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Ninfea

Volumi letti: 5/5 --- Voto 7
Sono poco avvezza alla tematica fantasy, ma qualche volta tento di approcciarmi a questo genere; magari non sempre, ma mi capita di trovare qualcosa di carino, di piacevole lettura, coinvolgente e meno assurdo di quanto mi aspetti. È il caso di questa 'Ballad x Opera', manga composto da soli 5 volumi, dunque non particolarmente impegnativo, dove incontriamo angeli, demoni, un dio della morte inquietante quanto basta e altri personaggi secondari, funzionali solo alla trama.

Ovvio che in così poco spazio, non è che si possa imbastire chissà quale storia o trama complicata, né costruire personaggi troppo complessi o sfaccettati, ma quello che c'è ha un suo sviluppo abbastanza lineare, che alla fine induce anche qualche piccola riflessione su cosa siano il bene, il male, l'ambizione e il potere, l'apparenza e l'arroganza di chi si crede o si sente superiore.
E il finale, coinvolgente e commovente, ha una sua coerenza, che ho faticato a trovare in opere più ambiziose di questo piacevole shojo/fantasy.

Un angelo e un demone, convenzionalmente chiamati Shiro e Kuro, amici contro ogni logica comune (già questo strano dettaglio incuriosisce e fa capire che non siamo di fronte al solito concetto che vede luce e oscurità contrapposte, ma piuttosto in equilibrio e non per forza nemiche) sono responsabili di aver fatto scappare le anime di alcuni peccatori dalle prigioni celesti.
Cercano un dio della morte che li aiuti a recuperare questi peccatori, e lo trovano - apparentemente per caso - nel giovane Haruto, un ragazzo che ha perso la sua famiglia in un incendio, non ha ricordi del suo passato e non ha molti motivi per continuare a vivere. Loro gli danno uno scopo, con la speranza alla fine di recuperare il passato del ragazzo.

Questa è la premessa iniziale su cui si costruisce tutta la trama successiva, improntata sullo strano rapporto di amicizia condita di qualche lieve ambiguità che si instaura in questo insolito trio, che sa essere divertente, delicato, dolce e malinconico, unito e combattivo contro i peccatori, con il demone Kuro che si trasforma in un carinissimo gatto, e Shiro alla prese con il fratello maggiore Kohaku, angelo principe del cielo in procinto di diventare futuro re del regno celeste. Haruto è un ragazzino dolce e un po' fragile, che sente il peso di dover 'mietere' le anime dei peccatori, ma vuole essere utile ai suoi amici e protettori, mentre l'angelo e il demone sviluppano un singolare affetto per lui, più palese da parte di Shiro, meno esternato da parte di Kuro.

Haruto assolverà il suo compito e il suo ruolo nella storia, sempre in bilico tra dramma e commedia, e il suo personaggio avrà un peso ben definito. Non tutto è come sembra, luce e ombra si confondono, come bene e male, e le anime dei peccatori, personaggi storici legati al Giappone, fanno parte di un disegno arbitrario creato da altri per uno scopo oscuro e delittuoso che coinvolge il Palazzo Celeste, sede degli angeli e il Palazzo delle Tenebre, luogo dove vivono i demoni.

In linea generale, una trama che resta in superficie, ma che si lascia leggere volentieri, inducendo qualche riflessione, se si ha voglia; l'autrice probabilmente non aveva intenzione di sviluppare maggiormente certi concetti, semi di una storia potenzialmente più articolata, ma forse più pesante, e la leggerezza di fondo, nonostante le note drammatiche, si sarebbe persa.

Belli i designi, le tavole a colori e il tratto dell'autrice che sa dare fascino e ambiguità ai suoi personaggi maschili e sa gestire bene i contrasti tra il bianco della luce, e i neri delle tenebre.
Non un capolavoro, ma un 7 lo merita.