Premessa di Antonio.:
Haibane Renmei è una serie del 2002, quindi una serie piuttosto “vecchia”, se vogliamo, ma ancora – purtroppo – inedita in Italia. Il primo episodio, presentato da Shin Vision, era andato in onda sottotitolato su Mtv durante la prima edizione dell’Anime Week (2005), distinguendosi immediatamente per la sua poeticità ma anche per la drammaticità di alcune sequenze. In molti attendevano una veloce edizione del titolo, una miniserie di 13 episodi, ma considerate le vicissitudini di Shin Vision l’anime è rimasto nel limbo assieme a molti altri titoli presentati nella stessa occasione. La speranza è che ora la serie venga ereditata da Fool Frame/ EXA Cinema e che possa finalmente avere una degna edizione in italiano.
Haibane Renmei è nota anche come Charcoal Feathers Federation, ed è una serie ricca di significati, con più livelli di lettura, d’altronde il soggetto, la struttura della serie e il character design originale sono di Yoshitoshi ABe, già autore in Serial Experiments Lain.
Avevo pensato di scrivere io stesso una recensione dell’opera, ma scorrendo quelle nella scheda dell’anime ho scoperto l'interessante analisi di Zelgadis. Ho voluto pertanto riproporla in vetrina, per dare ancora spazio a questa serie che merita certamente l’attenzione degli addetti ai lavori.
Vi lascio alle parole di Zelgadis, quindi,
Buona lettura!
Se potessi dare un solo 10 ad un solo titolo non c'è dubbio che lo darei ad Haibane Renmei.
Dispiace per chi non ne riesce a cogliere la poeticità e i significati dell'anime, ma qui siamo di fronte ad un capolavoro assoluto.
Ma è un capolavoro che difficilmente può essere apprezzato senza fare lo sforzo di comprenderne i messaggi e i significati. E quello che mi propongo di fare in questa recensione è provare a fornirvi quelle chiavi di lettura e spunti di riflessione che questa serie ha offerto a me e che spero possiate trovare anche voi (magari anche diversi) spiegando nel contempo perché considero l'anime un capolavoro da imprimere a fuoco nella storia dell'animazione.
Sinceramente vi chiederei di fidarvi sulla parola e di guardarvi e godere voi stessi di questi 13 episodi, anche perché un'analisi critica approfondita di un'opera complessa come Haibane non può prescindere dai suoi contenuti. Tuttavia voglio essere ben sicuro che questo 10 non sia scarno di motivazioni, per cui chiedo scusa per gli inevitabili spoiler che seguiranno.
Se non avete mai visto Haibane Renmei vi sconsiglio di proseguire con la lettura, ma l'analisi critica la faccio anche per spingere alla riflessione e magari ad una seconda visione chi non è riuscito ad apprezzarlo fino in fondo, o chi è caduto nell'equivoco di fondo della serie.
TRAMA E ANALISI GENERALE (minor spoiler)
La trama è semplice e inizia con una ragazza che sogna di cadere dal cielo e un corvo tenta di sostenerne la caduta. Questa stessa ragazza nascerà poi da un bozzolo cresciuto all'interno di una stanza malandata, anche se non si può parlare di vera nascita dato che la ragazza è già grande.
Al suo risveglio la ragazza viene accolta da persone sconosciute che l'aiutano e le danno un nome in base al sogno fatto (“Rakka”, che in giapponese significa “Cadere”).
Nei primi episodi Rakka impara a conoscere il mondo che la circonda e i suoi misteri. E qui l'ambientazione creata è davvero affascinante. Impossibile cercare di approfondirla razionalmente. Rakka ha vaghe memorie di una sua vita passata, ma restano oscuri i motivi della sua rinascita. Una specie di Purgatorio? O forse gli Haibane hanno lasciato qualcosa di sospeso nella propria vita?
Ma qui c'è il grande equivoco che porta poi alla critica di questa serie. Ci si aspetta una rivelazione, un qualcosa che porti alla verità e alla conoscenza di questo Universo e invece l'attenzione tende sempre più a spostarsi dal macrocosmo dell'ambientazione al microcosmo dei protagonisti. Le ali, l'aureola e tanti altri simbolismi portano a pensare al cristianesimo, ma in realtà, forse, è nella dottrina buddista che si devono cercare alcune chiavi di lettura. Rakka compie un percorso che la porta ad una crescita interiore.
Quest'anime colpisce tantissimo emozionalmente, ha una bellissima ambientazione e delle musiche stupende. Solo per questo meriterebbe il voto alto.
Pone degli interrogativi insiti nell'ambientazione. Dove vanno gli Haibane nel “giorno del volo”? Cosa c'è oltre le mura? Ma è proprio perché non fornisce risposta a questi interrogativi che l'anime si eleva a capolavoro assoluto.
La felicità è nella verità? No, Rakka completa il suo percorso riuscendo a riconoscere le proprie colpe ed i propri errori, ad accettare e ad amare prima se stessa e poi il prossimo. Questa di fatto è la chiave della felicità, che nel contempo comporta anche il saper accettare i misteri della vita e della morte, il saper accettare che l'uomo non potrà mai avere l'onniscienza.
ULTERIORI APPROFONDIMENTI (major spoiler)
E se questo non vi basta, non c'è scena, non c'è azione, che non rimandi a qualche altro significato.
Ad esempio viene da chiedersi perché solo alcune Haibane abbiano le ali nere. Viene da interpretare che gli Haibane siano persone che hanno in qualche modo lasciato qualcosa di incompiuto nella loro vita, e che questa rinascita dia loro una nuova possibilità di concludere il loro percorso. Ma è proprio in questo contesto che la colpa più grave di cui ci si possa macchiare è quella di interrompere volontariamente la propria vita (Reki è sicuramente morta suicidandosi e forse anche Rakka).
E ancora si potrebbe riflettere su come il comportamento di ognuno dei sette Haibane (i sei della Old Home più Midori) rispecchi, in qualche modo, i tradizionali peccati capitali della religione cristiana.
Pensate a Kuu, che racconta di come appena arrivata cercava di imitare le altre: indossava gli occhiali di Hikari, prendeva lo scooter di Reki (invidia). Ed è emblematico come alla fine quando è pronta per il “volo” regali i suoi vestiti vecchi a Rakka. E poi anche le altre:
Reki rappresenta la superbia, considerato nella religione cristiana il peggiore dei peccati capitali, capace di sfociare anche negli altri sei. Guarda caso solo ammettendo di avere bisogno di aiuto riesce a superare la sua “prova”.
Rakka invece rappresenta il peccato di gola, inteso come voglia di affetto degli altri. Nella vita credeva di essere sola ed invece aveva qualcuno accanto a lei (il corvo potrebbe in qualche modo rappresentare un familiare, forse il padre o la madre). E notate come il percorso di Rakka non si concluda affatto con l'ammissione di colpa nei confronti del corvo. No, Rakka, che più di tutte ha sofferto l'abbandono di Kuu riesce a salutare Reki col volto sereno e sorridente. È qui che Rakka mostra davvero come sia avvenuto il suo cambiamento interiore.
Kana: avarizia intesa come porre avanti la materialità rispetto alla spiritualità. Quando Kuu è ascesa, Kana pensa al fatto che possa sentire la campana, quando Rakka è depressa insiste sul fatto di cambiare il letto e così via...
Hikari: lussuria intesa come impulsività o mancanza di controllo. Reki la definisce come la più irresponsabile e ne dà prova ad esempio usando lo stampo dell'aureola per fare i dolci o mettendosi a ballare sul ponte sospeso.
Midori: ira. Prova un grande rancore nei confronti di Reki, nonostante fossero buone amiche.
Nemu: ozio. Questo sembra evidente, anche se più volte viene sottolineato come Nemu sia diventata affidabile e riesca sempre a portare a termine i suoi compiti. Probabilmente ha già superato la sua prova, ma le viene concesso di rimanere a Glie per stare vicina a Reki. In questo caso si spiegherebbe anche il fatto che nonostante sia lì da più tempo di Reki il suo tempo non sia scaduto.
Altra interpretazione: ma il tempo scade veramente? O è più una condizione interiore? La questione Nemu - Reki sembrerebbe avvalorare la seconda ipotesi e quindi si torna ancora al percorso interiore. Guai a fermarsi all'analisi del macrocosmo in Haibane.
Ce ne sarebbe ancora, ma più che una recensione credo che questa si stia avvicinando ad un trattato.
Spero di aver spiegato perché questo è il miglior anime che io abbia mai visto. Sarà un giudizio soggettivo, ma la visione di Haibane Renmei mi ha arricchito emotivamente e spiritualmente. In alcuni punti posso anche non convenire con il messaggio dell'autore, ma il tutto è reso in maniera talmente delicata e poetica da rendere la storia assolutamente perfetta.
Haibane Renmei è una serie del 2002, quindi una serie piuttosto “vecchia”, se vogliamo, ma ancora – purtroppo – inedita in Italia. Il primo episodio, presentato da Shin Vision, era andato in onda sottotitolato su Mtv durante la prima edizione dell’Anime Week (2005), distinguendosi immediatamente per la sua poeticità ma anche per la drammaticità di alcune sequenze. In molti attendevano una veloce edizione del titolo, una miniserie di 13 episodi, ma considerate le vicissitudini di Shin Vision l’anime è rimasto nel limbo assieme a molti altri titoli presentati nella stessa occasione. La speranza è che ora la serie venga ereditata da Fool Frame/ EXA Cinema e che possa finalmente avere una degna edizione in italiano.
Haibane Renmei è nota anche come Charcoal Feathers Federation, ed è una serie ricca di significati, con più livelli di lettura, d’altronde il soggetto, la struttura della serie e il character design originale sono di Yoshitoshi ABe, già autore in Serial Experiments Lain.
Avevo pensato di scrivere io stesso una recensione dell’opera, ma scorrendo quelle nella scheda dell’anime ho scoperto l'interessante analisi di Zelgadis. Ho voluto pertanto riproporla in vetrina, per dare ancora spazio a questa serie che merita certamente l’attenzione degli addetti ai lavori.
Vi lascio alle parole di Zelgadis, quindi,
Buona lettura!
Se potessi dare un solo 10 ad un solo titolo non c'è dubbio che lo darei ad Haibane Renmei.
Dispiace per chi non ne riesce a cogliere la poeticità e i significati dell'anime, ma qui siamo di fronte ad un capolavoro assoluto.
Ma è un capolavoro che difficilmente può essere apprezzato senza fare lo sforzo di comprenderne i messaggi e i significati. E quello che mi propongo di fare in questa recensione è provare a fornirvi quelle chiavi di lettura e spunti di riflessione che questa serie ha offerto a me e che spero possiate trovare anche voi (magari anche diversi) spiegando nel contempo perché considero l'anime un capolavoro da imprimere a fuoco nella storia dell'animazione.
Sinceramente vi chiederei di fidarvi sulla parola e di guardarvi e godere voi stessi di questi 13 episodi, anche perché un'analisi critica approfondita di un'opera complessa come Haibane non può prescindere dai suoi contenuti. Tuttavia voglio essere ben sicuro che questo 10 non sia scarno di motivazioni, per cui chiedo scusa per gli inevitabili spoiler che seguiranno.
Se non avete mai visto Haibane Renmei vi sconsiglio di proseguire con la lettura, ma l'analisi critica la faccio anche per spingere alla riflessione e magari ad una seconda visione chi non è riuscito ad apprezzarlo fino in fondo, o chi è caduto nell'equivoco di fondo della serie.
TRAMA E ANALISI GENERALE (minor spoiler)
La trama è semplice e inizia con una ragazza che sogna di cadere dal cielo e un corvo tenta di sostenerne la caduta. Questa stessa ragazza nascerà poi da un bozzolo cresciuto all'interno di una stanza malandata, anche se non si può parlare di vera nascita dato che la ragazza è già grande.
Al suo risveglio la ragazza viene accolta da persone sconosciute che l'aiutano e le danno un nome in base al sogno fatto (“Rakka”, che in giapponese significa “Cadere”).
Nei primi episodi Rakka impara a conoscere il mondo che la circonda e i suoi misteri. E qui l'ambientazione creata è davvero affascinante. Impossibile cercare di approfondirla razionalmente. Rakka ha vaghe memorie di una sua vita passata, ma restano oscuri i motivi della sua rinascita. Una specie di Purgatorio? O forse gli Haibane hanno lasciato qualcosa di sospeso nella propria vita?
Ma qui c'è il grande equivoco che porta poi alla critica di questa serie. Ci si aspetta una rivelazione, un qualcosa che porti alla verità e alla conoscenza di questo Universo e invece l'attenzione tende sempre più a spostarsi dal macrocosmo dell'ambientazione al microcosmo dei protagonisti. Le ali, l'aureola e tanti altri simbolismi portano a pensare al cristianesimo, ma in realtà, forse, è nella dottrina buddista che si devono cercare alcune chiavi di lettura. Rakka compie un percorso che la porta ad una crescita interiore.
Quest'anime colpisce tantissimo emozionalmente, ha una bellissima ambientazione e delle musiche stupende. Solo per questo meriterebbe il voto alto.
Pone degli interrogativi insiti nell'ambientazione. Dove vanno gli Haibane nel “giorno del volo”? Cosa c'è oltre le mura? Ma è proprio perché non fornisce risposta a questi interrogativi che l'anime si eleva a capolavoro assoluto.
La felicità è nella verità? No, Rakka completa il suo percorso riuscendo a riconoscere le proprie colpe ed i propri errori, ad accettare e ad amare prima se stessa e poi il prossimo. Questa di fatto è la chiave della felicità, che nel contempo comporta anche il saper accettare i misteri della vita e della morte, il saper accettare che l'uomo non potrà mai avere l'onniscienza.
ULTERIORI APPROFONDIMENTI (major spoiler)
E se questo non vi basta, non c'è scena, non c'è azione, che non rimandi a qualche altro significato.
Ad esempio viene da chiedersi perché solo alcune Haibane abbiano le ali nere. Viene da interpretare che gli Haibane siano persone che hanno in qualche modo lasciato qualcosa di incompiuto nella loro vita, e che questa rinascita dia loro una nuova possibilità di concludere il loro percorso. Ma è proprio in questo contesto che la colpa più grave di cui ci si possa macchiare è quella di interrompere volontariamente la propria vita (Reki è sicuramente morta suicidandosi e forse anche Rakka).
E ancora si potrebbe riflettere su come il comportamento di ognuno dei sette Haibane (i sei della Old Home più Midori) rispecchi, in qualche modo, i tradizionali peccati capitali della religione cristiana.
Pensate a Kuu, che racconta di come appena arrivata cercava di imitare le altre: indossava gli occhiali di Hikari, prendeva lo scooter di Reki (invidia). Ed è emblematico come alla fine quando è pronta per il “volo” regali i suoi vestiti vecchi a Rakka. E poi anche le altre:
Reki rappresenta la superbia, considerato nella religione cristiana il peggiore dei peccati capitali, capace di sfociare anche negli altri sei. Guarda caso solo ammettendo di avere bisogno di aiuto riesce a superare la sua “prova”.
Rakka invece rappresenta il peccato di gola, inteso come voglia di affetto degli altri. Nella vita credeva di essere sola ed invece aveva qualcuno accanto a lei (il corvo potrebbe in qualche modo rappresentare un familiare, forse il padre o la madre). E notate come il percorso di Rakka non si concluda affatto con l'ammissione di colpa nei confronti del corvo. No, Rakka, che più di tutte ha sofferto l'abbandono di Kuu riesce a salutare Reki col volto sereno e sorridente. È qui che Rakka mostra davvero come sia avvenuto il suo cambiamento interiore.
Kana: avarizia intesa come porre avanti la materialità rispetto alla spiritualità. Quando Kuu è ascesa, Kana pensa al fatto che possa sentire la campana, quando Rakka è depressa insiste sul fatto di cambiare il letto e così via...
Hikari: lussuria intesa come impulsività o mancanza di controllo. Reki la definisce come la più irresponsabile e ne dà prova ad esempio usando lo stampo dell'aureola per fare i dolci o mettendosi a ballare sul ponte sospeso.
Midori: ira. Prova un grande rancore nei confronti di Reki, nonostante fossero buone amiche.
Nemu: ozio. Questo sembra evidente, anche se più volte viene sottolineato come Nemu sia diventata affidabile e riesca sempre a portare a termine i suoi compiti. Probabilmente ha già superato la sua prova, ma le viene concesso di rimanere a Glie per stare vicina a Reki. In questo caso si spiegherebbe anche il fatto che nonostante sia lì da più tempo di Reki il suo tempo non sia scaduto.
Altra interpretazione: ma il tempo scade veramente? O è più una condizione interiore? La questione Nemu - Reki sembrerebbe avvalorare la seconda ipotesi e quindi si torna ancora al percorso interiore. Guai a fermarsi all'analisi del macrocosmo in Haibane.
Ce ne sarebbe ancora, ma più che una recensione credo che questa si stia avvicinando ad un trattato.
Spero di aver spiegato perché questo è il miglior anime che io abbia mai visto. Sarà un giudizio soggettivo, ma la visione di Haibane Renmei mi ha arricchito emotivamente e spiritualmente. In alcuni punti posso anche non convenire con il messaggio dell'autore, ma il tutto è reso in maniera talmente delicata e poetica da rendere la storia assolutamente perfetta.
Screenshots dall'anime
Opening
Ending
Ending
Un po' come guardare la prima volta Last Exile e pensare "aspetta, c'erano robottoni, fanservice, sport, romantico, demenziale, comico ed esistenziale. Le guerre fra astronavi su altri mondi dove le metto??"
Haibane Renmei è spettacolare anche per il disegno, a dir poco finissimo, per la pacatezza della trama - mai trovato un anime davvero TRANQUILLO in molte scene, senza scadere nel noioso o lento - e per la storia, che è davvero un colpo di genio.
Davvero un anime da vedere.
Wow, era da tanto che volevo scrivere una recensione su Haibane Renmei, alla fine sono riuscito a trovare un po' di tempo. Grazie per i complimenti e la visibilità che gli avete dato
Spero che dalle parti della Exa si accorgano che c'è tanta gente che (nonostante l'anime abbia ormai 6 anni sulle spalle) attende con ansia la versione italiana di questo anime. ^^
Quoto quanto detto da Zelgadis, questo stupendo anime merita una completa trasposizione su DVD.
Sveglia Exa
Complimenti a Zelgadis oltre che per la recensione anche per l'ottimo lavoro che lui, e tutto il gruppo di Supremes Fansub, ha fatto con questa serie!!!
E' uno dei titoli che mi ripropongo sempre di vedere ma senza riuscirci.
Spero di vederlo uno di questi giorni...magari in italiano
Ciauz.
Insieme ai film di Miyazaki è il buco più grosso, quand'è che me lo fate colmare?
cioe' Lain e' sicuramente un opera di non facile lettura, e che ha bisogno di piu' di una visione per essere compresa appieno.
Ritengo molto intrigante il fatto che molti interrogativi non vengano svelati, come su chi sono quei misteriosi personaggi mascherati, o su cosa ci sia oltre le mura, nonostante la mia visione del mondo sia decisamente atea e non molto portata verso il trascendente, credo che Haibane rappresenti un approccio molto poetico ed azzeccato della spiritualità, dove le presunte "colpe" o peccati degli Haibane, vengono espiate non con punizioni inumane, ma con un processo di maturazione interiore.
La stessa città in cui vivono gli Haibane altro non sembra che una sorta di purgatorio, all'inizio credevo che la storia si evolvesse in un modo totalmente diverso, ma mi davvero sorpreso l'evoluzione scelta da Abe, se poi mettiamo che anche la colonna sonora e' bellissima, soprattutto la sigla iniziale, abbiamo un capolavoro che spero la fool frame decida di farci avere al piu' presto.
Da vedere, comunque.
Saluti
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