Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo ai manga, con Sul fondo del cielo, Tetsuwan Girl e Little Butterfly.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Sul fondo di un vaso di pesci rossi si trova sempre acqua stagnante intorbidata da residui di cibo, escrementi, fanghiglia.
Forse anche il nostro mondo turbina di delitti e tragedie perché si trova allo stesso modo sommerso sul fondo del cielo.
Ma quale essere umano, nell'arco della vita, non ricerca la serenità dell'aria pura, anche solo per un istante?


Questa la poetica domanda che troviamo sulla quarta di copertina del volume unico intitolato per l'appunto Sul fondo del cielo (Kuuki no Soko in lingua originale), una raccolta di quattordici racconti scritti e disegnati sul finire degli Anni Sessanta e agli inizi degli Anni Settanta dal dio dei manga Osamu Tezuka, poi pubblicati tutti insieme nel 1982 per la Akita Shoten. Il corposo volume sbarca nelle fumetterie del nostro paese grazie alla Hazard Edizioni e alla titanica impresa nel pubblicare una buona parte delle opere più famose del maestro.

Man mano che leggevo un racconto dopo l'altro, non ho potuto fare a meno di pensare, ancora una volta, che il talento di Tezuka nella narrazione sia davvero paragonabile a pochi altri. Naturalmente non posso riassumere tutti i racconti nella presente recensione, ma senza alcun dubbio posso dire che per me si sono rivelati uno più bello dell'altro e che nella loro straordinaria semplicità e varietà spaziano da un genere all'altro: dal fantasioso quanto classico scambio di coscienze al noir con "ammazzatine" e sparatorie; dal fantascientifico permeato di malinconia alla commedia - in due racconti addirittura appare la buffa controparte cartacea di Tezuka -, per poi passare al mistero, al sentimentale e al drammatico. Soltanto un paio di storie mi hanno convinto di meno, ma hanno comunque una loro originalità e una loro identità ben marcata che difficilmente le faranno passare inosservate.

Le tematiche adulte che l'autore delinea con estrema abilità e senza mai appesantire la narrazione forniscono al lettore più esigente interessanti spunti di riflessione: l'incesto, il razzismo, la follia, giusto per dirne alcune, sono espresse nella narrazione in modi inaspettati e mai prevedibili. Tezuka e la sua praticamente infinita fantasia mi sorprendono sempre. Il costo del volume non è per le tasche dei più giovani, ma è senza dubbio un buon acquisto, caldamente consigliato a chi ama Tezuka, a chi ancora non conosce le sue opere della maturità o a chiunque voglia leggere dei racconti brevi rivolti a un pubblico maturo.



10.0/10
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Tetsuwan Girl, di Tsutomu Takahashi, è un manga come pochi. Non solo perché riesce a sposare la denuncia di tematiche complesse quali il razzismo e il sessismo e a trattarle molto approfonditamente, ma anche perché nell'opera sono distinguibili diversi argomenti secondari che verrebbero messi in ombra da molti autori, ma non da Takahashi. Perché egli, in questi nove volumi, ha voluto parlare di quelli che per lui sono chiaramente temi molto importanti. E riesce a farlo in maniera del tutto personale, mai stereotipata o banale.
Tsutomu-sensei ha anche avuto la brillante intuizione di fondere questi argomenti attraverso qualcosa che potesse accomunarli, e per farlo utilizza un collante: il baseball. Esatto, perché questo non è, come a molti potrebbe sembrare, un manga sportivo, bensì un seinen a tutti gli effetti. Lo sport infatti non è altro che una scusa, un pretesto per mostrare ai lettori qualcosa di molto più grande e complesso. Ma andiamo con ordine.

Si può dire che in Tetsuwan Girl si possano trovare due temi principali. Primo: l'umiliazione e la discriminazione a cui un popolo vincente sottopone quello perdente. In questo caso si parla rispettivamente di Stati Uniti e Giappone, ma il discorso è applicabile per qualsiasi due nazioni che nella storia abbiano avuto un rapporto di questo genere. E infatti quest'opera è ambientata nel 1945, poco dopo la fine del più grande conflitto dell'umanità, dove un Giappone distrutto e umiliato è costretto a vivere all'ombra della vittoriosa America. Gli statunitensi considerano i "Jap" poco più che scimmie, esseri inferiori, non in grado di competere in alcun modo con la grande e potente nazione a stelle e strisce. Anche da questo nasce la voglia di rivalsa della protagonista, Tome Kano, nei confronti di coloro che hanno umiliato il suo popolo e la sua patria. Questo è forse il tema centrale della prima parte del manga (quella che va dal primo al sesto volume), e che proprio sul finire del numero sei, si mostrerà in tutta la sua durezza e crudeltà.
Secondo: il femminismo. In quegli anni in cui, forse proprio grazie alla guerra, le donne iniziavano a capire di non poter più essere considerate inferiori agli uomini, è Tome a essere presa ad esempio dal genere femminile giapponese. Perché lei è tutto quello che molte donne vorrebbero essere: bella, forte, determinata. E si troverà, quasi suo malgrado, a farsi carico della volontà di tutte loro, per portare in Giappone (e in tutto il mondo) la nascita di una nuova era, in cui la figura della donna non si limita più a quella di madre e casalinga. E non è un caso che il baseball sia uno degli sport maschili per eccellenza: Takahashi urla, attraverso la figura quasi utopica di Tome, che non c'è niente che un uomo sia in grado di fare e una donna no.

E non finisce qui. Perché dal sesto volume entra in scena un protagonista assolutamente inaspettato: l'amore. Pensate che tutte le storie d'amore siano ripetitive e banali? Non avete letto Tetsuwan Girl. Takahashi riesce a dare a questo sentimento una forma molto personale, che non si limita al semplice, estremo affetto, ma va ben oltre. Sconfina nella disperazione e nel sacrificio, attraverso il viaggio che Tome compirà per poter rincontrare l'uomo della sua vita, e che la porterà quasi a perdere tutto ciò che ha.

Infine, il baseball. Un pretesto che comunque può essere un motivo in più per dedicarsi alla lettura di questo capolavoro. Sia chiaro, non troverete partite particolarmente curate come in vero manga sportivo, ma se amate questo sport state pur certi che riuscirete comunque ad apprezzare questo aspetto al massimo della sua potenzialità.

Parliamo ora della grafica. Onestamente, il tratto di Takahashi è uno di quelli che preferisco in assoluto: sporco, grezzo, graffiato. Un disegno che, dietro un'apparente superficialità, nasconde paesaggi curatissimi e particolareggiati, volti definiti perfettamente e scene d'azione perfettamente delineate. L'autore sa ben distinguere quali sono gli elementi importanti delle sue tavole e si concentra su essi, lasciando in secondo piano gli elementi superflui. Vi capiterà spesso di trovare pagine in cui i personaggi principali sono definiti con meticolosità mentre i secondari sono quasi lasciati al caso, solo abbozzati. Questo è sicuramente uno dei tratti distintivi di Takahashi, e uno di quelli che meglio potrete apprezzare in quest'opera.

Riassumendo, non ho dubbi sul fatto che quest'opera si possa definire un capolavoro. Takahashi è riuscito a mescolare magistralmente tematiche così diverse e difficoltose da trattare, rimanendo sempre coerente con le sue idee, fermandosi quando opportuno e accelerando il ritmo dove ve n'era la necessità. E riuscendo, perché no, anche a emozionare e commuovere il lettore. Se cercate qualcosa di diverso, un seinen originale e che vi faccia riflettere, questo è il manga che fa per voi. Dieci pieno.



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"Nakahara ha detto che le farfalle sono creature più forti di quel che sembra… e che lui vorrebbe essere come loro, che volano ovunque sopravvivendo strenuamente, con caparbietà. Ma noi siamo ancora dei bambini… purtroppo, siamo solo dei bambini… che ironia della sorte, vengono trascinati in balìa del vento come piccole farfalle."

Quanto dura la vita di una farfalla? Fin dove può spingersi il battito delle sue ali? Può davvero questa fragile creatura abbandonare la sua crisalide, diventare forte e volare via alla scoperta del mondo?
Atsushi Nakahara vuol crescere in fretta e diventare adulto, è una piccola crisalide che sogna di schiudersi e diventare farfalla, per volare via e trovare la felicità, lontano dalla tristezza che la vita sembra avergli riservato. Yuki Kojima vive felice nella sicurezza del suo guscio protettivo, coccolato dal tepore dell'affetto della famiglia e degli amici; non ha fretta di crescere, segue il corso naturale degli eventi. Mentre quest'ultimo vive una vita normale e tranquilla, Nakahara affronta problemi familiari piuttosto gravosi: la malattia mentale della madre, il pessimo rapporto con il padre, il peso del senso di colpa e la terribile sensazione di abbandono e solitudine. Quando le esistenze di queste due piccole e delicate creature s'incontrano, il loro processo di crescita sembra accelerare e prendere direzioni inimmaginabili. Nakahara vorrebbe volare via, ma le sue ali non sono ancora abbastanza forti, vorrebbe iniziare una nuova vita, ma è solo un bambino, non può farcela da solo. Eppure, il piccolo e ingenuo Kojima, così diverso da lui, così circondato da amore e comprensione, può diventare la spinta per continuare a sperare, per continuare a credere che il futuro possa essere radioso, a dispetto di un presente e di un passato che sembrano non lasciare via di scampo.

Manga in tre volumi nato nel 2001 dalla matita di Hinako Takanaga, "Little Butterfly" è la terza opera dell'autrice che, dopo "Challengers", simpatica commedia a sfondo universitario, si tuffa in una storia che pur non tralasciando mai del tutto la vena comica e romantica, si concentra in larga parte sugli aspetti psicologici e i risvolti drammatici di un'adolescenza difficile e sulla presa di coscienza di sé, dei sentimenti e del desiderio, con un graduale approccio verso di essi e verso la correlata sessualità.
Solitamente, nei manga sentimentali e in particolare negli yaoi, l'innamoramento è qualcosa di immediato e veloce, nato quasi per caso, come un fulmine a ciel sereno che cade sulla testa dei protagonisti cambiandone improvvisamente l'esistenza (e perché no, spesso anche l'orientamento sessuale); in "Little Butterfly" la Takanaga dipinge una graduale crescita dell'"io" dei protagonisti, di quello intimo e personale ma anche di quello che si relaziona agli altri nell'amore, nell'amicizia e nell'incontro con le figure di riferimento. Il rapporto tra Kojima e Nakahara cresce lentamente, fiorendo di volta in volta dinanzi alle difficoltà, laddove Kojima rappresenta la flebile luce della speranza di Nakahara, colui che può aiutarlo ad aprire le sue ali per essere finalmente se stesso, libero di essere, libero di vivere, libero di amare ed essere amato. Allo stesso modo, il piccolo Kojima impara grazie a Nakahara che la vita non è facile per tutti, che la famiglia non è sempre fonte di felicità e protezione e che a volte bisogna andare contro i propri schemi e rischiare tutto per aiutare e difendere chi si ama, proprio come farebbe una vera famiglia.
Pur ponendo una forte attenzione sulla disastrata condizione familiare di Nakahara e sulla malattia della madre, l'autrice riesce a bilanciare il tutto senza cadere mai nell'eccesso di dramma, creando un contesto e dei comportamenti realistici nella loro crudeltà.
Se l'adolescenza è il periodo che maggiormente può influenzare chi siamo e chi saremo, "Little Butterfly" sembra mandare ai suoi lettori un messaggio chiaro ed univoco: un unico fortunato incontro può cambiare la vita di una persona, anche quando sembra impossibile riuscire a liberarsi da un destino infausto e opprimente. E in tutto questo, vengono messi in luce gli adulti, con i loro comportamenti egoistici, la disillusione che accompagna la loro età, il desiderio di sbarazzarsi di ciò che non funziona, di abbandonare quelli che ormai sono dei pesi morti, senza voglia di lottare per rimettere a posto le cose e preservare il futuro di coloro che un tempo si amava. Il disinnamoramento e l'incapacità di affrontare problemi apparentemente insormontabili trovano espressione nel padre di Nakahara: un uomo adulto che preferisce intraprendere una strada più semplice e sicura si contrappone al giovane figlio, un ragazzo senza mezzi economici, senza forza né esperienza che vive solo grazie alla forza del suo cuore, che ama nonostante le difficoltà, che lotta per sbocciare e poter essere libero.

Nei tre volumi la trama si dipana con il giusto ritmo, emozionando e coinvolgendo il lettore nella tenerezza dei sentimenti dei due ragazzi e nella crudezza della situazione di Nakahara. Non mancano i momenti divertenti e felici, quelli che esprimono al meglio l'ingenuità e la purezza di un cuore giovane, né tantomeno mancano i momenti romantici, quelli in cui corpo e cuore dei nostri protagonisti iniziano a desiderare, a volere sempre di più. Se Nakahara dimostra sin da subito di essere "esperto" e abbastanza maturo sessualmente, il piccolo Kojima si ritrova incredulo e confuso, travolto da un amore e da una passione ancora per lui incomprensibili e quindi spiazzanti. Il timore del sesso, di affrontare per la prima volta qualcosa di sconosciuto, la paura di non essere all'altezza, di cambiare e non essere più se stessi dopo aver compiuto questo passo e tanti altri timori si dibattono nel cuore di Kojima, che solo con il tempo realizza il desiderio di voler abbracciare corpo e cuore della persona amata. Dall'altra parte, l'"esperto" Nakahara non se la passa meglio, fa sue le paure del partner perché anche lui prova queste sensazioni per la prima volta e tenere a bada emozioni e desideri, non è facile. I due quindi crescono assieme in un rapporto alla pari in cui l'uno si prende cura dell'altro, con tutto il cuore e senza alcuna disparità.
Nonostante non abbia ancora raggiunto il suo punto più alto, il tratto della Takanaga è bello e delicato, dolce ed espressivo, pregno di emozioni in ogni sguardo dei suoi personaggi, nelle mani che si sfiorano e nelle labbra che si toccano le une con le altre. Le copertine seguono un unico tipo di composizione, con delle illustrazioni dolcissime e tenerissime. Altrettanto belle le pin-up interne.

"Little Butterfly" non racconta solo una storia d'amore, racconta la storia di una e tante famiglie, del difficile percorso per diventare adulti, dei compromessi a cui quegli stessi adulti sono costretti a scendere, della forza interiore necessaria a lottare e dell'amore che può cambiare tutto. A volte romantica e sognante, a volte cruda e reale, questa piccola storia racchiude l'essenza dell'amore e della giovinezza, la forza di credere in se stessi e la volontà di crescere, senza mai arrendersi, senza mai abbandonare la speranza di un futuro migliore. La famiglia non è tale solo in quanto vincolata dal sangue; la famiglia realizza davvero se stessa nel momento in cui ci si ama e ci si supporta a vicenda, pregando e adoprandosi costantemente per il bene dell'altro, e per fare ciò, non è necessario un legame biologico, la nostra famiglia può essere chiunque e ovunque, basta "semplicemente" essere uniti da quell'amore e quell'affetto che travalicano tutto, anche la disperazione.