Ikkitousen è un manga realizzato da Yuji Shiozaki che propone una rivisitazione del Sangokushi, noto ai più come la “Storia dei tre regni”. Questo romanzo, attribuito a Luo Guanzhong, risale al XIV secolo d.C. ed è basato sulla cronistoria originale, datata III secolo d.C., scritta da Chen Shou; all’interno di quest’avvincente opera sono narrati gli eventi che contrassegnarono il cosiddetto periodo dei Tre Regni, un momento particolare della storia cinese segnato dalle epiche battaglie che seguirono la caduta della dinastia Han e, infine, portarono alla fondazione del Regno Wei.
Agli appassionati di anime e manga sicuramente questo nome non suonerà nuovo, e, infatti, molte sono state le opere che hanno attinto in vario modo a questa storia ormai leggendaria, a partire dal manga Yokoyama Mitsuteru Sangokushi disegnato da Mitsuteru Yokoyama, per finire con il recente SD Gundam Sangokuden: Romance of the Three Kingdoms. Ma il fascino di quest’antico romanzo, tra i più importanti nella tradizione dell’Asia Orientale, è andato ben oltre, arrivando persino a ispirare la celebre serie di videogames Dynasty Warriors e il colossal “La battaglia dei tre regni” di John Woo.
In un simile contesto, sicuramente non è facile creare un’opera originale in grado di differenziarsi dai tanti predecessori; d’altronde, per quanto possa essere sviluppata, la storia dei Tre Regni sostanzialmente resta sempre quella. Per superare quest’ostacolo Shiozaki ha avuto un’idea decisamente interessante: riproporre le vicende del romanzo in chiave moderna.
Protagonisti della storia, infatti, non sono Sun Ce, Cao Cao e Liu Bei, ovvero quegli eroi che, secoli addietro, combatterono per imporre il loro dominio sulla Cina, ma dei ragazzi, i toushi, che, riproponendo quella lotta ormai entrata nella leggenda, si sfidano in scontri all'ultimo sangue per ottenere il potere ed il controllo sugli altri guerrieri. Ogni toushi indossa una magatama, particolare pietra che, nell’immaginario di Shiozaki, racchiude al suo interno lo spirito e l’essenza di quei guerrieri che calcarono i campi di battaglia durante l’epoca dei Tre Regni. Le magatama, incastonate ognuna in un orecchino, sono in grado di concedere ai toushi incredibili poteri. Tutto ciò, però, ha un prezzo elevato: i portatori del misterioso monile, loro malgrado, sono vincolati a un destino ormai segnato e spesso tragico. Non potendo infatti sfuggire agli eventi che segnarono la storia dei Tre Regni e dei suoi protagonisti; i toushi diventano quindi parte di un ciclo che, senza interruzioni, si ripete da ben 1800 anni.
Molti sono i personaggi che si avvicendano nel corso della storia, tuttavia Shiozaki nelle prime fasi focalizza la sua attenzione in particolare sulla formosa Hakufu Sonsaku, l’incarnazione, alquanto svampita, dello spirito di Sun Ce (Il Piccolo Conquistatore). Ikkitousen, infatti, inizia proprio nel momento in cui la bella Hakufu si ritrova coinvolta nella lotta tra i toushi, e, come in passato Sun Ce prestò i suoi servizi per Yuan Shu, alla stesso modo Hakufu si trasferisce presso l’accademia Nanyo, controllata da Enjutsu (versione giapponese di Yuan Shu), per prendere parte al grande torneo dei toushi. Intorno ad Hakufu si muovono molti altri personaggi, in primo luogo Kokin Shuyu, cugino della ragazza, il cui destino è legato a Zhou Yu, amico d'infanzia di Sun Ce, di cui divenne anche braccio destro e stratega. Kokin, in quanto erede della famiglia Shu, ha il compito di proteggere ‘l’erede’ di Sun Ce, in questo caso Hakufu, permettendole così di raggiungere il potere e, allo stesso tempo, sfuggire al tragico destino che le è stato riservato. In questo sarà aiutato dalla bellissima Ryomou Shimei (Lü Meng), uno dei personaggi più affascinanti dell’opera di Shiozaki, non solo per lo stravagante modo di vestirsi, ma anche perché dotata di una personalità ben sviluppata, a tratti crudele e spietata.
Inizialmente la trama appare ristretta alle sole vicende dell’accademia Nanyo e del torneo dei toushi, ma presto sulla scena si affacciano nuovi personaggi, i quali completano così il grande scenario che vede tre fazioni in lotta tra di loro. Gradualmente, quindi, faranno la loro comparsa Sousou Moutoku, capo dell’accademia Kyoshou e incarnazione di Cao Cao, e Ryuubi Gentoku, legata allo spirito di Liu Bei e impacciata leader della Seito, in cui ‘milita’ l’algida Kan'u Unchou, la più temuta dei toushi, perché in possesso della magatama di Guan Yu, generale dal leggendario coraggio e formidabile combattente.
In generale i personaggi sono dotati tutti di una personalità abbastanza originale, anche se, come nel caso di Hakufu, non manca un richiamo più o meno evidente a stereotipi già ampiamente collaudati. Nel complesso comunque se ne ricava una sensazione piacevole, e, già detto di Ryomou, sembra più che ovvio citare l’apparente freddezza e inflessibilità di Kan'u o l’eccentrico comportamento di Kakouton Genjou. In ogni caso Ikkitousen è un manga d’azione; è pertanto assurdo aspettarsi un’accurata introspezione della psiche dei personaggi, che, pur non spiccando per profondità, a ogni modo appaiono adeguatamente caratterizzati e diversificati.
Passando al lato tecnico, se una cosa non manca a Shiozaki, questa è sicuramente il talento nel disegno: le sue tavole sono sempre precise e abbastanza pulite, caratterizzate da uno stile semplice e netto. I fondali, almeno all’inizio, paiono in realtà abbastanza scarni; l’autore, difatti, tende a prediligere inquadrature piuttosto strette, che, pur essendo in piena sintonia con lo stile dell’opera, comportano come conseguenza scenari alquanto limitati. Al contrario, sin dal primo capitolo risulta subito evidente la notevole cura riposta nella rappresentazione grafica dei protagonisti. D’altronde, considerando anche l’elevato numero di personaggi presenti in Ikkitousen, è senz’altro notevole il modo in cui Shiozaki sia riuscito a destreggiarsi creando aspetti originali e immediatamente riconoscibili. Questa particolare cura si affina progressivamente nel corso del tempo, palesandosi anche nelle fasi concitate, in cui non solo si mantiene un certo ordine, ma non si perde in alcun modo la precisione del disegno, che, nel caso delle ragazze, è anche caratterizzato da una certa dovizia di particolari che lascia ben poco all’immaginazione.
In quest’ottica, uno degli elementi più importanti di Ikkitousen è la forte presenza di fanservice. Quest’ultimo è senza ombra di dubbio uno dei tratti caratteristici di Shiozaki, che sarà poi proposto anche nel successivo Battle Club. In tal senso, non solo le protagoniste sono decisamente formose, ma hanno anche la ‘particolare’ abitudine di finire ogni combattimento con ben pochi vestiti addosso, tanto che, nelle fasi preliminari degli scontri, le magliette sono la prima cosa che viene distrutta nell’impeto della lotta. Senza alcuna ipocrisia va riconosciuto che la mano di Shiozaki è in grado di regalare delle scene particolarmente gratificanti per gli occhi, allo stesso tempo, volendo muovere una critica, si può in effetti riconoscere un certo ‘abuso’ su tale versante, anche perché, rispetto a Battle Club, in cui il fanservice è usato in chiave nettamente comica, in Ikkitousen si ha l’impressione che a volte Shiozaki realizzi scene abbastanza fini a se stesse. Ad ogni modo, può piacere o meno, ma un po’ di fanservice non ha mai ucciso nessuno, soprattutto se, come in questo caso, si ha a che fare, sia con un ottimo disegnatore, sia con un contesto e una trama ben sviluppati. In fondo poi non si può negare che molta della fama ottenuta da Ikkitousen sia il riflesso di quella delle sue protagoniste, che tanti cuori hanno conquistato; Shiozaki, infatti, ha saputo stregare i suoi lettori con gli stravaganti cosplay di Ryomou, con l’algido fascino della bella Kan'u, o con l’imperturbabile bellezza di Chou’un Shiryuu. Insomma, Ikkitousen è questo, prendere o lasciare, non c’è una via di mezzo, e forse è meglio così.
Presentata in pompa magna durante lo scorso Lucca Comics, con tanto di presenza dal vivo del divertito Yuji Shiozaki, l’edizione della J-Pop a livello qualitativo segue gli standard a cui ormai ci ha abituato l’editore, abbinando all’ottima qualità della carta e della stampa anche le bellissime tavole a colori presenti nell’edizione originale. Unica nota negativa è l’assenza di qualsiasi editoriale o comunque di un’introduzione all’opera; a questa mancanza la J-Pop ha in parte supplito con uno speciale pubblicato recentemente sul suo sito, che, tuttavia, è macchiato dall’imperdonabile colpa di spoilerare un po’ troppo. Nel complesso comunque ci si trova di fronte a un’edizione di buon pregio, che segue le orme di quella realizzata per Battle Club e si rivela perfettamente in linea con le aspettative legate al prezzo (6 euro).
Traendo le conclusioni, Ikkitousen è un manga decisamente piacevole, in grado di abbinare un buon disegno a una storia complessa e coinvolgente, che progressivamente tende ad ampliarsi, consegnando un quadro ricco di eventi e ben dettagliato. Un titolo scorrevole e consigliato agli amanti dell’azione, che potranno gustare una trama densa di scontri all’ultimo sangue tra i vari protagonisti, in piena linea con lo stile di un’opera che, eterna rivale di Tenjo Tenge (Inferno e Paradiso), appartiene a quel genere che strizza l'occhio alla realtà delle arti marziali.
[CERCAMANGA_Ikkitousen]
Agli appassionati di anime e manga sicuramente questo nome non suonerà nuovo, e, infatti, molte sono state le opere che hanno attinto in vario modo a questa storia ormai leggendaria, a partire dal manga Yokoyama Mitsuteru Sangokushi disegnato da Mitsuteru Yokoyama, per finire con il recente SD Gundam Sangokuden: Romance of the Three Kingdoms. Ma il fascino di quest’antico romanzo, tra i più importanti nella tradizione dell’Asia Orientale, è andato ben oltre, arrivando persino a ispirare la celebre serie di videogames Dynasty Warriors e il colossal “La battaglia dei tre regni” di John Woo.
In un simile contesto, sicuramente non è facile creare un’opera originale in grado di differenziarsi dai tanti predecessori; d’altronde, per quanto possa essere sviluppata, la storia dei Tre Regni sostanzialmente resta sempre quella. Per superare quest’ostacolo Shiozaki ha avuto un’idea decisamente interessante: riproporre le vicende del romanzo in chiave moderna.
Protagonisti della storia, infatti, non sono Sun Ce, Cao Cao e Liu Bei, ovvero quegli eroi che, secoli addietro, combatterono per imporre il loro dominio sulla Cina, ma dei ragazzi, i toushi, che, riproponendo quella lotta ormai entrata nella leggenda, si sfidano in scontri all'ultimo sangue per ottenere il potere ed il controllo sugli altri guerrieri. Ogni toushi indossa una magatama, particolare pietra che, nell’immaginario di Shiozaki, racchiude al suo interno lo spirito e l’essenza di quei guerrieri che calcarono i campi di battaglia durante l’epoca dei Tre Regni. Le magatama, incastonate ognuna in un orecchino, sono in grado di concedere ai toushi incredibili poteri. Tutto ciò, però, ha un prezzo elevato: i portatori del misterioso monile, loro malgrado, sono vincolati a un destino ormai segnato e spesso tragico. Non potendo infatti sfuggire agli eventi che segnarono la storia dei Tre Regni e dei suoi protagonisti; i toushi diventano quindi parte di un ciclo che, senza interruzioni, si ripete da ben 1800 anni.
Molti sono i personaggi che si avvicendano nel corso della storia, tuttavia Shiozaki nelle prime fasi focalizza la sua attenzione in particolare sulla formosa Hakufu Sonsaku, l’incarnazione, alquanto svampita, dello spirito di Sun Ce (Il Piccolo Conquistatore). Ikkitousen, infatti, inizia proprio nel momento in cui la bella Hakufu si ritrova coinvolta nella lotta tra i toushi, e, come in passato Sun Ce prestò i suoi servizi per Yuan Shu, alla stesso modo Hakufu si trasferisce presso l’accademia Nanyo, controllata da Enjutsu (versione giapponese di Yuan Shu), per prendere parte al grande torneo dei toushi. Intorno ad Hakufu si muovono molti altri personaggi, in primo luogo Kokin Shuyu, cugino della ragazza, il cui destino è legato a Zhou Yu, amico d'infanzia di Sun Ce, di cui divenne anche braccio destro e stratega. Kokin, in quanto erede della famiglia Shu, ha il compito di proteggere ‘l’erede’ di Sun Ce, in questo caso Hakufu, permettendole così di raggiungere il potere e, allo stesso tempo, sfuggire al tragico destino che le è stato riservato. In questo sarà aiutato dalla bellissima Ryomou Shimei (Lü Meng), uno dei personaggi più affascinanti dell’opera di Shiozaki, non solo per lo stravagante modo di vestirsi, ma anche perché dotata di una personalità ben sviluppata, a tratti crudele e spietata.
Inizialmente la trama appare ristretta alle sole vicende dell’accademia Nanyo e del torneo dei toushi, ma presto sulla scena si affacciano nuovi personaggi, i quali completano così il grande scenario che vede tre fazioni in lotta tra di loro. Gradualmente, quindi, faranno la loro comparsa Sousou Moutoku, capo dell’accademia Kyoshou e incarnazione di Cao Cao, e Ryuubi Gentoku, legata allo spirito di Liu Bei e impacciata leader della Seito, in cui ‘milita’ l’algida Kan'u Unchou, la più temuta dei toushi, perché in possesso della magatama di Guan Yu, generale dal leggendario coraggio e formidabile combattente.
In generale i personaggi sono dotati tutti di una personalità abbastanza originale, anche se, come nel caso di Hakufu, non manca un richiamo più o meno evidente a stereotipi già ampiamente collaudati. Nel complesso comunque se ne ricava una sensazione piacevole, e, già detto di Ryomou, sembra più che ovvio citare l’apparente freddezza e inflessibilità di Kan'u o l’eccentrico comportamento di Kakouton Genjou. In ogni caso Ikkitousen è un manga d’azione; è pertanto assurdo aspettarsi un’accurata introspezione della psiche dei personaggi, che, pur non spiccando per profondità, a ogni modo appaiono adeguatamente caratterizzati e diversificati.
Passando al lato tecnico, se una cosa non manca a Shiozaki, questa è sicuramente il talento nel disegno: le sue tavole sono sempre precise e abbastanza pulite, caratterizzate da uno stile semplice e netto. I fondali, almeno all’inizio, paiono in realtà abbastanza scarni; l’autore, difatti, tende a prediligere inquadrature piuttosto strette, che, pur essendo in piena sintonia con lo stile dell’opera, comportano come conseguenza scenari alquanto limitati. Al contrario, sin dal primo capitolo risulta subito evidente la notevole cura riposta nella rappresentazione grafica dei protagonisti. D’altronde, considerando anche l’elevato numero di personaggi presenti in Ikkitousen, è senz’altro notevole il modo in cui Shiozaki sia riuscito a destreggiarsi creando aspetti originali e immediatamente riconoscibili. Questa particolare cura si affina progressivamente nel corso del tempo, palesandosi anche nelle fasi concitate, in cui non solo si mantiene un certo ordine, ma non si perde in alcun modo la precisione del disegno, che, nel caso delle ragazze, è anche caratterizzato da una certa dovizia di particolari che lascia ben poco all’immaginazione.
In quest’ottica, uno degli elementi più importanti di Ikkitousen è la forte presenza di fanservice. Quest’ultimo è senza ombra di dubbio uno dei tratti caratteristici di Shiozaki, che sarà poi proposto anche nel successivo Battle Club. In tal senso, non solo le protagoniste sono decisamente formose, ma hanno anche la ‘particolare’ abitudine di finire ogni combattimento con ben pochi vestiti addosso, tanto che, nelle fasi preliminari degli scontri, le magliette sono la prima cosa che viene distrutta nell’impeto della lotta. Senza alcuna ipocrisia va riconosciuto che la mano di Shiozaki è in grado di regalare delle scene particolarmente gratificanti per gli occhi, allo stesso tempo, volendo muovere una critica, si può in effetti riconoscere un certo ‘abuso’ su tale versante, anche perché, rispetto a Battle Club, in cui il fanservice è usato in chiave nettamente comica, in Ikkitousen si ha l’impressione che a volte Shiozaki realizzi scene abbastanza fini a se stesse. Ad ogni modo, può piacere o meno, ma un po’ di fanservice non ha mai ucciso nessuno, soprattutto se, come in questo caso, si ha a che fare, sia con un ottimo disegnatore, sia con un contesto e una trama ben sviluppati. In fondo poi non si può negare che molta della fama ottenuta da Ikkitousen sia il riflesso di quella delle sue protagoniste, che tanti cuori hanno conquistato; Shiozaki, infatti, ha saputo stregare i suoi lettori con gli stravaganti cosplay di Ryomou, con l’algido fascino della bella Kan'u, o con l’imperturbabile bellezza di Chou’un Shiryuu. Insomma, Ikkitousen è questo, prendere o lasciare, non c’è una via di mezzo, e forse è meglio così.
Presentata in pompa magna durante lo scorso Lucca Comics, con tanto di presenza dal vivo del divertito Yuji Shiozaki, l’edizione della J-Pop a livello qualitativo segue gli standard a cui ormai ci ha abituato l’editore, abbinando all’ottima qualità della carta e della stampa anche le bellissime tavole a colori presenti nell’edizione originale. Unica nota negativa è l’assenza di qualsiasi editoriale o comunque di un’introduzione all’opera; a questa mancanza la J-Pop ha in parte supplito con uno speciale pubblicato recentemente sul suo sito, che, tuttavia, è macchiato dall’imperdonabile colpa di spoilerare un po’ troppo. Nel complesso comunque ci si trova di fronte a un’edizione di buon pregio, che segue le orme di quella realizzata per Battle Club e si rivela perfettamente in linea con le aspettative legate al prezzo (6 euro).
Traendo le conclusioni, Ikkitousen è un manga decisamente piacevole, in grado di abbinare un buon disegno a una storia complessa e coinvolgente, che progressivamente tende ad ampliarsi, consegnando un quadro ricco di eventi e ben dettagliato. Un titolo scorrevole e consigliato agli amanti dell’azione, che potranno gustare una trama densa di scontri all’ultimo sangue tra i vari protagonisti, in piena linea con lo stile di un’opera che, eterna rivale di Tenjo Tenge (Inferno e Paradiso), appartiene a quel genere che strizza l'occhio alla realtà delle arti marziali.
[CERCAMANGA_Ikkitousen]
Ikki Tousen non lo sfiora nemmeno Inferno e Paradiso.
Ma per favore asd
Bella recensione, ma 'sto manga non mi vuol piacere asd
Ma inferno e Paradiso non conosce rivali in questo genere...ma chi la batte Maya Natsume!!!!
Opera che magari si prospetta pure interessante e indubbiamente ben disegnata, dalle poche illustrazioni che si vedono.
Peccato che io non ami affatto le opere piene zeppe di ragazz(in)e svestite e fanservice e soprattutto, da studioso e appassionato della suddetta opera, non posso in alcun modo accettare un Sangokushi vissuto da ragazze provocanti e non da valorosi guerrieri. Per dire, il mio Sangokushi è questo (http://www.animeclick.it/anime.php?titolo=Saikyou+Bushouden+Sangoku+Engi), non certo Ikkitousen!
Cmq voglio urlare ALLO SPOILER!!!
Damn, certe immagini non bisognava fale vedere!!
(intendo quelle in basso!)
Poi con delle tipe così si è ancora più incentivati ad interessarsene no?
Ragazz(in)e?Semmai ragazz(on)e,Ikkitousen e' la fiera della supermaggiorata!
Scemenze a parte,nemmeno io apprezzo opere come questa che vivono praticamente di fanservice anche se qualcosina la salvo ( per esempio lo stile assurdo di combattimento di Ryomou lo trovo decisamente riuscito ).Per quanto riguarda la recensione,complimenti a Horus.
La serie è ancora in corso e per ora è composta da 16 volumi.
Non mi esprimo su questa opera perchè tanto è saputo e risaputo che la adoro!
Io amo anche Inferno e paradiso ma non riesco a paragonarli perchè in comune hanno solo le arti marziali!
Che dire!Sono ormai devotissima alla Jpop per il fantastico lavoro che sta svolgendo e soprattutto per avermi fatto incontrare il GRANDE Yuji Shiozaki!!!Un'esperienza che non dimenticherò mai!
Ovviamente dindinaggine permettendo
Mentre Inferno e Paradiso sta andando pian pianino a donne di facili costumi nella sua continuity, Ikkitousen la mantiene costante, migliorandosi...
Spero che la JPOP non abbia problemi sul fronte arretrati
IkkiTousen è davvero un grandissimo manga, disegni stupendi e trama curata (anche se alcuni la considerano di secondaria importanza). A me piace davvero molto e non mi pento della mia decisione di averlo comprato (a parte per il prezzo, 6€ a botta, cavoli di JPOP). Devo ancora comprare il 5 e ovviamente appena esce il 6.
dopo parecchio manca un "in fretta" ma vabbè si era inteso..
anche solo per il disegno.
cioè, dài: Shiozaki sarà anche bravo a disegnare i corpi, ma i volti ...
ho sentito nominare moltissime volte ikkitousen, e soprattutto dall'utente Amon, che ne va pazzo, e che delizia i nostri occhi con graziose fanciulle ogni settimana.
è evidente che il maggior punto di forza di questa serie sia il fanservice, e quindi il target è solo maschile, però, cavolo, quanto sono belli i disegni?
io sono completamente digiuno in fatto di leggende cinesi, quindi se posso imparare qualcosa mi va benissimo anche un'interpretazione in chiave moderna; a me poi l'ecchi piace, ovviamente non in dosi eccessive, ma da qui si evince che comunque non sia quasi mai fine a se stesso, dunque un altro punto a favore.
ho letto solo il primo volume di inferno e paradiso, quindi il mio giudizio è molto parziale, però mi sembra che ci siano molte somiglianze con ikkitousen; se il disegno di oh great! sia migliore di quello di shiozaki non lo so.
sono certo che prima o poi recupererò entrambe queste serie, che a me hanno colpito, nessuno me ne voglia male, semplicemente perchè ci sono delle super gnocche mezze nude che se le danno di santa ragione.
se poi dietro a tutto ciò ci sono anche delle trame articolate anche solo un pochino, tanto di guadagnato.
un campo in cui ikkitousen vince sicuramente è l'edizione: grande jpop!
Oh great è bravo a disegnare ma le sue storie sono ridicole e insulse, ikki invece è disegnato bene e ha un buona trama.
Sui disegni personalmente ritengo sia Shiozaki, che Oh Great molto bravi. Entrambi all'inizio hanno uno stile un po' immaturo e spigoloso, poi, però, migliorano tantissimo. Nel complesso credo che l'Oh Great degli ultimi volumi di TT e lo Shiozaki di Battle Club siano pressoché alla pari.
Per quanto riguarda la trama, invece, se Shiozaki la porta avanti in modo 'pulito', non si può dire lo stesso di Oh Great che a volte è quasi incomprensibile (i volumi 15-16, ad esempio, sono l'emblema di come NON dovrebbe essere narrata una storia). Glissando su quest'aspetto, comunque entrambe le storie sono decisamente coinvolgenti.
Insomma io li ho tutti e due, e li leggo con piacere
xD Oh!Great Non si tocca!!! xD
Bella recenzione comunque
Amando il genere, penso di comprare qualcosina xP
Ad essere sincero l astoria sta cominciando a farsi intressante, i vari riferimenti mi piacciono molto; nota molto positiva il buon fanservice presente ma non in maniera eccessiva.
Personalmente ritengo sia un titolo a cui valga la pena dare un'occiata..
Non so perché ma Ikkitousen mi ricorda un pochino Koihime+Musou, che era una storia dove nell'originale i protagonisti erano tutti maschi (l'epoca era sempre riferita ai 3 regni mi pare) però nell'anime è stata completamente rifatta al femminile...
Un vero peccato che a me serie del genere non interessino minimamente, c'è troppo fan-service. Bleah!
Solo ora ho deciso di recuperare sia anime che manga (soldi permettendo). Dell'anime per ora ho già visto gran parte della prima stagione (quella del 2003) e devo dire che sono completamente d'accordo con la tua recensione (per quanto riguarda gli aspetti del manga trasposti anche nell'adattamento anime). Ora dovrò solo recuperare il manga e potrò godermelo in ogni suo aspetto, magari farò un pensierino anche sui videogiochi ^^
Per quanto riguarda il confronto con Inferno e Paradiso, credo che sia inutile cercare di mettere le due opere a confronto, secondo me si equivalgono, magari non per qualità, ma entrambe hanno i proprio aspetti positivi e negativi, e, come ha scritto il buon Horus, IkkiTousen ne rimane l'unica vera e propria rivale, anche perchè la popolarità di IkkiTousen, quantomeno in Giappone, è di gran lunga superiore. Indi la rivalità c'è, ma vale la pena averli entrambi, se amate il genere ^^
simpatico, forse proseguirò forse no, ma non sarà la mia priorità assoluta come spese in manga...
Ikkitousen, anche in combinazione con l'anime, mi sta piacendo molto. All'inizio avevo avuto un inìmpressione con luci e ombre ma poi è migliorato, tra l'altro al punto in cui sono ancora non è entrata molto in scena Kan-u
Penso che il paragone con Inferno e Paradiso sia inevitabile dato il genere e lo stile. Per ora Ten^2 è ancora un gradino sopra poi vedremo
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