Grande desiderio o più che altro segreta ambizione del videogiocatore incallito, specialmente qualche tempo fa quando il videogame come hobby non era ancora sdoganato, era quello di mettere in pratica le proprie abilità con il pad magari compiendo delle imprese se non eroiche poco ci manca: sfidare i grandi sistemi dei militari come in Wargames o magari salvare il pianeta facendo alla Space Invaders come un certo Philip J. Fry (il quale poi però si scoprì che doveva chiamare il fratello per l'ultima navicella...).
Niente di più lontano da ciò per Keima Katsuragi. Egli è il “Dio della conquista”, che ha portato a termine migliaia tra dating-sim, galge ed eroge e conquistato innumerevoli eroine virtuali. Per lui la “nostra realtà” è solo un'interfaccia attraverso interagire con i videogame; un luogo imperfetto, “mal programmato”, imprevedibile, che meno s'interseca con quello ideal-virtuale, meglio è.
Ma tale abilità non passa inosservata e quindi ecco che dai “piani bassi” degli inferi lo scelgono per catturare i “kaketama”, le anime perdute dei “vecchi demoni” sfuggite e insidiatesi nell'animo di giovani ragazze. Come liberarle? Conquistandone il cuore, ovviamente.
Ha inizio con queste premesse, The World God only Knows (in patria Kami nomi zo shiru Sekai) manga dell'attuale generazione che ha portato al successo internazionale il suo autore Tamiki Wakaki, generando anche tre serie animate più alcuni OVA e progetti collaterali.
Un manga non molto convenzionale. Parla di videogiochi? Non proprio. Parla delle conquiste sentimentali? Non del tutto. È una commedia o una parodia? Si, ma non soltanto. Magari, e più semplicemente, l'oggetto della storia risiede in quel “Mondo che solo Dio conosce” di cui si accenna nel titolo. Non si tratta però di un mondo esteriore come quello reale ove viviamo o di uno artificioso come può essere quello dei Gal-Games del Keima: il Mondo è l'Io, cioè l'animo umano, un entità dalle tante variazioni quante sono le persone stesse e quanto più vari sono gli intrecci fra di loro. Un mondo talmente vasto che, giustamente, solo un dio potrebbe conoscere a pieno e di cui, infine, neanche un dio in erba autoproclamato come il Katsuragi pare avere la piena dimestichezza.
Parrebbe proprio essere questo il messaggio di sottofondo che Tamiki Wakaki vuole lasciare con il suo manga come si evince dalle brevi postfazioni con cui chiude diversi dei suoi volumi. Un opera che dunque, senza pretese di sconfinare nella psicologia, nella filosofia o in chissà cos'altro, vuole si intrattenere ma anche sollecitare una qualche riflessione su come siamo e ciò che del mondo vediamo o forse crediamo di vedere.
Ma avanti a tutto ciò ci sono delle anime demoniache erranti da catturare. Un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo... E per noi quel qualcuno è nient'altri che Keima Katsuragi, un protagonista decisamente atipico, più vicino ai canoni dell'anti-eroe che del classico “main charachter”. Un tipo cinico, egoista, fissato, scostante e burbero eppure in possesso di acume, intelligenza, per certi versi carisma, testardaggine e convinzione e di tutte le qualità necessarie a portare avanti la sua missione (di cui lui non vorrebbe saperne nulla per concentrarsi sui suoi giochi). Una dicotomia che crea un personaggio interessante ove risaltano forze e debolezze al contempo, ben rese nell'emblematico capitolo “Più di un dio, meno di un essere umano”.
Accanto a lui la sua assistente e spalla Elsie, goffa quanto carina demone che supporta Keima nella caccia ai kaketama. Un vero e proprio “pezzo di pane” immeritatamente affezionata e devota al suo divin-fratello da cui è ben poco ricambiata e che addirittura in una occasione arriva a spedirla per posta al fine di non esserne disturbato.
Attorno a loro due gireranno poi tutta una serie di personaggi tra i più vari che si muovono sullo sfondo di una città dinamica e vitale. Saranno soprattutto le varie ragazze oggetto delle conquiste di Keima a emergere, dapprima in modo episodico ma poi più approfonditamente in una trama più misteriosa, offrendoci un cast molto ben assortito dalle personalità mai banali o scontate, con merito dell'autore nel saperle approfondire a dovere.
Il lavoro di Wakaki si rivela poi egregio anche nell'illustrare la sua storia. Il tratto è morbido e molto pulito, privo del ricorso a particolari stili ed effetti (sebbene sia pur vero che accade nella storia non ne richiede particolare uso). Le tavole ne escono perciò molto chiare e ordinate agevolando quindi la lettura. Uno stile che nella sua semplicità non è per questo privo di dettaglio e di varietà ma, anzi, dimostra di saper dare ai personaggi la giusta espressività in ogni situazione, dando il meglio nelle buffissime parti comiche presenti spesso nel manga ma mai inopportunamente.
The World God only Knows arriva in Italia con un edizione da parte di Star Comics seguendo l'ormai collaudato standard dell'editore che ci porta dei volumi dal rapporto qualità/prezzo molto buono dal punto di vista dei materiali. C'è qualche “asprezza” nell'adattamento di cose molto particolari (come il “fratello divino”, “kaminii-sama” che comunque in italiano non ha un vero corrispondente) o termini molto specifici ma niente che possa pregiudicare la lettura o l'apprezzamento dell'opera. Assolutamente nulla al confronto dell'edizione francese orribilmente titolata ex-novo “Que sa volonté soit faite” (Sia fatta la sua volontà).
Niente di più lontano da ciò per Keima Katsuragi. Egli è il “Dio della conquista”, che ha portato a termine migliaia tra dating-sim, galge ed eroge e conquistato innumerevoli eroine virtuali. Per lui la “nostra realtà” è solo un'interfaccia attraverso interagire con i videogame; un luogo imperfetto, “mal programmato”, imprevedibile, che meno s'interseca con quello ideal-virtuale, meglio è.
Ma tale abilità non passa inosservata e quindi ecco che dai “piani bassi” degli inferi lo scelgono per catturare i “kaketama”, le anime perdute dei “vecchi demoni” sfuggite e insidiatesi nell'animo di giovani ragazze. Come liberarle? Conquistandone il cuore, ovviamente.
Ha inizio con queste premesse, The World God only Knows (in patria Kami nomi zo shiru Sekai) manga dell'attuale generazione che ha portato al successo internazionale il suo autore Tamiki Wakaki, generando anche tre serie animate più alcuni OVA e progetti collaterali.
Un manga non molto convenzionale. Parla di videogiochi? Non proprio. Parla delle conquiste sentimentali? Non del tutto. È una commedia o una parodia? Si, ma non soltanto. Magari, e più semplicemente, l'oggetto della storia risiede in quel “Mondo che solo Dio conosce” di cui si accenna nel titolo. Non si tratta però di un mondo esteriore come quello reale ove viviamo o di uno artificioso come può essere quello dei Gal-Games del Keima: il Mondo è l'Io, cioè l'animo umano, un entità dalle tante variazioni quante sono le persone stesse e quanto più vari sono gli intrecci fra di loro. Un mondo talmente vasto che, giustamente, solo un dio potrebbe conoscere a pieno e di cui, infine, neanche un dio in erba autoproclamato come il Katsuragi pare avere la piena dimestichezza.
Parrebbe proprio essere questo il messaggio di sottofondo che Tamiki Wakaki vuole lasciare con il suo manga come si evince dalle brevi postfazioni con cui chiude diversi dei suoi volumi. Un opera che dunque, senza pretese di sconfinare nella psicologia, nella filosofia o in chissà cos'altro, vuole si intrattenere ma anche sollecitare una qualche riflessione su come siamo e ciò che del mondo vediamo o forse crediamo di vedere.
Ma avanti a tutto ciò ci sono delle anime demoniache erranti da catturare. Un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo... E per noi quel qualcuno è nient'altri che Keima Katsuragi, un protagonista decisamente atipico, più vicino ai canoni dell'anti-eroe che del classico “main charachter”. Un tipo cinico, egoista, fissato, scostante e burbero eppure in possesso di acume, intelligenza, per certi versi carisma, testardaggine e convinzione e di tutte le qualità necessarie a portare avanti la sua missione (di cui lui non vorrebbe saperne nulla per concentrarsi sui suoi giochi). Una dicotomia che crea un personaggio interessante ove risaltano forze e debolezze al contempo, ben rese nell'emblematico capitolo “Più di un dio, meno di un essere umano”.
Accanto a lui la sua assistente e spalla Elsie, goffa quanto carina demone che supporta Keima nella caccia ai kaketama. Un vero e proprio “pezzo di pane” immeritatamente affezionata e devota al suo divin-fratello da cui è ben poco ricambiata e che addirittura in una occasione arriva a spedirla per posta al fine di non esserne disturbato.
Attorno a loro due gireranno poi tutta una serie di personaggi tra i più vari che si muovono sullo sfondo di una città dinamica e vitale. Saranno soprattutto le varie ragazze oggetto delle conquiste di Keima a emergere, dapprima in modo episodico ma poi più approfonditamente in una trama più misteriosa, offrendoci un cast molto ben assortito dalle personalità mai banali o scontate, con merito dell'autore nel saperle approfondire a dovere.
Il lavoro di Wakaki si rivela poi egregio anche nell'illustrare la sua storia. Il tratto è morbido e molto pulito, privo del ricorso a particolari stili ed effetti (sebbene sia pur vero che accade nella storia non ne richiede particolare uso). Le tavole ne escono perciò molto chiare e ordinate agevolando quindi la lettura. Uno stile che nella sua semplicità non è per questo privo di dettaglio e di varietà ma, anzi, dimostra di saper dare ai personaggi la giusta espressività in ogni situazione, dando il meglio nelle buffissime parti comiche presenti spesso nel manga ma mai inopportunamente.
The World God only Knows arriva in Italia con un edizione da parte di Star Comics seguendo l'ormai collaudato standard dell'editore che ci porta dei volumi dal rapporto qualità/prezzo molto buono dal punto di vista dei materiali. C'è qualche “asprezza” nell'adattamento di cose molto particolari (come il “fratello divino”, “kaminii-sama” che comunque in italiano non ha un vero corrispondente) o termini molto specifici ma niente che possa pregiudicare la lettura o l'apprezzamento dell'opera. Assolutamente nulla al confronto dell'edizione francese orribilmente titolata ex-novo “Que sa volonté soit faite” (Sia fatta la sua volontà).
Giunto in Italia a un punto di svolta nella storia e tutt'ora in corso in Giappone, The World God Only Knows è un manga che possiede una buona dose di originalità unita a un marcato approfondimento del carattere dei personaggi e a un gradevole umorismo che ne fa aumentare il gradimento della lettura in termini di leggerezza e fluidità.
Un titolo moderno nella propria accezione del termine, che pesca si nel mondo otaku attuale ma che non manca di strizzare l'occhio a fan, possibilmente videogiocatori, con qualche anno in più sulle spalle.
Forse non per tutti ma per molti si.
Un titolo moderno nella propria accezione del termine, che pesca si nel mondo otaku attuale ma che non manca di strizzare l'occhio a fan, possibilmente videogiocatori, con qualche anno in più sulle spalle.
Forse non per tutti ma per molti si.
Adoro quest'opera e non posso che concordare in pieno con la recensione di Swordman.
L'unico vero difetto è l'adattamento italiano della Star Comics che in alcune parti non è proprio all'altezza.
Concordo sul fatto che non strizza l'occhio solo agli otaku moderni, io non ho mai toccato un gal-game eppure il comportamento del protagonista mi diverte lo stesso. Anzi diverte proprio perché esamina e sfrutta in modo originale gli stereotipi che nelle storie sentimentali sono vecchi quanto il mondo.
Niente eroge. Keima gioca esclusivamente su console.
>>privo del ricorso a particolari stili ed effetti
Anche se Wakaki fa intendere il suo background con svariate citazioni di opere che lo hanno formato (Fujiko, Jansson, Schultz, ecc...), retro-game e brani musicali che sovente titolano il capitolo.
Anche se, devo dire, leggendo le scan ho notato un peggioramento nell'ultima saga, una perdita dell'umorismo iniziale ed è un gran peccato, speriamo si risollevi ù.ù
Non ho ancora letto tutti i volumi usciti, vedrò di rimediare.
Troppe otakuate per i miei gusti, protagonista troppo antipatico, livello di narrazione altalenante. E disegni orridi. Direi che basti come stroncatura XD
Complimenti comunque a chi ha recensito
Peccato solo ke adesso ionon possa permettermi di iniziare una serie già lunga 23 volumi... ma sicuramente lo recupererò in futuro...!!!
Poi è ovvio che vi sembri Dio in terra se me lo paragonate ad amebe come Rito Yuki!
Ma a prescindere da lui è tutto il manga a non andare. Ci può stare che sia anche il migliore del suo genere, ma tra i migliori degli ultimi tempi... Ma nemmeno in un mondo parallelo!
Samidare è seinen
@Musso
Ma contro Rito Keima (ma non solo lui xD) vince facile! E io a Rito sono pure affezionata XD anche se secondo me non dovrebbe essere classificato come personaggio, per quanto riguarda carattere, introspezione e cose varie (serve solo a palpare tutte le ragazze della serie! A momenti si fa pure sua madre!)
Tornando a Kami nomi, io la comicità l'ho trovata davvero soporifera.
In certi punti un sorrisetto me l'ha pure strappato, ma niente di più. Non aiuta il pietoso adattamento Star per bambini di 5 anni. Guarda caso con ogni loro manga finisco per rimanere così -> .-. per ogni battuta!
My bad, ne ero pure convinto
Oddio, sulla questione dello stereotipato si dovrebbe fare una precisazione: questo manga si fa apposta carico di tutti i clichè del genere, perchè in fondo è una parodia. E come tale funziona benissimo, quindi non direi nemmeno che è mediocre.
Ovviamente per me non è uno dei titoli migliori, però è un titolo piuttosto simpatico e molto divertente.
Sempre secondo me.
Evidentemente sono io a non andare bene per questo manga.
Sul fatto che non sia dei migliori in genere, per me non ci sono dubbi. E' una serie pensata per divertire, non ha chissà che profondità. Con me fallisce il suo scopo e, non avendo personaggi indimenticabili (l'unico che è caratterizzato meglio è Keima, ma su di lui mi sono già espressa, mentre almeno la metà delle ragazze fa pietà!) , disegni sublimi o una bella trama avvincente per me la sufficienza non la raggiunge. E ho pure sentito che cala dopo la fine della saga che stanno leggendo ora gli italiani. Bè meglio: ho risparmiato soldini
Ma è proprio di una parodia di un genere il giocare con i suoi stereotipi, e in The World God only Knows vengono presi in considerazione tutti gli stereotipi possibili, incarnati uno da ogni ragazza che Keima dovrà conquistare... nella realtà.
"E' una serie pensata per divertire, non ha chissà che profondità."
Su di ciò non vi è dubbio alcuno, infatti ho detto che per me ha valore come parodia-commedia.
Sul calo sono d'accordo pure io, forse la stanno tirando un po' troppo per le lunghe...
La parodia ti riesce quando gli stereotipi li usi e li domini, evitando che ti mandino in pappa la storia. A volte l'autore questo, secondo me, non riusciva a farlo ricordo la parte con Hinoki, orribile.
O della tipa piccola (ho già scordato i nomi e io di solito ho buona memoria XD un manga che mi ha lasciato il segno, sisì!).
Io all'inizio l'avevo preso perché cercavo una serie simpatica, che avesse i suoi momenti più seri, bei personaggi e una trama che poi evolvesse. E che sicuramente non avesse tutti quei volumi non ho trovato niente di tutto ciò XD ma almeno ho rivenduto todos senza rimpianti
Andando avanti però secondo me ci sono punti in cui l'autore si perde un poco con scene che non mi sono piaciute molto.
Invito tutti quelli che si sono soffermati al primo volume di continuarlo, perché l'autore migliora abbastanza nel corso del tempo... o almeno fino a dove sono arrivata io.
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