Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Nell'appuntamento di oggi ritroviamo tre anime che raccontano con vari stili, punti di vista e tematiche il mondo scolastico giapponese: quello scanzonato e "da teppista" di Due come Noi; quello allegro e un pò romantico di Lovely Complex; quello insolito e sperimentale di Fuujin Monogatari - Windy Tales.
Per saperne di più continuate a leggere.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Nell'appuntamento di oggi ritroviamo tre anime che raccontano con vari stili, punti di vista e tematiche il mondo scolastico giapponese: quello scanzonato e "da teppista" di Due come Noi; quello allegro e un pò romantico di Lovely Complex; quello insolito e sperimentale di Fuujin Monogatari - Windy Tales.
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Due come noi
8.0/10
Recensione di Pan Daemonium
-
Due come noi rappresenta uno dei primi anime di carattere "scolastico" con gag demenziali e anche quella peculiarità resa molto famosa da GTO, cioè la vita da "teppisti".
Personalmente ho trovato molto interessanti i primi episodi, in cui le risate non sono mancate e in cui le gag, essendo appena nate, apparivano molto divertenti.
Con il passare del tempo, però, la storia perde tono e le risate crollano esponenzialmente, al contrario di GTO.
La causa la vedo nel mancato aggiornarsi della vicenda: i personaggi sono pochi e sostanzialmente i fatti, i combattimenti, le scene comiche ruotano sempre e comunque attorno a questi pochi personaggi. La conseguenza è, per l'appunto, un senso di "già visto", che porta al crollo dell'interesse.
In GTO, invece, c'è stata la capacità di dare molta importanza a molti altri personaggi, rinnovando così l'interesse dello spettatore.
Do 8 perché è comunque "Due come noi" è una pietra miliare di questo genere di anime.
Personalmente ho trovato molto interessanti i primi episodi, in cui le risate non sono mancate e in cui le gag, essendo appena nate, apparivano molto divertenti.
Con il passare del tempo, però, la storia perde tono e le risate crollano esponenzialmente, al contrario di GTO.
La causa la vedo nel mancato aggiornarsi della vicenda: i personaggi sono pochi e sostanzialmente i fatti, i combattimenti, le scene comiche ruotano sempre e comunque attorno a questi pochi personaggi. La conseguenza è, per l'appunto, un senso di "già visto", che porta al crollo dell'interesse.
In GTO, invece, c'è stata la capacità di dare molta importanza a molti altri personaggi, rinnovando così l'interesse dello spettatore.
Do 8 perché è comunque "Due come noi" è una pietra miliare di questo genere di anime.
Lovely Complex
8.0/10
FranP
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Periodicamente ci ricasco: almeno un paio di volte all’anno, per motivi psico-fisiologici insondabili, devo spararmi una commediola adolescenziale a sfondo scolastico-sentimentale. Dev’essere una forma di atavismo mentale, o qualche forma di trauma ginnasiale irrisolto. Per fortuna questa volta sono capitato veramente bene!
A differenza della maggior parte delle suddette commediole, “Lovely complex” è vivace, spassoso e per niente sdolcinato. Anzi, si fa allegramente beffe degli stereotipi del genere, pur non discostandosi di una virgola dalla via crucis ormai immodificabile dell’anime scolastico: “Che bello siamo di nuovo in classe insieme” a ogni inizio d’anno, festival estivo d’ordinanza con yukata e fuochi d’artificio, cioccolato di san Valentino e relativi casini, festival della scuola, visita di capodanno al tempio ecc. ecc. Fa parte del gioco, e in fondo guardando questa serie s'imparano anche molte cose. Per esempio che in Giappone stare insieme vuol dire in sostanza continuare a chiamarsi per cognome, tornare a casa da scuola insieme a circa mezzo metro di distanza e sottomettersi regolarmente al vaglio degli amici guardoni. Scherzi a parte, tutto mi sembra particolarmente riuscito.
Il disegno, per esempio, è canonico ma molto sobrio e accattivante (niente occhioni smisurati + bocche minuscole e roba del genere). Il personaggio di Lisa è convincente, umano e molto simpatico. Sarà che le “ragazzone” mi hanno sempre intenerito. E vogliamo parlare dell’accento dei due protagonisti? Abituato, come un po’ tutti, al giapponese standardizzato della maggior parte dei doppiaggi, mi sono sorpreso ad adorare la parlata sudoccidentale, nella fattispecie di Osaka, con la sua cantilena gnègnègnè che ricorda a volte quella della mia città natale - somewhere in Lombardy. I lacrimosi “mou ee neee!” di Lisa nella fase centrale mi hanno intenerito a oltranza. Farò fatica, nei prossimi giorni, a sbarazzarmi del Kansai-ben assorbito subliminalmente… Per me è stato il valore aggiunto che ha fatto pendere la bilancia dalla parte de più.
Non mi soffermo a riassumere la trama, del tutto canonica, con qualche guizzo originale, ma ripeto ancora una volta che la realizzazione è fresca e divertente, a livello sia di regia sia di esecuzione tecnica. Se ci sono alcuni lievi cali qua e là chissenefrega, è il risultato netto che conta, e il risultato netto è decisamente positivo. Bello e simpatico! Finalmente una storia sentimentale che gioca sull’understatement senza essere mai sciocca o demenziale.
A differenza della maggior parte delle suddette commediole, “Lovely complex” è vivace, spassoso e per niente sdolcinato. Anzi, si fa allegramente beffe degli stereotipi del genere, pur non discostandosi di una virgola dalla via crucis ormai immodificabile dell’anime scolastico: “Che bello siamo di nuovo in classe insieme” a ogni inizio d’anno, festival estivo d’ordinanza con yukata e fuochi d’artificio, cioccolato di san Valentino e relativi casini, festival della scuola, visita di capodanno al tempio ecc. ecc. Fa parte del gioco, e in fondo guardando questa serie s'imparano anche molte cose. Per esempio che in Giappone stare insieme vuol dire in sostanza continuare a chiamarsi per cognome, tornare a casa da scuola insieme a circa mezzo metro di distanza e sottomettersi regolarmente al vaglio degli amici guardoni. Scherzi a parte, tutto mi sembra particolarmente riuscito.
Il disegno, per esempio, è canonico ma molto sobrio e accattivante (niente occhioni smisurati + bocche minuscole e roba del genere). Il personaggio di Lisa è convincente, umano e molto simpatico. Sarà che le “ragazzone” mi hanno sempre intenerito. E vogliamo parlare dell’accento dei due protagonisti? Abituato, come un po’ tutti, al giapponese standardizzato della maggior parte dei doppiaggi, mi sono sorpreso ad adorare la parlata sudoccidentale, nella fattispecie di Osaka, con la sua cantilena gnègnègnè che ricorda a volte quella della mia città natale - somewhere in Lombardy. I lacrimosi “mou ee neee!” di Lisa nella fase centrale mi hanno intenerito a oltranza. Farò fatica, nei prossimi giorni, a sbarazzarmi del Kansai-ben assorbito subliminalmente… Per me è stato il valore aggiunto che ha fatto pendere la bilancia dalla parte de più.
Non mi soffermo a riassumere la trama, del tutto canonica, con qualche guizzo originale, ma ripeto ancora una volta che la realizzazione è fresca e divertente, a livello sia di regia sia di esecuzione tecnica. Se ci sono alcuni lievi cali qua e là chissenefrega, è il risultato netto che conta, e il risultato netto è decisamente positivo. Bello e simpatico! Finalmente una storia sentimentale che gioca sull’understatement senza essere mai sciocca o demenziale.
Recensione di Metaldevilgear
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<i>Fuujin Monogatari</i> di Junji Nishimura, noto per avere diretto le ultime stagioni di <i>Ranma ½</i>, è una serie animata andata in onda nel 2004/2005 su Animax, celebre network televisivo in progressiva distribuzione mondiale. Sviluppato dal poderoso studio Production I.G, l'anime rende immediatamente chiare le prerogative da progetto sperimentale, sollecitando appieno l'apprezzamento più che dovuto nei confronti di un'esibizione grafica capace di fare colpo anche solo a scorgerne un fotogramma. Senza ripensamenti, <i>Fuujin Monogatari</i> va collocata tra le serie degli ultimi anni più gratificanti alla vista nonché all'udito. La dimensione artistica dell'opera è estesa a ogni minima raffigurazione di luoghi, persone e animali (spesso in primo piano nelle vicende), di elementi naturali come il vento, le nuvole, i raggi del sole, la pioggia, inseriti in un ruolo fondamentale anche nell'apporto alla resa atmosferica di ogni frangente narrativo.
Sono assorti nella contemplazione della natura, del tempo che passa, delle nuove sensazioni provate e di quelle riaffiorate nell'arco di vita già trascorso, del valore affettivo dell'amicizia e della famiglia. Sono ragazzini, sono loro i protagonisti di quest'avventura chiamata vita, che è resa magica dal raggiungimento di piccoli grandi scopi, come quello di padroneggiare con un po' d'incredulità un soffio di vento, di sentirsi lievitare insieme a esso e non doversi vergognare di raccontarlo anche ai più grandicelli. Qui gli stessi adulti, e ancor più gli anziani, sono appagati dal rivelare ai teneri posteri le esperienze sognanti vissute in una fanciullezza che non vuole essere assopita.
Anche se etichettare una serie come questa non sarebbe una giusta cosa da fare, <i>Fuujin Monogatari</i> può essere visto come uno slice of life con tinte fantasy molto leggere, con episodi contenutisticamente quasi elementari, disposti in linea cronologica, ma mai incatenati narrativamente. Il trascorrere delle stagioni è appunto ben visibile grazie alla magnifica riproduzione del cambiamento ambientale, capace di rendere anche solo una folata di vento tra la chioma di un albero, o una leggera pioggerellina primaverile, una gioia per gli occhi. A rendere suggestiva, irresistibile e <q>immersiva</q> quest'opera nel suo lato artistico è anche e soprattutto una colonna sonora che fatico perfino a descrivere, ma probabilmente mi basterà fare il nome di Kenji Kawai affinché possiate comprendere.
Questa serie è a tutti gli effetti una fonte ideale di spensieratezza, una gemma nascosta di rara delicatezza e sensibilità, così distante nella fantasia ma allo stesso tempo familiare nell'aria che si riesce a respirare. Da prendere in considerazione, comunque, soltanto se si è in grado di fare a meno di una vera e propria trama. Serie che andrebbe riscoperta, come tante altre finite nel dimenticatoio ingiustamente.
Sono assorti nella contemplazione della natura, del tempo che passa, delle nuove sensazioni provate e di quelle riaffiorate nell'arco di vita già trascorso, del valore affettivo dell'amicizia e della famiglia. Sono ragazzini, sono loro i protagonisti di quest'avventura chiamata vita, che è resa magica dal raggiungimento di piccoli grandi scopi, come quello di padroneggiare con un po' d'incredulità un soffio di vento, di sentirsi lievitare insieme a esso e non doversi vergognare di raccontarlo anche ai più grandicelli. Qui gli stessi adulti, e ancor più gli anziani, sono appagati dal rivelare ai teneri posteri le esperienze sognanti vissute in una fanciullezza che non vuole essere assopita.
Anche se etichettare una serie come questa non sarebbe una giusta cosa da fare, <i>Fuujin Monogatari</i> può essere visto come uno slice of life con tinte fantasy molto leggere, con episodi contenutisticamente quasi elementari, disposti in linea cronologica, ma mai incatenati narrativamente. Il trascorrere delle stagioni è appunto ben visibile grazie alla magnifica riproduzione del cambiamento ambientale, capace di rendere anche solo una folata di vento tra la chioma di un albero, o una leggera pioggerellina primaverile, una gioia per gli occhi. A rendere suggestiva, irresistibile e <q>immersiva</q> quest'opera nel suo lato artistico è anche e soprattutto una colonna sonora che fatico perfino a descrivere, ma probabilmente mi basterà fare il nome di Kenji Kawai affinché possiate comprendere.
Questa serie è a tutti gli effetti una fonte ideale di spensieratezza, una gemma nascosta di rara delicatezza e sensibilità, così distante nella fantasia ma allo stesso tempo familiare nell'aria che si riesce a respirare. Da prendere in considerazione, comunque, soltanto se si è in grado di fare a meno di una vera e propria trama. Serie che andrebbe riscoperta, come tante altre finite nel dimenticatoio ingiustamente.
Tutti e due fanno morire, anche se di Due Come Noi, avrei preferito qualche puntata in più.
Vedendo l'anime di Lovely Complex, invece, mi convinsi a comprare anche il manga e non me ne sono mai pentita. Io odio le commedie romantiche troppo sdolcinate e con protagonisti paranoici, ma questa, per fortuna, non ha né uno né l'altro. Io consiglio di vederla anche a chi non ama particolarmente il genere shoujo scolastico, perché potrebbe riservare molte belle sorprese.
Ho visto tante, troppe commedie scolastiche, ma Lovely Complex è diversa da tutte le altre!!
Il mio ragionamento ha, naturalmente, una valenza generale: che male può fare inserire nel proprio commento un accenno di trama, in modo da permettere anche a chi non conosce l'opera in questione -o a chi <i>crede</i> di non conoscerla, come nel mio caso - di sapere di cosa si sta parlando ed, eventualmente, apportare il proprio contributo al dibattito che, teoricamente, dovrebbe scaturirne? Non lo so, per me è fondamentale, ma capisco che per altri non possa esserlo. In fin dei conti l'obiettivo di invogliarmi a saperne di più è stato comunque raggiunto, ma sono dell'idea che una recensione sia sempre meglio di mezza, anche a costo di tediare il lettore con lungaggini di dubbia utilità. Ripeto: nulla di personale, né nei confronti di Pan Daemonium né di chiunque altro, è soltanto una mia riflessione.
<i>Lovely Complex</i> non è proprio il mio genere, quindi lascio la parola a chi se ne intende più di me. Anche se pure qui un accenno di trama, canonica o meno che sia...
<i>Fuujin Monogatari - Windy Tales</i>...ho trovato la recensione talmente ben scritta che quasi mi viene voglia di vederlo
In generale sono d'accordo con te. Cio' detto, se mi trovo a scrivere una recensione per AnimeClick e vedo che nella scheda la trama e' stata gia' descritta in dettaglio, magari piu' di una volta, mi sento autorizzato a non riportarla nuovamente. Nel caso in esame la scheda di "Due come noi" riporta la trama e non e' un grande sforzo andarsela a leggere.
I protagonisti di "Due come noi" sono Takashi Mitsuhashi e Shinji Ito.I due ragazzi,all'improvviso,decidono di diventare teppisti e per prima cosa cambiano pettinatura.Mitsuhashi diventa biondo mentre Ito se li tira su tipo porcospino.Inizialmente rimangono coinvolti per caso nelle risse ma col tempo la loro reputazione cresce.Poco per volta diventano una coppia di teppisti molto temuta,capace di sconfiggere gli avversari più violenti.Al contrario di Ito,Mitsuhashi è scorretto(oltre che scemo).
La serie si basa sulle risse con le bande rivali e sulla demenzialità dei personaggi.
Sono daccordo con Pan Daemonium quando dice che,alla lunga,la trama perde qualcosa.Bene o male le puntate si somigliano.Tuttavia "Due come noi" è una serie divertente che ti strappa qualche risata(grazie alla stupidità di Mitsuhashi).
Ci sono solo 10 episodi quindi si può guardare tranquillamente nonostante le solite risse.
Senza offesa per Pan Daemonium ma non trovo corretto il paragone con "GTO" in quanto quest'ultimo affronta i vari problemi dei ragazzi mentre "Due come noi" è solo demenziale.
Ti ringrazio per avermi dato dei lumi, ma ho già provveduto ad informarmi
Lovely Complex per quanto mi riguarda si merita anche un bel 8,5.
Uno Shoujo/Scolastico/Commedia/Sentimentale che riesce a non prendersi troppo sul serio, offrendo una storia semplice ma ottimamente raccontata, con personaggi riusciti e tantissime situazioni esileranti.
"Due Come Noi" purtroppo risente di una ripetitività di fondo, che al lungo andare (anche se sono solo 10 episodi), rende le situazioni meno stimolanti.
Resta comunque un ottima alternativa al sempre eterno GTO.
LoveCom è tra i migliori shojo che ho visto/letto...spassoso e romantico senza cadere nel patetico, titolo assolutamente consigliato! Concordo con i voti di entrambi i recensori.
Fuujin Monogatari non l'ho visto, ma i disegni mi hanno sempre colpita...
Lovely Complex, ancora?
Devo essere sincero, lo sto guardando su Rai4, e diversamente dall'inizio devo dire che mi sta annoiando parecchio, non mi fa neanche più ridere
L'ultimo non lo conosco, ma non credo lo guarderei
L'ho guardato in lingua originale ed è stato un po' un'impresa dato che non ero abituata al Kansai-ben, non per tutta la durata dell'anime intendo, capita che ci siano uno o due personaggi che lo parlano, ma tutti... <3
Gli altri due devo ammettere di non conoscerli e mi interessano molto, quindi vanno di sicuro tra i Plan to Watch
Lo stesso Fujisawa creò Onizuka e Ryuji in Shonan Junai Gumi, ispirandosi alla coppia di questo manga.
Invece non sono mai riuscito a sopportare Lovely Complex, mi ha annoiato fin dal primo volume del manga, rivenduto immediatamente, e il secondo letto a scrocco non sono riuscito a finirlo ._.
La mia opinione su Lovely complex già la conoscete; l'altro non l'ho ankora visto
Di Lovely Complex vidi i famosi primi due episodi, e mi divertì molto. Dovrò decidermi a recuperare il resto.
Su <i>Lovely Complex</i> non posso dire molto giacché ho visto troppo poco per giudicare, ma non mi sembrava tanto diverso da altre commedie.
Per quanto riguarda <i>Windy Tales</i> rinnovo l'invito a guardarlo e soprattuto spero che qualche fansub si degni di tradurlo nella nostra lingua - io l'ho dovuto seguire sub inglesi.
Lovely Complex: bellissimo, lo sto seguendo su rai4 e sono intorno al 20° episodio. Al contrario del recensore non ho mai notato cali di alcun tipo, ogni episodio mi ha coinvolto, fatto ridere ed emozionato, direi che l'8 è ampiamente meritato.
Windy tales ce l'ho in lista da tempo sperando, come dice M3tal, che si affretti qualche fansub italiano a prenderlo in considerazione.
L'unico che mi ispira nn poco mi sembra Windy tales. Inserisco in lista e se ne riparlerà .
Complimenti come sempre ai recensori!!!!
Lovely Complex l'ho abbandonato al quarto episodio so che andrò contro parecchi ma per me è noisissimo
L'ultimo non l'ho visto e non mi ispira più di tanto forse quando non saprò cosa vedere gli darò uno sguardo
Due come noi, se lo becco in tv non mi dispiacerebbe vederlo, anche se non mi ci sto strappando i capelli
Di Lovely Complex ho visto solo il live action e l'ho adorato e spero di riuscire quanto prima sia a recuperarne il manga che a vederne l'anime
L'ultimo mi ispira e non mi ispira. Diciamo che è troppo particolare per i miei gusti, anche se a vederlo così sembra molto poetico
* Lovely Complex non l'ho visto e non è nei miei piani futuri.
Non nel futuro prossimo perlomeno.
* Fuujin Monogatari - Windy Tales non l'avevo mai neanche sentito nominare, lo stile non mi piace, del resto quando vedo "sperimentale" nella descrizione del genere già capisco che non è qualcosa di adatto al sottoscritto ^__^'
Concordo con <b>Ais</b> per quanto riguarda un piccolo accenno di trama che (non mi stancherò mai di ripeterlo) rende la recensione completa e decisamente più utile al lettore.
Di "Due come noi" ne ho già sentito parlare e potrebbe interessarmi in futuro. Anche il terzo titolo non sembra male. Prendo appunti
Peccato che il manga in Italia non sia arrivato
Lovely Complex invece l'ho trovato carino ma non è riuscito a prendermi
L'altro non lo conosco
Il primo è sicuramente un titolo molto allegro e divertente anche se è vero che gli eventi tendono a ripetersi. Concordo sulla valutazione assegnatagli comunque.
Il secondo, per quanto posso dire al momento, è un titolo molto valido e sicuramente non mi annoia affatto, anzi, le situazioni e le gag dei vari protagonisti sono fenomenali (e il doppiaggio nostrano aiuta in tal senso).
Sul voto, in linea di massima concordo con il recensore ma aspetto di conoscere l'epilogo per magari rivalutarlo (in positivo o in negativo ovviamente).
Quanto al titolo recensito da Metal non stuzzica affatto il mio interesse oggi, un domani chissà...
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