Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi ci dedichiamo a titoli per un pubblico femminile, come il manga Lady!! e gli anime Karneval e Lovely Complex.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi ci dedichiamo a titoli per un pubblico femminile, come il manga Lady!! e gli anime Karneval e Lovely Complex.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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Karneval
5.0/10
Recensione di rossocenere
-
Non è nuovo il tentativo di Manglobe di lanciarsi su un titolo il cui manga è ancora in corso: "Deadman Wonderland" ne è un esempio tangibile. Questa volta la patata bollente è passata tra le mani di Karneval, celebre manga scritto e disegnato da Touya Mikanagi, caratterizzato da un'atmosfera minuziosamente curata, che si confà al panorama di costumi sfarzosi e ricamati, come delle linee arabeggianti impazzite su un foglio. In altri termini, un circo - meglio, un "Karnevale" - che si cimenta nella propria esibizione tra piroette e fiotti purpurei.
L'esistenza del manga, già avviato in Giappone da diverso tempo, è sintomo di una storia carica di eventi, le cui basi sono già tracciate e le cui evoluzioni sono già impresse su carta, pronte ad essere trasposte su piano animato. Un sintomo che si manifesta in maniera malata, ossia con l'amara consapevolezza che tale occasione non verrà sfruttata.
Visionando velocemente la trama: "Nai è alla ricerca dell'uomo che lo ha allevato, egli è sparito all'improvviso, lasciando dietro di sé solo un braccialetto, che reca un simbolo riconducibile alla più potente organizzazione del paese, la fantomatica, Circus. Nai per una serie di circostanze si ritrova coinvolto con Gereki, un ragazzo, il quale per per tirare avanti fa il ladro e il borseggiatore. Ma è stato solo un incontro casuale? Ben presto i due vengono braccati."
Gli intenti dell'opera appaiono oscuri, a dirla tutta non appaiono affatto. Karneval, infatti, si nasconde dietro le maschere del proprio circo, per mostrare solo un grande aspetto di facciata, per rivelare un nulla di fondo.
È bene dunque riconoscere una serie per le proprie caratteristiche e potenzialità, ed è proprio questo che rende "Karneval" oggetto di delusione; poiché effettivamente, nel panorama dell'animazione nipponica attuale, sono poche le serie ad avere le carte in regola per realizzare un lavoro coi fiocchi.
E sono ancora meno quelle con le carte in regola, ma senza il Jolly: "Karneval" si posiziona esattamente tra le produzioni animate che ha tutte le carte, ma che le lascia coperte a prendere polvere.
Vorrei premere precisamente su questo: nessuno spettacolo di magia ha mai affascinato qualcuno senza rivelare gli assi nella propria manica. Le potenzialità che, dunque, possiamo trovare nei più variopinti e differenti aspetti dell'anime, vengono inquadrate da una prospettiva in bianco e nero, che non permette loro di innalzarsi e germogliare.
La principale caratteristica di cui la serie potrebbe vantarsi sono i disegni ed i costumi, affascinanti e talvolta eleganti, che risalgono ad un'epoca che s'incrocia tra il moderno ed il barocco. Il comparto musicale, descritto da un'OST che non si erge oltre media delle colonne sonore, dà il meglio di sé nella sigla d'apertura e nelle scene d'azione, in cui si riveste di una carica incalzante; la sigla finale fa sprofondare il giudizio: così come nel ritmo e nelle animazioni, è banale anche nel testo. La regia è confusa, a volte brilla e più volte annoia.
Il doppiaggio, impeccabile, esalta la bellezza - fisionomica e non - di ogni personaggio; bellezza che si perde quando la trama procede a tentoni, e così i personaggi la seguono, vagando in un vortice che li rende nient'altro che bambole dall'aspetto gradevole. In altri termini, il fenomeno della caratterizzazione dei personaggi procede in maniera direttamente proporzionale all'evoluzione della trama.
Non c'è dubbio, lo studio Manglobe ha solo approfittato di un materiale già corposo e ben progettato per ribaltarlo e renderlo uno specchio per allodole, anzi, per la massa e il fenomeno di diffusione commerciale.
In conclusione, cos'è Karneval? Leggendola con la stessa chiave che ci offre lo studio Mangolbe, si potrebbe definire "un carnevale dai colori spenti". In altre parole, una grandissima occasione sprecata.
L'esistenza del manga, già avviato in Giappone da diverso tempo, è sintomo di una storia carica di eventi, le cui basi sono già tracciate e le cui evoluzioni sono già impresse su carta, pronte ad essere trasposte su piano animato. Un sintomo che si manifesta in maniera malata, ossia con l'amara consapevolezza che tale occasione non verrà sfruttata.
Visionando velocemente la trama: "Nai è alla ricerca dell'uomo che lo ha allevato, egli è sparito all'improvviso, lasciando dietro di sé solo un braccialetto, che reca un simbolo riconducibile alla più potente organizzazione del paese, la fantomatica, Circus. Nai per una serie di circostanze si ritrova coinvolto con Gereki, un ragazzo, il quale per per tirare avanti fa il ladro e il borseggiatore. Ma è stato solo un incontro casuale? Ben presto i due vengono braccati."
Gli intenti dell'opera appaiono oscuri, a dirla tutta non appaiono affatto. Karneval, infatti, si nasconde dietro le maschere del proprio circo, per mostrare solo un grande aspetto di facciata, per rivelare un nulla di fondo.
È bene dunque riconoscere una serie per le proprie caratteristiche e potenzialità, ed è proprio questo che rende "Karneval" oggetto di delusione; poiché effettivamente, nel panorama dell'animazione nipponica attuale, sono poche le serie ad avere le carte in regola per realizzare un lavoro coi fiocchi.
E sono ancora meno quelle con le carte in regola, ma senza il Jolly: "Karneval" si posiziona esattamente tra le produzioni animate che ha tutte le carte, ma che le lascia coperte a prendere polvere.
Vorrei premere precisamente su questo: nessuno spettacolo di magia ha mai affascinato qualcuno senza rivelare gli assi nella propria manica. Le potenzialità che, dunque, possiamo trovare nei più variopinti e differenti aspetti dell'anime, vengono inquadrate da una prospettiva in bianco e nero, che non permette loro di innalzarsi e germogliare.
La principale caratteristica di cui la serie potrebbe vantarsi sono i disegni ed i costumi, affascinanti e talvolta eleganti, che risalgono ad un'epoca che s'incrocia tra il moderno ed il barocco. Il comparto musicale, descritto da un'OST che non si erge oltre media delle colonne sonore, dà il meglio di sé nella sigla d'apertura e nelle scene d'azione, in cui si riveste di una carica incalzante; la sigla finale fa sprofondare il giudizio: così come nel ritmo e nelle animazioni, è banale anche nel testo. La regia è confusa, a volte brilla e più volte annoia.
Il doppiaggio, impeccabile, esalta la bellezza - fisionomica e non - di ogni personaggio; bellezza che si perde quando la trama procede a tentoni, e così i personaggi la seguono, vagando in un vortice che li rende nient'altro che bambole dall'aspetto gradevole. In altri termini, il fenomeno della caratterizzazione dei personaggi procede in maniera direttamente proporzionale all'evoluzione della trama.
Non c'è dubbio, lo studio Manglobe ha solo approfittato di un materiale già corposo e ben progettato per ribaltarlo e renderlo uno specchio per allodole, anzi, per la massa e il fenomeno di diffusione commerciale.
In conclusione, cos'è Karneval? Leggendola con la stessa chiave che ci offre lo studio Mangolbe, si potrebbe definire "un carnevale dai colori spenti". In altre parole, una grandissima occasione sprecata.
Lady!!
6.0/10
Recensione di riko akasaka
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Ho solo vaghi ricordi del cartone animato "Milly un giorno dopo l'altro", all'epoca le eroine "lacrimose" e buone a livelli nauseanti mi piacevano un sacco e le loro storie con l'immancabile lieto fine che le ripagava di un colossale numero di soprusi e cattiverie mi sapevano appassionare. Dopo più di vent'anni la mia visione del mondo è diventata immancabilmente più cinica e realista, ma desiderosa di immergermi in atmosfere nostalgiche del passato mi sono avventurata nella lettura di "Lady!!".
"Lady!!" è la storia di Lynn, una protagonista sfigata la cui unica ambizione è diventare una "Lady Perfetta" cioè gentile, forte e bella, come da promessa fatta alla madre. Ho parlato di protagonista sfigata, in questo genere di opere è la norma, ma a mio parere Lynn raggiunge livelli di dramma difficilmente equiparabili. Le sue vicende iniziano all'età di 5 anni, quando con la madre giapponese si trasferisce in Inghilterra per ricongiungersi al padre visconte. Prima che questo commovente incontro avvenga, a sole cinque pagine dal titolo, la madre pensa bene di morire in un incidente stradale, e Lynn si ritrova così a vivere in un posto sconosciuto insieme a dei perfetti estranei come il padre e la sorella Sarah (figlia di una madre differente), in più si scopre odiata dal nonno perché frutto mezzosangue di una relazione da lui non approvata e con il padre in procinto di sposare una psicopatica, con antipatica prole annessa, la cui unica ragione di vita sembra essere rovinare l'esistenza alla piccola Lynn. Da queste liete premesse parte la crescita dell'eroina, che tra cattiverie subite e lacrime versate troverà la sua strada per diventare una Lady.
Questa in soldoni è la trama, passo ora ai personaggi principali. Inizio dalla protagonista: avete presente quei cani maltrattati dai padroni, ma così fedeli da riuscire ad amare i loro carnefici? Che alle botte rispondono con occhioni supplicanti invece di mordere come andrebbe fatto? Ecco Lynn è così: insultata, maltrattata, pure picchiata ma sempre con 'sti occhi gonfi di pianto pronta ad amare e perdonare chi la fa soffrire. Non c'è molto da aggiungere alla sua caratterizzazione, se non che in ogni discorso da lei fatto salta fuori il concetto di "Lady Perfetta". Sogno a mio modesto avviso superato tipo da una quarantina d'anni come minimo rispetto all'ambientazione, ma vabbè, non voglio questionare troppo su questo argomento, ognuno è libero di avere le aspirazioni che vuole.
Il padre visconte è un esempio di inutilità sconcertante, il suo livello di virilità è pari a zero, manca completamente di carattere. Manipolato un po' da tutti i "cattivi" della storia, non riesce mai ad aiutare Lynn o ad imporsi a chicchessia. Nonostante sia un totale incapace, che decide di sposare la Perfida Baronessa a pochi giorni dalla morte della madre di Lynn (suo vero amore) solo per paura di venir diseredato, viene osannato dalle figlie quasi fosse una persona da stimare.
La sorella maggiore Sarah penso sia la mia preferita, già a 10 anni è un esempio di "Lady Perfetta" a cui Lynn può ispirarsi, peccato sia di salute cagionevole! Sempre lì con un piede nella fossa, mi ero ripromessa di contare le sue scene di svenimento/mancamento durante la lettura di questo manga e invece ho perso il conto quasi subito. Tutto sembra nuocere alla sua salute: stare in piedi più di un quarto d'ora, il distacco dal padre, un qualsiasi tipo di discussione. La maggior parte del tempo la poverina lo passa allettata, ma dimostra un carattere da leone paragonata al padre o alla sorellina.
Il nonno duca è un personaggio ostinato che pur di salvare il suo patrimonio si va ad imparentare con persone di dubbia moralità. Al primo sguardo lo si giudicherebbe un personaggio forte, ma più la trama va avanti, più le somiglianze con il figlio inetto balzano agli occhi del lettore. Dalla Perfida Baronessa la matrigna di Biancaneve può solo imparare. Punta al matrimonio prestigioso e invece di godersi il successo quando lo ottiene decide di rovinarsi il fegato odiando e tramando contro la bambina più inutile e patetica della storia dell'evoluzione umana. Il motivo di questo comportamento non è chiaro, ma i suoi scatti isterici, la sua esultanza nel veder Lynn soffrire e il suo odio smisurato che la spinge ad accusare la bambina di ogni contrattempo (pure della pioggia o dell'effetto serra) sono i mometi cult di questo shojo.
Arthur, il grande amore di Lynn, un gentiluomo cortese e raffinato già da bambino, così occupato ad essere educato e impeccabile da risultare un personaggio noioso e senza spina dorsale, privo di passioni umane di ogni sorta, difficilmente può entrare nel cuore del lettore.
Edward, fratello minore di Arthur e innamorato non corrisposto di Lynn è invece la classica testa calda per cui si fa il tifo. È l'unico personaggio maschile con un briciolo di grinta, non è né perfetto né originale, ma è il top che questa storia riesce ad offrire e bisogna accontentarsi.
Si può consigliare "Lady!!"? Questo manga sembrerebbe più una parodia degli "shoujo old style" che un facente parte della categoria e non penso sia questo l'effetto voluto dall'autrice. Se esistesse la tipologia "shoujo trash" ne sarebbe un fiero portabandiera, è un titolo che può divertire, ma bisogna essere predisposti a questo genere di letture, per me la sufficienza la raggiunge.
"Lady!!" è la storia di Lynn, una protagonista sfigata la cui unica ambizione è diventare una "Lady Perfetta" cioè gentile, forte e bella, come da promessa fatta alla madre. Ho parlato di protagonista sfigata, in questo genere di opere è la norma, ma a mio parere Lynn raggiunge livelli di dramma difficilmente equiparabili. Le sue vicende iniziano all'età di 5 anni, quando con la madre giapponese si trasferisce in Inghilterra per ricongiungersi al padre visconte. Prima che questo commovente incontro avvenga, a sole cinque pagine dal titolo, la madre pensa bene di morire in un incidente stradale, e Lynn si ritrova così a vivere in un posto sconosciuto insieme a dei perfetti estranei come il padre e la sorella Sarah (figlia di una madre differente), in più si scopre odiata dal nonno perché frutto mezzosangue di una relazione da lui non approvata e con il padre in procinto di sposare una psicopatica, con antipatica prole annessa, la cui unica ragione di vita sembra essere rovinare l'esistenza alla piccola Lynn. Da queste liete premesse parte la crescita dell'eroina, che tra cattiverie subite e lacrime versate troverà la sua strada per diventare una Lady.
Questa in soldoni è la trama, passo ora ai personaggi principali. Inizio dalla protagonista: avete presente quei cani maltrattati dai padroni, ma così fedeli da riuscire ad amare i loro carnefici? Che alle botte rispondono con occhioni supplicanti invece di mordere come andrebbe fatto? Ecco Lynn è così: insultata, maltrattata, pure picchiata ma sempre con 'sti occhi gonfi di pianto pronta ad amare e perdonare chi la fa soffrire. Non c'è molto da aggiungere alla sua caratterizzazione, se non che in ogni discorso da lei fatto salta fuori il concetto di "Lady Perfetta". Sogno a mio modesto avviso superato tipo da una quarantina d'anni come minimo rispetto all'ambientazione, ma vabbè, non voglio questionare troppo su questo argomento, ognuno è libero di avere le aspirazioni che vuole.
Il padre visconte è un esempio di inutilità sconcertante, il suo livello di virilità è pari a zero, manca completamente di carattere. Manipolato un po' da tutti i "cattivi" della storia, non riesce mai ad aiutare Lynn o ad imporsi a chicchessia. Nonostante sia un totale incapace, che decide di sposare la Perfida Baronessa a pochi giorni dalla morte della madre di Lynn (suo vero amore) solo per paura di venir diseredato, viene osannato dalle figlie quasi fosse una persona da stimare.
La sorella maggiore Sarah penso sia la mia preferita, già a 10 anni è un esempio di "Lady Perfetta" a cui Lynn può ispirarsi, peccato sia di salute cagionevole! Sempre lì con un piede nella fossa, mi ero ripromessa di contare le sue scene di svenimento/mancamento durante la lettura di questo manga e invece ho perso il conto quasi subito. Tutto sembra nuocere alla sua salute: stare in piedi più di un quarto d'ora, il distacco dal padre, un qualsiasi tipo di discussione. La maggior parte del tempo la poverina lo passa allettata, ma dimostra un carattere da leone paragonata al padre o alla sorellina.
Il nonno duca è un personaggio ostinato che pur di salvare il suo patrimonio si va ad imparentare con persone di dubbia moralità. Al primo sguardo lo si giudicherebbe un personaggio forte, ma più la trama va avanti, più le somiglianze con il figlio inetto balzano agli occhi del lettore. Dalla Perfida Baronessa la matrigna di Biancaneve può solo imparare. Punta al matrimonio prestigioso e invece di godersi il successo quando lo ottiene decide di rovinarsi il fegato odiando e tramando contro la bambina più inutile e patetica della storia dell'evoluzione umana. Il motivo di questo comportamento non è chiaro, ma i suoi scatti isterici, la sua esultanza nel veder Lynn soffrire e il suo odio smisurato che la spinge ad accusare la bambina di ogni contrattempo (pure della pioggia o dell'effetto serra) sono i mometi cult di questo shojo.
Arthur, il grande amore di Lynn, un gentiluomo cortese e raffinato già da bambino, così occupato ad essere educato e impeccabile da risultare un personaggio noioso e senza spina dorsale, privo di passioni umane di ogni sorta, difficilmente può entrare nel cuore del lettore.
Edward, fratello minore di Arthur e innamorato non corrisposto di Lynn è invece la classica testa calda per cui si fa il tifo. È l'unico personaggio maschile con un briciolo di grinta, non è né perfetto né originale, ma è il top che questa storia riesce ad offrire e bisogna accontentarsi.
Si può consigliare "Lady!!"? Questo manga sembrerebbe più una parodia degli "shoujo old style" che un facente parte della categoria e non penso sia questo l'effetto voluto dall'autrice. Se esistesse la tipologia "shoujo trash" ne sarebbe un fiero portabandiera, è un titolo che può divertire, ma bisogna essere predisposti a questo genere di letture, per me la sufficienza la raggiunge.
Lovely Complex
7.0/10
Recensione di Bradipo Lento
-
"Lovely Complex" è un cartone al quale si può assegnare un voto alto oppure una sufficienza striminzita: mai come in questo caso tutto dipende dai gusti del recensore e da cosa ci si aspetta durante la visione degli episodi. Il cartone viene classificato come "sentimentale, scolastico, demenziale"; la parte comica è senz'altro quella più importante ed è difficile non trattenersi davanti ai siparietti disseminati nei 24 episodi. Io apprezzo di più le serie un po' più impegnate e che diano risalto agli aspetti sentimentali, e da questo punto di vista "Lovely Complex" non è uno dei miei cartoni preferiti; devo dire però che i personaggi mi hanno fatto sbellicare dalle risate più di una volta e che questo anime è sicuramente indicato per sciogliere la tensione accumulata dopo una lunga giornata di studio o di lavoro.
La storia di base non è niente di particolare o di innovativo: uno dei tanti amori apparentemente a senso unico che nascono sui banchi di scuola condito da numerosi tira e molla e da dichiarazioni ripetute e che, lentamente, trasforma una semplice amicizia in qualcosa di più importante. I veri punti di forza sono altri, tra questi l'ambientazione inconsueta (Osaka invece della onnipresente Tokyo), la scelta di rappresentare gli eventi lungo un arco temporale più lungo (i tre anni del liceo) e, soprattutto, i protagonisti. Prendete una ragazza molto più alta della media che si innamora di un ragazzo molto più basso dei suoi coetanei, aggiungete una sana vena polemica dei due che sfruttano ogni occasione per becchettarsi, mescolate bene e otterrete una serie di situazioni degne di uno show comico.
Molta cura è stata posta dagli autori nel rappresentare i momenti divertenti: l'aspetto volutamente super-deformed di Risa o Otani in alcuni momenti, le auree che emanano i personaggi per indicare i loro sentimenti (rabbia, imbarazzo, paura), i siparietti ricorrenti - come Nobu che, all'improvviso, pianta un ginocchio nelle reni di Risa quando vede che l'amica sta diventando troppo rude verso Otani - rendono a pieno la vena comica della serie. Buono il charcter design dei personaggi (quando vengono rappresentati con espressioni normali), così come il disegno dei fondali che con i loro dettagli rendono alla perfezione il clima dolce di alcune scene.
La colonna sonora è discreta, i passaggi musicali sono incisivi nel sottolineare i vari momenti della storia. Per le sigle la versione italiana dell'anime prevede solo due brani - con una variante tra la prima e la seconda parte degli episodi - invece dei quattro presenti nella versione originale. La opening "Shouganeze" è un brano rap che riprende la passione dei protagonisti per il rapper Umibozu, mentre la ending è una variante in chiave orchestrale di uno dei pezzi ricorrenti nell'ost: molto dolce, perfettamente intonata agli episodi più romantici.
Il doppiaggio italiano, secondo me, è di ottimo livello: Valentina Favazza (Risa), Alessio Nissolino (Otani) e Beatrice Caggiula (Nobu) sono riusciti a interpretare alla perfezione i personaggi e riescono a passare nel giro di pochi istanti da toni arrabbiati ad altri molto più dolci; divertentissimi i passaggi in cui Risa o Otani, in preda all'imbarazzo, parlano con una cadenza meccanica come se fossero dei robot o utilizzano una cantilena quasi infantile.
Se siete alla ricerca di un cartone che faccia ridere o di qualcosa di estremamente leggero "Lovely Complex" fa al caso vostro perché è una delle pietre miliari del genere; chi dà più importanza allo spessore della storia o alle situazioni sentimentali rischia di rimanere un po' deluso.
La storia di base non è niente di particolare o di innovativo: uno dei tanti amori apparentemente a senso unico che nascono sui banchi di scuola condito da numerosi tira e molla e da dichiarazioni ripetute e che, lentamente, trasforma una semplice amicizia in qualcosa di più importante. I veri punti di forza sono altri, tra questi l'ambientazione inconsueta (Osaka invece della onnipresente Tokyo), la scelta di rappresentare gli eventi lungo un arco temporale più lungo (i tre anni del liceo) e, soprattutto, i protagonisti. Prendete una ragazza molto più alta della media che si innamora di un ragazzo molto più basso dei suoi coetanei, aggiungete una sana vena polemica dei due che sfruttano ogni occasione per becchettarsi, mescolate bene e otterrete una serie di situazioni degne di uno show comico.
Molta cura è stata posta dagli autori nel rappresentare i momenti divertenti: l'aspetto volutamente super-deformed di Risa o Otani in alcuni momenti, le auree che emanano i personaggi per indicare i loro sentimenti (rabbia, imbarazzo, paura), i siparietti ricorrenti - come Nobu che, all'improvviso, pianta un ginocchio nelle reni di Risa quando vede che l'amica sta diventando troppo rude verso Otani - rendono a pieno la vena comica della serie. Buono il charcter design dei personaggi (quando vengono rappresentati con espressioni normali), così come il disegno dei fondali che con i loro dettagli rendono alla perfezione il clima dolce di alcune scene.
La colonna sonora è discreta, i passaggi musicali sono incisivi nel sottolineare i vari momenti della storia. Per le sigle la versione italiana dell'anime prevede solo due brani - con una variante tra la prima e la seconda parte degli episodi - invece dei quattro presenti nella versione originale. La opening "Shouganeze" è un brano rap che riprende la passione dei protagonisti per il rapper Umibozu, mentre la ending è una variante in chiave orchestrale di uno dei pezzi ricorrenti nell'ost: molto dolce, perfettamente intonata agli episodi più romantici.
Il doppiaggio italiano, secondo me, è di ottimo livello: Valentina Favazza (Risa), Alessio Nissolino (Otani) e Beatrice Caggiula (Nobu) sono riusciti a interpretare alla perfezione i personaggi e riescono a passare nel giro di pochi istanti da toni arrabbiati ad altri molto più dolci; divertentissimi i passaggi in cui Risa o Otani, in preda all'imbarazzo, parlano con una cadenza meccanica come se fossero dei robot o utilizzano una cantilena quasi infantile.
Se siete alla ricerca di un cartone che faccia ridere o di qualcosa di estremamente leggero "Lovely Complex" fa al caso vostro perché è una delle pietre miliari del genere; chi dà più importanza allo spessore della storia o alle situazioni sentimentali rischia di rimanere un po' deluso.
-questa frase: "Non c'è dubbio, lo studio Manglobe ha solo approfittato di un materiale già corposo e ben progettato per ribaltarlo e renderlo uno specchio per allodole, anzi, per la massa e il fenomeno di diffusione commerciale." non la capisco, l'anime segue molto fedelmente il manga, manca giusto qualcosina quindi non capisco cosa avrebbe ribaltato e reso uno specchietto per le allodole!
-l'ending che non ha chissà che testo... mi pare che nella maggior parte dei casi le opening/ending degli anime non abbiano chissà che testo profondo o particolare, si batte sempre sugli stessi punti, è musica pop allo stato più semplice! Che poi piaccia o non piaccia sono gusti...
La recensione di Lady by Riko l'avevo letta tempo addietro e pur non conoscendo il manga (solo l'anime ma non ricordo granché) la cara Riko è riuscita a renderlo interessante, senza contare che mi ha fatto fare grasse risate!
Per Lovely complex mi trovo d'accordo con il giudizio del recensore. In generale la serie l'ho trovata carina anche se non il capolavoro che molti decantavano ai tempi!
Per Karneval sono d'accordo con il recensore e soprattutto con Nyx: insulso è dire poco! Forse una delle peggiori serie che abbia mai visto ( per intero ) assieme ad Amnesia...belle animazioni ma trama colabrodo e dialoghi al limite della demenzialità: il 5 è addirittura generoso.
P.s.
Arashi ha ragione: l'anime è la trasposizione quasi fedele del manga, infatti anche quest'ultimo è discutibile.....
Buona anche la recensione di Lovely Complex, serie che ho apprezzato sia in versione manga che anime e che ogni tanto rileggo sempre con gran piacere.
Esatto. Sono d'accordo.
Per quanto riguarda Karneval, rispondendo ad Arashi, effettivamente avrei dovuto motivare in maniera più chiara ciò che ho scritto. Scusatemi!
Mi spiegherò meglio adesso:
"-questa frase: "Non c'è dubbio, lo studio Manglobe ha solo approfittato di un materiale già corposo e ben progettato per ribaltarlo e renderlo uno specchio per allodole, anzi, per la massa e il fenomeno di diffusione commerciale." non la capisco, l'anime segue molto fedelmente il manga, manca giusto qualcosina quindi non capisco cosa avrebbe ribaltato e reso uno specchietto per le allodole! "
Facevo riferimento al fatto che fossero stati scelti dei soggetti (formalmente e concettualmente) chiaramente vicini, di primo acchito, ai gusti dei giapponesi per come li conosciamo - per l'idea che mi sono fatto anche dai sondaggi e le classifiche BD -, che sono stati lavorati in maniera abbastanza superficiale: per quanto l'anime segua abbastanza fedelmente le linee del manga trovo che non sia riuscito a replicare il ritmo incalzante che offrono le vignette, il name, il modo in cui queste si susseguono e in cui formano un'atmosfera accattivante.
"-l'ending che non ha chissà che testo... mi pare che nella maggior parte dei casi le opening/ending degli anime non abbiano chissà che testo profondo o particolare, si batte sempre sugli stessi punti, è musica pop allo stato più semplice! Che poi piaccia o non piaccia sono gusti..."
Giusto a metà, per me.
Nella maggior parte dei casi i testi, sottostando al de gustibus (anche per la musica), battono sugli stessi punti: ci scherzo sempre sopra con un'amica, parliamo di porte del destino, la luce del futuro, l'indecisione del tuo sguardo così fragile, parole inglesi in mezzo. In ogni caso mi pare spesso che in un modo o nell'altro, legandosi alla musica stessa ed alle immagini il testo formi un intreccio che si sposa con i tratti e la fisionomia della serie stessa. In questo caso l'ho trovato di una banalità disarmante, che in nessun modo riusciva ad accattivarmi o a coinvolgermi, pur essendo carico di quella semplicità e di quegli stereotipi di cui abbiamo parlato, e a riuscire in ciò che ho spiegato appena sopra.
Spero che ora sia più chiaro.
Ti ho mandato una richiesta d'amicizia comunque.
E' vero, verissimo, ma comunque nella sua assurdita' fa divertire e un 6 mi pare troppo tirato come voto.
Per il primo non sono d'accordo con la recensione, in quanto da amante del manga ho trovato la controparte animata fatta decisamente bene sotto tutti gli aspetti. La ending, poi, ha fatto irruzione quasi subito fra le mie canzoni più ascoltate e ancora adesso mi viene da canticchiare "Be my reasoooon".
Per Lovely Complex invece sono d'accordo con il recensore, per quanto forse sarei stata un filino più larga con il voto.
Grazie della spiegazione, ora ho capito meglio cosa intendessi. In parte sono d'accordo perché nel manga il ritmo sembra un po' più sostenuto, (complice anche il fatto che la velocità di "scorrimento" la sceglie il lettore ) anche se per me non è stata una cosa a livelli troppo esasperati, ho visto molto peggio in tal senso (Arata kangatari coff coff).
Sul discorso ending, sarà che a me, nella sua semplicità, piace molto sia come testo che come immagini, inoltre la trovo molto calzante anche con la storia, con i personaggi di Nai e Gareki in particolare dato che sono loro quelli alla ricerca di qualcuno che sia la loro "reason", "l'incontro in cui credere" e il "restare nel posto che ho scelto".
Poi vabbè, io sono sempre per il de gustibus, con buona pace di tutti!
Avendo visto l'anime Milly un giorno dopo l'altro non potevo perdermi il manga Lady!!, sapendo che era molto diverso ed andava ben oltre il finale televisivo. Devo dire che per certi aspetti mi è piaciuto e per altri no. Infatti il finale mi ha soddisfatta: ho temuto per mesi per un certo personaggio, ma per fortuna l'autrice non ha fatto ciò che pareva voler fare ad ogni sua apparizione per favorire qualcun altro e si sono formate le coppie che avrei voluto vedere.
Dall'altro ho trovato la storia irritante ed inverosimile in più punti: non tanto la venerazione che tutti hanno per la protagonista (non rara per i manga dell'epoca, ma Rin è davvero troppo principessina passiva ed indifesa!!!), ma la sua arrendevolezza anche di fronte a comportamenti assurdi mi faceva cadere le braccia! E non mi riferisco solo a lei, è evidente che ha preso il carattere da quel povero disgraziato di suo padre!
Anche il principe azzurro della situazione (o almeno colui che lei vede fin dall'inizio come tale) non fa chissà che grande figura, come al solito ho preferito i comprimari.
Ma c'è da dire che i 2 fratellastri, Mary e Thomas, sono un po' le copie dei fratelli Legan in Candy Candy; ma attenzione, non la brutta copia, ma la bella copia in tutti i sensi, li definirei la loro evoluzione.
Insomma, nel complesso il manga merita la piena sufficienza, forse un 7, ma è meno bello di molti altri shoujo classici dell'epoca.
Ho anche il manga che iniziai e poi non proseguii più perché ai tempi non avevo completato l'acquisto della serie (ora ce l'ho tutta)... Un giorno di questi lo ripiglierò
Lady!! non è che mi incuriosisca molto ma non sapevo fosse il manga di Milly un giorno dopo l'altro (magari me lo segno), mentre Karneval ho intenzione da tempo di vederlo, anche se ha voti bassi
Tempo fa (fine 2012 se non ricordo male) la Panini nell'Angolo della Posta disse che stava valutando l'idea di ristampare Lovely Complex, continuo a sperarci anch'io (come ho già scritto sopra non amo gli shojo ma l'anime mi è piaciuto molto e so che il manga approfondisce molte cose che nella serie tv per motivi di spazio non ci sono, quindi lo comprerei se uscisse) ma è passato oltre un anno e ancora nessuna novità.
Per quello che riguarda "Karneval", ho visto solo l'anime e mi è sembrato interessante, sebbene non fosse un capolavoro. Inoltre sono d'accordo con tak10, la ending è davvero orecchiabile!!!
@Kotaro: troppo gentile!
@Micheles: siamo d'accordo sul fatto che Lady!! faccia ridere, ma fa ridere chi conosce bene i cliché di questo genere e si accorge dell'esagerazione da parodia presente in questo manga. Ad una persona che vuole leggere il suo primo shojo old style consiglieresti questo titolo? Io no, ce ne sono tanti di più meritevoli, se poi il problema è il numeretto che ho messo, vabbè non possiamo avere tutti la stessa scala di giudizio, tanto più che io non ci vedo poi tutta questa differenza tra un 6 e un 7.
Delle altre due opere non posso parlare perché non le conosco, su Lovely complex si conferma quanto ho scritto all'inizio della recensione: il voto dipende dai gusti e dalle aspettative dello spettatore, questa è una serie che può prendere tranquillamente dal 4 al 10 a seconda di cosa si sta cercando.
Per il doppiaggio concordo con Araldo degli Inferi quando dice che questa è una serie che andrebbe vista in lingua originale per l'originalità di utilizzare un dialetto, ma penso che anche la versione in italiano sia molto interessante grazie all'abilità dimostrata dai doppiatori. Io mi sono visto Maison Ikkoku in giapponese per apprezzare l'uso dei suffissi onorifici e il fatto che Kyoko e Godai si danno quasi sempre del lei, ma se devo leggere i sottotitoli e osservare i dettagli della scena spesso mi perdo qualcosa. Da questo punto di vista il doppiaggio mi aiuta parecchio, e se è di buon livello come quello di Lovely Complex sono più che contento.
No, consiglierei un old-style originale. Questo titolo e' per chi gia' conosce l'old-style e vuole leggere qualcosa di piu' moderno su quella linea.
Io consiglierei Una ragazza alla moda / Haikarasan ga toru, il miglior shoujo old style giunto da noi!
Molto bello anche Candy Candy; molto di meno Georgie, distrutto dal finale! Come ho accennato nel precedente commento Lady!! richiama per diversi aspetti Candy Candy, con antagonisti più complessi di Neal ed Iriza ma con protagonista ben più irritante di Candy, soprattutto quando è piccola, perché la piccola Candy era simpaticissima e faceva ridere, la piccola Lynn/Rin è una lagna pazzesca!
Solo ora ho letto la recensione di riko, è divertentissima e pure calzante!
Come i telefilm anni '80 I Robinson, Arnold e simili??? Adoravo quei telefilm, ma... nooo, per carità, io odiavo quelle continue risate di sottofondo!!! Mi hanno sempre irritata, perché mi davano l'impressione che gli americani volessero dirmi quando ridere, offendendo la mia intelligenza e la mia capacità di comprendere... E poi se una storia è divertente fa ridere a prescindere da un comando, e questo potrebbe essere solo un basso espediente per spettacoli comici scarsi!
Quando entrava in scena Bill Cosby (o Gary Coleman, in Arnold) poi capitava spesso che partisse la risata senza che avesse ancora pronunciato una sola parola!
Dunque io dico: W il doppiaggio italiano!!!
Ti lascio con questa sezione di Nonciclopedia che umoristicamente ribalta questa cosa delle sfumature che di sicuro un italiano difficilmente coglierebbe in una lingua che non è sua:
Quello delle sfumature è uno dei temi capitali della teologia dei doppiaggiofobi. Bisogna infatti sapere che essi sono tutti laureati in Lingua e Letteratura inglese, hanno passato almeno vent'anni negli Stati Uniti e sono professori di filologia germanica nelle più quotate università dell'universo mondo: sono quindi in grado di apprezzare pienamente tutte le più minute variazioni dialettali dell'inglese contemporaneo, tutti i modi di dire e le espressioni più tipiche. In parole povere, sanno meglio l'inglese dell'italiano; sono dei madrelingua inglesi costretti da qualche anatema misterioso a parlare in italiano. Per questa ragione, non contenti di poter apprezzare le sfumature dalla propria cameretta, ritengono giusto e doveroso che tutti sappiano e conoscano le variazioni espresse nel dialogo tra un operaio di Detroit periferia e un avvocato di Detroit centro, tra un abitante di Wisteria Lane lato destro e un abitante di Wisteria Lane lato sinistro. Questo perché è risaputo che sentire e comprendere l'accento e i giochini di parole è molto più importante dell'effettiva comprensione del testo, e lo dicono tutti (senza fonte).
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Doppiaggiofobo#Cos.C3.AC_ci_si_perde_tutte_le_sfumature
=)
Le risate di sottofondo finte come una moneta da tre euro le ho sempre odiate anch'io...
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