Liselotte e la foresta delle streghe
Natsuki Takaya. Un nome, una garanzia. Ho scoperto quest'autrice con Fruit Basket (ad ora l'opera migliore che io abbia mai letto, senza esagerare) e in seguito ho cominciato ad acquistare tutti i suoi lavori editi in Italia. Nonostante fossi ben consapevole delle condizioni di salute della sensi e che quest'ultimo manga fosse sospeso da tempo, non ci ho pensato neanche mezzo secondo a comprarlo. Adoro il disegno che Natsuki Takaya ha sviluppato nel corso della sua vita (dettaglio palese guardando il primo e l'ultimo volume di Fruit basket) perchè riesce completamente a trasportarmi nel suo mondo, a volte semplice e allegro, a volte oscuro e angosciante. Il punto forte di questa mangaka sta sicuramente nello sviluppo dei personaggi. Ti affezioni ad ogni singolo individuo e desideri solo che siano tutti felici; anche chi appare più "mostruoso", cela, il più delle volte, una profonda tristezza e un semplice desiderio d'affetto.
Tornando a Liselotte e la foresta delle streghe, posso dirvi che questi primi cinque volumi non hanno minimamente deluso le miei aspettative, anzi, hanno solo accresciuto il rispetto che avevo per quest'autrice. La trama è semplice; la protagonista, Liselotte, è costretta a vivere in una casa sperduta in mezzo al bosco, che si dice essere abitato dalle streghe, a est della regione di Zechsun insieme ai suoi servi, due gemelli di nome Anna e Art. Lì è decisa a ricominciare da capo, a vivere davvero. Da quel momento susseguiranno una serie di eventi e verranno presentati una moltitudine di personaggi sempre nuovi e sempre ben caratterizzati. I disegni, come detto in precedenza, sono meravigliosi, la gestualità e le espressioni riescono sempre a coinvolgermi e a farmi immedesimare tanto mi colpiscono. I personaggi, nelle opere in generale di Natsuki Takaya, a volte vengono definiti "piatti" o troppo "stereotipati", le protagoniste sono spesso ingenue e strenuamente ottimiste nonostante le avversità (come anche nel caso di Liselotte). Io penso semplicemente che ogni individuo nasconda un insegnamento bellissimo per chi legge, un messaggio che dice vai bene così, a volte puoi essere triste, invidioso, arrabbiato, egoista, l'importante alla fine è continuare e trovare un posto cui senti di appartenere, dove chi prima ti criticava non conta più nulla. Liselotte vuole una casa e vuole vivere con la V maiuscola, così come Toru (Fruit basket) e Sakuya (Il canto delle stelle).
Tornando a Liselotte e la foresta delle streghe, posso dirvi che questi primi cinque volumi non hanno minimamente deluso le miei aspettative, anzi, hanno solo accresciuto il rispetto che avevo per quest'autrice. La trama è semplice; la protagonista, Liselotte, è costretta a vivere in una casa sperduta in mezzo al bosco, che si dice essere abitato dalle streghe, a est della regione di Zechsun insieme ai suoi servi, due gemelli di nome Anna e Art. Lì è decisa a ricominciare da capo, a vivere davvero. Da quel momento susseguiranno una serie di eventi e verranno presentati una moltitudine di personaggi sempre nuovi e sempre ben caratterizzati. I disegni, come detto in precedenza, sono meravigliosi, la gestualità e le espressioni riescono sempre a coinvolgermi e a farmi immedesimare tanto mi colpiscono. I personaggi, nelle opere in generale di Natsuki Takaya, a volte vengono definiti "piatti" o troppo "stereotipati", le protagoniste sono spesso ingenue e strenuamente ottimiste nonostante le avversità (come anche nel caso di Liselotte). Io penso semplicemente che ogni individuo nasconda un insegnamento bellissimo per chi legge, un messaggio che dice vai bene così, a volte puoi essere triste, invidioso, arrabbiato, egoista, l'importante alla fine è continuare e trovare un posto cui senti di appartenere, dove chi prima ti criticava non conta più nulla. Liselotte vuole una casa e vuole vivere con la V maiuscola, così come Toru (Fruit basket) e Sakuya (Il canto delle stelle).