continuità come in un gigantesco diorama e genera ossessioni sempre più cupe. L'amore si trasforma in un'attrazione morbosa. Chiyoko si smarrisce tra i giardini e le scalinate del parco costruito da quello che si spaccia per suo marito, e cade preda del labirinto di follia. La sua perspicacia è una minaccia per l'impostore che si sente assediato; la sua bellezza deve restare immutata, come quella di un'eterna Ophelia preraffealita. Ma l'atrocità irrompe sulla scena attraverso o cancelli di pietra dell'Isola dei Morti che si celava dietro allo splendore artefatto degli eventi mondani.
Questo gioiello della grafica rappresenta un'occasione per assaporare il gusto maturo del manga d'autore.
Il disegnatore Suehiro Maruo, vincitore del Premio Tezuka per il fumetto, adatta il testo originale del notissimo giallista giapponese Ranpo Edogawa creando tavole raffinatissime, con un tratto accurato e lieve - al contempo realista e onirico - che lo avvicina a grandi maestri contemporanei come Jirô Taniguchi e alla linearità della bande dessinée francese.