La dote della sposa
La Coconino press con la collana DOKU ha introdotto alcuni volumi interessanti, uno di questi è appunto "La dote della Sposa".
Conosciamo per la prima volta in Italia il nome di Kondô Yôko, un'autrice molto interessante e talentuosa, dallo stile delicato e poetico, che farà sicuramente parlare di sé, la Coconino ha già annunciato un altro suo lavoro "Tsukushii no Kubi" che sono curiosa di leggere appena uscirà.
In questo volume unico, molto scorrevole e leggero, vengono raccolte 8 storie che richiamano le antiche fiabe popolari giapponesi ma non solo.
Nonostante Kondô Yôko abbia un tratto semplice, molto essenziale e i racconti siano brevi, l'atmosfera intensa dal sapore antico avvolge subito il lettore immergendolo in una terra nipponica dove dimorano misteri, villaggi nascosti, amori intensi, sogni premonitori, animali parlanti, incarnazioni inquietanti, spiriti del bosco.... il tutto narrato con una grazia, una poesia, e una freschezza spiazzanti.
Sebbene tutti i racconti siano ambientati nel Giappone feudale antico, allo stesso modo sembrano non avere età, come immobili nel tempo impregnati di una strana magia, in bilico tra sogno e realtà.
Il racconto "La dote della Sposa" che dà il titolo al volume, è effettivamente una delle storie che più mi ha colpito per intensità nonostante la semplicità della narrazione: Shinza è un umile e gentile servo alle dipendenze di un coetaneo aristocratico ridotto in miseria, svogliato, pigro con la sola ambizione di sposare una donna ricca per salvarsi economicamente.
Un giorno a caccia, i due si perdono e finiscono per caso davanti a una ricca dimora molto isolata dove il padrone, felice di incontrare dopo tanto tempo un nobile, chiede se accetta in sposare una delle 2 figlie , una brutta e l'altra molto graziosa, in modo da accasarle e dar loro un futuro, in cambio promette una dote invidiabile. Il nostro protagonista non se lo fa ripetere due volte e accetta immediatamente. Gli viene affidata la figlia maggiore Tsukihime, quella dall'aspetto più brutto diciamo, ma ormai il nostro protagonista ha dato parola e non può tirarsi indietro perciò accompagna la sua sposa a casa.
Una volta giunti lì ,però, il nobile è scontroso e offensivo nei confronti della povera Tsukihime che sperava umilmente di avere uno sposo gentile, lui crede che il suocero sia bugiardo e tirchio a non avergli dato la dote invidiabile promessa, ma lei gli assicura che, se lui sarà gentile con lei e visto l'impegno preso riuscirà ad amarla, otterrà molti soldi.
Ma il nostro protagonista è superficiale e non riesce a star vicino a una ragazza così brutta, la evita ed è pure molto scortese con lei, al punto da decidere di vendere subito i suoi kimono per guadagnare qualche soldo, diffidando delle parole della moglie. Il suo umile e gentile servitore Shinza però non ci sta e lo sgrida dicendogli di essersi comportato male, mentre il marito pensa solo che se doveva restare in miseria tanto valeva prendersi in sposa la sorella minore Hoshihime infinitamente più bella.
Ma presto ci sarà un colpo di scena e scopriremo che la brutta Tsukihime aveva realmente una dote invidiabile!
Ma le cose non andranno come il nostro sposo si aspetterà!
Il finale è bellissimo!
Questa storia, come un altro racconto "La fonte amara" , ha uno stile un po' fiabesco e una morale nascosta.
Ne "La fonte amara" si narra di due piccoli fratelli Kichi e Tomi, orfani di una copia di artisti girovaghi, che lavorano alle dipendenze di una famiglia molto tirchia che si lamenta sempre del loro operato, loro sognano di essere liberati e diventare artisti come i loro genitori .
Un giorno Kichi viene mandato dal padrone a fare una consegna in un paese vicino (suo fratello viene trattenuto al villaggio come ricatto, sennò insieme scapperebbero) e nel tragitto Kichi dona dell'acqua a un povero che gli chiede lungo la via la carità. Data la generosità del fanciullo, l'uomo gli dona un amuleto e svanisce misteriosamente. Al rientro a casa Kichi nota che tutti gli abitanti, compreso il fratellino Tomi, sono improvvisamente invecchiati di 40 anni in pochi giorni!
L'uomo assetato che Kichi aveva incontrato lungo la via, aveva chiesto giorni prima anche a quel villaggio un po' d'acqua ma fu scacciato bruscamente, e visto l'egoismo del villaggio l'assetato lanciò una maledizione all'acqua di quel luogo che infatti da quel momento avrebbe fatto invecchiare chiunque la dovesse bere.
Kichi decide di indagare, riuscirà a salvare il fratello da questa situazione?
Di questo volume ho amato anche "Il custode dei fiori" un piccolo ma delicatissimo racconto sull'amore tra due giovani separati dall'orribile antica credenza di offrire alla montagna una giovane in sacrificio per scacciare i lunghi periodi di siccità.
L'innamorato Genzô, non rassegnandosi al sacrificio dell'amata Osayo alla divinità, raggiungerà quel luogo mai toccato dagli uomini alla sua ricerca e sfiderà lo spirito della Montagna; la bella Osayo è però stata trasformata in un fiore come le altre sacrificate negli anni scorsi, da quei fiori la divinità ne trae energia. Riuscirà il nostro innamorato a vivere senza l'amata? l'epilogo non è affatto scontato,
Anche qui Kondô Yôko mostra il sentimento amoroso con una delicatezza meravigliosa.
Nella postfazione di Paolo La Marca, la si definisce "una poetessa dell'animo umano" grazie alle sue storie impregnate di rara umanità e di profonde riflessioni sulla vita e i sentimenti. Nelle sue opere non c'è soltanto la delicatezza, al contrario, sono ben visibili anche le tracce oscure che si celano dietro quei legami. Proprio come il movimento delle foglie di Bambù che si riflette su un paravento".
Assolutamente consigliato.
Ringrazio le biblioteche che al momento investono molto sui manga e mi hanno permesso di leggere questo volume gratuitamente prendendolo in prestito.
Consiglio a tutti di chiedere alla vostra biblioteca comunale titoli manga a catalogo, ciò vi permetterà di risparmiare spazio e denaro. Poi, se vorrete averlo in libreria, lo si può sempre acquistare.
Conosciamo per la prima volta in Italia il nome di Kondô Yôko, un'autrice molto interessante e talentuosa, dallo stile delicato e poetico, che farà sicuramente parlare di sé, la Coconino ha già annunciato un altro suo lavoro "Tsukushii no Kubi" che sono curiosa di leggere appena uscirà.
In questo volume unico, molto scorrevole e leggero, vengono raccolte 8 storie che richiamano le antiche fiabe popolari giapponesi ma non solo.
Nonostante Kondô Yôko abbia un tratto semplice, molto essenziale e i racconti siano brevi, l'atmosfera intensa dal sapore antico avvolge subito il lettore immergendolo in una terra nipponica dove dimorano misteri, villaggi nascosti, amori intensi, sogni premonitori, animali parlanti, incarnazioni inquietanti, spiriti del bosco.... il tutto narrato con una grazia, una poesia, e una freschezza spiazzanti.
Sebbene tutti i racconti siano ambientati nel Giappone feudale antico, allo stesso modo sembrano non avere età, come immobili nel tempo impregnati di una strana magia, in bilico tra sogno e realtà.
Il racconto "La dote della Sposa" che dà il titolo al volume, è effettivamente una delle storie che più mi ha colpito per intensità nonostante la semplicità della narrazione: Shinza è un umile e gentile servo alle dipendenze di un coetaneo aristocratico ridotto in miseria, svogliato, pigro con la sola ambizione di sposare una donna ricca per salvarsi economicamente.
Un giorno a caccia, i due si perdono e finiscono per caso davanti a una ricca dimora molto isolata dove il padrone, felice di incontrare dopo tanto tempo un nobile, chiede se accetta in sposare una delle 2 figlie , una brutta e l'altra molto graziosa, in modo da accasarle e dar loro un futuro, in cambio promette una dote invidiabile. Il nostro protagonista non se lo fa ripetere due volte e accetta immediatamente. Gli viene affidata la figlia maggiore Tsukihime, quella dall'aspetto più brutto diciamo, ma ormai il nostro protagonista ha dato parola e non può tirarsi indietro perciò accompagna la sua sposa a casa.
Una volta giunti lì ,però, il nobile è scontroso e offensivo nei confronti della povera Tsukihime che sperava umilmente di avere uno sposo gentile, lui crede che il suocero sia bugiardo e tirchio a non avergli dato la dote invidiabile promessa, ma lei gli assicura che, se lui sarà gentile con lei e visto l'impegno preso riuscirà ad amarla, otterrà molti soldi.
Ma il nostro protagonista è superficiale e non riesce a star vicino a una ragazza così brutta, la evita ed è pure molto scortese con lei, al punto da decidere di vendere subito i suoi kimono per guadagnare qualche soldo, diffidando delle parole della moglie. Il suo umile e gentile servitore Shinza però non ci sta e lo sgrida dicendogli di essersi comportato male, mentre il marito pensa solo che se doveva restare in miseria tanto valeva prendersi in sposa la sorella minore Hoshihime infinitamente più bella.
Ma presto ci sarà un colpo di scena e scopriremo che la brutta Tsukihime aveva realmente una dote invidiabile!
Ma le cose non andranno come il nostro sposo si aspetterà!
Il finale è bellissimo!
Questa storia, come un altro racconto "La fonte amara" , ha uno stile un po' fiabesco e una morale nascosta.
Ne "La fonte amara" si narra di due piccoli fratelli Kichi e Tomi, orfani di una copia di artisti girovaghi, che lavorano alle dipendenze di una famiglia molto tirchia che si lamenta sempre del loro operato, loro sognano di essere liberati e diventare artisti come i loro genitori .
Un giorno Kichi viene mandato dal padrone a fare una consegna in un paese vicino (suo fratello viene trattenuto al villaggio come ricatto, sennò insieme scapperebbero) e nel tragitto Kichi dona dell'acqua a un povero che gli chiede lungo la via la carità. Data la generosità del fanciullo, l'uomo gli dona un amuleto e svanisce misteriosamente. Al rientro a casa Kichi nota che tutti gli abitanti, compreso il fratellino Tomi, sono improvvisamente invecchiati di 40 anni in pochi giorni!
L'uomo assetato che Kichi aveva incontrato lungo la via, aveva chiesto giorni prima anche a quel villaggio un po' d'acqua ma fu scacciato bruscamente, e visto l'egoismo del villaggio l'assetato lanciò una maledizione all'acqua di quel luogo che infatti da quel momento avrebbe fatto invecchiare chiunque la dovesse bere.
Kichi decide di indagare, riuscirà a salvare il fratello da questa situazione?
Di questo volume ho amato anche "Il custode dei fiori" un piccolo ma delicatissimo racconto sull'amore tra due giovani separati dall'orribile antica credenza di offrire alla montagna una giovane in sacrificio per scacciare i lunghi periodi di siccità.
L'innamorato Genzô, non rassegnandosi al sacrificio dell'amata Osayo alla divinità, raggiungerà quel luogo mai toccato dagli uomini alla sua ricerca e sfiderà lo spirito della Montagna; la bella Osayo è però stata trasformata in un fiore come le altre sacrificate negli anni scorsi, da quei fiori la divinità ne trae energia. Riuscirà il nostro innamorato a vivere senza l'amata? l'epilogo non è affatto scontato,
Anche qui Kondô Yôko mostra il sentimento amoroso con una delicatezza meravigliosa.
Nella postfazione di Paolo La Marca, la si definisce "una poetessa dell'animo umano" grazie alle sue storie impregnate di rara umanità e di profonde riflessioni sulla vita e i sentimenti. Nelle sue opere non c'è soltanto la delicatezza, al contrario, sono ben visibili anche le tracce oscure che si celano dietro quei legami. Proprio come il movimento delle foglie di Bambù che si riflette su un paravento".
Assolutamente consigliato.
Ringrazio le biblioteche che al momento investono molto sui manga e mi hanno permesso di leggere questo volume gratuitamente prendendolo in prestito.
Consiglio a tutti di chiedere alla vostra biblioteca comunale titoli manga a catalogo, ciò vi permetterà di risparmiare spazio e denaro. Poi, se vorrete averlo in libreria, lo si può sempre acquistare.