Iniziato nel 2005 e conclusosi 5 anni dopo a quota 17 volumi, Cross Game è una delle ultime fatiche di Mitsuru Adachi, mangaka noto per titoli quali Touch o Rough. In Cross Game l'autore narra la storia di Kitamura Ko, normale ragazzo di quinta elementare figlio del gestore di un negozio di articoli sportivi, e delle quattro sorelle Tsukishima sue vicine di casa: c'è la piccola Momiji, la sorella maggiore Ichijo, figura quasi materna sostituta della madre defunta, il maschiaccio Aoba con cui Ko litiga sempre e Wakaba, fidanzata di Ko col quale condivide persino la data di nascita.
Mai come in Cross Game Adachi si dimostra maestro delle pause e dei silenzi, in grado di emozionare con uno sguardo, di raccontare con vignette interamente mute e spesso ambigue, abile nel sottinteso e raramente esplicito, in modo tale che sia il lettore ad intuire sentimenti e legami tra i vari personaggi senza bisogno di spiegazioni esterne che ne ne limitino la malinconica poesia. Chiave di decodifica dell'intera opera è la figura del quadrifoglio, pianta della famiglia delle fabacee al contempo fine ed inizio, portatore di buona sorte e metafora della ciclicità della vita e dell'alternarsi delle stagioni; a prima vista una citazione abbastanza inutile ai fini della storia, se ne percepisce l'importanza quasi profetica solo ad opera conclusa o nelle successive riletture.
Cross Game presenta una struttura quasi ad incastro, con flashback, colpi di scena e momenti di suspense calibrati quasi al millimetro in modo da guidare passo passo il lettore lungo la via della piena comprensione dell'opera e dei suoi personaggi, come un puzzle da riempire un pezzo alla volta ed in grado di disvelarsi in tutta la sua bellezza solo al suo completamento.
Tutto questo non impedisce tuttavia ad Adachi di focalizzarsi sugli aspetti che sa narrare meglio: in Cross Game non mancano gli scorci di vita di tutti i giorni marchio di fabbrica dell'autore, tra un'uscita con gli amici ad un pranzo in un family restaurant, da una gita di notte al combini alle appassionati partite di baseball scolastico.
Cosi come in Nine, Touch e H2 anche in Cross Game seguiamo le avventure di un club scolastico di baseball, un gruppo di ragazzi come tanti uniti dal sogno di raggiungere il Koshien, di primeggiare su tutte le altre scuole della nazione, ragazzi che una volta concluse le superiori appenderanno il guantone al chiodo, per diventare impiegati, professori, dipendenti pubblici, lavori probabilmente anonimi, spenti, omologati, ma serbando sempre in se il ricordo di una gioventù vissuta al massimo, per bruciare, anche solo per un secondo, come una fiamma rossa e accecante...
Perfetto suggello alle vicende narrate è lo stile grafico di Adachi, semplice come le storie che racconta, minimalista ma preciso, quasi ad incarnare i canoni classici del fumetto giapponese. Adachi non ha bisogno di pirotecnici virtuosismi grafici, non punta a stupire il lettore, ma è in grado di commuoverlo con uno sguardo ed appassionarlo con una linea. Sullo sfondo, sempre precisi ed estremamente dettagliati, fondali di scuole, bar, ristoranti e campi da gioco... insomma, scenari in cui imbattersi nella vita di tutti i giorni, esattamente come i suoi personaggi.
L'edizione italiana a opera di Flashbook Edizioni è quella canonica a cui ci ha abituato l'editore: sovracopertina lucida, buona stampa, carta ben spessorata in grado di garantire un'ottima sfogliabilità e una trasparenza delle tavole completamente nulla; mancano le tavole a colori pubblicate su rivista, assenti tuttavia anche nei volumi giapponesi. Ottimo l'adattamento dei dialoghi, che riesce a mantenere un registro linguistico informale senza risultare banale, mentre risulta degna di lode la decisione di inserire in appendice al volume una serie di approfondimenti sul baseball, partendo dalle regole base fino ad una trattazione del fenomeno in Italia.
Mai come in Cross Game Adachi si dimostra maestro delle pause e dei silenzi, in grado di emozionare con uno sguardo, di raccontare con vignette interamente mute e spesso ambigue, abile nel sottinteso e raramente esplicito, in modo tale che sia il lettore ad intuire sentimenti e legami tra i vari personaggi senza bisogno di spiegazioni esterne che ne ne limitino la malinconica poesia. Chiave di decodifica dell'intera opera è la figura del quadrifoglio, pianta della famiglia delle fabacee al contempo fine ed inizio, portatore di buona sorte e metafora della ciclicità della vita e dell'alternarsi delle stagioni; a prima vista una citazione abbastanza inutile ai fini della storia, se ne percepisce l'importanza quasi profetica solo ad opera conclusa o nelle successive riletture.
Cross Game presenta una struttura quasi ad incastro, con flashback, colpi di scena e momenti di suspense calibrati quasi al millimetro in modo da guidare passo passo il lettore lungo la via della piena comprensione dell'opera e dei suoi personaggi, come un puzzle da riempire un pezzo alla volta ed in grado di disvelarsi in tutta la sua bellezza solo al suo completamento.
Tutto questo non impedisce tuttavia ad Adachi di focalizzarsi sugli aspetti che sa narrare meglio: in Cross Game non mancano gli scorci di vita di tutti i giorni marchio di fabbrica dell'autore, tra un'uscita con gli amici ad un pranzo in un family restaurant, da una gita di notte al combini alle appassionati partite di baseball scolastico.
Cosi come in Nine, Touch e H2 anche in Cross Game seguiamo le avventure di un club scolastico di baseball, un gruppo di ragazzi come tanti uniti dal sogno di raggiungere il Koshien, di primeggiare su tutte le altre scuole della nazione, ragazzi che una volta concluse le superiori appenderanno il guantone al chiodo, per diventare impiegati, professori, dipendenti pubblici, lavori probabilmente anonimi, spenti, omologati, ma serbando sempre in se il ricordo di una gioventù vissuta al massimo, per bruciare, anche solo per un secondo, come una fiamma rossa e accecante...
Perfetto suggello alle vicende narrate è lo stile grafico di Adachi, semplice come le storie che racconta, minimalista ma preciso, quasi ad incarnare i canoni classici del fumetto giapponese. Adachi non ha bisogno di pirotecnici virtuosismi grafici, non punta a stupire il lettore, ma è in grado di commuoverlo con uno sguardo ed appassionarlo con una linea. Sullo sfondo, sempre precisi ed estremamente dettagliati, fondali di scuole, bar, ristoranti e campi da gioco... insomma, scenari in cui imbattersi nella vita di tutti i giorni, esattamente come i suoi personaggi.
L'edizione italiana a opera di Flashbook Edizioni è quella canonica a cui ci ha abituato l'editore: sovracopertina lucida, buona stampa, carta ben spessorata in grado di garantire un'ottima sfogliabilità e una trasparenza delle tavole completamente nulla; mancano le tavole a colori pubblicate su rivista, assenti tuttavia anche nei volumi giapponesi. Ottimo l'adattamento dei dialoghi, che riesce a mantenere un registro linguistico informale senza risultare banale, mentre risulta degna di lode la decisione di inserire in appendice al volume una serie di approfondimenti sul baseball, partendo dalle regole base fino ad una trattazione del fenomeno in Italia.
Vincitore del Premio Shogakukan come miglior shounen 28 anni dopo Touch e Miyuki, Cross Game è il traguardo raggiunto da Adachi dopo 40 anni di carriera, il punto d'arrivo – almeno finora, considerata anche la mediocrità dei primi numeri di Q&A – in cui condensare tutto se stesso. In Cross Game infatti c'è un po' di Rough e un po' di Touch, un po' di H2 e un po' di Katsu, il tutto condito dai consueti rimandi più o meno espliciti anche alle sue opere minori (Idol A, per esempio). Dopo un primo volume quasi autoconclusivo tra i più belli mai narrati, Adachi ci consegna una delle storie migliori del suo catalogo, commovente e profonda come solo lui è in grado di realizzare e la cui conclusione sarà in grado di lasciare un vuoto nel lettore, un vuoto colmabile solo con un'altra opera di questo piccolo grande maestro della quotidianità disegnata.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Cross Game 1 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 2 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 3 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 4 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 5 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 6 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 7 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 8 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 9 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 10 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 11 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 12 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 13 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 14 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 15 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 16 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Cross Game 17 | € 5.90 | Flashbook Edizioni |
Da quello che ho sentito in giro comunque dovrebbe essere molto bravo, crea delle storia coinvolgente ed emozionanti, insomma ho sentito solo pareri positivi, ma io in tutte le trame e accenni ai caratteri dei personaggi vedo solo clichè e niente di nuovo, immagino che l'evolversi dei fatti sia veramente magico perchè se no non so come spiegarmi la valanga di commenti positivi con queste trame e personaggi che a me sembrano così banali...
Poi vabbè, adoro il tratto di questo autore: semplice ma molto curato
Dovrò rileggermelo tutto d'un fiato ora che ho tutti i numeri, perchè sicuramente ne riceverò una soddisfazione maggiore rispetto all'uscita bi/trimestrale.
Ottima recensione come sempre (a parte il fatto che ero sicuro fosse già stato recensito in vetrina, ma a questo punto mi sbagliavo )
Ti consiglio anch'io comunque di rileggertelo, perchè leggendolo tutto insieme, ed avendo inoltre ora ben presente l'evolversi della storia, (spero) riuscirai a notare tanti piccoli particolari che alla prima lettura non si notano. L'idea che me ne sono fatto io è che già dall'inizio Adachi aveva bene in mente dove e come voleva arrivare, sensazione che in altre sue opere non ho avvertito.
Il primo volume, proprio come dicono Kotaro e lo stesso Slanzard, è bello e struggente, e meriterebbe l'acquisto anche solo come volume unico, se proprio non si desidera andare avanti con gli altri volumi.
Quest'aura malinconica circonda i personaggi anche in seguito, ed anzi sembra quasi che, andando avanti con la storia, il peso dei ricordi diventi sempre più preponderante, specie dopo l'introduzione di un certo personaggio.
Sì, ecco, per me Cross Game è il manga dei ricordi, della nostalgia. E anche del baseball, uno sport che mi ha sempre incuriosito e di cui, grazie a Flashbook, ho imparato parecchie cose che ignoravo.
Un manga da leggere assolutamente.
P.S. Tanti complimenti a Slanzard per l'ottima recensione.
Ok
Ma com'è che le trame di Adachi sono tutte uguali? Dovrebbero creare un Adachi-matic, una sorta di app per Iphone che consenta di creare nuovi manga di Mitsuru Adachi, senza scomodare il mangaka o le case editrici per eventuali nuove pubblicazioni.
Tanto il minestrone ha sempre gli stessi ingredienti:
-un triangolo amoroso
-uno sport (dal baseball alla briscola, tutto fa brodo)
-un liceo
-dal punto di vista grafico, due ragazzi con i capelli corti e una con i capelli più lunghetti e le ciglia, che sennò sembra un triangolo gay. Vale per tutti i manga.
Gioca anche tu! Fai anche tu il nuovo manga di Mitsuru Adachi!
Purtroppo i manga di Adachi, per quanto mi ispirano, non posso recuperarli...
@hallymay no dai niente pollice in giù perchè il picclo slogan mi piace un sacco lol però e una questione di gusti anche se io ho sempre sognato un manga sul calcio (oddio non credo di averlo scritto) disegnato da adachi visto che ogni tanto alcune citazioni al calcio le fa, vedi in Jimbe. Alla fine e tutta questione di gusti personali ^^
@Slanzard una recensione molto curata, essendo amante del genere sportivo Cross Game mi e piaciuto un sacco. Al di là che sappia di minestrone riscaldato ma e come un esperienza diciamo, quanti ragazzi in giappone faranno la loro esperienza di baseball scolastico, eppure le loro storie per quanto possano avere (ipotizando) elementi in comune non sono mai uguali fra di loro e hanno tutte le loro sfacettature. Cross Game e una di queste tante storie, diciamo cosi, che per quanto simile a Touch/H2/Nine e diversa perchè i personaggi, per quanto "uguali", non sono gli stessi dei tre titoli appena nominati. Qui in italia può anche stufare dopo un pò, del resto mi duole dirlo ma molti vedono quetsi manga come puro manga sportivo e magari si attendono qualcosa di puramente competivo alla Major/Tommy Stella dei Gigants/Dokaben...quando in realtà le storie di Adachi sono qualcosa in più. Ok scritte una marea di idiozie però scrivo che sono le 1:56 e dunque ci può anche stare. Sono pronto al linciaggio lol
Può anche essere, in fondo Cross Game ha di buono rispetto ad H2 che è grande la metà, quindi non si esagera con le partite di baseball mandando invece avanti un pò in maniera random la storia e le relazioni tra i personaggi come invece faceva H2.
Sicuramente lo rileggerò e sono sicuro che mi piacerà molto di più della prima volta, come è successo con tutti gli Adachi che ho riletto
Magari poi rifaccio anche la recensione, che avevo fatto "in corsa"
@ Hallymay
Dai, ancora luoghi comuni su Adachi? Lo stesso Cross Game già non corrisponde ad alcune cose della tua lista, oltretutto ci sono manga di Adachi che non sono ambientati in un liceo (e anche se fosse che male ci sarebbe, dato che son manga d'amore per e su adolescenti che notoriamente passano il 90% del loro tempo a scuola?), non hanno a che fare con lo sport nè coi triangoli amorosi.
@ Hypnodisk
Devi rimediare eccome, soprattutto tu che sei un fan della Takahashi (che è collega e amica di Adachi) e di Maison Ikkoku (che ha ispirato ad esempio il suo Hiatari Ryoko).
@ Giannigreed
Se Cross Game con 17 volumi è lungo, allora non potrai mai leggere H2 (34 volumi) o Touch (26), e in quest'ultimo caso sarebbe davvero un peccato. Ma se vuoi buttarti sulle brevi, ti consiglio di recuperare le raccolte di short stories (L'avventuroso e Short Program).
P.S. Chi ha scelto l'immagine per la vetrina è masochista
Come nessun altro Adachi descrive il Giappone, descrive il popolo e la cultura giapponese e come nessun altro è in grado di far immedesimare il lettore con quei personaggi...si perchè se leggi Touch e hai 15 anni non puoi non sentirti protagonista del manga, sicuro come l'oro certi problemi,certe situazioni le hai vissute paro paro anche tu nella vita reale
"se leggi Touch e hai 15 anni non puoi non sentirti protagonista del manga, sicuro come l'oro certi problemi,certe situazioni le hai vissute paro paro anche tu nella vita reale"
Presente
Il mio primo manga di Adachi, Touch, l'ho letto per l'appunto nell'estate dei miei 15 anni, e ricordo che già dal primo numero mi immedesimai totalmente in Tatsuya, che per certi aspetti mi somigliava (e mi somiglia) moltissimo, quindi ho goduto parecchio nel leggere della sua maturazione.
Mah, evidentemente e' per questo che non mi piace Adachi, quando avevo 15 anni certe situazioni neanche me le sognavo. Ma tutto quello che ho letto di lui, incluso anche Jinbe che dovrebbe essere per un pubblico piu' adulto, non mi ha convinto. Su questo autore devo abbandonare Kotaro a cui di solito do' ragione, pazienza!
Secondo me "Cross game", che pur reputo un buonissimo manga, non è una summa della poetica adachiana.
Dopo uno splendido primo volume (forse un po' spiazzante), il manga rimane un po' anonimo fino all'ingresso in scena di Akane, per la quale non nascondo d'aver "tifato".
A tal proposito storcerei un po' il naso se ciò fosse una metafora significante la preferenza per Aoba nei confronti della sorella. Invece la interpreto semplicemente come il fatto che la somiglianza tra due persone non vuol dire, ovviamente, che siano "la stessa".
La contemporanea serie TV (manga e anime sono finiti quasi contemporaneamente) ha forse un po' velocizzato alcuni avvenimenti, lasciando alcuni avvenimenti secondari un po' aperti.
Mi è dispiaciuto soprattutto che dopo un certo punto sia stata accantonata la "lista dei regali " di Wakaba (una delle cose più toccanti di tutto il manga).
Tutto ciò che gli ho letto mi è sembrato abbastanza confuso, strano, messo quasi alla rinfusa. All'inizio ogni sua opera pare interessante con quella sua "quotidianità" e quello stile pieno di gags semplici ma incisive, ma continuando con la lettura, non so, mi ritrovo con un senso di amarezza, come se fossi stato preso in giro dall'autore.
Di sicuro so che i volti che disegna ancora non riesco a digerirli e non mi comunicano assolutamente nulla, nonostante nei suoi manga ci siano illustrazioni splendide e dettagliate da sembrare più foto che disegni (merito degli assistenti?)
Cross Game dalla recensione sembra un'opera interessante, il suo "ennesimo" capolavoro, ma a me non convince più di tanto. Ma se il 1° volume è da considerarsi quasi come un volume unico, cercherò di prenderlo
Purtroppo non ho letto questo manga e purtroppo non ho la mia misera paghetta, quindi se ci sono scans in giro magari me lo leggo.
Comunque recensione ben fatta.
P.S. Ed io ho 11 anni...
Cross Game mi è piaciuto come ho scritto nella recensione (inutile divulgare)
Chi continua con la solita solfa dei "personaggi tutti uguali, manga del solito baseball ecc..." non lo ascolto neanche più. Penso di averlo spiegato un miliardo di volte del come "anche se tutti uguali i personaggi sono caratterialmente tutti diversi ecc....." "se cerchi un manga sportivo Adachi non è per te comprati Slam Dunk perchè Adachi non fa manga sportivi ma commedie sentimentali ecc.."......
A me piace lo stesso. Anzi è da sempre il mio autore preferito.
Ma la tua recensione dice il contrario! Gli hai deto 6 dicendo che ti ha un pò deluso perchè sebbene Adachi ti piaccia Cross Game è sempre la solita storia!
Le tematiche, a quanto ho capito, sono molto simili, quindi sono più che certa che mi piacerà sicuramente
Complimenti per la recensione!
A quanto pare non sono solo io l'appassionata di quadrifogli
Complimenti per l'ottima recensione!
Ah ah hai ragione . Che niubbo Ero convinto di aver dato un buon voto perchè nel complesso a me è piaciuta, meno delle altre ma è piaciuta . Che eresia dare un 6 ad Adachi . Mi sa che avevo le pelotas girate quel giorno . Ne avevo letti solo 6 numeri e come dicevo al momento a me piaceva molto di più Katsu (poi ora della fine quasi il contrario). Con la storia poi che Touch, Rough, H2 ecc a me già dall'inizio avevano entusiasmato, Cross Game in confronto aveva deluso. Era monotono, se uno ha letto tutto di Adachi effettivamente Cross Game è proprio la stessa storia (non rinnego nulla di quella recensione perchè come ho detto nei 10/11 numeri successivi mi ha fatto cambiare idea, diciamo da 7/7,5). Per dirti Katsu e anche H2 da metà in poi calano, Cross Game per me prende una svolta interessante. E' l'unico di Adachi di cui non immaginavo il finale.
Poi ripeto come sopra a me Adachi piace, c'è poco da fare, i disegni saranno, io in primis lo dico, sempre gli stessi ma non mi interessa, riguardo a Cross Game nonostante sia un livello sotto la maggioranza delle opere di Adachi lo consiglierei. Ovviamente prima leggerei Touch e Rough.
["se cerchi un manga sportivo Adachi non è per te comprati Slam Dunk perchè Adachi non fa manga sportivi ma commedie sentimentali ecc.."]
Hai ragione. Sento pero' spesso bistrattare in maniera troppo gratuita H2, ma se parliamo di manga sportivi quello è l'unico che Adachi abbia mai fatto. La descrizione minuziosa delle partite, il Koshien (le strutture dello stadio disegnate in maniera superba, la partita d'inaugurazione che trasmette le sensazioni di una squadra "underdog" di fronte al grande palcoscenico del torneo che fa da anticamera al professionismo), le vicende personali che intervallano le partite quindi ognuna vissuta in modo diverso. Qui l'amore di Adachi per questo sport si sente tutto.
Per chi volesse intraprendere una lettura seriale di Mitsuru Adachi consiglio Rough se preferite il lato sentimentale, H2 quello sportivo.
è un piacere rileggerti!
Adachi è straordinario quando descrive in maniera così dolce e malinconica gli anni dell'adolescenza. H2, nonostante sia un manga focalizzato molto sul lato tecnico e professionale, mi è piaciuto. Non quanto gli altri lavori del sensei ma resta un'opera meritevole.
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