A Lollypop or a Bullet - Proiettili di zucchero
Oggi vi porto un'opera davvero sublime: “Proiettili di zucchero”.
Nagisa Yamada è una studentessa di tredici anni, un po’ frustrata e segnata dalla condizione di povertà, il padre è morto in mare e la madre lavora tutto il giorno per mantenere lei e il fratello, che non esce più dalla sua stanza diventando un hikikomori. Nagisa sente costantemente il peso e il senso di responsabilità che deriva dalla situazione in cui versa la sua famiglia. Vuole diventare grande velocemente, vuole aiutare economicamente la sua famiglia, decidendo di non voler proseguire gli studi e andare a lavorare il prima possibile. Mozuku Umino è la nuova arrivata della classe, la classica figlia di una famiglia facoltosa e molto ricca. Inizialmente Nagisa sarà indifferente, per poi provare una certa antipatia. Tuttavia, le due ragazze finiranno presto per diventare amiche fino a creare un rapporto profondo. Tuttavia Nagisa noterà da subito i lividi e segni di violenza che ricoprono il corpo della compagna. Le tematiche trattate sono tante e scomode. Mozuku è il classico esempio di come i soldi e la fama non facciano la felicità. La storia è vissuta con gli occhi di ragazzine di tredici anni, ed è proprio questo che dà il fascino alla vicenda. Un'età in cui si comincia a crescere ma si è ancora innocenti e ingenui. Questo sarà un punto cardine che ci mostrerà come, spesso, le grida di aiuto, per quanto forti e violente, non sempre vengono ascoltate dagli adulti, troppo impegnati per badare a delle fantasie da ragazzini.
Ci sono anche altre tematiche che qui preferisco non approfondire per non rovinare la lettura a chi eventualmente si approccerà a quest'opera. I personaggi, che non includono unicamente le due protagoniste, sono presentati in maniera sublime. è proprio la loro caratterizzazione che ci farà provare un tripudio di emozioni durante la lettura. Nagisa è una ragazza triste, disillusa, che cerca di stare con i piedi per terra a tentare di capire il mondo che la circonda, mentre Mozuku è sempre sorridente e positiva, spesso stralunata e questo infatti non renderà ben chiaro quando quest'ultima sia seria o stia fantasticando. Ma presto si scoprirà che dietro ai suoi sorrisi si cela una tristezza infinita. Il personaggio di Mozuku appare da subito ambiguo. Altro personaggio, che davvero mi dispiace non sia stato approfondito, è il fratello di Nagisa. Lei stessa lo definirà più volte in maniera ammirata nonostante non dia il suo contributo in casa.
Artisticamente parlando l'opera è gradevole senza eccellere, davvero molto pulita e chiara. In conclusione, quest'opera è senza ombra di dubbio un capolavoro per quanto breve, racconta una storia comune, eppure con un tale carico di emozioni che nelle pagine finali vorremmo avere la possibilità di fermare l'evolversi degli eventi. I proiettili di zucchero che quest'opera offre, per quanto dolci, sapranno farci male.
Nagisa Yamada è una studentessa di tredici anni, un po’ frustrata e segnata dalla condizione di povertà, il padre è morto in mare e la madre lavora tutto il giorno per mantenere lei e il fratello, che non esce più dalla sua stanza diventando un hikikomori. Nagisa sente costantemente il peso e il senso di responsabilità che deriva dalla situazione in cui versa la sua famiglia. Vuole diventare grande velocemente, vuole aiutare economicamente la sua famiglia, decidendo di non voler proseguire gli studi e andare a lavorare il prima possibile. Mozuku Umino è la nuova arrivata della classe, la classica figlia di una famiglia facoltosa e molto ricca. Inizialmente Nagisa sarà indifferente, per poi provare una certa antipatia. Tuttavia, le due ragazze finiranno presto per diventare amiche fino a creare un rapporto profondo. Tuttavia Nagisa noterà da subito i lividi e segni di violenza che ricoprono il corpo della compagna. Le tematiche trattate sono tante e scomode. Mozuku è il classico esempio di come i soldi e la fama non facciano la felicità. La storia è vissuta con gli occhi di ragazzine di tredici anni, ed è proprio questo che dà il fascino alla vicenda. Un'età in cui si comincia a crescere ma si è ancora innocenti e ingenui. Questo sarà un punto cardine che ci mostrerà come, spesso, le grida di aiuto, per quanto forti e violente, non sempre vengono ascoltate dagli adulti, troppo impegnati per badare a delle fantasie da ragazzini.
Ci sono anche altre tematiche che qui preferisco non approfondire per non rovinare la lettura a chi eventualmente si approccerà a quest'opera. I personaggi, che non includono unicamente le due protagoniste, sono presentati in maniera sublime. è proprio la loro caratterizzazione che ci farà provare un tripudio di emozioni durante la lettura. Nagisa è una ragazza triste, disillusa, che cerca di stare con i piedi per terra a tentare di capire il mondo che la circonda, mentre Mozuku è sempre sorridente e positiva, spesso stralunata e questo infatti non renderà ben chiaro quando quest'ultima sia seria o stia fantasticando. Ma presto si scoprirà che dietro ai suoi sorrisi si cela una tristezza infinita. Il personaggio di Mozuku appare da subito ambiguo. Altro personaggio, che davvero mi dispiace non sia stato approfondito, è il fratello di Nagisa. Lei stessa lo definirà più volte in maniera ammirata nonostante non dia il suo contributo in casa.
Artisticamente parlando l'opera è gradevole senza eccellere, davvero molto pulita e chiara. In conclusione, quest'opera è senza ombra di dubbio un capolavoro per quanto breve, racconta una storia comune, eppure con un tale carico di emozioni che nelle pagine finali vorremmo avere la possibilità di fermare l'evolversi degli eventi. I proiettili di zucchero che quest'opera offre, per quanto dolci, sapranno farci male.
"Proiettili di zucchero" è una breve, ma intensa storia raccolta in due volumi, editi dalla Planet Manga, robusti e molto belli esteticamente, per quanto mi riguarda, con una sopra-coperta di un bianco candido e i bordi delle pagine colorate di blu per il primo volume e di rosa per il secondo.
La trama narra della presa di coscienza della protagonista, Nagisa, rispetto alla sua realtà, grazie all'incontro con Mokuzu che le aprirà un mondo ben più vasto e complesso di quanto non abbia mai immaginato.
La narrazione inizia in modo molto semplice, in sordina, che inizialmente svia il lettore rispetto ai temi trattati, man mano la storia subirà una notevole recrudescenza portando chi legge a prendere sempre più coscienza del quadro di cui l'autrice vuole farci prendere atto, sensibilizzando chi legge su quello che sta accadendo, specialmente utilizzando gli occhi della protagonista, una bambina, che giustamente è presa completamente dal suo mondo e, come nella famosa storia, si rende conto di essere una semplice ranocchia in fondo a un pozzo, che non immagina minimamente l'immensità dell'oceano, conoscendo esclusivamente l'ampiezza del suo pozzo.
L'autrice che si è occupata della narrazione, riesce a toccare molti stigma sociali e a amalgamarli quasi perfettamente, mantenendo alto il livello dell'attenzione sulla storia non con dei meri mezzucci fini a se stessi, ma con una reale suspense su quanto sta avvenendo, sarà tutto reale o è solo fantasia?
Nonostante qualche avvenimento che risulta abbastanza surreale, ho apprezzato molto la possibilità di far aderire il racconto a un vero fatto di cronaca, in cui gli avvenimenti mi sono risultati molto concreti e veritieri rispetto a una normale realtà, in cui si possono riscontrare fatti di questo genere.
Si "toccano" molti argomenti "scomodi", che risultano ancora più d'impatto non grazie a scene forti e incredibili, ma tutto il contrario, riescono ad avere la loro forza nella normalità e realtà che questi argomenti sono nella quotidianità della cronaca moderna, che permettono al lettore di ampliare la propria consapevolezza rispetto a questi temi, quasi immedesimandosi con Nagisa rispetto alla superficialità con cui si categorizza la gente o tali avvenimenti, come distanti, improbabili o impossibili.
I disegni mi sono piaciuti molto, non solo per la fisionomica dei personaggi, che facevano calare e immergere ancora di più il lettore rispetto a quanto avveniva, con dei particolari estetici che permettono di inquadrare come nella vita reale una persona ma che come avviene anche nel concreto, spesso dietro nascondono tutta un'altra realtà.
Fattore da non sottovalutare e, anzi, di egual valore rispetto ai disegni in se, è la costruzione delle tavole, cosa che mi ha fatto spesso ritornare sui miei passi, rivedendomi alcune pagine precedenti, facendomi accorgere di quanto spesso ci si fa influenzare da una visione molto stereotipata del mondo, relegando quanto ci succede in solchi molto più comodi, senza scomodare troppo la nostra attenzione o la nostra sensibilità rispetto a cosa o a chi ci sta intorno.
L'unica virgola, e non dico difetto per un motivo ben preciso, che mi preme scrivere è la mancanza di approfondimento rispetto a qualche personaggio o meglio, l'aver solamente lambito alcuni aspetti che avrebbero potuto portare ad altri spunti di riflessione, come il padre di Mokuzo, il compagno di scuola, il professore e il fratello della protagonista, però essendo la storia condensata in due volumi, capisco che il troppo avrebbe potuto storpiare e magari annacquare il racconto, facendolo dilungare in tematiche che non erano prettamente centrali e inerenti con il fulcro della trama, quindi è un semplice e banale cruccio che si può benissimo sorvolare, ma che credo fosse degno di nota, perché come nella vita reale non sempre si riesce a conoscere e comprendere tutto di ogni persona che incontreremo nella nostra vita, quindi anche questo fattore rende ancor più veritiero e umano i fatti di "Proiettili di zucchero".
Insomma, tirando le fila del discorso, come un proiettile, che non viene qui mai rappresentato fisicamente, ma metaforicamente ne è pregno il volume. Per quanto mi ha trasmesso questa storia, i proiettili sono una metafora di come si corre veloci verso il proprio obbiettivo tramite le nostre idee e convinzioni, di come ci spariamo dei veri e propri racconti utilizzando spesso armi difettose e di dubbia potenza, quindi basandoci su delle motivazioni o una realtà circostante tanto superficiale che per il nostro piccolo possono sembrare di un calibro esagerato, rispetto a quello di cui realmente è, ma quando tali idee/proiettili si scontrano con un'estraneo o con qualcosa di nuovo, spesso vengono ridimensionati rispetto al mondo e ci permettono, per chi si fa invogliare, ad accrescere la propria consapevolezza, ad ampliare i nostri orizzonti rispetto a quanto ci circonda, senza farci relegare a una visione di comodo, rimanendo quindi inizialmente spiazzati e confusi, ma sicuramente accresciuti e fortificati per poter andare avanti.
La trama narra della presa di coscienza della protagonista, Nagisa, rispetto alla sua realtà, grazie all'incontro con Mokuzu che le aprirà un mondo ben più vasto e complesso di quanto non abbia mai immaginato.
La narrazione inizia in modo molto semplice, in sordina, che inizialmente svia il lettore rispetto ai temi trattati, man mano la storia subirà una notevole recrudescenza portando chi legge a prendere sempre più coscienza del quadro di cui l'autrice vuole farci prendere atto, sensibilizzando chi legge su quello che sta accadendo, specialmente utilizzando gli occhi della protagonista, una bambina, che giustamente è presa completamente dal suo mondo e, come nella famosa storia, si rende conto di essere una semplice ranocchia in fondo a un pozzo, che non immagina minimamente l'immensità dell'oceano, conoscendo esclusivamente l'ampiezza del suo pozzo.
L'autrice che si è occupata della narrazione, riesce a toccare molti stigma sociali e a amalgamarli quasi perfettamente, mantenendo alto il livello dell'attenzione sulla storia non con dei meri mezzucci fini a se stessi, ma con una reale suspense su quanto sta avvenendo, sarà tutto reale o è solo fantasia?
Nonostante qualche avvenimento che risulta abbastanza surreale, ho apprezzato molto la possibilità di far aderire il racconto a un vero fatto di cronaca, in cui gli avvenimenti mi sono risultati molto concreti e veritieri rispetto a una normale realtà, in cui si possono riscontrare fatti di questo genere.
Si "toccano" molti argomenti "scomodi", che risultano ancora più d'impatto non grazie a scene forti e incredibili, ma tutto il contrario, riescono ad avere la loro forza nella normalità e realtà che questi argomenti sono nella quotidianità della cronaca moderna, che permettono al lettore di ampliare la propria consapevolezza rispetto a questi temi, quasi immedesimandosi con Nagisa rispetto alla superficialità con cui si categorizza la gente o tali avvenimenti, come distanti, improbabili o impossibili.
I disegni mi sono piaciuti molto, non solo per la fisionomica dei personaggi, che facevano calare e immergere ancora di più il lettore rispetto a quanto avveniva, con dei particolari estetici che permettono di inquadrare come nella vita reale una persona ma che come avviene anche nel concreto, spesso dietro nascondono tutta un'altra realtà.
Fattore da non sottovalutare e, anzi, di egual valore rispetto ai disegni in se, è la costruzione delle tavole, cosa che mi ha fatto spesso ritornare sui miei passi, rivedendomi alcune pagine precedenti, facendomi accorgere di quanto spesso ci si fa influenzare da una visione molto stereotipata del mondo, relegando quanto ci succede in solchi molto più comodi, senza scomodare troppo la nostra attenzione o la nostra sensibilità rispetto a cosa o a chi ci sta intorno.
L'unica virgola, e non dico difetto per un motivo ben preciso, che mi preme scrivere è la mancanza di approfondimento rispetto a qualche personaggio o meglio, l'aver solamente lambito alcuni aspetti che avrebbero potuto portare ad altri spunti di riflessione, come il padre di Mokuzo, il compagno di scuola, il professore e il fratello della protagonista, però essendo la storia condensata in due volumi, capisco che il troppo avrebbe potuto storpiare e magari annacquare il racconto, facendolo dilungare in tematiche che non erano prettamente centrali e inerenti con il fulcro della trama, quindi è un semplice e banale cruccio che si può benissimo sorvolare, ma che credo fosse degno di nota, perché come nella vita reale non sempre si riesce a conoscere e comprendere tutto di ogni persona che incontreremo nella nostra vita, quindi anche questo fattore rende ancor più veritiero e umano i fatti di "Proiettili di zucchero".
Insomma, tirando le fila del discorso, come un proiettile, che non viene qui mai rappresentato fisicamente, ma metaforicamente ne è pregno il volume. Per quanto mi ha trasmesso questa storia, i proiettili sono una metafora di come si corre veloci verso il proprio obbiettivo tramite le nostre idee e convinzioni, di come ci spariamo dei veri e propri racconti utilizzando spesso armi difettose e di dubbia potenza, quindi basandoci su delle motivazioni o una realtà circostante tanto superficiale che per il nostro piccolo possono sembrare di un calibro esagerato, rispetto a quello di cui realmente è, ma quando tali idee/proiettili si scontrano con un'estraneo o con qualcosa di nuovo, spesso vengono ridimensionati rispetto al mondo e ci permettono, per chi si fa invogliare, ad accrescere la propria consapevolezza, ad ampliare i nostri orizzonti rispetto a quanto ci circonda, senza farci relegare a una visione di comodo, rimanendo quindi inizialmente spiazzati e confusi, ma sicuramente accresciuti e fortificati per poter andare avanti.
Attenzione: contiene lievi spoiler
Tale recensione è stata scritta da me ai tempi della lettura di tali volumetti, ossia parecchi anni fa, e così immacolata la ripropongo.
Basito. Senza parole. A dirla tutta onestamente, a metà del secondo volume continuavo a pensare 'ma come mai su AnimeClick questo manga ha ricevuto una votazione media così alta? 9,45 su ben undici recensioni, cosa mi vuole dire questa storia? cosa mi vuole raccontare alla fine?'
Veramente la trovavo abbastanza spoglia, non le avrei dato più di 7 a quel punto... quindi come mai il mio 9,5? Ebbene, nella seconda metà del secondo e ultimo volume, il mio giudizio su questo macabro, triste e drammatico manga si è letteralmente capovolto, diventando un netto 10 se non per una piccola imperfezione, meglio chiamarla incongruenza, che non ho saputo ignorare.
È uno dei pochi manga/anime dove la storia finisce come, purtroppo, è giusto che finisca, e dove ognuno dei personaggi che la compongono e le danno vita hanno ciò che, purtroppo, si meritano. La fine è quella che è, la più reale, la più veritiera, la più... giusta, anche se è un vero pugno nello stomaco.
A tratti salivano dentro di me odio, rabbia e tristezza mentre leggevo l'ultimo capitolo di questa storia particolarissima.
Dunque perché un voto così alto?
Forse per le parole e per i dialoghi con cui è stata narrata, che si riscoprono veramente determinanti e significativi proprio quando le vicende si sono ormai concluse, dialoghi che alla fine si sono trasformati in veri proiettili, per nulla di zucchero. Forse per l'epilogo tanto reale e voluto quanto inaspettato, forse perché questa storia ha narrato un evento che da qualche anno a questa parte sta diventando sempre più frequente, ma con dei dialoghi e delle metafore che alla fine si sono rivelate molto profonde in un contesto e con dei protagonisti inusuali. Forse per la solitudine, l'angoscia, e la tristezza che questa storia mi ha lasciato nell'animo, di cui soprattutto il crudo e triste finale, che ti fa sperare fino all'ultimo che non sia veramente quello che hai pensato.
Proiettili di zucchero... buffo questo titolo, per tutto inerente con la trama, ma per niente appartenente alla storia nel suo insieme. Un titolo così 'dolce' che subito pensi 'beh, con un titolo così, la storia non potrà che essere sentimentale, romantica' ma che alla fine si rivela un vero e proprio dramma. Ancora non riesco a capire come AnimeClick ha etichettato questo manga con la tipologia Shonen... questo è senza ombra di dubbio un Seinen per la trama ed i temi affrontati...
L'unica pecca, che non riesco a non criticare, sono i ragazzini, normalissimi 14enni, ma che ragionano, parlano, e si comportano come delle vere e proprie persone mature... se solamente l'età corrispondesse alla psicologia dei personaggi, questo manga avrebbe ricevuto un pieno e meritatissimo 10, che però non riesco a dare.
Per quanto riguarda i disegni nulla da dire, sono ottimi! Più e più volte mi sono soffermato su particolari o sui visi e le espressioni dei protagonisti, ammirando il tratto dell'autore.
Concludo consigliando questo manga veramente a tutti coloro che sono in cerca di una storia adulta molto particolare, molto drammatica e realistica.
Tale recensione è stata scritta da me ai tempi della lettura di tali volumetti, ossia parecchi anni fa, e così immacolata la ripropongo.
Basito. Senza parole. A dirla tutta onestamente, a metà del secondo volume continuavo a pensare 'ma come mai su AnimeClick questo manga ha ricevuto una votazione media così alta? 9,45 su ben undici recensioni, cosa mi vuole dire questa storia? cosa mi vuole raccontare alla fine?'
Veramente la trovavo abbastanza spoglia, non le avrei dato più di 7 a quel punto... quindi come mai il mio 9,5? Ebbene, nella seconda metà del secondo e ultimo volume, il mio giudizio su questo macabro, triste e drammatico manga si è letteralmente capovolto, diventando un netto 10 se non per una piccola imperfezione, meglio chiamarla incongruenza, che non ho saputo ignorare.
È uno dei pochi manga/anime dove la storia finisce come, purtroppo, è giusto che finisca, e dove ognuno dei personaggi che la compongono e le danno vita hanno ciò che, purtroppo, si meritano. La fine è quella che è, la più reale, la più veritiera, la più... giusta, anche se è un vero pugno nello stomaco.
A tratti salivano dentro di me odio, rabbia e tristezza mentre leggevo l'ultimo capitolo di questa storia particolarissima.
Dunque perché un voto così alto?
Forse per le parole e per i dialoghi con cui è stata narrata, che si riscoprono veramente determinanti e significativi proprio quando le vicende si sono ormai concluse, dialoghi che alla fine si sono trasformati in veri proiettili, per nulla di zucchero. Forse per l'epilogo tanto reale e voluto quanto inaspettato, forse perché questa storia ha narrato un evento che da qualche anno a questa parte sta diventando sempre più frequente, ma con dei dialoghi e delle metafore che alla fine si sono rivelate molto profonde in un contesto e con dei protagonisti inusuali. Forse per la solitudine, l'angoscia, e la tristezza che questa storia mi ha lasciato nell'animo, di cui soprattutto il crudo e triste finale, che ti fa sperare fino all'ultimo che non sia veramente quello che hai pensato.
Proiettili di zucchero... buffo questo titolo, per tutto inerente con la trama, ma per niente appartenente alla storia nel suo insieme. Un titolo così 'dolce' che subito pensi 'beh, con un titolo così, la storia non potrà che essere sentimentale, romantica' ma che alla fine si rivela un vero e proprio dramma. Ancora non riesco a capire come AnimeClick ha etichettato questo manga con la tipologia Shonen... questo è senza ombra di dubbio un Seinen per la trama ed i temi affrontati...
L'unica pecca, che non riesco a non criticare, sono i ragazzini, normalissimi 14enni, ma che ragionano, parlano, e si comportano come delle vere e proprie persone mature... se solamente l'età corrispondesse alla psicologia dei personaggi, questo manga avrebbe ricevuto un pieno e meritatissimo 10, che però non riesco a dare.
Per quanto riguarda i disegni nulla da dire, sono ottimi! Più e più volte mi sono soffermato su particolari o sui visi e le espressioni dei protagonisti, ammirando il tratto dell'autore.
Concludo consigliando questo manga veramente a tutti coloro che sono in cerca di una storia adulta molto particolare, molto drammatica e realistica.
Mi sono avvicinata a quest'opera spinta dalle molteplici recensioni positive. Desideravo una storia matura e che lasciasse il segno.
"A Lollipop or a Bullet - Proiettili di zucchero" è un manga composto da due volumi, scritto da Kazuki Sakuraba e illustrato da Igura Sugimoto. Lo stile della disegnatrice mi ricorda tantissimo quello di Yoshiyuki Sadamoto in "Evangelion", e ho provato nostalgia. I disegni sono piacevolissimi, i corpi proporzionati e gli sfondi dettagliati. Una delizia. L'edizione Planet Manga è ben curata: sovraccopertine bianche, copertine colorate, con i bordi dei fascicoli a colori, il primo blu, il secondo rosa. Le prime pagine a colori.
Nagisa Yamada è una studentessa di tredici anni, un po’ frustrata. La sua condizione economica è segnata dalla povertà, il padre è morto in mare e la madre lavora tutto il giorno per mantenere lei e il fratello che, dopo il lutto, non esce più dalla sua stanza diventando un hikikomori. Nagisa sente il peso di quel lutto e del conseguente senso di responsabilità che ne deriva. Vuole diventare grande alla svelta, vuole aiutare economicamente la sua famiglia, decidendo di non voler proseguire gli studi e andare presto a lavorare.
Mozuku Umino è la nuova arrivata della classe, la classica figlia d'arte, molto ricca. Inizialmente Nagisa ne è indifferente, poi prova una certa antipatia. Tuttavia, le due ragazze finiranno presto per diventare amiche. E il loro rapporto sarà molto profondo. Nagisa è una ragazza triste, disillusa, mentre Mozuku è sempre sorridente e positiva. Ma presto si scoprirà che dietro ai suoi sorrisi si cela una tristezza infinita perché il suo passato non è tutto lusso e agi come sembra. Il personaggio di Mozuku appare da subito ambiguo. Cela strani lividi sulle gambe, per giustificare i quali si inventa strane storie sulle sirene, e su come lei stessa abbia tali origini. Poco dopo la trama diventa più tetra, mettendo sempre più inquietudine fino all'epilogo spiazzante e tragico.
Non l'ho trovato particolarmente originale. O come lo hanno definito in molti "un piccolo gioiello/capolavoro". Come dicevo prima, si intuiva il finale. Devo dire che comunque la trama è ben strutturata, mette tensione nei punti giusti, i personaggi sono ben caratterizzati e profondi. Tuttavia non mi ha colpito particolarmente. Conclusi i fascicoli ho provato le stesse sensazioni di quando vedo un classico film horror. Niente di più. Il mio voto è 6 per i disegni, deliziosi, e per la trama che per me raggiunge la sufficienza.
"A Lollipop or a Bullet - Proiettili di zucchero" è un manga composto da due volumi, scritto da Kazuki Sakuraba e illustrato da Igura Sugimoto. Lo stile della disegnatrice mi ricorda tantissimo quello di Yoshiyuki Sadamoto in "Evangelion", e ho provato nostalgia. I disegni sono piacevolissimi, i corpi proporzionati e gli sfondi dettagliati. Una delizia. L'edizione Planet Manga è ben curata: sovraccopertine bianche, copertine colorate, con i bordi dei fascicoli a colori, il primo blu, il secondo rosa. Le prime pagine a colori.
Nagisa Yamada è una studentessa di tredici anni, un po’ frustrata. La sua condizione economica è segnata dalla povertà, il padre è morto in mare e la madre lavora tutto il giorno per mantenere lei e il fratello che, dopo il lutto, non esce più dalla sua stanza diventando un hikikomori. Nagisa sente il peso di quel lutto e del conseguente senso di responsabilità che ne deriva. Vuole diventare grande alla svelta, vuole aiutare economicamente la sua famiglia, decidendo di non voler proseguire gli studi e andare presto a lavorare.
Mozuku Umino è la nuova arrivata della classe, la classica figlia d'arte, molto ricca. Inizialmente Nagisa ne è indifferente, poi prova una certa antipatia. Tuttavia, le due ragazze finiranno presto per diventare amiche. E il loro rapporto sarà molto profondo. Nagisa è una ragazza triste, disillusa, mentre Mozuku è sempre sorridente e positiva. Ma presto si scoprirà che dietro ai suoi sorrisi si cela una tristezza infinita perché il suo passato non è tutto lusso e agi come sembra. Il personaggio di Mozuku appare da subito ambiguo. Cela strani lividi sulle gambe, per giustificare i quali si inventa strane storie sulle sirene, e su come lei stessa abbia tali origini. Poco dopo la trama diventa più tetra, mettendo sempre più inquietudine fino all'epilogo spiazzante e tragico.
Non l'ho trovato particolarmente originale. O come lo hanno definito in molti "un piccolo gioiello/capolavoro". Come dicevo prima, si intuiva il finale. Devo dire che comunque la trama è ben strutturata, mette tensione nei punti giusti, i personaggi sono ben caratterizzati e profondi. Tuttavia non mi ha colpito particolarmente. Conclusi i fascicoli ho provato le stesse sensazioni di quando vedo un classico film horror. Niente di più. Il mio voto è 6 per i disegni, deliziosi, e per la trama che per me raggiunge la sufficienza.
"A Lollipop or a Bullet" è un manga che difficilmente si dimentica, e che anche a distanza di anni ti lascia dentro un'immagine di sé sempre nitida e chiara.
Sceneggiato dall'autrice di Gosick e disegnato dalla designer di "Summer Wars", "A Lollipop or a Bullet" è in realtà tratto dalla light novel "Sugar Candy Bullet Can't Pierce Anything", che ripercorre in due soli volumi.
Nagisa è una ragazzina triste e sconsolata a causa di una situazione familiare complicata: il padre è morto e sul fratello è diventato un hikikomori, cioè non esce più dalla sua stanza e non ha alcun contatto per il mondo esterno. Nagisa, col cuore spezzato a causa di ciò, non crede più a niente e nessuno, o almeno fino all'incontro con l'eccentrica e strana Mokuzu.
Mokuzu è la figlia di una VIP caduto in disgrazia, un cantante che adesso è flagellato da una profonda e incomprensibile depressione, e nonostante viva nel lusso fa discorsi strani e porta addosso sempre strani lividi e segni.
Nonostante la loro diversità, Mokuzu sarà l'unica persona a riuscire ad avvicinarsi a Nagisa, fino allo sconvolgente finale.
"A Lollipop or a Bullet" è un manga drammatico e intenso, che si sviluppa su più piani, in cui sfilano personaggi uno più complesso dell'altro e che non vi sarà facile giudicare alla prima lettura.
In pochi capitoli si costruisce un rocambolesco climax che vi condurrà in un punto della narrazione che molto probabilmente non avreste mai immaginato, e che le autrici vi "impongono" di accettare senza grandi spiegazioni o giustificazioni: questa è la realtà, e così è come sono andate le cose. Davvero duro e spietato come un colpo di pistola.
Mi sono ritrovata a rileggere più volte il manga per cercare di cogliere qualcosa che rendesse più comprensibile le motivazioni dell'epilogo, ma come ho detto, non rimane che accettare lo svolgersi degli eventi nella loro crudezza.
L'unico difetto del manga è probabilmente quello di essere troppo breve, con personaggi così interessanti si sarebbe potuto protrarre molto più a lungo, ma ottiene comunque quello che voleva ottenere, scioccando e facendo crescere il lettore.
I disegni sono ottimi, ricordano molto il design e il tratto di Yoshiyuki Sadamoto in "Evangelion". Essenziali e mai troppo pesanti, agevolano molto nella fruizione della storia.
L' edizione italiana della Planet Manga è molto buona, con una sovraccoperta simile all'originale e le pagine colorate sui bordi, rosa per un volume e blu per l'altro, un'iniziativa carina che ha fatto spiccare ancora di più questo manga in fumetteria.
Fortemente consigliato, per un pubblico maturo.
Sceneggiato dall'autrice di Gosick e disegnato dalla designer di "Summer Wars", "A Lollipop or a Bullet" è in realtà tratto dalla light novel "Sugar Candy Bullet Can't Pierce Anything", che ripercorre in due soli volumi.
Nagisa è una ragazzina triste e sconsolata a causa di una situazione familiare complicata: il padre è morto e sul fratello è diventato un hikikomori, cioè non esce più dalla sua stanza e non ha alcun contatto per il mondo esterno. Nagisa, col cuore spezzato a causa di ciò, non crede più a niente e nessuno, o almeno fino all'incontro con l'eccentrica e strana Mokuzu.
Mokuzu è la figlia di una VIP caduto in disgrazia, un cantante che adesso è flagellato da una profonda e incomprensibile depressione, e nonostante viva nel lusso fa discorsi strani e porta addosso sempre strani lividi e segni.
Nonostante la loro diversità, Mokuzu sarà l'unica persona a riuscire ad avvicinarsi a Nagisa, fino allo sconvolgente finale.
"A Lollipop or a Bullet" è un manga drammatico e intenso, che si sviluppa su più piani, in cui sfilano personaggi uno più complesso dell'altro e che non vi sarà facile giudicare alla prima lettura.
In pochi capitoli si costruisce un rocambolesco climax che vi condurrà in un punto della narrazione che molto probabilmente non avreste mai immaginato, e che le autrici vi "impongono" di accettare senza grandi spiegazioni o giustificazioni: questa è la realtà, e così è come sono andate le cose. Davvero duro e spietato come un colpo di pistola.
Mi sono ritrovata a rileggere più volte il manga per cercare di cogliere qualcosa che rendesse più comprensibile le motivazioni dell'epilogo, ma come ho detto, non rimane che accettare lo svolgersi degli eventi nella loro crudezza.
L'unico difetto del manga è probabilmente quello di essere troppo breve, con personaggi così interessanti si sarebbe potuto protrarre molto più a lungo, ma ottiene comunque quello che voleva ottenere, scioccando e facendo crescere il lettore.
I disegni sono ottimi, ricordano molto il design e il tratto di Yoshiyuki Sadamoto in "Evangelion". Essenziali e mai troppo pesanti, agevolano molto nella fruizione della storia.
L' edizione italiana della Planet Manga è molto buona, con una sovraccoperta simile all'originale e le pagine colorate sui bordi, rosa per un volume e blu per l'altro, un'iniziativa carina che ha fatto spiccare ancora di più questo manga in fumetteria.
Fortemente consigliato, per un pubblico maturo.
"A Lollipop or a Bullet - Proiettili di zucchero" è un manga composto da due volumi, tratto dal romanzo di Kazuki Sakuraba e illustrato da Igura Sugimoto.
La storia ruota attorno a due studentesse delle medie, Nagisa Yamada e Mozuku Umino; la prima desidera entrare al più presto possibile nelle forze armate per poter essere d'aiuto alla sua famiglia, che economicamente non è messa affatto bene, mentre Mozuku è una ragazza che si è appena trasferita, figlia di un famoso cantautore a cui i soldi non mancano.
Il primo ed importante messaggio che quest'opera vuole mandarci è che i soldi non fanno la felicità; Nagisa è triste, stufa e infelice della sua vita, ma avendo la possibilità di confrontarsi con la nuova arrivata capirà che i veri problemi sono altri, e che molte volte un sorriso può nascondere più dolore di quanto si immagini.
Il primo volume presenta in questo modo i due personaggi, che devo dire sono stati caratterizzati in maniera eccelsa. Tutta la storia è raccontata dal punto di vista di una ragazzina di tredici anni, ed ecco spiegato il motivo per cui certe affermazioni apparentemente sconclusionate riescono ad insinuare nel lettore dei dubbi profondi; per esempio Mokuzu afferma sin dall'inizio di essere una sirena, ma nonostante l'assurdità, fino alla fine del secondo volume il lettore si ritrova confuso e non riesce a capire se sia o meno una bugia.
La psicologia raffinata e saggiamente costruita dei protagonisti si evolve nel corso della storia: alla fine di questa esperienza Nagisa si ritrova scaraventata in una realtà crudele e spietata che l'aiuta a crescere e a maturare, così come accade per suo fratello.
Tecnicamente mi è piaciuto moltissimo; i personaggi sono disegnati ottimamente, sempre proporzionati ed incredibilmente espressivi. Gli sfondi e le ambientazioni sono dettagliate, varie e suggestive. L'edizione italiana è molto particolare, ogni pagina è colorata esternamente di blu nel primo volume e di rosa nel secondo; contando anche la presenza di sovraccoperta e di alcune tavole colorate direi che il prezzo è più che onesto.
In conclusione, cosa rende quest'opera un piccolo capolavoro? Probabilmente la sensazione che riesce a generare nel lettore; dopo la lettura mi sono sentito appesantito, colpito e spiazzato. Non so se è per via delle tematiche trattate, oppure per la sensibilità con cui vengono affrontate o per il modo in cui è impostata la narrazione, fatto sta che in alcuni punti mi sono venuti i brividi. Una storia adulta, triste e che vi colpirà nel profondo, che non posso fare a meno di consigliare. Voto: 9,5
La storia ruota attorno a due studentesse delle medie, Nagisa Yamada e Mozuku Umino; la prima desidera entrare al più presto possibile nelle forze armate per poter essere d'aiuto alla sua famiglia, che economicamente non è messa affatto bene, mentre Mozuku è una ragazza che si è appena trasferita, figlia di un famoso cantautore a cui i soldi non mancano.
Il primo ed importante messaggio che quest'opera vuole mandarci è che i soldi non fanno la felicità; Nagisa è triste, stufa e infelice della sua vita, ma avendo la possibilità di confrontarsi con la nuova arrivata capirà che i veri problemi sono altri, e che molte volte un sorriso può nascondere più dolore di quanto si immagini.
Il primo volume presenta in questo modo i due personaggi, che devo dire sono stati caratterizzati in maniera eccelsa. Tutta la storia è raccontata dal punto di vista di una ragazzina di tredici anni, ed ecco spiegato il motivo per cui certe affermazioni apparentemente sconclusionate riescono ad insinuare nel lettore dei dubbi profondi; per esempio Mokuzu afferma sin dall'inizio di essere una sirena, ma nonostante l'assurdità, fino alla fine del secondo volume il lettore si ritrova confuso e non riesce a capire se sia o meno una bugia.
La psicologia raffinata e saggiamente costruita dei protagonisti si evolve nel corso della storia: alla fine di questa esperienza Nagisa si ritrova scaraventata in una realtà crudele e spietata che l'aiuta a crescere e a maturare, così come accade per suo fratello.
Tecnicamente mi è piaciuto moltissimo; i personaggi sono disegnati ottimamente, sempre proporzionati ed incredibilmente espressivi. Gli sfondi e le ambientazioni sono dettagliate, varie e suggestive. L'edizione italiana è molto particolare, ogni pagina è colorata esternamente di blu nel primo volume e di rosa nel secondo; contando anche la presenza di sovraccoperta e di alcune tavole colorate direi che il prezzo è più che onesto.
In conclusione, cosa rende quest'opera un piccolo capolavoro? Probabilmente la sensazione che riesce a generare nel lettore; dopo la lettura mi sono sentito appesantito, colpito e spiazzato. Non so se è per via delle tematiche trattate, oppure per la sensibilità con cui vengono affrontate o per il modo in cui è impostata la narrazione, fatto sta che in alcuni punti mi sono venuti i brividi. Una storia adulta, triste e che vi colpirà nel profondo, che non posso fare a meno di consigliare. Voto: 9,5
Ancora una volta il mondo dei manga si fa carico del dolore dei più piccoli.
"A lollipop or a bullet - Proiettili di zucchero", è un manga tratto dal romanzo di Kazuki Sakuraba, illustrato da Igura Sugimoto.
E' stato classificato come shonen, ma gli argomenti trattati sono a mio avviso inadatti ad un pubblico troppo giovane. Nel migliore dei casi non ne verrebbe capita la complessità e, anche qualora dovesse essere compresa, non penso tratti tematiche che un ragazzino dovrebbe conoscere in questo modo.
Nagisa Yamada è una studentessa delle medie che desidera entrare nelle forze armate giapponesi per poter aiutare economicamente la propria famiglia, ma soprattutto per riuscire a sopravvivere con le sue sole forze. La vita le sembra insulsa e non prova interesse per nulla e nessuno; si ritiene decisamente infelice e sfortunata. Difatti, la sua situazione familiare è molto strana, visto che è lei ad occuparsi delle normali faccende domestiche, normalmente di competenza di una madre, oltre al fatto che il fratello maggiore da tre anni è rintanato dentro casa, senza mai uscire.
Durante un giorno di scuola come tanti, Mozuku Umino irrompe nella sua vita e da quel momento qualcosa cambia irrimediabilmente.
La ragazza, dai comportamenti quanto mai bislacchi, si presenta nella nuova classe affermando di essere una sirena e chiede a Nagisa di diventare sua amica.
L'elemento determinante su cui poggia l'intero impianto narrativo è il punto di vista dal quale la storia ci viene raccontata. E' un nodo cruciale, senza il quale la storia perderebbe la quasi totalità del suo fascino e del proprio significato.
Il lettore, infatti, vede tutto attraverso gli occhi di una tredicenne; tutti gli elementi che ci vengono messi a disposizione sono dunque filtrati e plasmati da un animo puro ed ingenuo.
In tal modo ci si chiede continuamente chi sia in realtà Mozuku Umino e se ciò che dice corrisponda al vero.
Una delle componenti che rendono davvero grande questo manga è il fatto che il lettore avrebbe tutti gli elementi per comprendere subito il mistero che si cela dietro la nuova arrivata. L'autore è però molto scaltro e, pur non nascondendoci nulla, racconta i fatti in modo da insinuare sempre il dubbio nello spettatore.
Ci sarebbe davvero da dire molto sulla tematica affrontata, ma facendolo svelerei tutta la "magia" che si nasconde dietro questo splendido lavoro. Mi limito a dire che la narrazione è un crescendo costante di emozioni e che, proseguendo nella lettura, l'autrice riesce ad approfondire la psicologia dei personaggi principali con grande attenzione. Purtroppo non si può dire lo stesso per quanti riguarda quelli secondari, che restano solamente abbozzati.
La madre, ma soprattutto il fratello di Nagisa, meritavano un approfondimento maggiore, che ci avrebbe aiutato a comprendere meglio le difficoltà della famiglia.
Gli adulti vengono dipinti come qualcosa di completamente diverso ed inconciliabile rispetto ai ragazzi. I pensieri, degli uni e degli altri, viaggiano su due binari paralleli, che non si sfiorano mai, così come le silenziose richieste di aiuto dei più piccoli non vengono mai udite dai grandi.
"A lollipop or a bullet " è sicuramente uno dei manga più strazianti che abbia mai letto ed il senso di impotenza che si prova nel leggerlo lo rende ancor più ostico da "digerire".
I disegni sono di buon livello. Il tratto della Sugimoto è perfetto per questa storia, perché enfatizza lo stridente contrasto tra un'età, che dovrebbe essere giocosa e spensierata, e la drammaticità degli accadimenti, che strappano i ragazzi alla propria giovinezza.
L'edizione della Panini Comics è molto curata. Sono state persino colorate le pagine in modo da avere il perimetro del volume completamente blu, nel caso del primo numero, o rosa per il secondo. Entrambi i volumi presentano la sovraccoperta, inoltre la carta utilizzata è di buona fattura. Il prezzo direi che è coerente con la qualità dell'edizione, anche perché i volumi sono abbastanza corposi.
Il mio voto è 8.5
"A lollipop or a bullet - Proiettili di zucchero", è un manga tratto dal romanzo di Kazuki Sakuraba, illustrato da Igura Sugimoto.
E' stato classificato come shonen, ma gli argomenti trattati sono a mio avviso inadatti ad un pubblico troppo giovane. Nel migliore dei casi non ne verrebbe capita la complessità e, anche qualora dovesse essere compresa, non penso tratti tematiche che un ragazzino dovrebbe conoscere in questo modo.
Nagisa Yamada è una studentessa delle medie che desidera entrare nelle forze armate giapponesi per poter aiutare economicamente la propria famiglia, ma soprattutto per riuscire a sopravvivere con le sue sole forze. La vita le sembra insulsa e non prova interesse per nulla e nessuno; si ritiene decisamente infelice e sfortunata. Difatti, la sua situazione familiare è molto strana, visto che è lei ad occuparsi delle normali faccende domestiche, normalmente di competenza di una madre, oltre al fatto che il fratello maggiore da tre anni è rintanato dentro casa, senza mai uscire.
Durante un giorno di scuola come tanti, Mozuku Umino irrompe nella sua vita e da quel momento qualcosa cambia irrimediabilmente.
La ragazza, dai comportamenti quanto mai bislacchi, si presenta nella nuova classe affermando di essere una sirena e chiede a Nagisa di diventare sua amica.
L'elemento determinante su cui poggia l'intero impianto narrativo è il punto di vista dal quale la storia ci viene raccontata. E' un nodo cruciale, senza il quale la storia perderebbe la quasi totalità del suo fascino e del proprio significato.
Il lettore, infatti, vede tutto attraverso gli occhi di una tredicenne; tutti gli elementi che ci vengono messi a disposizione sono dunque filtrati e plasmati da un animo puro ed ingenuo.
In tal modo ci si chiede continuamente chi sia in realtà Mozuku Umino e se ciò che dice corrisponda al vero.
Una delle componenti che rendono davvero grande questo manga è il fatto che il lettore avrebbe tutti gli elementi per comprendere subito il mistero che si cela dietro la nuova arrivata. L'autore è però molto scaltro e, pur non nascondendoci nulla, racconta i fatti in modo da insinuare sempre il dubbio nello spettatore.
Ci sarebbe davvero da dire molto sulla tematica affrontata, ma facendolo svelerei tutta la "magia" che si nasconde dietro questo splendido lavoro. Mi limito a dire che la narrazione è un crescendo costante di emozioni e che, proseguendo nella lettura, l'autrice riesce ad approfondire la psicologia dei personaggi principali con grande attenzione. Purtroppo non si può dire lo stesso per quanti riguarda quelli secondari, che restano solamente abbozzati.
La madre, ma soprattutto il fratello di Nagisa, meritavano un approfondimento maggiore, che ci avrebbe aiutato a comprendere meglio le difficoltà della famiglia.
Gli adulti vengono dipinti come qualcosa di completamente diverso ed inconciliabile rispetto ai ragazzi. I pensieri, degli uni e degli altri, viaggiano su due binari paralleli, che non si sfiorano mai, così come le silenziose richieste di aiuto dei più piccoli non vengono mai udite dai grandi.
"A lollipop or a bullet " è sicuramente uno dei manga più strazianti che abbia mai letto ed il senso di impotenza che si prova nel leggerlo lo rende ancor più ostico da "digerire".
I disegni sono di buon livello. Il tratto della Sugimoto è perfetto per questa storia, perché enfatizza lo stridente contrasto tra un'età, che dovrebbe essere giocosa e spensierata, e la drammaticità degli accadimenti, che strappano i ragazzi alla propria giovinezza.
L'edizione della Panini Comics è molto curata. Sono state persino colorate le pagine in modo da avere il perimetro del volume completamente blu, nel caso del primo numero, o rosa per il secondo. Entrambi i volumi presentano la sovraccoperta, inoltre la carta utilizzata è di buona fattura. Il prezzo direi che è coerente con la qualità dell'edizione, anche perché i volumi sono abbastanza corposi.
Il mio voto è 8.5
La tua vita è una noia. A scuola non fai altro che pensare a cosa farai una volta diplomata, come scappare dalla difficile realtà in cui vivi per poter un giorno scegliere il proprio destino, essere così indipendente… perché hai fretta di crescere e diventare una persona adulta. Perché hai bisogno di un vero proiettile, qualcosa che riesca a colpirti e segnarti. A casa la situazione è disastrosa, mancano i soldi, per questo non vedi l'ora di poterti arruolare nelle forze di autodifesa giapponesi, poiché i giovani di questa città che hanno problemi familiari si arruolano nelle forze di autodifesa. Ma tu, tredicenne, non puoi andare da nessuna parte.
Qualcosa può cambiare quando, una mattina, nella tua classe arriva una nuova compagna, colei che sostiene di essere una sirena e comincia a interessarsi a te. Oppure tu a lei?
I pensieri di un'adolescente, di due adolescenti diverse nel modo di rapportarsi, possono convivere se ci si trova a sperare in un medesimo traguardo, a desiderare qualcosa che anche altri possono aver vissuto. Il loro legame è così contraddittorio che funziona talmente bene da portare a delle sorprese. Piacevoli o spiacevoli, non dipende unicamente dalle proprie decisioni, almeno non stavolta. Che ne saranno di Nagisa e Mozuki, le protagoniste di questa storia?
A Lollipop or a Bullet è un'opera che prima fa riflettere, poi emoziona e al tempo stesso stranisce, e infine lascia tutti con un senso di smarrimento. Anche se c'è chi il tempo di smarrirsi non l'ha avuto. Forse vivere il presente è più importante del futuro, forse il passato lo puoi dimenticare, forse si vive per ricevere quel proiettile in grado di cicatrizzare le ferite o farle sparire. I dubbi sono tanti, eppure di certezze ve ne sono poche, fino a quando non si prende coscienza di se stessi e di ciò che ci circonda.
A Lollipop or a Bullet è un'opera che non si acquista principalmente per i disegni di Kazuki Sakuraba che, nonostante siano adatti nel contesto del titolo "Proiettili di zucchero" e dei contenuti tra il dolce e l'amaro, passano in secondo piano rispetto alle vicende raccontante dall'autore Igura Sugimoto.
L'edizione italiana, a cura della Planet Manga, è realizzata in modo particolare per la colorazione blu e rosa presenti a bordo delle pagine, se non erro prima volta che accade per un manga giunto nel nostro Paese. Da capire se ci sia un motivo dietro a ciò o se è semplicemente per estetica. Provvista di sovraccoperta e pagine a colori.
Per quanto sia psicologico, il secondo e ultimo volume è un po' forzato in certi episodi finali, sebbene tutto si conclude senza tracce aperte.
Qualcosa può cambiare quando, una mattina, nella tua classe arriva una nuova compagna, colei che sostiene di essere una sirena e comincia a interessarsi a te. Oppure tu a lei?
I pensieri di un'adolescente, di due adolescenti diverse nel modo di rapportarsi, possono convivere se ci si trova a sperare in un medesimo traguardo, a desiderare qualcosa che anche altri possono aver vissuto. Il loro legame è così contraddittorio che funziona talmente bene da portare a delle sorprese. Piacevoli o spiacevoli, non dipende unicamente dalle proprie decisioni, almeno non stavolta. Che ne saranno di Nagisa e Mozuki, le protagoniste di questa storia?
A Lollipop or a Bullet è un'opera che prima fa riflettere, poi emoziona e al tempo stesso stranisce, e infine lascia tutti con un senso di smarrimento. Anche se c'è chi il tempo di smarrirsi non l'ha avuto. Forse vivere il presente è più importante del futuro, forse il passato lo puoi dimenticare, forse si vive per ricevere quel proiettile in grado di cicatrizzare le ferite o farle sparire. I dubbi sono tanti, eppure di certezze ve ne sono poche, fino a quando non si prende coscienza di se stessi e di ciò che ci circonda.
A Lollipop or a Bullet è un'opera che non si acquista principalmente per i disegni di Kazuki Sakuraba che, nonostante siano adatti nel contesto del titolo "Proiettili di zucchero" e dei contenuti tra il dolce e l'amaro, passano in secondo piano rispetto alle vicende raccontante dall'autore Igura Sugimoto.
L'edizione italiana, a cura della Planet Manga, è realizzata in modo particolare per la colorazione blu e rosa presenti a bordo delle pagine, se non erro prima volta che accade per un manga giunto nel nostro Paese. Da capire se ci sia un motivo dietro a ciò o se è semplicemente per estetica. Provvista di sovraccoperta e pagine a colori.
Per quanto sia psicologico, il secondo e ultimo volume è un po' forzato in certi episodi finali, sebbene tutto si conclude senza tracce aperte.
Ci sono molti modi di rappresentare l'orrore: si può usare la violenza fisica, con scene cruente e interiora umane sparse in giro per la scena; si può usare la violenza psicologica, con un'atmosfera realistica e lugubre, che mini le certezze dei personaggi e del lettore e proietti entrambi in un mondo struggente e senza uscita; infine c'è una terza via, cioè il semplice lasciarlo immaginare, lasciare che questo si insinui lentamente, ma con forza nella mente del lettore fino a impregnarlo di una densa e atroce malinconia dai risvolti inquietanti. Personalmente parlando, apprezzo tutti e tre i generi sopra descritti, ma trovo assai raro l'ultimo tipo, motivo per cui non posso che essere felice di fronte a questo tipo di opere e, nel caso di "Proiettili di zucchero", devo anche chinare il capo di fronte alla perizia con cui quest'opera è stata realizzata.
"Proiettili di zucchero" è la storia di Nagisa Yamada, ragazza delle medie di soli tredici anni, orfana di padre da dieci, con una madre tuttofare che si carica da sola il peso della famiglia sulle proprie spalle e un fratello da tre anni chiuso in casa. La vita di Nagisa viene sconvolta con l'arrivo in città di Umino Mokuzu, figlia di una star di Tokyo e apparentemente sospesa in un mondo immaginario fatto di sirene, regni marini incantati e bugie. Mentre tutti iniziano a escluderla, viste queste sue strane fantasie, Umino cerca l'amicizia della sola Nagisa, sempre più scocciata dalle bugie della compagna di classe e sempre più insofferente verso i suoi capricci. La domanda è una sola: fin dove le bugie arrivano e dove, invece, inizia una cruda e tremenda verità?
Il tratto di Igura Sugimoto è dolce e mesto al tempo stesso; la prima volta che l'ho visto mi ha trasmesso una venatura di gotico, splendente e lugubre al tempo stesso, specialmente nella figura di Umino, i cui capelli color pece velano spesso gli occhi. Gli sfondi, dettagliati e ricchi, si alternano a vignette monocromatiche nere o bianche, in cui un solo personaggio approfondisce il proprio stato emotivo e psicologico, come in una sorta di intima confessione, di autoanalisi. La regia combina questi due fattori sospendendo l'intera opera rispetto al mondo del lettore, facendovi scorrere un tempo lento e lieve, in cui dialoghi e soliloqui si alternano e si sovrappongono in un gioco psicologico davvero realistico.
La psicologia dei personaggi viene resa ottimamente, nonostante i pochi capitoli a disposizione, e si concentra principalmente su tre figure. Nagisa, ragazza forte e disillusa, non crede nell'istruzione e vuole arruolarsi nel Jieitai - ossia il "Corpo nazionale di autodifesa" - giapponese, per cominciare a guadagnare qualche soldo e poter sostenere economicamente, oltre che psicologicamente, la madre e il fratello. La sua attrazione verso questa vita è segnata dalla presenza continua del 'proiettile' nel racconto; questo oggetto rappresenta per la protagonista l'unico modo che le rimane per difendersi dal mondo, un mondo che le ha tolto tutto, per cui ella vorrebbe piangere e per la sopravvivenza del quale, invece, resiste. Una divisa, una busta paga, dei proiettili veri, un desiderio atipico per una ragazzina, seppur disincantata e realista. A lei si contrappongono invece il fratello, dolce e gentile, estremamente cordiale e affabile, da tre anni ritirato dagli studi e dedito alla lettura di opere esoteriche e letterarie, una serie di caratteristiche che conferiscono alla sua figura un che di magico, di divino, e appunto ad una divinità, sospesa nel tempo e nello spazio, Nagisa spesso lo paragona, una divinità onnisciente che sovente illumina la propria sorellina con semplici aforismi o indovinelli che ella ascolta incantata. Si giunge infine alla figura più emblematica, atipica e sicuramente interessante dell'opera: Umino è una ragazza lunatica, che viaggia in un mondo fantastico, di cui si dichiara abitante, che viene per questo motivo evitata dai suoi compagni di classe e additata come bugiarda, che però, in fin dei conti, vive una vita troppo difficile per essere sopportata da una persona normale. Il motivo che spinge Nagisa a odiare Umino è che questa ha vissuto una vita più difficile e tormentata della sua, che la porterebbe quindi in secondo piano, che le farebbe perdere la posizione preferenziale che il fato avverso, tramite una serie di sciagure, le aveva riservato. Il motivo che spinge Nagisa a diventare amica di Umino e a desiderare di non lasciarla mai, è invece una crescente umanità, mai provata prima, unita alla mesta consapevolezza di non essere sola e alla compassione verso qualcuno di indifeso, proprio come lei stessa, che il mondo violento e spietato ha condannato alla tristezza. I proiettili di zucchero che Umino spara nelle proprie bugie servono ad addolcire una vita troppo dura per una bambina di soli tredici anni e rappresentano una via di scampo da un mondo che, per le due protagoniste, sembra non offrirne.
Ma in un'opera che vuole minare e demolire le certezze del lettore, questi proiettili riusciranno a perforare il mondo per permettere alle due protagoniste di fuggire? "Proiettili di zucchero" è un piccolo diamante, lucente e allo stesso tempo sporco del sangue del minatore morto per estrarlo. Inquietante e dolce, mesto e soave, un ossimoro vivente potremmo dire, ma sicuramente un'opera dall'indiscussa qualità.
"Proiettili di zucchero" è la storia di Nagisa Yamada, ragazza delle medie di soli tredici anni, orfana di padre da dieci, con una madre tuttofare che si carica da sola il peso della famiglia sulle proprie spalle e un fratello da tre anni chiuso in casa. La vita di Nagisa viene sconvolta con l'arrivo in città di Umino Mokuzu, figlia di una star di Tokyo e apparentemente sospesa in un mondo immaginario fatto di sirene, regni marini incantati e bugie. Mentre tutti iniziano a escluderla, viste queste sue strane fantasie, Umino cerca l'amicizia della sola Nagisa, sempre più scocciata dalle bugie della compagna di classe e sempre più insofferente verso i suoi capricci. La domanda è una sola: fin dove le bugie arrivano e dove, invece, inizia una cruda e tremenda verità?
Il tratto di Igura Sugimoto è dolce e mesto al tempo stesso; la prima volta che l'ho visto mi ha trasmesso una venatura di gotico, splendente e lugubre al tempo stesso, specialmente nella figura di Umino, i cui capelli color pece velano spesso gli occhi. Gli sfondi, dettagliati e ricchi, si alternano a vignette monocromatiche nere o bianche, in cui un solo personaggio approfondisce il proprio stato emotivo e psicologico, come in una sorta di intima confessione, di autoanalisi. La regia combina questi due fattori sospendendo l'intera opera rispetto al mondo del lettore, facendovi scorrere un tempo lento e lieve, in cui dialoghi e soliloqui si alternano e si sovrappongono in un gioco psicologico davvero realistico.
La psicologia dei personaggi viene resa ottimamente, nonostante i pochi capitoli a disposizione, e si concentra principalmente su tre figure. Nagisa, ragazza forte e disillusa, non crede nell'istruzione e vuole arruolarsi nel Jieitai - ossia il "Corpo nazionale di autodifesa" - giapponese, per cominciare a guadagnare qualche soldo e poter sostenere economicamente, oltre che psicologicamente, la madre e il fratello. La sua attrazione verso questa vita è segnata dalla presenza continua del 'proiettile' nel racconto; questo oggetto rappresenta per la protagonista l'unico modo che le rimane per difendersi dal mondo, un mondo che le ha tolto tutto, per cui ella vorrebbe piangere e per la sopravvivenza del quale, invece, resiste. Una divisa, una busta paga, dei proiettili veri, un desiderio atipico per una ragazzina, seppur disincantata e realista. A lei si contrappongono invece il fratello, dolce e gentile, estremamente cordiale e affabile, da tre anni ritirato dagli studi e dedito alla lettura di opere esoteriche e letterarie, una serie di caratteristiche che conferiscono alla sua figura un che di magico, di divino, e appunto ad una divinità, sospesa nel tempo e nello spazio, Nagisa spesso lo paragona, una divinità onnisciente che sovente illumina la propria sorellina con semplici aforismi o indovinelli che ella ascolta incantata. Si giunge infine alla figura più emblematica, atipica e sicuramente interessante dell'opera: Umino è una ragazza lunatica, che viaggia in un mondo fantastico, di cui si dichiara abitante, che viene per questo motivo evitata dai suoi compagni di classe e additata come bugiarda, che però, in fin dei conti, vive una vita troppo difficile per essere sopportata da una persona normale. Il motivo che spinge Nagisa a odiare Umino è che questa ha vissuto una vita più difficile e tormentata della sua, che la porterebbe quindi in secondo piano, che le farebbe perdere la posizione preferenziale che il fato avverso, tramite una serie di sciagure, le aveva riservato. Il motivo che spinge Nagisa a diventare amica di Umino e a desiderare di non lasciarla mai, è invece una crescente umanità, mai provata prima, unita alla mesta consapevolezza di non essere sola e alla compassione verso qualcuno di indifeso, proprio come lei stessa, che il mondo violento e spietato ha condannato alla tristezza. I proiettili di zucchero che Umino spara nelle proprie bugie servono ad addolcire una vita troppo dura per una bambina di soli tredici anni e rappresentano una via di scampo da un mondo che, per le due protagoniste, sembra non offrirne.
Ma in un'opera che vuole minare e demolire le certezze del lettore, questi proiettili riusciranno a perforare il mondo per permettere alle due protagoniste di fuggire? "Proiettili di zucchero" è un piccolo diamante, lucente e allo stesso tempo sporco del sangue del minatore morto per estrarlo. Inquietante e dolce, mesto e soave, un ossimoro vivente potremmo dire, ma sicuramente un'opera dall'indiscussa qualità.
Se iniziassi a descrivere in breve tutti i punti forti di questo manga vi dovreste sorbire una sfilza di superlativi assoluti. Risparmio quindi lo strazio riassumendo tutto in una sola parola: meraviglioso.
Eh già "A Lollipop or A Bullet" è questo: un manga meraviglioso.
Devo però tentare di farvi capire il perchè senza farmi prendere dal fervore (credetemi, è veramente difficile) e per questo inizierò analizzando il manga punto per punto, parlandovi di tutto ciò che lo rende un piccolo capolavoro.
"Proiettili di Zucchero" è un manga che tramite scelte molto coraggiose conquista pienamente il lettore. E' lecito chiedere: "ma di quali scelte coraggiose si sta parlando?". Be', la risposta è relativamente semplice: l'autrice adopera n trucco estremamente acuto, in quanto crea dei piccoli misteri che il lettore potrebbe riuscire a sciogliere semplicemente grazie alla propria cultura generale. Questo causa un effetto molto interessante (e per quel che ho letto fin'ora inedito): infatti il lettore viene colpito dalla soluzione del mistero, così semplice da sentirsi quasi stupido per non aver risolto l'enigma con le proprie forze, ma, allo stesso tempo, ammirato per l'autrice che, grazie al ritmo sostenuto e alla storia coinvolgente, non gli ha lasciato il tempo di ragionare. Questo modus operandi coinvolge e convince risultando estremamente originale.
Ma la grande bellezza di questo manga risiede anche nei personaggi. Che si stia parlando della criptica ragazza che crede di essere una sirena o della giovane campagnola stufa della vita che le propone solo "proiettili di zucchero" si discute comunque di personaggi con una magistrale caratterizzazione psicologica. E non sto parlando di soli due personaggi ma di un cast di ben cinque ragazzi, ragazze e uomini che verranno ampiamente analizzati e messi sotto la lente d'ingrandimento del lettore nel momento più tragico della loro vita.
Infine, ma non meno importante, va notata la capacità dell'autrice di creare un'atmosfera piena di suspance: spesso ci sentiremo colpiti da un sentimento di riluttanza, di avversione per gli avvenimenti. Il lettore vorrebbe che una precisa cosa non sia successa e spera che qualcos'altro non accada. Questo meccanismo mette il lettore (chi più chi meno) in uno stato di ansia, di tensione narrativa e psicologica.
Ma i plausi non vanno fatti solo alla sceneggiatrice: alla trama di Kazuki Sakuraba è stata infatti Sugimoto a dare una forma vera e propria. La disegnatrice dimostra di possedere un tratto pulito e semplice, perfetto per le scene inquietanti e per tavole che mostrino in modo delicato la durezza e l'orrore di ciò che avviene.
La regia è ottima e le scelte stilistiche (come l'applicazione di retini vedo-non-vedo sulle scene più cruente) permettono alla fantasia del lettore di viaggiare arricchendo di nuovi dettagli la storia.
L'edizione Panini è molto costosa ma è fatta con ottimi materiali e, grazie alle spugnature (colorazione di tonalità i stile evidenziatore blu in un volume e rosa nell'altra), si distingue facilmente tra gli scaffali lanciando un messaggio cristallino: "Comprami, accipicchia!". Be', caro lettore, ti lascio un ultimo suggerimento: "A lollipop or a bullet" non è solo un piccolo capolavoro, ma un capolavoro vero e proprio. Ascolta quello che suggerisce la copertina e non te ne pentirai!
Eh già "A Lollipop or A Bullet" è questo: un manga meraviglioso.
Devo però tentare di farvi capire il perchè senza farmi prendere dal fervore (credetemi, è veramente difficile) e per questo inizierò analizzando il manga punto per punto, parlandovi di tutto ciò che lo rende un piccolo capolavoro.
"Proiettili di Zucchero" è un manga che tramite scelte molto coraggiose conquista pienamente il lettore. E' lecito chiedere: "ma di quali scelte coraggiose si sta parlando?". Be', la risposta è relativamente semplice: l'autrice adopera n trucco estremamente acuto, in quanto crea dei piccoli misteri che il lettore potrebbe riuscire a sciogliere semplicemente grazie alla propria cultura generale. Questo causa un effetto molto interessante (e per quel che ho letto fin'ora inedito): infatti il lettore viene colpito dalla soluzione del mistero, così semplice da sentirsi quasi stupido per non aver risolto l'enigma con le proprie forze, ma, allo stesso tempo, ammirato per l'autrice che, grazie al ritmo sostenuto e alla storia coinvolgente, non gli ha lasciato il tempo di ragionare. Questo modus operandi coinvolge e convince risultando estremamente originale.
Ma la grande bellezza di questo manga risiede anche nei personaggi. Che si stia parlando della criptica ragazza che crede di essere una sirena o della giovane campagnola stufa della vita che le propone solo "proiettili di zucchero" si discute comunque di personaggi con una magistrale caratterizzazione psicologica. E non sto parlando di soli due personaggi ma di un cast di ben cinque ragazzi, ragazze e uomini che verranno ampiamente analizzati e messi sotto la lente d'ingrandimento del lettore nel momento più tragico della loro vita.
Infine, ma non meno importante, va notata la capacità dell'autrice di creare un'atmosfera piena di suspance: spesso ci sentiremo colpiti da un sentimento di riluttanza, di avversione per gli avvenimenti. Il lettore vorrebbe che una precisa cosa non sia successa e spera che qualcos'altro non accada. Questo meccanismo mette il lettore (chi più chi meno) in uno stato di ansia, di tensione narrativa e psicologica.
Ma i plausi non vanno fatti solo alla sceneggiatrice: alla trama di Kazuki Sakuraba è stata infatti Sugimoto a dare una forma vera e propria. La disegnatrice dimostra di possedere un tratto pulito e semplice, perfetto per le scene inquietanti e per tavole che mostrino in modo delicato la durezza e l'orrore di ciò che avviene.
La regia è ottima e le scelte stilistiche (come l'applicazione di retini vedo-non-vedo sulle scene più cruente) permettono alla fantasia del lettore di viaggiare arricchendo di nuovi dettagli la storia.
L'edizione Panini è molto costosa ma è fatta con ottimi materiali e, grazie alle spugnature (colorazione di tonalità i stile evidenziatore blu in un volume e rosa nell'altra), si distingue facilmente tra gli scaffali lanciando un messaggio cristallino: "Comprami, accipicchia!". Be', caro lettore, ti lascio un ultimo suggerimento: "A lollipop or a bullet" non è solo un piccolo capolavoro, ma un capolavoro vero e proprio. Ascolta quello che suggerisce la copertina e non te ne pentirai!
Guardando la copertina di "A lollipop or a bullet" sullo scaffale di una fumetteria è facile pensare di avere davanti il solito shojo da quattro soldi. Niente di più sbagliato.
Questo manga è uno dei migliori degli ultimi anni, ed è un vero e proprio capolavoro di sceneggiatura. L'espediente narrativo che usa l'autrice è la decostruzione del genere shojo e dello slice of life, che avviene attraverso l'inserimento nel plot di elementi da thriller e di denuncia sociale che sfociano spesso nel macabro.
"Proiettili di zucchero" (titolo italiano del manga) è dotato di una rara sensibilità e poesia, un'ottima caratterizzazione delle protagoniste e dei bellissimi disegni.
Nagisa Yamada è una ragazza che vive in una situazione famigliare molto difficile, in quanto il padre è morto, il fratello è un hikikomori e la madre a stento riesce a mantenerli.
Un giorno a scuola arriva una nuova compagna di banco: Mokuzo Umino, figlia di un famoso cantante locale. Tra le due inizialmente ci saranno forti attriti, sopratutto per l'invidia che Nagisa prova per i benestanti e lo strano comportamento di Mokuzo, che nonostante sia una bellissima ragazza parla da sola e zoppica. Superate le incomprensioni iniziali, Nagisa scoprirà che la ricca Mokuzo ha in realtà dei gravissimi problemi, ed è messa peggio di lei.
I personaggi di questo manga sono caratterizzati talmente bene che sembrano "veri": l'arrivo di Mokuzo a scuola scatenerà infatti un'ondata di odio da parte dei compagni, per via della sua diversità e stranezza. La psicologia degli hikikomori e delle vittime di violenza sarà altamente credibile, e resa molto incisiva della sceneggiatura perfetta.
Le persone tendono sempre ad aver paura del diverso, come pura reazione istintiva e animale. Penso sia proprio la regressione dell'uomo moderno allo stato animale uno dei temi che traspaiono da questo manga, in quanto la comunicazione tra i personaggi riesce ad avvenire solo attraverso la violenza e la paura.
Il manga, oltre ad affrontare tematiche sociali molto profonde e attuali, tratta anche il tema del passaggio dall'adolescenza all'età adulta, ovvero la differenza tra sparare "proiettili di zucchero" e "proiettili veri". Tuttavia se nelle altre opere questo passaggio avveniva dopo una ricerca interiore o un viaggio di formazione, in "A lollipop or a bullet" avviene dopo un feroce trauma indotto dalla realtà di tutti i giorni.
Consiglio in definitiva questo (pesante) manga alle persone che hanno già apprezzato l'esistenzialismo, il contrasto tra l'innocenza dei bambini e la crudeltà del mondo degli adulti e l'inarrivabile cinismo tipici di autori del calibro di Kitoh.
L'edizione Planet Manga è abbastanza buona, tuttavia non ho apprezzato molto la colorazione dei bordi delle pagine e la sovraccoperta bianca, facile da sporcarsi. La storia è composta da due volumi da 7.50 euro l'uno, che vale sicuramente la pena spendere, se si vuole fare una lettura impegnata e riflessiva.
Questo manga è uno dei migliori degli ultimi anni, ed è un vero e proprio capolavoro di sceneggiatura. L'espediente narrativo che usa l'autrice è la decostruzione del genere shojo e dello slice of life, che avviene attraverso l'inserimento nel plot di elementi da thriller e di denuncia sociale che sfociano spesso nel macabro.
"Proiettili di zucchero" (titolo italiano del manga) è dotato di una rara sensibilità e poesia, un'ottima caratterizzazione delle protagoniste e dei bellissimi disegni.
Nagisa Yamada è una ragazza che vive in una situazione famigliare molto difficile, in quanto il padre è morto, il fratello è un hikikomori e la madre a stento riesce a mantenerli.
Un giorno a scuola arriva una nuova compagna di banco: Mokuzo Umino, figlia di un famoso cantante locale. Tra le due inizialmente ci saranno forti attriti, sopratutto per l'invidia che Nagisa prova per i benestanti e lo strano comportamento di Mokuzo, che nonostante sia una bellissima ragazza parla da sola e zoppica. Superate le incomprensioni iniziali, Nagisa scoprirà che la ricca Mokuzo ha in realtà dei gravissimi problemi, ed è messa peggio di lei.
I personaggi di questo manga sono caratterizzati talmente bene che sembrano "veri": l'arrivo di Mokuzo a scuola scatenerà infatti un'ondata di odio da parte dei compagni, per via della sua diversità e stranezza. La psicologia degli hikikomori e delle vittime di violenza sarà altamente credibile, e resa molto incisiva della sceneggiatura perfetta.
Le persone tendono sempre ad aver paura del diverso, come pura reazione istintiva e animale. Penso sia proprio la regressione dell'uomo moderno allo stato animale uno dei temi che traspaiono da questo manga, in quanto la comunicazione tra i personaggi riesce ad avvenire solo attraverso la violenza e la paura.
Il manga, oltre ad affrontare tematiche sociali molto profonde e attuali, tratta anche il tema del passaggio dall'adolescenza all'età adulta, ovvero la differenza tra sparare "proiettili di zucchero" e "proiettili veri". Tuttavia se nelle altre opere questo passaggio avveniva dopo una ricerca interiore o un viaggio di formazione, in "A lollipop or a bullet" avviene dopo un feroce trauma indotto dalla realtà di tutti i giorni.
Consiglio in definitiva questo (pesante) manga alle persone che hanno già apprezzato l'esistenzialismo, il contrasto tra l'innocenza dei bambini e la crudeltà del mondo degli adulti e l'inarrivabile cinismo tipici di autori del calibro di Kitoh.
L'edizione Planet Manga è abbastanza buona, tuttavia non ho apprezzato molto la colorazione dei bordi delle pagine e la sovraccoperta bianca, facile da sporcarsi. La storia è composta da due volumi da 7.50 euro l'uno, che vale sicuramente la pena spendere, se si vuole fare una lettura impegnata e riflessiva.
"Evidentemente lei, dottore, non è mai stato una ragazzina di tredici anni."
(Jeffrey Eugenides, "Le vergini suicide")
"A Lollipop or a Bullet" non si limita a parlare di proiettili edulcorati: è esso stesso "Un qualcosa a base di zucchero che non riempie affatto lo stomaco", per dirla con le parole del fratello della giovanissima protagonista - che poi come definizione lascia alquanto a desiderare, giacché può voler dire tutto e niente, ma direi che non è il caso di andare a cercare il pelo nell'uovo. E sì che come titolo può vantare innumerevoli corde al suo arco, quali, ad esempio, un valido spunto iniziale, dei margini di manovra più che dignitosi e, ultimo ma non ultimo, un gradevolissimo comparto grafico. Per avere un'idea più precisa di cosa possa essere andato storto dovrei conoscere il racconto da cui è tratto, ma poiché così non è la mia opinione è che per troppa smania di arrivare dappertutto Kazuki Sakuraba, autrice di entrambi, non sia riuscita ad arrivare decentemente da nessuna parte, come del resto può capitare anche quando si hanno le migliori intenzioni di questo mondo.
Nagisa Yamada non vede l'ora di finire le scuole medie per potersi arruolare delle Forze di Difesa, in modo da non essere più di peso alla madre il cui magro stipendio costituisce l'unica entrata su cui la sua famiglia possa contare. Il padre pescatore, infatti, è morto dieci anni addietro nel corso di una tempesta, mentre il fratello Tomohiko è un hikikomori. Un giorno nella sua classe arriva Mozuku Umino, ricca ed eccentrica figlia di un cantante il cui brano più famoso, "Le ossa della sirena", è un intrigante mix d'amore, realismo magico e cannibalismo: la ragazza stessa, che non sembra darsi pensiero della sua scarsa propensione ai rapporti interpersonali, ama definirsi una donna-pesce a cui, come spiega ad un'incredula e infastidita Nagisa, è stato concesso di vivere da umana per un mese, al termine del quale un'altra tempesta si abbatterà sulla costa costringendola a fare definitivamente ritorno al mare. Se tuttavia per allora riuscisse a trovare un'amica il sortilegio che pende sulla sua testa come una spada di Damocle verrebbe annullato. All'inizio Nagisa non vuole saperne, ma col passare del tempo si ritroverà suo malgrado sempre più invischiata nella ragnatela di stucchevoli mezze verità ordite dall'altra, la cui vita, a dispetto delle apparenze, è tutt'altro che rose e fiori.
A un tema tutto sommato blando come quello della fatica di crescere ne vengono affiancati altri molto più spinosi come il complesso di Elettra, la violenza sui minori, la Sindrome di Stoccolma e, più in generale, il pressappochismo non sempre privo di malizia con cui certi adulti esercitano - o non esercitano - la propria autorità. L'approccio di "A Lollipop or a Bullet" agli stessi è senza dubbio originale, ma una volta dissipato l'alone di mistero che circonda Mozuku si rimane stupiti dalla superficialità con cui vengono trattati i suoi problemi, accatastati l'uno sull'altro come una pila di piatti sporchi al solo scopo di rendere il suo personaggio il più tragico possibile. Ebbene, Sakuraba sensei, lasci che le riveli un segreto: troppe disgrazie creano assuefazione, e l'assuefazione porta dritta dritta alla noia. Che dire poi della totale gratuità di certe scene? Davvero non era possibile veicolare in altro modo il messaggio ivi contenuto?
Ho avuto tredici anni anch'io, e al pari di Nagisa non posso dire che sia stata una passeggiata di salute. Proprio per questo, tuttavia, tendo a considerarla una narratrice onesta ma inaffidabile, caratteristica che, com'è ovvio, si ripercuote sulla resa psicologica sua e degli altri personaggi: non sono sicura che il suo quadro della situazione sia così accurato come sembra, poiché a mio avviso viene fatta maturare troppo e soprattutto troppo in fretta. A tale proposito considero emblematica l'ambiguità che caratterizza la sua opinione di Tomohiko, da lei ammirato per la sua decisione di non venire più contaminato dalle brutture del mondo e bollato, al tempo stesso, come un peso morto; se da una parte la sua giovane età giustifica una simile confusione, dall'altra la godibilità - e di conseguenza la valutazione - del manga può risultarne in qualche modo compromessa.
Semplicemente delizioso il tratto di Igura Sugimoto, la cui puntualità dà quasi l'impressione di essere connaturata sia per quanto riguarda i disegni che la concezione delle tavole. Molto belle anche le pagine a colori, di cui solitamente non sono una grande estimatrice, nella loro sobria luminosità.
Non è mia abitudine parlare dell'edizione e del prezzo di un manga, poiché ritengo un po' scorretto, se non addirittura inelegante, lasciare che queste specifiche che non hanno nulla a che vedere con il suo contenuto condizionino il lettore in un senso o in un altro. Questa volta, tuttavia, mi sento di fare uno strappo alla regola, soprattutto in merito al secondo, che ho trovato eccessivo per la timidezza e per l'approssimazione con cui l'enorme potenziale di questa storia è stato esplorato, per non parlare dell'inutile e francamente inguardabile colorazione blu e rosa conferita al bordo delle pagine, che come spesso accade con gli albi della Planet Manga perdono facilmente inchiostro. "A Lollipop or a Bullet" è certamente un manga che vale la pena di provare a leggere se si è alla ricerca di una storia drammatica con una marcia in più rispetto alle altre, ma a mio modo di vedere non vale i quindici euro che l'acquisto dei suoi due volumi richiede.
(Jeffrey Eugenides, "Le vergini suicide")
"A Lollipop or a Bullet" non si limita a parlare di proiettili edulcorati: è esso stesso "Un qualcosa a base di zucchero che non riempie affatto lo stomaco", per dirla con le parole del fratello della giovanissima protagonista - che poi come definizione lascia alquanto a desiderare, giacché può voler dire tutto e niente, ma direi che non è il caso di andare a cercare il pelo nell'uovo. E sì che come titolo può vantare innumerevoli corde al suo arco, quali, ad esempio, un valido spunto iniziale, dei margini di manovra più che dignitosi e, ultimo ma non ultimo, un gradevolissimo comparto grafico. Per avere un'idea più precisa di cosa possa essere andato storto dovrei conoscere il racconto da cui è tratto, ma poiché così non è la mia opinione è che per troppa smania di arrivare dappertutto Kazuki Sakuraba, autrice di entrambi, non sia riuscita ad arrivare decentemente da nessuna parte, come del resto può capitare anche quando si hanno le migliori intenzioni di questo mondo.
Nagisa Yamada non vede l'ora di finire le scuole medie per potersi arruolare delle Forze di Difesa, in modo da non essere più di peso alla madre il cui magro stipendio costituisce l'unica entrata su cui la sua famiglia possa contare. Il padre pescatore, infatti, è morto dieci anni addietro nel corso di una tempesta, mentre il fratello Tomohiko è un hikikomori. Un giorno nella sua classe arriva Mozuku Umino, ricca ed eccentrica figlia di un cantante il cui brano più famoso, "Le ossa della sirena", è un intrigante mix d'amore, realismo magico e cannibalismo: la ragazza stessa, che non sembra darsi pensiero della sua scarsa propensione ai rapporti interpersonali, ama definirsi una donna-pesce a cui, come spiega ad un'incredula e infastidita Nagisa, è stato concesso di vivere da umana per un mese, al termine del quale un'altra tempesta si abbatterà sulla costa costringendola a fare definitivamente ritorno al mare. Se tuttavia per allora riuscisse a trovare un'amica il sortilegio che pende sulla sua testa come una spada di Damocle verrebbe annullato. All'inizio Nagisa non vuole saperne, ma col passare del tempo si ritroverà suo malgrado sempre più invischiata nella ragnatela di stucchevoli mezze verità ordite dall'altra, la cui vita, a dispetto delle apparenze, è tutt'altro che rose e fiori.
A un tema tutto sommato blando come quello della fatica di crescere ne vengono affiancati altri molto più spinosi come il complesso di Elettra, la violenza sui minori, la Sindrome di Stoccolma e, più in generale, il pressappochismo non sempre privo di malizia con cui certi adulti esercitano - o non esercitano - la propria autorità. L'approccio di "A Lollipop or a Bullet" agli stessi è senza dubbio originale, ma una volta dissipato l'alone di mistero che circonda Mozuku si rimane stupiti dalla superficialità con cui vengono trattati i suoi problemi, accatastati l'uno sull'altro come una pila di piatti sporchi al solo scopo di rendere il suo personaggio il più tragico possibile. Ebbene, Sakuraba sensei, lasci che le riveli un segreto: troppe disgrazie creano assuefazione, e l'assuefazione porta dritta dritta alla noia. Che dire poi della totale gratuità di certe scene? Davvero non era possibile veicolare in altro modo il messaggio ivi contenuto?
Ho avuto tredici anni anch'io, e al pari di Nagisa non posso dire che sia stata una passeggiata di salute. Proprio per questo, tuttavia, tendo a considerarla una narratrice onesta ma inaffidabile, caratteristica che, com'è ovvio, si ripercuote sulla resa psicologica sua e degli altri personaggi: non sono sicura che il suo quadro della situazione sia così accurato come sembra, poiché a mio avviso viene fatta maturare troppo e soprattutto troppo in fretta. A tale proposito considero emblematica l'ambiguità che caratterizza la sua opinione di Tomohiko, da lei ammirato per la sua decisione di non venire più contaminato dalle brutture del mondo e bollato, al tempo stesso, come un peso morto; se da una parte la sua giovane età giustifica una simile confusione, dall'altra la godibilità - e di conseguenza la valutazione - del manga può risultarne in qualche modo compromessa.
Semplicemente delizioso il tratto di Igura Sugimoto, la cui puntualità dà quasi l'impressione di essere connaturata sia per quanto riguarda i disegni che la concezione delle tavole. Molto belle anche le pagine a colori, di cui solitamente non sono una grande estimatrice, nella loro sobria luminosità.
Non è mia abitudine parlare dell'edizione e del prezzo di un manga, poiché ritengo un po' scorretto, se non addirittura inelegante, lasciare che queste specifiche che non hanno nulla a che vedere con il suo contenuto condizionino il lettore in un senso o in un altro. Questa volta, tuttavia, mi sento di fare uno strappo alla regola, soprattutto in merito al secondo, che ho trovato eccessivo per la timidezza e per l'approssimazione con cui l'enorme potenziale di questa storia è stato esplorato, per non parlare dell'inutile e francamente inguardabile colorazione blu e rosa conferita al bordo delle pagine, che come spesso accade con gli albi della Planet Manga perdono facilmente inchiostro. "A Lollipop or a Bullet" è certamente un manga che vale la pena di provare a leggere se si è alla ricerca di una storia drammatica con una marcia in più rispetto alle altre, ma a mio modo di vedere non vale i quindici euro che l'acquisto dei suoi due volumi richiede.
Basita. Ho fissato per un minuto buono la copertina bianca del retro dell'ultimo volume, la mente svuotata. È la prima volta che un manga mi fa sentire così.
Nagisa Yamada ha 13 anni ed è infelice. Suo padre è morto quando era piccola e il lavoro della madre è quasi tutto destinato a mantenere suo fratello maggiore, che non esce di casa da tre anni. Nella sua classe arriva una nuova studentessa, Mokuzu Umino, bella e stramba, che si presenta ai nuovi compagni dicendo di essere una sirena.
Ripeto, non ho mai letto un manga del genere. La leggerezza del primo volume viene compensata dal pugno allo stomaco che è il secondo. Sembra banale, che dica tutto prima ancora che la storia cominci ma alla fine fa in modo che il dubbio e il desiderio di continuare la lettura si insidi nel lettore. Di certo gli argomenti trattati non sono tra i più originali, ma il modo in cui vengono trattati riesce ad ipnotizzare il lettore con un gioco di mezze verità e false bugie. I disegni semplici e puliti rendono scorrevole la lettura, ma non sono qualcosa di indimenticabile. La miglior mini-serie che abbia mai acquistato.
Edizione della Planet nella media, anche se alla fine della lettura ho dovuto ripulire entrambe le sovraccoperte: erano diventate nere.
Allora, vi va di provare anche voi questo proiettile?
Nagisa Yamada ha 13 anni ed è infelice. Suo padre è morto quando era piccola e il lavoro della madre è quasi tutto destinato a mantenere suo fratello maggiore, che non esce di casa da tre anni. Nella sua classe arriva una nuova studentessa, Mokuzu Umino, bella e stramba, che si presenta ai nuovi compagni dicendo di essere una sirena.
Ripeto, non ho mai letto un manga del genere. La leggerezza del primo volume viene compensata dal pugno allo stomaco che è il secondo. Sembra banale, che dica tutto prima ancora che la storia cominci ma alla fine fa in modo che il dubbio e il desiderio di continuare la lettura si insidi nel lettore. Di certo gli argomenti trattati non sono tra i più originali, ma il modo in cui vengono trattati riesce ad ipnotizzare il lettore con un gioco di mezze verità e false bugie. I disegni semplici e puliti rendono scorrevole la lettura, ma non sono qualcosa di indimenticabile. La miglior mini-serie che abbia mai acquistato.
Edizione della Planet nella media, anche se alla fine della lettura ho dovuto ripulire entrambe le sovraccoperte: erano diventate nere.
Allora, vi va di provare anche voi questo proiettile?
"Satougashi no dangan wa uchinukenai" ("A Lollipop or a Bullet" e in Italia "Proiettili di zucchero") è una mini-serie shounen di due volumi della scrittrice di romanzi e light novels Kazuki Sakuraba, mentre i disegni sono stati affidati a Igura Sugimoto già noto per aver dato la propria arte a "Summer Wars".
"Ho bisogno di un proiettile vero."
Nagisa vive una vita opprimente dato lo scarso guadagno di sua madre e la vita da "hikikomori" di suo fratello, è quindi obbligata a sostenere la sua famiglia anche per via della morte del padre, che purtroppo non migliora la sua situazione.
Accanto al suo paese vi è una caserma militare ed essendo povera medita un giorno di arruolarsi affinché possa mantenere i suoi parenti, questo fino a quando la sua vita non viene ulteriormente complicata dalla nuova arrivata a scuola: Umino Mokuzu.
Questa ragazzina si dimostra fin da subito strana grazie ai suoi discorsi insensati e al modo di fare arrogante, e caso vuole che prenda di mira proprio Nagisa cercando di attirare il più possibile la sua attenzione.
Quest'ultima si dimostra infastidita, non vuole proprio averci a che fare con la "gente strana", però finirà inevitabilmente trasportata nel suo mondo fatto di sirene e leggende metropolitane, ricco di misteri e avventure a dir poco incredibili.
"Chi è davvero Mokuzu? Cos'è Mokuzu?"
Sono queste le domande che il lettore si porta appresso durante tutta la storia, che a mio parere risulta essere un piccolo capolavoro.
In quest'opera vi è una storia ricca di sviluppi, colpi di scena, e il contenuto possiede una notevole profondità d'animo che rapisce e strega il lettore.
I personaggi sono la chiave della magia di quest'opera: sono un mistero, quasi fossero avvolti da un lieve strato di nebbia che lascia intravedere qualcosa, ma mai la verità.
Nagisa cerca un "proiettile", ma che cos'è veramente? Cosa intende lei per questa pallottola, che alle volte pare essere reale e altre una mera fantasia?
Il tratto risulta gradevole e adatto alla storia, migliora costantemente, e si giostra bene fra personaggi e ambienti.
Leggere prima un albo e poi l'altro fa perdere molto alla storia seppur sia molto scorrevole, ma è sempre meglio non interrompere un'opera a metà quando se ne ha la possibilità.
Il prezzo di copertina è un po' alto, ma vi sono pagine a colori e l'albo presenta una sovraccoperta, mentre la rilegatura è mediocre.
Questa è una delle più belle storie brevi che abbia mai avuto il piacere di leggere, è dotata di una delicatezza che pare essere avvolta da una lama, o forse, è meglio qui dire "proiettile": "A Lollipop or a Bullet" è come una pallottola che colpisce dritta al cuore, incenerendolo con una realtà che spesso viene ignorata, costernata da tante difficoltà e molto dolore, ma che mostra la verità su un valore altrettanto sopravvalutato, ovvero, quello dell'amicizia.
In conclusione, lo consiglio a tutti perchè aiuta a comprendere meglio l'ottica di qualcuno la cui vita pur essendo ricca di dubbi riesce comunque ad andare avanti, fra fantasia e realtà, in un viaggio colmo di emozioni.
Voto: 10
"Ho bisogno di un proiettile vero."
Nagisa vive una vita opprimente dato lo scarso guadagno di sua madre e la vita da "hikikomori" di suo fratello, è quindi obbligata a sostenere la sua famiglia anche per via della morte del padre, che purtroppo non migliora la sua situazione.
Accanto al suo paese vi è una caserma militare ed essendo povera medita un giorno di arruolarsi affinché possa mantenere i suoi parenti, questo fino a quando la sua vita non viene ulteriormente complicata dalla nuova arrivata a scuola: Umino Mokuzu.
Questa ragazzina si dimostra fin da subito strana grazie ai suoi discorsi insensati e al modo di fare arrogante, e caso vuole che prenda di mira proprio Nagisa cercando di attirare il più possibile la sua attenzione.
Quest'ultima si dimostra infastidita, non vuole proprio averci a che fare con la "gente strana", però finirà inevitabilmente trasportata nel suo mondo fatto di sirene e leggende metropolitane, ricco di misteri e avventure a dir poco incredibili.
"Chi è davvero Mokuzu? Cos'è Mokuzu?"
Sono queste le domande che il lettore si porta appresso durante tutta la storia, che a mio parere risulta essere un piccolo capolavoro.
In quest'opera vi è una storia ricca di sviluppi, colpi di scena, e il contenuto possiede una notevole profondità d'animo che rapisce e strega il lettore.
I personaggi sono la chiave della magia di quest'opera: sono un mistero, quasi fossero avvolti da un lieve strato di nebbia che lascia intravedere qualcosa, ma mai la verità.
Nagisa cerca un "proiettile", ma che cos'è veramente? Cosa intende lei per questa pallottola, che alle volte pare essere reale e altre una mera fantasia?
Il tratto risulta gradevole e adatto alla storia, migliora costantemente, e si giostra bene fra personaggi e ambienti.
Leggere prima un albo e poi l'altro fa perdere molto alla storia seppur sia molto scorrevole, ma è sempre meglio non interrompere un'opera a metà quando se ne ha la possibilità.
Il prezzo di copertina è un po' alto, ma vi sono pagine a colori e l'albo presenta una sovraccoperta, mentre la rilegatura è mediocre.
Questa è una delle più belle storie brevi che abbia mai avuto il piacere di leggere, è dotata di una delicatezza che pare essere avvolta da una lama, o forse, è meglio qui dire "proiettile": "A Lollipop or a Bullet" è come una pallottola che colpisce dritta al cuore, incenerendolo con una realtà che spesso viene ignorata, costernata da tante difficoltà e molto dolore, ma che mostra la verità su un valore altrettanto sopravvalutato, ovvero, quello dell'amicizia.
In conclusione, lo consiglio a tutti perchè aiuta a comprendere meglio l'ottica di qualcuno la cui vita pur essendo ricca di dubbi riesce comunque ad andare avanti, fra fantasia e realtà, in un viaggio colmo di emozioni.
Voto: 10
L'infelicità non è una torta che si può dividere, e scoprire che qualcuno è forse più infelice di te non diminuisce la tua parte di sofferenza, né ti rende capace di alleviare quella altrui.
Nagisa Yamada è una tredicenne studentessa delle medie di una cittadina di provincia in riva al mare: suo padre è morto anni prima durante una tempesta, il fratello maggiore che tanto amava ed ammirava è diventato un hikikomori, e l'unico sostegno economico della famiglia proviene dal modesto lavoro della madre; Nagisa perciò ha già deciso che finite le medie si arruolerà nelle forze di autodifesa dell'esercito, per contribuire al mantenimento della famiglia e provvedere al fratello, del quale ha trasfigurato la situazione, fino a vederlo come un essere nobile e come un animale raro e bellissimo che esiste per essere ammirato, ed al quale bisogna provvedere occupandosi di soddisfarne le necessità.
Un giorno nella sua classe arriva una nuova studentessa, una ragazzina molto bella ma alquanto strana di nome Mokuzu Umino, figlia di un famoso musicista: Mokuzu ha molti atteggiamenti decisamente singolari e fa discorsi strampalati (non fa che ripetere di essere una sirena, e che rimarrà in città solo fino alla prossima tempesta), che a Nagisa sembrano solo sciocchezze, capricci di una ragazzina ricca e viziata, che non ha idea di quanto sia dura la vita; Mokuzu però ha deciso di voler essere ad ogni costo sua amica, ed inizia perciò a seguirla continuamente, ed a cercare di attirare la sua attenzione.
Capita a volte d'imbattersi per puro caso ed in maniera assolutamente fortuita in opere che sono dei piccoli capolavori, degli autentici gioielli: è quello che è successo a me con questa miniserie, della quale beatamente ignoravo l'esistenza (destino comune alla grandissima parte per non dire alla quasi totalità della produzione editoriale nipponica), che avevo bellamente continuato imperterrita ad ignorare anche a seguito dell'annuncio di una ventura pubblicazione italiana, estendendo la colpevole indifferenza anche alle prime voci di avvistamento sugli scaffali. Poi vado in fumetteria, vedo l'unica copia superstite del primo volume sullo scaffale, e, sarà stato l'azzurro del bordo delle pagine, o il riflesso argentato dell'immagine in copertina, sarà anche che avevo bisogno di leggere qualcosa di nuovo, ho deciso lì per lì di aggiungerlo alla pila dei miei acquisti, e col senno di poi posso dire che si è trattato di una delle mie ispirazioni fumettistiche più felici: un bel manga sulla difficile età dell'adolescenza, sulle inquietudini, i desideri ed il senso di impotenza e frustrazione nel vedersi troppo deboli ed inesperti, ed ancora troppo fragili e bisognosi di sostegno per realizzare le proprie aspirazioni di indipendenza, o anche solo per fuggire dal pericolo da cui ci si sente minacciati, quando l'unico riparo è costituito dalle bugie con le quali si cerca di nascondere a se stessi ed agli altri le proprie paure ed inquietudini, o per prestare efficacemente soccorso a qualcuno in difficoltà.
La narrazione avviene attraverso lo sguardo della protagonista, e racconta in modo secondo me magistrale una realtà cruda e angosciante, una quotidianità asfittica e paralizzante, senza indulgere neanche per un attimo al morboso, né alle tentazioni di psicologia e moralismo spiccioli che ai miei occhi hanno guastato tante storie che avrebbero dovuto trattare del disagio adolescenziale e giovanile, e si sono invece perse nell'angst autocompiaciuto.
I tempi narrativi sono ben calibrati, né troppo compressi né al contrario troppo dilatati, ed anche l'intreccio risulta ben costruito, e tale da dar vita ad un manga decisamente particolare ed intrigante, una storia molto valida, adulta e spiazzante, che si svela davanti ai nostri occhi attraverso quelli della protagonista, man mano che il suo sguardo si sposta dalla contemplazione della propria sofferenza alla graduale presa di coscienza che esistono forse vite anche più dure della sua, fino al dolore per l'incapacità di essere d'aiuto.
Molto belli i disegni, buona e curata l'edizione, in conclusione per me si tratta di una miniserie da non lasciarsi assolutamente sfuggire.
Nell'estate dei miei tredici anni i giorni arrivavano e passavano come una tempesta. Quella ragazza sparava degli zuccherini e io dei proiettili inefficaci. Eravamo tutti piccoli soldati, e combattevamo contro il mondo.
Nagisa Yamada è una tredicenne studentessa delle medie di una cittadina di provincia in riva al mare: suo padre è morto anni prima durante una tempesta, il fratello maggiore che tanto amava ed ammirava è diventato un hikikomori, e l'unico sostegno economico della famiglia proviene dal modesto lavoro della madre; Nagisa perciò ha già deciso che finite le medie si arruolerà nelle forze di autodifesa dell'esercito, per contribuire al mantenimento della famiglia e provvedere al fratello, del quale ha trasfigurato la situazione, fino a vederlo come un essere nobile e come un animale raro e bellissimo che esiste per essere ammirato, ed al quale bisogna provvedere occupandosi di soddisfarne le necessità.
Un giorno nella sua classe arriva una nuova studentessa, una ragazzina molto bella ma alquanto strana di nome Mokuzu Umino, figlia di un famoso musicista: Mokuzu ha molti atteggiamenti decisamente singolari e fa discorsi strampalati (non fa che ripetere di essere una sirena, e che rimarrà in città solo fino alla prossima tempesta), che a Nagisa sembrano solo sciocchezze, capricci di una ragazzina ricca e viziata, che non ha idea di quanto sia dura la vita; Mokuzu però ha deciso di voler essere ad ogni costo sua amica, ed inizia perciò a seguirla continuamente, ed a cercare di attirare la sua attenzione.
Capita a volte d'imbattersi per puro caso ed in maniera assolutamente fortuita in opere che sono dei piccoli capolavori, degli autentici gioielli: è quello che è successo a me con questa miniserie, della quale beatamente ignoravo l'esistenza (destino comune alla grandissima parte per non dire alla quasi totalità della produzione editoriale nipponica), che avevo bellamente continuato imperterrita ad ignorare anche a seguito dell'annuncio di una ventura pubblicazione italiana, estendendo la colpevole indifferenza anche alle prime voci di avvistamento sugli scaffali. Poi vado in fumetteria, vedo l'unica copia superstite del primo volume sullo scaffale, e, sarà stato l'azzurro del bordo delle pagine, o il riflesso argentato dell'immagine in copertina, sarà anche che avevo bisogno di leggere qualcosa di nuovo, ho deciso lì per lì di aggiungerlo alla pila dei miei acquisti, e col senno di poi posso dire che si è trattato di una delle mie ispirazioni fumettistiche più felici: un bel manga sulla difficile età dell'adolescenza, sulle inquietudini, i desideri ed il senso di impotenza e frustrazione nel vedersi troppo deboli ed inesperti, ed ancora troppo fragili e bisognosi di sostegno per realizzare le proprie aspirazioni di indipendenza, o anche solo per fuggire dal pericolo da cui ci si sente minacciati, quando l'unico riparo è costituito dalle bugie con le quali si cerca di nascondere a se stessi ed agli altri le proprie paure ed inquietudini, o per prestare efficacemente soccorso a qualcuno in difficoltà.
La narrazione avviene attraverso lo sguardo della protagonista, e racconta in modo secondo me magistrale una realtà cruda e angosciante, una quotidianità asfittica e paralizzante, senza indulgere neanche per un attimo al morboso, né alle tentazioni di psicologia e moralismo spiccioli che ai miei occhi hanno guastato tante storie che avrebbero dovuto trattare del disagio adolescenziale e giovanile, e si sono invece perse nell'angst autocompiaciuto.
I tempi narrativi sono ben calibrati, né troppo compressi né al contrario troppo dilatati, ed anche l'intreccio risulta ben costruito, e tale da dar vita ad un manga decisamente particolare ed intrigante, una storia molto valida, adulta e spiazzante, che si svela davanti ai nostri occhi attraverso quelli della protagonista, man mano che il suo sguardo si sposta dalla contemplazione della propria sofferenza alla graduale presa di coscienza che esistono forse vite anche più dure della sua, fino al dolore per l'incapacità di essere d'aiuto.
Molto belli i disegni, buona e curata l'edizione, in conclusione per me si tratta di una miniserie da non lasciarsi assolutamente sfuggire.
Nell'estate dei miei tredici anni i giorni arrivavano e passavano come una tempesta. Quella ragazza sparava degli zuccherini e io dei proiettili inefficaci. Eravamo tutti piccoli soldati, e combattevamo contro il mondo.
Ho letto A lollipop or a bullet praticamente per caso: volevo auto-regalarmi una serie breve per Natale, e questo manga mi è parso adatto, senza particolari motivi: la trama non mi dispiaceva e mi è piaciuto lo stile di disegno... non credevo di aver scelto un capolavoro!
Protagoniste della storia sono due ragazze tredicenni. Nagisa è fin troppo matura per la sua età: suo padre, un pescatore, è morto in mare anni prima, sua madre è troppo occupata col suo lavoro, unico mezzo di sostentamento della loro povera famiglia, e lei è divisa fra lo studio e la cura di suo fratello di 17 anni, che da tre è ridotto allo stato di hikikomori... Nella sua già complicata vita non c'è più spazio per i sogni, e lei è perennemente annoiata e triste.
Mokuzu viene inserita nella classe di Nagisa; è ricca, figlia di un famoso idol della canzone e veste sempre alla moda. Ma è anche molto strana, non si capisce mai cosa pensi, a volte pare non ascoltare il prossimo, fa discorsi sconclusionati e racconta di essere una sirena, che dovrà esaudire un desiderio entro un mese o si trasformerà in spuma del mare...
La situazione di Mokuzu suscita la gelosia delle sue coetanee ed in particolare irrita Nagisa, ma le circostanze porteranno le due ad avvicinarsi, lentamente ma inesorabilmente...
La storia non è lineare come sembra. Infatti questo è un manga ben lontano dai soliti manga scolastici tutti esami, gare sportive e batticuori... Mokuzu è davvero una sirena? E cosa nasconde il suo atteggiamento? Nagisa ha davvero motivo di invidiarla?
A lollipop or a bullet è un manga breve, ma anche molto intenso, è bellissimo e terribile allo stesso tempo, perché affronta temi importanti ma spesso trascurati forse per timore dalla maggior parte dei mangaka (la situazione dell'hikikomori, ma non solo; comunque non specifico altro o potrei spoilerare troppo!).
Splendida la caratterizzazione dei personaggi, anche grazie ai disegni... Nel complesso i tratti sono morbidi, Mokuzu mostra spesso dei graziosi occhioni in perfetto stile shoujo, ma questo non fa che determinare un voluto e riuscito contrasto fra l'innocenza delle ragazze di quell'età e le situazioni atroci in cui si ritrovano. Senza contare alcune espressioni, che rendono certi personaggi irriconoscibili, ma che sono sempre perfettamente azzeccate.
Insomma, ottimo il risultato della collaborazione fra sceneggiatrice e disegnatrice (quest'ultima è la stessa che ha curato Summer Wars), un'opera che non è certo un manga rilassante e/o divertente, ma in compenso è un manga che fa riflettere molto e merita assolutamente di essere letto. I giovani hanno bisogno di certezze, viene detto apparentemente a casaccio nel 2° volume, ma fino a che punto ciò è effettivamente garantito loro dai cosiddetti "adulti", tanto presi dagli obblighi della vita quotidiana a cominciare dai problemi economici?
Oltre ad averci portato in Italia un vero gioiellino, la Planet manga lo ha anche fatto con un'edizione degna, con buona rilegatura e sovraccoperta (anche se concordo con chi ha detto che forse avrebbero potuto scegliere un colore meno "sporcabile" del bianco)... devo confessare che per un attimo quelle pagine rosa e celesti mi hanno lasciata un po' perplessa, ma anche questo aspetto esteriore da manga per "bimbeminkia" ci sta, in quanto rende ancora più duro il contrasto fra ciò che il manga sembra e ciò che il manga è. Altra sorpresa piacevole sono state le pagine iniziali a colori, presenti però solo nel primo volume.
Piccola pecca, invece, è, come pure è stato notato già, l'eccessivo uso della parola "proiettile" nei pensieri di Nagisa, ma sono rimasta così tanto piacevolmente sorpresa dal resto che non voglio nemmeno abbassare il voto... d'altra parte è vero, questo manga colpisce il lettore proprio come un proiettile!
Protagoniste della storia sono due ragazze tredicenni. Nagisa è fin troppo matura per la sua età: suo padre, un pescatore, è morto in mare anni prima, sua madre è troppo occupata col suo lavoro, unico mezzo di sostentamento della loro povera famiglia, e lei è divisa fra lo studio e la cura di suo fratello di 17 anni, che da tre è ridotto allo stato di hikikomori... Nella sua già complicata vita non c'è più spazio per i sogni, e lei è perennemente annoiata e triste.
Mokuzu viene inserita nella classe di Nagisa; è ricca, figlia di un famoso idol della canzone e veste sempre alla moda. Ma è anche molto strana, non si capisce mai cosa pensi, a volte pare non ascoltare il prossimo, fa discorsi sconclusionati e racconta di essere una sirena, che dovrà esaudire un desiderio entro un mese o si trasformerà in spuma del mare...
La situazione di Mokuzu suscita la gelosia delle sue coetanee ed in particolare irrita Nagisa, ma le circostanze porteranno le due ad avvicinarsi, lentamente ma inesorabilmente...
La storia non è lineare come sembra. Infatti questo è un manga ben lontano dai soliti manga scolastici tutti esami, gare sportive e batticuori... Mokuzu è davvero una sirena? E cosa nasconde il suo atteggiamento? Nagisa ha davvero motivo di invidiarla?
A lollipop or a bullet è un manga breve, ma anche molto intenso, è bellissimo e terribile allo stesso tempo, perché affronta temi importanti ma spesso trascurati forse per timore dalla maggior parte dei mangaka (la situazione dell'hikikomori, ma non solo; comunque non specifico altro o potrei spoilerare troppo!).
Splendida la caratterizzazione dei personaggi, anche grazie ai disegni... Nel complesso i tratti sono morbidi, Mokuzu mostra spesso dei graziosi occhioni in perfetto stile shoujo, ma questo non fa che determinare un voluto e riuscito contrasto fra l'innocenza delle ragazze di quell'età e le situazioni atroci in cui si ritrovano. Senza contare alcune espressioni, che rendono certi personaggi irriconoscibili, ma che sono sempre perfettamente azzeccate.
Insomma, ottimo il risultato della collaborazione fra sceneggiatrice e disegnatrice (quest'ultima è la stessa che ha curato Summer Wars), un'opera che non è certo un manga rilassante e/o divertente, ma in compenso è un manga che fa riflettere molto e merita assolutamente di essere letto. I giovani hanno bisogno di certezze, viene detto apparentemente a casaccio nel 2° volume, ma fino a che punto ciò è effettivamente garantito loro dai cosiddetti "adulti", tanto presi dagli obblighi della vita quotidiana a cominciare dai problemi economici?
Oltre ad averci portato in Italia un vero gioiellino, la Planet manga lo ha anche fatto con un'edizione degna, con buona rilegatura e sovraccoperta (anche se concordo con chi ha detto che forse avrebbero potuto scegliere un colore meno "sporcabile" del bianco)... devo confessare che per un attimo quelle pagine rosa e celesti mi hanno lasciata un po' perplessa, ma anche questo aspetto esteriore da manga per "bimbeminkia" ci sta, in quanto rende ancora più duro il contrasto fra ciò che il manga sembra e ciò che il manga è. Altra sorpresa piacevole sono state le pagine iniziali a colori, presenti però solo nel primo volume.
Piccola pecca, invece, è, come pure è stato notato già, l'eccessivo uso della parola "proiettile" nei pensieri di Nagisa, ma sono rimasta così tanto piacevolmente sorpresa dal resto che non voglio nemmeno abbassare il voto... d'altra parte è vero, questo manga colpisce il lettore proprio come un proiettile!
Non saprei cosa scrivere su questo manga.
Entrambe sono due autrici davvero brave, sia per trama che per disegni. La storia è particolare. In primo momento può sembrarti banale, ma il titolo, l'andare avanti con le pagine, i disegni tanto curati e i personaggi particolari e ben definiti, ti fanno ricredere.
Dopo aver letto il primo volume, il pomeriggio stesso sono corsa in fumetteria - quella di fiducia - per acquistare il secondo che era già uscito.
E' grazie a quest'ultimo volume che ho amato ancora di più la storia.
<b>
Nagisa è una ragazza annoiata dalla vita, pronta e decisa ad andare in un'accademia militare per guadagnare soldi. Le è morto il padre per colpa di una tempesta che si abbatte ogni dieci anni. Lei ama la sua famiglia, ritiene suo fratello un nobile, sia per la sua bellezza che per la sua intelligenza. Quest'ultimo non lavora, anche se tutti contavano su di lui. Nagisa allora fa tutto in casa: le faccende domestiche, cucina e si prendere cura sia della madre che del fratello.
In un giorno di settembre, nella scuola e nella classe di Nagisa, arriva una nuova studentessa. Bella, pazza e tanto altro, e così coglie l'attenzione dell'intero istituto. Dopo aver affermato di essere una sirena, continua a seguire ogni giorno Nagisa, volendo esserle amica.
E da qui, più avanti e poi, la storia avrà un atto abbastanza drammatico su tutti noi, un proiettile di zucchero che sbarca costantemente della vita di una ragazzina di tredici anni.
<b>[FINE SPOILER]</b>
I disegni della Sugimoto sono riusciti ad entrare subito tra i miei preferiti. Semplici, dettagliati quando ne aveva il bisogno la storia, e un'impeccabile bravura nel disegnare le espressioni. Un dieci andrebbe solo per i disegni.
La trama.
Il punto forte di questa storia è proprio la storia. Meravigliosa, misteriosa, ti lascia un vuoto dentro, e dopo aver letto l'ultimo volume lo custodirete con massima cura. Senza vergogna lo ammetto, ho pianto come una scema dopo aver letto le ultime pagine del secondo volume. E' cruda, senza tatto, ti tocca giusto al cuore. Una storia che è davvero perfetta. Caratterizzazione perfetta, perché per personaggi perfetti, ci vuole una personalità perfetta.
Nagisa forte, fredda e decisa. Mokuzu allegra, fragile e amichevole. Un'amicizia che compie nell'anima di tutti un senso di... di... zucchero.
La cosa che mi ha colpito di più, è la forza e il coraggio con cui si sbatte in fumetteria una storia tanto drammatica, spenta e terribilmente "wow". Perché nessun manga toccherà nel cuore di tutti quanto questo.
Un dieci pieno, se solo potessi darle un voto più alto, beh, non ci penserei due volte.
Entrambe sono due autrici davvero brave, sia per trama che per disegni. La storia è particolare. In primo momento può sembrarti banale, ma il titolo, l'andare avanti con le pagine, i disegni tanto curati e i personaggi particolari e ben definiti, ti fanno ricredere.
Dopo aver letto il primo volume, il pomeriggio stesso sono corsa in fumetteria - quella di fiducia - per acquistare il secondo che era già uscito.
E' grazie a quest'ultimo volume che ho amato ancora di più la storia.
<b>
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b>Nagisa è una ragazza annoiata dalla vita, pronta e decisa ad andare in un'accademia militare per guadagnare soldi. Le è morto il padre per colpa di una tempesta che si abbatte ogni dieci anni. Lei ama la sua famiglia, ritiene suo fratello un nobile, sia per la sua bellezza che per la sua intelligenza. Quest'ultimo non lavora, anche se tutti contavano su di lui. Nagisa allora fa tutto in casa: le faccende domestiche, cucina e si prendere cura sia della madre che del fratello.
In un giorno di settembre, nella scuola e nella classe di Nagisa, arriva una nuova studentessa. Bella, pazza e tanto altro, e così coglie l'attenzione dell'intero istituto. Dopo aver affermato di essere una sirena, continua a seguire ogni giorno Nagisa, volendo esserle amica.
E da qui, più avanti e poi, la storia avrà un atto abbastanza drammatico su tutti noi, un proiettile di zucchero che sbarca costantemente della vita di una ragazzina di tredici anni.
<b>[FINE SPOILER]</b>
I disegni della Sugimoto sono riusciti ad entrare subito tra i miei preferiti. Semplici, dettagliati quando ne aveva il bisogno la storia, e un'impeccabile bravura nel disegnare le espressioni. Un dieci andrebbe solo per i disegni.
La trama.
Il punto forte di questa storia è proprio la storia. Meravigliosa, misteriosa, ti lascia un vuoto dentro, e dopo aver letto l'ultimo volume lo custodirete con massima cura. Senza vergogna lo ammetto, ho pianto come una scema dopo aver letto le ultime pagine del secondo volume. E' cruda, senza tatto, ti tocca giusto al cuore. Una storia che è davvero perfetta. Caratterizzazione perfetta, perché per personaggi perfetti, ci vuole una personalità perfetta.
Nagisa forte, fredda e decisa. Mokuzu allegra, fragile e amichevole. Un'amicizia che compie nell'anima di tutti un senso di... di... zucchero.
La cosa che mi ha colpito di più, è la forza e il coraggio con cui si sbatte in fumetteria una storia tanto drammatica, spenta e terribilmente "wow". Perché nessun manga toccherà nel cuore di tutti quanto questo.
Un dieci pieno, se solo potessi darle un voto più alto, beh, non ci penserei due volte.
Qual è quella soglia che ci fa dire: stiamo diventando ormai grandi? Quale esperienza creerà una frattura nel nostro cuore che ci segnerà per sempre trasformando i "proiettili di zucchero" che spariamo per farci percepire dagli altri in "veri proiettili" in grado di cambiare la vita?
Cosa ci fa diventare grandi? Le difficoltà? Le scelte? I traumi (che siano essi psicologici o fisici)?
Questo manga alla fine della lettura, ancora molto a caldo, mi ha fatto nascere queste domande.
La trama. L'intera storia è ambientata in una cittadina giapponese rurale e tratta del rapporto tra due ragazze; Nagisa Yamada, ragazzina molto realista e annoiata dalla vita, finite le scuole medie vuole arruolarsi all'accademia militare per guadagnare qualcosa, ha perso il padre durante una tempesta in mare e ora le tocca occuparsi di tutte le faccende di casa e di suo fratello hikikomori. Umino Mokuzu si è appena trasferita nel paese, è ricca e suo padre è un famoso idol/cantante conosciuto per una canzone a tratti raccapricciante; questa ragazza crede di essere una sirena e vive la sua vita in funzione di una nuova prossima tempesta che la porterà sul fondo del mare.
L'interazione tra queste due ragazze, i discorsi, le litigate... porteranno alla luce oscuri segreti e traumi.
Di ottima fattura e molto ricercati i disegni, che cambiano in base alla durezza del tratto di storia in cui si è.
Non mi dilungo di più perché voglio assolutamente evitare spoiler e lasciarvi gustare appieno la lettura. Vi anticipo solo che è una storia veramente drammatica e cruda, che vi lascerà con un senso di forte spaesamento nel primo volume, in cui viene messa tanta carne al fuoco, e ci sarà molto più nel realismo nel secondo volume in cui i vari "misteri" verranno sciolti. Un manga tosto, per la storia in sé che per le tematiche affrontate. Lo consiglio solamente ad un pubblico decisamente maturo e adulto; entra nella mia lista di quelli da leggere assolutamente almeno una volta nella vita
Cosa ci fa diventare grandi? Le difficoltà? Le scelte? I traumi (che siano essi psicologici o fisici)?
Questo manga alla fine della lettura, ancora molto a caldo, mi ha fatto nascere queste domande.
La trama. L'intera storia è ambientata in una cittadina giapponese rurale e tratta del rapporto tra due ragazze; Nagisa Yamada, ragazzina molto realista e annoiata dalla vita, finite le scuole medie vuole arruolarsi all'accademia militare per guadagnare qualcosa, ha perso il padre durante una tempesta in mare e ora le tocca occuparsi di tutte le faccende di casa e di suo fratello hikikomori. Umino Mokuzu si è appena trasferita nel paese, è ricca e suo padre è un famoso idol/cantante conosciuto per una canzone a tratti raccapricciante; questa ragazza crede di essere una sirena e vive la sua vita in funzione di una nuova prossima tempesta che la porterà sul fondo del mare.
L'interazione tra queste due ragazze, i discorsi, le litigate... porteranno alla luce oscuri segreti e traumi.
Di ottima fattura e molto ricercati i disegni, che cambiano in base alla durezza del tratto di storia in cui si è.
Non mi dilungo di più perché voglio assolutamente evitare spoiler e lasciarvi gustare appieno la lettura. Vi anticipo solo che è una storia veramente drammatica e cruda, che vi lascerà con un senso di forte spaesamento nel primo volume, in cui viene messa tanta carne al fuoco, e ci sarà molto più nel realismo nel secondo volume in cui i vari "misteri" verranno sciolti. Un manga tosto, per la storia in sé che per le tematiche affrontate. Lo consiglio solamente ad un pubblico decisamente maturo e adulto; entra nella mia lista di quelli da leggere assolutamente almeno una volta nella vita
Devo ammettere che quando si tratta della sensei Sugimoto sono di parte, mi sembra impossibile non amare alla follia il suo tratto dolce e delicato ma comunque originale, che si adatta ad ogni genere di storia, da Summer Wars a Variante; ma in questo caso è la sceneggiatura a rendere questo manga veramente un capolavoro.
Nagisa Yamada è una ragazza senza padre, con un fratello hikikomori ed una mamma cassiera, annoiata dalla vita quotidiana priva di stimoli e decisa con tutta sé stessa ad entrare nell'accademia militare. E' alla ricerca di un "vero proiettile", qualcosa che cambi la sua vita.
Farà la conoscenza di Umino Mokuzu, una ragazza molto carina che si dichiara una sirena, figlia di un personaggio famoso.
Una storia toccante e perfetta in ogni singolo particolare, difficile da cancellare dalla mente; uno di quei racconti da leggere e rileggere, una vera e propria perla che impreziosisce la propria collezione.
Un capolavoro capace di donare emozioni ed immedesimare il lettore nella storia, narrata in modo molto profondo.
Edizione corposa, con sovraccoperta, buona carta e pagine a colori patinate.
L'unica pecca è forse la copertina bianca facile da sporcare.
E' difficile trovare parole per descriverlo, ma "Proiettili di zucchero" è un manga da comprare assolutamente!
Nagisa Yamada è una ragazza senza padre, con un fratello hikikomori ed una mamma cassiera, annoiata dalla vita quotidiana priva di stimoli e decisa con tutta sé stessa ad entrare nell'accademia militare. E' alla ricerca di un "vero proiettile", qualcosa che cambi la sua vita.
Farà la conoscenza di Umino Mokuzu, una ragazza molto carina che si dichiara una sirena, figlia di un personaggio famoso.
Una storia toccante e perfetta in ogni singolo particolare, difficile da cancellare dalla mente; uno di quei racconti da leggere e rileggere, una vera e propria perla che impreziosisce la propria collezione.
Un capolavoro capace di donare emozioni ed immedesimare il lettore nella storia, narrata in modo molto profondo.
Edizione corposa, con sovraccoperta, buona carta e pagine a colori patinate.
L'unica pecca è forse la copertina bianca facile da sporcare.
E' difficile trovare parole per descriverlo, ma "Proiettili di zucchero" è un manga da comprare assolutamente!
Ho sempre avuto un problema con le miniserie. La maggior parte delle volte non le considero per principio. Ritengo, infatti, che una buona storia (e in particolare una storia di stampo giapponese) possa difficilmente essere compresa in così poco spazio, e una serie di delusioni passate ma ancora cocenti non fanno altro che confermare questa teoria. Beh, a quanto pare, è davvero necessaria un'eccezione che confermi la regola. Perché Proiettili di zucchero è una bella storia non nonostante, ma in quanto miniserie. Vediamo perché.
Iniziamo dal disegno. Il tratto di quest'opera è quanto di meglio ci si poteva aspettare per una storia del genere. Tanto in grado di dipingere scene di semplice (non ho detto banale) vita quotidiana, con pagine più dense di vignette e vignette più dense di personaggi, quanto di presentare personaggi e situazioni con inquadrature più ricercate, tutte di ottima qualità e fattura, grazie anche all'ottima abilità nel disegnare le espressioni.
Poi, la trama. Non intendo dilungarmi nello snocciolare il plot, sia perché non è ciò che la recensione si propone di fare, sia perché incorrerei di certo in spoiler pesanti in quanto la storia, essendo composta di due soli volumi, immerge immediatamente il lettore nelle vicende. E' bene quindi concentrarsi sui temi trattati, e sul come ciò venga fatto. L'adolescenza, anzitutto. L'età della paura del futuro, dell'incomprensione, delle esperienze sociali più importanti. E in questo manga viene dipinta ottimamente, senza scadere nel banale o nel retorico, ma anzi con scelte azzeccatissime: vediamo personalità inaspettate sbocciare (addirittura intese come perversioni, che tuttavia portano comunque alla crescita), la crudeltà del gruppo nei confronti del diverso (l'iniziale simpatia della classe, tramutatasi poi in biasimo, nei confronti di Umino), nonché psicologie assolutamente credibili (come l'invidia che alla fine Nagisa confessa a sé stessa, davvero realistica e profonda). Poi, l'orrore, la crudeltà e l'ingiustizia che non si celano dietro demoni o mostri, ma che indossano le vesti della quotidianità, che ingannano, che lasciano il dubbio, e costringono alla menzogna come unica via di fuga. E l'amicizia, una delle storie di amicizia più belle che abbia mai avuto il piacere di leggere (o vedere), sincera, fatta di gesti che vengono notati in un secondo momento, di sacrifici che non vengono palesati per non ottenere pietà e compassione, ma celati dietro un sorriso amichevole.
Infine, una menzione speciale va agli splendidi dialoghi. Perfetto contraltare per i disegni, ogni singola frase pronunciata dai personaggi risulta carica, intensa e spesso e volentieri inquietante e misteriosa. Da questo punto di vista, è curioso come l'unico personaggio a parlare chiaro sia il fratello hikikomori di Nagisa, il saggio dietro al quale si celano i misteri più grandi e le domande più assillanti, per quanto relativamente importanti ai fini della trama.
E, a questo proposito, un ultimo plauso. Tendenzialmente odio quando in una qualsiasi opera di fiction le domande che vengono poste non trovano soluzione. In quei casi, spesso boccio completamente l'opera. Ecco, Proiettili di zucchero stupisce anche da questo punto di vista. Le risposte ci sono, ma non tutte. Alcune sono lasciate sottintese, altre nemmeno affrontate, eppure non si ha mai l'impressione di non capire, e quando si arriva alle ultima pagine, si viene pervasi da una sensazione di completezza rara.
In definitiva, un titolo completo, che soddisfa sotto ogni punto di vista il lettore, che riempie l'animo di angoscia, ma che regala una grande lettura.
Iniziamo dal disegno. Il tratto di quest'opera è quanto di meglio ci si poteva aspettare per una storia del genere. Tanto in grado di dipingere scene di semplice (non ho detto banale) vita quotidiana, con pagine più dense di vignette e vignette più dense di personaggi, quanto di presentare personaggi e situazioni con inquadrature più ricercate, tutte di ottima qualità e fattura, grazie anche all'ottima abilità nel disegnare le espressioni.
Poi, la trama. Non intendo dilungarmi nello snocciolare il plot, sia perché non è ciò che la recensione si propone di fare, sia perché incorrerei di certo in spoiler pesanti in quanto la storia, essendo composta di due soli volumi, immerge immediatamente il lettore nelle vicende. E' bene quindi concentrarsi sui temi trattati, e sul come ciò venga fatto. L'adolescenza, anzitutto. L'età della paura del futuro, dell'incomprensione, delle esperienze sociali più importanti. E in questo manga viene dipinta ottimamente, senza scadere nel banale o nel retorico, ma anzi con scelte azzeccatissime: vediamo personalità inaspettate sbocciare (addirittura intese come perversioni, che tuttavia portano comunque alla crescita), la crudeltà del gruppo nei confronti del diverso (l'iniziale simpatia della classe, tramutatasi poi in biasimo, nei confronti di Umino), nonché psicologie assolutamente credibili (come l'invidia che alla fine Nagisa confessa a sé stessa, davvero realistica e profonda). Poi, l'orrore, la crudeltà e l'ingiustizia che non si celano dietro demoni o mostri, ma che indossano le vesti della quotidianità, che ingannano, che lasciano il dubbio, e costringono alla menzogna come unica via di fuga. E l'amicizia, una delle storie di amicizia più belle che abbia mai avuto il piacere di leggere (o vedere), sincera, fatta di gesti che vengono notati in un secondo momento, di sacrifici che non vengono palesati per non ottenere pietà e compassione, ma celati dietro un sorriso amichevole.
Infine, una menzione speciale va agli splendidi dialoghi. Perfetto contraltare per i disegni, ogni singola frase pronunciata dai personaggi risulta carica, intensa e spesso e volentieri inquietante e misteriosa. Da questo punto di vista, è curioso come l'unico personaggio a parlare chiaro sia il fratello hikikomori di Nagisa, il saggio dietro al quale si celano i misteri più grandi e le domande più assillanti, per quanto relativamente importanti ai fini della trama.
E, a questo proposito, un ultimo plauso. Tendenzialmente odio quando in una qualsiasi opera di fiction le domande che vengono poste non trovano soluzione. In quei casi, spesso boccio completamente l'opera. Ecco, Proiettili di zucchero stupisce anche da questo punto di vista. Le risposte ci sono, ma non tutte. Alcune sono lasciate sottintese, altre nemmeno affrontate, eppure non si ha mai l'impressione di non capire, e quando si arriva alle ultima pagine, si viene pervasi da una sensazione di completezza rara.
In definitiva, un titolo completo, che soddisfa sotto ogni punto di vista il lettore, che riempie l'animo di angoscia, ma che regala una grande lettura.
E' un manga di soli due volumi, di cui sto aspettando con ansia famelica il secondo dopo aver riletto in modo semi-ossessivo il primo per qualcosa come una cinquantina di volte.
I disegni li trovo a dir poco stupendi, la caratterizzazione dei personaggi è così perfetta da essere toccante e la trama è tanto angosciante quanto ipnotica. Una volta che prendi in mano il volume semplicemente non puoi posarlo finché non l'hai finito e, almeno nel mio caso, risfogliarlo per almeno 10 minuti.
L'epilogo è letteralmente un pugno nello stomaco, ed altrettanto disturbanti sono anche altre scene come quella da Mokuzo e Kanajima; inaspettatamente erotica in modo tanto ambiguo quanto drammatico.
Mi ha ipnotizzata, rapita, turbata.
Un manga che ho consigliato in modo anche abbastanza molesto a tutti quelli che conosco, insistendo perché lo comprassero e lo leggessero a loro volta.
Una curiosità: il famoso indovinello che il fratello di Nagisa propone alla sorella e che poi avrà un'importanza decisiva per il finale, purtroppo io me lo sono "bruciato" nel senso che lo conoscevo già da anni per via di mio zio.
Un giorno a Natale se n'era uscito fuori proponendolo a me e mio cugino, ed al pari di Tomohiko quando non siamo riusciti a rispondere ha commentato che per fortuna eravamo persone normali.
Quindi, a dispetto dell'atmosfera drammatica della trama, mi ha divertito questa coincidenza; sapendo di essere probabilmente l'unica a conoscere la risposta sin dal primo volume!
I disegni li trovo a dir poco stupendi, la caratterizzazione dei personaggi è così perfetta da essere toccante e la trama è tanto angosciante quanto ipnotica. Una volta che prendi in mano il volume semplicemente non puoi posarlo finché non l'hai finito e, almeno nel mio caso, risfogliarlo per almeno 10 minuti.
L'epilogo è letteralmente un pugno nello stomaco, ed altrettanto disturbanti sono anche altre scene come quella da Mokuzo e Kanajima; inaspettatamente erotica in modo tanto ambiguo quanto drammatico.
Mi ha ipnotizzata, rapita, turbata.
Un manga che ho consigliato in modo anche abbastanza molesto a tutti quelli che conosco, insistendo perché lo comprassero e lo leggessero a loro volta.
Una curiosità: il famoso indovinello che il fratello di Nagisa propone alla sorella e che poi avrà un'importanza decisiva per il finale, purtroppo io me lo sono "bruciato" nel senso che lo conoscevo già da anni per via di mio zio.
Un giorno a Natale se n'era uscito fuori proponendolo a me e mio cugino, ed al pari di Tomohiko quando non siamo riusciti a rispondere ha commentato che per fortuna eravamo persone normali.
Quindi, a dispetto dell'atmosfera drammatica della trama, mi ha divertito questa coincidenza; sapendo di essere probabilmente l'unica a conoscere la risposta sin dal primo volume!
Non ricordo cosa mi ha spinta esattamente ad acquistare "A lollipop or a bullet", se il titolo particolare, il tratto delicato dei disegni, o la voglia di cimentarmi in una lettura breve ma intensa, che non fosse la solita storia di studentesse innamorate.
Fatto sta che ora, appena terminata la lettura dell'intera opera, mi trovo qua a scrivere una recensione, con il cuore appesantito da una sensazione di inutilità nei confronti di ciò che mi circonda. Non una pura paura adolescenziale, ma una paura atavica, quasi di sottomissione nei confronti delle sfida che incontrerò nella mia vita, la paura di non farcela...di non essere all'altezza. Ecco, credo che "A lollipop or a bullet" abbia questo potere: quello di far riflettere e pensare.
Nagisa Yamada vive in uno sperduto paesino di campagna rurale. Non ci sono negozi di moda attorno a lei, ne parchi d'intrattenimento o club per frequentare gli amici, solo il verde di campi sempre uguali, il vociare delle donne del paese e un mare sconfinato. Nagisa è una ragazza matura e infelice. Ha perso il padre, pescatore, a causa di una forte tempesta, il fratello che tanto amava si è ridotto ad un hikikomori e la madre è sempre assente per lavoro. Nagisa capisce che vuole cambiare il suo futuro, che le pesa sulle spalle una forte responsabilità, come lei dice metaforicamente "è alla ricerca di un vero proiettile" e mentre i compagni sono indecisi su quale scuola superiore frequentare, lei ha già deciso da tempo che si arruolerà e diventerà un soldato, per avere una salda posizione ed un sostegno economico per aiutare la famiglia. All'improvviso, una nuova ragazza si trasferisce in città ed inizia a frequentare la sua stessa classe. Si tratta di Mokuzu Umino, una ragazza molto bella, fragile e delicata, che porta sul suo corpo quelli che sembrano i segni di anni di abusi, ma che cela tutto dietro un sorriso fittizio, fatto di invenzioni e bugie.
Umino è una ragazza strana, difficile da comprendere, da molti ritenuta bugiarda, ed essere la figlia di un famoso cantante del passato non la aiuta a stringere amicizie. Ma lei e Nagisa, due ragazze che all'apparenza non avrebbero nulla da spartire, sembrano destinate ad andare incontro ad un percorso di vita che le vedrà unite come non mai, alla ricerca di un altro senso per una vita che sembra già scritta, ai confini di un'adolescenza già troppo stretta, che inizia ad affacciarsi all'età adulta. E non saranno batticuori, voti alti o gite spensierate ad accompagnarle in questo tragitto...ma una quotidianità che può celare orrori, segreti e perversioni, in un susseguirsi di angoscia e quotidianità, soffocante tristezza e scena di vita quotidiana, che ci accompagneranno senza mai lasciarci, per un finale che sarete voi stessi a giudicare, ma assolutamente all'altezza della storia.
Conclusioni finali
Sono molto contenta di aver avuto l'occasione di leggere questo manga, e lo conserverò gelosamente tra le piccole perle della mia collezione, insieme alle poche storie brevi ma intense, piccolo scrigno in grado di contenere fortissime emozioni.
Come si può non consigliare un manga simile?
Credo che chiunque ne possa trarre qualcosa, magari non esattamente qualcosa di felice, ma di sicuro non passerà inosservato.
Non lasciatevi ingannare dalla velocità con la quale sembrano scorrere via le pagine iniziali, "A lollipop or a bullet" è il classico manga da leggere con assoluta calma, in un momento di tranquillità, per poter assaporare ogni frase e ogni immagine, e farsi catturare quindi dalla malinconia, fin troppo grande per la sua età, di una ragazzina di tredici anni ma che troverete vicina a voi, qualsiasi sia la vostra età, quando affronterete la lettura di questa piccola opera.
Da leggere e rileggere!
Fatto sta che ora, appena terminata la lettura dell'intera opera, mi trovo qua a scrivere una recensione, con il cuore appesantito da una sensazione di inutilità nei confronti di ciò che mi circonda. Non una pura paura adolescenziale, ma una paura atavica, quasi di sottomissione nei confronti delle sfida che incontrerò nella mia vita, la paura di non farcela...di non essere all'altezza. Ecco, credo che "A lollipop or a bullet" abbia questo potere: quello di far riflettere e pensare.
Nagisa Yamada vive in uno sperduto paesino di campagna rurale. Non ci sono negozi di moda attorno a lei, ne parchi d'intrattenimento o club per frequentare gli amici, solo il verde di campi sempre uguali, il vociare delle donne del paese e un mare sconfinato. Nagisa è una ragazza matura e infelice. Ha perso il padre, pescatore, a causa di una forte tempesta, il fratello che tanto amava si è ridotto ad un hikikomori e la madre è sempre assente per lavoro. Nagisa capisce che vuole cambiare il suo futuro, che le pesa sulle spalle una forte responsabilità, come lei dice metaforicamente "è alla ricerca di un vero proiettile" e mentre i compagni sono indecisi su quale scuola superiore frequentare, lei ha già deciso da tempo che si arruolerà e diventerà un soldato, per avere una salda posizione ed un sostegno economico per aiutare la famiglia. All'improvviso, una nuova ragazza si trasferisce in città ed inizia a frequentare la sua stessa classe. Si tratta di Mokuzu Umino, una ragazza molto bella, fragile e delicata, che porta sul suo corpo quelli che sembrano i segni di anni di abusi, ma che cela tutto dietro un sorriso fittizio, fatto di invenzioni e bugie.
Umino è una ragazza strana, difficile da comprendere, da molti ritenuta bugiarda, ed essere la figlia di un famoso cantante del passato non la aiuta a stringere amicizie. Ma lei e Nagisa, due ragazze che all'apparenza non avrebbero nulla da spartire, sembrano destinate ad andare incontro ad un percorso di vita che le vedrà unite come non mai, alla ricerca di un altro senso per una vita che sembra già scritta, ai confini di un'adolescenza già troppo stretta, che inizia ad affacciarsi all'età adulta. E non saranno batticuori, voti alti o gite spensierate ad accompagnarle in questo tragitto...ma una quotidianità che può celare orrori, segreti e perversioni, in un susseguirsi di angoscia e quotidianità, soffocante tristezza e scena di vita quotidiana, che ci accompagneranno senza mai lasciarci, per un finale che sarete voi stessi a giudicare, ma assolutamente all'altezza della storia.
Conclusioni finali
Sono molto contenta di aver avuto l'occasione di leggere questo manga, e lo conserverò gelosamente tra le piccole perle della mia collezione, insieme alle poche storie brevi ma intense, piccolo scrigno in grado di contenere fortissime emozioni.
Come si può non consigliare un manga simile?
Credo che chiunque ne possa trarre qualcosa, magari non esattamente qualcosa di felice, ma di sicuro non passerà inosservato.
Non lasciatevi ingannare dalla velocità con la quale sembrano scorrere via le pagine iniziali, "A lollipop or a bullet" è il classico manga da leggere con assoluta calma, in un momento di tranquillità, per poter assaporare ogni frase e ogni immagine, e farsi catturare quindi dalla malinconia, fin troppo grande per la sua età, di una ragazzina di tredici anni ma che troverete vicina a voi, qualsiasi sia la vostra età, quando affronterete la lettura di questa piccola opera.
Da leggere e rileggere!
Questo breve manga, composto soltanto da due volumetti, riesce a farsi notare grazie all'insolita edizione confezionata da Planet Manga. Ciò nonostante non mi aspettavo nulla di speciale, né tantomeno avrei ipotizzato di trovarmi tra le mani un'opera adulta e per diversi motivi inquietante, che mi ha lasciato a fine lettura piuttosto di sasso.
Due ragazzine, molto diverse, si trovano a dover affrontare situazioni troppo grandi per la loro età. Ognuna le affronta a modo suo, cercando in qualche modo di fuggire dalla cruda realtà e prospettarsi un futuro che dia loro un qualche tipo di speranza. Nagisa è disillusa, ma appare determinata: dopo la morte del padre, il fratello maggiore si è chiuso in casa rifiutandosi di avere contatti con il mondo e tutto ricade sulle spalle della madre. Non vede il fratello come un hikikomori qualsiasi, ma piuttosto come un principe, una sorta di essere divino, in possesso di una saggezza unica e rara. Il suo futuro è chiaro: si arruolerà nel corpo di autodifesa giapponese in modo di iniziare a guadagnare da subito per sostenere il fratello e la madre.
Mozuku sembra più fortunata e spensierata, è molto carina ed è figlia di un personaggio famoso. Vive tra gli agi, eppure ha un comportamento strano e cerca a tutti i costi di fare amicizia con Nagisa. I suoi discorsi sono sconclusionati e sembra essere convinta di essere una sirena. Tra le altre cose afferma che potrà restare sulla terra ferma solo per circa un mese, poi dovrà tornare in mare. Prima di allora dovrà esaudire il suo desiderio, ovvero trovare un'amica. Nagisa non ha voglia di assecondare i capricci di quelle ragazzina viziata, eppure la persistenza di Mozuku, la sua convinzione e alcuni suoi comportamenti strani, le fanno avvicinare.
Chi è davvero Mozuku? E' davvero una sirena?
Il primo volumetto si diverte a giocare con il lettore, dandogli pochi punti di riferimento. La sceneggiatura rimane magistralmente in bilico tra realtà e finzione, nel mentre ci fa conoscere la strampalata Mizuku, che risulta un personaggio con una caratterizzazione psicologica magistrale. Nagisa è decisamente meno eccentrica, anzi, si dimostra il suo esatto opposto: sembra aver già perso la voglia di sognare, è disillusa e pare aver ben chiaro cosa le riserverà il futuro. Introversa e poco propensa a coltivare amicizie, si concede l'unico lusso di attaccarsi ad una versione infantile e idealizzata di un fratello che in realtà ha seri problemi a confrontarsi con la società. La narrazione procede in modo esemplare, la sceneggiatura stuzzica la curiosità del lettore, nel mentre l'opera si diverte a lasciare indizi che fanno continuamente nascere nuovi dubbi. Nonostante le apparenze, che sia forse Nagisa è la più fortunata delle due? Questo è in effetti il tema del secondo volumetto, con una sempre maggiore presa di coscienza delle cose da parte di Nagisa. Il quadro diventa, man mano che la tempesta si avvicina, sempre più chiaro: il lettore inizia a capire la direzione che prenderà l'opera, il motivo per cui la piccola sirena non potrà mai più tornare sulla terra ferma e perché sente questo immenso bisogno di trovare un'amica.
La trama propone alcune chicche davvero azzeccate, tra tutte merita menzione l'indovinello proposto a Nagisa dal fratello, che sarà risolutivo per capire cosa sta realmente succedendo. Se tutto questo non bastasse ho trovato il disegno molto azzeccato, capace di rendere al meglio sia le situazioni più solari, che quelle più cupe e drammatiche.
Sicuramente non potrà piacere a tutti: è particolare, psicologico e certamente non indicato per chi cerca una lettura spensierata. Si dimostra attuale e tratta, in modo intelligente e davvero efficace, tematiche decisamente adulte. Si tratta di un'opera drammatica, cinica, che non potrà lasciarvi indifferenti.
Bella l'edizione, ma soprattutto molto bello il manga. Secondo me, un acquisto obbligato.
Due ragazzine, molto diverse, si trovano a dover affrontare situazioni troppo grandi per la loro età. Ognuna le affronta a modo suo, cercando in qualche modo di fuggire dalla cruda realtà e prospettarsi un futuro che dia loro un qualche tipo di speranza. Nagisa è disillusa, ma appare determinata: dopo la morte del padre, il fratello maggiore si è chiuso in casa rifiutandosi di avere contatti con il mondo e tutto ricade sulle spalle della madre. Non vede il fratello come un hikikomori qualsiasi, ma piuttosto come un principe, una sorta di essere divino, in possesso di una saggezza unica e rara. Il suo futuro è chiaro: si arruolerà nel corpo di autodifesa giapponese in modo di iniziare a guadagnare da subito per sostenere il fratello e la madre.
Mozuku sembra più fortunata e spensierata, è molto carina ed è figlia di un personaggio famoso. Vive tra gli agi, eppure ha un comportamento strano e cerca a tutti i costi di fare amicizia con Nagisa. I suoi discorsi sono sconclusionati e sembra essere convinta di essere una sirena. Tra le altre cose afferma che potrà restare sulla terra ferma solo per circa un mese, poi dovrà tornare in mare. Prima di allora dovrà esaudire il suo desiderio, ovvero trovare un'amica. Nagisa non ha voglia di assecondare i capricci di quelle ragazzina viziata, eppure la persistenza di Mozuku, la sua convinzione e alcuni suoi comportamenti strani, le fanno avvicinare.
Chi è davvero Mozuku? E' davvero una sirena?
Il primo volumetto si diverte a giocare con il lettore, dandogli pochi punti di riferimento. La sceneggiatura rimane magistralmente in bilico tra realtà e finzione, nel mentre ci fa conoscere la strampalata Mizuku, che risulta un personaggio con una caratterizzazione psicologica magistrale. Nagisa è decisamente meno eccentrica, anzi, si dimostra il suo esatto opposto: sembra aver già perso la voglia di sognare, è disillusa e pare aver ben chiaro cosa le riserverà il futuro. Introversa e poco propensa a coltivare amicizie, si concede l'unico lusso di attaccarsi ad una versione infantile e idealizzata di un fratello che in realtà ha seri problemi a confrontarsi con la società. La narrazione procede in modo esemplare, la sceneggiatura stuzzica la curiosità del lettore, nel mentre l'opera si diverte a lasciare indizi che fanno continuamente nascere nuovi dubbi. Nonostante le apparenze, che sia forse Nagisa è la più fortunata delle due? Questo è in effetti il tema del secondo volumetto, con una sempre maggiore presa di coscienza delle cose da parte di Nagisa. Il quadro diventa, man mano che la tempesta si avvicina, sempre più chiaro: il lettore inizia a capire la direzione che prenderà l'opera, il motivo per cui la piccola sirena non potrà mai più tornare sulla terra ferma e perché sente questo immenso bisogno di trovare un'amica.
La trama propone alcune chicche davvero azzeccate, tra tutte merita menzione l'indovinello proposto a Nagisa dal fratello, che sarà risolutivo per capire cosa sta realmente succedendo. Se tutto questo non bastasse ho trovato il disegno molto azzeccato, capace di rendere al meglio sia le situazioni più solari, che quelle più cupe e drammatiche.
Sicuramente non potrà piacere a tutti: è particolare, psicologico e certamente non indicato per chi cerca una lettura spensierata. Si dimostra attuale e tratta, in modo intelligente e davvero efficace, tematiche decisamente adulte. Si tratta di un'opera drammatica, cinica, che non potrà lasciarvi indifferenti.
Bella l'edizione, ma soprattutto molto bello il manga. Secondo me, un acquisto obbligato.