Shi ni Itaru Yamai
<b>Attenzione, spoiler</b>
Serie abbastanza dimenticabile questa “Shi Ni Itaru Yamai”: opera di due semisconosciuti del panorama manga, nonostante la sua breve durata non riesce a coalescere spunti (purtroppo neppure così interessanti di per sé) in una storia che accattivi.
Per quelli che, dato il presupposto della trama, si aspettano realismo psicologico: preparatevi a rimanere delusi. La psicologia è qui poco più che un pretesto per una tiepida storiella di amore tra personaggi appena abbozzati, e le “troppe” discussioni a sfondo pseudo-psicanalitico aggiungono poco o niente di significativo al tutto. Il mistero stesso che sta alla base del manga è una prevedibilissima storia di traumi infantili (temi trattati molto meglio da altre serie, ad esempio “Nowhere Boy”).
Il disegno è in generale passabile, ma certo non eccellente (in effetti, anche sotto gli standard già mediocri di Takahiro Seguchi): abbondano le scene prive di sfondi, le inconsistenze nel design dei personaggi, i chiaroscuri esagerati. In aggiunta, le (pochissime) scene erotiche sembrano posticce ed improvvisate.
In generale, nonostante le belle copertine, è un manga abbastanza dimenticabile, sopratutto per il maneggiamento decisamente scontato e banale di uno spunto già di per sé poco interessante.
Serie abbastanza dimenticabile questa “Shi Ni Itaru Yamai”: opera di due semisconosciuti del panorama manga, nonostante la sua breve durata non riesce a coalescere spunti (purtroppo neppure così interessanti di per sé) in una storia che accattivi.
Per quelli che, dato il presupposto della trama, si aspettano realismo psicologico: preparatevi a rimanere delusi. La psicologia è qui poco più che un pretesto per una tiepida storiella di amore tra personaggi appena abbozzati, e le “troppe” discussioni a sfondo pseudo-psicanalitico aggiungono poco o niente di significativo al tutto. Il mistero stesso che sta alla base del manga è una prevedibilissima storia di traumi infantili (temi trattati molto meglio da altre serie, ad esempio “Nowhere Boy”).
Il disegno è in generale passabile, ma certo non eccellente (in effetti, anche sotto gli standard già mediocri di Takahiro Seguchi): abbondano le scene prive di sfondi, le inconsistenze nel design dei personaggi, i chiaroscuri esagerati. In aggiunta, le (pochissime) scene erotiche sembrano posticce ed improvvisate.
In generale, nonostante le belle copertine, è un manga abbastanza dimenticabile, sopratutto per il maneggiamento decisamente scontato e banale di uno spunto già di per sé poco interessante.