Nel panorama videoludico le produzioni italiane di spessore non sono purtroppo così frequenti e si cerca sempre di optare per prodotti minori, quest'anno però le cose sembrano essere cambiate e se già abbiamo avuto quell'Enotria di Jyamma Games ora si cambia completamente mood, passando alla produzione più rilassata che prende il nome di On Your Tail, titolo prodotto da Memorable Games in collaborazione con Humble Games che ha potuto oltretutto vantare anche la collaborazione del Maga Animation Studio
Dal comunicato stampa apprendiamo infatti che lo studio lombardo ha collaborato alla produzione del titolo occupandosi non solo dell'animazione, ma anche del rigging, texturing e modellazione dei personaggi relativa alle azioni di gameplay, i trailer e le cutscenes; d'altronde questa non è la prima volta che lo studio lavora a prodotti del genere, infatti hanno già avuto modo di lavorare a cose come Terminator Survivors oppure Mario Rabbids Sparks of Hope; questa collaborazione ha dato una marcia in più alla produzione di Memorable, che ci trasporta nella città di Borgo Marina (ispirata alle Cinque Terre) nei panni dell'investigatrice in erba Diana, che dovrà risolvere i misteri della cittadina.
Il titolo è disponibile su Nintendo Switch e PC dal 16 dicembre.
Fonte consultata:
Comunicato ufficiale
Lo mercato e le di sue regole, 'sti cristo di sconosciuti.
Perche' lo devi vendere a livello internazionale?
Segnalo che su Switch per adesso è disponibile solo la demo: dal loro Instagram dicono che il gioco completo sarà disponibile da Febbraio 2025.
Parli di titoli come Demon Slayer o Your Name? 😜
Cmq dai scherzi a parte la tua è davvero una polemica sterile su...
In Giappone si chiamano Kimetsu no Yaiba e Kimi no Na wa, semmai è una forzatura che da noi abbiano nomi inglesi piuttosto che italiani o lasciare quelli giapponesi. Comunque sia On Your Tail è nato da subito con l'idea di essere pubblicizzato ad un pubblico globale, è uscito con le traduzioni in inglese, tedesco, francese, spagnolo, giapponese, cinese e coreano per cui ci sta che abbia un titolo di facile comprensione da chiunque e il publisher (Humble Games) è americano. Il gioco è strapieno di cultura italiana da quella culinaria, ai dialetti, all'umorismo fino a battute che capirebbe solo un italiano, perciò mi chiedo come abbiano reso tutto questo in altre lingue. Sicuramente un po' si perde pur con le buone intenzioni di far conoscere uno spaccato di tipica cultura italiana al resto del mondo.
Direi che la discussione si chiude qui 🤣
d-Omen
Il nome inglese è scelto dagli stessi giapponesi tranne alcune eccezioni.
In Giappone/Corea del sud e Cina hai fandom talmente straripanti che i fan stessi traducono per diletto roba per chi non parla la lingua.
Cioè, italiani che traducono in turco Pera Toons.
Giappone, Corea del sud, Cina vivono di mercato interno; che la nuova jumpata venda bene in Polonia ai più non fotte una minchia. Bene, che fa sempre piacere avere due spicci in più ma veramente fregacazzi.
L'italietta del cazzo, come Austria/Spagna/Portogallo/quasi tutta l'europa; non ha un mercato mainstream, al contrario della Francia. Noi abbiamo Pera Toons e Zero Calcare, qualche roba che diventa popolare ogni tanto ma—di fatto—non abbiamo un mercato mainstream.
La gente che disegna/scrive per Bonelli è semisconosciuta pure ai fan di Bonelli.
E quindi che si fa? Si punta al mercato di lingua inglese, ossia ai francesi/tedeschi/spagnoli che in italiano non ti si inculavano manco a pagarli, ma che in inglese ti comprano il gioco, perché capiscono cosa c'è scritto, di che parla.
Anche noi abbiamo mercati dove sia nel passato che oggi funzioniamo di mercato interno e ce ne sbattiamo i coglioni di chi non parla italiano: la musica.
C'è un sacco di gente che non parla italiano che traduce, ascolta musica italiana.
Roba pensata per il mercato locale, interno che esce fuori, straborda.
Ecco, per i videogiochi no. Penso mai.
I titoli quasi sempre vengono tradotti in inglese per vendere i prodotti nel mercato internazionale, e se restiamo ai manga, spesso sono i giapponesi stessi a fornire il titolo inglese per uniformare l'opera in tutto il mondo e non avere trenta titoli diversi. Fullmetal Alchemist in Giappone si chiama Hagane no renkinjutsushi, ma chi lo chiamerebbe così? Allora si va di inglese.
Stessa cosa qui. Immaginarsi gente di un altro paese che impara l'italiano per comprare un gioco indie vuol dire non sapere niente di marketing.
E poi nel 2025 ormai, rifiutare l'inglese nella lingua di tutti i giorni è abbastanza imbarazzante. Sembra di essere ancora in quei brutti anni del 1900 dove si imponeva la traduzione pure dei nomi dei personaggi nei film americani, con Scarlett O'Hara, che da noi è diventata Rossella O'Hara.
Vedi all'opposto i francesi: grandi opere sconosciute ai più fuori dai sacri confini patri perché orgogliosi drlla loro roba e generalmente se ne fregano dei foresti.
Il mercato interno frega il giusto perché esportando farebbero molti più soldi...
Massì dai gli altri sempre meglio e noi caccapupù...
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