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kirk

Volumi letti: 34/34 --- Voto 7,5
Era il 1992 quando Mitsuru Adachi inizia a pubblicare su Shonen Sunday il suo lavoro più lungo: "H2". Il suo lavoro più lungo, ma non - a mio avviso - il più bello di questo autore che ci ha donato tante grandi storie sentimental-sportive quali il mitico "Touch", il sempreverde "Rough" o il brillante "Katsu"!

Lo stile è sempre lo stesso, con personaggi che si riciclano da una storia all’altra somigliandosi con quelli di altre sue opere. Nonostante queste somiglianze di personaggi e di temi non possiamo dire che Adachi ci annoi.
Possiamo però dire che "H2" è un’occasione perduta… in che senso?

Facciamo un accenno alla trama: "H2" parla presumibilmente di due coppie di ragazzi Hideo e Hikari e Hiro e Haruka. Hiro, Hideo e Hikari sono grandi amici e i primi due giocano a baseball, finite le medie il primo si ritira e va in una scuola senza club di basket, il secondo va in una scuola in cui esiste un club di basket molto rinomato. Perché? A Hiro un ciarlatano, un medico senza licenza aveva diagnosticato gravi problemi al braccio. Scoperto di essere stato ingannato si da da fare per fondare una squadra e arrivare a giocare al Koshien come miglior lanciatore del Giappone. Compare a questo punto la figura di Haruka, figlia del padrone di suo padre, la quale è una bella ragazza e si innamora di lui.
Ora sembrerebbe tutto facile invece… inizio con gli spoiler.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

La trama è interessante per oltre venti volumi, ma diventa pesante negli ultimi sette/otto perché Adachi allunga decisamente il brodo concentrandosi maggiormente sullo sport dimostrandosi meno capace di fondere gli aspetti sentimentali con il baseball. Eravamo arrivati alla soluzione dei problemi di cuore dei personaggi ma il sensei riapre i giochi e spariglia le carte, il finale è aperto, ma secondo me è difficile da capire se alla fine Hikari che sembrava aver scelto Hideo sceglie davvero questi o Hiro, quel che è certo è che Adachi ha giocato per decine di volumi sulla vicinanza di Hikari ad Hiro e dunque sarebbe la conclusione più logica, perché nella parte sentimentale del racconto sia Hideo che Haruko sono stati in ombra e dunque sembrava logico che alla fine venissero scaricati.
L’immagine sul finale non è Hikari e Hideo che si baciano ma la ragazza che (probabilmente) piange sul petto del ragazzo… quindi mancando le parole sarei portato a pensare che lo scarica. Ma invece Haruka parla con Hiro e da quel che dice sembrerebbe che i due stiano adesso insieme…

Chiaramente il finale è mal gestito. E poi, come ho già detto, lo sport entra alla fine prepotente lasciando troppo poco spazio al resto.
Credo che il voto giusto sia sette e mezzo e penso che sia il voto più basso che ho dato finora ad un opera di Adachi, ma se avete letto le mie motivazioni sarete d’accordo con me


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redhawk

Volumi letti: 34/34 --- Voto 7,5
"H2" è l'opera più lunga (fino ad ora...) mai fatta dal grande Mitsuru Adachi, maestro assoluto dello slice of life e del racconto sportivo.

La trama è la più classica delle storie del sensei: le vite di quattro ragazzi (Hiro, Hideo, Hikari e Haruka) si incrociano alle superiori tra amicizie, amori, sentimenti e tanto tanto tanto baseball. E secondo me è proprio quest'ultimo punto la grande differenza tra "H2" e il precedente capolavoro "Touch"; se lì il baseball e il Koshien sono a tutti gli effetti un punto di arrivo simbolico che rappresenta una promessa emotiva e di vita, qui il punto centrale è quasi la sfida sportiva in sé, mai fino ad ora tanto centrale nei manga dell'autore, tant'è che vediamo più Koshien diversi e si accenna anche varie volte al professionismo e alla MLB. Ovviamente le relazioni tra i personaggi sono ben presenti e molto ben bilanciate con l'aspetto sportivo (per almeno due terzi del manga) salvo tuttavia passare successivamente in secondo piano rispetto alla sfida sul campo tra Hiro e Hideo.

Nonostante i 34 volumi, la lettura fila via liscia senza intoppi e, anzi, è talmente un susseguirsi di eventi e situazioni che appena finito un numero ti viene voglia di iniziare quello successivo. La parte finale tuttavia, più o meno dal volume 27, è quasi superflua, e diventa un'attesa spasmodica del gran confronto finale. Difatti le storie "sentimentali" si potrebbero dire chiuse intorno a quel volume, salvo poi avere un'incomprensibile resuscitamento negli ultimi due volumi.

Lo stile di disegno è quello classico di Adachi, o ti piace alla follia o non lo sopporti. Io sono ovviamente della prima categoria di persone. Diverse tavole trasudano emozioni quasi indescrivibili.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

(citerei al volo il primo momento in cui Hiro lancia nella sfida col club di calcio o le lacrime amare di quest'ultimo dopo aver perso al koshien d'estate) però devo dire che proprio sul finale mi sarei aspettato molto di più a livello visivo, invece mi è sembrato quasi che il sensei sia arrivato stanco e che non riuscisse a dare il giusto peso all'importanza di quei momenti.

Passando alla parte spoiler: la storia di Hiro è fantastica, il suo amore per l'amica d'infanzia Hikari e il fatto che abbia mancato l'occasione, perché rispetto alla ragazza e al suo amico Hideo, è sbocciato e si è interessato troppo tardi crea col lettore un meraviglioso sentimento di empatia. La consapevolezza acquisita che il treno Hikari sia passato e non ritornerà e l'incontro con Haruka porta alla nascita e al racconto della ben sviluppata storia d'amore con quest'ultima, fino al meraviglioso happy ending nell'igloo in giardino del volume 26.
Tuttavia qualche volume dopo Adachi ha cambiato inspiegabilmente rotta facendo quasi tornare Hiro sui suoi passi e rimettendo in gioco la sua possibile relazione con Hikari. Se dovessi azzardare una sovra lettura potrei pensare che negli intenti dell'autore quello fosse il tentativo di far "disputare" ad Hiro la sfida mai svolta con Hideo, non solo sul campo di baseball, ma anche per il cuore di Hikari. Sfida che Hiro vincerà sul campo ma che, a conti fatti, rinsalderà i due rapporti Hideo-Hikari e Hiro-Haruka.
Ritengo che la narrazione di questo finale non sia stata ottimale e nelle possibilità del suo autore che avrebbe potuto fare molto di più, come già ampiamente dimostrato di essere in grado di fare.

Fine parte contenente spoiler

In conclusione "H2" è un gran manga, che si perde parzialmente sul finale, ma che ti trascina nella sua narrazione facendoti immergere e emozionare con le vicende dei quattro protagonisti che sono meravigliosamente caratterizzati e che ti rimangono nel cuore. Al solito per capire i manga di Adachi appieno devi anche già avere una base di conoscenza del baseball perchè sicuro lui non ti accennerà nemmeno per sbaglio le dinamiche di quello sport.
Voto finale: 7,5 quasi 8, molto bello.


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Geomdm

Volumi letti: 34/34 --- Voto 8,5
Dopo l’eccezionale successo del rinomato Touch, immaginavo fosse difficile per l'autore ripeterlo con un'opera analoga. Non mi sarei mai aspettato granché da H2, se non una copia malriuscita con la quale Adachi volesse ripetere il successo avuto con Touch, ma con mia piacevole sorpresa mi sbagliavo.
Senza voler fare inutili paragoni, diciamo che comunque la struttura principale è sempre la medesima di Touch, dove Adachi è veramente insuperabile: intrecci amorosi, sport, scuola, baseball, sogni, amicizia, gelosie, Koshien e momenti di comicità. Questa volta le vicende di sport e di amore avvengono tra quattro ragazzi con nomi che iniziano tutti per H: Hiro e Hideo, che sono i due ragazzi protagonisti della storia, e Hikari e Haruka, le due ragazze che faranno battere i loro cuori. Hiro è il miglior lanciatore delle medie e Hideo è il miglior battitore. I due amici, che fino alle scuole medie giocavano a baseball insieme, poi si ritrovano in due scuole diverse alle superiori. Hiro addirittura sceglie una scuola con un club di baseball solo amatoriale, a causa di un suo presunto infortunio al braccio. Ma la cosa più straordinaria è che grazie a lui e al suo inseparabile amico ricevitore, non solo riusciranno a far nascere un club di baseball agonistico, ma addirittura dello stesso livello del miglior club delle scuole superiori che guarda caso è proprio quello dell’amico Hideo. Da qui iniziano le vicende di H2 e dei due amici d’infanzia, che sperano di incontrarsi come avversari al Koshien. Ma per scoprire se ci riusciranno dovrete leggervelo. E vi assicuro che ne vale la pena. Infatti una delle cose che più mi ha colpito del manga è il legame indissolubile di amicizia che lega i due, al punto da essere certi delle rispettive abilità sportive e della fiducia che hanno l’uno dell’altro in maniera reciproca.
Le partite di baseball sono raffigurate e descritte talmente bene da farti entrare sul campo, a vivere emozioni praticamente reali. Stessa cosa si può dire per le situazioni sentimentali. Il finale ovviamente non lo svelo, ma posso dire che non è proprio come ci si possa aspettare, piuttosto originale ma non eccelso come il resto della storia.
I disegni sono sempre quelli tipici del mangaka, in linea con le altre sue opere, ovvero spesso si fa fatica a distinguere i singoli personaggi tra di loro.
Il manga, pur essendo composto da ben 34 volumi da circa 190 pagine ciascuno, non risulta essere per niente noioso e trascinato come si possa pensare. Infatti i 34 volumi me li sono letteralmente divorati, nel senso che quando inizi a leggerne uno, non riesci più a smettere e passi subito a quello dopo (per fortuna mi ero preso tutta la serie completa); per questo nonostante la lunghezza della serie, non si può assolutamente dire che il mangaka abbia voluto allungare/trascinare la storia.
L’edizione è quella classica economica della Star Comics.
In conclusione siamo di fronte a un altro capolavoro del poeta Adachi, non al livello di Touch e Rough ma di poco sotto. Per tutte le motivazioni anzidette, il voto 8,5 se lo merita tutto. Consiglio questo manga a tutti, non solamente ai fan del genere.


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riko akasaka

Volumi letti: 34/34 --- Voto 9
H2 è principalmente una storia d'amicizia.
Il protagonista è Hiro, un prodigioso lanciatore ai tempi delle medie ma costretto a rinunciare al baseball per colpa del suo "gomito di vetro", si iscrive in un liceo senza club di baseball. Hideo, il suo migliore amico, compagno di squadra, temibile battitore e senza problemi di salute si iscrive invece in una scuola con un club di baseball di lunga tradizione. Quando Hiro scopre che c'è stato un errore di diagnosi sul suo problema al braccio, decide di non cambiar scuola ma di rimanere per fondare con l'amico Noda il loro club. Hiro e Hideo si ritrovano così ad essere rivali, ma la competizione non si limita solo all'aspetto sportivo: Hikari, la fidanzata di Hideo, è amica d'infanzia di Hiro, e il nostro protagonista si accorge di esserne innamorato quando lei fa già coppia fissa con Hideo e l'affetto di Haruka, la graziosa manager, non sembra fargliela dimenticare.

Trovo che il punto di forza di H2 sia l'introspezione psicologica dei personaggi, il lettore riesce a comprendere perfettamente i loro sentimenti, si condividono i loro dubbi e tentennamenti: Hiro che non riesce a dimenticare Hikari ma che non può farsi avanti per rispetto all'amicizia con Hideo; Hikari che si ritrova attratta da Hiro ma sta già insieme al ragazzo ideale, pieno di qualità e che tutte le invidiano; Hideo che intuisce i sentimenti contrastanti di Hiro e Hikari ma vuole dar loro fiducia anche se è facile essere sospettosi del profondo legame tra i due; Haruka che ama Hiro ma non riesce a farsi corrispondere con la stessa intensità, non vorrebbe essere gelosa di Hikari ma di fatto lo è.
Decisamente un bel manga che ho letto con passione, l'unico difetto per me è il finale che trovo troppo "aperto".


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Kotaro

Volumi letti: 34/34 --- Voto 8
H2.
Un titolo enigmatico e pieno zeppo di simbolismi e quattro protagonisti che li incarnano, questi simbolismi.
Quattro liceali col nome che inizia per H. Due ragazzi, due eroi pronti a sfidarsi sul campo da baseball del Koushien, e due ragazze a far palpitare i loro cuori.
Hiro è il migliore amico nonché il rivale di Hideo, che a sua volta è il fidanzato di Hikari, la quale è un’amica d’infanzia nonché il primo amore di Hiro. Al triangolo si aggiunge Haruka, che, invece, Hiro lo conosce da poco, ma è innegabilmente da lui attratta.
Cosa comporterà, nella vita di questi quattro ragazzi, questo complicato groviglio di sentimenti? Beh, Mitsuru Adachi è qui per raccontarcelo, perciò mettiamoci comodi.
H2 è, al momento, la sua opera più lunga e, chissà, probabilmente anche la più ambiziosa.
E’ una storia a cui manca quasi completamente l’intensa analisi psicologica delle opere precedenti. Hiro non è tormentato come Tatsuya, né malinconico come Keisuke, né ha un grande problema come Masato. E’ anzi un personaggio allegro, scanzonato, sboccato, a volte un po’ stupido, con un problema molto meno romanzato rispetto ai suoi predecessori.
Come il suo protagonista, anche H2 è una storia apparentemente più “easygoing” rispetto alle precedenti: niente parenti scomparsi di cui realizzare i sogni, niente storie d’amore tormentate alla Romeo e Giulietta tra appartenenti a famiglie rivali o tra fratellastri, ma un gruppo di ragazzi, i loro sentimenti, le loro amicizie e il loro, apparentemente normalissimo, sogno, quello di arrivare al Koushien.
I nostri personaggi saranno tanti e tutti ottimamente caratterizzati. Si parte dai quattro protagonisti per poi esplorare le loro famiglie, i loro amici, i membri del loro club, i compagni di scuola, gli allenatori e i manager dei club sportivi, i presidi delle loro scuole, i membri delle altre squadre e i loro rispettivi ambienti familiari o scolastici, e così via…
Un universo grande e sfaccettato eppur normalissimo, popolato da persone normalissime, coi loro problemi, i loro sogni e i loro caratteri: abbiamo l’allegro e spigliato Hiro e il responsabile (ma completamente incapace in amore) Hideo, la “perfettina” Hikari e la sbadata e dolcissima Haruka, il buon Noda, mangione e compagnone, e lo sbruffoncello Kine, il sensibile Yanagi e il teppistello Sagawa, il perverso Hirota, l’agguerrita Miho e i sottomessi Shima e Otake, un preside troppo intransigente e un ricco padre di famiglia, un modesto impiegato e un libraio buontempone, una madre saggia e prodiga di buoni consigli e un’altra che vuol sentirsi giovane, un allenatore ingiusto e scorretto e un altro che invece sembra un buffone ma ha a cuore i suoi ragazzi. Una girandola di personaggi che continuerà a muoversi, facendo intrecciare relazioni fra loro e facendoli crescere e vivere, accomunati da uno stesso sogno legato ad un bellissimo stadio nei pressi di Kobe e ad un’assolata giornata d’estate.
H2 è una storia che tutti i temi e gli stilemi cari al suo autore e che ci viene narrata con uno stile di disegno impeccabile, capace di donare un’incredibile simpatia ai personaggi e di realizzare tavole di grandissimo impatto emotivo. I miglioramenti stilistici rispetto alle opere degli anni ’80 sono visibilissimi, e leggere H2 è una gioia per gli occhi del fan di Adachi.
Il confronto con le opere precedenti, in particolar modo con Touch, appare in un certo qual modo inevitabile, seppur in un certo senso fuori luogo. Entrambe le opere parlano di baseball, ma le similitudini si fermano qui. Se Touch, nel suo parlare di baseball, era lirico e poetico in maniera indescrivibile, H2, pur mantenendo di base lo stesso stile narrativo, si fa più fresco, meno drammatico, più scanzonato, più tecnico, più “normale”.
Naturalmente, differenziare le tematiche e gli scopi delle proprie storie è solo un bene, ma noi, che eravamo rimasti estasiati da Touch, ci aspettavamo da H2 qualcosa di più, e un po’ siamo rimasti delusi. L’aspetto sentimentale e quello sportivo della storia, stavolta, non saranno del tutto perfettamente bilanciati, e propenderanno un po’ più verso quest’ultimo, proponendoci una dettagliatissima descrizione di allenamenti, partite amichevoli, eliminatorie e persino del tanto agognato Koushien, che si fa qui, ancora una volta, il cardine della vicenda.
I lettori giapponesi sicuramente hanno apprezzato la cosa, dato che da loro il baseball è popolarissimo, e questo ha giustificato la lunghezza (ben 34 volumi) del manga e la relativa serie animata da esso tratta, ma per noi italiani, che magari siamo più interessati allo sviluppo dei rapporti tra i personaggi, questa preponderanza dello sport farà un po’ storcere il naso.
Non si preoccupi, comunque, il lettore, che la parte sentimentale non mancherà di certo, regalandoci momenti di grandissima intensità, come da tradizione dell’autore.
Soffre tuttavia di un particolare problema, H2. Si può dire che, alla fine della fiera, lasci un po’ l’amaro in bocca ai suoi lettori, presentando un finale non proprio soddisfacente, che abbia dedicato troppo spazio al baseball a discapito dell’amore, o che la vera conclusione della storia si trova qualche volume prima del trentaquattresimo, e quindi l’ultima tranche di volumi si riveli essere un malcelato tentativo di allungare il brodo per trainare la serie animata, di rimescolare le carte un’ennesima volta in preparazione di un finale che, in fondo, era già stato scritto.
Questo difetto fa sì che H2 non si possa considerare, almeno a una prima lettura, una serie perfetta, che appaia non all’altezza dei suoi predecessori Touch o Rough, e che si riveli essere una serie non facile, di sicuro da non consigliare come punto di partenza per conoscere Adachi.
Eppure, nonostante questo difetto, H2 piace. Piacciono i personaggi, che ti entrano nel cuore e che apprezzi sempre più (e con loro anche la storia tutta) con le successive riletture, piace lo stile usato per narrare la storia, piace quel finale così bizzarro che acquista sempre nuovi significati ad ogni rilettura, piace l’atmosfera allegra e corale che la pervade, piace quel titolo misterioso su cui fare mille e più congetture, piace l’edizione proposta dalla Star Comics, con quelle copertine così sobrie, semplici e schiette ma di grande impatto, colorate, col loro matematico e in qualche modo profetico reiterarsi dei volti dei quattro protagonisti ogni quattro volumi...
Bisogna prenderlo con le pinze, questo fumetto, poichè è capace di stupire il lettore come solo le grandi opere sanno fare. A volte, leggendolo, ti annoi, e altre invece ti appassioni, a volte vorresti avere davanti l’autore per dirgliene quattro sulle direzioni che fa prendere alla storia e che non condividi, e altre vorresti invece dargli una solida stretta di mano e dirgli “Sensei, lei è un genio!”. Nel bene e nel male, coi suoi difetti e coi suoi pregi, H2 è un fumetto che riesce a entrarti nel cuore, a metterti di buonumore, a farti ridere, piangere, arrabbiare, divertire, annoiare a fasi alterne, ed è questo che fa di lui un fumetto degno di una – o meglio, più di una, per andare sul sicuro – lettura. Magari non subito, magari bisognerà aspettare di essersi fatti le ossa con le opere meglio riuscite di Adachi, ma prima o poi ad H2 il lettore di manga dovrà arrivare. E stiamo sicuri che non se lo dimenticherà…


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Melany

Volumi letti: 34/34 --- Voto 7
H2 è il lavoro più lungo di Adachi. In quest'opera, l'autore abbandona il triangolo amoroso e propone un gioco a quattro molto più intrigante, che approfondisce gli stati d'animo dei protagonisti e mette in risalto i loro sentimenti.
La tematica principale è il baseball, sport molto amato dai giapponesi e da Adachi stesso. Il titolo H2 è dato dalle iniziali dei nomi delle due coppie protagoniste di questo manga. La storia inizia con Hiro che, durante una visita medica per l'ammissione alla scuola più famosa di tutti i club di baseball, gli viene diagnosticata una malattia al gomito e si vedrà costretto a rinunciare per sempre al suo sogno di diventare un grande giocatore del baseball. Così, Hiro decide d'iscriversi ad una scuola dove non esiste il club del suo amato sport, separandosi in questo modo dall'amica d'infanzia Hikari, la quale si innamorerà di Hideo una volta giunta alla scuola che vanta il più prestigioso club di baseball. D'altra parte,Hiro(giunto nella nuova scuola)incontrerà la deliziosa e determinata Haruka, la quale è intenzionata a fondare per la prima volta un club del baseball nel proprio liceo! Hiro, quando scoprirà che non ha nessuna malattia al gomito, decide di aiutarla nell'impresa e portare la sua squadra di principianti alla vittoria, il che vale a dire, affontare il suo acerrimo nemico Hideo. Riuscira a batterlo? si innamorerà di nuovo della bella Hikari o della simpatica Haruka? Il tratto è quello tipico dell'autore, sempre pulito e leggero con una grande importanza negli sfondi. Unica pecca è che nella narrazione è molto presente il baseball(occupando addirittura volumi interi solo di questo)ed è proprio questo il motivo per cui, secondo me, ha rovinato in parte questa grande opera... inoltre la storia è stata allungata un pò troppo per i miei gusti, poteva concludersi molti numeri prima. Consiglio la lettura per chi ama alla follia Mitsuru Adachi e non si vuole perdere nessuno dei suoi lavori.

Dani

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Dani

Volumi letti: 34/34 --- Voto 10
Semplicemente meraviglioso, come tutte le storie di Adachi le puoi leggere mille volte e ci trovi sempre un particolare, una frase, uno sguardo che non avevi notato prima e che ti fa scoprire emozioni nuove, di questo manga ho amato tutti i personaggi, i quattro protagonisti e i "minori", per me 10 e lode, anche il finale, tipicamente Adachi mi è piaciuto moltissimo!

kagemusha

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kagemusha

Volumi letti: 34/34 --- Voto 6
Adachi comincia a mostrare la corda. Storia stile, personaggi e situazioni tendono a ripetersi, qui con meno verve e meno genuinità che in altre opere dell'autore. Un fumetto un pò inconcludente e poco avvincente anche dal punto di vista sportivo.

Ellehime

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Ellehime

Volumi letti: 34/34 --- Voto 9
Ho fatto i salti mortali per reperire tutti i volumi. La storia è in classico stile Adachi, pervasa di sentimenti profondissimi e radicati nella sostanza, ma espressi con orientale compostezza formale. Graficamente, se si ama lo stile del maestro, H2 offre soddisfazione e riempie gli occhi con la sua "apparente " leggerezza.
Non do un 10 perchè, purtroppo, non finisce come dovrebbe.

B. frank

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B. frank

Volumi letti: 34/34 --- Voto 9
Questo fumetto è molto interessante e gustoso da leggere. Chi è appassionato a Touch prendi il mondo e vai rimmarrà ammaliato da questa seconda opera di Mitsuru Adachi (anche se non so se è proprio la seconda); anche se riprende alcune cose dalla trama di Touch, e molti personaggi d'aspetto sono molto simili la trama non vi stancherà tanto facilmente, anche perchè c'è molto più baseball rispetto al precedente. Buona lettura