Detective Conan
"Detective Conan" è un manga estremamente conosciuto e popolare. In passato non mi sarei mai azzardato a scrivere una recensione su tale opera. Ma avendolo riletto recentemente fino all’ultimo numero uscito in Italia (96) credo di poter esprimere un’opinione puntuale, seppur ovviamente non definitiva.
Partirei dicendo che "Detective Conan" è un ottimo giallo, un ottimo manga di genere. I casi vengono ricostruiti con precisione e le dinamiche riportate in ogni minimo dettaglio, in modo abbastanza realistico e credibile. La varietà delle location, dei personaggi coinvolti e l’ispirazione della storia di ogni singolo caso arricchiscono il tutto. Ho sempre apprezzato molto la trama principale, probabilmente l’aspetto più riuscito ed interessante di tutto il manga, anche se non esente da difetti. I personaggi sono abbastanza validi nel complesso. Inizialmente vi era anche un lato comico abbastanza simpatico seppur molto spicciolo, che però è stato in parte abbandonato e rilegato a qualche dialogo di circostanza. Nulla da ridire sul disegno, piuttosto buono.
Completando questa lista di pregi dico forse quello più significativo: Conan è alla portata di ogni tipo di lettore, che di per sé non è un pro del manga, ma è certamente un merito dell’autore che è riuscito a creare qualcosa che potesse piacere un po' a tutti, indipendentemente dall'età o dal sesso. Questo credo che in buona parte spieghi il successo dell’opera.
Tuttavia con il susseguirsi dei volumi sono emersi, a mio avviso, alcuni problemi sempre meno ignorabili. Questo fatto in realtà è principalmente dovuto alla lunghezza della pubblicazione, che ha finito per esasperare alcune questioni della storia e per peggiorare la qualità generale dei casi. In realtà ho trovato apprezzabile il manga per buona parte del tempo anche quando la trama non faceva progressi, tuttavia l’ultima ventina di volumi (76-96) è stata davvero difficile da digerire. La storia sembra diventata un elemento ingombrante e difficile da gestire, mentre i casi “ordinari” si sono rivelati nel complesso meno ispirati e a tratti pesanti. L’autore ha preferito non sbilanciarsi più di tanto, preferendo un approccio conservativo nella gestione degli eventi, quasi come se ormai non si puntasse più ad una chiusura delle vicende ma a una condizione immutabile ed eterna.
In definita ritengo "Detective Conan" un buon manga e un ottimo titolo per il genere, ma che nel lungo termine ha finito per risultare stancante, dilaniato almeno in parte da un compromesso inevitabile tra qualità e quantità. I fan del manga che non si stancano mai di leggere nuovi casi probabilmente avranno pane per i loro denti ancora per molto tempo. Tutti gli altri lettori che come me volevano un progresso più sostanziale nella storia e un rinnovamento nello svolgimento dei casi standard, purtroppo sono rimasti all'asciutto, almeno per ora.
Partirei dicendo che "Detective Conan" è un ottimo giallo, un ottimo manga di genere. I casi vengono ricostruiti con precisione e le dinamiche riportate in ogni minimo dettaglio, in modo abbastanza realistico e credibile. La varietà delle location, dei personaggi coinvolti e l’ispirazione della storia di ogni singolo caso arricchiscono il tutto. Ho sempre apprezzato molto la trama principale, probabilmente l’aspetto più riuscito ed interessante di tutto il manga, anche se non esente da difetti. I personaggi sono abbastanza validi nel complesso. Inizialmente vi era anche un lato comico abbastanza simpatico seppur molto spicciolo, che però è stato in parte abbandonato e rilegato a qualche dialogo di circostanza. Nulla da ridire sul disegno, piuttosto buono.
Completando questa lista di pregi dico forse quello più significativo: Conan è alla portata di ogni tipo di lettore, che di per sé non è un pro del manga, ma è certamente un merito dell’autore che è riuscito a creare qualcosa che potesse piacere un po' a tutti, indipendentemente dall'età o dal sesso. Questo credo che in buona parte spieghi il successo dell’opera.
Tuttavia con il susseguirsi dei volumi sono emersi, a mio avviso, alcuni problemi sempre meno ignorabili. Questo fatto in realtà è principalmente dovuto alla lunghezza della pubblicazione, che ha finito per esasperare alcune questioni della storia e per peggiorare la qualità generale dei casi. In realtà ho trovato apprezzabile il manga per buona parte del tempo anche quando la trama non faceva progressi, tuttavia l’ultima ventina di volumi (76-96) è stata davvero difficile da digerire. La storia sembra diventata un elemento ingombrante e difficile da gestire, mentre i casi “ordinari” si sono rivelati nel complesso meno ispirati e a tratti pesanti. L’autore ha preferito non sbilanciarsi più di tanto, preferendo un approccio conservativo nella gestione degli eventi, quasi come se ormai non si puntasse più ad una chiusura delle vicende ma a una condizione immutabile ed eterna.
In definita ritengo "Detective Conan" un buon manga e un ottimo titolo per il genere, ma che nel lungo termine ha finito per risultare stancante, dilaniato almeno in parte da un compromesso inevitabile tra qualità e quantità. I fan del manga che non si stancano mai di leggere nuovi casi probabilmente avranno pane per i loro denti ancora per molto tempo. Tutti gli altri lettori che come me volevano un progresso più sostanziale nella storia e un rinnovamento nello svolgimento dei casi standard, purtroppo sono rimasti all'asciutto, almeno per ora.
Detective Conan è IL manga giallo per eccellenza e più di 90 volumi pubblicati ne sono la prova. Il manga però ha dei pregi notevoli tanto quanto lo sono i difetti. Ma di questi difetti, la lunghezza è in realtà l'unico, poichè tutti i restanti ne sono solo un'effetto collaterale.
Sicuramente è un buon giallo, i casi sono ben strutturati e sviluppati bene, in modo tale da rendere chiaro al lettore tutte le dinamiche. I casi si sviluppano su una media di tre file (i casi standard) e questo permette di leggersi un caso in poco tempo e renderli sempre veloci e mai troppo pesanti. Non di rado vengono tirate in mezzo le leggende giapponesi, che impreziosiscono le vicende e portano il manga su livelli molto alti. Purtroppo si vede la stanchezza dell'autore e molti casi sono diventati ripetitivi e standardizzati, perdendo di smalto e aggiungendo capitoli dimenticabilissimi tra vari casi interessanti. Col tempo sono anche aumentati i trucchi improbabili usati dagli assassini, che raggiungono la soglia dell'incredibile per realismo e realizzabilità.
La trama principale credo sia la parte decisamente più interessante del manga e ogni volta che si affaccia nella storia si è ben felici che succeda e per molti volumi li considererete i casi migliori e più coinvolgenti di tutto il manga. Anche qui però c'è stata una notevole involuzione. La decisione di Aoyama di allungare il manga fino a questo momento ha portato la trama ad avvitarsi su se stessa e a partorire idee terribili per giustificare l'eterno status quo dei protagonisti. Fino al volume 59 credo che la trama sia encomiabile, pur sempre nella sua lunghezza. Da li in poi c'è stata una netta caduta di stile, e vari archi narrativi che ho trovato di dubbio gusto e poco consoni alla struttura sinora creata nel manga (la colpa è anche ad imputare alla decisione di assecondare i desideri dei lettori, con aggiunte di personaggi inutili che poco aggiungono all'equilibrio del manga).
I personaggi credo siano la parte più debole. Da Conan in primis i personaggi sono molto semplici e abbastanza statici nelle loro azioni, adagiandosi sui cliché ben collaudati in Giappone. La cosa però non è disturbante, poiché i personaggi hanno comunque un loro fascino e funzionano. Anche qui il principale problema è stato l'allungamento e l'inserimento di tantissimi personaggi inutili che hanno reso il manga una giungla di figuri a cui viene dato spazio senza che a te interessi nulla di loro. Le storie d'amore sono la parte peggiore di tutte, piene zeppe di scene romantiche che alla lunga risultano patetiche e portano tutti i personaggi a sembrare quattordicenni impacciati che non sanno mai dirsi due parole. C'è inoltre una palese preferenza per gli amori infantili che a volte sfiora il ridicolo.
I disegni li trovo molto belli e puliti e sono stati il primo motivo per cui l'ho preso, adorando uno stile di disegno chiaro, che è importante per un manga investigativo.
Per riassumere: Conan è un bel manga giallo che consiglio a chiunque voglia avere sempre un delitto da leggere. La trama è avvincente ma delude su lungo termine ( la speranza è che nel finale si sappia riprendere, visto che gli elementi buoni ci sono ma "congelati") e se non si è armati di pazienza è solo frustrante. Il tocco Shojo è evidente, soprattutto andando avanti, poiché diventa un modo astuto di aggiungere vicende senza portare avanti le tematiche che veramente interessano. A qualcuno piace, altri lo detestano, de gustibus...
Sinceramente, fosse durato anche 60 volumi (e non sono pochi) gli avrei dato 8/9, ma la deriva degli ultimi anni e l'abbassamento della qualità sono un peccato mortale, soprattutto quando si obbliga un lettore a seguirti per quasi mille capitoli e 20 anni di pubblicazione. 6,5 è un voto che trovo onesto e che spero nel tempo di ritoccare in positivo e non in negativo.
Sicuramente è un buon giallo, i casi sono ben strutturati e sviluppati bene, in modo tale da rendere chiaro al lettore tutte le dinamiche. I casi si sviluppano su una media di tre file (i casi standard) e questo permette di leggersi un caso in poco tempo e renderli sempre veloci e mai troppo pesanti. Non di rado vengono tirate in mezzo le leggende giapponesi, che impreziosiscono le vicende e portano il manga su livelli molto alti. Purtroppo si vede la stanchezza dell'autore e molti casi sono diventati ripetitivi e standardizzati, perdendo di smalto e aggiungendo capitoli dimenticabilissimi tra vari casi interessanti. Col tempo sono anche aumentati i trucchi improbabili usati dagli assassini, che raggiungono la soglia dell'incredibile per realismo e realizzabilità.
La trama principale credo sia la parte decisamente più interessante del manga e ogni volta che si affaccia nella storia si è ben felici che succeda e per molti volumi li considererete i casi migliori e più coinvolgenti di tutto il manga. Anche qui però c'è stata una notevole involuzione. La decisione di Aoyama di allungare il manga fino a questo momento ha portato la trama ad avvitarsi su se stessa e a partorire idee terribili per giustificare l'eterno status quo dei protagonisti. Fino al volume 59 credo che la trama sia encomiabile, pur sempre nella sua lunghezza. Da li in poi c'è stata una netta caduta di stile, e vari archi narrativi che ho trovato di dubbio gusto e poco consoni alla struttura sinora creata nel manga (la colpa è anche ad imputare alla decisione di assecondare i desideri dei lettori, con aggiunte di personaggi inutili che poco aggiungono all'equilibrio del manga).
I personaggi credo siano la parte più debole. Da Conan in primis i personaggi sono molto semplici e abbastanza statici nelle loro azioni, adagiandosi sui cliché ben collaudati in Giappone. La cosa però non è disturbante, poiché i personaggi hanno comunque un loro fascino e funzionano. Anche qui il principale problema è stato l'allungamento e l'inserimento di tantissimi personaggi inutili che hanno reso il manga una giungla di figuri a cui viene dato spazio senza che a te interessi nulla di loro. Le storie d'amore sono la parte peggiore di tutte, piene zeppe di scene romantiche che alla lunga risultano patetiche e portano tutti i personaggi a sembrare quattordicenni impacciati che non sanno mai dirsi due parole. C'è inoltre una palese preferenza per gli amori infantili che a volte sfiora il ridicolo.
I disegni li trovo molto belli e puliti e sono stati il primo motivo per cui l'ho preso, adorando uno stile di disegno chiaro, che è importante per un manga investigativo.
Per riassumere: Conan è un bel manga giallo che consiglio a chiunque voglia avere sempre un delitto da leggere. La trama è avvincente ma delude su lungo termine ( la speranza è che nel finale si sappia riprendere, visto che gli elementi buoni ci sono ma "congelati") e se non si è armati di pazienza è solo frustrante. Il tocco Shojo è evidente, soprattutto andando avanti, poiché diventa un modo astuto di aggiungere vicende senza portare avanti le tematiche che veramente interessano. A qualcuno piace, altri lo detestano, de gustibus...
Sinceramente, fosse durato anche 60 volumi (e non sono pochi) gli avrei dato 8/9, ma la deriva degli ultimi anni e l'abbassamento della qualità sono un peccato mortale, soprattutto quando si obbliga un lettore a seguirti per quasi mille capitoli e 20 anni di pubblicazione. 6,5 è un voto che trovo onesto e che spero nel tempo di ritoccare in positivo e non in negativo.
"Detective Conan" è uno shounen di genere giallo/thriller di Gosho Aoyama, edito in Italia dalla Star Comics al costo di 4,30€. Si tratta di un manga ancora in corso in Giappone, malgrado sia serializzato ormai da vent'anni. La storia non è ancora giunta ad una fase conclusiva, quindi è probabile che il piccolo detective occhialuto accompagnerà i lettori per qualche anno.
Disegno: Il tratto del maestro Aoyama è maturato tantissimo nel corso degli anni. Nei primissimi volumi i volti erano tondi e paffuti, le proporzioni non venivano rispettate ed erano poco realistiche (ad esempio i bambini di sei o sette anni arrivavano alle ginocchia di una ragazza di sedici). A partire dal volume 30 il tratto però diventa più deciso anche nella resa delle espressioni o delle pose in movimento; seppur più spigoloso rispetto all'inizio, il disegno è molto più gradevole. Ne consegue quindi un'evoluzione graduale e notevole nella resa dei corpi, delle espressioni e delle ambientazioni. Nota di merito per la resa dettagliata delle ambientazioni e per la varietà degli scenari presentati: interni di case private, strade, hotel, dimore antiche e fatiscenti, scantinati, navi, campagne. Inoltre dal punto di vista estetico è molto interessante anche la resa del vestiario. Chi, come me, legge il manga fin dai primi numeri pubblicati in Italia, ricorda certamente che fino al ventesimo volume circa il protagonista indossava sempre lo stesso vestito (giacca, farfallino rosso cambia-voce e pantaloncini), in quanto era un tratto distintivo di Conan; ad un certo punto Gosho ha iniziato a variare anche il vestiario del piccolo detective, attribuendo un pizzico di realismo in più ad una storia destinata ad una lunghissima serializzazione.
Il maestro mostra inoltre grande attenzione per le inquadrature. Un manga di genere giallo/thriller richiede la realizzazione di inquadrature quasi cinematografiche ed è per questo che ritroviamo in questo manga inquadrature dal basso, dall'alto, primi piani e altri interessanti espedienti scenografici.
Trama: Shinichi Kudo è un giovane di sedici anni che gode della fama di detective liceale in quanto si diletta ad aiutare la polizia giapponese a risolvere i casi più strani. Una sera, mentre è al luna park con l'amica d'infanzia Ran Mouri, figlia di un detective fannullone e perdigiorno, Shinichi assiste ad un losco affare che vede coinvolti degli uomini interamente vestiti di nero. Scoperto dai malviventi, viene tramortito e costretto a bere un veleno che dovrebbe ucciderlo senza lasciar traccia. Al momento del risveglio Shinichi scopre però di essersi rimpicciolito e di aver acquistio con il veleno l'aspetto di un bimbo di sei anni. Convinto l'amico scienziato Agasa della propria identità, Shinichi decide di calarsi nei panni di bambino delle elementari, trasferendosi a casa di Ran e di suo padre Kogoro. Spera infatti di poter rintracciare gli uomini in nero aiutando Kogoro a risolvere i casi più strani.
La situazione di partenza si evolve in molteplici inseguimenti, finte piste o scontri con l'organizzazione degli uomini in nero e i misteri attorno al farmaco si infittiscono. Ai personaggi iniziali si aggiungono molteplici personaggi secondari altrettanto sfaccettati. Inoltre spesso entra in azione anche una guest star, il ladro Kaito Kid, protagonista di un altro manga di Aoyama in 4 volumi attualmente sospeso (anche se il maestro ha promesso di riprenderne la serializzazione alla fine di Detective Conan).
Purtroppo però la storia principale non riempie gli ottantuno volumi, ma prosegue molto lentamente in quanto inframmezzata (con pause anche di dieci volumi) da casi minori. Infatti Conan è coinvolto in numerosi casi (omicidi, rapimenti, inseguimenti, scomparse, truffe, attentati) di diverso taglio narrativo. Quasi tutti i casi sono complessi e non tutti sono realistici. Inoltre al lettore non vengono forniti, se non di rado, degli elementi che gli permettano di risolvere autonomamente il caso. Spesso i messaggi in codice contengono degli elementi della lingua e della cultura giapponese, che risultano decisamente poco immediati al lettore occidentale. La struttura dei casi è comunque standard: ad una situazione iniziale in cui Conan entra in contatto con degli individui, che in un secondo momento risulteranno esser coinvolti nel caso; al rinvenimento del cadavere seguono le indagini fino alla brillante intuizione del piccolo detective, che non potendo rivelare da sé la risoluzione del caso, è costretto ad anestetizzare Kogoro oppure a fornire indicazioni all'agente di turno affinché il caso possa essere risolto.
L'arco temporale di svolgimento della storia non è chiarito: malgrado in ottantuno volumi si sviluppino non meno di sessanta casi (alcuni dei quali si prolungano in più giorni), dalla scomparsa di Shinichi non sono trascorsi più di sei o sette mesi.
Personaggi: un manga tanto lungo stupisce per la grande varietà di personaggi secondari, i quali danno vita a storyline parallele a quella principale. Non mancano rivalità in ambito investigativo, nascite di sincere amicizie o l'approfondimento del complesso rapporto fra Conan/Shinichi e Ran. Eppure è proprio la presenza di queste storie parallele e di personaggi diversi e multiformi a rendere la vicenda più accattivante e mai noiosa.
In conclusione consiglio questo manga ad un pubblico adolescente o adulto. Se siete amanti dei gialli o del genere thriller, resterete sicuramente affascinati da un manga tanto interessante, che testimonia inoltre la grande creatività nei casi ideati e disegnati da Gosho. L'unico "difetto" è che si tratta di una serie in corso, della quale non è stata ancora scritta una conclusione e che non accenna a terminare. Inoltre se intendete iniziarne la lettura, occorre esser consapevoli che la storia principale è diluita in una miriade di vicende secondarie o del tutto estranee al nucleo principale della vicenda. In ogni caso non posso che premiare con nove un manga giallo così interessante.
Disegno: Il tratto del maestro Aoyama è maturato tantissimo nel corso degli anni. Nei primissimi volumi i volti erano tondi e paffuti, le proporzioni non venivano rispettate ed erano poco realistiche (ad esempio i bambini di sei o sette anni arrivavano alle ginocchia di una ragazza di sedici). A partire dal volume 30 il tratto però diventa più deciso anche nella resa delle espressioni o delle pose in movimento; seppur più spigoloso rispetto all'inizio, il disegno è molto più gradevole. Ne consegue quindi un'evoluzione graduale e notevole nella resa dei corpi, delle espressioni e delle ambientazioni. Nota di merito per la resa dettagliata delle ambientazioni e per la varietà degli scenari presentati: interni di case private, strade, hotel, dimore antiche e fatiscenti, scantinati, navi, campagne. Inoltre dal punto di vista estetico è molto interessante anche la resa del vestiario. Chi, come me, legge il manga fin dai primi numeri pubblicati in Italia, ricorda certamente che fino al ventesimo volume circa il protagonista indossava sempre lo stesso vestito (giacca, farfallino rosso cambia-voce e pantaloncini), in quanto era un tratto distintivo di Conan; ad un certo punto Gosho ha iniziato a variare anche il vestiario del piccolo detective, attribuendo un pizzico di realismo in più ad una storia destinata ad una lunghissima serializzazione.
Il maestro mostra inoltre grande attenzione per le inquadrature. Un manga di genere giallo/thriller richiede la realizzazione di inquadrature quasi cinematografiche ed è per questo che ritroviamo in questo manga inquadrature dal basso, dall'alto, primi piani e altri interessanti espedienti scenografici.
Trama: Shinichi Kudo è un giovane di sedici anni che gode della fama di detective liceale in quanto si diletta ad aiutare la polizia giapponese a risolvere i casi più strani. Una sera, mentre è al luna park con l'amica d'infanzia Ran Mouri, figlia di un detective fannullone e perdigiorno, Shinichi assiste ad un losco affare che vede coinvolti degli uomini interamente vestiti di nero. Scoperto dai malviventi, viene tramortito e costretto a bere un veleno che dovrebbe ucciderlo senza lasciar traccia. Al momento del risveglio Shinichi scopre però di essersi rimpicciolito e di aver acquistio con il veleno l'aspetto di un bimbo di sei anni. Convinto l'amico scienziato Agasa della propria identità, Shinichi decide di calarsi nei panni di bambino delle elementari, trasferendosi a casa di Ran e di suo padre Kogoro. Spera infatti di poter rintracciare gli uomini in nero aiutando Kogoro a risolvere i casi più strani.
La situazione di partenza si evolve in molteplici inseguimenti, finte piste o scontri con l'organizzazione degli uomini in nero e i misteri attorno al farmaco si infittiscono. Ai personaggi iniziali si aggiungono molteplici personaggi secondari altrettanto sfaccettati. Inoltre spesso entra in azione anche una guest star, il ladro Kaito Kid, protagonista di un altro manga di Aoyama in 4 volumi attualmente sospeso (anche se il maestro ha promesso di riprenderne la serializzazione alla fine di Detective Conan).
Purtroppo però la storia principale non riempie gli ottantuno volumi, ma prosegue molto lentamente in quanto inframmezzata (con pause anche di dieci volumi) da casi minori. Infatti Conan è coinvolto in numerosi casi (omicidi, rapimenti, inseguimenti, scomparse, truffe, attentati) di diverso taglio narrativo. Quasi tutti i casi sono complessi e non tutti sono realistici. Inoltre al lettore non vengono forniti, se non di rado, degli elementi che gli permettano di risolvere autonomamente il caso. Spesso i messaggi in codice contengono degli elementi della lingua e della cultura giapponese, che risultano decisamente poco immediati al lettore occidentale. La struttura dei casi è comunque standard: ad una situazione iniziale in cui Conan entra in contatto con degli individui, che in un secondo momento risulteranno esser coinvolti nel caso; al rinvenimento del cadavere seguono le indagini fino alla brillante intuizione del piccolo detective, che non potendo rivelare da sé la risoluzione del caso, è costretto ad anestetizzare Kogoro oppure a fornire indicazioni all'agente di turno affinché il caso possa essere risolto.
L'arco temporale di svolgimento della storia non è chiarito: malgrado in ottantuno volumi si sviluppino non meno di sessanta casi (alcuni dei quali si prolungano in più giorni), dalla scomparsa di Shinichi non sono trascorsi più di sei o sette mesi.
Personaggi: un manga tanto lungo stupisce per la grande varietà di personaggi secondari, i quali danno vita a storyline parallele a quella principale. Non mancano rivalità in ambito investigativo, nascite di sincere amicizie o l'approfondimento del complesso rapporto fra Conan/Shinichi e Ran. Eppure è proprio la presenza di queste storie parallele e di personaggi diversi e multiformi a rendere la vicenda più accattivante e mai noiosa.
In conclusione consiglio questo manga ad un pubblico adolescente o adulto. Se siete amanti dei gialli o del genere thriller, resterete sicuramente affascinati da un manga tanto interessante, che testimonia inoltre la grande creatività nei casi ideati e disegnati da Gosho. L'unico "difetto" è che si tratta di una serie in corso, della quale non è stata ancora scritta una conclusione e che non accenna a terminare. Inoltre se intendete iniziarne la lettura, occorre esser consapevoli che la storia principale è diluita in una miriade di vicende secondarie o del tutto estranee al nucleo principale della vicenda. In ogni caso non posso che premiare con nove un manga giallo così interessante.
Ero decisamente piccolo quando è iniziata la mia passione per detective Conan, come un po' tutti penso avevo iniziato a seguire l'anime quando tornavo da scuola, ero rimasto affascinato senza nessun motivo in particolare, mi piaceva e punto.
Un giorno, mi ricordo ancora come se fosse ieri, ero andato al lago con mia madre e quello che ai tempi delle elementari era il mio migliore amico, decidiamo di entrare in edicola, ed eccolo li nascosto nello scaffale, il primo numero di detective Conan, copertina marroncina, Conan vestito da Sherlock Holmes e prezzo ancora in lire stampato in piccolo.
Ecco da quel giorno è decisamente iniziata la mia ConanMania e non potete immaginare la mia gioia quando qualche anno dopo ho scoperto che Star Comics lo stava ristampando, da lì ho iniziato ad acquistarlo ogni mese per diversi anni.
La storia racconta le avventure di Shinichi Kudo, giovane studente del liceo appassionato di misteri e crimini, un giorno andando al luna park con la sua amica (o forse qualcosa in più) Ran dopo aver risolto un caso scopre i piani di una misteriosa organizzazione criminale. Ma si sa, chi non si fa gli affari propri rischia di avere dei guai ed infatti ecco che si ritrova nel corpo di un bambino.
Dopo aver preso il nome di Conan Edogawa si trasferirà a casa di Ran (che ignora la sua identità) dove aiuterà il padre della ragazza, detective da quattro soldi, a risolvere svariati casi per fare in modo di ritrovare l'organizzazione e tornare adulto.
Detective Conan vanta di moltissimi volumetti, forse troppi, ed è per questo che non si becca un bel voto 10 da parte mia: le storie sono tutte diverse ed appassionanti senza dubbio ed è decisamente bello leggere come il nostro amico risolverà i casi più complicati, ma i casi più belli dal mio punto di vista sono quelli che coinvolgono l'organizzazione degli uomini in nero e purtroppo di questi casi ce ne sono davvero pochi, quindi la trama principale si può dire che avanza di un passo ogni venti volumi.
I casi auto conclusivi comunque non stancano mai e Gosho Aoyama è un vero mago a creare storie cosi complesse e diverse da loro, in più ci fa imparare diverse cose sulla cultura giapponese ed è impossibile non notare l'immensa cultura dell'autore che sembra essere un intenditore di qualsiasi cosa, dallo sport, alla musica, alla religione e alle storie popolari nipponiche.
Passiamo ai personaggi, secondo me sono ben caratterizzati e diversi tra loro, a parte il protagonista abbiamo altri personaggi interessanti, primo su tutti sicuramente Kaito Kid (protagonista anche di un altra opera di Aoyama) ladro imprendibile ed affascinante, si può dire che è il vero rivale di Shinichi, infatti per ora non è mai riuscito ad acciuffarlo.
Abbiamo poi Eiji, altro brillante giovane detective che è uno dei pochi a conoscenza della vera identità di Conan, e che lo aiuterà svariate volte a risolvere i casi più difficili.
Il personaggio di Ran è molto particolare poi, fuori ragazza dura e decisa che pratica il karate, ma dentro ragazza sentimentale e dolce che è preoccupata per Shinichi.
Poi abbiamo il padre di Ran, il detective Goro, che dovrebbe decisamente cambiar lavoro, l'ispettore Megure, i Detective Boys, il professor Agasa e molti altri, ma ognuno con un ruolo importante nella storia.
Ciò che affascina è sicuramente l'organizzazione degli uomini in nero, ancora avvolta dal mistero e con membri persone che al posto del loro nome usano quello di un alcolico (i più famosi sono Gin e Vodka, che sono quelli che hanno rimpicciolito Shinichi), si sa ancora molto poco su di loro, ma molto lentamente si aggiunge qualche informazione in più.
Parlando del disegno, se si prende il primo volume e lo si confronta con uno più recente è impossibile non notare il miglioramento di Aoyama.
Il tratto e lo stile è molto originale e personale ma sicuramente ben fatto, le vignette sono molto dettagliate e non lasciano nulla al caso, ma secondo me un elogio particolare va alla realizzazione delle espressioni facciali dei personaggi.
Concludo dicendo che Detective Conan è un capolavoro e Aoyama un vero genio, lo consiglio a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso e originale ma che non perda punti sul disegno e la continuità.
Io personalmente lo ricomincerò a leggere a breve, la storia che praticamente non andava avanti mai mi aveva un po' stancato, ma si sa, il primo amore è duro da dimenticare.
Un giorno, mi ricordo ancora come se fosse ieri, ero andato al lago con mia madre e quello che ai tempi delle elementari era il mio migliore amico, decidiamo di entrare in edicola, ed eccolo li nascosto nello scaffale, il primo numero di detective Conan, copertina marroncina, Conan vestito da Sherlock Holmes e prezzo ancora in lire stampato in piccolo.
Ecco da quel giorno è decisamente iniziata la mia ConanMania e non potete immaginare la mia gioia quando qualche anno dopo ho scoperto che Star Comics lo stava ristampando, da lì ho iniziato ad acquistarlo ogni mese per diversi anni.
La storia racconta le avventure di Shinichi Kudo, giovane studente del liceo appassionato di misteri e crimini, un giorno andando al luna park con la sua amica (o forse qualcosa in più) Ran dopo aver risolto un caso scopre i piani di una misteriosa organizzazione criminale. Ma si sa, chi non si fa gli affari propri rischia di avere dei guai ed infatti ecco che si ritrova nel corpo di un bambino.
Dopo aver preso il nome di Conan Edogawa si trasferirà a casa di Ran (che ignora la sua identità) dove aiuterà il padre della ragazza, detective da quattro soldi, a risolvere svariati casi per fare in modo di ritrovare l'organizzazione e tornare adulto.
Detective Conan vanta di moltissimi volumetti, forse troppi, ed è per questo che non si becca un bel voto 10 da parte mia: le storie sono tutte diverse ed appassionanti senza dubbio ed è decisamente bello leggere come il nostro amico risolverà i casi più complicati, ma i casi più belli dal mio punto di vista sono quelli che coinvolgono l'organizzazione degli uomini in nero e purtroppo di questi casi ce ne sono davvero pochi, quindi la trama principale si può dire che avanza di un passo ogni venti volumi.
I casi auto conclusivi comunque non stancano mai e Gosho Aoyama è un vero mago a creare storie cosi complesse e diverse da loro, in più ci fa imparare diverse cose sulla cultura giapponese ed è impossibile non notare l'immensa cultura dell'autore che sembra essere un intenditore di qualsiasi cosa, dallo sport, alla musica, alla religione e alle storie popolari nipponiche.
Passiamo ai personaggi, secondo me sono ben caratterizzati e diversi tra loro, a parte il protagonista abbiamo altri personaggi interessanti, primo su tutti sicuramente Kaito Kid (protagonista anche di un altra opera di Aoyama) ladro imprendibile ed affascinante, si può dire che è il vero rivale di Shinichi, infatti per ora non è mai riuscito ad acciuffarlo.
Abbiamo poi Eiji, altro brillante giovane detective che è uno dei pochi a conoscenza della vera identità di Conan, e che lo aiuterà svariate volte a risolvere i casi più difficili.
Il personaggio di Ran è molto particolare poi, fuori ragazza dura e decisa che pratica il karate, ma dentro ragazza sentimentale e dolce che è preoccupata per Shinichi.
Poi abbiamo il padre di Ran, il detective Goro, che dovrebbe decisamente cambiar lavoro, l'ispettore Megure, i Detective Boys, il professor Agasa e molti altri, ma ognuno con un ruolo importante nella storia.
Ciò che affascina è sicuramente l'organizzazione degli uomini in nero, ancora avvolta dal mistero e con membri persone che al posto del loro nome usano quello di un alcolico (i più famosi sono Gin e Vodka, che sono quelli che hanno rimpicciolito Shinichi), si sa ancora molto poco su di loro, ma molto lentamente si aggiunge qualche informazione in più.
Parlando del disegno, se si prende il primo volume e lo si confronta con uno più recente è impossibile non notare il miglioramento di Aoyama.
Il tratto e lo stile è molto originale e personale ma sicuramente ben fatto, le vignette sono molto dettagliate e non lasciano nulla al caso, ma secondo me un elogio particolare va alla realizzazione delle espressioni facciali dei personaggi.
Concludo dicendo che Detective Conan è un capolavoro e Aoyama un vero genio, lo consiglio a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso e originale ma che non perda punti sul disegno e la continuità.
Io personalmente lo ricomincerò a leggere a breve, la storia che praticamente non andava avanti mai mi aveva un po' stancato, ma si sa, il primo amore è duro da dimenticare.
Trama intrigante, bei disegni, originalità e alternanza di momenti comici e toccanti.
Questi sono i punti di forza che rendono "Detective Conan" un manga a mio parere bellissimo e da leggere.
Ricordo con tenerezza il giorno in cui trovai in edicola il numero 12 di Detective Conan... letto il primo capitolo per me fu amore a prima vista, e corsi subito ad ordinarmi i precedenti volumi online.
Come si fa a non innamorarsi di quel piccolo occhialuto, dalle straordinarie capacità deduttive degne solo di Sherlock Holmes, che, come ben sapete, si ritrova a risolvere situazioni ben più grandi di lui (i casi apparentemente irrisolvibili, l'esistenza di due identità contrastanti, il desiderio di incastrare l'Organizzazione...).
Ho letto molte critiche nei confronti della lunghezza del manga... effettivamente il Sensei Aoyama ci sta facendo dannare perchè tutti vogliamo sapere come si concluderà. Detto questo sono dell'idea che l'opera sia perfetta così com'è, sebbene si stia dilungando parecchio, continua ad essere avvincente ed emozionante e sono convinta che il Sensei sappia perfettamente ciò che sta facendo. Ho molta fiducia in questo mangaka e so che non mi deluderà.
Continuando a parlare della trama, una nota positiva è senz'altro la storia d'amore con Ran. Questa non viene trattata con pesantezza né tanto meno con un romanticismo marcato ed esasperato. Si tratta di un amore semplice e delicato, che intenerisce e altrettanto diverte nelle situazioni di gelosia e di imbarazzo (ad esempio scene come Ran nuda che lava o fa il bagno assieme a Conan, credendolo ovviamente un bambino).
Avvincente è, inoltre, la trama centrale, ossia la ricerca da parte di Shinichi di informazioni sull'Organizzazione degli uomini in nero, coinvolti in svariati casi in cui si ritrova il protagonista. A rafforzare questo, c'è la storia intrecciata di Ai, alias Sherry, la scienziata dell'Organizzazione, che per scappare alla loro prigionia ha preso lo stesso veleno di Shinichi diventando a sua volta una bambina. Inoltre si coglie una crescita di interesse di Ai nei confronti di Shinichi, creando un triangolo, che intriga ancor più il lettore.
Consigliato a tutti, in quanto ci sono sia aspetti leggeri (ad esempio i vari episodi con i Detective Boys) e aspetti più profondi, che non faranno mancare attimi di commozione.
Ultima nota positiva va indirizzata ai disegni. Disegni semplici ma che regalano tavole stupende ed emozionanti.
Detto questo, ribadisco il mio affetto per questo manga e la mia stima per Aoyama, che non smette mai di sorprendermi, che regala emozioni e che evidenzia i veri valori.
Questi sono i punti di forza che rendono "Detective Conan" un manga a mio parere bellissimo e da leggere.
Ricordo con tenerezza il giorno in cui trovai in edicola il numero 12 di Detective Conan... letto il primo capitolo per me fu amore a prima vista, e corsi subito ad ordinarmi i precedenti volumi online.
Come si fa a non innamorarsi di quel piccolo occhialuto, dalle straordinarie capacità deduttive degne solo di Sherlock Holmes, che, come ben sapete, si ritrova a risolvere situazioni ben più grandi di lui (i casi apparentemente irrisolvibili, l'esistenza di due identità contrastanti, il desiderio di incastrare l'Organizzazione...).
Ho letto molte critiche nei confronti della lunghezza del manga... effettivamente il Sensei Aoyama ci sta facendo dannare perchè tutti vogliamo sapere come si concluderà. Detto questo sono dell'idea che l'opera sia perfetta così com'è, sebbene si stia dilungando parecchio, continua ad essere avvincente ed emozionante e sono convinta che il Sensei sappia perfettamente ciò che sta facendo. Ho molta fiducia in questo mangaka e so che non mi deluderà.
Continuando a parlare della trama, una nota positiva è senz'altro la storia d'amore con Ran. Questa non viene trattata con pesantezza né tanto meno con un romanticismo marcato ed esasperato. Si tratta di un amore semplice e delicato, che intenerisce e altrettanto diverte nelle situazioni di gelosia e di imbarazzo (ad esempio scene come Ran nuda che lava o fa il bagno assieme a Conan, credendolo ovviamente un bambino).
Avvincente è, inoltre, la trama centrale, ossia la ricerca da parte di Shinichi di informazioni sull'Organizzazione degli uomini in nero, coinvolti in svariati casi in cui si ritrova il protagonista. A rafforzare questo, c'è la storia intrecciata di Ai, alias Sherry, la scienziata dell'Organizzazione, che per scappare alla loro prigionia ha preso lo stesso veleno di Shinichi diventando a sua volta una bambina. Inoltre si coglie una crescita di interesse di Ai nei confronti di Shinichi, creando un triangolo, che intriga ancor più il lettore.
Consigliato a tutti, in quanto ci sono sia aspetti leggeri (ad esempio i vari episodi con i Detective Boys) e aspetti più profondi, che non faranno mancare attimi di commozione.
Ultima nota positiva va indirizzata ai disegni. Disegni semplici ma che regalano tavole stupende ed emozionanti.
Detto questo, ribadisco il mio affetto per questo manga e la mia stima per Aoyama, che non smette mai di sorprendermi, che regala emozioni e che evidenzia i veri valori.
Basta una sola parola per poter esprimere ciò che rappresenta questo Manga e quella parola è "Capolavoro".
Sì perché, a dispetto di lo giudica male solo perché ha visto 2-3 episodi di casi aggiuntivi su Italia Uno, Detective Conan, a mio parere, è il miglior manga ancora in corso, meglio ancora di One Piece.
In fondo Detective Conan ha un trama che pochi altri manga riescono a permettersi.
Essa è sempre intrigante, piena di misteri, presenta personaggi di cui ancora non sappiamo le vere identità o le situazioni che li circondano e tutto questo lo rende un Manga spettacolare.
Date retta a me, leggetevi questi manga e non opere che tanto esaltano come Bleach e vari che in realtà si trovano una marea di gradini sotto!
P.S: Nell'arco dei 73 volumi la qualità dei capitoli non cala, quindi non abbiate paura di comprare un "Naruto 2".
Sì perché, a dispetto di lo giudica male solo perché ha visto 2-3 episodi di casi aggiuntivi su Italia Uno, Detective Conan, a mio parere, è il miglior manga ancora in corso, meglio ancora di One Piece.
In fondo Detective Conan ha un trama che pochi altri manga riescono a permettersi.
Essa è sempre intrigante, piena di misteri, presenta personaggi di cui ancora non sappiamo le vere identità o le situazioni che li circondano e tutto questo lo rende un Manga spettacolare.
Date retta a me, leggetevi questi manga e non opere che tanto esaltano come Bleach e vari che in realtà si trovano una marea di gradini sotto!
P.S: Nell'arco dei 73 volumi la qualità dei capitoli non cala, quindi non abbiate paura di comprare un "Naruto 2".
<b>CONTIENE SPOILER.</b>
Non mi sarei aspettato di dover (e voler) fare un discorso così lungo e ampio su "Detective Conan", ma c'è molto da dire a mio parere, forse troppo.
Ormai sono passati circa dieci anni da quando lo scoprii sul sito dell'allora Dynamic vedendo se non ricordo male quattro bambini vestiti in stile Sherlock Holmes. Poco dopo beccai la serie su Italia 1 e iniziai a seguirla incuriosito a affascinato dalla trama.
Essa infatti parla di un ragazzo di nome Shinichi Kudo, aspirante detective che per aver scoperto dei loschi traffici di una misteriosa organizzazione viene quasi fatto fuori da due dei suoi componenti, Gin e Vodka (che come gli altri componenti più importanti usano nomi di alcolici). Questi gli danno un veleno messo a punto nei loro laboratori che curiosamente non lo uccide, ma lo fa tornare, almeno a livello fisico, bambino. Aiutato dal suo amico, il professor Agasa, si creerà la nuova identità di Conan Edogawa e andrà a stabilirsi da Kogori Mori, un ex poliziotto che ha aperto un'agenzia investigativa e che vive con sua figlia Ran, amica sin da quando erano piccoli di Shinichi e per cui sembra provare una ricambiato sentimento di amore.
Uno spunto iniziale così, soprattutto penso negli anni 90, poteva attrarre interesse e così è stato, andando probabilmente oltre le più rosee aspettative di successo. Un protagonista poi abile nella deduzione e attrezzato con dei gadget da far invidia a James Bond costruiti dal prof. arricchiva ulteriormente il tutto.
L'opera si prestava su due binari che andavano a volte ad incrociarsi, quello degli episodi a sé stanti e quello delle storie in cui compariva l'organizzazione. Non bisogna dimenticare infatti che Conan decide di stare insieme a Kogoro anche per vedere se gli capita qualcosa che possa avere a che fare con i suoi nemici.
Infatti già dopo il primo incontro abbiamo nuovamente l'org. nel 2 dove il nostro conosce una ragazza di nome Akemi che si rivolge all'agenzia per ritrovare suo padre. In realtà sotto c'è ben di più. Oltre al fatto che veniamo a sapere qualcosa in più sui criminali, ci viene accennata la figura della sorella della ragazza, che sarà molto importante per il proseguo della trama.
Nel 4 abbiamo invece uno scontro diretto tra Conan e Gin e Vodka dove c'è qualche ulteriore indizio.
L'opera quindi appena iniziata non sta deludendo i lettori alternando bene casi a se stanti con la trama principale. Ma ecco che succede qualcosa e da qui penso che DC non sarà più lo stesso, almeno così come l'aveva programmato all'inizio l'autore.
Infatti nonostante begli episodi la trama principale quasi sparisce per rivederla poi nel 12 e nel 18. La domanda sorge spontanea: "Che cosa è successo?". Probabile che visto l'enorme successo della serie si sia deciso di sfruttarla il più possibile ritardando l'evolversi del filone principale. Infatti pare che Ai, la sorella di Akemi, dovesse comparire nel 10, ben 8 numeri prima di quanto poi lo faccia in via definitiva.
Questo spiega perché lì Gosho abbia deciso d'inserire, credo per non lasciare a bocca asciutta i lettori, una nuova figura, quella di Heiji Hattori, un altro giovane aspirante detective che vuole sapere che fine abbia fatto Shinichi e che diventerà suo amico e un personaggio ricorrente. Oltre all'effetto che ha su Conan raffreddato il liquore di nome Paikal. Onestamente sin dalla prima volta che l'ho visto in TV ho trovato questo episodio alquanto affrettato e raffazzonato, soprattutto per come il protagonista "appare" e "scompare" e dopo aver letto della mancata apparizione di Ai, ecco forse spiegato il motivo: fatto in fretta per sostituire un'altra storia.
Sempre nel non farci rimanere a "digiuno" ecco che nel 12 compare un altro uomo dell' org., Tequila. La puntata pur se godibile appare alquanto fine a se stessa, anche se poi l'autore sarà bravo nell'inserirlo in un contesto più ampio.
E veniamo finalmente al numero 18, quando l'opera nonostante bei casi, si alza decisamente di tono con l'ingresso appunto di Ai, una giovane scienziata costretta a lavorare per i M.I.B., come ormai vengono chiamati dai fan, e che ha inventato l' Aptx, il famigerato veleno dato al protagonista. O meglio, sembra che lei stesse lavorando su un altro progetto, ma poi con i suoi studi gli uomini in nero hanno preferito farci un veleno.
Parliamo un attimo di lei. Uno dei personaggi più amati, ma anche "odiati" della serie, che gode probabilmente più di tutti di molte sfaccettature e che dietro una parvenza di freddezza è in realtà una persona tenera e più fragile di quanto voglia far credere, che purtroppo non ha potuto vivere una vita normale, andando incontro a diverse sofferenze e per questo prigioniera di ansie e pare.
Tornando alla trama, pare che finalmente sia ripresa e da qui in poi, almeno fino al 42, ne vedremo diverse.
Solo che ormai Gosho sembra essere prigioniero del suo successo ed inizia a standardizzare la serie ancor di più. Infatti, ad Heiji affianca Kazuha, facendo diventare i due dei "cloni" di Ran e Shinichi, crea due nuovi poliziotti, Sato e Takagi, che affiancano lo storico ispettore Megure, e addirittura dal primo film pesca Shiratori, che serve, almeno all'inizio, come rivale dell'altro nei confronti della bella ed energica poliziotta. E così quindi ecco ormai più o meno com'è la serie:
- caso con Conan, Kogoro e Ran;
- caso con i DB;
- caso con Sato, Takagi e i DB;
- caso con Conan, Kogoro, Ran e Heiji e (quasi sempre) Kazuha;
- caso con Conan, Ran e Sonoko.
Un attimo, chi sono i DB? Mai ovviamente i "Detective boys", ovvero Conan e i suoi amici Ayumi, Genta e Mitsuiko che decidono di fondare un' associazione di detective e che hanno come "clienti" i bambini della scuola. A me le loro avventure quando sono in stile "Goonies" piacciono. Decisamente meno quando hanno a che fare anche loro con omicidi, come purtroppo da un certo punto in poi quasi sempre sarà. Non immaginavo comunque che ci fosse un folto gruppo di appassionati che non li amasse.
Sonoko è invece la migliore amica di Ran. Una ragazza molto allegra e un po' pettegola che riserva molte attenzioni sull'altro sesso. Su di lei però purtroppo l'autore ha riservato una delle scelte meno felici della serie. Ora, una delle critiche maggiori che ho letto è il fatto che quando Conan addormenti Kogoro nessuno se ne accorga. O.K., nella realtà sarebbe difficilmente attuabile, quantomeno sul lungo periodo, ma visto che siamo in un' opera di fantasia un occhio lo si può ben chiudere e poi ormai lo conoscono tutti come "Kogoro il dormiente" e si aspettano che si metta nella suo solito stato. Ormai è il suo "Marchio di fabbrica". La cosa più forzata è che lui non abbia troppi sospetti su questa "trance" che lo "assale". Siccome è un tipo che crede molto nelle sue capacità non si fa troppe domande (anche se a volte pur superficialmente capita). Boh!
Per cui nell'ambito del fumetto ci può stare. Meno il fatto che Conan addormenti persone a ripetizione! La più "colpita" è appunto Sonoko. O.K. la prima volta in cui aveva usato solo due volte l' ago soporifero sul detective, ma poi... ma Megure e co. non si accorgono di questa "epidemia" di detective dormienti!?! Bah! Senza dimenticare quando addormenta Heiji e più volte anche l'ispettore Yamamura, uno dei "sostituti" di Megure assieme ai fratelli Yokomizo e più di recente Yuminaga. Un po' di prudenza no per l'infallibile detective? Mah!
Gli episodi a se stanti ad un certo punto sono meno coinvolgenti e arrivati ai 30, 40 volumi ci tocca ormai vedere casi sempre o quasi uguali a se stessi e con delitti sempre più presumibilmente improbabili e moventi a volte assurdi... alt, ecco uno dei limiti della serie: i moventi. Certo, non è che anche nella realtà ce ne siano molti, ma insomma, possibile che sia quasi sempre la vendetta verso una persona che si è comportata male o addirittura ha commesso un crimine?!?
Oltre a "riciclare" le dinamiche, ci toccano pure le solite situazioni tra Ran e Shinichi che mano a mano si fanno sempre più insopportabili fino a diventare ridicole. Poi onestamente nonostante lei sia una cara e altruista ragazza, anche se quando serve sa menare le mani, fa con tutto il rispetto veramente lavorare poco il cervello e in certe situazioni ti chiedi come faccia ad essere così fessa. Anche se in più di un'occasione è stata sul punto di scoprire la vera identità di Conan.
Nel primo e migliore caso, quello del volume 3. Poi nel volume 14 e lì basta che arrivi Yukiko, la mamma del protagonista, a raccontare una storia poco credibile per fregarla. Bah! Finita qui? Macché! Nel 25 e 26 infatti, cioè nella famosa storia del "Cavaliere nero" la nostra, non si sa questa volta bene come (o almeno io non l'ho capito) è ormai convinta che Conan sia Shinichi, ma grazie ad un escamotage decisamente ben più convincente del precedente i suoi dubbi vengono dissipati. A questo punto i dubbi sono dissipati? Macché! Perché l'autore, forse per fare un altro po' di riciclo al fine di allungare ulteriormente l' opera, ripropone nuovamente questa situazione nei volumi 46 e 47 in un modo a mio parere poco riuscito con lei che ho trovato veramente irritante tra l'altro. Poi strano, visto come ci tiene alla continuity (vedi ad esempio i casi del virus informatico "Barone della notte", del paikal e di Tequila) non faccia ripensare alla nostra gli avvenimenti dell'episodio del CN. Bah! Giusto per sottolineare come sia un episodio veramente buttato lì. Meno male che successivamente non ce ne saranno più, almeno fino a dove sono arrivato io.
Un altro riciclo fastidioso è quello delle situazioni amorose. Gosho in certi casi sembra più preoccupato di dare a tutti o quasi un partner e così ecco che abbiamo situazioni standard d'indecisione, altre che si ripetono e amicizie d'infanzia che spuntano come funghi. Fa eccezione, almeno fino ad un certo punto, la bella love story tra Sato e Takagi che nasce nella serie e che vediamo evolversi mano a mano. Solo che poi allunga anche questa sin troppo dopo che nel volume 44 sembra ormai sul punto di scrivere la parola "fine" visto l'atteggiamento molto intimo che i due ormai avevano salvo poi avere una "regressione".
Poi già che c'è, giusto perché ormai la serie non è abbastanza ampia ecco arrivare Yumi, l'amica del cuore di Sato, che non è altro che una versione meno riuscita di Sonoko e onestamente il suo fare rompi e impiccione non me la rende molto simpatica. Per Takagi invece c'è il più simpatico Chiba.
In tutto questo la trama principale tiene botta e abbiamo episodi a mio parere molto belli come "Incontro indesiderato" (24), il mio preferito, "Il dirottamento nell' autobus" (29) e "Il diaro" (37-38), finale a parte. Poi viene attuata una delle creazioni migliori: Vermouth! In questa saga (perché ormai la serie andrà avanti così) è lei l'avversario principale di Conan. Astuta, sadica, impudente, metodica... un avversario come si vedrà sfaccettato e che in certi casi almeno a me ha messo un po' di paura. Oltre a lei arrivano anche Jodie e più sullo sfondo Akai, un tipo che si aggira per Tokyo. Senza tralasciare un' apparizione di James Black, che però rivedremo volumi e volumi dopo. Il tema è quello della caccia ad Ai, ma non mancheranno rivelazioni sugli scopi dell'organizzazione nel già citato episodio "Il diaro". Anche se ad un certo punto Jodie, uno dei miei personaggi preferiti, non la vediamo più per qualche volume la trama rimane interessante come anche nel caso del flashback del viaggio a New York di Ran e Shinichi. Unico neo, il volere inserire a forza casi che non centrano niente o quasi con la trama che non risultano nella maggior parte dei casi molto interessanti, Purtroppo infatti come già scritto siamo nella fase calante per quanto riguarda questo tipo di situazioni.
Tornando invece alla saga, anche se forse un po' dispersiva, visto anche che va dal 24 al 42, è comunque molto interessante e non dimenticandosi che si tratta in fondo di una serie gialla, l'autore semina indizi per poter scoprire l'identità con cui agisce il cattivo.
Un altro punto importante è il focalizzarsi molto su Ai, sulle sue ansie, le sue paure, le sue riflessioni, i suoi affetti, il suo passato e sulla sua maturazione come personaggio.
Per questa bella saga ci si attenderebbe un finale scoppiettante, ma a mio avviso così non è stato. Nel famosissimo episodio ribattezzato dai fan "Halloween party" e considerato da molti il migliore della serie, oltre ad un po' di atmosfera sulla nave ed il confronto Jodie-Vermouth, non c' è molto. Almeno fino all'ultima parte visto che lì ne succedono veramente di tutti i colori. La W.I.B. che non si sa bene come riesce a fregare quelli dell'F.B.I., Akai che chissà perché torna solo e invece di sparare alle gambe della nemica lo fa al fianco (?), Ran che come scopre che Jodie, che assieme ad Akai fa parte dell'F.B.I., ha scattato delle foto a lei e Shinichi si nasconde dentro il portabagagli della sua macchina (che poteva stare ferma anche per giorni) e come sente degli spari esce, ma invece di fare come fa di solito e cioè stendere il cattivo, preferisce buttarsi a capofitto su Ai dicendole di non preoccuparsi (se non era per Vermouth che per lei nutre una forte riconoscenza sarebbero state fatte fuori tranquillamente), Conan che nonostante Ai avesse utilizzato ne "Il diario" i suo occhiali di riserva per localizzarlo glieli lascia tranquillamente in casa cosicché è nullo il suo tentativo di tenerla lontano da questa situazione. Anche Ai che poco prima come sente il nome di Vermouth è molto spaventata (questo fatto è uno degli elementi cardini della saga) ora di fronte a lei non ha più quelle reazioni che aveva di solito... questo è l'aspetto meno forzato alla fine perché si spiega con il fatto che lei per salvare i suoi amici abbia deciso di sacrificarsi affrontando le sue paure, anche se avviene in maniera un po' troppo affrettata.
A me certe situazioni non è andate a genio ed mi sono più che altro sembrate tutta una forzatura per lasciar scappare Vermouth. Il bello è che da qui in poi il suo personaggio diventerà proprio inutile, presa com'è dal saper parlare solo del "Cool guy" suo, cioè Conan, di "Silver bullet", chi secondo lei è in grado di distruggere l' organizzazione ecc... uno dei due SB sarebbe Conan, ma visto l' astrusità che combina alla fine dell'episodio, viene da chiedersi come questo sia possibile!
Come se non bastasse non ci viene neanche spiegato come Vermouth abbia trovato Conan e Ai! E perché Akai se andava a zonzo così. Oltre a liquidare con due parole le microspie in casa di Agasa. Insomma, non che ci vogliano chissà che spiegazioni, ma si poteva spendere circa un file e mezzo come per la saga successiva.
Comunque da tutto questo bailamme il nostro sente il suono dei tasti del cellulare di Vermouth mentre questa sta mandando al messaggio al boss e come si vedrà in una successiva minisaghetta pare riesca a sapere qual'è! Ecco un altro elemento per la trama principale! Ormai si è ansiosi di tirare le fila e approfondire tutto! Ma, ohi ohi, un momento, che succede? Perché l' F.B.I. non fa domande ad Ai e Conan sui M.I.B.? Perché non chiedono al secondo chi sia in realtà (mi rifiuto di credere che pensino che sia solo un bambino sveglio!)? Perché il nostro invece di dare il numero del boss agli agenti federali e lo vorebbe dare a Takagi che di questa storia non sa niente rischiando, come gli dice Ai, di mandarlo incontro ad un grave pericolo?!? Perché nella trama non vengono più ripresi proprio per niente gli scopri dell' org.? Perché Agasa e Conan non parlano di nuovo del padre di Ai dopo che erano stati interrotti dal rischiare di tamponare un camper!?! E così via.
Insomma è come se tutti i temi della serie fin'ora affrontati cadessero in una specie di stasi. Sic! E tutto ciò può avere una sola motivazione e cioè quello di allungare il brodo!
Infatti nella successiva saga, che va dai volumi 48 al 59 ed ha comunque il merito di essere più corta e lineare, Ai, ora che ha ritrovato una certa serenità ed è pronta ad affrontare l'organizzazione, viene messa quasi del tutto in disparte e come se non bastasse l'F.B.I., che non si capisce se agisca clandestinamente (!) da solo o, come accadrebbe nella realtà, assieme alle autorità locali, sbuca pure la C.I.A.!?! Che cacchio centra questa mo!?! Boh! Speriamo che si abbia una risposta decente. C'è pure il fatto che da qui in poi Gosho prende una brutta abitudine e cioè quello di far succedere i grandi avvenimenti della trama principale intorno ai centenari (e nell'ultima neanche questo). Infatti quest'arco comincia nel file 499 e finisce nel 609, aprendosi con due casi che hanno a che fare con l' org.. Anche interessanti e godibili. Anche se Gosho dopo aver fatto un passo avanti sembra volerne fare due indietro visto che Gomon, il politico che i M.I.B. vogliono uccidere perché lo considerano un potenziale nemico, si fa da parte a causa di uno scandalo neanche suo, ma del padre! Forse in Giappone si usa così. Boh! C'è poi l' ingenuità di fornirlo di guardie del corpo non molto preparate visto che non riescono a vedere Kianti e Korn, due M.I.B. alla loro prima comparsa, appostati sugli edifici in maniera non troppo nascosta quando Jodie e Conan ci riescono benissimo.
Ma allora bisognerebbe chiedersi com'è possibile che una potentissima organizzazione criminale non s'insospettisca del non sentir parlare sui giornali e nei Tg della scomparsa di questo Shinichi Kudo. Forse non li leggono e vedono? E perché dopo che questa non è stata accertata nel referto delle vittime cui è stato somministrato il veleno, si "limita" ad andare a casa sua? Figurati se uno che ha subito un' aggressione simile ci ritorna ben bello da solo (anche se come di vedrà dopo nel caso di Shinichi in fondo va pure bene). Ma spiare i genitori, controllare i necrologi o qualcosa di simile del periodo no è? Senza dimenticare che a confermarla è stata Ai, che di lì a poco sarebbe scappata. Mah!
Comunque, tornando alla saga, questa nella parte centrale si focalizza sulla ricerca di indizi di Conan riguardo Rena Mizunashi, almeno in apparenza una W.I.B., Eisuke Hondo, un ragazzo da poco trasferitosi nella zona che, siccome ha saputo che Kogoro è stato uno degli ultimi a vederla prima della sua scomparsa, decide di conoscerlo per vedere se possa portarlo a lei, e la ricerca dei M.I.B. di Rena che ha come nome in codice Kir.
Nell'episodio che chiude la saga assistiamo ad uno scontro tra l' F.B.I. e l' org. ed è piuttosto coinvolgente, anche se i nuovi membri presentatici, Kianti e Korn, continuano (e continueranno) a fare poco e Vermouth ormai sa solo sproloquiare sul "Cool guy" suo e sui "Silver bullet" e il suo impiego in questa saga è stato veramente forzato. Continua ad esserci credo perché è un personaggio amato dall'autore e dai lettori, ma onestamente se mancava era uguale visto che quanto fa nei volumi 48 e 49 e 52 e 53, e cioè mettersi una semplice maschera e basta e andare a chiedere delle informazioni in giro, poteva farlo un qualsiasi altro membro a mio avviso. Poi per come ormai i M.I.B. ci vengono presentati, sembrano più, con tutto il rispetto, una banderella da quattro soldi visto che vediamo ormai quasi sempre i soliti 5. Tra l'altro nel volume 2 Akemi dice che l'organizzazione è avvolta nel mistero. Forse varrà solo per il Giappone perché negli States paiono sapere di tutto di più visto l' impiego di F.B.I. e C.I.A.! Mah! Ecco che succede quando un' opera dura troppo e l'autore è "costretto" a cambiare le carte in tavola.
Comunque nonostante sia stata fatta più che altro per allungare il brodo, tutta questa vicenda risulta godibile e coinvolgente. Certo, Jodie purtroppo nell'episodio conclusivo fa la figura della caciottara. O.K. che si deve mettere in luce Akai che fin' ora se n' era giusto andato a zonzo e aveva dato prova della sua mira infallibile, ma che bisogno c'era di "svilire" così lei? Boh! Giusto poi perchè uno in più, uno in meno ormai non fa più differenza, ecco arrivare un nuovo personaggio Camel, un altro agente federale, che, come spesso succede in questa serie, all'inizio pare chissà che e poi l' autore lo fa sembrare un pirla (soprattutto in questo caso) e o non lo utilizza più molto come a farlo rimanere giusto perché ormai è nella mischia e ci deve rimanere. Almeno Eisuke l'ha spedito in America.
Finito comunque un arco se ne apre un altro e ciò avviene nella stessa vicenda.
Se i casi a se stante ormai sono quasi sempre solo un peso per l' opera, la trama principale in generale ha continuato a darci diverse soddisfazioni. La stessa vicenda di Rena ed Eisuke, nonostante sia un allungamento di brodo e non citi minimamente quasi alcun argomento fin'ora trattato in precedenza, è comunque godibile. Ora però Gosho con l' allungamento esagera. E non solo con quello. Infatti dilata i tempi a dismisura e mentre prima a metà saga aveva messo i M.I.B. e l' F.B.I., anche se di contorno, con interessanti informazioni su Rena, qui invece ci toccano non uno, ma ben due ritorni di Shinichi grande e il "dictat" da un certo punto in poi pare essere "Far apparire i M.I.B. e parlarne il meno possibile"! Sic!
Spendiamo un attimo due parole su questi ritorni del protagonista all'età che ha all'inizio della storia.
Il primo e il secondo sono quelli dei già citati volumi 10 e 25 e 26. Penso che nei piani originali l'autore volesse farlo tornare ragazzo solo alla fine, ma visto poi i cambi di direzione della serie, pare ad opera dell'editore per sfruttarne il successo, ecco che dopo uno ne sono seguiti altri. La vicenda del CN si riallaccia un po' a quanto avvenuto nel volume precedente e in generale è un bell'episodio. Peccato per qualche nota stonata come il fatto che quasi tutti gli studenti quando vedono Shinichi lo accolgono quasi come una divinità facendo anche la figura dei pirla, una Ran verso la fine saccentina che dice addirittura di aver sempre sospettato che lui fosse Conan (e quando avvenuto nei volumi 3 e 14 lo cancelliamo?), che non fa caso a al fatto che una bimbetta se ne stia soletta in uno scantinato ad armeggiare con un PC non certo per giocarci, e che quando lui la porta a cena pensa che sia per gli appunti di scuola (!) e uno Shinichi decisamente maleducato nei confronti della sua bella quando questa prima di andare a scuola passa a casa sua e che si rifà vedere in giro tranquillamente quando c'è un'organizzazione criminale che se scopre che è vivo sono cavoli!
Almeno comunque questi due ritorni sono legati alla trama principale. Invece gli altri due sembrano giusto fatti apposta per allungare il brodo. Il terzo meriterebbe un capitolo a parte per quanto tutta la vicenda sia veramente forzata e astrusa con Ai veramente svilita! Il quarto invece in sé e per sé è godibile, ma in un momento simile della trama pare fuori luogo e Ai e Conan sono proprio due idiomi visto che quest'ultimo se ne va tranquillamente a Londra come se nulla fosse. Per un'organizzazione potente ora non credo sia impossibile tenere sott'occhio le partenze e gli arrivi degli aeroporti. Bah! Tra l'altro Ai è la prima che dice che ci vuole molta, ma molta prudenza (risultando a volte anche pesante) e qui questa cosa del farlo tornare grande la propone lei!?! Un'altra nota stonata è il fatto che l' argomento dell'antidoto non veniva toccato da volumi e volumi e quando finalmente torna non è per la trama principale, ma per queste robe!?! Bah! Tra l'altro visto pure che Shinichi s'era sentito male nel 26, la situazione era di tensione mentre ora ormai il tutto è ridotto ad una barzelletta. Bah!
Poi possibile che nonostante i suoi genitori siano pieni di soldi e l'abbiano portato in diverse città, non siano mai andati a Londra, patria del suo idolo Sherlock Homes!?!
A proposito della mamma e del papà del protagonista, Yukiko Kudo, ex attrice prodigio che ha rinunciato alla carriera cinematografica per l'amore, e Yusaku Kudo, famoso scrittore di gialli, i due compaiono per la prima volta nei volumi 5 e 6, quando informati da Agasa di tutta la situazione cercano di distoglierlo dal voler andare affrontare l' organizzazione da solo, ma lui scacchiato gli risponde irrispettosamente che il pallone è suo e ci gioca lui! Sic! Lei è preoccupata, ma lui tranquillo le dice che tra un po' verrà da loro a chiedere aiuto. Così però non avviene e nelle due successive apparizioni non si parla minimamente dei M.I.B.. Successivamente Yukiko viene fatta entrare nella trama principale mentre Yusaku no. Questo è uno dei punti per cui molti credono che lui possa essere... il boss! Così come il fatto che Ai non l'ha incontrato e quindi il suo fiuto scova M.I.B. (veramente ha questa "facoltà" come lei stessa spiega!) non può identificarlo come tale. Poi li ritroviamo insieme in un'inutile episodio prequel di Shinichi ed Heiji e in uno più interessante con Kaito Kid senior ambientato 10 anni prima dei fatti odierni dove ovviamente vediamo diversi personaggi più giovani. Anche Kogoro e la sua consorte Eri che di lì a poco si separeranno. Curioso che dopo 10 anni i due vogliano rimettersi insieme, salvo ovviamente rimandare per qualche cacchiata e che Ran sia andata a a 6-7 anni (!) a vivere con il padre. Magari in Giappone si usa così. Boh! Tornando invece ai genitori di Shinichi appaiono infine nel succitato caso di Londra giusto per poche pagine per salvare il fondoschiena al figlio in maniera molto forzata. Sic!
Prima ho citato Kaito Kid. Egli era un ladro-prestigiatore che si scontrò con un organizzazione che lo fece fuori. Suo figlio una volta cresciuto e saputo tutto decide di prenderne il posto e di voler fare uscire allo scoperto questi criminali. Questo personaggio ha una serie tutta sua intitolata appunto "Kaito Kid" ed è la prima di Gosho. L'org. presente in essa non è la stessa di DC.
L' autore ha deciso, penso anche perché fin'ora sono usciti in oltre 20 anni 4 volumetti e poco più (!), d' inserirlo, assieme al suo rivale Akuba, qui facendo scontrare i due protagonisti più di una volta, in episodi a volte belli, a volte poco coinvolgenti e ripetitivi. Di recente lo abbiamo trovato 4 volte in poco tempo. Giusto per allungare il brodo ulteriormente? Penso di si. Anche se ultimamente latita.
Parlando invece della nuova saga, questa sembra in parte ricalcare quella di Ai, Vermouth e Jodie, con l'inserimento di un nuovo M.I.B., Bourbon e uno studente d'ingegneria di nome Okiya e altri personaggi che nel proseguo compariranno. Onestamente il primo non ha certo il fascino della W.I.B., anche perché, quantomeno nelle sue vesti, neanche lo vediamo credo. Tra l'altro questa saga non si sa nemmeno troppo dove voglia andare a parare. Dovrebbe riportare in primo piano Ai, ma poi prende un'altra direzione e poi un'altra ancora.
Aggiungiamoci che dopo il file 700 gli uomini in nero spariscono quasi del tutto e che per ben 63 file la trama principale va avanti solo in uno, stiamo proprio apposto. Sic! Il bello, o brutto sarebbe più corretto dire, è che questo nuovo arco è ancora in corso in Giappone e non dà affatto l'idea di essere ultima e quindi la serie che ormai dura da circa 18 anni (!) chissà quando finirà.
Ho finito questo lungo pistolone su "Detective Conan", una serie che in questi 10 anni circa mi ha decisamente appassionato, ma anche mano a mano deluso per il suo rimandare a data da destinarsi il tutto, far scadere molti personaggi (pure il protagonista che dopo un iniziale percorso di maturazione personale e professionale come si vede nei volumi 2, 7 e 15 e 16 viene presentato, soprattutto quando è grande, sempre o quasi allo stesso modo pirlone), riciclare le varie situazioni e non dare uniformità all'opera. Se fosse durata una decina di anni e passa di meno avremmo probabilmente avuto una serie più omogenea ed intrigante che sul breve periodo non rischia di annoiare. Magari non ci sarebbero stati un sacco di personaggi, alcuni interessanti altri superflui a mio parere, come Heiji, Sato, Takagi, Jodie, Akai e Vermouth, che a me in generale piacciono, però in cambio di un' opera più omogenea e meno dispersiva li avrei con tutto il rispetto barattati.
Parlando del tratto dell'autore, che ovviamente si è negli anni evoluto, a me piace molto il periodo di fine anni 90, primi anni duemila. Apprezzo anche quello precedente anche se forse troppo cartoonesco mentre quello degli ultimi anni non mi fa impazzire, anche se a molti piace.
Non si possono infine spendere due parole sulla vita editoriale di DC nel nostro paese.
Da noi la serie è arrivata nel 98 per mano della Comic art che pubblicò i primi episodi in volumi più piccoli rispetto agli originali. A causa però della chiusura dello storico editore nel 2000 venne interrotta. Poco dopo a prendere i diritti è stata la Kabuki che per ragione mai capite fino in fondo ha faticato e far arrivare sul mercato questa ed altre serie. Di DC è riuscita a pubblicare giusto il primo numero ad inizio 2003 mi pare, nonostante sul suo sito internet comparissero anche le immagini di quelli immediatamente successivi. Infine a fine 2004 la Star comics ha acquistato i diritti nonostante la Kabuki dicesse che erano ancora in mano sua salvo però poi non far sapere più nulla e "sparire misteriosamente". Da febbraio 2005 l'ormai storica casa pubblica ininterrottamente la serie.
Per finire dico che quando la serie terminerà la finirò a leggere, ma per il momento mi stoppo perché onestamente ora come ora non ne posso più di questo finire a chissà quando dopo 72 volumi con tutto il rispetto. Il che è un peccato. A mio parere DC meritava una sorte migliore. Comunque, quantomeno in parte, è una serie che merita.
Non mi sarei aspettato di dover (e voler) fare un discorso così lungo e ampio su "Detective Conan", ma c'è molto da dire a mio parere, forse troppo.
Ormai sono passati circa dieci anni da quando lo scoprii sul sito dell'allora Dynamic vedendo se non ricordo male quattro bambini vestiti in stile Sherlock Holmes. Poco dopo beccai la serie su Italia 1 e iniziai a seguirla incuriosito a affascinato dalla trama.
Essa infatti parla di un ragazzo di nome Shinichi Kudo, aspirante detective che per aver scoperto dei loschi traffici di una misteriosa organizzazione viene quasi fatto fuori da due dei suoi componenti, Gin e Vodka (che come gli altri componenti più importanti usano nomi di alcolici). Questi gli danno un veleno messo a punto nei loro laboratori che curiosamente non lo uccide, ma lo fa tornare, almeno a livello fisico, bambino. Aiutato dal suo amico, il professor Agasa, si creerà la nuova identità di Conan Edogawa e andrà a stabilirsi da Kogori Mori, un ex poliziotto che ha aperto un'agenzia investigativa e che vive con sua figlia Ran, amica sin da quando erano piccoli di Shinichi e per cui sembra provare una ricambiato sentimento di amore.
Uno spunto iniziale così, soprattutto penso negli anni 90, poteva attrarre interesse e così è stato, andando probabilmente oltre le più rosee aspettative di successo. Un protagonista poi abile nella deduzione e attrezzato con dei gadget da far invidia a James Bond costruiti dal prof. arricchiva ulteriormente il tutto.
L'opera si prestava su due binari che andavano a volte ad incrociarsi, quello degli episodi a sé stanti e quello delle storie in cui compariva l'organizzazione. Non bisogna dimenticare infatti che Conan decide di stare insieme a Kogoro anche per vedere se gli capita qualcosa che possa avere a che fare con i suoi nemici.
Infatti già dopo il primo incontro abbiamo nuovamente l'org. nel 2 dove il nostro conosce una ragazza di nome Akemi che si rivolge all'agenzia per ritrovare suo padre. In realtà sotto c'è ben di più. Oltre al fatto che veniamo a sapere qualcosa in più sui criminali, ci viene accennata la figura della sorella della ragazza, che sarà molto importante per il proseguo della trama.
Nel 4 abbiamo invece uno scontro diretto tra Conan e Gin e Vodka dove c'è qualche ulteriore indizio.
L'opera quindi appena iniziata non sta deludendo i lettori alternando bene casi a se stanti con la trama principale. Ma ecco che succede qualcosa e da qui penso che DC non sarà più lo stesso, almeno così come l'aveva programmato all'inizio l'autore.
Infatti nonostante begli episodi la trama principale quasi sparisce per rivederla poi nel 12 e nel 18. La domanda sorge spontanea: "Che cosa è successo?". Probabile che visto l'enorme successo della serie si sia deciso di sfruttarla il più possibile ritardando l'evolversi del filone principale. Infatti pare che Ai, la sorella di Akemi, dovesse comparire nel 10, ben 8 numeri prima di quanto poi lo faccia in via definitiva.
Questo spiega perché lì Gosho abbia deciso d'inserire, credo per non lasciare a bocca asciutta i lettori, una nuova figura, quella di Heiji Hattori, un altro giovane aspirante detective che vuole sapere che fine abbia fatto Shinichi e che diventerà suo amico e un personaggio ricorrente. Oltre all'effetto che ha su Conan raffreddato il liquore di nome Paikal. Onestamente sin dalla prima volta che l'ho visto in TV ho trovato questo episodio alquanto affrettato e raffazzonato, soprattutto per come il protagonista "appare" e "scompare" e dopo aver letto della mancata apparizione di Ai, ecco forse spiegato il motivo: fatto in fretta per sostituire un'altra storia.
Sempre nel non farci rimanere a "digiuno" ecco che nel 12 compare un altro uomo dell' org., Tequila. La puntata pur se godibile appare alquanto fine a se stessa, anche se poi l'autore sarà bravo nell'inserirlo in un contesto più ampio.
E veniamo finalmente al numero 18, quando l'opera nonostante bei casi, si alza decisamente di tono con l'ingresso appunto di Ai, una giovane scienziata costretta a lavorare per i M.I.B., come ormai vengono chiamati dai fan, e che ha inventato l' Aptx, il famigerato veleno dato al protagonista. O meglio, sembra che lei stesse lavorando su un altro progetto, ma poi con i suoi studi gli uomini in nero hanno preferito farci un veleno.
Parliamo un attimo di lei. Uno dei personaggi più amati, ma anche "odiati" della serie, che gode probabilmente più di tutti di molte sfaccettature e che dietro una parvenza di freddezza è in realtà una persona tenera e più fragile di quanto voglia far credere, che purtroppo non ha potuto vivere una vita normale, andando incontro a diverse sofferenze e per questo prigioniera di ansie e pare.
Tornando alla trama, pare che finalmente sia ripresa e da qui in poi, almeno fino al 42, ne vedremo diverse.
Solo che ormai Gosho sembra essere prigioniero del suo successo ed inizia a standardizzare la serie ancor di più. Infatti, ad Heiji affianca Kazuha, facendo diventare i due dei "cloni" di Ran e Shinichi, crea due nuovi poliziotti, Sato e Takagi, che affiancano lo storico ispettore Megure, e addirittura dal primo film pesca Shiratori, che serve, almeno all'inizio, come rivale dell'altro nei confronti della bella ed energica poliziotta. E così quindi ecco ormai più o meno com'è la serie:
- caso con Conan, Kogoro e Ran;
- caso con i DB;
- caso con Sato, Takagi e i DB;
- caso con Conan, Kogoro, Ran e Heiji e (quasi sempre) Kazuha;
- caso con Conan, Ran e Sonoko.
Un attimo, chi sono i DB? Mai ovviamente i "Detective boys", ovvero Conan e i suoi amici Ayumi, Genta e Mitsuiko che decidono di fondare un' associazione di detective e che hanno come "clienti" i bambini della scuola. A me le loro avventure quando sono in stile "Goonies" piacciono. Decisamente meno quando hanno a che fare anche loro con omicidi, come purtroppo da un certo punto in poi quasi sempre sarà. Non immaginavo comunque che ci fosse un folto gruppo di appassionati che non li amasse.
Sonoko è invece la migliore amica di Ran. Una ragazza molto allegra e un po' pettegola che riserva molte attenzioni sull'altro sesso. Su di lei però purtroppo l'autore ha riservato una delle scelte meno felici della serie. Ora, una delle critiche maggiori che ho letto è il fatto che quando Conan addormenti Kogoro nessuno se ne accorga. O.K., nella realtà sarebbe difficilmente attuabile, quantomeno sul lungo periodo, ma visto che siamo in un' opera di fantasia un occhio lo si può ben chiudere e poi ormai lo conoscono tutti come "Kogoro il dormiente" e si aspettano che si metta nella suo solito stato. Ormai è il suo "Marchio di fabbrica". La cosa più forzata è che lui non abbia troppi sospetti su questa "trance" che lo "assale". Siccome è un tipo che crede molto nelle sue capacità non si fa troppe domande (anche se a volte pur superficialmente capita). Boh!
Per cui nell'ambito del fumetto ci può stare. Meno il fatto che Conan addormenti persone a ripetizione! La più "colpita" è appunto Sonoko. O.K. la prima volta in cui aveva usato solo due volte l' ago soporifero sul detective, ma poi... ma Megure e co. non si accorgono di questa "epidemia" di detective dormienti!?! Bah! Senza dimenticare quando addormenta Heiji e più volte anche l'ispettore Yamamura, uno dei "sostituti" di Megure assieme ai fratelli Yokomizo e più di recente Yuminaga. Un po' di prudenza no per l'infallibile detective? Mah!
Gli episodi a se stanti ad un certo punto sono meno coinvolgenti e arrivati ai 30, 40 volumi ci tocca ormai vedere casi sempre o quasi uguali a se stessi e con delitti sempre più presumibilmente improbabili e moventi a volte assurdi... alt, ecco uno dei limiti della serie: i moventi. Certo, non è che anche nella realtà ce ne siano molti, ma insomma, possibile che sia quasi sempre la vendetta verso una persona che si è comportata male o addirittura ha commesso un crimine?!?
Oltre a "riciclare" le dinamiche, ci toccano pure le solite situazioni tra Ran e Shinichi che mano a mano si fanno sempre più insopportabili fino a diventare ridicole. Poi onestamente nonostante lei sia una cara e altruista ragazza, anche se quando serve sa menare le mani, fa con tutto il rispetto veramente lavorare poco il cervello e in certe situazioni ti chiedi come faccia ad essere così fessa. Anche se in più di un'occasione è stata sul punto di scoprire la vera identità di Conan.
Nel primo e migliore caso, quello del volume 3. Poi nel volume 14 e lì basta che arrivi Yukiko, la mamma del protagonista, a raccontare una storia poco credibile per fregarla. Bah! Finita qui? Macché! Nel 25 e 26 infatti, cioè nella famosa storia del "Cavaliere nero" la nostra, non si sa questa volta bene come (o almeno io non l'ho capito) è ormai convinta che Conan sia Shinichi, ma grazie ad un escamotage decisamente ben più convincente del precedente i suoi dubbi vengono dissipati. A questo punto i dubbi sono dissipati? Macché! Perché l'autore, forse per fare un altro po' di riciclo al fine di allungare ulteriormente l' opera, ripropone nuovamente questa situazione nei volumi 46 e 47 in un modo a mio parere poco riuscito con lei che ho trovato veramente irritante tra l'altro. Poi strano, visto come ci tiene alla continuity (vedi ad esempio i casi del virus informatico "Barone della notte", del paikal e di Tequila) non faccia ripensare alla nostra gli avvenimenti dell'episodio del CN. Bah! Giusto per sottolineare come sia un episodio veramente buttato lì. Meno male che successivamente non ce ne saranno più, almeno fino a dove sono arrivato io.
Un altro riciclo fastidioso è quello delle situazioni amorose. Gosho in certi casi sembra più preoccupato di dare a tutti o quasi un partner e così ecco che abbiamo situazioni standard d'indecisione, altre che si ripetono e amicizie d'infanzia che spuntano come funghi. Fa eccezione, almeno fino ad un certo punto, la bella love story tra Sato e Takagi che nasce nella serie e che vediamo evolversi mano a mano. Solo che poi allunga anche questa sin troppo dopo che nel volume 44 sembra ormai sul punto di scrivere la parola "fine" visto l'atteggiamento molto intimo che i due ormai avevano salvo poi avere una "regressione".
Poi già che c'è, giusto perché ormai la serie non è abbastanza ampia ecco arrivare Yumi, l'amica del cuore di Sato, che non è altro che una versione meno riuscita di Sonoko e onestamente il suo fare rompi e impiccione non me la rende molto simpatica. Per Takagi invece c'è il più simpatico Chiba.
In tutto questo la trama principale tiene botta e abbiamo episodi a mio parere molto belli come "Incontro indesiderato" (24), il mio preferito, "Il dirottamento nell' autobus" (29) e "Il diaro" (37-38), finale a parte. Poi viene attuata una delle creazioni migliori: Vermouth! In questa saga (perché ormai la serie andrà avanti così) è lei l'avversario principale di Conan. Astuta, sadica, impudente, metodica... un avversario come si vedrà sfaccettato e che in certi casi almeno a me ha messo un po' di paura. Oltre a lei arrivano anche Jodie e più sullo sfondo Akai, un tipo che si aggira per Tokyo. Senza tralasciare un' apparizione di James Black, che però rivedremo volumi e volumi dopo. Il tema è quello della caccia ad Ai, ma non mancheranno rivelazioni sugli scopi dell'organizzazione nel già citato episodio "Il diaro". Anche se ad un certo punto Jodie, uno dei miei personaggi preferiti, non la vediamo più per qualche volume la trama rimane interessante come anche nel caso del flashback del viaggio a New York di Ran e Shinichi. Unico neo, il volere inserire a forza casi che non centrano niente o quasi con la trama che non risultano nella maggior parte dei casi molto interessanti, Purtroppo infatti come già scritto siamo nella fase calante per quanto riguarda questo tipo di situazioni.
Tornando invece alla saga, anche se forse un po' dispersiva, visto anche che va dal 24 al 42, è comunque molto interessante e non dimenticandosi che si tratta in fondo di una serie gialla, l'autore semina indizi per poter scoprire l'identità con cui agisce il cattivo.
Un altro punto importante è il focalizzarsi molto su Ai, sulle sue ansie, le sue paure, le sue riflessioni, i suoi affetti, il suo passato e sulla sua maturazione come personaggio.
Per questa bella saga ci si attenderebbe un finale scoppiettante, ma a mio avviso così non è stato. Nel famosissimo episodio ribattezzato dai fan "Halloween party" e considerato da molti il migliore della serie, oltre ad un po' di atmosfera sulla nave ed il confronto Jodie-Vermouth, non c' è molto. Almeno fino all'ultima parte visto che lì ne succedono veramente di tutti i colori. La W.I.B. che non si sa bene come riesce a fregare quelli dell'F.B.I., Akai che chissà perché torna solo e invece di sparare alle gambe della nemica lo fa al fianco (?), Ran che come scopre che Jodie, che assieme ad Akai fa parte dell'F.B.I., ha scattato delle foto a lei e Shinichi si nasconde dentro il portabagagli della sua macchina (che poteva stare ferma anche per giorni) e come sente degli spari esce, ma invece di fare come fa di solito e cioè stendere il cattivo, preferisce buttarsi a capofitto su Ai dicendole di non preoccuparsi (se non era per Vermouth che per lei nutre una forte riconoscenza sarebbero state fatte fuori tranquillamente), Conan che nonostante Ai avesse utilizzato ne "Il diario" i suo occhiali di riserva per localizzarlo glieli lascia tranquillamente in casa cosicché è nullo il suo tentativo di tenerla lontano da questa situazione. Anche Ai che poco prima come sente il nome di Vermouth è molto spaventata (questo fatto è uno degli elementi cardini della saga) ora di fronte a lei non ha più quelle reazioni che aveva di solito... questo è l'aspetto meno forzato alla fine perché si spiega con il fatto che lei per salvare i suoi amici abbia deciso di sacrificarsi affrontando le sue paure, anche se avviene in maniera un po' troppo affrettata.
A me certe situazioni non è andate a genio ed mi sono più che altro sembrate tutta una forzatura per lasciar scappare Vermouth. Il bello è che da qui in poi il suo personaggio diventerà proprio inutile, presa com'è dal saper parlare solo del "Cool guy" suo, cioè Conan, di "Silver bullet", chi secondo lei è in grado di distruggere l' organizzazione ecc... uno dei due SB sarebbe Conan, ma visto l' astrusità che combina alla fine dell'episodio, viene da chiedersi come questo sia possibile!
Come se non bastasse non ci viene neanche spiegato come Vermouth abbia trovato Conan e Ai! E perché Akai se andava a zonzo così. Oltre a liquidare con due parole le microspie in casa di Agasa. Insomma, non che ci vogliano chissà che spiegazioni, ma si poteva spendere circa un file e mezzo come per la saga successiva.
Comunque da tutto questo bailamme il nostro sente il suono dei tasti del cellulare di Vermouth mentre questa sta mandando al messaggio al boss e come si vedrà in una successiva minisaghetta pare riesca a sapere qual'è! Ecco un altro elemento per la trama principale! Ormai si è ansiosi di tirare le fila e approfondire tutto! Ma, ohi ohi, un momento, che succede? Perché l' F.B.I. non fa domande ad Ai e Conan sui M.I.B.? Perché non chiedono al secondo chi sia in realtà (mi rifiuto di credere che pensino che sia solo un bambino sveglio!)? Perché il nostro invece di dare il numero del boss agli agenti federali e lo vorebbe dare a Takagi che di questa storia non sa niente rischiando, come gli dice Ai, di mandarlo incontro ad un grave pericolo?!? Perché nella trama non vengono più ripresi proprio per niente gli scopri dell' org.? Perché Agasa e Conan non parlano di nuovo del padre di Ai dopo che erano stati interrotti dal rischiare di tamponare un camper!?! E così via.
Insomma è come se tutti i temi della serie fin'ora affrontati cadessero in una specie di stasi. Sic! E tutto ciò può avere una sola motivazione e cioè quello di allungare il brodo!
Infatti nella successiva saga, che va dai volumi 48 al 59 ed ha comunque il merito di essere più corta e lineare, Ai, ora che ha ritrovato una certa serenità ed è pronta ad affrontare l'organizzazione, viene messa quasi del tutto in disparte e come se non bastasse l'F.B.I., che non si capisce se agisca clandestinamente (!) da solo o, come accadrebbe nella realtà, assieme alle autorità locali, sbuca pure la C.I.A.!?! Che cacchio centra questa mo!?! Boh! Speriamo che si abbia una risposta decente. C'è pure il fatto che da qui in poi Gosho prende una brutta abitudine e cioè quello di far succedere i grandi avvenimenti della trama principale intorno ai centenari (e nell'ultima neanche questo). Infatti quest'arco comincia nel file 499 e finisce nel 609, aprendosi con due casi che hanno a che fare con l' org.. Anche interessanti e godibili. Anche se Gosho dopo aver fatto un passo avanti sembra volerne fare due indietro visto che Gomon, il politico che i M.I.B. vogliono uccidere perché lo considerano un potenziale nemico, si fa da parte a causa di uno scandalo neanche suo, ma del padre! Forse in Giappone si usa così. Boh! C'è poi l' ingenuità di fornirlo di guardie del corpo non molto preparate visto che non riescono a vedere Kianti e Korn, due M.I.B. alla loro prima comparsa, appostati sugli edifici in maniera non troppo nascosta quando Jodie e Conan ci riescono benissimo.
Ma allora bisognerebbe chiedersi com'è possibile che una potentissima organizzazione criminale non s'insospettisca del non sentir parlare sui giornali e nei Tg della scomparsa di questo Shinichi Kudo. Forse non li leggono e vedono? E perché dopo che questa non è stata accertata nel referto delle vittime cui è stato somministrato il veleno, si "limita" ad andare a casa sua? Figurati se uno che ha subito un' aggressione simile ci ritorna ben bello da solo (anche se come di vedrà dopo nel caso di Shinichi in fondo va pure bene). Ma spiare i genitori, controllare i necrologi o qualcosa di simile del periodo no è? Senza dimenticare che a confermarla è stata Ai, che di lì a poco sarebbe scappata. Mah!
Comunque, tornando alla saga, questa nella parte centrale si focalizza sulla ricerca di indizi di Conan riguardo Rena Mizunashi, almeno in apparenza una W.I.B., Eisuke Hondo, un ragazzo da poco trasferitosi nella zona che, siccome ha saputo che Kogoro è stato uno degli ultimi a vederla prima della sua scomparsa, decide di conoscerlo per vedere se possa portarlo a lei, e la ricerca dei M.I.B. di Rena che ha come nome in codice Kir.
Nell'episodio che chiude la saga assistiamo ad uno scontro tra l' F.B.I. e l' org. ed è piuttosto coinvolgente, anche se i nuovi membri presentatici, Kianti e Korn, continuano (e continueranno) a fare poco e Vermouth ormai sa solo sproloquiare sul "Cool guy" suo e sui "Silver bullet" e il suo impiego in questa saga è stato veramente forzato. Continua ad esserci credo perché è un personaggio amato dall'autore e dai lettori, ma onestamente se mancava era uguale visto che quanto fa nei volumi 48 e 49 e 52 e 53, e cioè mettersi una semplice maschera e basta e andare a chiedere delle informazioni in giro, poteva farlo un qualsiasi altro membro a mio avviso. Poi per come ormai i M.I.B. ci vengono presentati, sembrano più, con tutto il rispetto, una banderella da quattro soldi visto che vediamo ormai quasi sempre i soliti 5. Tra l'altro nel volume 2 Akemi dice che l'organizzazione è avvolta nel mistero. Forse varrà solo per il Giappone perché negli States paiono sapere di tutto di più visto l' impiego di F.B.I. e C.I.A.! Mah! Ecco che succede quando un' opera dura troppo e l'autore è "costretto" a cambiare le carte in tavola.
Comunque nonostante sia stata fatta più che altro per allungare il brodo, tutta questa vicenda risulta godibile e coinvolgente. Certo, Jodie purtroppo nell'episodio conclusivo fa la figura della caciottara. O.K. che si deve mettere in luce Akai che fin' ora se n' era giusto andato a zonzo e aveva dato prova della sua mira infallibile, ma che bisogno c'era di "svilire" così lei? Boh! Giusto poi perchè uno in più, uno in meno ormai non fa più differenza, ecco arrivare un nuovo personaggio Camel, un altro agente federale, che, come spesso succede in questa serie, all'inizio pare chissà che e poi l' autore lo fa sembrare un pirla (soprattutto in questo caso) e o non lo utilizza più molto come a farlo rimanere giusto perché ormai è nella mischia e ci deve rimanere. Almeno Eisuke l'ha spedito in America.
Finito comunque un arco se ne apre un altro e ciò avviene nella stessa vicenda.
Se i casi a se stante ormai sono quasi sempre solo un peso per l' opera, la trama principale in generale ha continuato a darci diverse soddisfazioni. La stessa vicenda di Rena ed Eisuke, nonostante sia un allungamento di brodo e non citi minimamente quasi alcun argomento fin'ora trattato in precedenza, è comunque godibile. Ora però Gosho con l' allungamento esagera. E non solo con quello. Infatti dilata i tempi a dismisura e mentre prima a metà saga aveva messo i M.I.B. e l' F.B.I., anche se di contorno, con interessanti informazioni su Rena, qui invece ci toccano non uno, ma ben due ritorni di Shinichi grande e il "dictat" da un certo punto in poi pare essere "Far apparire i M.I.B. e parlarne il meno possibile"! Sic!
Spendiamo un attimo due parole su questi ritorni del protagonista all'età che ha all'inizio della storia.
Il primo e il secondo sono quelli dei già citati volumi 10 e 25 e 26. Penso che nei piani originali l'autore volesse farlo tornare ragazzo solo alla fine, ma visto poi i cambi di direzione della serie, pare ad opera dell'editore per sfruttarne il successo, ecco che dopo uno ne sono seguiti altri. La vicenda del CN si riallaccia un po' a quanto avvenuto nel volume precedente e in generale è un bell'episodio. Peccato per qualche nota stonata come il fatto che quasi tutti gli studenti quando vedono Shinichi lo accolgono quasi come una divinità facendo anche la figura dei pirla, una Ran verso la fine saccentina che dice addirittura di aver sempre sospettato che lui fosse Conan (e quando avvenuto nei volumi 3 e 14 lo cancelliamo?), che non fa caso a al fatto che una bimbetta se ne stia soletta in uno scantinato ad armeggiare con un PC non certo per giocarci, e che quando lui la porta a cena pensa che sia per gli appunti di scuola (!) e uno Shinichi decisamente maleducato nei confronti della sua bella quando questa prima di andare a scuola passa a casa sua e che si rifà vedere in giro tranquillamente quando c'è un'organizzazione criminale che se scopre che è vivo sono cavoli!
Almeno comunque questi due ritorni sono legati alla trama principale. Invece gli altri due sembrano giusto fatti apposta per allungare il brodo. Il terzo meriterebbe un capitolo a parte per quanto tutta la vicenda sia veramente forzata e astrusa con Ai veramente svilita! Il quarto invece in sé e per sé è godibile, ma in un momento simile della trama pare fuori luogo e Ai e Conan sono proprio due idiomi visto che quest'ultimo se ne va tranquillamente a Londra come se nulla fosse. Per un'organizzazione potente ora non credo sia impossibile tenere sott'occhio le partenze e gli arrivi degli aeroporti. Bah! Tra l'altro Ai è la prima che dice che ci vuole molta, ma molta prudenza (risultando a volte anche pesante) e qui questa cosa del farlo tornare grande la propone lei!?! Un'altra nota stonata è il fatto che l' argomento dell'antidoto non veniva toccato da volumi e volumi e quando finalmente torna non è per la trama principale, ma per queste robe!?! Bah! Tra l'altro visto pure che Shinichi s'era sentito male nel 26, la situazione era di tensione mentre ora ormai il tutto è ridotto ad una barzelletta. Bah!
Poi possibile che nonostante i suoi genitori siano pieni di soldi e l'abbiano portato in diverse città, non siano mai andati a Londra, patria del suo idolo Sherlock Homes!?!
A proposito della mamma e del papà del protagonista, Yukiko Kudo, ex attrice prodigio che ha rinunciato alla carriera cinematografica per l'amore, e Yusaku Kudo, famoso scrittore di gialli, i due compaiono per la prima volta nei volumi 5 e 6, quando informati da Agasa di tutta la situazione cercano di distoglierlo dal voler andare affrontare l' organizzazione da solo, ma lui scacchiato gli risponde irrispettosamente che il pallone è suo e ci gioca lui! Sic! Lei è preoccupata, ma lui tranquillo le dice che tra un po' verrà da loro a chiedere aiuto. Così però non avviene e nelle due successive apparizioni non si parla minimamente dei M.I.B.. Successivamente Yukiko viene fatta entrare nella trama principale mentre Yusaku no. Questo è uno dei punti per cui molti credono che lui possa essere... il boss! Così come il fatto che Ai non l'ha incontrato e quindi il suo fiuto scova M.I.B. (veramente ha questa "facoltà" come lei stessa spiega!) non può identificarlo come tale. Poi li ritroviamo insieme in un'inutile episodio prequel di Shinichi ed Heiji e in uno più interessante con Kaito Kid senior ambientato 10 anni prima dei fatti odierni dove ovviamente vediamo diversi personaggi più giovani. Anche Kogoro e la sua consorte Eri che di lì a poco si separeranno. Curioso che dopo 10 anni i due vogliano rimettersi insieme, salvo ovviamente rimandare per qualche cacchiata e che Ran sia andata a a 6-7 anni (!) a vivere con il padre. Magari in Giappone si usa così. Boh! Tornando invece ai genitori di Shinichi appaiono infine nel succitato caso di Londra giusto per poche pagine per salvare il fondoschiena al figlio in maniera molto forzata. Sic!
Prima ho citato Kaito Kid. Egli era un ladro-prestigiatore che si scontrò con un organizzazione che lo fece fuori. Suo figlio una volta cresciuto e saputo tutto decide di prenderne il posto e di voler fare uscire allo scoperto questi criminali. Questo personaggio ha una serie tutta sua intitolata appunto "Kaito Kid" ed è la prima di Gosho. L'org. presente in essa non è la stessa di DC.
L' autore ha deciso, penso anche perché fin'ora sono usciti in oltre 20 anni 4 volumetti e poco più (!), d' inserirlo, assieme al suo rivale Akuba, qui facendo scontrare i due protagonisti più di una volta, in episodi a volte belli, a volte poco coinvolgenti e ripetitivi. Di recente lo abbiamo trovato 4 volte in poco tempo. Giusto per allungare il brodo ulteriormente? Penso di si. Anche se ultimamente latita.
Parlando invece della nuova saga, questa sembra in parte ricalcare quella di Ai, Vermouth e Jodie, con l'inserimento di un nuovo M.I.B., Bourbon e uno studente d'ingegneria di nome Okiya e altri personaggi che nel proseguo compariranno. Onestamente il primo non ha certo il fascino della W.I.B., anche perché, quantomeno nelle sue vesti, neanche lo vediamo credo. Tra l'altro questa saga non si sa nemmeno troppo dove voglia andare a parare. Dovrebbe riportare in primo piano Ai, ma poi prende un'altra direzione e poi un'altra ancora.
Aggiungiamoci che dopo il file 700 gli uomini in nero spariscono quasi del tutto e che per ben 63 file la trama principale va avanti solo in uno, stiamo proprio apposto. Sic! Il bello, o brutto sarebbe più corretto dire, è che questo nuovo arco è ancora in corso in Giappone e non dà affatto l'idea di essere ultima e quindi la serie che ormai dura da circa 18 anni (!) chissà quando finirà.
Ho finito questo lungo pistolone su "Detective Conan", una serie che in questi 10 anni circa mi ha decisamente appassionato, ma anche mano a mano deluso per il suo rimandare a data da destinarsi il tutto, far scadere molti personaggi (pure il protagonista che dopo un iniziale percorso di maturazione personale e professionale come si vede nei volumi 2, 7 e 15 e 16 viene presentato, soprattutto quando è grande, sempre o quasi allo stesso modo pirlone), riciclare le varie situazioni e non dare uniformità all'opera. Se fosse durata una decina di anni e passa di meno avremmo probabilmente avuto una serie più omogenea ed intrigante che sul breve periodo non rischia di annoiare. Magari non ci sarebbero stati un sacco di personaggi, alcuni interessanti altri superflui a mio parere, come Heiji, Sato, Takagi, Jodie, Akai e Vermouth, che a me in generale piacciono, però in cambio di un' opera più omogenea e meno dispersiva li avrei con tutto il rispetto barattati.
Parlando del tratto dell'autore, che ovviamente si è negli anni evoluto, a me piace molto il periodo di fine anni 90, primi anni duemila. Apprezzo anche quello precedente anche se forse troppo cartoonesco mentre quello degli ultimi anni non mi fa impazzire, anche se a molti piace.
Non si possono infine spendere due parole sulla vita editoriale di DC nel nostro paese.
Da noi la serie è arrivata nel 98 per mano della Comic art che pubblicò i primi episodi in volumi più piccoli rispetto agli originali. A causa però della chiusura dello storico editore nel 2000 venne interrotta. Poco dopo a prendere i diritti è stata la Kabuki che per ragione mai capite fino in fondo ha faticato e far arrivare sul mercato questa ed altre serie. Di DC è riuscita a pubblicare giusto il primo numero ad inizio 2003 mi pare, nonostante sul suo sito internet comparissero anche le immagini di quelli immediatamente successivi. Infine a fine 2004 la Star comics ha acquistato i diritti nonostante la Kabuki dicesse che erano ancora in mano sua salvo però poi non far sapere più nulla e "sparire misteriosamente". Da febbraio 2005 l'ormai storica casa pubblica ininterrottamente la serie.
Per finire dico che quando la serie terminerà la finirò a leggere, ma per il momento mi stoppo perché onestamente ora come ora non ne posso più di questo finire a chissà quando dopo 72 volumi con tutto il rispetto. Il che è un peccato. A mio parere DC meritava una sorte migliore. Comunque, quantomeno in parte, è una serie che merita.
Detective Conan, conosciuto anche come Meitantei Conan, è un manga giallo di Gosho Aoyama, autore anche di Magic Kaito e Yaiba, ancora in corso in Giappone. Il manga è iniziato nel '94, e può vantare di ben 75 volumi.
La storia narra di un liceale, Shinichi Kudo, che ama i romanzi gialli e risolvere gli enigmi. Questa passione l'ha presa dal padre, che di mestiere fa lo scrittore di gialli. Shinichi sogna di diventare "Lo Sherlock Holmes del nuovo millennio". Un giorno, durante un appuntamento con la sua amica Ran ad un parco divertimenti, avviene un omicidio, ma Shinichi con la sua brillante deduzione riesce a risolvere il caso. Tuttavia prima di tornare a casa insegue un uomo tutto vestito di nero e dall'aria losca: così Shinichi assiste ad uno scambio di denaro tra l'uomo e un'altra persona. Improvvisamente, da dietro le spalle del nostro compare un altro uomo vestito interamente di nero; quest'ultimo gli dà una botta, facendolo svenire, e gli fa ingerire una strana sostanza. Al risveglio, Shinichi scopre di essere tornato bambino: cosa gravissima, perché ora nessun "adulto" lo crede. Allora va dal suo amico, vicino di casa: il professor Agasa. Inizialmente non gli crede, ma poi, ascoltando alcune sue deduzioni, capisce che quel bambino è il vero Shinichi. Dopo varie cose, Shinichi va ad abitare a casa di Ran, sotto il nome di "Conan Edogawa". Ora Conan deve scoprire chi sono quegli "uomini vestiti di nero" e come fare per ritornare normale. E così iniziano le avventure del piccolo grande detective Conan.
Detective Conan è un manga diverso dagli soliti Shonen manga. Non ci sono combattimenti con armi, magie e cose varie. Detective Conan, innanzitutto, è un giallo. Cosa che lo distingue da tanti altri manga. Io adoro i gialli, quindi non è strano che sia tanto appassionata a Detective Conan. Gosho è fantastico a riuscire ad inventarsi tutti questi casi... Anche dopo 75 volumi, Detective Conan è ancora un bel manga.
Ma come ogni manga, anche Detective Conan ha le sue pecche: la storia si sviluppa in modo fin troppo lenta. E' pieno di casi inutili. Se prendessimo solo i volumi in cui viene portata avanti la trama, cioè i capitoli in cui compare l'Organizzazione, allora credo che ci sarebbero solo una decina di volumi.
Un'altra cosa che non mi è ben chiaro è il tempo. Il tempo, in che modo trascorre in questo manga? Nel volume 33 era San Valentino, e nel volume 69 era il giorno del White Day, cioè un mese esatto dopo San Valentino. A questo punto mi viene da pensare: o quel White Day era di un anno e un mese dopo, oppure in tutti quei volumi è trascorso solo un mese. Un mese che comprende primavera, estate, autunno, inverno.
Passando allo stile di disegno: se prendiamo il primo volume e uno dei più recenti, possiamo notare benissimo come è cambiato il suo modo di disegnare. Prima disegnava i volti in modo abbastanza grande, non si capiva come era la pettinatura di Ran e le orecchie arrivavano fino al collo. Preferisco nettamente di più lo stile che ha ora. Comunque, in qualsiasi caso, lo stile di Gosho è, secondo me, molto originale, ha uno stile tutto suo.
Per concludere... Anche se ho detto tutte quelle cose negative su Detective Conan, adoro lo stesso questo manga. A chi potrebbe non appassionare un manga interessante come questo?
Voto 9, perché è una serie in corso. Prima di dare un 10 vorrei vedere come finisce. Sempre se finirà, ovviamente. Lo consiglio a tutti gli appassionati di gialli!
La storia narra di un liceale, Shinichi Kudo, che ama i romanzi gialli e risolvere gli enigmi. Questa passione l'ha presa dal padre, che di mestiere fa lo scrittore di gialli. Shinichi sogna di diventare "Lo Sherlock Holmes del nuovo millennio". Un giorno, durante un appuntamento con la sua amica Ran ad un parco divertimenti, avviene un omicidio, ma Shinichi con la sua brillante deduzione riesce a risolvere il caso. Tuttavia prima di tornare a casa insegue un uomo tutto vestito di nero e dall'aria losca: così Shinichi assiste ad uno scambio di denaro tra l'uomo e un'altra persona. Improvvisamente, da dietro le spalle del nostro compare un altro uomo vestito interamente di nero; quest'ultimo gli dà una botta, facendolo svenire, e gli fa ingerire una strana sostanza. Al risveglio, Shinichi scopre di essere tornato bambino: cosa gravissima, perché ora nessun "adulto" lo crede. Allora va dal suo amico, vicino di casa: il professor Agasa. Inizialmente non gli crede, ma poi, ascoltando alcune sue deduzioni, capisce che quel bambino è il vero Shinichi. Dopo varie cose, Shinichi va ad abitare a casa di Ran, sotto il nome di "Conan Edogawa". Ora Conan deve scoprire chi sono quegli "uomini vestiti di nero" e come fare per ritornare normale. E così iniziano le avventure del piccolo grande detective Conan.
Detective Conan è un manga diverso dagli soliti Shonen manga. Non ci sono combattimenti con armi, magie e cose varie. Detective Conan, innanzitutto, è un giallo. Cosa che lo distingue da tanti altri manga. Io adoro i gialli, quindi non è strano che sia tanto appassionata a Detective Conan. Gosho è fantastico a riuscire ad inventarsi tutti questi casi... Anche dopo 75 volumi, Detective Conan è ancora un bel manga.
Ma come ogni manga, anche Detective Conan ha le sue pecche: la storia si sviluppa in modo fin troppo lenta. E' pieno di casi inutili. Se prendessimo solo i volumi in cui viene portata avanti la trama, cioè i capitoli in cui compare l'Organizzazione, allora credo che ci sarebbero solo una decina di volumi.
Un'altra cosa che non mi è ben chiaro è il tempo. Il tempo, in che modo trascorre in questo manga? Nel volume 33 era San Valentino, e nel volume 69 era il giorno del White Day, cioè un mese esatto dopo San Valentino. A questo punto mi viene da pensare: o quel White Day era di un anno e un mese dopo, oppure in tutti quei volumi è trascorso solo un mese. Un mese che comprende primavera, estate, autunno, inverno.
Passando allo stile di disegno: se prendiamo il primo volume e uno dei più recenti, possiamo notare benissimo come è cambiato il suo modo di disegnare. Prima disegnava i volti in modo abbastanza grande, non si capiva come era la pettinatura di Ran e le orecchie arrivavano fino al collo. Preferisco nettamente di più lo stile che ha ora. Comunque, in qualsiasi caso, lo stile di Gosho è, secondo me, molto originale, ha uno stile tutto suo.
Per concludere... Anche se ho detto tutte quelle cose negative su Detective Conan, adoro lo stesso questo manga. A chi potrebbe non appassionare un manga interessante come questo?
Voto 9, perché è una serie in corso. Prima di dare un 10 vorrei vedere come finisce. Sempre se finirà, ovviamente. Lo consiglio a tutti gli appassionati di gialli!
Detective Conan è un manga di Gosho Aoyama, autore di Yaiba, vincitore nel 1992 di un Shogakukan Manga Award.
Detective Conan è un manga giallo che può attirare non solo gli appassionati del genere, ma anche lettori attirati da tutt'altro. Un manga, dunque, che si lascia leggere capitolo dopo capitolo invogliandovi a stanare assassini e truffatori. Tutto questo contornato da un ricco set di personaggi che, di capitolo in capitolo, cambiano, delineando sempre le loro sfaccettature caratteriali. Ottima scelta, che non porta il lettore ad annoiarsi dei soliti quattro o cinque personaggi che sono sempre protagonisti.
Un altro punto a suo favore è anche l'infinita varietà di luoghi dove si svolgono le vicende, che vanno da locali pubblici quali ristoranti, bar, sale giochi, fino a passare nel cuore di Tokyo, Osaka, montagne e spiagge cristalline.
Altra scelta interessante è quella di non incentrare la trama principale in tutti i capitoli, distaccando il lettore dalla solita routine ed invogliarlo all'acquisto del numero successivo.
Anche l'assenza di ragazze prosperose, caratteristica tipica di molti manga, o scene soft erotiche, non vanno ad incidere, anzi, la loro presenza potrebbe essere fuori luogo.
Ma se questi elencati sono i pregi non possiamo tralasciare i difetti.
Già, i difetti sono impossibili da credere, ma come in ogni opera ve ne sono alcuni anche molto evidenti.
Partiamo dal disegno dei personaggi. Nel corso dell'opera, è quasi impossibile non notare il cambiamento dello stile dei disegni, mentre gli sfondi rimangono invariati nella loro rappresentazione. I personaggi subiscono un cambiamento radicale, passando da dei disegni rotondeggianti a spigolosi, con nasi esageratamente pronunciati.
Il difetto sta solo nell'abitudine. Un lettore più pignolo potrebbe non gradire il cambiamento del suo personaggio preferito, ma di sicuro, dopo un'attenta visualizzazione, il cambiamento sarà positivo, poiché la qualità rimarrà invariata.
Secondo difetto: la lunghezza. L'opera ha, infatti, raggiunto i 72 volumi in Italia e non accenna a fermarsi. In questo modo, l'autore rischia di rimanere senza idee, portandolo a termine frettolosamente, rovinando cosi un manga eccezionale.
Pochi lettori saranno seccati della lunghezza, poiché come ho già detto in precedenza, ogni numero presenta sempre più sorprese e misteri e una buona quantità, oltre la qualità, dei singoli personaggi.
Concludendo, un manga da leggere e tenere in libreria, se si ha la possibilità, magari gustandolo in una serata fredda davanti al camino.
Avanti, tocca a voi: sarete più astuti di Shinichi Kudo?
Una curiosità sul piccolo detective. Nella città natale del Maestro Aoyama, Daiei Town (divenuta Hokuei Town dopo la fusione con Hojo, nella prefettura di Tottori), si possono trovare sparse qua e là statue dedicate al piccolo protagonista e un museo a lui dedicato.
Beh, che dire, un vero e proprio fenomeno.
Detective Conan è un manga giallo che può attirare non solo gli appassionati del genere, ma anche lettori attirati da tutt'altro. Un manga, dunque, che si lascia leggere capitolo dopo capitolo invogliandovi a stanare assassini e truffatori. Tutto questo contornato da un ricco set di personaggi che, di capitolo in capitolo, cambiano, delineando sempre le loro sfaccettature caratteriali. Ottima scelta, che non porta il lettore ad annoiarsi dei soliti quattro o cinque personaggi che sono sempre protagonisti.
Un altro punto a suo favore è anche l'infinita varietà di luoghi dove si svolgono le vicende, che vanno da locali pubblici quali ristoranti, bar, sale giochi, fino a passare nel cuore di Tokyo, Osaka, montagne e spiagge cristalline.
Altra scelta interessante è quella di non incentrare la trama principale in tutti i capitoli, distaccando il lettore dalla solita routine ed invogliarlo all'acquisto del numero successivo.
Anche l'assenza di ragazze prosperose, caratteristica tipica di molti manga, o scene soft erotiche, non vanno ad incidere, anzi, la loro presenza potrebbe essere fuori luogo.
Ma se questi elencati sono i pregi non possiamo tralasciare i difetti.
Già, i difetti sono impossibili da credere, ma come in ogni opera ve ne sono alcuni anche molto evidenti.
Partiamo dal disegno dei personaggi. Nel corso dell'opera, è quasi impossibile non notare il cambiamento dello stile dei disegni, mentre gli sfondi rimangono invariati nella loro rappresentazione. I personaggi subiscono un cambiamento radicale, passando da dei disegni rotondeggianti a spigolosi, con nasi esageratamente pronunciati.
Il difetto sta solo nell'abitudine. Un lettore più pignolo potrebbe non gradire il cambiamento del suo personaggio preferito, ma di sicuro, dopo un'attenta visualizzazione, il cambiamento sarà positivo, poiché la qualità rimarrà invariata.
Secondo difetto: la lunghezza. L'opera ha, infatti, raggiunto i 72 volumi in Italia e non accenna a fermarsi. In questo modo, l'autore rischia di rimanere senza idee, portandolo a termine frettolosamente, rovinando cosi un manga eccezionale.
Pochi lettori saranno seccati della lunghezza, poiché come ho già detto in precedenza, ogni numero presenta sempre più sorprese e misteri e una buona quantità, oltre la qualità, dei singoli personaggi.
Concludendo, un manga da leggere e tenere in libreria, se si ha la possibilità, magari gustandolo in una serata fredda davanti al camino.
Avanti, tocca a voi: sarete più astuti di Shinichi Kudo?
Una curiosità sul piccolo detective. Nella città natale del Maestro Aoyama, Daiei Town (divenuta Hokuei Town dopo la fusione con Hojo, nella prefettura di Tottori), si possono trovare sparse qua e là statue dedicate al piccolo protagonista e un museo a lui dedicato.
Beh, che dire, un vero e proprio fenomeno.
Non posso che dare 10, a questo manga, o meglio, a questo capolavoro. Difatti, Detective Conan, è a parer mio uno dei migliori shonen di sempre, diverso dai soliti, ma non meno appassionante e coinvolgente.
Il manga narra la vita di Shinichi Kudo, un genio del giallo, infallibile e impeccabile in ogni caso, caratterizzato dalla passione verso Sherlock Holmes.
Un giorno, però, recatosi al luna park con la sua compagna di liceo, Ran, si trovò davanti a un caso di omicidio. Shinichi riuscì a trovare i presunti colpevoli, due uomini macabri, agghiaccianti, completamente vestiti di nero e, con una scusa per non fare preoccupare Ran si congedò e iniziò a seguire i due uomini. Purtroppo però quel giorno qualcosa andò storto; i due, infatti, si accorsero della presenza del giovane e, dopo avergli fatto perdere i sensi, gli fecero ingoiare una "medicina", frutto degli esperimenti del loro clan, mai sperimentata, la quale avrebbe dovuto far morire il povero detective. Tuttavia la sostanza fece rimpicciolire Shinichi, fino a farlo diventare un bambino delle elementari! Da quel momento Shinichi, si farà chiamare Conan (da Arthur Conan Doyle, l'autore di Sherlock Holmes) e con la collaborazione del dottor Agasa continuerà a risolvere casi, riuscendo a non far scoprire la sua vera identità.
Oggigiorno Detective Conan conta più di 70 volumi, davvero molti, soprattutto perché se qualcuno volesse incominciare la serie si potrebbe fare intimorire dal grande numero, ma i punti a favore di questo manga sono molteplici e fanno della lunghezza un problema secondario.
Infatti i casi sono sempre interessanti e complessi, e non lasciano mai a desiderare. Personalmente adoro quelli che si svolgono nei boschi, o nelle baite nei monti, oppure quelli dei Detective Boys, la banda di piccoli investigatori capitanata da Conan e Ai. Tuttavia i migliori sono senza dubbio quelli dove sono presenti gli "Uomini in Nero" (l'associazione che ha fatto rimpicciolire Shinichi) poiché l'azione è maggiore e la suspense sale alle stelle.
Per quanto riguarda i disegni, invece, questi ultimi, migliorano molto dai primi volumi, dove il tratto era molto acerbo e spigoloso diventando fluidi e realistici.
Inoltre la trama è diversa dal solito shonen e offre, infatti, qualcosa di unico e originale.
Infine i personaggi sono curati molto bene quanto caratterizzati. Non sono messi tanto per fare, a caso, ma ognuno riveste una funzione specifica all'interno del manga, e hanno tutti caratteristiche e personalità ben distinte.
Ritengo anche che Detective Conan sia aperto a tutti, sia ai ragazzi che alle ragazze, perché oltre ai casi tratta anche diverse storie d'amore; per esempio, quella fra Kazuha e Heiji, Sonoko e Makoto e, ovviamente, la più importante, appassionante anche se movimentata storia che vede protagonisti Shinichi e Ran.
Il manga è pubblicato in Italia dalla Star Comics che, a parer mio, è riuscita a proporre un'edizione semplice ma ben fatta. Infatti, la carta e l'inchiostro sono buoni e il manga è manovrabile e apribile (non come gli obbrobri della Panini...). Infine il prezzo, 3.90 €, è moderato e accessibile a tutti. L'unica pecca è la periodicità, a cadenza mensile dal numero 1 al numero 61, successivamente bimestrale dal 62 al 71 e , ahimè, dal 72 quadrimestrale.
Le mie congratulazioni vanno, poi, all'autore Gosho Aoyama, che ha mostrato la sua agilità nel creare storie differenti e mai noiose. Inoltre, anche se molte persone vorrebbero che Detective Conan finisse al più presto, io desidererei che continuasse all'infinito perché a ogni numero mi ritornano in mente le emozioni e la gioia che provavo quando da bambino, non vedevo l'ora di guardare gli episodi alla televisione per entrare nel mondo di Detective Conan.
Infine consiglio Detective Conan a chi è appassionato di gialli o a chi, semplicemente, si vuole immergere in qualcosa di diverso dal solito, e spero di aver potuto invogliarvi all'acquisto di questo manga che penso meriti davvero.
Il manga narra la vita di Shinichi Kudo, un genio del giallo, infallibile e impeccabile in ogni caso, caratterizzato dalla passione verso Sherlock Holmes.
Un giorno, però, recatosi al luna park con la sua compagna di liceo, Ran, si trovò davanti a un caso di omicidio. Shinichi riuscì a trovare i presunti colpevoli, due uomini macabri, agghiaccianti, completamente vestiti di nero e, con una scusa per non fare preoccupare Ran si congedò e iniziò a seguire i due uomini. Purtroppo però quel giorno qualcosa andò storto; i due, infatti, si accorsero della presenza del giovane e, dopo avergli fatto perdere i sensi, gli fecero ingoiare una "medicina", frutto degli esperimenti del loro clan, mai sperimentata, la quale avrebbe dovuto far morire il povero detective. Tuttavia la sostanza fece rimpicciolire Shinichi, fino a farlo diventare un bambino delle elementari! Da quel momento Shinichi, si farà chiamare Conan (da Arthur Conan Doyle, l'autore di Sherlock Holmes) e con la collaborazione del dottor Agasa continuerà a risolvere casi, riuscendo a non far scoprire la sua vera identità.
Oggigiorno Detective Conan conta più di 70 volumi, davvero molti, soprattutto perché se qualcuno volesse incominciare la serie si potrebbe fare intimorire dal grande numero, ma i punti a favore di questo manga sono molteplici e fanno della lunghezza un problema secondario.
Infatti i casi sono sempre interessanti e complessi, e non lasciano mai a desiderare. Personalmente adoro quelli che si svolgono nei boschi, o nelle baite nei monti, oppure quelli dei Detective Boys, la banda di piccoli investigatori capitanata da Conan e Ai. Tuttavia i migliori sono senza dubbio quelli dove sono presenti gli "Uomini in Nero" (l'associazione che ha fatto rimpicciolire Shinichi) poiché l'azione è maggiore e la suspense sale alle stelle.
Per quanto riguarda i disegni, invece, questi ultimi, migliorano molto dai primi volumi, dove il tratto era molto acerbo e spigoloso diventando fluidi e realistici.
Inoltre la trama è diversa dal solito shonen e offre, infatti, qualcosa di unico e originale.
Infine i personaggi sono curati molto bene quanto caratterizzati. Non sono messi tanto per fare, a caso, ma ognuno riveste una funzione specifica all'interno del manga, e hanno tutti caratteristiche e personalità ben distinte.
Ritengo anche che Detective Conan sia aperto a tutti, sia ai ragazzi che alle ragazze, perché oltre ai casi tratta anche diverse storie d'amore; per esempio, quella fra Kazuha e Heiji, Sonoko e Makoto e, ovviamente, la più importante, appassionante anche se movimentata storia che vede protagonisti Shinichi e Ran.
Il manga è pubblicato in Italia dalla Star Comics che, a parer mio, è riuscita a proporre un'edizione semplice ma ben fatta. Infatti, la carta e l'inchiostro sono buoni e il manga è manovrabile e apribile (non come gli obbrobri della Panini...). Infine il prezzo, 3.90 €, è moderato e accessibile a tutti. L'unica pecca è la periodicità, a cadenza mensile dal numero 1 al numero 61, successivamente bimestrale dal 62 al 71 e , ahimè, dal 72 quadrimestrale.
Le mie congratulazioni vanno, poi, all'autore Gosho Aoyama, che ha mostrato la sua agilità nel creare storie differenti e mai noiose. Inoltre, anche se molte persone vorrebbero che Detective Conan finisse al più presto, io desidererei che continuasse all'infinito perché a ogni numero mi ritornano in mente le emozioni e la gioia che provavo quando da bambino, non vedevo l'ora di guardare gli episodi alla televisione per entrare nel mondo di Detective Conan.
Infine consiglio Detective Conan a chi è appassionato di gialli o a chi, semplicemente, si vuole immergere in qualcosa di diverso dal solito, e spero di aver potuto invogliarvi all'acquisto di questo manga che penso meriti davvero.
"Detective Conan" è un manga di successo, davvero ben riuscito, conta più di 70 volumi diffusissimi ed è tuttora in corso.
Shinichi Kudo frequentava il secondo anno di liceo ed era famoso per la sua abilità nel risolvere i misteri finché un giorno durante un giro al luna park con la sua fidanzata Ran decide di inseguire alcuni uomini loschi e, scoperto, gli viene somministrato un nuovo medicinale che l'avrebbe dovuto uccidere, ma che invece lo trasforma in sé stesso da bambino. Questa avventura lo porta ad assumere l'identità di Conan Edogawa e grazie all'aiuto del Professor Agase si fa ospitare a casa di Ran e Kogoro Mori. Riuscirà a mantenere 'vive' tutte e due le identità grazie alla sua intelligenza e all'aiuto dei pochi amici che saranno a conoscenza del suo segreto. Attraverso la sua nuova identità e alcuni gadget creati dal dottor Agase, Conan continuerà ad investigare e risolvere misteri.
Secondo me 'Detective Conan' è un manga veramente appassionante e coinvolgente perché ti prende dall'inizio alla fine e non vedi l'ora di leggere il volume successivo. La lettura è piacevole e chiara, si capisce molto bene perché i personaggi, che variano da caso in caso, vengono sempre presentati bene. Un elemento importante nelle vicende che vedono Conan e che mi ha particolarmente colpito è la fantasia dell'autore nell'inventare 'meccanismi' di omicidio che causano le acute e particolareggiate ispirazioni del protagonista.
Questa serie presenta anche dei volumi speciali chiamati "Detective Conan special Cases"; ha inoltre ispirato un'alta collezione chiamata Kaito Kid, un personaggio che ha fatto le sue prime apparizioni proprio in "Detective Conan".
Merita un 9 e lo consiglio davvero a tutti!
Shinichi Kudo frequentava il secondo anno di liceo ed era famoso per la sua abilità nel risolvere i misteri finché un giorno durante un giro al luna park con la sua fidanzata Ran decide di inseguire alcuni uomini loschi e, scoperto, gli viene somministrato un nuovo medicinale che l'avrebbe dovuto uccidere, ma che invece lo trasforma in sé stesso da bambino. Questa avventura lo porta ad assumere l'identità di Conan Edogawa e grazie all'aiuto del Professor Agase si fa ospitare a casa di Ran e Kogoro Mori. Riuscirà a mantenere 'vive' tutte e due le identità grazie alla sua intelligenza e all'aiuto dei pochi amici che saranno a conoscenza del suo segreto. Attraverso la sua nuova identità e alcuni gadget creati dal dottor Agase, Conan continuerà ad investigare e risolvere misteri.
Secondo me 'Detective Conan' è un manga veramente appassionante e coinvolgente perché ti prende dall'inizio alla fine e non vedi l'ora di leggere il volume successivo. La lettura è piacevole e chiara, si capisce molto bene perché i personaggi, che variano da caso in caso, vengono sempre presentati bene. Un elemento importante nelle vicende che vedono Conan e che mi ha particolarmente colpito è la fantasia dell'autore nell'inventare 'meccanismi' di omicidio che causano le acute e particolareggiate ispirazioni del protagonista.
Questa serie presenta anche dei volumi speciali chiamati "Detective Conan special Cases"; ha inoltre ispirato un'alta collezione chiamata Kaito Kid, un personaggio che ha fatto le sue prime apparizioni proprio in "Detective Conan".
Merita un 9 e lo consiglio davvero a tutti!
Il mio primo manga, quello che mi ha fatto avvicinare a questo mondo. Ho iniziato col volume 35 a 8 anni e a 12 ho deciso di leggere tutta la serie. Ma adesso... BASTA!
Leggere altri manga mi ha aperto gli occhi. Se all'inizio la storia era simpatica, ora è un disastro. Arrivano personaggi nuovi e inutili ai fini della trama ogni minuto, l'autore si gode i soldi e non la smette di allungare la storia. I disegni sono così così, ma la cosa orrenda sono i personaggi. Erano più profondi addirittura quelli di "Piccoli problemi di cuore". E non ne trovi uno che si salvi!
Shinichi è presuntuoso, perfettino e bravo in tutto, Kogoro pensa solo a birre e donne, Ran ha il quoziente intellettivo di un mollusco, Ai è più cinica del dottor House. E gli altri non sono certo meglio. No, aspettate, forse si salvano gli assassini. La cosa triste è che non cambiano mai, e ogni loro azione è prevedibile. I buoni sono buonissimi e i cattivi cattivissimi. Non esistono sfumature. Aoyama, sappi che la verità non è sempre una sola, ma ne esistono tante.
Ma perché do 6 allora? Credo che non potrò dimenticare le ore passate in biblioteca e le urla di gioia ogni volta che usciva il nuovo numero. Dopotutto alcuni casi sono davvero ingegnosi e la trama di base, quella degli uomini in nero, davvero buona.
Se volete qualcosa di più simpatico, vi consiglio Kaito Kid.
Leggere altri manga mi ha aperto gli occhi. Se all'inizio la storia era simpatica, ora è un disastro. Arrivano personaggi nuovi e inutili ai fini della trama ogni minuto, l'autore si gode i soldi e non la smette di allungare la storia. I disegni sono così così, ma la cosa orrenda sono i personaggi. Erano più profondi addirittura quelli di "Piccoli problemi di cuore". E non ne trovi uno che si salvi!
Shinichi è presuntuoso, perfettino e bravo in tutto, Kogoro pensa solo a birre e donne, Ran ha il quoziente intellettivo di un mollusco, Ai è più cinica del dottor House. E gli altri non sono certo meglio. No, aspettate, forse si salvano gli assassini. La cosa triste è che non cambiano mai, e ogni loro azione è prevedibile. I buoni sono buonissimi e i cattivi cattivissimi. Non esistono sfumature. Aoyama, sappi che la verità non è sempre una sola, ma ne esistono tante.
Ma perché do 6 allora? Credo che non potrò dimenticare le ore passate in biblioteca e le urla di gioia ogni volta che usciva il nuovo numero. Dopotutto alcuni casi sono davvero ingegnosi e la trama di base, quella degli uomini in nero, davvero buona.
Se volete qualcosa di più simpatico, vi consiglio Kaito Kid.
Non ho molto da dire su questo noiosissimo manga, che ho comprato dopo aver visto l'anime. All'inizio ho pensato che fosse bello quindi ho continuato a comprarlo, ma ho fatto una pessima scelta e me ne pento ancora. La trama è la peggiore che si possa concepire, perché non si smuove di un millimetro e poi è sempre la stessa cosa, sempre lo stesso schema per risolvere i misteri, mai niente di nuove. I personaggi non sono granché, però sono ben disegnati. Il disegno è a mio avviso l'unica cosa bella di questo manga. Meglio leggere qualcos'altro che questo manga infinito e ripetitivo al massimo, chissà cosa passava in testa a Gosho Aoyama, quindi ve lo sconsiglio, fidatevi.
Detective Conan di Gosho Aoyama è attualmente il manga giallo per eccellenza. In ogni numero sin dagli esordi ci sono crimini su crimini che il piccolo detective risolve senza posa giorno e notte con i suoi amichetti, inutili visto che tutto il lavoro lo fa lui.
Le due parole che mi vengono in mente dopo 72 numeri di serie normale e 36 della serie "special cases" è: adesso basta. Ma andiamo con ordine.
L'idea di base non è neanche male; anzi. Io anni fa iniziai vedendo l'anime in TV (come d'altronde tutti immagino) e mi piacque subito. I gialli sono una mia grande passione e vedere o leggere un'opera che fosse tale fu come la manna dal cielo. Inoltre la storia degli "uomini in nero", gruppo di assassini che agiscono per qualche losco scopo ignoto, mi stuzzicava davvero molto. Tutti penso che vogliano sapere chi sono questi uomini e cosa vogliono da Conan, o altri personaggi minori.
Il punto è questo: l'opera è troppo lunga! Il signor Aoyama ha capito che può spremere il limone finché c'è succo da spremere, ma allungare un'opera all'inverosimile come ha fatto lui ha i suoi prezzi; e in questo caso il prezzo è salatissimo.
Il manga ha perso a mio parere lo scopo iniziale che lo aveva portato ad essere il manga che lo aveva portato nell'Olimpo, cioè il fatto di essere una novità. Ora invece è caduto nell'errore in cui gli autori poco seri cadono sempre, ovvero l'ingordigia e la noia. Pur di allungare il brodo per fari tanti denari il mangaka ha fatto diventare i suoi casi tutti uguali.
Un caso tipico di Conan:
- Conan e compagnia bella vanno in vacanza/gita/far la spesa
- qualcuno "misteriosamente" muore
- iniziano le indagini col capo della omicidi - un idiota che non vedrebbe l'arma del delitto nemmeno se l'avesse in mano - e con Goro, il papà di Ran - altro che capo della polizia, è idiozia allo stato puro.
- Conan, vedendo una gomma da masticare nel bidone e un cuscino del divano fuori posto capisce chi è l'assassino
- spara del sonnifero a Goro (?) e parla con la sua voce, anche se Goro ovviamente dorme e quindi non muove la bocca, ma tanto nessuno sospetta nulla e il caso sembra sia stato risolto da lui (?!?).
Adesso, io posso capire che si tratti di un manga poliziesco ma è possibile che tutti i casi si risolvano così? Dai, come si può credere che un detective immobile palesemente svenuto sul pavimento senza muovere le labbra parli e risolva pure il caso?
Poi a livello di trama figuriamoci se il Sensei dà qualche indizio sugli uomini in nero. Su 100 e passa numeri che ha pubblicato i casi che riguardano loro si contano sulle dita di una mano.
IN SINTESI:
TRAMA: 3, tanto intrigante all'inizio quanto estremamente noiosa ora. Un bel tuffo, Sensei, complimenti!
DISEGNI: 6, niente di straordinario ma neanche penosi. Più che disegni sfogliando il manga si vedono solo una marea di scritte.
PERSONAGGI: 2, se all'inizio potevano essere simpatici ora sono insopportabili. Sempre i soliti cliché. Noia noia e noia.
IN SINTESI: 3. Un consiglio personale: aspettate che il manga finisca (cioè mai) e leggete solo i capitoli con gli uomini in nero che sono i migliori. Risparmierete un sacco di tempo e di soldi. Se volete leggere una bella opera di Aoyama leggete "Yaiba", uno shounen molto simpatico e imprevedibile. Tornando a Conan, o lo finisce entro breve dedicandosi completamente alla trama principale o verrà ricordato come manga più inutilmente lungo di sempre.
Le due parole che mi vengono in mente dopo 72 numeri di serie normale e 36 della serie "special cases" è: adesso basta. Ma andiamo con ordine.
L'idea di base non è neanche male; anzi. Io anni fa iniziai vedendo l'anime in TV (come d'altronde tutti immagino) e mi piacque subito. I gialli sono una mia grande passione e vedere o leggere un'opera che fosse tale fu come la manna dal cielo. Inoltre la storia degli "uomini in nero", gruppo di assassini che agiscono per qualche losco scopo ignoto, mi stuzzicava davvero molto. Tutti penso che vogliano sapere chi sono questi uomini e cosa vogliono da Conan, o altri personaggi minori.
Il punto è questo: l'opera è troppo lunga! Il signor Aoyama ha capito che può spremere il limone finché c'è succo da spremere, ma allungare un'opera all'inverosimile come ha fatto lui ha i suoi prezzi; e in questo caso il prezzo è salatissimo.
Il manga ha perso a mio parere lo scopo iniziale che lo aveva portato ad essere il manga che lo aveva portato nell'Olimpo, cioè il fatto di essere una novità. Ora invece è caduto nell'errore in cui gli autori poco seri cadono sempre, ovvero l'ingordigia e la noia. Pur di allungare il brodo per fari tanti denari il mangaka ha fatto diventare i suoi casi tutti uguali.
Un caso tipico di Conan:
- Conan e compagnia bella vanno in vacanza/gita/far la spesa
- qualcuno "misteriosamente" muore
- iniziano le indagini col capo della omicidi - un idiota che non vedrebbe l'arma del delitto nemmeno se l'avesse in mano - e con Goro, il papà di Ran - altro che capo della polizia, è idiozia allo stato puro.
- Conan, vedendo una gomma da masticare nel bidone e un cuscino del divano fuori posto capisce chi è l'assassino
- spara del sonnifero a Goro (?) e parla con la sua voce, anche se Goro ovviamente dorme e quindi non muove la bocca, ma tanto nessuno sospetta nulla e il caso sembra sia stato risolto da lui (?!?).
Adesso, io posso capire che si tratti di un manga poliziesco ma è possibile che tutti i casi si risolvano così? Dai, come si può credere che un detective immobile palesemente svenuto sul pavimento senza muovere le labbra parli e risolva pure il caso?
Poi a livello di trama figuriamoci se il Sensei dà qualche indizio sugli uomini in nero. Su 100 e passa numeri che ha pubblicato i casi che riguardano loro si contano sulle dita di una mano.
IN SINTESI:
TRAMA: 3, tanto intrigante all'inizio quanto estremamente noiosa ora. Un bel tuffo, Sensei, complimenti!
DISEGNI: 6, niente di straordinario ma neanche penosi. Più che disegni sfogliando il manga si vedono solo una marea di scritte.
PERSONAGGI: 2, se all'inizio potevano essere simpatici ora sono insopportabili. Sempre i soliti cliché. Noia noia e noia.
IN SINTESI: 3. Un consiglio personale: aspettate che il manga finisca (cioè mai) e leggete solo i capitoli con gli uomini in nero che sono i migliori. Risparmierete un sacco di tempo e di soldi. Se volete leggere una bella opera di Aoyama leggete "Yaiba", uno shounen molto simpatico e imprevedibile. Tornando a Conan, o lo finisce entro breve dedicandosi completamente alla trama principale o verrà ricordato come manga più inutilmente lungo di sempre.
Questo Manga narra la storia del detective liceale Shinichi Kudo che durante una delle sue indagini si ritrova coinvolto in un caso troppo grande e pericoloso. Il risultato è di ritrovarsi "rimbambinito" di 10 anni. Shinichi assume quindi l'identità di Conan Edogawa e si rifugia in casa del detective privato Kogoro Mouri e di sua figlia Ran per cercare di ritrovare l'organizzazione criminale che lo ha ridotto così e ritornare quindi il liceale di prima.
Se fossi stata chiamata a recensire questo manga due anni fa, avrei dato entusiasta un bel 10. Mi ero innamorata della storia, dei protagonisti, degli intrighi. Tuttavia il tempo è passato e detto sinceramente il manga ha iniziato a scadermi. Gosho Aoyama sta allungando troppo il brodo. Se i casi all'inizio erano tutti belli, adesso stanno diventando orribilmente ripetitivi. A mio parere, più avanti si va e più i casi diventano ridicoli: se all'inizio il tranello con il filo da pesca, e le chiavi che passano sotto la porta, e il materasso che cade e fa scattare la molla che chiude l'uscio erano trucchi ingegnosi e accettabili, con gli ultimi files si ha una certa sensazione di dejà vu. La situazione sentimentale molto spesso è fin troppo statica e mi sono sinceramente rotta di vedere per la decimillesima volta Ran Mouri che crede che Conan sia Shinichi, il quale fa di tutto per depistarla e a fine puntata siamo di nuovo da capo.
I casi con l'Organizzazione sono gli unici che mi spingono a continuare a comprare questo manga - la trama di base è stupenda, devo ammetterlo. A sorpresa sono stati coinvolti la Cia e l'FBI -, tuttavia è frustrante vedere che solo un caso ogni duemila serve da 'snodo' alla trama di fondo. E lo stesso Gosho ha inserito talmente tanti quesiti che dubito sarà capace di risolverli tutti, a meno che non si dimostri veramente geniale e non colleghi tutti i tasselli fino a comporre completamente il puzzle al finale. Per ora mi limito a un 7.
Se fossi stata chiamata a recensire questo manga due anni fa, avrei dato entusiasta un bel 10. Mi ero innamorata della storia, dei protagonisti, degli intrighi. Tuttavia il tempo è passato e detto sinceramente il manga ha iniziato a scadermi. Gosho Aoyama sta allungando troppo il brodo. Se i casi all'inizio erano tutti belli, adesso stanno diventando orribilmente ripetitivi. A mio parere, più avanti si va e più i casi diventano ridicoli: se all'inizio il tranello con il filo da pesca, e le chiavi che passano sotto la porta, e il materasso che cade e fa scattare la molla che chiude l'uscio erano trucchi ingegnosi e accettabili, con gli ultimi files si ha una certa sensazione di dejà vu. La situazione sentimentale molto spesso è fin troppo statica e mi sono sinceramente rotta di vedere per la decimillesima volta Ran Mouri che crede che Conan sia Shinichi, il quale fa di tutto per depistarla e a fine puntata siamo di nuovo da capo.
I casi con l'Organizzazione sono gli unici che mi spingono a continuare a comprare questo manga - la trama di base è stupenda, devo ammetterlo. A sorpresa sono stati coinvolti la Cia e l'FBI -, tuttavia è frustrante vedere che solo un caso ogni duemila serve da 'snodo' alla trama di fondo. E lo stesso Gosho ha inserito talmente tanti quesiti che dubito sarà capace di risolverli tutti, a meno che non si dimostri veramente geniale e non colleghi tutti i tasselli fino a comporre completamente il puzzle al finale. Per ora mi limito a un 7.
Detective Conan è un manga molto leggero, per me è una lettura passatempo (lo leggo spesso mentre mangio pranzo). I casi sono interessanti e trovo che Gosho Aoyama abbia una buona ironia. Sicuramente un manga per chi ama i gialli, ma visto che non è così complesso, anche per chi non legge libri di questo genere. Secondo me però è un po' troppo lungo, ma in fondo non è un problema perché la storia principale non occupa la maggior parte delle pagine, è basato di più sui casi occasionali. Comunque, per farla breve, penso che Detective Conan sia un manga molto carino, una lettura leggera ma stuzzicante.
Questo è uno dei miei manga preferiti, ma effettivamente ammetto che ormai è diventato pesante. La storia la conoscono tutti, quindi non starò a ripeterla, ma la storia principale (quando parla degli uomini in nero o di Shinichi e Ran) è davvero bella. Per il resto sono casi inutili e irragionevoli che però io ancora mi diverto a risolvere, anche se alcuni sono esageratamente semplici. Il manga è bello, simpatico e innovativo (cioè, innovativo lo era una volta), e i disegni sono molto belli e negli anni è migliorato davvero tanto (e ci credo, dopo un decennio è il minimo!). La storia t'intriga ma se pensi che in Giappone sono a 71 volumi e non è ancora finito, fa pensare. Consiglio questo manga solo a chi legge i gialli e ha molti soldi per recuperare la serie (nel caso abbiate appena deciso di acquistarlo tutto), chi non è particolarmente interessato, passi.
Premettendo che questo è il mio manga preferito cercherò di essere quanto più imparziale possibile nella descrizione (mi risulterà difficile, a tratti impossibile)!
Il manga è di quelli davvero lunghi, attualmente – scrivo in data 11 Marzo 2011 – è composto da 71 tankobon di cui ben 67 sono editi in Italia. Anche se la serie è davvero molto grande, il manga in sé non stanca affatto, anzi, difficilmente tende a ripetersi e i casi sono tra i più disparati.
Dico non si ripete mai perché solitamente gli autori di romanzi gialli tendo a specializzarsi in determinati casi, o comunque, privilegiano una determinata tipologia spaziando sulle altre tanto per non appesantire il tutto. In questo caso invece l’autore, Gosho Aoyama, si diverte ad essere sempre originale e a presentare una miriade di tipologie rendendo il manga davvero atipico nel suo genere: vi sono i classici gialli a porte chiuse, quelli con maledizioni o storie di fantasmi o ancora gialli cui già ad inizio storia si sa chi è l’assassino. Non tratta solo di gialli con omicidio ma anche moltissimi misteri che hanno a che fare con la logica, giochi di deduzione e, perché no, anche tantissimi polizieschi (come rapimenti, rapine e casi che hanno a che fare con piromani e dinamitardi).
La qualità del manga italiano è quella classica Star Comics (alle volte lascia parecchio, troppo, inchiostro sulle dita) con carta più o meno porosa e copertina semirigida. Nulla di eccezionale ma nemmeno pessima, direi abbastanza nella media. Attualmente segue una pubblicazione bimestrale (a volte irregolare).
Il manga è ambientato in epoca contemporanea e ha come protagonista uno studente liceale, Shinichi Kudo, che si diletta a risolvere diversi casi della polizia e i gialli, a prima vista, impossibili da risolvere. Proprio per questa sua propensione a ficcare il naso ovunque si ritroverà in un progetto più grande di lui: l’organizzazione degli uomini in nero. Questi ultimi, cogliendo Shinichi alle spalle, lo costringeranno a prendere il farmaco APTX4869. Il farmaco, in via sperimentale, invece di uccidere il giovane detective ha effetti totalmente inaspettati: lo ringiovanisce! Shinichi riesce a sfuggire agli uomini in nero e sotto le mentite spoglie di Conan Edogawa cercherà di tornare ad essere quello di un tempo.
C'è da dire che la narrazione di Aoyama è davvero unica! Trovo molto spassoso il personaggio di Kokoro Mori (che amo) e le varie scenette che susseguono. Apprezzo tantissimo “lo sprint” di cultura giapponese che fa da contorno al manga, è come leggere un libro di cultura generale e di storia del Giappone, fantastico e appassionante! L’unico manga a cui davvero non rinuncerei… spero vivamente che non finisca mai.
Voto generale: 9.5/10
Il manga è di quelli davvero lunghi, attualmente – scrivo in data 11 Marzo 2011 – è composto da 71 tankobon di cui ben 67 sono editi in Italia. Anche se la serie è davvero molto grande, il manga in sé non stanca affatto, anzi, difficilmente tende a ripetersi e i casi sono tra i più disparati.
Dico non si ripete mai perché solitamente gli autori di romanzi gialli tendo a specializzarsi in determinati casi, o comunque, privilegiano una determinata tipologia spaziando sulle altre tanto per non appesantire il tutto. In questo caso invece l’autore, Gosho Aoyama, si diverte ad essere sempre originale e a presentare una miriade di tipologie rendendo il manga davvero atipico nel suo genere: vi sono i classici gialli a porte chiuse, quelli con maledizioni o storie di fantasmi o ancora gialli cui già ad inizio storia si sa chi è l’assassino. Non tratta solo di gialli con omicidio ma anche moltissimi misteri che hanno a che fare con la logica, giochi di deduzione e, perché no, anche tantissimi polizieschi (come rapimenti, rapine e casi che hanno a che fare con piromani e dinamitardi).
La qualità del manga italiano è quella classica Star Comics (alle volte lascia parecchio, troppo, inchiostro sulle dita) con carta più o meno porosa e copertina semirigida. Nulla di eccezionale ma nemmeno pessima, direi abbastanza nella media. Attualmente segue una pubblicazione bimestrale (a volte irregolare).
Il manga è ambientato in epoca contemporanea e ha come protagonista uno studente liceale, Shinichi Kudo, che si diletta a risolvere diversi casi della polizia e i gialli, a prima vista, impossibili da risolvere. Proprio per questa sua propensione a ficcare il naso ovunque si ritroverà in un progetto più grande di lui: l’organizzazione degli uomini in nero. Questi ultimi, cogliendo Shinichi alle spalle, lo costringeranno a prendere il farmaco APTX4869. Il farmaco, in via sperimentale, invece di uccidere il giovane detective ha effetti totalmente inaspettati: lo ringiovanisce! Shinichi riesce a sfuggire agli uomini in nero e sotto le mentite spoglie di Conan Edogawa cercherà di tornare ad essere quello di un tempo.
C'è da dire che la narrazione di Aoyama è davvero unica! Trovo molto spassoso il personaggio di Kokoro Mori (che amo) e le varie scenette che susseguono. Apprezzo tantissimo “lo sprint” di cultura giapponese che fa da contorno al manga, è come leggere un libro di cultura generale e di storia del Giappone, fantastico e appassionante! L’unico manga a cui davvero non rinuncerei… spero vivamente che non finisca mai.
Voto generale: 9.5/10
Detective Conan è partito con molte aspettative da parte mia, dato che ho iniziato a conoscerlo a partire dall'anime. A un certo punto si interrompeva sempre e allora ho iniziato a comprare il fumetto per poter andare avanti con la storia.
L'idea di base è una fantastica secondo me: Shinichi Kudo è uno studente liceale molto acuto, un eccellente Detective ed aiuta spesso la polizia per risolvere i casi più complicati e spinosi. Shinichi è spesso in compagni a di Ran, una compagna di classe molto carina, e vecchia amica di infanzia, di cui è innamorato, ma non riesce mai ad esprimere il proprio amore al 100%. Un bel giorno Shinichi si imbatte in un'organizzazione criminale di alto livello, e, dopo averlo stordito, gli fanno prendere una pastiglia che dovrebbe toglierlo di mezzo per sempre. La storia inizia proprio adesso, perché quella strana pozione, in realtà, anziché uccidere Shinichi, lo ha fatto ritornare un bambino delle elementari. Cambierà identità, si farà chiamare Conan Edogawa, e cercherà di non far sapere niente a nessuno (nemmeno a Ran) per poter indagare su quell'organizzazione e poter ritornare così uno studente "normale". Nonostante sia piccolo, Conan non smetterà di fare il Detective, anzi, andando a vivere a casa di Ran aiuterà il padre della ragazza, Kogoro Mori, a risolvere svariati casi, dato che anch'egli è un detective (non bravissimo diciamo).
Alcuni casi sono estremamente seri e realistici, altri sono invece un pochino tirati, al limite della realtà (anche se non ho prove per smentire nulla, sia chiaro). Il manga è l'insieme di tanti piccoli casi, alcuni più lunghi di altri, con la storia madre centrale che fa proseguire l'indagine di Conan per tornare a essere Shinichi.
A parte i casi di omicidio, che sembrano quasi tutti realistici, ci sono cose che sono veramente assurde: Conan usa dei piccoli aghi soporiferi per addormentare Kogoro e utilizza un modulatore di voce per far credere a tutti che sia stato l'adulto a risolvere il caso. In pratica nessuno, o quasi, si è accorto in 66 numeri che è Conan in realtà a essere il vero detective. In più Conan porta una sfortuna allucinante, dove va lui muore sempre qualcuno, sia quando va a fare la spesa, sia quando cerca il gattino smarrito del compagno di classe. Nonostante questi 2 aspetti (e a dire il vero ce ne sono altri) discostino molto la realtà a me risulta piacevole, e sinceramente vedo tutto questo anche come carta vincente di questo fumetto.
Il mio voto è 8 perché in fondo mi ha appassionato e perché mi piacciono anche i suoi aspetti poco credibili; il motivo per il quale il voto non è più alto risiede in due ragioni principali: la prima è il disegno che non mi fa impazzire, è carino, passabile, ma nulla di che. La seconda è che la saga principale è troppo lenta! Alla fine il manga diventa lunghissimo! Mi piacerebbe se ci fossero ancora 20 numeri in cui si risolve tutto e stop, ma mi sa che non verrò accontentato. Lo consiglio agli amanti del giallo, dell'assurdo e delle storie senza (quasi) fine.
L'idea di base è una fantastica secondo me: Shinichi Kudo è uno studente liceale molto acuto, un eccellente Detective ed aiuta spesso la polizia per risolvere i casi più complicati e spinosi. Shinichi è spesso in compagni a di Ran, una compagna di classe molto carina, e vecchia amica di infanzia, di cui è innamorato, ma non riesce mai ad esprimere il proprio amore al 100%. Un bel giorno Shinichi si imbatte in un'organizzazione criminale di alto livello, e, dopo averlo stordito, gli fanno prendere una pastiglia che dovrebbe toglierlo di mezzo per sempre. La storia inizia proprio adesso, perché quella strana pozione, in realtà, anziché uccidere Shinichi, lo ha fatto ritornare un bambino delle elementari. Cambierà identità, si farà chiamare Conan Edogawa, e cercherà di non far sapere niente a nessuno (nemmeno a Ran) per poter indagare su quell'organizzazione e poter ritornare così uno studente "normale". Nonostante sia piccolo, Conan non smetterà di fare il Detective, anzi, andando a vivere a casa di Ran aiuterà il padre della ragazza, Kogoro Mori, a risolvere svariati casi, dato che anch'egli è un detective (non bravissimo diciamo).
Alcuni casi sono estremamente seri e realistici, altri sono invece un pochino tirati, al limite della realtà (anche se non ho prove per smentire nulla, sia chiaro). Il manga è l'insieme di tanti piccoli casi, alcuni più lunghi di altri, con la storia madre centrale che fa proseguire l'indagine di Conan per tornare a essere Shinichi.
A parte i casi di omicidio, che sembrano quasi tutti realistici, ci sono cose che sono veramente assurde: Conan usa dei piccoli aghi soporiferi per addormentare Kogoro e utilizza un modulatore di voce per far credere a tutti che sia stato l'adulto a risolvere il caso. In pratica nessuno, o quasi, si è accorto in 66 numeri che è Conan in realtà a essere il vero detective. In più Conan porta una sfortuna allucinante, dove va lui muore sempre qualcuno, sia quando va a fare la spesa, sia quando cerca il gattino smarrito del compagno di classe. Nonostante questi 2 aspetti (e a dire il vero ce ne sono altri) discostino molto la realtà a me risulta piacevole, e sinceramente vedo tutto questo anche come carta vincente di questo fumetto.
Il mio voto è 8 perché in fondo mi ha appassionato e perché mi piacciono anche i suoi aspetti poco credibili; il motivo per il quale il voto non è più alto risiede in due ragioni principali: la prima è il disegno che non mi fa impazzire, è carino, passabile, ma nulla di che. La seconda è che la saga principale è troppo lenta! Alla fine il manga diventa lunghissimo! Mi piacerebbe se ci fossero ancora 20 numeri in cui si risolve tutto e stop, ma mi sa che non verrò accontentato. Lo consiglio agli amanti del giallo, dell'assurdo e delle storie senza (quasi) fine.
"Detective Conan" è un manga ideato da Gosho Aoyama nel 1994 ed è tutt'ora in corso.
Questo è stato il primo manga che ho letto, avevo acquistato quattro volumetti sparsi della serie trovandoli molto divertenti ed interessanti, quindi piano piano sono riuscito a recuperare l'intera serie che fino ad ora in Italia è arrivata a contare 73 volumi.
Prima di iniziare a recuperare tutti i volumi, già conoscevo la serie anime perchè avevo seguito qualche episodio sulla Mediaset, difatti anche l'anime lo trovavo molto interessante, ma il manga di più.
La trama è molto conosciuta dagli appassionati, e anche da chi ha solamente dato una sbirciatina agli episodi sulla Mediaset, quindi non la approfondirò.
Per essere particolarmente amanti di questa serie, ed io personalmente lo sono, bisogna essere ammiratori del genere poliziesco, difatti se non piace, la serie può risultare molto ma molto noiosa, dato che ogni episodio è sviluppato sempre nello stesso modo, ovvero che in nostri amici trovano un cadavere e partono le ricerche che continuano fino a quando Conan addormenta Kogoro e risolve il caso. Nonostante questo, la storia la trovo molto interessante, anche se è alquanto ripetitiva, difatti ogni episodio riesce sempre a coinvolgermi e quindi vedo ogni episodio fino alla fine, spinto dalla curiosità di scoprire chi è l'assassino.
Il disegno è molto particolare, ed a molti può risultare anche abbastanza "strano", perchè dico strano ? Perchè basta sfogliare qualche pagina del manga, e subito si nota la grandissima differenza di altezza tra i bambini tipo Conan e la squadra dei "Detective Boys" a gli adulti come Kogoro o Ran; sinceramente questo elemento non mi dispiace, quindi il disegno secondo il mio parere è ben fatto, pulito e, come detto anche in precedenza, caratterizzato da un tratto molto particolare, anche se, i disegni che caratterizzano gli ultimi volumi di "Detective Conan" gli ho trovati naturalmente molto più belli e piacevole da seguire.
Come voto finale a questo manga do 9, influenzato anche dal fatto che sono affezionatissimo a questo manga, dato che come detto prima, è stato il primo manga che ho acquistato.
Consiglio la lettura di questi volumetti a tutti gli appassionati del genere giallo, e secondo me, chi non lo è, lo diventerà seguendo le bellissime vicende narrate da Gosho Aoyama.
Questo è stato il primo manga che ho letto, avevo acquistato quattro volumetti sparsi della serie trovandoli molto divertenti ed interessanti, quindi piano piano sono riuscito a recuperare l'intera serie che fino ad ora in Italia è arrivata a contare 73 volumi.
Prima di iniziare a recuperare tutti i volumi, già conoscevo la serie anime perchè avevo seguito qualche episodio sulla Mediaset, difatti anche l'anime lo trovavo molto interessante, ma il manga di più.
La trama è molto conosciuta dagli appassionati, e anche da chi ha solamente dato una sbirciatina agli episodi sulla Mediaset, quindi non la approfondirò.
Per essere particolarmente amanti di questa serie, ed io personalmente lo sono, bisogna essere ammiratori del genere poliziesco, difatti se non piace, la serie può risultare molto ma molto noiosa, dato che ogni episodio è sviluppato sempre nello stesso modo, ovvero che in nostri amici trovano un cadavere e partono le ricerche che continuano fino a quando Conan addormenta Kogoro e risolve il caso. Nonostante questo, la storia la trovo molto interessante, anche se è alquanto ripetitiva, difatti ogni episodio riesce sempre a coinvolgermi e quindi vedo ogni episodio fino alla fine, spinto dalla curiosità di scoprire chi è l'assassino.
Il disegno è molto particolare, ed a molti può risultare anche abbastanza "strano", perchè dico strano ? Perchè basta sfogliare qualche pagina del manga, e subito si nota la grandissima differenza di altezza tra i bambini tipo Conan e la squadra dei "Detective Boys" a gli adulti come Kogoro o Ran; sinceramente questo elemento non mi dispiace, quindi il disegno secondo il mio parere è ben fatto, pulito e, come detto anche in precedenza, caratterizzato da un tratto molto particolare, anche se, i disegni che caratterizzano gli ultimi volumi di "Detective Conan" gli ho trovati naturalmente molto più belli e piacevole da seguire.
Come voto finale a questo manga do 9, influenzato anche dal fatto che sono affezionatissimo a questo manga, dato che come detto prima, è stato il primo manga che ho acquistato.
Consiglio la lettura di questi volumetti a tutti gli appassionati del genere giallo, e secondo me, chi non lo è, lo diventerà seguendo le bellissime vicende narrate da Gosho Aoyama.
Sinceramente questo manga non mi piace. È uno dei primi manga che ho comprato, influenzata dalla serie animata, ma non l'ho continuato. Non l'ho continuato perché dopo 25 volumi la storia non si evolveva, i gialli diventavano sempre più assurdi e la situazione fra Shinichi e Ran mi irritava. Inoltre lo stile di Gosho Aoyama non mi piace più di tanto, ma questa è solo una questione di gusti: è uno stile di disegno molto particolare e originale, che però non riesco a farmi piacere.
Lo so che probabilmente questa mia recensione non piacerà ai fan, ma è ciò che penso.
Consiglio questo fumetto solo agli appassionati di gialli che vogliono godere di una serie di omicidi pressoché infinita!
Lo so che probabilmente questa mia recensione non piacerà ai fan, ma è ciò che penso.
Consiglio questo fumetto solo agli appassionati di gialli che vogliono godere di una serie di omicidi pressoché infinita!
Detective Conan è un manga davvero unico. Potrei terminare qui la mia recensione, perché è davvero così, questo manga va letto che siate fan del genere giallo o no, lo diventerete. La storia è davvero bellissima, molto articolata e soprattutto davvero lunga. Gosho Aoyama riesce a mostrare due protagonisti in uno, facendo diventare il liceale Schinichi Kudo nel piccolo Conan Edogawa. Il punto forte dell'opera sta secondo me nel presentare al lettore sempre casi di omicidio, furto o rapimento sempre nuovi e mai scontati, che riescono a tenere col fiato sospeso e far appassionare chi legge. Anche i personaggi secondari, così come quelli terziari, sono curati nei minimi dettagli, dal disegno al comportamento. Non è un caso che Detective Conan sia uno dei manga più venduti in Giappone e all'estero e sia stato scelto come strumento di divulgazione per la cultura giapponese. In molti casi infatti ritroviamo i protagonisti a delle feste tradizionali per il paese del sol levante. Da notare ed apprezzare anche la partecipazione in alcuni capitoli di Kaito Kid, altro personaggio molto ben riuscito di Gosho Aoyama.
Consigliato ovviamente l'acquisto, anche per l'ottima edizione italiana ed il rapporto qualità/prezzo.
Consigliato ovviamente l'acquisto, anche per l'ottima edizione italiana ed il rapporto qualità/prezzo.
Partendo dal presupposto che il genere giallo mi piaccia molto, questo manga è uno dei miei preferiti (anche l'anime è molto bello, coinvolgente e i disegni sono fantastici). La storia narra di un liceale/detective, Shinichi Kudo, che sorprende una banda di criminali e loro provano su di lui un nuovo tipo di veleno. In realtà il veleno trasforma il ragazzo in un bambino che prende il nome di Conan Edogawa, da Sir Arthur Conan Doyle (creatore di Sherlock Holmes) e Edogawa Ranpo (famoso scrittore di gialli giapponese). Con Ran, la sua "fidanzata", il di lei padre Goro (detective non proprio furbo), il dottor Agasa, che crea per lui oggetti di ultima tecnologia, la squadra dei detective boys e Ai (donna che lavorava con i nemici ma per sfuggire beve il veleno e diventa bambina), tentano di scoprire i piani e catturare l'organizzazione degli uomini in nero che lo hanno trasformato in bambino e che hanno tutti un nome di alcolici, per esempio Gin, Vodka, ecc.
Per lo più i primi casi non riguardavano l'organizzazione, però verso gli ultimi volumi aumentano <b>[Attenzione, spoiler!]</b> anche grazie all'introduzione di un personaggio sospetto che temporaneamente vive nella casa di Shinichi e che Ai sembra aver identificato come uno dell'organizzazione.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Molti altri personaggi aiuteranno il ragazzo, ma c'è anche la nemesi di Conan, cioè Kaito Kid, ladro vestito di bianco che riesce sempre a scappare.
La qualità dei disegni è molto alta e i casi descritti sono sempre nuovi, non tutti facili da capire, con colpi di scena inattesi ma soprattutto vari, cioè alcuni ambientati in città, al mare, al luna park, ecc. I delitti però fanno da sfondo anche a diverse mini storie inserite all'interno della trama, come la relazione complicata dei genitori di Ran, la "relazione fra Shinichi con Ran, Ayumi che è innamorata di Conan e Mitsuhiko è innamorato di Ai, la storia fra i tenenti Takagi e Sato e le varie indagini della polizia.
Il manga, nato nel lontano 1994, è tuttora in corso, vantando 69 volumi, e perciò penso che in Giappone questa serie piaccia moltissimo soprattutto perché in Giappone esiste una città con un museo dedicato all'autore e all'opera e statue dei personaggi per la città, proprio come la nave per One Piece e come la città di Naruto.
I personaggi sono caratterizzati bene, ma soprattutto disegnati bene, e ciò contribuisce a farlo essere uno degli shonen più belli in assoluto. Anche il ritmo della trama, che alterna momenti seri, momenti tristi e momenti sarcastici contribuisce.
Di sicuro questo manga è stupendo, bisogna iniziare a leggerlo per non riuscire più a fermarsi e voler sempre sapere cosa succederà poi. Consigliato a chi ama il genere giallo, ma anche per chi vuole un manga non banale ma entusiasmante e che ami il genere shonen.
Per lo più i primi casi non riguardavano l'organizzazione, però verso gli ultimi volumi aumentano <b>[Attenzione, spoiler!]</b> anche grazie all'introduzione di un personaggio sospetto che temporaneamente vive nella casa di Shinichi e che Ai sembra aver identificato come uno dell'organizzazione.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Molti altri personaggi aiuteranno il ragazzo, ma c'è anche la nemesi di Conan, cioè Kaito Kid, ladro vestito di bianco che riesce sempre a scappare.
La qualità dei disegni è molto alta e i casi descritti sono sempre nuovi, non tutti facili da capire, con colpi di scena inattesi ma soprattutto vari, cioè alcuni ambientati in città, al mare, al luna park, ecc. I delitti però fanno da sfondo anche a diverse mini storie inserite all'interno della trama, come la relazione complicata dei genitori di Ran, la "relazione fra Shinichi con Ran, Ayumi che è innamorata di Conan e Mitsuhiko è innamorato di Ai, la storia fra i tenenti Takagi e Sato e le varie indagini della polizia.
Il manga, nato nel lontano 1994, è tuttora in corso, vantando 69 volumi, e perciò penso che in Giappone questa serie piaccia moltissimo soprattutto perché in Giappone esiste una città con un museo dedicato all'autore e all'opera e statue dei personaggi per la città, proprio come la nave per One Piece e come la città di Naruto.
I personaggi sono caratterizzati bene, ma soprattutto disegnati bene, e ciò contribuisce a farlo essere uno degli shonen più belli in assoluto. Anche il ritmo della trama, che alterna momenti seri, momenti tristi e momenti sarcastici contribuisce.
Di sicuro questo manga è stupendo, bisogna iniziare a leggerlo per non riuscire più a fermarsi e voler sempre sapere cosa succederà poi. Consigliato a chi ama il genere giallo, ma anche per chi vuole un manga non banale ma entusiasmante e che ami il genere shonen.
Per ora posseggo e ho letto 9 volumetti, perché prima seguivo la storia solo in anime, ma piano piano sto recuperando i più importanti.
La trama di base a grandi linee penso che ormai la conoscano tutti, ma e ovvio che con il passare del tempo si sono aggiunte varie sotto trame molto avvincenti e personaggi, anche membri dell'FBI e della CIA, e si sono scoperti molti più elementi riconducibili all'organizzazione, insomma ora quest'ultima è qualcosa di più definito e concreto! Nel manga la trama ha un ritmo più serrato che nell'anime, dato che contiene molti filler in meno rispetto all'anime, di conseguenza risulta molto più avvincente il manga, ma anche in quest'ultimo c'è ne sono di casi che non proseguono la trama (ma è anche la struttura della storia stessa che permette di aggiungervi riempitivi in mezzo), anche se ultimamente mi pare di aver notato che la trama prosegue in modo più rapido rispetto a prima. I disegni di Gosho Aoyama sono bellissimi a parer mio, molto originali, tratto perfetto e pulito.
Dimenticavo di dirvi alcuni elementi della trama di differenziano dal manga all'anime, quindi alcuni elementi della trama sono molto più chiari. L'autore spesso lascia anche in casi non riguardanti la trama principale indizi che spesso passano inosservati, ma che aiutano a far intuire al lettore qualcosa che non è stato ancora rilevato ai fini della trama principale. Secondo me finirà in una novantina di volumetti, o comunque prima del 100. Staremo a vedere se ho azzeccato!
La trama di base a grandi linee penso che ormai la conoscano tutti, ma e ovvio che con il passare del tempo si sono aggiunte varie sotto trame molto avvincenti e personaggi, anche membri dell'FBI e della CIA, e si sono scoperti molti più elementi riconducibili all'organizzazione, insomma ora quest'ultima è qualcosa di più definito e concreto! Nel manga la trama ha un ritmo più serrato che nell'anime, dato che contiene molti filler in meno rispetto all'anime, di conseguenza risulta molto più avvincente il manga, ma anche in quest'ultimo c'è ne sono di casi che non proseguono la trama (ma è anche la struttura della storia stessa che permette di aggiungervi riempitivi in mezzo), anche se ultimamente mi pare di aver notato che la trama prosegue in modo più rapido rispetto a prima. I disegni di Gosho Aoyama sono bellissimi a parer mio, molto originali, tratto perfetto e pulito.
Dimenticavo di dirvi alcuni elementi della trama di differenziano dal manga all'anime, quindi alcuni elementi della trama sono molto più chiari. L'autore spesso lascia anche in casi non riguardanti la trama principale indizi che spesso passano inosservati, ma che aiutano a far intuire al lettore qualcosa che non è stato ancora rilevato ai fini della trama principale. Secondo me finirà in una novantina di volumetti, o comunque prima del 100. Staremo a vedere se ho azzeccato!
Arrivata al 54mo numero, sono molto tentata di fermarmi: ho recuperato in pochi mesi tutti i numeri usciti finora, e all'inizio (per 30 volumi buoni) ne sono stata abbastanza soddisfatta, ma da qualche volume qualcosa si è inceppato, e non riesco più a trovare appassionanti le vicende del marmocchio detective.
Buona l'idea di partenza, e fino ad un certo punto anche ben sviluppata, ormai però patisco proprio per il fatto che la trama principale non vada avanti praticamente di un millimetro, e non riesco più a trovare credibile che un ragazzo, dopo esser stato "rimbambinito" da un gruppo di misteriosi delinquenti, se ne stia allegramente a bighellonare come se la cosa non lo riguardasse, invece di smuovere mari e monti per tornare normale. E onestamente trovo il numero di files di contorno (che tra l'altro sembrano sempre più assurdi) abnormemente spropositato rispetto rispetto a quelli principali. Tutto questo per dire che sono stufa, e che ci sono buone probabilità che torni ad ignorare questa serie così come era fino qualche mese fa.
Buona l'idea di partenza, e fino ad un certo punto anche ben sviluppata, ormai però patisco proprio per il fatto che la trama principale non vada avanti praticamente di un millimetro, e non riesco più a trovare credibile che un ragazzo, dopo esser stato "rimbambinito" da un gruppo di misteriosi delinquenti, se ne stia allegramente a bighellonare come se la cosa non lo riguardasse, invece di smuovere mari e monti per tornare normale. E onestamente trovo il numero di files di contorno (che tra l'altro sembrano sempre più assurdi) abnormemente spropositato rispetto rispetto a quelli principali. Tutto questo per dire che sono stufa, e che ci sono buone probabilità che torni ad ignorare questa serie così come era fino qualche mese fa.
Questo manga narra la storia del detective liceale Shinichi Kudo, tornato bambino a causa di una pozione somministratagli da alcuni agenti di un'organizzazione segreta detta "gli uomini in nero". Tornato bambino e avendo cambiato identità (Conan Edogawa) cercherà di indagare sull'organizzazione sfruttando il detective incompetente (Kogoro Mori).
Nei primi 50 volumi Conan indagherà su un caso dopo l'altro, da casi di omicidio con il detective Mori, a banali casi da scuola elementare con i Detective Boys (gruppo di amici di Conan). Finalmente, negli ultimi volumi si riesce a riallacciare con la storia, i casi in cui è presente l'organizzazione iniziano ad aumentare e l'intreccio degli eventi comincia a farsi interessante.
Il fatto che in Giappone sia tuttora in corso non è molto rassicurante, meglio sarebbe se la storia si chiudesse in breve tempo, dopo un po i casi sono praticamente uguali.
Nei primi 50 volumi Conan indagherà su un caso dopo l'altro, da casi di omicidio con il detective Mori, a banali casi da scuola elementare con i Detective Boys (gruppo di amici di Conan). Finalmente, negli ultimi volumi si riesce a riallacciare con la storia, i casi in cui è presente l'organizzazione iniziano ad aumentare e l'intreccio degli eventi comincia a farsi interessante.
Il fatto che in Giappone sia tuttora in corso non è molto rassicurante, meglio sarebbe se la storia si chiudesse in breve tempo, dopo un po i casi sono praticamente uguali.
Questo manga narra la storia del giovane Detective Shinichi Kudo tornato bambino (Conan Edogawa), che appunto deve trovare il modo di tornare adulto, indagando sull'organizzazione che lo ha reso bambino tramite una pozione particolare.
Come immagino già sappiate, a questa ricerca si affiancano una miriade di casi da risolvere, quasi sempre di omicidio.
Che dire, fino ai primi 30 volumi questo manga meriterebbe anche un 9, ma purtroppo al giorno d'oggi la cosa che conta sono i soldi e non la qualità, così che anche questo Detective Conan ha preso la strada di Naruto, One Piece e simili, dilungando la storia a non finire con innumerevoli casi da risolvere.
Infatti nei primi 30 volumi circa, i misteri a cui deve indagare il nostro giovane detective sono solitamente molto avvincenti, ed alcuni davvero ricchi di stile e colpi di scena... ah, non dimenticherò mai quel caso sulla nave del numero 23, mai vista una cosa del genere, se presa a se stante meriterebbe il premio come miglior giallo dell'anno. Ahimè, questi eventi purtroppo poi si fanno sempre più rari, inoltre molti casi perdono di originalità e di credibilità. Ancora ricordo quando Heiji e Conan dovevano scovare un terrorista presente tra la folla in uno stadio di calcio, quando questo delinquente manda loro dei messaggi come indizi, dove in uno spunta il numero 23 (esempio, non ricordo quale fosse di preciso). I 2 ci pensano a lungo e infine Heiji esclama "Ma certo, l'argento della tavola degli elementi!". Questa qui non è genialità, è una ridicolagine. Dei giovani adolescenti non possono essere allo stesso tempo psicologi, chimici, antropologi o scienziati, e non possono avere sempre la risposta pronta]; per fortuna ogni tanto fuoriesce un caso degno di nota o qualche intrigo con l'organizzazione, che impediscono al lettore di addormentarsi.
I disegni non sono un granché, sempre approssimativi e sbrigativi, molto simili l'uno con l'altro, e sfondi spesso inesistenti (solo sfumature volte a "creare atmosfera").
Tuttavia, nonostante questi evidenti cali di qualità, rimane sempre un manga che si lascia leggere con piacere e, dopo una sessantina di tankobon, non è cosa facile riuscire in questo, pertanto merita un 8 seppur scarso.
Ah dimenticavo, i misteri e i casi da risolvere non sono comunque mai banali e il colpevole non è mai quello aspettato.
E' un vero peccato, perchè si sarebbe potuto fare molto meglio: se l'indagine sull'organizzazione fosse stata posta in primo piano narrando a parte solo i casi più rilevanti e avvincenti, avrebbe anche potuto meritare un 10 questo manga di Gosho Aoyama.
Conan Edogawa, detective.
Come immagino già sappiate, a questa ricerca si affiancano una miriade di casi da risolvere, quasi sempre di omicidio.
Che dire, fino ai primi 30 volumi questo manga meriterebbe anche un 9, ma purtroppo al giorno d'oggi la cosa che conta sono i soldi e non la qualità, così che anche questo Detective Conan ha preso la strada di Naruto, One Piece e simili, dilungando la storia a non finire con innumerevoli casi da risolvere.
Infatti nei primi 30 volumi circa, i misteri a cui deve indagare il nostro giovane detective sono solitamente molto avvincenti, ed alcuni davvero ricchi di stile e colpi di scena... ah, non dimenticherò mai quel caso sulla nave del numero 23, mai vista una cosa del genere, se presa a se stante meriterebbe il premio come miglior giallo dell'anno. Ahimè, questi eventi purtroppo poi si fanno sempre più rari, inoltre molti casi perdono di originalità e di credibilità. Ancora ricordo quando Heiji e Conan dovevano scovare un terrorista presente tra la folla in uno stadio di calcio, quando questo delinquente manda loro dei messaggi come indizi, dove in uno spunta il numero 23 (esempio, non ricordo quale fosse di preciso). I 2 ci pensano a lungo e infine Heiji esclama "Ma certo, l'argento della tavola degli elementi!". Questa qui non è genialità, è una ridicolagine. Dei giovani adolescenti non possono essere allo stesso tempo psicologi, chimici, antropologi o scienziati, e non possono avere sempre la risposta pronta]; per fortuna ogni tanto fuoriesce un caso degno di nota o qualche intrigo con l'organizzazione, che impediscono al lettore di addormentarsi.
I disegni non sono un granché, sempre approssimativi e sbrigativi, molto simili l'uno con l'altro, e sfondi spesso inesistenti (solo sfumature volte a "creare atmosfera").
Tuttavia, nonostante questi evidenti cali di qualità, rimane sempre un manga che si lascia leggere con piacere e, dopo una sessantina di tankobon, non è cosa facile riuscire in questo, pertanto merita un 8 seppur scarso.
Ah dimenticavo, i misteri e i casi da risolvere non sono comunque mai banali e il colpevole non è mai quello aspettato.
E' un vero peccato, perchè si sarebbe potuto fare molto meglio: se l'indagine sull'organizzazione fosse stata posta in primo piano narrando a parte solo i casi più rilevanti e avvincenti, avrebbe anche potuto meritare un 10 questo manga di Gosho Aoyama.
Conan Edogawa, detective.
Deetective Conan è sicuramente uno dei manga più belli che io possegga. La storia è molto accattivante, ed è molto più gradevole dell'anime perché contiene molti meno filler. L'unica pecca è che spesso i casi sono molto ripetitivi; in particolare Gosho Aoyama si avvale spesso del tipico omicidio in una stanza chiusa. C'è però da dire che ogni caso ha una dinamica diversa, e si vede bene che dietro c'è tutto uno studio dell'autore.
Il manga ha superato i 700 capitoli raccolti in 66 tankobon, nonostante ciò la trama è ancora a buon punto e non sembra affatto che la conclusione sia vicina. L'edizione giapponese e molto più raffinata e presenta una sovraccopertina con i commenti dell'autore, cosa che invece manca nell'edizione italiana, che tuttora mantiene una pubblicazione a cadenza mensile.
Il manga ha superato i 700 capitoli raccolti in 66 tankobon, nonostante ciò la trama è ancora a buon punto e non sembra affatto che la conclusione sia vicina. L'edizione giapponese e molto più raffinata e presenta una sovraccopertina con i commenti dell'autore, cosa che invece manca nell'edizione italiana, che tuttora mantiene una pubblicazione a cadenza mensile.
Il manga, come al solito, è meglio dell'anime, anche perchè diventa più semplice seguire i ragionamenti di Conan e quindi permette al lettore di cercare meglio la soluzione del caso. La cosa brutta nel manga è l'atmosfera che, almeno secondo me, viene a mancare nei casi degli Uomini in Nero (MIB) visto che l'anime allunga i tempi e crea più suspense allo spettatore. I disegni fatti da Gosho Aoyama sono perfetti e vengono utilizzati molti dialoghi. Detective Conan parla di un ragazzo liceale, Kudo Shinichi, che per caso ha incontrato un'organizzazione (i MIB) che con un veleno provano a metterlo a tacere per sempre... ma questo provoca invece un immediato ringiovanimento. Da questo momento il nome di Shinichi cambia in Conan Edogawa, perchè i MIB sapendolo ancora vivo lo cercherebero per uccidere lui e tutti i suoi conoscenti. Per questo il segreto verrà rivelato solo al vicino di casa, Dottor Agasa, e a una ex MIB, Ai (Shery era il nome in codice che aveva prima di bere la stesa pozione di Shinichi), e al suo amico Heiji (anche lui detective liceale ma di Osaka).
Da quel momento Conan indagherà su molti casi approfittando dell'ospitalità di Ran (l'amica d'infanzia) e Kogoro, cercando sempre indizi su i MIB in modo da poter ritornare finalmente normale.
Da quel momento Conan indagherà su molti casi approfittando dell'ospitalità di Ran (l'amica d'infanzia) e Kogoro, cercando sempre indizi su i MIB in modo da poter ritornare finalmente normale.
Detective Conan manga di impostazione "giallistica" di Gosho Aoyama, iniziato nel 1994 ed è tutt'oggi in prosecuzione. Il disegno si è evoluto molto dal primo numero sino a raggiungere vette molto alte. Sebbene la trama portante sia molto interessante viene troppo spesso intervallata da episodi del tutto non pertinenti alla story line principale. Ciò mina di molto la qualità del manga che, se reso più breve, sarebbe risultato decisamente di livello superiore. Questo unito al non proprio pertinente svolgimento dei fatti, fa divenire il giudizio obiettivo soltanto discreto. Nonostante ciò sono molto affezionato all'opera e ne consiglio caldamente l'acquisto. Edito in Italia da Star Comics con la solita edizione da 3.90 euro.
Ricordo ancora come fosse ieri quando vidi il mio primo episodio (non il primo in ordine cronologico ma giù di lì) di Detective Conan, spinto dal parere entusiastico di mia sorella minore.
A me, tendenzialmente, non piacciono i romanzi gialli (tranne se non li scrive Arthur Conan Doyle), non piacciono i thriller né i telefilm polizieschi, eppure quell'episodio mi conquistò, mi appassionò e mi tenne col fiato sospeso per tutta la sua durata, tanto da spingermi a collezionare il manga da cui la serie era tratta. E stupidamente abboccai, comprando qualche numero sparso dell'edizione Comic Art (senza sapere che, ahimè, era stata interrotta), il primo, sfortunatissimo, numero dell'edizione Kabuki e, finalmente, potei leggere la storia dell'inizio al momento attuale grazie alla provvidenziale edizione definitiva Star.
Cos'ha di tanto bello, Detective Conan?
In primis una trama particolarmente ispirata, che comincia con l'essere semplice e lineare per poi complicarsi e farsi tremendamente più affascinante lungo il percorso. Abbiamo una lunghissima serie di omicidi, rapimenti, sequestri, furti, a volte slegati tra loro, a volte collegati a formare quella che è una ispiratissima macrostoria.
Mi piace pensare a Detective Conan come a tanti piccoli tasselli che compongono un grande puzzle, come a tanti piccoli gialli che ci lasciano, talvolta, piccoli indizi per aiutarci a risolverne uno infinitamente più grande e complesso.
L'autore è perfettamente consapevole di quella che sarà tutta la sua trama, e sa benissimo come gestirla e come dosarne i vari momenti. Sa bene quando è il momento di incalzare con la storia, di inserire cliffhangers, di piazzare colpi di scena, di far riposare il lettore con casi "tappabuchi", di spiazzarlo o di condurlo per mano dove lui vuole che vada, inserendo qua e là indizi e false piste che poi andranno a convogliare in episodi sorprendentemente inaspettati ed esaltanti.
Detective Conan, per certi versi, è come Topolino o come Dylan Dog: arrivi, ti leggi il tuo bell'episodietto una volta ogni tot, quasi abitudinariamente... eppure, man mano che lo si legge, si scopre che l'abitudine è diventata droga, e che ti ci sei affezionato, assuefatto, e continui a leggere con enorme piacere, in trepidante attesa del nuovo colpo di scena, lasciandoti trasportare da quello che l'autore vuole farti credere (o chissà, magari riflettendoci pure per conto tuo).
Episodio dopo episodio, diventa un piacere seguire i casi di questo piccolo detective (e provare a risolverli, una volta che ci si è impadroniti del meccanismo), fare il tifo per lui e attendere il momento in cui si sarà sbrogliata la sua situazione sentimentale, lasciarsi sorprendere dai colpi di scena della trama principale perchè magari avevamo abboccato alle false piste.
Affascinante è poi l'immensa cultura dell'autore, che ci regala episodi polizieschi sullo sfondo, praticamente di qualsiasi cosa, e si rivela così esperto di calcio, baseball, pesca, buddismo, storia giapponese, giochi da tavolo, videogames, sci, telefilm supereroistici, kaiju eiga, scuba-diving, arte, artigianato, collezionismo, fumetti, cinema, teatro, televisione, musica, numismatica e chi più ne ha più ne metta.
L'autore, che peraltro è amico intimo dei colleghi Mitsuru Adachi e Rumiko Takahashi, che spesso e volentieri cita o riprende nelle maniere più insospettabili, mostra così di avere moltissimi interessi, aldilà dei romanzi gialli a cui Detective Conan è visibilmente ispirato sin dai nomi di personaggi e ambientazioni, e i lettori possono anche imparare moltissime cose, oltre che dilettarsi nella lettura.
E' probabile che la struttura episodica possa stancare qualche lettore, ma io continuo ancora a farmi incantare, e Detective Conan mi è ormai un vizio, un piacere irrinunciabile che consiglierei caldamente a chiunque sia in cerca di un manga che sappia incantarlo e dargli emozioni forti.
Conan, Kogoro, Agasa, Ran, Megure, Heiji, Sonoko e compagnia, ormai sono come degli amici; sono personaggi semplici e simpatici (almeno quelli appartenenti al gruppo dei "buoni"), capaci di entrare subito nel cuore dei lettori e di rimanerci per molto tempo.
In questo aiuta moltissimo anche lo stile di disegno dell'autore: fresco, originale, personalissimo, pulito, capace di rendere i personaggi tremendamente espressivi e oggetto di visibilissime migliorie nel corso della vicenda, come del resto ci si aspetta da una storia più che decennale come questa.
Detective Conan è a mio avviso uno dei pochi capolavori dello shonen manga moderno.
E' fresco, è originale, divertente, ben disegnato, appassiona ed è affascinante... tremendamente affascinante! Provatelo, e uscire dal tunnel sarà poi tremendamente difficile.
A me, tendenzialmente, non piacciono i romanzi gialli (tranne se non li scrive Arthur Conan Doyle), non piacciono i thriller né i telefilm polizieschi, eppure quell'episodio mi conquistò, mi appassionò e mi tenne col fiato sospeso per tutta la sua durata, tanto da spingermi a collezionare il manga da cui la serie era tratta. E stupidamente abboccai, comprando qualche numero sparso dell'edizione Comic Art (senza sapere che, ahimè, era stata interrotta), il primo, sfortunatissimo, numero dell'edizione Kabuki e, finalmente, potei leggere la storia dell'inizio al momento attuale grazie alla provvidenziale edizione definitiva Star.
Cos'ha di tanto bello, Detective Conan?
In primis una trama particolarmente ispirata, che comincia con l'essere semplice e lineare per poi complicarsi e farsi tremendamente più affascinante lungo il percorso. Abbiamo una lunghissima serie di omicidi, rapimenti, sequestri, furti, a volte slegati tra loro, a volte collegati a formare quella che è una ispiratissima macrostoria.
Mi piace pensare a Detective Conan come a tanti piccoli tasselli che compongono un grande puzzle, come a tanti piccoli gialli che ci lasciano, talvolta, piccoli indizi per aiutarci a risolverne uno infinitamente più grande e complesso.
L'autore è perfettamente consapevole di quella che sarà tutta la sua trama, e sa benissimo come gestirla e come dosarne i vari momenti. Sa bene quando è il momento di incalzare con la storia, di inserire cliffhangers, di piazzare colpi di scena, di far riposare il lettore con casi "tappabuchi", di spiazzarlo o di condurlo per mano dove lui vuole che vada, inserendo qua e là indizi e false piste che poi andranno a convogliare in episodi sorprendentemente inaspettati ed esaltanti.
Detective Conan, per certi versi, è come Topolino o come Dylan Dog: arrivi, ti leggi il tuo bell'episodietto una volta ogni tot, quasi abitudinariamente... eppure, man mano che lo si legge, si scopre che l'abitudine è diventata droga, e che ti ci sei affezionato, assuefatto, e continui a leggere con enorme piacere, in trepidante attesa del nuovo colpo di scena, lasciandoti trasportare da quello che l'autore vuole farti credere (o chissà, magari riflettendoci pure per conto tuo).
Episodio dopo episodio, diventa un piacere seguire i casi di questo piccolo detective (e provare a risolverli, una volta che ci si è impadroniti del meccanismo), fare il tifo per lui e attendere il momento in cui si sarà sbrogliata la sua situazione sentimentale, lasciarsi sorprendere dai colpi di scena della trama principale perchè magari avevamo abboccato alle false piste.
Affascinante è poi l'immensa cultura dell'autore, che ci regala episodi polizieschi sullo sfondo, praticamente di qualsiasi cosa, e si rivela così esperto di calcio, baseball, pesca, buddismo, storia giapponese, giochi da tavolo, videogames, sci, telefilm supereroistici, kaiju eiga, scuba-diving, arte, artigianato, collezionismo, fumetti, cinema, teatro, televisione, musica, numismatica e chi più ne ha più ne metta.
L'autore, che peraltro è amico intimo dei colleghi Mitsuru Adachi e Rumiko Takahashi, che spesso e volentieri cita o riprende nelle maniere più insospettabili, mostra così di avere moltissimi interessi, aldilà dei romanzi gialli a cui Detective Conan è visibilmente ispirato sin dai nomi di personaggi e ambientazioni, e i lettori possono anche imparare moltissime cose, oltre che dilettarsi nella lettura.
E' probabile che la struttura episodica possa stancare qualche lettore, ma io continuo ancora a farmi incantare, e Detective Conan mi è ormai un vizio, un piacere irrinunciabile che consiglierei caldamente a chiunque sia in cerca di un manga che sappia incantarlo e dargli emozioni forti.
Conan, Kogoro, Agasa, Ran, Megure, Heiji, Sonoko e compagnia, ormai sono come degli amici; sono personaggi semplici e simpatici (almeno quelli appartenenti al gruppo dei "buoni"), capaci di entrare subito nel cuore dei lettori e di rimanerci per molto tempo.
In questo aiuta moltissimo anche lo stile di disegno dell'autore: fresco, originale, personalissimo, pulito, capace di rendere i personaggi tremendamente espressivi e oggetto di visibilissime migliorie nel corso della vicenda, come del resto ci si aspetta da una storia più che decennale come questa.
Detective Conan è a mio avviso uno dei pochi capolavori dello shonen manga moderno.
E' fresco, è originale, divertente, ben disegnato, appassiona ed è affascinante... tremendamente affascinante! Provatelo, e uscire dal tunnel sarà poi tremendamente difficile.
Detective Conan è uno dei manga che mi ha appassionato di più. La storia parla di Shinichi Kudo, un ragazzo appassionato di gialli con il sogno di diventare detective. Un giorno, dopo aver risolto un caso, viene scoperto mentre spia due criminali; questi gli fanno prendere un potente veleno che però, invece di ucciderlo, lo fa ritornare un bambino. Shinichi, ormai tornato bambino, decide di vivere a casa di una sua amica (il cui padre è un detective) sotto il nome di Conan Edogawa, al fine di scoprire chi lo ha fatto tornare bambino. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere giallo.
<i>"Il cervello di un adulto in un corpo di un bambino."</i>
Citazione presa da un altro manga, credo sintetizzi perfettamente Detective Conan.Questo manga riesce ad essere splendido, pur essendo estremamente longevo.
Il fatto è che riesce a variegare piacevolmente gli elementi di una storia lunga. Shinichi Kudo, tornato bambino, deve cercare di incastrare una misteriosa, pericolosissima e alquanto spietata organizzazione, vivendo allo stesso tempo a casa di una amica d'infanzia, Ran. I due sono innamorati vicendevolmente senza essersi mai dichiarati (Ran è il perfetto esempio della Penelope dei manga), tutto ciò risolvendo diversi casi che si concludono in genere in 4/5 episodi. La narrazione quindi si mantiene sempre ad alti livelli ed è molto buona la capacità dell'autore di creare nuovi casi.
La storia è interessante e il manga raggiunge livelli eccellenti quando Conan è alle prese con i suoi rivali: l'organizzazione o l'astutissimo Kaito Kid.
Citazione presa da un altro manga, credo sintetizzi perfettamente Detective Conan.Questo manga riesce ad essere splendido, pur essendo estremamente longevo.
Il fatto è che riesce a variegare piacevolmente gli elementi di una storia lunga. Shinichi Kudo, tornato bambino, deve cercare di incastrare una misteriosa, pericolosissima e alquanto spietata organizzazione, vivendo allo stesso tempo a casa di una amica d'infanzia, Ran. I due sono innamorati vicendevolmente senza essersi mai dichiarati (Ran è il perfetto esempio della Penelope dei manga), tutto ciò risolvendo diversi casi che si concludono in genere in 4/5 episodi. La narrazione quindi si mantiene sempre ad alti livelli ed è molto buona la capacità dell'autore di creare nuovi casi.
La storia è interessante e il manga raggiunge livelli eccellenti quando Conan è alle prese con i suoi rivali: l'organizzazione o l'astutissimo Kaito Kid.
La storia narrata in Detective Conan l'ho trovata molto intrigante, alcuni casi però risultano essere un po' noiosi, mentre altri ti tengono incollato alla lettura, soprattutto i casi con Heiji Hattori, Kaito Kid e gli Uomini in Nero. I personaggi sono ben delineati, Heiji più impulsivo e Conan più riflessivo, per fare un esempio. Non do il voto massimo perché l'unica pecca è la lunghezza, ma vale la pena di leggerlo.
Detective Conan è, con ogni probabilità, uno dei primi manga che ho acquistato. Faccio collezioni di manga da circa otto anni, e all'inizio non ne compravo molti, forse facevo una serie per volta, ed è stato proprio Detective Conan a farmi cambiare abitudini. Ho adorato, essendo amante dei gialli, dal primo attimo le avventure di Shinichi, il rapporto che aveva con Ran, e morivo dal ridere ogni volta che lo rivedevo alle elementari pensando che, a tornare a quell'età, mi sarei suicidata.
All'inizio la trama scorre tranquilla, senza troppe pretese, con vari casi divertenti dove, ovviamente, fa tutto Conan e quel degenere di Kogoro non serve a niente. Lo stesso Aoyama dice che, originariamente, Detective Conan era una serie destinata a durare soli tre volumi, e che poi è stata allungata grazie al successo ottenuto... certo, allunga un po' troppo. Ma amo le avventure del porta-sfiga-kudo e, benché sia impaziente di leggerne la fine, da un altro lato penso che in questo modo non mi deprimerò mai, in quando ho smesso di sperare in un "ultimo volumetto" troppo tempo fa. I casi, andando avanti, rimangono sempre fitti (con protagonista sempre il filo da pesca... muhhahah! W il filo da pesca!) e le avventure di Conan/shinichi scorrono tranquille, con qualche ritorno ai "diciassette anni" e qualche spiacevole incontro con l'organizzazione. I casi più coinvolgenti, ad ogni modo, sono quelli dell'organizzazione in nero (che inizio a pensare si chiami anonimi alcolisti xD) e i magnifici cross-over con Kaitou Kid... che sto ancora cercando di distinguere da Shinichi.
I disegni sono buoni, e vanno a migliorarsi di volume in volume, la trama perfetta per ogni amante del giallo ma anche per un lettore qualunque, le vignette forse troppo fitte, e per l'edizione Italiana si potevano sprecare un po' di più. Nella media un nove, anche perché, c'è da dire, ci sono volumi più interessanti ed altri meno e, vista la lunghezza dell'opera, alcuni potrebbero stufarsi e interromperla. Io ho intenzione di continuarla fino alla fine ma ho comunque un problema... ho finito lo spazio nella libreria, dove li metto tutti i volumi?
All'inizio la trama scorre tranquilla, senza troppe pretese, con vari casi divertenti dove, ovviamente, fa tutto Conan e quel degenere di Kogoro non serve a niente. Lo stesso Aoyama dice che, originariamente, Detective Conan era una serie destinata a durare soli tre volumi, e che poi è stata allungata grazie al successo ottenuto... certo, allunga un po' troppo. Ma amo le avventure del porta-sfiga-kudo e, benché sia impaziente di leggerne la fine, da un altro lato penso che in questo modo non mi deprimerò mai, in quando ho smesso di sperare in un "ultimo volumetto" troppo tempo fa. I casi, andando avanti, rimangono sempre fitti (con protagonista sempre il filo da pesca... muhhahah! W il filo da pesca!) e le avventure di Conan/shinichi scorrono tranquille, con qualche ritorno ai "diciassette anni" e qualche spiacevole incontro con l'organizzazione. I casi più coinvolgenti, ad ogni modo, sono quelli dell'organizzazione in nero (che inizio a pensare si chiami anonimi alcolisti xD) e i magnifici cross-over con Kaitou Kid... che sto ancora cercando di distinguere da Shinichi.
I disegni sono buoni, e vanno a migliorarsi di volume in volume, la trama perfetta per ogni amante del giallo ma anche per un lettore qualunque, le vignette forse troppo fitte, e per l'edizione Italiana si potevano sprecare un po' di più. Nella media un nove, anche perché, c'è da dire, ci sono volumi più interessanti ed altri meno e, vista la lunghezza dell'opera, alcuni potrebbero stufarsi e interromperla. Io ho intenzione di continuarla fino alla fine ma ho comunque un problema... ho finito lo spazio nella libreria, dove li metto tutti i volumi?
Ho letto tutto il manga è la storia mi è sembrata sempre più coinvolgente e complessa, i disegni sono molto elaborati (soprattutto le ambientazioni).
L'unica pecca secondo me sono le indagini, certe volte un po' ripetitive, ma comunque molto studiate ed interessanti.
Logicamente è un manga Shonen poliziesco.
Pubblicato da Star Comics dopo che è stato presentato da Comic Art e Kabuki Publishing.
Lo consiglio a tutti gli amanti del genere.
L'unica pecca secondo me sono le indagini, certe volte un po' ripetitive, ma comunque molto studiate ed interessanti.
Logicamente è un manga Shonen poliziesco.
Pubblicato da Star Comics dopo che è stato presentato da Comic Art e Kabuki Publishing.
Lo consiglio a tutti gli amanti del genere.
In un modo semplicemente geniale e mai casuale, questa serie giapponese di anime e manga racconta le vicende di Shinichi Kudo, un liceale con la passione per i casi polizieschi.
In una notte al chiaro di luna, in un luna-park, Shinichi Kudo, allontanandosi dalla sua compagna Ran, viene attaccato da alcuni uomini vestiti di nero, i quali gli inniettano una sostanza che, pur non uccidendolo, lo riporta in età infantile. Da questo momento, Shinichi, tornato bambino, si fa chiamare Cona e va a vivere da uno strampalato ed ingenuo investigatore privato, il detective Mori, e con sua figlia Ran, la quale ha un debole per Shinichi dalla forma normale.
Sarà da questo momento che il giovane "Conan" comincerà ad incontrare ogni giorno delle sventure sulla sua strada, che sembrano non scollarsi più dalla sua (e la nostra) vita. Queste sventure "quotidiane" faranno sì che il giovanissimo detective sperimenti la sua dote (diventata passione) per il mistero, risolvendo casi sempre più ardui e misteriosi, nascondesi dietro all'ombra del fannullone detective Mori, il quale si prenderà sempe il merito, diventando ancora più celebre fra la gente e l'alta società.
Questo scambio di notorietà non guadagnata di Mori, che all'apparenza sembra essere un fattore sfavorevole per Conan/Shinichi, si rivelerà un ottimo modo per migliorare le sue capacità investigative, poichè Mori, con la sua famiglia, verrà sempre invitato da gente importante che gli chiederà di risolvere i propri guai.
Pur mostrando qualche segno di sfortuna (poichè ove si reca Conan, accade qualche disgrazia, che aspetta di essere risolta), tutti le sfide di estrema misteriosità e logica che si presenteranno "QUASI SU UN PIATTO D'ARGENTO" al giovane, verranno risolti con tanta cautela e logica sperimentale dal piccolo.
Questo fatto di logicità si è dimostrato uno dei migliori fattori per i quali questo anime giallo è diventato famosissimo nel mondo, perchè un manga ed un anime così non si erano mai visti!
Ad accompagnare ciò, ci saranno gli intrecci amorosi e le parti commediali che condiscono molta trama di questa opera di Gosho Aoyama, per le quali va consigliato sia ai maschi e le femmine, che ai bambini e gli adulti!
In una notte al chiaro di luna, in un luna-park, Shinichi Kudo, allontanandosi dalla sua compagna Ran, viene attaccato da alcuni uomini vestiti di nero, i quali gli inniettano una sostanza che, pur non uccidendolo, lo riporta in età infantile. Da questo momento, Shinichi, tornato bambino, si fa chiamare Cona e va a vivere da uno strampalato ed ingenuo investigatore privato, il detective Mori, e con sua figlia Ran, la quale ha un debole per Shinichi dalla forma normale.
Sarà da questo momento che il giovane "Conan" comincerà ad incontrare ogni giorno delle sventure sulla sua strada, che sembrano non scollarsi più dalla sua (e la nostra) vita. Queste sventure "quotidiane" faranno sì che il giovanissimo detective sperimenti la sua dote (diventata passione) per il mistero, risolvendo casi sempre più ardui e misteriosi, nascondesi dietro all'ombra del fannullone detective Mori, il quale si prenderà sempe il merito, diventando ancora più celebre fra la gente e l'alta società.
Questo scambio di notorietà non guadagnata di Mori, che all'apparenza sembra essere un fattore sfavorevole per Conan/Shinichi, si rivelerà un ottimo modo per migliorare le sue capacità investigative, poichè Mori, con la sua famiglia, verrà sempre invitato da gente importante che gli chiederà di risolvere i propri guai.
Pur mostrando qualche segno di sfortuna (poichè ove si reca Conan, accade qualche disgrazia, che aspetta di essere risolta), tutti le sfide di estrema misteriosità e logica che si presenteranno "QUASI SU UN PIATTO D'ARGENTO" al giovane, verranno risolti con tanta cautela e logica sperimentale dal piccolo.
Questo fatto di logicità si è dimostrato uno dei migliori fattori per i quali questo anime giallo è diventato famosissimo nel mondo, perchè un manga ed un anime così non si erano mai visti!
Ad accompagnare ciò, ci saranno gli intrecci amorosi e le parti commediali che condiscono molta trama di questa opera di Gosho Aoyama, per le quali va consigliato sia ai maschi e le femmine, che ai bambini e gli adulti!
Basta. Adesso basta, non se ne può più del Detective Conan. Arrivare al numero 64, quando il finale della storia sembra ancora lontano, è esagerato. Si vede che l'autore, Gosho Aoyama, un grandissimo, ovviamente, non ha ancora scelto il finale giusto, ma non si può continuare così.
La trama principale tratta di Shinici Kudo, un geniale diciassettenne che, un giorno, si ritrova per sbaglio ad origliare un discorso segretissimo tra due "Uomini in Nero", facenti parte di un'organizzazione (segreta, ovviamente). Questi due tizi si accorgono che Shinici aveva sentito il loro discorso e gli somministrano un potentissimo veleno, che, però, non ha l'effetto desiderato. Infatti Shinici ringiovanisce di dieci anni. Da questo momento in poi Shinici, che deciderà di chiamarsi Conan, andrà a vivere dalla sua migliore amica Ran, il cui padre è un detective. Dunque da questo momento in poi Conan aiuterà Kogoro a risolvere tutti i casi che lui non riuscirà a risolvere (e sono tanti). La trama principale dunque praticamente scompare per lasciare spazio a piccoli episodi autoconclusivi. Stupidissimi episodi autoconclusivi, aggiungerei. A parte qualche piccola parte molto interessante, i casi da risolvere sono noiosissimi, dato che si capisce il colpevole circa all'inizio della storia. Nell'80% dei casi appunto si capisce subito il colpevole. Nel 15% Conan viene illuminato magicamente sull'identità del colpevole, il 5% semplicemente non lo capisce. Insomma, qualcuno all'inizio si poteva anche accettare, ma arrivati al 64° volume ci si può solo tagliare le vene. Mi dispiace dare 5, ma è l'unico voto che si merita.
La trama principale tratta di Shinici Kudo, un geniale diciassettenne che, un giorno, si ritrova per sbaglio ad origliare un discorso segretissimo tra due "Uomini in Nero", facenti parte di un'organizzazione (segreta, ovviamente). Questi due tizi si accorgono che Shinici aveva sentito il loro discorso e gli somministrano un potentissimo veleno, che, però, non ha l'effetto desiderato. Infatti Shinici ringiovanisce di dieci anni. Da questo momento in poi Shinici, che deciderà di chiamarsi Conan, andrà a vivere dalla sua migliore amica Ran, il cui padre è un detective. Dunque da questo momento in poi Conan aiuterà Kogoro a risolvere tutti i casi che lui non riuscirà a risolvere (e sono tanti). La trama principale dunque praticamente scompare per lasciare spazio a piccoli episodi autoconclusivi. Stupidissimi episodi autoconclusivi, aggiungerei. A parte qualche piccola parte molto interessante, i casi da risolvere sono noiosissimi, dato che si capisce il colpevole circa all'inizio della storia. Nell'80% dei casi appunto si capisce subito il colpevole. Nel 15% Conan viene illuminato magicamente sull'identità del colpevole, il 5% semplicemente non lo capisce. Insomma, qualcuno all'inizio si poteva anche accettare, ma arrivati al 64° volume ci si può solo tagliare le vene. Mi dispiace dare 5, ma è l'unico voto che si merita.
Detective Conan è un manga molto particolare.
Shinichi Kudo (anche se penso che in pochi non sappiano la trama generale...) è uno studente giapponese diciassettenne che sogna di diventare un grande detective e spesso aiuta la polizia a risolvere dei casi. Un giorno, recatosi con la sua migliore amica Ran al luna park, ascolta per caso la losca conversazione di due uomini vestiti di nero che, dopo essersene resi conto, gli somministrano un micidiale veleno appena messo appunto dalla loro organizzazione. Tuttavia l'effetto ottenuto non è quello desiderato e Shinichi si risveglia con dieci anni di meno. Decide allora di stabilirsi dalla sua amica Ran, fingendo di essere un bambino di 7 anni di nome Conan Edogawa. Aiutando il padre di Ran, il detective Kogoro Mori, a risolvere intricati casi, cerca nel contempo di avvicinarsi agli uomini in nero per farli catturare ed ottenere l'antidoto.
Il manga viene così a strutturarsi come una lunga serie di casi autoconclusivi che generalmente si risolvono con l'aiuto di Conan, alle cui spalle sta sempre la trama principale della caccia all'organizzazione nera, che ogni tanto ritorna in primo piano per procedere.
Gli elementi positivi sono molti, primo su tutti la struttura particolare del manga, ma anche i casi che sono praticamente sempre molto originali ed intriganti, i personaggi molto ben caratterizzati, la trama di fondo che quando rispunta fa stare sempre col fiato sospeso.
Il fattore negativo è invece che l'autore lo sta tirando un po' troppo per le lunghe. Si fosse concluso tutto in 55-60 volumi sarebbe andato benissimo e amen, ma farlo continuare così a lungo dopo un po' fa sì che i casi tendano a perdere originalità ed i lettori possono anche stufarsi visto che la trama vera e propria avanza così lentamente. Resta comunque un manga di buon livello e che apprezzo molto, e dunque non posso dare meno di 8. Chiaramente è sconsigliato a coloro che non apprezzano i gialli!
Shinichi Kudo (anche se penso che in pochi non sappiano la trama generale...) è uno studente giapponese diciassettenne che sogna di diventare un grande detective e spesso aiuta la polizia a risolvere dei casi. Un giorno, recatosi con la sua migliore amica Ran al luna park, ascolta per caso la losca conversazione di due uomini vestiti di nero che, dopo essersene resi conto, gli somministrano un micidiale veleno appena messo appunto dalla loro organizzazione. Tuttavia l'effetto ottenuto non è quello desiderato e Shinichi si risveglia con dieci anni di meno. Decide allora di stabilirsi dalla sua amica Ran, fingendo di essere un bambino di 7 anni di nome Conan Edogawa. Aiutando il padre di Ran, il detective Kogoro Mori, a risolvere intricati casi, cerca nel contempo di avvicinarsi agli uomini in nero per farli catturare ed ottenere l'antidoto.
Il manga viene così a strutturarsi come una lunga serie di casi autoconclusivi che generalmente si risolvono con l'aiuto di Conan, alle cui spalle sta sempre la trama principale della caccia all'organizzazione nera, che ogni tanto ritorna in primo piano per procedere.
Gli elementi positivi sono molti, primo su tutti la struttura particolare del manga, ma anche i casi che sono praticamente sempre molto originali ed intriganti, i personaggi molto ben caratterizzati, la trama di fondo che quando rispunta fa stare sempre col fiato sospeso.
Il fattore negativo è invece che l'autore lo sta tirando un po' troppo per le lunghe. Si fosse concluso tutto in 55-60 volumi sarebbe andato benissimo e amen, ma farlo continuare così a lungo dopo un po' fa sì che i casi tendano a perdere originalità ed i lettori possono anche stufarsi visto che la trama vera e propria avanza così lentamente. Resta comunque un manga di buon livello e che apprezzo molto, e dunque non posso dare meno di 8. Chiaramente è sconsigliato a coloro che non apprezzano i gialli!
Presentare Detective Conan sarebbe stupido, visto che lo conoscono tutti. Forse i più lo conoscono grazie all'anime. Ebbene il manga non è nulla di più ne di meno della serie animata. Il design è praticamente identico e la storia procede ugualmente all'infinito con innumerevoli episodi conclusivi che trattano casi di omicidio, scanditi ogni tanto da qualche nuovo "sviluppo" (se così si può dire, visto che non si fanno passi avanti) sul mistero degli uomini in nero. I difetti sono quindi ovvi: il ripetersi dello stesso modello narrativo per innumerevoli capitoli può stancare il lettore e, come qualcuno ha già detto prima di me, portare a vedere personaggi e situazioni sempre uguali. Nonostante questo, l'opera è da apprezzare per la genialità e il lavoro che sta dietro la ricostruzione dei casi.
Un grande limite è quello di dover per forza essere spettatori passivi, nel senso che l'autore non permette al lettore di indagare insieme al piccolo detective, anzi, non lascia indizi fino al punto in cui Conan esclama "Ho capito tutto!", giungendo alla fine del caso, senza averci fatto partecipi dei suoi pensieri. Anche per questo il tutto può essere stancante e ripetitivo. Per questo consiglio di leggerlo saltuariamente (tanto da un numero all'altro non vi perdete nulla, visti tutti gli episodi autoconclusivi), ma di non disprezzare un'opera più che valida.
Un grande limite è quello di dover per forza essere spettatori passivi, nel senso che l'autore non permette al lettore di indagare insieme al piccolo detective, anzi, non lascia indizi fino al punto in cui Conan esclama "Ho capito tutto!", giungendo alla fine del caso, senza averci fatto partecipi dei suoi pensieri. Anche per questo il tutto può essere stancante e ripetitivo. Per questo consiglio di leggerlo saltuariamente (tanto da un numero all'altro non vi perdete nulla, visti tutti gli episodi autoconclusivi), ma di non disprezzare un'opera più che valida.
Leggo Detective Conan quando proprio non ho null'altro da leggere, quasi come un passatempo, come guardare una fiction in Tv. Detective Conan è un manga disegnato da sufficienza dove, forse anche perché sono centinaia, i personaggi dopo il 30° volume sembrano i sosia dei precedenti. Il protagonista è un detective (porta sfortuna) che a differenza di molti altri detective non viene chiamato ma è lui stesso che trova i cadaveri come se avesse un mortodetector... I casi è giusto dirlo sono tutti originali e mai ripetitivi, forse è ripetitivo il fatto che la successione sia sempre (o quasi) Viaggio-morto-primo sospettato lampante-soluzione introvabile-genialata-colpevole diverso dal primo sospettato. Ci si chiede sinceramente come un bambino di 10 anni possa bazzicare su scene del delitto. Alcuni casi comunque sono coinvolgenti ed a volte crudi quindi non lo definirei sempre un manga per bambini. La storia onestamente può essere infinita, progredisce molto lentamente ed a volte esce dal tracciato (quello base è trovare i responsabili del suo essere tornato bambino) per farvi ritorno 5/10 numeri dopo... Manga leggero, che come dicevo prima consiglio come secondario per il semplice piacere di leggere.
Essendo stato Detective Conan il mio primo manga, vi sono particolarmente affezionata, ed è sicuramente un'opera che merita: i casi sono tutti interessanti, anche se sfondati i 100 e più rischiano di diventare ripetitivi, i disegni sono molto curati, la caratterizzazione dei personaggi è fantastica *_*, e la trama di fondo molto interessante. Purtroppo proprio questa rappresenta l'unica pecca del manga, in quanto progredisce troppo lentamente e intervalla a momenti importanti per l'avanzamento della storia pause piene di files abbastanza inutili. Chiunque segua gli spoiler si troverà d'accordo sul fatto che anche personaggi importanti in questo periodo vengono parecchio trascurati, e che a volume 62 non è più possibile far passare 15 files di casi non inerenti la trama principale. Ormai tra molti fan del piccolo detective circola un certo malcontento. Personalmente ancora non sono fra questi; avere la compagnia del bimbo occhialuto ancora per un pò può solo farmi piacere, anche se vorrei vedere prima o poi un finale.
Speriamo solo che il sensei non ci deluda ^^"!
Speriamo solo che il sensei non ci deluda ^^"!
Manga bellissimo che non ha nulla a che vedere con una pessima serie animata popolata da un'infinità di filler. Trama interessante, avvincente, tanti casi quasi mai banali e quando serve spettacolari. Personaggi caratterizzati magnificamente. Il problema sta nella lunghezza eccessiva, che vede diluire la trama in mezzo a casi irritanti per poi scadere nell'appiattimento o nel dimenticarsi di personaggi fondamentali. Se fosse durato 40 volumi andava benissimo, ma 63 in prosecuzione no, è un azzardo che fa scattare l'allarme alla Inuyasha.
Ho iniziato a leggere Detective Conan dal volume 17, ma lo guardavo da prima anche in TV. Mi è piaciuto molto perchè ha una trama complessa, personaggi interessanti, grafiica stupenda, ogni caso è diverso dall'altro e anche questa cosa è molto interessante.
I miei personaggi preferiti sono Heiji Hattori, Kazuha Toyama e Vermouth. Per adesso in Italia siamo arrivati al vol.41 e tra 10 giorni ci sarà il 42, a mio avviso il più importante volume di Detective Conan e anche secondo i fan del piccolo detective il caso più bello di tutto il manga, l'Halloween Party.
Ho votato 10 perchè a me hanno sempre appassionato i gialli e questo oltre manga oltre ai casi di omicidio etc.. contiene anche una trama molto complessa che via via si evolve sempre più conoscendo sempre più personaggi.
I miei personaggi preferiti sono Heiji Hattori, Kazuha Toyama e Vermouth. Per adesso in Italia siamo arrivati al vol.41 e tra 10 giorni ci sarà il 42, a mio avviso il più importante volume di Detective Conan e anche secondo i fan del piccolo detective il caso più bello di tutto il manga, l'Halloween Party.
Ho votato 10 perchè a me hanno sempre appassionato i gialli e questo oltre manga oltre ai casi di omicidio etc.. contiene anche una trama molto complessa che via via si evolve sempre più conoscendo sempre più personaggi.
Il manga scritto da Gosho Aoyama intitolato "Detective Conan" mi è piaciuto moltissimo, infatti non mi manca neanche un volume, perchè è il mio preferito tra le serie che ho.
Il mio personaggio preferito è (ovviamente) Shinici Kudo ;-)
Ho dato un voto molto alto a questa serie perchè di questo manga mi piace tutto, dai disegni molto belli, ai personaggi ben caratterizzati. Infatti ogni personaggio è totalmente diverso dagli altri.
Ma la cosa che preferisco di più tra tutte in questo manga sono i numerosissimi casi del detective Conan (Shinici), sono sempre molto complicati, difficili da risolvere, quasi tutti hanno una soluzione imprevedibile che fin dall'inizio è sconosciuta!
I disegni delle copertine del manga hanno disegni molto innovativi, sempre nuovi e divertenti.
Fin dal primo numero di questa serie sto aspettando che Conan incontri di nuovo gli "uomini in nero" e riesca a scoprire qualcosa in più su di loro o addirittura sconfiggerli e ritornare Shinici!!!
Il mio personaggio preferito è (ovviamente) Shinici Kudo ;-)
Ho dato un voto molto alto a questa serie perchè di questo manga mi piace tutto, dai disegni molto belli, ai personaggi ben caratterizzati. Infatti ogni personaggio è totalmente diverso dagli altri.
Ma la cosa che preferisco di più tra tutte in questo manga sono i numerosissimi casi del detective Conan (Shinici), sono sempre molto complicati, difficili da risolvere, quasi tutti hanno una soluzione imprevedibile che fin dall'inizio è sconosciuta!
I disegni delle copertine del manga hanno disegni molto innovativi, sempre nuovi e divertenti.
Fin dal primo numero di questa serie sto aspettando che Conan incontri di nuovo gli "uomini in nero" e riesca a scoprire qualcosa in più su di loro o addirittura sconfiggerli e ritornare Shinici!!!
E' PERFETTO... è intrigante e davvero appassionante, un manga che non ha età.
Gli incotri fra Shinichi e Kaito Kid sono i migliori....
Gosho-Sempai ha fatto davvero un capolavoro, ha la mia eterna gratitudine e, un mio APPELLO va a chi sottovaluta il manga perché pensa è "roba da bimbetti" non è assolutamente così! Per comprendere una storia come quella di DETECTIVE CONAN non basta leggere 4-5 volumi anche perché non pretendete un' pò troppo. Gosho non può mica scoprire le sue carte subito!
Ci sono personaggi di tutti i generi :
Detective come:
-Kogoro Mouri ( Il detective dormiente XD)
-Shinichi Kudo (Il protagonista)
-Heiji Hattori
I Ladri:
-Kaito Kid (Il SOMMO Fantasma)
Scienziate:
-Shiho Miyano (Sherry)
Le dolci ragazze:
-Ran Mouri x Shinichi
-Kazuha x Heiji
Polizia, Bambini, MIB ed FBI...
Insomma cosa volete di più?
E tengo a precisare che ho letto veramente 59 volumi in inglese di DETECTIVE CONAN, Alias Case Closed Alias Meitantei Conan.
Gli incotri fra Shinichi e Kaito Kid sono i migliori....
Gosho-Sempai ha fatto davvero un capolavoro, ha la mia eterna gratitudine e, un mio APPELLO va a chi sottovaluta il manga perché pensa è "roba da bimbetti" non è assolutamente così! Per comprendere una storia come quella di DETECTIVE CONAN non basta leggere 4-5 volumi anche perché non pretendete un' pò troppo. Gosho non può mica scoprire le sue carte subito!
Ci sono personaggi di tutti i generi :
Detective come:
-Kogoro Mouri ( Il detective dormiente XD)
-Shinichi Kudo (Il protagonista)
-Heiji Hattori
I Ladri:
-Kaito Kid (Il SOMMO Fantasma)
Scienziate:
-Shiho Miyano (Sherry)
Le dolci ragazze:
-Ran Mouri x Shinichi
-Kazuha x Heiji
Polizia, Bambini, MIB ed FBI...
Insomma cosa volete di più?
E tengo a precisare che ho letto veramente 59 volumi in inglese di DETECTIVE CONAN, Alias Case Closed Alias Meitantei Conan.
Penso che conan sia la cosa più bella che esista sulla faccia della terra... ho cominciato a leggerlo dal primo numero e per ora gli ho letti tutti (quelli usciti) non vedo l'ora che esca il 32 anche se ormai quei casi gli avro visti e rivisti un monte di volte. Non noto difetti nel manga ideato dal grandissimo, altissimo GOSHO AOYAMA ma detesto il cartone che per ora non ha quasi mai seguito ciò che succede nel manga.
Esempi:
1) Nel secondo numero dove la sorella di Shyo Myano (alias sherry) muore nel cartone viene semplicemente arrestata per poi morire in seguito durante una rapina
2)Su 351 episodi 100 minimo sono assenti nel manga
Vorrei ammazzare (seguendo la dinamica di un caso) quel M. SUDO che disegna il cartone però in fondo io il manga ce l'ho quindi che prob c'è?... (ogni tanto mi devo fare qualche domanda) allora auguro a tutti buona lettura dei vostri manga e che gosho aoyama continui la sua opera che a dato una luce di speranza al mondo!!
Esempi:
1) Nel secondo numero dove la sorella di Shyo Myano (alias sherry) muore nel cartone viene semplicemente arrestata per poi morire in seguito durante una rapina
2)Su 351 episodi 100 minimo sono assenti nel manga
Vorrei ammazzare (seguendo la dinamica di un caso) quel M. SUDO che disegna il cartone però in fondo io il manga ce l'ho quindi che prob c'è?... (ogni tanto mi devo fare qualche domanda) allora auguro a tutti buona lettura dei vostri manga e che gosho aoyama continui la sua opera che a dato una luce di speranza al mondo!!
Non c'è proprio nulla da dire in aggiunta a quanto già ripetuto nelle altre recensioni! È un manga fantastico, in tutto, trama, disegni, suspense... Solo che ha troppe digressioni. Ma come non amare file come quelli con gli uomini in nero, o quando nel volume 18, se non erro, giunse Haibara!? Spettacolare, senza dubbio; meriterebbe i pieni voti se non si disperdesse così tanto.
Una serie ben curata e dalla trama solida, ma che si presenta piuttosto ripetitiva...
Il tratto è discreto, buona la cura nei fondali; l' incipit iniziale è originale, ma in pratica rimane fine a se stesso, più una scusa per giustificare la figura del detective bambino che altro; la circostanze degli omicidi sono spesso articolatissime, quasi paradossali nella loro complessità, ma il protagonista riesce -sempre- a risolverle grazie agli indizi che, guarda caso, nessuno a parte lui riesce anche solo a individuare...
Insomma, solo per amanti del giallo seriale.
Il tratto è discreto, buona la cura nei fondali; l' incipit iniziale è originale, ma in pratica rimane fine a se stesso, più una scusa per giustificare la figura del detective bambino che altro; la circostanze degli omicidi sono spesso articolatissime, quasi paradossali nella loro complessità, ma il protagonista riesce -sempre- a risolverle grazie agli indizi che, guarda caso, nessuno a parte lui riesce anche solo a individuare...
Insomma, solo per amanti del giallo seriale.
Uno dei manga piu' belli che conosca, le vicende del piccolo detective mi hanno "rapito", purtroppo io non digerisco le serie "infinite" e ho mollato il colpo.
La storia è abbastanza surreale così come tutti i casi, (ma una volta non si prendeva una pistola o coltello si amazzava uno e si scappava tutta randa?) che mi appaiono molto fantasiosi e talvolta troppo macchinosi nella elaborazione della soluzione (gancio qua, fai scivolare, il timer, filo che passa sotto e così via ..) ma d'altronde è un MANGA se non c'è fantasia che MANGA è?
Tornando alla trama è difficle che non la si conoschi, un liceale Shinici Kudo si diverte a fare il detective e molte volte aiuta a risolvere difficili casi alla polizia, ficca il naso in una questione "grossa" ... viene beccato e invece di purgarlo a dovere li somministrano un veleno che teoricamente dovrebbe ucciderlo ... non funzia e lui torna bambino ... e gli altri intanto se ne vanno.
E già qui è tutto un dire, questa è la premessa, e per tornare normale devo ritrovare quegli uomini (in nero) ma intanto ..risolviamo i 1200 omicidi che avvengono 5 volte al giorno ....
La serie è in continuazione e Gosho Aoyama ne ha di roba da scrivere, a volte perde il filo della storia (non a volte quasi sempre) e la storia principale progredisce mooolto lentamente.
Di buono c'è che i casi sono ben descritti, l'atmosfera è quella giusta e il tratto migliora molto dai primi numeri, anche le avventura dei "giovani detective" sono ben raccontate e non le considero di secondo piano perchè anche piu' avvincenti di alcuni casi soporiferi.
Di contro alcuni elementi che danno troppa poco credibilità e limitarne l'uso ... in tutto il Giappone c'è solo l'ispettore Megure, o cmq quando gli avvenimenti accadono a Tokyo (questa la città giusto?) c'è sempre lui, va bene che un giallo ma devono morire ogni volta tutti dove c'è Goro, Cona e Ran nei modi piu' assurdi e con soluzione piu' strampalate ... pure quando vanno in vacanza qualcuno da l'addio a questa Terra .... ma una rapina, un furto ... un paio di volte in piu'..?
Vabbè pero' anche questo fa parte del bello di "Detective Conan" che trovo nella versione cartacea migliore della serie animata, le atmosfere sono piu' coinvolgenti e se non capisci una roba nel scervellotico ragionamento di Conan te lo vai a rileggere.
Hanno messo anche una componente romantica, il rapporto tra Ran e Shinici non so come evolverà o .. non evolverà affatto.
Il manga è avvincente ma se fosse meno dispersivo sarebbe meglio.
Spassossime le vignette che mettono in fondo, ... racconti di vita reale di Gosho e i suoi collaboratori ... ^__^
La storia è abbastanza surreale così come tutti i casi, (ma una volta non si prendeva una pistola o coltello si amazzava uno e si scappava tutta randa?) che mi appaiono molto fantasiosi e talvolta troppo macchinosi nella elaborazione della soluzione (gancio qua, fai scivolare, il timer, filo che passa sotto e così via ..) ma d'altronde è un MANGA se non c'è fantasia che MANGA è?
Tornando alla trama è difficle che non la si conoschi, un liceale Shinici Kudo si diverte a fare il detective e molte volte aiuta a risolvere difficili casi alla polizia, ficca il naso in una questione "grossa" ... viene beccato e invece di purgarlo a dovere li somministrano un veleno che teoricamente dovrebbe ucciderlo ... non funzia e lui torna bambino ... e gli altri intanto se ne vanno.
E già qui è tutto un dire, questa è la premessa, e per tornare normale devo ritrovare quegli uomini (in nero) ma intanto ..risolviamo i 1200 omicidi che avvengono 5 volte al giorno ....
La serie è in continuazione e Gosho Aoyama ne ha di roba da scrivere, a volte perde il filo della storia (non a volte quasi sempre) e la storia principale progredisce mooolto lentamente.
Di buono c'è che i casi sono ben descritti, l'atmosfera è quella giusta e il tratto migliora molto dai primi numeri, anche le avventura dei "giovani detective" sono ben raccontate e non le considero di secondo piano perchè anche piu' avvincenti di alcuni casi soporiferi.
Di contro alcuni elementi che danno troppa poco credibilità e limitarne l'uso ... in tutto il Giappone c'è solo l'ispettore Megure, o cmq quando gli avvenimenti accadono a Tokyo (questa la città giusto?) c'è sempre lui, va bene che un giallo ma devono morire ogni volta tutti dove c'è Goro, Cona e Ran nei modi piu' assurdi e con soluzione piu' strampalate ... pure quando vanno in vacanza qualcuno da l'addio a questa Terra .... ma una rapina, un furto ... un paio di volte in piu'..?
Vabbè pero' anche questo fa parte del bello di "Detective Conan" che trovo nella versione cartacea migliore della serie animata, le atmosfere sono piu' coinvolgenti e se non capisci una roba nel scervellotico ragionamento di Conan te lo vai a rileggere.
Hanno messo anche una componente romantica, il rapporto tra Ran e Shinici non so come evolverà o .. non evolverà affatto.
Il manga è avvincente ma se fosse meno dispersivo sarebbe meglio.
Spassossime le vignette che mettono in fondo, ... racconti di vita reale di Gosho e i suoi collaboratori ... ^__^
Anche io ho detto volumi letti zero perchè la storia fino a questo momento la conosco. Secondo me è il migliore la storia mi piace molto magari un po' di fantasia con i fili da pesca. Io l'ho seguo fin dal principio molti casi sono proprio difficili da risolvere. E' vero il volume 42 è proprio diciamo una svolta perchè non è tanto sulla trama pricipale, ma si inizia ad intravedere il boss. Si scopre quasi tutto il passto di Vermouth. Anche con lo special 425 non ci sono veri sviluppi ma vediamo Kir, un personaggio importante, difatti si deve ancora svegliare dal coma secondo me quando si sveglierà ne avrà di cose da dire e parecchie anche. Con Gosho non si può mai traliaciare nulla quando meno te lo aspetti tira fuori indizi aull'organizzazione. Il suo sforzo è ben ripagato fino ad ora con 10 anni di grandissimo successo in tutto il mondo.
Ottima serie che rinnova il genere poliziesco con una serie di elementi innovativi e originali. L'opera che prosegue in madrepatria con crescente successo migliora in ogni numero che viene pubblicato e nello stile e nella storia; Al contrario della serie animata, i casi sono collegati da nessi logici e l'attenzione non viene dispersa in inutili lungagini. Consigliato agli amanti del giallo.
Una recensione più dettagliata l'ho già scritta nella sezione anime. Puntualizzo che ho messo "zero" come volumetti letti semplicemente perchè non ho letto completamente tutti i files dei 52 volumi , ma un'ottima parte certamente sì e sono spoilerata sino agli ultimi sviluppi nipponici. La vera svolta in questo manga si ha con il 18° volume : prima è un fumetto indubbiamente gradevole e curato , ma è solo con l'ingresso di un certo personaggio ( la cui sagoma , in realtà , è già comparsa nel secondo volume ) che la trama principale inizia veramente a svilupparsi in una maniera assolutamente imprevedibile ed affascinante , ed è ciò che differenzia Conan da altri manga di tipo investigativo. Lo scopo del fumetto non è solo raccontare gialli autoconclusivi come può essere quello di altre opere di questo genere ; la regressione di Shinichi allo stato infantile non è un vezzo dell'autore bensì la questione portante della trama : il mistero che si cela dietro la droga che la Black Organization gli ha somministrato. Ci troviamo pertanto di fronte ad un giallo che si mescola con science - fiction , e che più progredisce più si fa intrigato e coinvolgente , prova ne sia che i volumi più eccitanti per ora secondo la maggioranza dei fans sono stati il 41 ed il 42 - soprattutto quest'ultimo , da cui è stato tratto lo special in anime di oltre due ore "Head-on Fight with the Black Organization: Double Mystery on the Night of the Full Moon" ( episodio 345 , ovviamente ancora inedito in Italia ) in cui il lettore/spettatore rimane basito, difficilmente si sarebbe aspettato certe rivelazioni , e che contiene anche scene ricche di pathos ( tuttora quando lo rivedo mi emozionano davvero tanto). Alla trama , mai scontata ed affascinante , si aggiunge un'ottima caratterizazione dei personaggi , tra cui spiccano soprattutto le figure femminili ( ebbene sì , chi è spoilerato sa quanto la componente al femminile sia fondamentale nel cast di DC ) , in particolare quel meraviglioso personaggio che entra in scena proprio nel volume 18 : Ai Haibara , la scienziata creatrice dell'apotoxin 4869. Poche volte mi è capitato di immedesimarmi così in un personaggio...di percepirne con forza e nitidezza ogni sfumatura emotiva. E' dotata di una completezza straordinaria , dalla sua comparsa non ha smesso di regalarmi emozioni e rimane tuttora uno dei misteri più insondabili del fumetto , con le sue verità non dette...
Un fumetto complessivamente valido , che ripaga ampliamente la fedeltà del lettore. Difetti significativi non ne vedo , a parte la lunghezza che comprendo possa essere per alcuni un deterrente. Che altro posso dirvi per persuadervi della mia opinione? Uhm ...altre cosucce ce le avrei , ma..." a secret makes a woman woman" ^_-
Un fumetto complessivamente valido , che ripaga ampliamente la fedeltà del lettore. Difetti significativi non ne vedo , a parte la lunghezza che comprendo possa essere per alcuni un deterrente. Che altro posso dirvi per persuadervi della mia opinione? Uhm ...altre cosucce ce le avrei , ma..." a secret makes a woman woman" ^_-
Se non avessi letto Kindaichi forse il mio giudizio su questo manga sarebbe stato un pochino migliore. Sia ben chiaro non è fatto male come giallo: la struttura è spesso ben studiata e riesce a non essere mai ripetitivo.
Ma ci sono tanti difetti:
1) La trama vera e propria non quasi progredisce mai, mi chiedo se davvero verrà mai scritta una conclusione.
2) Mi chiedo se ci fosse bisogno di trasformare il protagonista in un bamboccio per tenere viva l'attenzione.
3) I capitoli in cui Shinichi gioca al "piccolo detective" con i suoi amici sono stucchevoli, l'addormentare sempre Goro per fare finta che sia lui a risolvere i casi ancora di più.
4) I casi sono troppo facili! Il 90% delle volte è troppo facile capire il colpevole. Nel restante 10% te lo dicono prima -.-
Cmq difetti a parte non merita una bocciatura, ma se amate i gialli Kindaichi (disponibile in america, sperando che qualcuno in Italia decida di importarlo) è meglio ;)
Ma ci sono tanti difetti:
1) La trama vera e propria non quasi progredisce mai, mi chiedo se davvero verrà mai scritta una conclusione.
2) Mi chiedo se ci fosse bisogno di trasformare il protagonista in un bamboccio per tenere viva l'attenzione.
3) I capitoli in cui Shinichi gioca al "piccolo detective" con i suoi amici sono stucchevoli, l'addormentare sempre Goro per fare finta che sia lui a risolvere i casi ancora di più.
4) I casi sono troppo facili! Il 90% delle volte è troppo facile capire il colpevole. Nel restante 10% te lo dicono prima -.-
Cmq difetti a parte non merita una bocciatura, ma se amate i gialli Kindaichi (disponibile in america, sperando che qualcuno in Italia decida di importarlo) è meglio ;)