Il ritratto di Emma
Jessica ha ventitré anni e ha avuto una delusione d'amore; le circostanze fanno pensare che fosse innamorata del suo capo.
Questo canovaccio trito e ritrito serve a "trasportarla" fino alla tenuta dei Morley, residenza nobiliare che sembra quasi casa Andrew del manga di Candy. L'abitazione dei Morley è tra le mete turistiche più famose e frequentate della zona: la famiglia di nobili decaduti non disdegna di farsi pagare per consentire le visite, ma Jessica chiede di essere assunta come segretaria. Nonostante la palese ostilità del padrone di casa, la donna verrà assunta.
Il lettore, invece, non è sorpreso dal comportamento dei Morley, perché il soggetto di Kay Thorpe aggira i soliti stereotipi intorno alla "parente dispersa" che si riunisce al ramo principale della famiglia. Non è importante che ci venga svelato subito il nocciolo della questione, importa quello che i comprimari intuiscono e come decidono di comportarsi nei confronti di Jessica.
Mi colpisce l'uso del testo in terza persona, il"narratore onnisciente", che si adatta alla perfezione alle tavole, senza togliere o aggiungere nulla... non si può dire lo stesso di tutti i numeri della collana. Craig Stafford mi piace, mentre di solito i maschi di X Me tendono ad essere antipatici dall'inizio alla fine.
"Il Ritratto di Emma" mi ha ricordato molto il film "Sabrina" (quello originale con Audrey Hepburn). Sarei felice se altri manga di Masako Watanabe venissero pubblicati in italiano. La Watanabe è nata nel 1929, ha cominciato la carriera professionale nel 1952. A cavallo tra gli anni sessanta e settanta passa a riviste Josei e Seinen: è strano che il suo nome sia sconosciuto in Italia, essendo una delle più importanti e prolifiche mangaka.
L'albo è presumibilmente diretto ad un pubblico tra i dodici e i trentacinque anni, coincide con la fascia d'età internazionale, che abbraccia sia lo shojo che il josei.... detto in parole povere, siamo abituati a leggere manga anche a maturità inoltrata, ma gli editori occidentali non sanno in mano a chi andrà questa collana, perciò preferiscono tenersi al sicuro evitando scene d'amore troppo audaci e argomenti complessi. Il senso di lettura è all'occidentale.
X Me è un ibrido tra i romanzi Harmony, come li conosciamo, e lo stile shojo.
"Il Ritratto di Emma" è quello che finora ho riletto più volentieri, i primi piani disegnati dalla Watanabe sono bellissimi (osservate i volti a pagina 57, oppure pagina 125).
Peccato che nessuno abbia pensato di fare delle ristampe di questa collana Mondadori; se lo trovate usato in qualche mercatino, non rinunciate all'acquisto.
Questo canovaccio trito e ritrito serve a "trasportarla" fino alla tenuta dei Morley, residenza nobiliare che sembra quasi casa Andrew del manga di Candy. L'abitazione dei Morley è tra le mete turistiche più famose e frequentate della zona: la famiglia di nobili decaduti non disdegna di farsi pagare per consentire le visite, ma Jessica chiede di essere assunta come segretaria. Nonostante la palese ostilità del padrone di casa, la donna verrà assunta.
Il lettore, invece, non è sorpreso dal comportamento dei Morley, perché il soggetto di Kay Thorpe aggira i soliti stereotipi intorno alla "parente dispersa" che si riunisce al ramo principale della famiglia. Non è importante che ci venga svelato subito il nocciolo della questione, importa quello che i comprimari intuiscono e come decidono di comportarsi nei confronti di Jessica.
Mi colpisce l'uso del testo in terza persona, il"narratore onnisciente", che si adatta alla perfezione alle tavole, senza togliere o aggiungere nulla... non si può dire lo stesso di tutti i numeri della collana. Craig Stafford mi piace, mentre di solito i maschi di X Me tendono ad essere antipatici dall'inizio alla fine.
"Il Ritratto di Emma" mi ha ricordato molto il film "Sabrina" (quello originale con Audrey Hepburn). Sarei felice se altri manga di Masako Watanabe venissero pubblicati in italiano. La Watanabe è nata nel 1929, ha cominciato la carriera professionale nel 1952. A cavallo tra gli anni sessanta e settanta passa a riviste Josei e Seinen: è strano che il suo nome sia sconosciuto in Italia, essendo una delle più importanti e prolifiche mangaka.
L'albo è presumibilmente diretto ad un pubblico tra i dodici e i trentacinque anni, coincide con la fascia d'età internazionale, che abbraccia sia lo shojo che il josei.... detto in parole povere, siamo abituati a leggere manga anche a maturità inoltrata, ma gli editori occidentali non sanno in mano a chi andrà questa collana, perciò preferiscono tenersi al sicuro evitando scene d'amore troppo audaci e argomenti complessi. Il senso di lettura è all'occidentale.
X Me è un ibrido tra i romanzi Harmony, come li conosciamo, e lo stile shojo.
"Il Ritratto di Emma" è quello che finora ho riletto più volentieri, i primi piani disegnati dalla Watanabe sono bellissimi (osservate i volti a pagina 57, oppure pagina 125).
Peccato che nessuno abbia pensato di fare delle ristampe di questa collana Mondadori; se lo trovate usato in qualche mercatino, non rinunciate all'acquisto.