Power Play!
"Power Play!" è un manga di genere hentai-fantasy scritto e disegnato da Yamatogawa nel 2010, qui in Italia è stato pubblicato dalla Magic Press, invece in Giappone dalla Akaneshinsha. La trama vede come protagonista Sadaharu, il quale durante il giorno del suo compleanno parla col suo amico di un nuovo gioco erotico che ha creato e che vuole sviluppare, il suo amico rifiuta l'offerta e poco dopo farà l'incontro con Sara, una bellissima succube dalla carnagione scura che vede in questo ragazzo il Sovrano Demoniaco della Lussuria, con l'andare avanti si accorgerà che tutti i suoi personaggi creati nel videogioco sono scesi sulla terra per un preciso motivo.
Il disegno di Yamatogawa è ottimo come sempre, ha un tratto molto realistico e dettagliato nel disegnare le ragazze tanto da lasciar il lettore incredulo, fondali spesso presenti e realizzati in maniera davvero buona.
Per quanto riguarda l'edizione, la Magic Press ci offre un singolo volume con un ottima rilegatura avente almeno 230 pagine delle quali molte saranno a colori, la carta si presenta bianca e con poca trasparenza e senza censure, in tutto al prezzo di 12,00 €, il formato è altrettanto soddisfacente, infatti è un volumetto da 15x21 cm con tanto di sovraccoperta.
Infine voglio aggiungere che questa opera è davvero bella e intrigante per essere solamente un hentai, molto interessanti i vari rapporti dei personaggi che tra di loro si allacciano benissimo, con un finale veramente ottimo che ha soddisfatto le mie aspettative, consiglio questa lettura ad un pubblico adulto che vuole leggere un bel manga hentai diverso dagli altri.
Voto finale: 8,5
Il disegno di Yamatogawa è ottimo come sempre, ha un tratto molto realistico e dettagliato nel disegnare le ragazze tanto da lasciar il lettore incredulo, fondali spesso presenti e realizzati in maniera davvero buona.
Per quanto riguarda l'edizione, la Magic Press ci offre un singolo volume con un ottima rilegatura avente almeno 230 pagine delle quali molte saranno a colori, la carta si presenta bianca e con poca trasparenza e senza censure, in tutto al prezzo di 12,00 €, il formato è altrettanto soddisfacente, infatti è un volumetto da 15x21 cm con tanto di sovraccoperta.
Infine voglio aggiungere che questa opera è davvero bella e intrigante per essere solamente un hentai, molto interessanti i vari rapporti dei personaggi che tra di loro si allacciano benissimo, con un finale veramente ottimo che ha soddisfatto le mie aspettative, consiglio questa lettura ad un pubblico adulto che vuole leggere un bel manga hentai diverso dagli altri.
Voto finale: 8,5
"Power Play!" è un manga a volume unico, del 2010, di genere hentai e fantasy.
La storia inizia con una battaglia in stile fantasy, in cui alcune guerriere devono combattere il malefico Re Shadalt “signore della lussuria”; quando quest'ultimo rischia di essere eliminato dalle guerriere, la sua succube nonché braccio destro attiva un incantesimo.
L'incantesimo doveva essere di teletrasporto, ma per via di un errore, si rivela essere un incantesimo di reincarnazione e il malefico Shadalt si ritrova nel corpo di un ventottenne vergine di nome Sadaharu, che ha questi ricordi, ma pensa che si tratti di una sua fantasia, finché un giorno non spunta la sua succube, che ora si fa chiamare Sara, ma insieme a lei ricompaiono anche le guerriere, e qui inizia la nostra storia.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, nonostante lo spazio a disposizione non sia molto, ritengo che sia stato fatto un buon lavoro, anche se stiamo parlando di un hentai.
Per quanto riguarda invece i disegni, sono realizzati molto bene, sia se parliamo dei personaggi, sia per quanto riguarda gli sfondi.
Devo dire che quest'opera mi è piaciuta molto, come prima cosa per la sua dolcezza: molto spesso negli hentai, ci sono rapporti troppo violenti, e non sempre consensuali, mentre qui (escludendo la parte iniziale) abbiamo quasi solo rapporti consensuali, e molto dolci.
Un altro aspetto che mi è piaciuto molto, è la quasi totale assenza delle classiche esagerazioni tipiche degli hentai. Okay, qui qualche piccola cosa c'è, ma ci sta e non è troppo eccessiva, senza considerare anche il fatto del contesto fantasy, che già giustifica molte cose.
In conclusione: un hentai fantasy a volume unico molto bello, consigliato soprattutto per chi non vuole cose eccessive, e vuole rapporti che siano molto dolci. Non un capolavoro ma sicuramente un ottimo hentai.
Voto finale: 8+
La storia inizia con una battaglia in stile fantasy, in cui alcune guerriere devono combattere il malefico Re Shadalt “signore della lussuria”; quando quest'ultimo rischia di essere eliminato dalle guerriere, la sua succube nonché braccio destro attiva un incantesimo.
L'incantesimo doveva essere di teletrasporto, ma per via di un errore, si rivela essere un incantesimo di reincarnazione e il malefico Shadalt si ritrova nel corpo di un ventottenne vergine di nome Sadaharu, che ha questi ricordi, ma pensa che si tratti di una sua fantasia, finché un giorno non spunta la sua succube, che ora si fa chiamare Sara, ma insieme a lei ricompaiono anche le guerriere, e qui inizia la nostra storia.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, nonostante lo spazio a disposizione non sia molto, ritengo che sia stato fatto un buon lavoro, anche se stiamo parlando di un hentai.
Per quanto riguarda invece i disegni, sono realizzati molto bene, sia se parliamo dei personaggi, sia per quanto riguarda gli sfondi.
Devo dire che quest'opera mi è piaciuta molto, come prima cosa per la sua dolcezza: molto spesso negli hentai, ci sono rapporti troppo violenti, e non sempre consensuali, mentre qui (escludendo la parte iniziale) abbiamo quasi solo rapporti consensuali, e molto dolci.
Un altro aspetto che mi è piaciuto molto, è la quasi totale assenza delle classiche esagerazioni tipiche degli hentai. Okay, qui qualche piccola cosa c'è, ma ci sta e non è troppo eccessiva, senza considerare anche il fatto del contesto fantasy, che già giustifica molte cose.
In conclusione: un hentai fantasy a volume unico molto bello, consigliato soprattutto per chi non vuole cose eccessive, e vuole rapporti che siano molto dolci. Non un capolavoro ma sicuramente un ottimo hentai.
Voto finale: 8+
"Power Play" è un manga bello. E non voglio, usando questo aggettivo, passare per banale.
"Power Play" è bello, perché è un hentai con una trama vincente.
Imao Sadaharu, trent'anni, vergine, ha un lavoretto part-time e l'hobby di realizzare videogiochi a sfondo erotico. Ovviamente la vita non sembra andargli per il meglio, quando all'improvviso riceve la visita della stupenda succube Sara Saionji (esatto, esteticamente è la stessa Sara che Yamatogawa ha inventato per Witchcraft, ma che qua ricopre tutt'altro ruolo pur mantenendo di base lo stesso carattere) che si appella a lui chiamandolo Shadaal-sama e pretendendo di risvegliare il "demone" che è in lui, destinato a controllare tutte le belle donne del mondo. Sadaharu però ha già sentito questa storia! Ben presto si renderà conto, infatti, che quella di cui si trova improvvisamente protagonista, altro non è se non la trama del suo videogioco! Bisogna però puntualizzare che la realtà è leggermente più complessa. Shadaal-sama, la bella Sara e le tre eroine destinate a fermarlo (la principessa Maria, la sua kunoichi Eclair e la giovane Mina) non sono esattamente frutto dell'immaginazione di Sadaharu e il ragazzo è in realtà veramente il demone Shaadal (motivo per cui i suoi ricordi sopiti e la trama del suo videogioco coincidono e per il quale mostra uno spropositato desiderio di avere relazioni sessuali con molte donne, nonostante soffra di ginofobia) e la sua presenza su questa Terra come comune mortale, è causa di un errore di svista della succube Sara, che per salvarlo da uno scontro mortale con Maria, Eclair e Mina, gli lancia un incantesimo, che anziché trasportarlo in un altro luogo come sperato, lo fa reincarnare in Sadaharu.
"Power Play" è bello perché ha un ottimo cast di personaggi. C'è il protagonista, Sadaharu, che impersona la figura dello "sfigato", fallito nella vita e in ambito sentimentale, apparentemente senza speranza, ma alla ricerca del vero amore. C'è Sara, la bella succube dai capelli color argento e la pelle scura, vittima della sua stessa natura che la porta ad avere un desiderio sessuale maggiore alla norma e una svariata gamma di poteri magici come assi nella manica. Smaliziata, allegra, provocatrice ma innamorata e pronta a concedersi solamente al suo padrone. C'è Maria, la principessa del mondo magico che fa da sfondo alla storia che, con il suo carattere dai tratti tsundere e ben determinata a riportare la pace nel suo regno, non osa confessare di essere innamorata proprio di Shaadaal-sama. C'è Eclair, la fedele kunoichi braccio destro di Maria che è in grado di governare l'acqua e che presenta, oltre ad un'elegante e raffinata bellezza, un carattere estremamente freddo e riservato, a tratti addirittura crudele, per nascondere la sua paura nei confronti del sesso forte, e infine c'è la giovane Mina, guerriera dallo smodato appetito sessuale, infantile ed energica, in grado di moltiplicare il proprio corpo.
"Power Play" è bello perché ci offre più finali! Oltre al finale classico, infatti, vengono presentati tre finali alternativi che ci mostrano come sarebbe terminata la storia se Sadaharu avesse scelto di vivere per sempre con una delle tre guerriere.
"Power Play" è bello, perché Yamatogawa come sempre non delude e ricrea scene spinte e di combattimento ricche di dettagli, che denotano una profonda conoscenza dell'anatomia, nella quale regnano da protagoniste Sara, Maria, Eclair e Mina, delineate al punto che non è difficile immaginarne la morbidezza dei corpi.
Infine, "Power Play" è bello perché trova anche lo spazio per varie gag, che divertono sempre il lettore e mantengono il ritmo della storia pepato e frizzante, per terminare sempre con la ricerca di un vero amore (sempre espresso ovviamente in modo estremamente carnale) che chiuda il sipario sulla storia.
Quando mi accingo a recensire un manga, penso sempre alla categoria secondo il quale è classificato, e lo paragono al migliore, a parer mio ovviamente, del genere. Credo che il re dell'erotismo del mondo dei manga, sia "Ogenki Clinic" di Haruka Inui, al quale non posso che attribuire un dieci, ma Power Play, come volumetto unico, senza pretese se non quello di essere un hentai con belle ragazze e osare addirittura uno straccio di trama che risulta persino decente, si meriti in egual modo il massimo del punteggio.
"Power Play" è bello, perché è un hentai con una trama vincente.
Imao Sadaharu, trent'anni, vergine, ha un lavoretto part-time e l'hobby di realizzare videogiochi a sfondo erotico. Ovviamente la vita non sembra andargli per il meglio, quando all'improvviso riceve la visita della stupenda succube Sara Saionji (esatto, esteticamente è la stessa Sara che Yamatogawa ha inventato per Witchcraft, ma che qua ricopre tutt'altro ruolo pur mantenendo di base lo stesso carattere) che si appella a lui chiamandolo Shadaal-sama e pretendendo di risvegliare il "demone" che è in lui, destinato a controllare tutte le belle donne del mondo. Sadaharu però ha già sentito questa storia! Ben presto si renderà conto, infatti, che quella di cui si trova improvvisamente protagonista, altro non è se non la trama del suo videogioco! Bisogna però puntualizzare che la realtà è leggermente più complessa. Shadaal-sama, la bella Sara e le tre eroine destinate a fermarlo (la principessa Maria, la sua kunoichi Eclair e la giovane Mina) non sono esattamente frutto dell'immaginazione di Sadaharu e il ragazzo è in realtà veramente il demone Shaadal (motivo per cui i suoi ricordi sopiti e la trama del suo videogioco coincidono e per il quale mostra uno spropositato desiderio di avere relazioni sessuali con molte donne, nonostante soffra di ginofobia) e la sua presenza su questa Terra come comune mortale, è causa di un errore di svista della succube Sara, che per salvarlo da uno scontro mortale con Maria, Eclair e Mina, gli lancia un incantesimo, che anziché trasportarlo in un altro luogo come sperato, lo fa reincarnare in Sadaharu.
"Power Play" è bello perché ha un ottimo cast di personaggi. C'è il protagonista, Sadaharu, che impersona la figura dello "sfigato", fallito nella vita e in ambito sentimentale, apparentemente senza speranza, ma alla ricerca del vero amore. C'è Sara, la bella succube dai capelli color argento e la pelle scura, vittima della sua stessa natura che la porta ad avere un desiderio sessuale maggiore alla norma e una svariata gamma di poteri magici come assi nella manica. Smaliziata, allegra, provocatrice ma innamorata e pronta a concedersi solamente al suo padrone. C'è Maria, la principessa del mondo magico che fa da sfondo alla storia che, con il suo carattere dai tratti tsundere e ben determinata a riportare la pace nel suo regno, non osa confessare di essere innamorata proprio di Shaadaal-sama. C'è Eclair, la fedele kunoichi braccio destro di Maria che è in grado di governare l'acqua e che presenta, oltre ad un'elegante e raffinata bellezza, un carattere estremamente freddo e riservato, a tratti addirittura crudele, per nascondere la sua paura nei confronti del sesso forte, e infine c'è la giovane Mina, guerriera dallo smodato appetito sessuale, infantile ed energica, in grado di moltiplicare il proprio corpo.
"Power Play" è bello perché ci offre più finali! Oltre al finale classico, infatti, vengono presentati tre finali alternativi che ci mostrano come sarebbe terminata la storia se Sadaharu avesse scelto di vivere per sempre con una delle tre guerriere.
"Power Play" è bello, perché Yamatogawa come sempre non delude e ricrea scene spinte e di combattimento ricche di dettagli, che denotano una profonda conoscenza dell'anatomia, nella quale regnano da protagoniste Sara, Maria, Eclair e Mina, delineate al punto che non è difficile immaginarne la morbidezza dei corpi.
Infine, "Power Play" è bello perché trova anche lo spazio per varie gag, che divertono sempre il lettore e mantengono il ritmo della storia pepato e frizzante, per terminare sempre con la ricerca di un vero amore (sempre espresso ovviamente in modo estremamente carnale) che chiuda il sipario sulla storia.
Quando mi accingo a recensire un manga, penso sempre alla categoria secondo il quale è classificato, e lo paragono al migliore, a parer mio ovviamente, del genere. Credo che il re dell'erotismo del mondo dei manga, sia "Ogenki Clinic" di Haruka Inui, al quale non posso che attribuire un dieci, ma Power Play, come volumetto unico, senza pretese se non quello di essere un hentai con belle ragazze e osare addirittura uno straccio di trama che risulta persino decente, si meriti in egual modo il massimo del punteggio.
In attesa di "Ikenai Asobi" la Black Magic porta in Italia l'ultima opera del Dio dell'hentai, Yamatogawa, "Power Play!". Distaccandosi dallo slice of life e dalle ambientazioni rurali di "Tayu Tayu", l'autore torna alle atmosfere già apprezzate in "Witchcraft" recuperando anche uno dei personaggi, Sara, e attribuendole ancora più importanza. Ad eccezione del prologo e a differenza dell'opera sovraccitata, però, questa componente è molto ben dosata ed è apprezzabile anche per chi non è avvezzo al genere. Lo spazio per penetrazioni tentacolari e futanari improvvisati è assai limitato, piuttosto ne fa uso per cambiare repentinamente ambientazione o dare il là a orge estemporanee.
Tralasciando il protagonista, che nobili origini a parte, è il più tipico personaggio maschile dell'hentai, il cast femminile è tra i più belli e variegati pensati dall'autore e certamente l'imponta fantasy gli ha garantino una marcia in più.
Inutile dire che la trama di per sé non vale il prezzo del biglietto e non prevede chissà che colpi di scena, ma accompagna nel giusto modo quello che è probabilmente il miglior prodotto del miglior mangaka del genere per personaggi, regia, grafica e "contenuti".
Imperdibile.
Tralasciando il protagonista, che nobili origini a parte, è il più tipico personaggio maschile dell'hentai, il cast femminile è tra i più belli e variegati pensati dall'autore e certamente l'imponta fantasy gli ha garantino una marcia in più.
Inutile dire che la trama di per sé non vale il prezzo del biglietto e non prevede chissà che colpi di scena, ma accompagna nel giusto modo quello che è probabilmente il miglior prodotto del miglior mangaka del genere per personaggi, regia, grafica e "contenuti".
Imperdibile.
"Power Play!" è un manga hentai di un solo volume, scritto e disegnato da Yamatogawa. Si tratta, a differenza della maggior parte dei volumi hentai, di un'unica storia che si sviluppa per tutto il volume.
La storia, di matrice fantasy, vede per protagonista un ragazzo e quattro ragazze. Il personaggio maschile, Sadaharu, è la reincarnazione di un signore dei demoni. La prima delle ragazze è Sara, la sua serva e schiava sessuale, le altre tre ragazze, Maria, Eclair, e Mina, sono tre eroine intenzionate a sconfiggerlo. Essendo il manga un hentai, Sara è intenzionata a risvegliare il suo signore e padrone dal corpo di Sadaharu con il sesso, mentre le tre ragazze guerriere vogliono impedirne la resurrezione, sempre tramite il sesso.
La storia è quanto di più banale e noioso ci si possa aspettare. Si sprecano anime e manga hentai dalle impostazioni simili. L'unica cosa buona del volume sono le ragazze, in riferimento al solo aspetto grafico, visto che di caratterizzazione non c'è n'è molta, e le tante e fantasiose scene di sesso. Infatti, visto che la storia del manga prevede demoni e magia, l'autore può dare libero sfogo alla fantasia. Abbiamo perciò scene in cui i personaggi fanno sesso in volo sopra la città, ragazze con il pene, tentacoli magici che spuntano fuori da varie parti e si infilano nei posti più ovvi, e via discorrendo.
Ogni tanto qualche tavola risulta un po' confusa, ma nel complesso i disegni sono sempre ben fatti.
Piccola curiosità: una delle ragazze, Sara, è identica graficamente ad un altro personaggio di un altro manga hentai di Yamatogawa, ovvero "Witchcraft", dove compariva il personaggio di Sara Saionji. Non si tratta comunque dello stesso personaggio, le due condividono solo il nome e l'aspetto.
Insomma, come manga, "Power Play!" risulta essere un buon hentai grazie alle belle ed eccitanti scene di sesso, mentre per quel che riguarda la trama delude parecchio, ed è un occasione sprecata (anche se so che non dovrei cercare una vera trama in opere del genere). Consigliato solo ai fan dell'autore.
La storia, di matrice fantasy, vede per protagonista un ragazzo e quattro ragazze. Il personaggio maschile, Sadaharu, è la reincarnazione di un signore dei demoni. La prima delle ragazze è Sara, la sua serva e schiava sessuale, le altre tre ragazze, Maria, Eclair, e Mina, sono tre eroine intenzionate a sconfiggerlo. Essendo il manga un hentai, Sara è intenzionata a risvegliare il suo signore e padrone dal corpo di Sadaharu con il sesso, mentre le tre ragazze guerriere vogliono impedirne la resurrezione, sempre tramite il sesso.
La storia è quanto di più banale e noioso ci si possa aspettare. Si sprecano anime e manga hentai dalle impostazioni simili. L'unica cosa buona del volume sono le ragazze, in riferimento al solo aspetto grafico, visto che di caratterizzazione non c'è n'è molta, e le tante e fantasiose scene di sesso. Infatti, visto che la storia del manga prevede demoni e magia, l'autore può dare libero sfogo alla fantasia. Abbiamo perciò scene in cui i personaggi fanno sesso in volo sopra la città, ragazze con il pene, tentacoli magici che spuntano fuori da varie parti e si infilano nei posti più ovvi, e via discorrendo.
Ogni tanto qualche tavola risulta un po' confusa, ma nel complesso i disegni sono sempre ben fatti.
Piccola curiosità: una delle ragazze, Sara, è identica graficamente ad un altro personaggio di un altro manga hentai di Yamatogawa, ovvero "Witchcraft", dove compariva il personaggio di Sara Saionji. Non si tratta comunque dello stesso personaggio, le due condividono solo il nome e l'aspetto.
Insomma, come manga, "Power Play!" risulta essere un buon hentai grazie alle belle ed eccitanti scene di sesso, mentre per quel che riguarda la trama delude parecchio, ed è un occasione sprecata (anche se so che non dovrei cercare una vera trama in opere del genere). Consigliato solo ai fan dell'autore.
Dopo essersi dilettato nell'hentai contaminato da magie e streghe in "Witchcraft", Yamatogawa firma il volumetto monografico "Power Play!", con una storia ancor più strettamente legata al genere fantasy ma sempre rigorosamente dedicata ad un pubblico adulto.
Il malefico Re del sesso Shadalt sta catturando tutte le belle ragazze alla ricerca di colei che sia in grado di soddisfarlo, ma tre guerriere giungono a combatterlo per poterle liberare. Dopo l'estenuante battaglia - rigorosamente svolta a colpi di bacino - il Re viene tratto in salvo dal suo famiglio.
Sulla terra, invece, Sadaharu è un ventottenne vergine la cui triste vita viene stravolta quando il famiglio, trasformatosi in una bellissima ragazza dalla pelle scura e i capelli argentei, gli rivela che per un suo errore il Re Shadalt si è reincarnato in lui! Con l'aiuto di Sara cercherà di recuperare i poteri perduti, ma il famiglio non è l'unica persona sulle sue tracce.
La storia e narrata con un ritmo brioso, tuttavia sviluppandosi nell'arco di poche pagine per ogni capitolo (lasciando maggior spazio all'azione) risulta molto compressa e le caratterizzazioni dei personaggi risultano molto labili, diversamente da quanto Yamatogawa aveva mostrato di saper fare nelle sue precedenti opere.
Fortunatamente però l'influenza fantasy permette di prendere gradevoli ed atipiche sfumature, sia nel plot narrativo che nella varietà delle situazioni, arrivando ad una conclusione che strizza dichiaratamente l'occhio agli ero-games ed i loro cliché, mentre l'autore si permette al contempo di infilare qualche piccolo screzio romantico che arricchisce sensibilmente il profilo sentimentale del volume.
Anche le scene di sesso sapranno trarre beneficio dall'influenza fantasy, infatti l'autore sfrutta questa particolarità per moltiplicare i personaggi, dar vita a ragazze fatte di acqua o, ancora, usare particolari poteri telecinetici in modo da regalare maggiore varietà ma mantenendo sempre un approccio ilare e scanzonato che da sempre simboleggia i suoi lavori.
Inoltre Yamatogawa si permette di omaggiare anche piccoli feticci classici degli Hentai, con delle sorta di futanari (più simili a "comuni" strap-on) e qualche scena con i classici "tentacle" (resi celebri da serie come "La Blue Girl"), ma tutto ciò avviene in modo molto leggero e marginale per non infastidire i lettori meno avvezzi.
Le consolidate abilità grafiche del mangaka possono, in quest'occasione, far sfoggio di ulteriori e inattese qualità sempre grazie allo stampo fantasy, con alcune scene d'azione, scintillanti e decorate armature (ovviamente sempre più minute e discinte) e sensazionali effetti grafici - osservare gli effetti acquatici e le creature composte d'acqua dimostra chiaramente come il mangaka sia a livelli di molto superiori allo standard del settore - che rendono il tutto ancor più spettacolare quando non c'è altro da guardare con maggior attenzione. Un'attenzione che ovviamente sarà rivolta alle bellissime forme delle protagoniste che, come solito fare l'autore, saranno sobrie ma carnose e morbide, perfettamente tornite dal suo abile e sinuoso tratto.
Un'ulteriore passo in avanti è dato dalle scelte registiche dell'autore, in grado di regalare diverse tavole (ed una illustrazione a doppia pagina) di grande impatto e non sempre legate alle scene sessuali.
La lettura di "Power Play!" ovviamente non è indicata a chi è alle prime armi con gli Hentai, tuttavia chi vuole provare in modo leggero ad approcciarsi ad alcuni feticci tipici della tipologia potrebbe trovare nelle fantasiose scaramucce sessuali intesse da Yamatogawa una sorta di "banco di prova", grazie al fatto che si tratta di particolarità originali ma non eccessivamente invasive, mentre quelle più particolari sono marginali e di brevissima durata.
Chi invece ha già avuto modo di conoscere ed apprezzare l'autore non potrà permettersi di perdere questo volume, non solo per la storia originale e la perenne briosità tipica dell'autore in ogni minimo ambito, da quello sessuale alle piccole parentesi sentimentali, ma perché Yamatogawa mantiene ancora una volta il suo standard qualitativo intatto, valorizzato ancor di più da disegni sempre più elaborati e situazioni originali che ben sfruttano l'impronta fantasy, dando l'impressione di trovarsi davanti ad uno dei suoi migliori lavori, caratterizzazioni escluse.
Il malefico Re del sesso Shadalt sta catturando tutte le belle ragazze alla ricerca di colei che sia in grado di soddisfarlo, ma tre guerriere giungono a combatterlo per poterle liberare. Dopo l'estenuante battaglia - rigorosamente svolta a colpi di bacino - il Re viene tratto in salvo dal suo famiglio.
Sulla terra, invece, Sadaharu è un ventottenne vergine la cui triste vita viene stravolta quando il famiglio, trasformatosi in una bellissima ragazza dalla pelle scura e i capelli argentei, gli rivela che per un suo errore il Re Shadalt si è reincarnato in lui! Con l'aiuto di Sara cercherà di recuperare i poteri perduti, ma il famiglio non è l'unica persona sulle sue tracce.
La storia e narrata con un ritmo brioso, tuttavia sviluppandosi nell'arco di poche pagine per ogni capitolo (lasciando maggior spazio all'azione) risulta molto compressa e le caratterizzazioni dei personaggi risultano molto labili, diversamente da quanto Yamatogawa aveva mostrato di saper fare nelle sue precedenti opere.
Fortunatamente però l'influenza fantasy permette di prendere gradevoli ed atipiche sfumature, sia nel plot narrativo che nella varietà delle situazioni, arrivando ad una conclusione che strizza dichiaratamente l'occhio agli ero-games ed i loro cliché, mentre l'autore si permette al contempo di infilare qualche piccolo screzio romantico che arricchisce sensibilmente il profilo sentimentale del volume.
Anche le scene di sesso sapranno trarre beneficio dall'influenza fantasy, infatti l'autore sfrutta questa particolarità per moltiplicare i personaggi, dar vita a ragazze fatte di acqua o, ancora, usare particolari poteri telecinetici in modo da regalare maggiore varietà ma mantenendo sempre un approccio ilare e scanzonato che da sempre simboleggia i suoi lavori.
Inoltre Yamatogawa si permette di omaggiare anche piccoli feticci classici degli Hentai, con delle sorta di futanari (più simili a "comuni" strap-on) e qualche scena con i classici "tentacle" (resi celebri da serie come "La Blue Girl"), ma tutto ciò avviene in modo molto leggero e marginale per non infastidire i lettori meno avvezzi.
Le consolidate abilità grafiche del mangaka possono, in quest'occasione, far sfoggio di ulteriori e inattese qualità sempre grazie allo stampo fantasy, con alcune scene d'azione, scintillanti e decorate armature (ovviamente sempre più minute e discinte) e sensazionali effetti grafici - osservare gli effetti acquatici e le creature composte d'acqua dimostra chiaramente come il mangaka sia a livelli di molto superiori allo standard del settore - che rendono il tutto ancor più spettacolare quando non c'è altro da guardare con maggior attenzione. Un'attenzione che ovviamente sarà rivolta alle bellissime forme delle protagoniste che, come solito fare l'autore, saranno sobrie ma carnose e morbide, perfettamente tornite dal suo abile e sinuoso tratto.
Un'ulteriore passo in avanti è dato dalle scelte registiche dell'autore, in grado di regalare diverse tavole (ed una illustrazione a doppia pagina) di grande impatto e non sempre legate alle scene sessuali.
La lettura di "Power Play!" ovviamente non è indicata a chi è alle prime armi con gli Hentai, tuttavia chi vuole provare in modo leggero ad approcciarsi ad alcuni feticci tipici della tipologia potrebbe trovare nelle fantasiose scaramucce sessuali intesse da Yamatogawa una sorta di "banco di prova", grazie al fatto che si tratta di particolarità originali ma non eccessivamente invasive, mentre quelle più particolari sono marginali e di brevissima durata.
Chi invece ha già avuto modo di conoscere ed apprezzare l'autore non potrà permettersi di perdere questo volume, non solo per la storia originale e la perenne briosità tipica dell'autore in ogni minimo ambito, da quello sessuale alle piccole parentesi sentimentali, ma perché Yamatogawa mantiene ancora una volta il suo standard qualitativo intatto, valorizzato ancor di più da disegni sempre più elaborati e situazioni originali che ben sfruttano l'impronta fantasy, dando l'impressione di trovarsi davanti ad uno dei suoi migliori lavori, caratterizzazioni escluse.