In viaggio verso le misteriose terre di Celceta, l’avventuriero Adol Christin, accompagnato dal suo amico Dogi e dal dottor Flair Rall, giunge al Golfo di Obelia, situato a nord di Ispani e a ovest di Gllia e composto da un arcipelago di innumerevoli isole di varie dimensioni. Qui, si contendono il dominio due fazioni, i "Norman", gente di mare nota per i suoi potenti guerrieri, e i "Griegr", misteriosi esseri immortali che minacciano la gente del Golfo di Obelia. La nave in cui si trova Adol viene assaltata dai Balta Seaforce, un gruppo armato di Norman che chiede il pedaggio alle navi mercantili che si trovano nel loro territorio, in cambio della loro “protezione”. Nel caos della battaglia tra i Balta e i mercenari assoldati dal capitano della nave, Adol fa la conoscenza di Karja, definita la “Principessa Pirata” e temuta unica figlia del capo dei Balta, Grimson. Adol incrocia le armi con Karja, scoprendo che la ragazza guerriera fa uso di uno strano potere, prerogativa dei mari del nord, chiamato Mana, che potenzia i suoi colpi e con il quale riesce momentaneamente a sopraffare l'avventuriero dai capelli rossi.

Privo ora di una nave, Adol si ritrova sulle spiagge del vicino villaggio costiero di Carnac, dove viene richiamato dalla misteriosa voce proveniente da una conchiglia, che gli conferisce il potere del Mana. Qui incontra di nuovo Karja, che si dimostra di nuovo ostile nei suoi confronti, ma nel momento in cui decide di allontanarsi da Adol, i due scoprono di essere “legati” da una catena di Mana, che impedisce loro di allontanarsi oltre una manciata di metri. Neanche il tempo di capire cosa sia successo che la coppia vene attaccata da un Greigr, una specie immortale che non può essere sconfitta con armi comuni e che a quanto pare ha preso di mira Carnac.



Tocca rimettere mano alla cronologia della serie Ys. Memories of Celceta, remake di Ys IV che seguiva gli avvenimenti di Ys I&II, non è più la prima avventura “adulta” di Adol, con l’uscita di Ys X: Nordics, infatti, viene aggiunto un nuovo tassello nella sua storia, collocabile proprio tra i primi due Ys e quella che sarà poi l’esplorazione di Celceta. Ma del resto è così che funziona, dopo aver impersonato, nell’interessante Monstrum Nox, un Adol mai prima di allora così maturo, per questa nuova avventura dall’ambientazione marinaresca, torniamo nei panni di un protagonista più giovane e sempre con lo sguardo rivolto all’ignoto dell’orizzonte. Per chi conosce la storia di Ys e ha tracciato a grandi linee il percorso intrapreso da Adol, questa nuova tappa ha senso; tra la regione di Gllia, dove si trova Esteria, teatro degli avvenimenti dei primi due Ys e Origin, e quella di Ispani, vi è un golfo che l’avventuriero non poteva non percorrere via mare per giungere a Celceta. Essendo la mappa del mondo di Ys una replica abbastanza simile a quella reale dell’Europa e del Nord Africa, questa zona è grossomodo equivalente al reale Golfo di Guascogna, tra la Francia e la Spagna, in passato teatro di scontri navali tra le grandi potenze continentali che hanno determinato le sorti di interi conflitti.



Il motivo che sta dietro la scelta di ringiovanire Adol è abbastanza evidente e anche confermato apertamente nelle interviste: Falcom è alla ricerca di un nuovo pubblico che vada oltre quello storico, un protagonista più giovane si colloca nel contesto di questa dichiarata direzione, o almeno, è così che ragionano i giapponesi, più o meno da sempre, in virtù anche dello sviluppo, per la prima volta simultaneo a PlayStation e PC, di una versione per Nintendo Switch, Falcom era infatti una delle poche aziende nipponiche che ancora non sviluppava internamente per la console di Nintendo. Un leggero cambio di look non è, tuttavia, l’unico elemento di novità di Ys X: Nordics. Dopo tre capitoli in cui l’uno è stato la rifinitura del precedente, Nordics attua modifiche al sistema di gioco nelle sue fondamenta, in maniera del tutto simile a quanto fece Ys Seven, il primo realizzato con un engine grafico totalmente 3D e ad introdurre la meccanica della Flash Guard. Su questa base, con il successivo Memories of Celceta viene introdotta la tecnica evasiva Flash Move, rendendo il sistema di combattimento ancora più tecnico e avvincente di quanto fosse in precedenza; gli episodi più recenti, Lacrimosa of Dana e Monstum Nox, hanno saggiamente confermato questa ossatura del gameplay rifinendola e ampliandone la varietà con la loro scelta di personaggi giocabili, andando nel frattempo a potenziare altri aspetti, su tutti quello narrativo.



Nordics si può definire quindi un capitolo abbastanza coraggioso, il quale va a ridurre effettivamente il numero di personaggi giocabili, dai sei di Monstrum ad una sola coppia, rischiando di apparire, ad un primo e superficiale approccio, come un ridimensionamento, salvo poi dimostrarsi come una sensazione lontanissima dalla realtà. Tutto, in Ys X: Nordics, è stato eretto attorno al principio del numero due, dalla vicenda dei protagonisti al rinnovato sistema di combattimento, che ci permette tramite il Duo Mode di controllare Adol e Karja all’unisono, come fossero una cosa sola. Entrambi i personaggi hanno un loro set di skill settabili su ognuno dei quattro tasti del pad, con specifiche caratteristiche e costo di Mana, in maniera non dissimile da quanto visto negli altri Ys, ma alla pressione del tasto R2 ecco che possono effettuare delle tecniche di coppia, più devastanti e più spettacolari, al costo di un minore margine del loro movimento, visto che si devono muovere insieme. In questa condizione risulta difficile schivare gli attacchi, i due assumono automaticamente una posizione difensiva rendendo l’approccio alla battaglia, in un certo senso, molto più accorto, ragionato, “tankoso” di quanto la serie ci ha abituato negli anni. Il che non è affatto un male, specie se, tramite una parry effettuata al momento opportuno contro attacchi di una certa potenza, Adol e Karja si cimentano in spettacolari tecniche cinematiche di coppia andando ad infliggere ingenti danni contro i nemici, una tecnica che sarà essenziale contro i coriacei boss. Agli Enduring Power Attack dei nemici, caratterizzati dal colore rosso, si aggiungono gli Speed Attack, contraddistinti invece dal colore blu, i quali andranno schivati in Solo Mode con la pressione del tasto L1, tenendolo premuto vedremo Adol, o Karja, districarsi con estrema abilità in mezzo a proiettili velocissimi.



Adol e Karja, Duo Mode e Solo Mode, Power Attack e Speed Attack, tasti L e tasti R, ci siamo no? È tutto dannatamente coeso, speculare, come le due polarità di Ikaruga. E funziona, al netto un certo spaesamento iniziale, dovuto all’interfaccia e ad un numero non indifferente di comandi da tenere a mente (R1 e R3 per il “sensore mana” è un’accoppiata di tasti non proprio immediata), ma con questo decimo capitolo Ys, in un certo senso, torna un po’ alle sue origini, proponendo allo stesso tempo qualcosa di nuovo, ci mette un po’ ad ingranare, rispetto all’immediatezza arcade che da sempre ha contraddistinto questa serie, ma le qualità del sistema di combattimento emergeranno con il tempo, senza dimenticare della storia.
È il rapporto tra i due protagonisti a fare da collante attrattivo agli eventi, Karja, da impetuosa piratessa, inizierà a chiamare Adol “shield brother” ancor prima di rendercene conto, perché conosce la legge del mare e sa giudicare il prossimo, ciò avviene in una riformulazione di temi e situazioni già mostrate in passato, ma sotto una nuova luce, con un avventuriero rosso non ancora maturo, fallibile. La maturità e la padronanza con cui Falcom ha imparato a muoversi, a partire da Celceta e Lacrimosa of Dana, nel suo universo narrativo, gli permettono di creare storie interconnesse, dove cambia l'epoca e la dinamica relazionale che muove le azioni dei protagonisti, ma in cui restano, fortissimi, i rimandi alla mitologia (qui “norrena”), rendendo in tal modo partecipi anche gli appassionati di lungo trascorso della serie.



Come facilmente immaginabile, il Golfo di Obelia non si esplora a piedi. In Ys X avremo a disposizione una nave per raggiungere le varie isole ed esplorare nuove terre, la quale funge anche da base itinerante per tutte quelle funzionalità di crafting e upgrading che abbiamo imparato a conoscere nei due capitoli precedenti, dal campo naufraghi di Lacrimosa of Dana al Dandelion di Monstrum Nox. Più NPC salveremo dalla maledizione che li trasforma in Griegr, più il nostro veliero acquisirà nuovi armamenti e potenziamenti per far fronte agli attacchi dei nemici che infestano questi mari. Le battaglie navali, l’altra grande novità di Nordics, si presentano in una forma decisamente arcade, pochi comandi essenziali per il cannone base, cannoni laterali, cannoni speciali, uno scudo mana e tante virate e repentine manovre alquanto poco realistiche. Del resto questo non è Sea of Thieves ma Ys e tutto sommato va bene così, le lente e noiosissime battaglie a turni di Suikoden IV sono fortunatamente un lontano e terrificante ricordo, giusto per citare un jrpg che si è cimentato in questi scontri in mare, ricorda di più vagamente un vecchio giochino di Psygnosis per la prima PlayStation intitolato Overboard, per quei quattro là fuori che lo giocarono all’epoca, ma senza le lame rotanti e i pappagalli bombardieri. Esplorando il mare troveremo isole remote che celano tesori, navi mercantili e avamposti da conquistare, la geografia della mappa preclude le ampie ambientazioni teatro degli ultimi due capitoli della serie, la misteriosa Isola di Seiren e la labirintica città murata di Balduq lasciano qui il posto a luoghi più contenuti e un’esplorazione decisamente più frammentata; questo non smorza il senso di scoperta fulcro della serie, ma qualcosa viene meno nella costruzione scenografica quanto nella varietà del bestiario, al decimo umano trasformato in Griegr come mini boss il gioco fatica a celare una certa stanchezza da questo punto di vista. Fortunatamente, i nuovi strumenti Mana e gli enigmi annessi rendono l’esplorazione di nuovi luoghi e dungeon sempre abbastanza stimolante.



Graficamente, Ys X: Nordics compie un passo avanti rispetto al predecessore, giovando dello stesso engine interno a Falcom utilizzato negli ultimi Trails. Non siamo ovviamente dinnanzi ad una dimostrazione di forza tecnica (in particolare per le sezioni in mare), ma una palette di colori vivace, una resa dei modelli poligonali più “morbida” e animazioni più fluide, rendono il gioco tutto sommato piacevole alla vista. La versione PS5 gira a 60 fps inchiodati, ma viene da pensare che poteva puntare anche ai 120, su PS4 c’è un’opzione per i 30 o in alternativa un frame rate variabile ma con dei drop frequenti, mentre su Switch il gioco è bloccato a 30 e presenta caricamenti più lunghi, dimostrandosi senza sorprese la versione meno brillante, ma comunque più curata rispetto a quelle, mediocri, di Ys VIII e IX per la console Nintendo. La versione PC è a cura di PH3 Games e ha alcune funzioni esclusive, tra cui la modalità cooperativa locale, l’informazione attivabile a schermo delle BGM, frame rate illimitati, opzioni anti-aliasing, risultando inoltre perfettamente giocabile su Steam Deck.

Falcom sa bene come intrattenere i suoi fan più fedeli, e nonostante gli sforzi di uscire dalla sua bolla siano al momento più nelle dichiarazioni di intenti che nel concreto, è pur vero che di rado si è delusi dal ritmo e dalla cura seducente riposta nei suoi rpg, che propongono sempre qualcosa di nuovo pur rimarcando la propria identità. Non fa eccezione questo decimo Ys, solo apparentemente più contenuto, che ha quel gusto per l'avventura marittima in chiave di “coppia”, come prova per chi come Adol ha collezionato principalmente naufragi salvo essere accolto puntualmente dalla bella indigena di turno su qualche spiaggia sperduta. Qui deve destreggiarsi al timone tra bonacce, battaglie navali e balene giganti. La rotta tracciata per la storica serie action è quella giusta.