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GianniGreed

Volumi letti: 1/1 --- Voto 3
“Red Shisa” è un manga di un solo volume, scritto e disegnato da Kenji Okamura.

La storia ha per protagonista un ragazzo, Taira, che per qualche motivo è fortissimo nelle arti marziali, ma passa il suo tempo facendo il teppista con il suo gruppo di amici, o per meglio dire, la sua banda. Un giorno, mentre è in giro per Okinawa, la sua città, a fare danni come al solito, incontra una ragazza, Miki, che è lì in vacanza. Mentre gli altri del suo gruppo sono intenzionati ad “approfondire” la conoscenza della bella Miki, un tipo enorme arriva all’improvviso e inizia a picchiare e ammazzare gli amici di Taira. A quanto pare, il suo obiettivo è Miki, e Taira si ritrova di colpo invischiato in un grosso guaio.

Questa è la trama alla base del volume. Il manga non inizia in modo originale, ma proseguendo diventa anche peggio. In soli nove capitoli, circa trecento pagine, l’autore infila nel volume tutti i peggiori cliché dei manga di arti marziali, come ad esempio il protagonista con l’infanzia problematica e pieno di rabbia giovanile che sfoga sui più deboli, la bella ragazza in pericolo, innamoramento istantaneo del protagonista con la suddetta ragazza, il poliziotto buono, un maestro di arti marziali che conosce una tecnica segreta talmente segreta che se te la insegna dopo tre giorni muori, il solito esaltato che vuole conquistare il mondo, ecc.

Se vi pare che stia esagerando, fidatevi, il manga è davvero così.
Non mi stupisce dunque che il tutto sia durato solo nove capitoli e che il finale della storia urli ad alta voce “cancellazione per scarso successo”. “Red Shisa” è l’apice della banalità per quel che riguarda i manga di arti marziali.

Una cosa buona però “Red Shisa” ce l’ha, e sono i disegni.
Il tratto di Okamura è davvero bello a vedersi, i personaggi da lui disegnati sono molto ben rappresentati graficamente, riuscendo a essere “fighi” nonostante siano banali anche nell’aspetto. Miki, l’unica ragazza del volume in pratica, è molto bella, e tutte le scene di lotta sono chiare e facili da seguire ma allo stesso tempo molto dinamiche e d’effetto. Davvero un peccato che la storia non sia all’altezza dei disegni.

In breve quindi “Red Shisa” ha una storia estremamente banale e per nulla interessante, ma ha di contro degli ottimi disegni e delle belle scene di lotta. Se vi accontentate di questo, provate a darci un’occhiata, se invece cercate roba con più spessore, guardate in giro perché c’è tanto di meglio dello stesso genere.