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Zerusen

Volumi letti: 9/9 --- Voto 9
Straordinario: non ci sono altri termini che mi vengano in mente per definire questo manhwa, specialmente quando hai preso una batosta [di quelle pesanti] dopo esserti imbattuto in letture di dubbia qualità, e ti sei ritrovato questa perla tra le mani, che ti riporta a sognare.

Sto riscrivendo la sua recensione al fine di svecchiare la precedente; dunque, poiché è una vita che non lo leggo (ma ricordo con fin troppa nostalgia il sollievo e il piacere che mi ha procurato), vedrò di tenermi sul sintetico.
La trama narra di Dong-Soo, giovane e promettente spadaccino al quale viene affidato il compito di scortare fuori da Seoul il principe Sado, poiché condannato a morte per volere del Noron, il consiglio del re, che non vede il suddetto principe di buon occhio. Sarà lo stesso re Yeongjo, il padre del principe Sado, a ordinare la morte del figlio e a progettarne la fuga. Avrà così inizio l'avventura del nostro protagonista, che lo vedrà crescere fino a diventare, un giorno, un grande guerriero.

Non c'è una maniera più esplicativa per elogiare questo fumetto, se non quella di affermare che The Swordsman è scritto, miei cari lettori, come si deve. Trama, storia, scena. Nulla di più semplice.

La vicenda si svilupperà su due scenari: da un lato, il nostro protagonista alle prese col suo viaggio; dall'altro, la situazione storico-politica a Seoul, in cui figurano splendidi personaggi caratterizzati a dovere, come gli stessi amici di Dong-Soo. Questi personaggi, peraltro, sono una chicca: guerrieri realmente esistiti; personaggi inventati pregni di fascino e comparse che si guadagneranno la loro presenza scenica attraverso combattimenti sempre interessanti e mai banali, mandando a quel paese il tipico shonen in cui le comparse appaiono solo per morire. Questo è, in breve, The Swordsman, cui bisogna aggiungere la componente culturale [non indifferente] che accompagna la vicenda: cenni storici da parte degli autori, dinamiche della cultura orientale delle arti marziali, quali il "Ki" e il "Danju"; e tanti scontri, compresi quelli in cui non figurano i protagonisti, davvero degni di nota.

The Swordsman è quel fumetto che va dal punto A al punto B; quel fumetto che, se passa per il punto C, lo fa per un motivo, e puoi giurare che ti piacerà. È un manhwa che sa di cosa parla, di cosa deve parlare e quando lo deve fare. L'unico motivo per cui non l'ho mai ritenuto degno di un 10 è la sua fine prematura, dal momento che la vicenda si sviluppa tanto bene e tanto in fretta da portarti solamente a volerne di più, a fantasticare sull'avvenire, senza accompagnarti per il resto della storia, che, appunto, ti toccherà immaginare. Questo è, a mio avviso, la sua unica pecca, perché, viste le potenzialità, io ci avrei messo un punto vero e proprio, e non un punto interrogativo, né tantomeno dei puntini di sospesione; ciononostante, la scelta è parsa efficace, agli autori, ed effettivamente lo è stato.

Concludo questa recensione dicendovi: questo è uno di quei rari, rarissimi casi, in cui consiglio caldamente un fumetto senza mezzi termini. Sono fermamente convinto che non esista la maniera per non apprezzare questo manhwa, e che non esistano rischi. Compratevelo, godetevelo, e avrete una bella storia da vivere e da raccontare ai posteri.


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jeffhardy88it

Volumi letti: 6/9 --- Voto 9
Storia ambientata nella Corea del diciottesimo secolo, anno 1792, era Joseon. Il Re Yeongio si trova costretto a condannare il suo unico figlio accusato di ribellione, e non volendo uccidere il suo erede cerca di organizzare una fuga con l'aiuto di Yim Soo-Ung, un suo alleato nonché maestro del protagonista della storia: Baek Dong-Soo.
Il manga nel primo volume parte molto velocemente, passando in rassegna molti personaggi (alcuni dei quali non molto utili ai fini della storia) e cercando di caratterizzarli nel miglior modo (talvolta non riuscendoci).
Ciò che ho apprezzato di questa manga è senza dubbio il disegno, a tratti veramente molto bello, e la volontà dell'autore di ripercorrere la vera storia di Baek Don-Soo ( famoso spadaccino vissuto nel diciottesimo secolo in Corea e che ha ispirato molti racconti coreani).
L'incipit della storia non è molto originale, ma si lascia leggere con piacere grazie alla scorrevolezza della storia nonostante alcuni nomi risultino molto articolati.
Lo stile utilizzato da Jae Heon nel narrare molto bene i combattimenti con anche molta violenza e il disegnare tavole con grande dinamismo rendono, secondo me, questo un prodotto valido e degno di essere letto.