Kanojo ni Naru Hi: Another
"Kanojo ni Naru Hi: Another" o "Becoming a girl one day - another" l'ho letto dopo "Kanojo ni Haru hi" sempre della stessa autrice Akane Ogura. Anche in questo caso si tratta di un'opera ancora inedita in Italia ed è strettamente connessa con la prima "Kanojo ni Haru hi", poiché il leit motiv trainante è il medesimo: la "emersione" o trasformazione fisica da un soggetto maschio in femmina, con tutti i risvolti psicologici del caso con particolare riguardo alle conseguenze di superare la contraddizione tra sentirsi appartenente ad un genere avendo le sembianze di quello opposto.
Anche a livello dei personaggi si rivedono in più occasioni i protagonisti del primo manga: Kyosuke, Nao e la sua sorellina (nel frattempo cresciuta).
La storia narrata è sempre ambientata a scuola in cui Sagara, Kurokawa e Narumi sono compagni di classe delle scuole medie.
Il manga anche in questo caso presenta una trama piuttosto semplice e corta (solo 4 volumi e 20 capitoli). A differenza dell'opera di riferimento narra della "emersione" ossia la trasformazione da maschio a femmina di Sagura, ragazzo un po' efebico e da sempre canzonato e bullizzato da alcuni compagni per il suo fisico minuto e i lineamenti molto femminili, che reagisce sempre in modo molto maschile e violento non disdegnando scazzottate anche a rischio di esporsi a brutali pestaggi. Insomma un ragazzo fumantino, irascibile e poco incline a riflettere prima di agire.
Proprio lui, archetipo del maschio "che non deve chiedere mai", si ritrova dopo uno svenimento a subire un repentino cambiamento di sesso che ovviamente mal digerisce poiché nell'animo si sente ancora maschio, tanto da continuare a vestirsi e atteggiarsi da ragazzo sebbene abbia ormai acquisito la fisionomia di una ragazza.
Del suo cambiamento ne acquisiscono consapevolezza due compagni di scuola: Narumi e Kurokawa.
Il primo sviluppa un atteggiamento molto protettivo, diventando nel corso del manga una specie di angelo custode di Sagara; la seconda, oggetto dell'interesse di Sagara (maschio) e dello stesso Narumi, custodisce a sua volta un segreto: anch'essa è stata oggetto di emersione durante le scuole elementari e pertanto ha ormai accettato il suo status di ragazza e non sembra soffrirne in modo particolare...
Soprassiedo nel giudizio della spiegazione dell'emersione: mi limito a descriverlo come una sorta di processo "soprannaturale" necessario e inevitabile per chi lo subisce per favorire una sorta di riequilibrio tra gli esemplari maschili e femminili (dalle risultanze in mio possesso risulterebbe esattamente il contrario) e così una persona di sesso maschile sparisce e ritorna cambiata ("emersa" è il termine utilizzato). Sembra un fenomeno "naturale"... anche se sembra colpire ragazzi particolarmente belli e di sembianze effeminate...
Se nel primo manga il leit motiv è quello del profondo legame esistente tra i due amici che si trasforma in amore dopo la emersione di Nao, in questo la mangaka gioca al "triangolo" tra Sagara, Kurokawa e Narumi. In particolare è piuttosto ispirato al gender bender proprio il rapporto che si instaura tra Sagara con sembianze femminili e Kurokawa che ha subito la stessa trasformazione: due maschi con sembianze da femmina che si piacciono e che si mettono insieme anche se Sagara si sente ancora maschio e Kurokawa che lo asseconda perché le piace.
E così la mangaka sembra metaforicamente sfidare gli stereotipi di genere e superare la visione rigida uomo-donna: Sagara, sebbene in un percorso ancora molto instabile sembra una persona che non segue le prescrizioni della società legate al suo ruolo di genere vestendosi e comportandosi da maschio ma ...
Ma ad un certo punto la trama "vira" e invece di puntare a sfidare le costruzioni sociali con particolare riguardo ai stereotipi di genere – o maschio o femmina – si blocca nella sua metafora e ripiega, come nella prima opera, ad una sorta di "restaurazione" dell'ordine del genere "binario".
E nella storia l'artefice del riportare il tutto sui binari dell'accettazione dello status di femmina di Sagara è proprio Kurokawa, con la scusa di chiedere a Sagara di fare chiarezza nei suoi atteggiamenti e sentimenti verso Narumi e soprattutto verso se stesso/a...
Non vado oltre per non spoilerare una trama troppo stiracchiata e un po' (tanto moralista): il finale, speculare a quello di "Kanojo ni Haru hi", se può sembrare giusto da un punto di vista romantico (dimenticavo che l'opera è classificata anche come shoujo) ma considerla come "gender bender" fa un po' sorridere...
La dichiarazione in cui Sagara a scuola contro i compagni che lo prendevano in giro per il suo rapporto con Narumi è si un inno alla libertà di amare al di là del sesso e al dovere di sentirsi sempre sé stessi, anche se gli altri dicono il contrario... ma poi si rassegna ad accettare il suo status di femmina che ama solo Narumi abbandonando la sua parte "maschile" che nutriva sentimenti per Kurokawa...
Il tema della variazione di genere resta così costruito solo per giustificare il messaggio molto ottimista che con la forza dell'amore tra due adolescenti si possono superare gli ostacoli legati all'identità sessuale e alle difficoltà a collocarsi in un determinato genere.
Anche in questa produzione la mangaka non ha brillato tanto neppure dal punto di vista grafico: resta il suo stile fatto di disegni molto essenziali e piatti con sfondi quasi assenti e volti molto spesso uguali tra i vari personaggi che si distinguono solo per la capigliatura...
E pensare che per un un po' Akane Ogura nella lettura di "Kanojo ni Naru Hi: Another" mi stava convincendo con una trama "gender bender"...
Anche a livello dei personaggi si rivedono in più occasioni i protagonisti del primo manga: Kyosuke, Nao e la sua sorellina (nel frattempo cresciuta).
La storia narrata è sempre ambientata a scuola in cui Sagara, Kurokawa e Narumi sono compagni di classe delle scuole medie.
Il manga anche in questo caso presenta una trama piuttosto semplice e corta (solo 4 volumi e 20 capitoli). A differenza dell'opera di riferimento narra della "emersione" ossia la trasformazione da maschio a femmina di Sagura, ragazzo un po' efebico e da sempre canzonato e bullizzato da alcuni compagni per il suo fisico minuto e i lineamenti molto femminili, che reagisce sempre in modo molto maschile e violento non disdegnando scazzottate anche a rischio di esporsi a brutali pestaggi. Insomma un ragazzo fumantino, irascibile e poco incline a riflettere prima di agire.
Proprio lui, archetipo del maschio "che non deve chiedere mai", si ritrova dopo uno svenimento a subire un repentino cambiamento di sesso che ovviamente mal digerisce poiché nell'animo si sente ancora maschio, tanto da continuare a vestirsi e atteggiarsi da ragazzo sebbene abbia ormai acquisito la fisionomia di una ragazza.
Del suo cambiamento ne acquisiscono consapevolezza due compagni di scuola: Narumi e Kurokawa.
Il primo sviluppa un atteggiamento molto protettivo, diventando nel corso del manga una specie di angelo custode di Sagara; la seconda, oggetto dell'interesse di Sagara (maschio) e dello stesso Narumi, custodisce a sua volta un segreto: anch'essa è stata oggetto di emersione durante le scuole elementari e pertanto ha ormai accettato il suo status di ragazza e non sembra soffrirne in modo particolare...
Soprassiedo nel giudizio della spiegazione dell'emersione: mi limito a descriverlo come una sorta di processo "soprannaturale" necessario e inevitabile per chi lo subisce per favorire una sorta di riequilibrio tra gli esemplari maschili e femminili (dalle risultanze in mio possesso risulterebbe esattamente il contrario) e così una persona di sesso maschile sparisce e ritorna cambiata ("emersa" è il termine utilizzato). Sembra un fenomeno "naturale"... anche se sembra colpire ragazzi particolarmente belli e di sembianze effeminate...
Se nel primo manga il leit motiv è quello del profondo legame esistente tra i due amici che si trasforma in amore dopo la emersione di Nao, in questo la mangaka gioca al "triangolo" tra Sagara, Kurokawa e Narumi. In particolare è piuttosto ispirato al gender bender proprio il rapporto che si instaura tra Sagara con sembianze femminili e Kurokawa che ha subito la stessa trasformazione: due maschi con sembianze da femmina che si piacciono e che si mettono insieme anche se Sagara si sente ancora maschio e Kurokawa che lo asseconda perché le piace.
E così la mangaka sembra metaforicamente sfidare gli stereotipi di genere e superare la visione rigida uomo-donna: Sagara, sebbene in un percorso ancora molto instabile sembra una persona che non segue le prescrizioni della società legate al suo ruolo di genere vestendosi e comportandosi da maschio ma ...
Ma ad un certo punto la trama "vira" e invece di puntare a sfidare le costruzioni sociali con particolare riguardo ai stereotipi di genere – o maschio o femmina – si blocca nella sua metafora e ripiega, come nella prima opera, ad una sorta di "restaurazione" dell'ordine del genere "binario".
E nella storia l'artefice del riportare il tutto sui binari dell'accettazione dello status di femmina di Sagara è proprio Kurokawa, con la scusa di chiedere a Sagara di fare chiarezza nei suoi atteggiamenti e sentimenti verso Narumi e soprattutto verso se stesso/a...
Non vado oltre per non spoilerare una trama troppo stiracchiata e un po' (tanto moralista): il finale, speculare a quello di "Kanojo ni Haru hi", se può sembrare giusto da un punto di vista romantico (dimenticavo che l'opera è classificata anche come shoujo) ma considerla come "gender bender" fa un po' sorridere...
La dichiarazione in cui Sagara a scuola contro i compagni che lo prendevano in giro per il suo rapporto con Narumi è si un inno alla libertà di amare al di là del sesso e al dovere di sentirsi sempre sé stessi, anche se gli altri dicono il contrario... ma poi si rassegna ad accettare il suo status di femmina che ama solo Narumi abbandonando la sua parte "maschile" che nutriva sentimenti per Kurokawa...
Il tema della variazione di genere resta così costruito solo per giustificare il messaggio molto ottimista che con la forza dell'amore tra due adolescenti si possono superare gli ostacoli legati all'identità sessuale e alle difficoltà a collocarsi in un determinato genere.
Anche in questa produzione la mangaka non ha brillato tanto neppure dal punto di vista grafico: resta il suo stile fatto di disegni molto essenziali e piatti con sfondi quasi assenti e volti molto spesso uguali tra i vari personaggi che si distinguono solo per la capigliatura...
E pensare che per un un po' Akane Ogura nella lettura di "Kanojo ni Naru Hi: Another" mi stava convincendo con una trama "gender bender"...