Soregashi Kojiki ni Arazu
Abbiamo già fatto la conoscenza di Hiroshi Hirata con Chidaruma Kenpou – Onorera ni tsugu storia di denuncia sociale ambientata tra i samurai uscita nel 1960 che dimostra come Hirata facesse parte pienamente del movimento gekiga.
Lo troviamo ora 10 anni più tardi disegnare questa storie di samurai che ,come dice il titolo, sono costretti a vivere delle situazioni di dispiacere: soprattutto nelle prime due possiamo ritrovare il titolo… Nella prima si parla di un vecchio samurai disprezzato dal suo clan perché si prende cura di ragazzi resi vagabondi dalla guerra, nella seconda di un samurai che perde tutto quanto per il suo stupido orgoglio riesce a distruggere (no niente spoiler esagerati).
Anche negli altri tre episodi i samurai protagonisti si dimostrano perdenti.
L’episodio finale rappresenta alcuni appunti relativi alla storia che va dalla morte di Hideyoshi Toyotomi alla battaglia più famosa della storia del Giappone, mi riferisco a quella di Sekigahara che mette fine al periodo
Sengoku con la morte di Ishida e il trionfo di Tokugawa Ieyasu. Interessante ma meritava più pagine.
Secondo me Hirata non è inferiore per niente a Sanpei Shirato o al duo Kazuo Koike/Goseki Kojima che proprio lo stesso hanno di questi racconti raggiungevano la fama con Kozure Ookami, la storia del lupo solitario e del suo cucciolo.
Il mio voto è 9 e lo consiglio agli amanti delle storie del vecchio Giappone e dei samurai. Io mi riprometto di leggere al più presto quello che è considerato il capolavoro di Hirata: Satsuma Gishiden in cui l’autore affronta la caduta del periodo Tokugawa.
Lo troviamo ora 10 anni più tardi disegnare questa storie di samurai che ,come dice il titolo, sono costretti a vivere delle situazioni di dispiacere: soprattutto nelle prime due possiamo ritrovare il titolo… Nella prima si parla di un vecchio samurai disprezzato dal suo clan perché si prende cura di ragazzi resi vagabondi dalla guerra, nella seconda di un samurai che perde tutto quanto per il suo stupido orgoglio riesce a distruggere (no niente spoiler esagerati).
Anche negli altri tre episodi i samurai protagonisti si dimostrano perdenti.
L’episodio finale rappresenta alcuni appunti relativi alla storia che va dalla morte di Hideyoshi Toyotomi alla battaglia più famosa della storia del Giappone, mi riferisco a quella di Sekigahara che mette fine al periodo
Sengoku con la morte di Ishida e il trionfo di Tokugawa Ieyasu. Interessante ma meritava più pagine.
Secondo me Hirata non è inferiore per niente a Sanpei Shirato o al duo Kazuo Koike/Goseki Kojima che proprio lo stesso hanno di questi racconti raggiungevano la fama con Kozure Ookami, la storia del lupo solitario e del suo cucciolo.
Il mio voto è 9 e lo consiglio agli amanti delle storie del vecchio Giappone e dei samurai. Io mi riprometto di leggere al più presto quello che è considerato il capolavoro di Hirata: Satsuma Gishiden in cui l’autore affronta la caduta del periodo Tokugawa.