Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi ci dedichiamo ad anime del 2013, con Pupa, Mahou sensou e Kill la Kill.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi ci dedichiamo ad anime del 2013, con Pupa, Mahou sensou e Kill la Kill.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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Pupa
2.0/10
Ci sono anime timidi, anime tendenti al solipsismo, anime di un'inverecondia più unica che rara e anime che, infine, sembrano voler dire allo spettatore: "Non preferiresti dei deliziosi cereali Cheerios?". È per l'appunto a quest'ultima categoria che appartiene "Pupa", quarantotto neghittosi minuti di nonsense e censure a caso che, più che una pubblicità all'omonimo manga di Sayaka Motegi (che dopo quest'esperienza mi manca il coraggio di recuperare), mi sentirei di definire un disservizio a metà fra il maldestro e il proditorio. "L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare": da sua conterranea mi secca, e non poco, scomodare Bartali per siffatta bozzima in movimento, ma se si eccettuano le imprecazioni è davvero tutto ciò che se ne può dire a caldo. Perché non "punirla" con il silenzio, allora? Perché sono del parere che occorra sudarsela, la misericordia, quando in questo caso a sudare è solo il cervello di chi, non sapendo a cos'andava incontro, ha voluto dare una possibilità a un titolo che, pur viziato da sottotoni non proprio family friendly a prescindere dal suo genere di appartenenza, aveva tutte le carte in regola per intrattenere senza patemi né un eccessivo impegno da ambo le parti.
A seguito di un passato di abusi e negligenze i fratelli Utsutsu e Yume Hasegawa (gentilizio che d'ora in avanti sostituirò con Braciola in onore di Maccio Capatonda e del suo "Leggerezze") hanno sviluppato un legame di una forza inusitata per due adolescenti. Utsutsu, in particolare, prende molto sul serio il suo ruolo di Onii-chan, facendo del suo meglio per proteggere la sorellina dalle brutture del mondo. Ma se un giorno Yume stessa si trasformasse in una bruttura da cui il mondo va protetto? Se entrambi si trovassero al centro di un oscuro disegno di nome Pupa? Tra orrende farfalle rosse fatte con la CGI, onnipresenti orsacchiotti dalla dubbia efficacia simbolica, scienziate pazze, marioli non meglio identificati, inabissali incongruenze, sfacciate omissioni e barbosissimi flashback l'odissea color olio esausto delle due Braciole non mancherà di procurare allo spettatore facepalm multipli misti a sbadigli e ridarella fino all'ultimo siparietto pornosoft.
Contando anche i temi d'apertura e di chiusura ogni puntata dura quattro minuti, il che, com'è ovvio, riduce drasticamente lo spazio di manovra a disposizione degli sceneggiatori ma non, ahimè, il rischio di far più danni della grandine. Per quanto infelici possano essere le circostanze, tuttavia, il livello di conoscenza dei più comuni ferri del mestiere ivi riscontrabile è semplicemente scandaloso: un buon terzo degli episodi risulta infatti devoluto a filoni narrativi poco fertili e/o mal collocati lungo una timeline che di conseguenza appare molto più frastagliata e inconsistente di quanto non già non sia. Innumerevoli, dunque, le occasioni sprecate, innumerevoli le approssimazioni, innumerevoli gli insulti all'intelligenza dello spettatore sempre più indeciso, man mano che il mistero attorno ai fratelli Braciola si infittisce, tra il pianto, la rabbia e l'ilarità. Difficilmente un OVA senza un previo turnover (leggasi: calci nel sedere a manetta o, in alternativa, una lunga nuotata nell'Acquario dei Dipendenti dell'Earth Star Entertainment) avrebbe risolto tutti i problemi, ma senz'altro avrebbe avuto più senso.
(Per chi non lo sapesse la pupa è fase intermedia tra il periodo larvale e lo stadio adulto degli insetti olometaboli, tra i quali vale la pena di annoverare la farfalla. Non è quindi del tutto campato per aria dare questo nome alla condizione di Yume, mentre nel caso di Utsutsu è comprensibile nutrire delle perplessità dal momento che, per quanto ci è dato vedere, Pupa ha su di lui effetti completamente diversi.)
A fronte di un impianto narrativo tanto disgraziato è chiaro che l'introspezione psicologica non può che latitare. Mi si consenta, a tale proposito, di sfatare un mito: dotare i propri personaggi di una qualsivoglia backstory non equivale a conferire loro una maggiore tridimensionalità. Occorre infatti andare oltre, mostrando in maniera concreta come ciò che è accaduto loro si ripercuota nel quotidiano. Nel caso specifico sappiamo che Papà Braciola picchiava Mamma Braciola davanti ai figli, a loro volta non esenti da maltrattamenti sia fisici che psicologici: qual è il rapporto di questi ultimi con le figure d'autorità? Come si relaziona Yume con l'altro sesso? Che concezione ha del ruolo della donna all'interno di una coppia? Quant'è difficile per Utsutsu sopperire alla mancanza di un modello maschile?, e via discorrendo. D'accordo, lo spazio è quello che è, ma questioni di simile rilevanza non dovrebbero avere la priorità su tutto il resto? Ahimè, si direbbe che per gli sceneggiatori sia un no, per citare Mara Maionchi. Molto meglio convogliare tutte le proprie energie nel banalizzare l'ambiguità nemmeno troppo fuori luogo del rapporto tra i Braciolini, n'est-ce-pas? Inutile dire che tutti gli altri personaggi non sono minimamente pervenuti, compresa quella macchietta semovente di Maria, che pure dovrebbe incarnare quanto di più vicino a un antagonista questa serie possa permettersi.
Anche il comparto tecnico si distingue per la sua sciatteria, con una regia tutt'altro che ispirata, una manciata di animazioni legnose a episodio, una colonna sonora che, OP ed EP a parte, si fa ricordare più che altro per la sua incapacità di rimanere impressa e uno scipitissimo doppiaggio. Del resto immagino sia difficile riuscire a dare il meglio di sé quando il menù, per così dire, prevede solo grida di dolore miste a gemiti (Utsutsu) e un "Onii-chan gnam gnam" al secondo (Yume).
In conclusione: ma perché? Sul serio, ma perché? Credo proprio che uscirò a comprarmi dei Cheerios.
A seguito di un passato di abusi e negligenze i fratelli Utsutsu e Yume Hasegawa (gentilizio che d'ora in avanti sostituirò con Braciola in onore di Maccio Capatonda e del suo "Leggerezze") hanno sviluppato un legame di una forza inusitata per due adolescenti. Utsutsu, in particolare, prende molto sul serio il suo ruolo di Onii-chan, facendo del suo meglio per proteggere la sorellina dalle brutture del mondo. Ma se un giorno Yume stessa si trasformasse in una bruttura da cui il mondo va protetto? Se entrambi si trovassero al centro di un oscuro disegno di nome Pupa? Tra orrende farfalle rosse fatte con la CGI, onnipresenti orsacchiotti dalla dubbia efficacia simbolica, scienziate pazze, marioli non meglio identificati, inabissali incongruenze, sfacciate omissioni e barbosissimi flashback l'odissea color olio esausto delle due Braciole non mancherà di procurare allo spettatore facepalm multipli misti a sbadigli e ridarella fino all'ultimo siparietto pornosoft.
Contando anche i temi d'apertura e di chiusura ogni puntata dura quattro minuti, il che, com'è ovvio, riduce drasticamente lo spazio di manovra a disposizione degli sceneggiatori ma non, ahimè, il rischio di far più danni della grandine. Per quanto infelici possano essere le circostanze, tuttavia, il livello di conoscenza dei più comuni ferri del mestiere ivi riscontrabile è semplicemente scandaloso: un buon terzo degli episodi risulta infatti devoluto a filoni narrativi poco fertili e/o mal collocati lungo una timeline che di conseguenza appare molto più frastagliata e inconsistente di quanto non già non sia. Innumerevoli, dunque, le occasioni sprecate, innumerevoli le approssimazioni, innumerevoli gli insulti all'intelligenza dello spettatore sempre più indeciso, man mano che il mistero attorno ai fratelli Braciola si infittisce, tra il pianto, la rabbia e l'ilarità. Difficilmente un OVA senza un previo turnover (leggasi: calci nel sedere a manetta o, in alternativa, una lunga nuotata nell'Acquario dei Dipendenti dell'Earth Star Entertainment) avrebbe risolto tutti i problemi, ma senz'altro avrebbe avuto più senso.
(Per chi non lo sapesse la pupa è fase intermedia tra il periodo larvale e lo stadio adulto degli insetti olometaboli, tra i quali vale la pena di annoverare la farfalla. Non è quindi del tutto campato per aria dare questo nome alla condizione di Yume, mentre nel caso di Utsutsu è comprensibile nutrire delle perplessità dal momento che, per quanto ci è dato vedere, Pupa ha su di lui effetti completamente diversi.)
A fronte di un impianto narrativo tanto disgraziato è chiaro che l'introspezione psicologica non può che latitare. Mi si consenta, a tale proposito, di sfatare un mito: dotare i propri personaggi di una qualsivoglia backstory non equivale a conferire loro una maggiore tridimensionalità. Occorre infatti andare oltre, mostrando in maniera concreta come ciò che è accaduto loro si ripercuota nel quotidiano. Nel caso specifico sappiamo che Papà Braciola picchiava Mamma Braciola davanti ai figli, a loro volta non esenti da maltrattamenti sia fisici che psicologici: qual è il rapporto di questi ultimi con le figure d'autorità? Come si relaziona Yume con l'altro sesso? Che concezione ha del ruolo della donna all'interno di una coppia? Quant'è difficile per Utsutsu sopperire alla mancanza di un modello maschile?, e via discorrendo. D'accordo, lo spazio è quello che è, ma questioni di simile rilevanza non dovrebbero avere la priorità su tutto il resto? Ahimè, si direbbe che per gli sceneggiatori sia un no, per citare Mara Maionchi. Molto meglio convogliare tutte le proprie energie nel banalizzare l'ambiguità nemmeno troppo fuori luogo del rapporto tra i Braciolini, n'est-ce-pas? Inutile dire che tutti gli altri personaggi non sono minimamente pervenuti, compresa quella macchietta semovente di Maria, che pure dovrebbe incarnare quanto di più vicino a un antagonista questa serie possa permettersi.
Anche il comparto tecnico si distingue per la sua sciatteria, con una regia tutt'altro che ispirata, una manciata di animazioni legnose a episodio, una colonna sonora che, OP ed EP a parte, si fa ricordare più che altro per la sua incapacità di rimanere impressa e uno scipitissimo doppiaggio. Del resto immagino sia difficile riuscire a dare il meglio di sé quando il menù, per così dire, prevede solo grida di dolore miste a gemiti (Utsutsu) e un "Onii-chan gnam gnam" al secondo (Yume).
In conclusione: ma perché? Sul serio, ma perché? Credo proprio che uscirò a comprarmi dei Cheerios.
Mahou Sensou
4.0/10
La dura vita di una fan dei seiyuu: colpa loro se inizio a vedere una serie solo per godere della voce del mio doppiatore preferito, colpa loro se l'anime è una ciofeca ma continuo a seguirlo. Non è vero, in realtà la colpa è mia e questa è la punizione del karma per aver avuto la malsana idea di vedere qualcosa solo per la voce del protagonista. Raccogli quello che semini, dicono.
Takeshi Nanase è un liceale che affronta quotidianamente dei problemi familiari dovuti al pessimo rapporto con la madre e il fratello: quest'ultimo lo accusa di aver causato l'incidente che gli fece quasi perdere l'uso di una gamba, la prima invece, osserva passivamente i propri figli nel loro star male giornaliero. Nonostante la situazione gli provochi palese sofferenza, Takeshi è un tipo abbastanza passivo e si limita a vivere la sua vita da studente assieme alla sua ragazza, la bella Kurumi Ishoshima, e all'amico Ida. Un giorno come tanti, senza apparente motivo, Takeshi si ritrova coinvolto in un bel patatrack perpetrato a colpi di magia da un omaccione muscoloso e dalla sua piccola accompagnatrice. A salvarlo ci pensa una misteriosa ragazza, Mui; durante lo scontro il ragazzo viene colpito e tra botte, capitomboli e conseguenti baci accidentali, acquisisce a sua volta i poteri magici. Da quel momento i tre ragazzi, assieme a Mui, saranno coinvolti nelle lotte di un mondo in cui la magia è all'ordine del giorno e in cui diverse "scuole" si danno battaglia per la supremazia.
"Mahou Sensou", ovvero la fiera dell'irritabilità, della banalità e dei cliché. La storia non parte da presupposti del tutto originali, ma mi son detta "dopotutto è sempre piacevole vedere dei giovani virgulti che vengono istruiti alle arti magiche, specialmente se, wow, il protagonista ha già una fidanzata, il che lascia presupporre l'assenza di stupidi triangoli e nuovi amori nati dal nulla". E invece no, ho toppato di nuovo.
Il problema più grosso di "Mahou Sensou" non è la trama in sé, quanto la pessima caratterizzazione dei personaggi e il susseguirsi degli eventi totalmente illogico e/o banale. I protagonisti hanno una caratterizzazione degna di un foglio di carta velina, sono antipatici, stupidi, stanno sempre a lagnarsi e a fare facce da ebeti che cadono dal pero. A capo di questa banda di eroi troviamo proprio Takeshi Nanase, uno dei protagonisti maschili più irritanti, passivi e detestabili degli ultimi anni: per tutta la durata della serie vaga desolato con la sua aria depressa, senza capire niente di chi e di cosa lo circonda, insensibile, citrullo e faccia da schiaffi. Le sue frasi ricorrenti sono "Mui!", "Isoshima…" e "Gekkou…", tre nomi propri, se siamo fortunati scopriamo pure che è capace di contare fino a dieci! Non va meglio con la protagonista femminile, Mui, classica finta santarellina che vorrebbe saltare addosso a quell'ameba di Takeshi ogni tre per due, ma non lo fa, troppo rispetto per Isoshima, così tanto rispetto che guarda caso questi due finiscono sempre in situazioni ambigue. Gli altri protagonisti, praticamente non pervenuti; se è comprensibile perché Takeshi accetti senza farsi mezza domanda di trasferirsi all'accademia di magia, non sono chiare le motivazioni di Isoshima e Ida. Dare man forte al fidanzato/amico, certo, ma si lascia casa propria per fiondarsi in mezzo ad una guerra così, su due piedi? Senza porsi domande? Senza pensare alla vita "reale"? Qualche personaggio che suscita un minimo d'interesse c'è, vedasi la direttrice o qualche nemico, ma tutto finisce lì, senza entusiasmare e incuriosire particolarmente. La trama poi procede tentoni, alcune questioni poste come fondamentali vengono risolte con due lacrimucce e un paio di "Onii-chan" che perforano le orecchie, altre situazioni sono più banali e prevedibili dello zampone a Capodanno, altri personaggi passano a comportarsi da così a cosà nel giro di un paio di episodi. Ogni situazione o atteggiamento dei personaggi sembra cambiare o risolversi dal nulla giusto per portare avanti gli episodi, senza un vero sviluppo, senza mordente e con colpi di scena prevedibilissimi. Il fanservice è poco ma è davvero inutile e irritante, Mui in uniforme da infermiera ripresa con l'inquadratura strategica è il flip table dell'anno. Ciliegina sulla torta, la serie non ha una vera e propria conclusione, difatti i dodici episodi sono praticamente un epilogo di quello che, immagino, sarà il cuore delle vicende.
La situazione non è certo migliore sul versante tecnico, difatti Madhouse sembra essere andata al risparmio con "Mahou Sensou", così tanto che i personaggi sono stati privati, 99 scene su 100, dei loro nasi. O forse i nasi c'erano, ma sentendo puzza di patacca hanno preferito defilarsi e non prendere parte a questa farsa. Il chara design è davvero anonimo, le animazioni sono povere, riciclate e scattose, il design delle armi ridicolo. Una piccola luce nelle tenebre è data dalle due sigle, specie quella finale, particolarmente bella. Gradevole anche l'aggiunta della chara song di Takeshi. Il doppiaggio presenta diversi nomi noti, ma anche il miglior seiyuu del mondo non può fare granché su personaggi che aprono bocca ma in sostanza non dicono nulla: Miyano (la causa di tutto), Fukuyama, Suzumura, Seto, nulla possono contro i loro insignificanti personaggi, risultando praticamente irriconoscibili e anonimi.
"Mahou Sensou" si chiude con un buco in mezzo alla battaglia, probabilmente la fossa biologica da cui è venuto fuori, e indica palesemente la necessità di una continuazione. Dopo le poco gentili parole di quassù potrebbe sembrare logico che non guarderò un'eventuale seconda serie, ma a volte il masochismo misto alla speranza di un miglioramento mi schiaccia prepotentemente e m'impone di proseguire, anche solo per punirmi e farmi capire quanto sia poco nobile seguire un anime per un motivo frivolo come i seiyuu. In realtà qualcosa che mi ha spinto ad arrivare fino alla fine c'è, e sarebbe anche lo stimolo per dare un'occasione ad una potenziale seconda serie: scoprire quanto ignobili e falsi possano essere i due protagonisti. Questo è l'unico input lasciatomi da questa serie, e non è certo poco, infatti il mio voto è un quattro e mezzo (arrotondato per difetto, l'antipatia con me non paga), mica tre o due.
Takeshi Nanase è un liceale che affronta quotidianamente dei problemi familiari dovuti al pessimo rapporto con la madre e il fratello: quest'ultimo lo accusa di aver causato l'incidente che gli fece quasi perdere l'uso di una gamba, la prima invece, osserva passivamente i propri figli nel loro star male giornaliero. Nonostante la situazione gli provochi palese sofferenza, Takeshi è un tipo abbastanza passivo e si limita a vivere la sua vita da studente assieme alla sua ragazza, la bella Kurumi Ishoshima, e all'amico Ida. Un giorno come tanti, senza apparente motivo, Takeshi si ritrova coinvolto in un bel patatrack perpetrato a colpi di magia da un omaccione muscoloso e dalla sua piccola accompagnatrice. A salvarlo ci pensa una misteriosa ragazza, Mui; durante lo scontro il ragazzo viene colpito e tra botte, capitomboli e conseguenti baci accidentali, acquisisce a sua volta i poteri magici. Da quel momento i tre ragazzi, assieme a Mui, saranno coinvolti nelle lotte di un mondo in cui la magia è all'ordine del giorno e in cui diverse "scuole" si danno battaglia per la supremazia.
"Mahou Sensou", ovvero la fiera dell'irritabilità, della banalità e dei cliché. La storia non parte da presupposti del tutto originali, ma mi son detta "dopotutto è sempre piacevole vedere dei giovani virgulti che vengono istruiti alle arti magiche, specialmente se, wow, il protagonista ha già una fidanzata, il che lascia presupporre l'assenza di stupidi triangoli e nuovi amori nati dal nulla". E invece no, ho toppato di nuovo.
Il problema più grosso di "Mahou Sensou" non è la trama in sé, quanto la pessima caratterizzazione dei personaggi e il susseguirsi degli eventi totalmente illogico e/o banale. I protagonisti hanno una caratterizzazione degna di un foglio di carta velina, sono antipatici, stupidi, stanno sempre a lagnarsi e a fare facce da ebeti che cadono dal pero. A capo di questa banda di eroi troviamo proprio Takeshi Nanase, uno dei protagonisti maschili più irritanti, passivi e detestabili degli ultimi anni: per tutta la durata della serie vaga desolato con la sua aria depressa, senza capire niente di chi e di cosa lo circonda, insensibile, citrullo e faccia da schiaffi. Le sue frasi ricorrenti sono "Mui!", "Isoshima…" e "Gekkou…", tre nomi propri, se siamo fortunati scopriamo pure che è capace di contare fino a dieci! Non va meglio con la protagonista femminile, Mui, classica finta santarellina che vorrebbe saltare addosso a quell'ameba di Takeshi ogni tre per due, ma non lo fa, troppo rispetto per Isoshima, così tanto rispetto che guarda caso questi due finiscono sempre in situazioni ambigue. Gli altri protagonisti, praticamente non pervenuti; se è comprensibile perché Takeshi accetti senza farsi mezza domanda di trasferirsi all'accademia di magia, non sono chiare le motivazioni di Isoshima e Ida. Dare man forte al fidanzato/amico, certo, ma si lascia casa propria per fiondarsi in mezzo ad una guerra così, su due piedi? Senza porsi domande? Senza pensare alla vita "reale"? Qualche personaggio che suscita un minimo d'interesse c'è, vedasi la direttrice o qualche nemico, ma tutto finisce lì, senza entusiasmare e incuriosire particolarmente. La trama poi procede tentoni, alcune questioni poste come fondamentali vengono risolte con due lacrimucce e un paio di "Onii-chan" che perforano le orecchie, altre situazioni sono più banali e prevedibili dello zampone a Capodanno, altri personaggi passano a comportarsi da così a cosà nel giro di un paio di episodi. Ogni situazione o atteggiamento dei personaggi sembra cambiare o risolversi dal nulla giusto per portare avanti gli episodi, senza un vero sviluppo, senza mordente e con colpi di scena prevedibilissimi. Il fanservice è poco ma è davvero inutile e irritante, Mui in uniforme da infermiera ripresa con l'inquadratura strategica è il flip table dell'anno. Ciliegina sulla torta, la serie non ha una vera e propria conclusione, difatti i dodici episodi sono praticamente un epilogo di quello che, immagino, sarà il cuore delle vicende.
La situazione non è certo migliore sul versante tecnico, difatti Madhouse sembra essere andata al risparmio con "Mahou Sensou", così tanto che i personaggi sono stati privati, 99 scene su 100, dei loro nasi. O forse i nasi c'erano, ma sentendo puzza di patacca hanno preferito defilarsi e non prendere parte a questa farsa. Il chara design è davvero anonimo, le animazioni sono povere, riciclate e scattose, il design delle armi ridicolo. Una piccola luce nelle tenebre è data dalle due sigle, specie quella finale, particolarmente bella. Gradevole anche l'aggiunta della chara song di Takeshi. Il doppiaggio presenta diversi nomi noti, ma anche il miglior seiyuu del mondo non può fare granché su personaggi che aprono bocca ma in sostanza non dicono nulla: Miyano (la causa di tutto), Fukuyama, Suzumura, Seto, nulla possono contro i loro insignificanti personaggi, risultando praticamente irriconoscibili e anonimi.
"Mahou Sensou" si chiude con un buco in mezzo alla battaglia, probabilmente la fossa biologica da cui è venuto fuori, e indica palesemente la necessità di una continuazione. Dopo le poco gentili parole di quassù potrebbe sembrare logico che non guarderò un'eventuale seconda serie, ma a volte il masochismo misto alla speranza di un miglioramento mi schiaccia prepotentemente e m'impone di proseguire, anche solo per punirmi e farmi capire quanto sia poco nobile seguire un anime per un motivo frivolo come i seiyuu. In realtà qualcosa che mi ha spinto ad arrivare fino alla fine c'è, e sarebbe anche lo stimolo per dare un'occasione ad una potenziale seconda serie: scoprire quanto ignobili e falsi possano essere i due protagonisti. Questo è l'unico input lasciatomi da questa serie, e non è certo poco, infatti il mio voto è un quattro e mezzo (arrotondato per difetto, l'antipatia con me non paga), mica tre o due.
Kill la Kill
5.0/10
Primo progetto televisivo del neonato studio Trigger, fondato nel 2011 dal regista d'oro di GAINAX, Hiroyuki Imaishi, e il collega Masahiko Ohtsuka, KILL La KILL è ora la serie televisiva sulla bocca di tutti, pompata da un immenso hype e che sicuramente tornerà a far parlare di sè nei prossimi tempi con manga, film riassuntivi e ogni altra amenità. E come molte opere di successo a tavolino, create fin dal principio per far parlare di sè, offre il fianco a tante, tante di quelle critiche che è quasi incredibile l'enorme popolarità che ha riscosso, solo perché "figlioccia" dell'altrettanto importante successo di costume Gurren Lagann, da cui riprende il design "cartoonesco" e deforme, il regista e la sceneggiatrice principale. Ma KILL La KILL, pur con alcuni innegabili meriti, è una visione semplicemente pesantissima, capace di sprofondare lo spettatore, nelle fasi avanzate della storia, in un abisso apatico raramente eguagliato.
A scanso di equivoci, non si sta parlando di un titolo che vuole prendersi sul serio: l'opera è completamente disimpegnata, ponendosi per l'ennesima volta (contando i "trascorsi" GAINAX dello staff) come parodia/omaggio a stili, tendenze e mode assimilati negli ultimi anni dall'animazione, in particolar modo quella action. Il soggetto non può che essere esilissimo, derivativo dai classici Mazinger Z e Kekko Kamen di Go Nagai: la scatenata Ryuuko Motoi riceve in eredità dal nonno morente, ucciso da un misterioso sicario, una potente arma (un incrocio fra una forbice e una spada), apprendendo che la soluzione del mistero risiede nella gigantesca città-stato-accademia di Honnouji, gestita con pugno di ferro dal consiglio studentesco a cui fa capo la carismatica spadaccina Satsuki Kiryuin. Per scoprire che fine ha fatto l'altra arma complementare creata dal nonno, e apprendere chi è stato ad assassinarlo, Ryuuko dovrà sconfiggere tutti i club della scuola fino ad arrivare a Satsuki. Le armi di combattimento della storia sono uniformi speciali, di svariate tipologie di classi, che donano inauduti super-poteri a chi le indossa: per affrontare i vari uomini di Satsuki anche Ryuuko, oltre alla spada-forbice, dovrà adeguarsi a indossare una battle-suit. Nel suo caso sarà un (s)vestito senziente e porcellone, Senketsu.
KILL La KILL, senza nessuna pretesa narrativa, vuole porsi come un one-man show di Hiroyuki Imaishi, pronto a replicare, da Gurren Lagann, la sua regia indiavolata e funambolica. Il primo episodio è emblematico: una sarabanda di animazioni spacca-mascella, continuative e di una fluidità sconvolgente, si sposano con un ritmo freneticissimo (vola da una sequenza all'altra uccidendo le lungaggini), inquadrature vertiginose e straordinarie idee visive, basate su sangue che sprizza a geyser in deliri plasmatici, titoli di armi/trasformazioni/power-up affidati a enormi kanji rossi che occupano quasi tutto lo schermo, trasformazioni e "vestizioni" che avvengono in un'orgia di colori e chiccherie, etc. Il talento dell'artista nello strabiliare l'occhio è fuori questione, per tutta la durata della serie non manca di sfoderare sequenze d'azione stupefacenti, post-moderne, con esplosioni e distruzioni che frantumano lo schermo in mille pezzi, armi che stridono facendo tremare le pareti, lottatori che partecipano agli scontri altrui buttandosi nella mischia in modo improvviso e urlato, mazzate di una fisicità possente e battaglie acrobatiche, dalle coreografie sempre più creative e impossibili (palle da tennis assassine, amplificatori musicali che esplodono in onde d'urto da 100.000 hz, armature biologiche, informatici che lottano da dentro il cyberspazio etc, ogni follia umanamente concepibile), che hanno luogo in terra come in cielo, filmate da ogni altezza, luogo e angolatura possibile. Il solo lavoro di Imaishi costituisce la forte autorialità del titolo. A contribuire ulteriormente alla riuscita grafica è il deforme, colorato e altrettanto stiloso chara design di Sushio, che come in Gurren Lagann sembra essere il più adatto a venire valorizzato dalla direzione del regista, eccellente anche nel caratterizzare tutti i combattenti con look, pose e uniformi/armature carismatiche, ispirate alle mode e al folklore action, degne di un picchiaduro. Questa perizia basta e avanza a determinare come KILL La KILL sia destinato a fare scuola, tanto che i numerosi inserti ecchi (poppe e mutandine sbandierate in ogni dove e quando, le succintissime uniformi da combattimento di Ryuuko e Satsuki, ambigui rapporti sensuali fra questa e sua madre etc.) si potevano anche evitare, non aggiungono niente limitandosi a volgarizzare il contesto per far presa sul solito target otaku.
Esteticamente, KILL La KILL farà clamore. In ogni altro aspetto, è un fallimento. Ventiquattro episodi sono odiosamente troppi per una storia dalle zero pretese, ampiamente prevedibile in ogni risvolto e che inciampa anche nella banalità di riciclare nel suo plot gli stessi colpi di scena fondamentali di Gurren Lagann (non certo inventati da GAINAX nel 2007, ma la sensazione di déjà vu scorre potente visto che buona parte del pubblico di KILL La KILL lo guarda proprio perché ha amato il predecessore). A complicare le cose, la serie scade anche nella pochezza di un budget inadatto alle ambizioni: Imaishi fa di tutto per sopperire al problema con le sue capacità visive, ma senza riuscirci, perché la serie è una continua altalena fra tecnicismi superlativi e sequenze statiche affidate a inquadrature fisse, ricicli di animazione e gif. Il livello di spettacolarità dei dettagliati disegni è un buon specchietto per le allodole, ma crolla vistosamente quando la storia, più o meno a 1/3 del suo sviluppo, inizia a porre tutto il suo interesse su infiniti combattimenti che mettono in piena luce il problema. Impostare l'interesse di un'opera sul solo estro registico di un genio non è una cattiva idea, ma non può non necessitare di fondi adeguati per permettere all'artista di esprimersi al suo meglio: in caso contrario, viene fuori solo una serie d'azione dove l'azione è spesso inguardabile. Che concetto di intrattenimento si può perseguire offrendo combattimenti scattosi e privi di animazione? Il citato, primo fantasmagorico episodio è quasi un unicuum, raramente si rivedranno quei livelli, già la seconda puntata è più o meno imbarazzante (un tripudio di inserti flash e minimali inserti animati). I problemi di mancanza di yen, quando iniziano a farsi sentire, non abbandonano più la visione fino alla fine, decretando uno dei motivi più importanti del fallimentare risultato finale. Sarebbe bastato ridurre la durata della serie da 24 a 12/13 episodi per evitare di disperdere troppo i fondi, magari evitando di sprecare intere puntate a sviluppare l'insignificante "trama", ma la lungimiranza evidentemente non ha pagato in casa Trigger.
Anche a livello di umorismo, sfortunatamente, KILL La KILL è fonte più di dolori che gioie. Inizialmente il solito apparato citazionistico di tradizione GAINAX, la creatività di alcune avventure demenziali/satiriche e svariate, riuscite idee comiche (l'immancabile recap, narrato sotto forma di velocissimo riassunto orale; la rivelazione su chi sono i veri nemici da battere che minacciano la Terra; l'organizzazione partigiana di nudisti e le loro esilaranti macchine da guerra; power-up mai così infiniti) sono fonte di risate spontanee, di soddisfazione per una parodia del genere action molto allegra e ispirata. Peccato si tratti di elementi sparuti e che spariscono poco tempo tempo. Le successive quindici puntate replicano ad eternum le stesse cose, 2/3 idee che fanno sorridere la prima volta, poi diventano indifferenti e infine snervanti e odiose: gli onnipresenti siparietti petulanti di Mako, amica del cuore di Ryuuko; le gag della sua famiglia che non fa altro che mangiare; gli spogliarelli del capo dei nudisti; le luci violacee che evidenziano i punti "critici" della sua nudità, le facce buffe di uno dei sottoposti di Satsuki... A metà visione, le non-animazioni nei combattimenti e l'odio per gag viste milioni di volte portano a una noia terribile, a non vedere l'ora che la serie finisca. A questo punto non saranno le puntate finali, che estremizzano l'azione a livelli apocalittici degni dei fasti di Gurren Lagann e Diebuster, a fare la differenza e a riscattare una visione tra le più mortifere del 2013.
Tirando le somme, si può capire come a più di qualcuno il magnetico carisma grafico/registico di KILL La KILL, i suoi personaggi cliché volutamente estremizzati, la fantasia negli scontri e la filosofia action "urlatissima" e iper-potenziata possano piacere molto o addirittura tantissimo, così come l'opera di dissacrazione del genere. Ma francamente, pur ammettendo tutte queste cose, chi scrive non la sente di dare anche solo una sufficienza stentata a un prodotto che, stiloso quanto si vuole, per gran parte della sua durata è un totale vuoto empatico, la suprema voglia di spegnere lo schermo.
A scanso di equivoci, non si sta parlando di un titolo che vuole prendersi sul serio: l'opera è completamente disimpegnata, ponendosi per l'ennesima volta (contando i "trascorsi" GAINAX dello staff) come parodia/omaggio a stili, tendenze e mode assimilati negli ultimi anni dall'animazione, in particolar modo quella action. Il soggetto non può che essere esilissimo, derivativo dai classici Mazinger Z e Kekko Kamen di Go Nagai: la scatenata Ryuuko Motoi riceve in eredità dal nonno morente, ucciso da un misterioso sicario, una potente arma (un incrocio fra una forbice e una spada), apprendendo che la soluzione del mistero risiede nella gigantesca città-stato-accademia di Honnouji, gestita con pugno di ferro dal consiglio studentesco a cui fa capo la carismatica spadaccina Satsuki Kiryuin. Per scoprire che fine ha fatto l'altra arma complementare creata dal nonno, e apprendere chi è stato ad assassinarlo, Ryuuko dovrà sconfiggere tutti i club della scuola fino ad arrivare a Satsuki. Le armi di combattimento della storia sono uniformi speciali, di svariate tipologie di classi, che donano inauduti super-poteri a chi le indossa: per affrontare i vari uomini di Satsuki anche Ryuuko, oltre alla spada-forbice, dovrà adeguarsi a indossare una battle-suit. Nel suo caso sarà un (s)vestito senziente e porcellone, Senketsu.
KILL La KILL, senza nessuna pretesa narrativa, vuole porsi come un one-man show di Hiroyuki Imaishi, pronto a replicare, da Gurren Lagann, la sua regia indiavolata e funambolica. Il primo episodio è emblematico: una sarabanda di animazioni spacca-mascella, continuative e di una fluidità sconvolgente, si sposano con un ritmo freneticissimo (vola da una sequenza all'altra uccidendo le lungaggini), inquadrature vertiginose e straordinarie idee visive, basate su sangue che sprizza a geyser in deliri plasmatici, titoli di armi/trasformazioni/power-up affidati a enormi kanji rossi che occupano quasi tutto lo schermo, trasformazioni e "vestizioni" che avvengono in un'orgia di colori e chiccherie, etc. Il talento dell'artista nello strabiliare l'occhio è fuori questione, per tutta la durata della serie non manca di sfoderare sequenze d'azione stupefacenti, post-moderne, con esplosioni e distruzioni che frantumano lo schermo in mille pezzi, armi che stridono facendo tremare le pareti, lottatori che partecipano agli scontri altrui buttandosi nella mischia in modo improvviso e urlato, mazzate di una fisicità possente e battaglie acrobatiche, dalle coreografie sempre più creative e impossibili (palle da tennis assassine, amplificatori musicali che esplodono in onde d'urto da 100.000 hz, armature biologiche, informatici che lottano da dentro il cyberspazio etc, ogni follia umanamente concepibile), che hanno luogo in terra come in cielo, filmate da ogni altezza, luogo e angolatura possibile. Il solo lavoro di Imaishi costituisce la forte autorialità del titolo. A contribuire ulteriormente alla riuscita grafica è il deforme, colorato e altrettanto stiloso chara design di Sushio, che come in Gurren Lagann sembra essere il più adatto a venire valorizzato dalla direzione del regista, eccellente anche nel caratterizzare tutti i combattenti con look, pose e uniformi/armature carismatiche, ispirate alle mode e al folklore action, degne di un picchiaduro. Questa perizia basta e avanza a determinare come KILL La KILL sia destinato a fare scuola, tanto che i numerosi inserti ecchi (poppe e mutandine sbandierate in ogni dove e quando, le succintissime uniformi da combattimento di Ryuuko e Satsuki, ambigui rapporti sensuali fra questa e sua madre etc.) si potevano anche evitare, non aggiungono niente limitandosi a volgarizzare il contesto per far presa sul solito target otaku.
Esteticamente, KILL La KILL farà clamore. In ogni altro aspetto, è un fallimento. Ventiquattro episodi sono odiosamente troppi per una storia dalle zero pretese, ampiamente prevedibile in ogni risvolto e che inciampa anche nella banalità di riciclare nel suo plot gli stessi colpi di scena fondamentali di Gurren Lagann (non certo inventati da GAINAX nel 2007, ma la sensazione di déjà vu scorre potente visto che buona parte del pubblico di KILL La KILL lo guarda proprio perché ha amato il predecessore). A complicare le cose, la serie scade anche nella pochezza di un budget inadatto alle ambizioni: Imaishi fa di tutto per sopperire al problema con le sue capacità visive, ma senza riuscirci, perché la serie è una continua altalena fra tecnicismi superlativi e sequenze statiche affidate a inquadrature fisse, ricicli di animazione e gif. Il livello di spettacolarità dei dettagliati disegni è un buon specchietto per le allodole, ma crolla vistosamente quando la storia, più o meno a 1/3 del suo sviluppo, inizia a porre tutto il suo interesse su infiniti combattimenti che mettono in piena luce il problema. Impostare l'interesse di un'opera sul solo estro registico di un genio non è una cattiva idea, ma non può non necessitare di fondi adeguati per permettere all'artista di esprimersi al suo meglio: in caso contrario, viene fuori solo una serie d'azione dove l'azione è spesso inguardabile. Che concetto di intrattenimento si può perseguire offrendo combattimenti scattosi e privi di animazione? Il citato, primo fantasmagorico episodio è quasi un unicuum, raramente si rivedranno quei livelli, già la seconda puntata è più o meno imbarazzante (un tripudio di inserti flash e minimali inserti animati). I problemi di mancanza di yen, quando iniziano a farsi sentire, non abbandonano più la visione fino alla fine, decretando uno dei motivi più importanti del fallimentare risultato finale. Sarebbe bastato ridurre la durata della serie da 24 a 12/13 episodi per evitare di disperdere troppo i fondi, magari evitando di sprecare intere puntate a sviluppare l'insignificante "trama", ma la lungimiranza evidentemente non ha pagato in casa Trigger.
Anche a livello di umorismo, sfortunatamente, KILL La KILL è fonte più di dolori che gioie. Inizialmente il solito apparato citazionistico di tradizione GAINAX, la creatività di alcune avventure demenziali/satiriche e svariate, riuscite idee comiche (l'immancabile recap, narrato sotto forma di velocissimo riassunto orale; la rivelazione su chi sono i veri nemici da battere che minacciano la Terra; l'organizzazione partigiana di nudisti e le loro esilaranti macchine da guerra; power-up mai così infiniti) sono fonte di risate spontanee, di soddisfazione per una parodia del genere action molto allegra e ispirata. Peccato si tratti di elementi sparuti e che spariscono poco tempo tempo. Le successive quindici puntate replicano ad eternum le stesse cose, 2/3 idee che fanno sorridere la prima volta, poi diventano indifferenti e infine snervanti e odiose: gli onnipresenti siparietti petulanti di Mako, amica del cuore di Ryuuko; le gag della sua famiglia che non fa altro che mangiare; gli spogliarelli del capo dei nudisti; le luci violacee che evidenziano i punti "critici" della sua nudità, le facce buffe di uno dei sottoposti di Satsuki... A metà visione, le non-animazioni nei combattimenti e l'odio per gag viste milioni di volte portano a una noia terribile, a non vedere l'ora che la serie finisca. A questo punto non saranno le puntate finali, che estremizzano l'azione a livelli apocalittici degni dei fasti di Gurren Lagann e Diebuster, a fare la differenza e a riscattare una visione tra le più mortifere del 2013.
Tirando le somme, si può capire come a più di qualcuno il magnetico carisma grafico/registico di KILL La KILL, i suoi personaggi cliché volutamente estremizzati, la fantasia negli scontri e la filosofia action "urlatissima" e iper-potenziata possano piacere molto o addirittura tantissimo, così come l'opera di dissacrazione del genere. Ma francamente, pur ammettendo tutte queste cose, chi scrive non la sente di dare anche solo una sufficienza stentata a un prodotto che, stiloso quanto si vuole, per gran parte della sua durata è un totale vuoto empatico, la suprema voglia di spegnere lo schermo.
Peccato che non abbia una trama e dei personaggi che la sostengano ( o meglio, questi ultimi c'erano fino agli episodi finali)
Per me sarà un 3, ma solo perchè l'idea di base avrebbe potuto renderlo un ottimo horror.
Kill la Kill devo ancora vederlo, capisco che si tratti di qualcosa di particolare quindi attendo di essere "dell'umore giusto" per dargli una chance
Vado a preparare i popcorn e mi godo la discussione che ne verrà fuori, che sarà sicuramente accesa...
pur non avendo amato gurren lagann (probabilmente ho incominciato a trovarlo noioso dopo la morto del grande kamina) kill la kill mi ha preso e l'ho gustato dall'inizio alla fine, un crescendo di epicità e fanservice come non si era mai visto, il tutto contornato da una trama strabiliante che va da "devo vendicare la morte di mio padre" a "salviamo il mondo dagli alieni", semplicemente uno spettacolo per gli occhi
Li ho visti tutti (a parte mahou che ho droppato a metà) e sono d'accordo con i recensori.
Forse, e sottolineo forse, io avrei dato la sufficienza a Kill la Kill.
Tuttavia sono pienamente d'accordo con God sull'analisi dei palesi difetti, mascherati (sapientemente, questo è da ammettere) dalla regia.
Su Pupa sono d'accordissimo sull'implacabile analisi. Ma soprattutto su questa frase Credo proprio che uscirò a comprarmi dei Cheerios.
Kill La Kill inizialmente non mi diceva niente, anzi non avevo neanche intenzione di vederlo ma poiché se ne parlava spesso gli diedi una possibilità. Il risultato è che dopo i primi 7-8 episodi che mi sembravano non dire nulla (stavo quasi per dropparlo) ha avuto un'impennata clamorosa ed ora lo considero da 8-9
Sarò uno dei pochi a quanto pare a cui anche Mahou Sensou non è dispiaciuto, certo non è un capolavoro ma ho visto voti più alti dati ad anime molto più brutti, per me è sul 6.5
Pupa non l'ho ancora visto ma devo recuperarlo fosse anche solo per il trash ed il fatto che è la serie più oversubbata di sempre xD
Errore: di personaggi c'è almeno Satsuki che è grandiosa e la trama è più che buona.
scusami ma ritenta XDDD
ma dov'è il vuoto empatico quando l'empatia verso i personaggi è tutto ciò che ha il cartone? Sul serio non sei mai riuscito ad attaccarti ad un personaggio in nessuna puntata?
Allora qui ci sono 2 possibilità: o lo hai guardato ad occhi ed orecchie chiuse, o non è il tuo cartone...
Di fatto per me Kill la Kill è l'anime che mi ha fatto riavvicinare all'animazione giapponese dopo anni in cui non c'era nulla da vedere e lo reputo la sintesi di come deve essere un buon anime e sottolineo il "buon", perché di certo non è un capolavoro nell'intera storia, ma di certo sta nel top insieme ad altri tra gli anime post-2000...
Ciò che però ricordo con maggior piacere dell'opera, e che forse è l'elemento della serie che sento più mio è la OST di Hiroyuki Sawano, davvero epica.
io mi ero appassionato a Senketsu... quanto alla trama c'è, che poi non abbia senso è ben altro discorso.
In ogni caso KlK va molto sui gusti personali (e sulla capacità di assorbire nonsense gratuito), a me è piaciuto (anche da 8 o 9 per capacità di intrattenimento) ma penso che un voto più onesto dell'insufficienza sia un 7 che medi tra gli estremi.
Le altre 2 opere non le ho visionate.
poi so convinto che se e quando lo prenderà la dynit fioccheranno voti altissimi e diventerà il miglior anime di sempre...
Su Kill-a-Kill concordo: è un anime brutto. Anime che uniscano azione e fanservice ce ne sono di migliori (HOTD, HDXD, per dirne due... Akuma no riddle anche), e ha una "trama" che mi ha annoiato rapidamente. E personalmente anche le animazioni dei combattimenti mi sono andati a noia subito (non c'era minima coerenza o tentativo di realismo). 5 complessivo per me è anche troppo.
Però ora ci sarà la rivolta delle allodole!
Detto questo, il voto a Mahou Sensou mi sembra troppo ingeneroso. Certo, è partito con primo episodio orribile e ha un finale osceno, ma io lo metterei tra il 5 e il 6 come voto.
Bah a differenza di quasi tutti io grazie a Pupa ho conosciuto il manga e l'adattamento animato, pur con tutte le limitazioni di questo mondo (soprattutto la brevità e il mancato ordine cronologico delle cose) mi è tutto sommato piaciuto.
La censura della versione TV non l'ho trovata troppo pesante (anche se odio la censura in generale) e un buon splatter.
Certo ora che ho letto un po' di capitoli del manga di Pupa posso dire che per ora non sia granché anche se potrebbe avere ottime potenzialità (per piacermi e per svaccarsi)
Mahou Sensou devo ancora finire di vederlo da tempo (non che non dorma la notte per questo ) ma non l'avevo in progetto da vedere all'inizio, ma forse facevo bene a non iniziarlo...
KlK finalmente un voto che si merita, alla fine è carina come serie (devo ancora finirla ) nonostante la tamarraggine all'inizio non è che l'abbia sopportata molto... Fortuna che c'era altro che mi ispirava per farmela continuare...
Complimenti ai 3
Per le altre due opere credo proprio che seguirò i buoni consigli di Arashi e Ais Quin (complimenti come al solito per le vostre recensioni) ed eviterò di metterle in lista...
Oh grande Club Dei Pollici Rossi, Vi prego di perdonare questi poveri stolti ed i loro vergognosi pareri espressi con civiltà ed educazione.
Su KLK concordo su tutta la linea con God, fondamentalmente è una bambinatella allegrotta in cui non ci si fa mai troppo male, non si ammazza nessuno, alla fin fine sono tutti amiconi. Potrà avere tutto lo "stile" di questo mondo, ma se questi sono i risultati...
Su Magical Warfare posso concordare solamente su pochi punti con questa recensione. I nasi, questi sconosciuti, verissimo. I personaggi che non siano il massimo della vita ci può stare, un finale non finale che lascerebbe presagire una seconda serie (sarebbe cosa buona e giusta) ci sta. Quello che non capisco è che questa recensione sembra essere derivata dai commenti della stessa Arashi, emblematiche sue alcune frasi: "Cosa vedono i miei occhi? Un episodio mezzo decente?" come se in cuor suo desiderasse che la serie faccia veramente schifo e che non si risollevi. Magari le intenzioni sono state diverse, però è quello che ho percepito leggendo una simile frase.
Dal canto mio Magical Warfare per ora è discreta, i suoi pregi sono innegabili: un comparto sonoro ottimo (splendide sigle, splendidi OST, ottimo doppiaggio ecc.), una concezione delle magie interessante, un ritmo a dir poco frenetico (in un solo episodio succedono moltissimi avvenimenti), battaglie magiche molto belle, tanta bella azione e la morte non manca mai. Del resto, il titolo "Magical warfare" fa onore ai contenuti dell'opera. La serie è consigliabile per chi vuole della grande azione e poche elucubrazioni.
Al netto di tutto questo, i miei complimenti al trio di recensori.
Il perenne paragone con Gurren Lagann per la semplice questione stilistica generale sinceramente mi appare come il dover trovare difetti ad ogni costo, la visione "pesantissima"....sul serio? Cioè no dai Kill La Kill può non piacere e non v'è dubbio alcuno, ma da qui a dire che sia pesante ce ne passa.
Non possiamo neanche tanto parlare per difetto della componente ecchi di cui "poppe e mutandine sbandierate in ogni dove..." dato che è una caratteristica volutamente messa in mezzo solo per poi essere presa in giro, cosi come succede per tutto l'anime, pertanto l'evitare quella componente la ritengo come una scelta che non sta ne in cielo ne in terra.
Ogni anno escono miriadi di anime con componenti ecchi grosso modo tutti uguali, spesso scadenti e che tendono a prendersi sul serio manco se lo meritassero, poi ne esce uno che si sfotte da solo e ci facciamo i problemi, cioè boh....
Ais Quin mi ha fatta letteralmente scompisciare e non posso che trovarmi d'accordo su tutto quanto detto delle Braciole! xD Ora che mangerò una braciola la domenica, penserò a loro ahahahahah che inferno mi aspetta...
Per non parlare dello Zampone a Capodanno di Arashi, che ho tormentata per settimane per sapere se avevo fatto bene a lasciare lì Mahou sensou... a quanto pare ho fatto benissimo, alla faccia di Mamo! xD
Kill La Kill non l'ho visto... la recensione di God è fatta benissimo e aggiunta ad altri commenti che ho sentito su KLK in corso di visione, direi che non fa per me. Forse, come con SAO, un domani un'occasione gliela darò, fosse anche solo per capire come mai ha tutto questo successo.
Ma cmq complimenti ai recensori
Tornando IT: Pupa ormai ce l'ho e sto al secondo ep, quel che è fatto è fatto me lo guardo <.< Mahou Sensou era tra i forse ma la recensione mi ha parecchio scoraggiato
Kill la Kill... sono una delle poche che ancora non l'ha visto ma che ho intenzione di recuperare. Ho letto molti pareri contrastanti e la cosa mi incuriosisce. Dovrei comunque vedere la serie prima di esprimere la mia opinione! ^^
Di Mahou Sensou non so molto, invece.
La recensione di Pupa l'avevo già letta e mi trovo perfettamente d'accordo, mentre quella di Kill la Kill l'ho letta adesso pur non avendo seguito l'anime (e dubito che mia lo farò). Complimenti ai collegi!
Mahou sensou per me è brutto, ma proprio brutto! Personaggi davvero brutti e detestabili, trama sin troppo prevedibile, grafica anonima e al risparmio... davvero, non saprei cosa salvare!
Mi torna in mente che Slanzard, prima del drop (cioè tipo al secondo episodio) ipotizzò e indovinò quello che avrebbe dovuto essere il grande colpo di scena della serie. La prevedibilità dietro l'angolo! Non parliamo poi dei personaggi da prendere a testate e i comportamenti tipo "Da qui non passerete, vi faremo a pezzi" che tempo due secondi diventano "Vi ci portiamo noi, seguiteci". Il protagonista poi è davvero un demente, il fatto che sia doppiato dal mio doppiatore preferito è proprio la ciliegina sulla torta.
@Messer_Azzone
Concordo sulle musiche, l'ho anche scritto che l'ending è particolarmente bella
@Rygar
Ma perché questa cattiveria nei miei confronti? T___T Perché credere che guardo una cosa sperando che faccia schifo? T___T A me non piace giudicare male, e difficilmente trovo qualcosa che ritengo proprio pessima, però a volte mi capita, ed è un sentimento sincero, mica voglia di dare brutti voti! Guardo gli anime per divertirmi, quindi se in una serie che, per me, sta davvero andando male, trovo un episodio buono, dire "Cosa vedono i miei occhi? Un episodio mezzo decente?" significa "Sono esterrefatta, un episodio decente, finalmente, che bello!", non "Mannaggia, un episodio buono, io volevo che facesse schifo, devo mettergli il rosso ad ogni costo!!111ONEONE!!111". La tua interpretazione è stata del tutto sbagliata, saprò essere acida ma non sono così stupida da volere che le cose che vedo/sento/leggo facciano schifo, anzi, io sto all'opposto di questo comportamento, tanto che qualcuno mi disse "Dovremmo inventare un sistema per cui i tuoi voti vengano abbassati automaticamente di un punto", proprio per farti capire quanto mi piaccia dare bei voti e quanto sia, in tal senso, generosa. Non guardate il mondo con malizia, pensate più ai cuoricini, alle nuvole fluffose e agli unicorni rosa, non tutta la gente è qui per godere nel fare la critica dei saccenti!
Ah e non posso concordare sull'ottimo doppiaggio: Miyano, Suzumura e Fukuyama (per citarne 3) hanno fatto e possono fare moooooolto meglio di così. La colpa però non è del tutto loro, alla fine se Miyano doppia un ebete non può certo fare i miracoli con la sua voce.! xD
E' una serie spensierata, da prendere così com'è e non starci a ragionare troppo e - sopratutto - da non pretenderci chissà quale capolavoro perchè obiettivamente scarsina e un pò fine a sè stessa (il giorno dopo che ho avevo finito la serie manco ci pensavo più, per farvi un esempio). Degno del miglior film da pop-corn Kill la Kill è svago puro e neanche dei migliori.
Riguardo al titolo, ribadisco, non è eccezionale, ma nemmeno talmente brutto da considerarsi del tutto negativo. Il voto è decisamente abbassato da un pessimo inizio e da un pessimo finale, ma nel mezzo ha avuto episodi gradevoli e sembrava essere addirittura interessante per un certo periodo...
Che il protagonista sia stupido non ci piove (come ho scritto prima, non difendo i personaggi), ma alla fine questa è una serie d'azione. E a livello d'azione penso che non ci si possa lamentare più di tanto. I combattimenti ci sono, sono tanti, sono piuttosto ben fatti. Che sia prevedibile poco importa, quello che importa è che ci si meni e che la gente muoia. Il titolo dell'opera dovrebbe essere una discriminante (si chiama Magical Warfare non per nulla). È una guerra, e da una guerra ci si aspetta la devastazione, e quella c'è. Quindi fino alla fine dell'opera (che sia la novel o l'anime poco importa) sarà lecito aspettarsi tonnelate di combattimenti.
Lo so che può apparire come grossolano e superficiale, ma alla fine questo è lo scopo di quest'opera. L'azione. Se c'è quella, chi guarda quest'anime per vedere dei combattimenti, potrebbe ritenersi soddisfatto. In fondo non è un'opera profonda e non intende esserlo. Ci si mena, con la magia, ma ci si mena. Poco importa (ai fini dell'azione) se a scannarsi ci sono dei fighi o dei dementi, l'importante è la devastazione (questo è il messaggio finale dell'opera).
Se poi vuoi delle prove, ti basta guardare l'articolo della wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Magical_Warfare
Non esiste la voce "plot" (ossia trama)! XD
Guarda che io e te su moltissime cose la pensiamo allo stesso modo. Spesso mi diverto a leggere i tuoi commenti e ogni tanto se ne discute insieme. Sono felice che tu mi smentisca e potrei ripetere la stessa cosa. Dipendesse da me, vorrei che tutte le opere fossero eccelse.
Su una cosa non sono d'accordo: "cuoricini, alle nuvole fluffose e agli unicorni rosa". Fosse per me abolirei per regio decreto tutte queste smielate da carie e da lumacone bavoso. Guarda che ti faccio vedere gli ultimi episodi di Daimidaler, vedrai che comincerai a pensarla come me sulle smielate pucciosette. X°D
Complimenti anche agli altri, comunque, davvero tre belle recensioni stavolta. Un po' meno belli gli anime a quanto pare... XD
Comprendo la tua posizione, ma per me non c'è stato niente di buono neanche in mezzo, anzi, più i personaggi agivano e più li trovavo detestabili. Un paio di episodi minimamente interessanti ci saranno anche stati, però per me numericamente parlando, non si arriva al 5, che per la mia scala di misura è: "dovevi fare un piccolo sforzo in più e potevi essere discreto, così sei solo dimenticabile". Questa serie per me richiedeva più di un piccolo sforzo per essere semplicemente dimenticabile e non brutta. E l'ho proseguita appunto perché speravo che sarebbe arrivato un momento di miglioramento, non solo perché sono masochista (non sottovalutate una che ha comprato 18 numeri di Strofe d'amore nella speranza di un miglioramento mai avvenuto).
Però non ci trovo niente di anomalo nel fatto che qualcuno possa averla gradita molto di più, a me non piace dare voti tipo 1,2 o 3 proprio perché penso che nel giudizio c'è tanto del mio gusto personale, quindi la stroncatura assoluta non mi piace (ma non faccio lo stesso discorso per i 10, ma vabbè, ripeto, mi piace dare i bei voti)!
@Rygar
L'importante è che non pensi più che io sia un essere malvagio che prega per la pessima riuscita di qualcosa!
Non sono però d'accordo sul fatto che la trama possa non esistere solo perché è una storia d'azione, la trama deve esserci e i comportamenti dei personaggi devono essere consoni, magari non pretendo che siano sempre intelligenti, ma nemmeno un protagonista che non sa spiccicare due parole che non siano quei 3 nomi dei suoi amici! I combattimenti poi non mi sono piaciuti granché ma anche se fossero stati spettacolari, bei combattimenti senza una buona caratterizzazione dei personaggi e una bella trama, valgono zero. Questo ragionamento lo faccio solo con i videogames, con i piacchiaduro in particolare: dello story mode e del background dei personaggi me ne frega sempre tanto quanto (se c'è meglio, se non c'è pazienza), ma lo stesso non posso pensare di un anime.
Allo stesso modo non potrei mai promuovere un sentimentale scialbo, dalla trama ritrita e con personaggi caratterizzati male, solo perché c'è il love love, i cuoricini e gli unicorni! Un ragionamento simile potrei farlo con una commedia demenziale, da quella mi aspetto solo la demenza, non la profondità della trama e chissà che caratterizzazione.Vedere gente che picchia e basta, per me, non ha molto senso, anche negli incontri di wrestling costruiscono quelle belle storielle tra i lottatori per creare interesse verso di essi che non sia solo legato alla lotta, e in tal modo ci si affeziona pure. Neanche negli sportivi basta far vedere lo sport per fare un buon lavoro.
Mi si era intrippato il messaggio durante la modifica, una parte della risposta a Rygar era finita in quella di Messer Azzone! -_-
Secondo me hai avuto un po' troppe aspettative sui personaggi e ti sei focalizzata eccessivamente su quell'aspetto, posso capire la delusione di vedere dei bambocci menarsi, però non puoi incolpare l'opera, alla fine è onesta e coerente con se stessa. u.u XD
Se si fosse chiamato "Magical dreams" o "Highschool of the magic" o "Magical worlds" o "Supercharismatic/ultra smart magicians" ecc. è ovvio che sarei rimasto deluso pure io, ma con un titolo del genere che cosa ti aspettavi? XD
Sarebbe come guardare Camera Café e sperare che cambino inquadratura. XD
Non credo che avessi aspettative, come fai a farti aspettative dopo aver visto i primi due episodi? XD Quello che volevo era un minimo di caratterizzazione!
Non è che perché in un titolo ci sia la parola "guerra" allora è obbligatorio che ci sia solo gente che si mena, allora Library war che è? La storia di gente che si fa la guerra colpendosi con gli spigoli dei libri e tanto è bastato a decretarne il successo? XD Oppure prendiamo un Valkirya Chronicle, non c'è la parola guerra nel titolo ma la storia si svolge durante una guerra, la caratterizzazione dei personaggi e la trama si mettono Mahou sensou dietro al didietro! Secondo me, proprio perché si parla di guerra e non di un gioco, una bella trama e una bella psicologia dei personaggi sarebbero importanti, che poi sia una guerra a colpi di magia, di spigoli di libri o carri armati, poco mi cambia.
Se mi son piaciuti film di guerra come Salvate il soldato Ryan o Lettere da Iwo Jima è stato grazie alla trama e ai personaggi, non per i combattimenti in sé!
Noto sempre di piu' che i miei gusti non comabaciano quasi per niente col pubblico medio di anime. Esempio: 7.8 a Madoka?!? Minimo 9.
Steins:Gate 8.7?!? Direi 3.
Non ho punti di riferimento e temo di perdermi qulache capolavoro... o sorbirmi delle chiaviche totali spacciate come opere d'arte.
Va beh... saluti.
Tornando a noi: che cosa ci si potrebbe aspettare da dei ragazzini reclutati selvaggiamente in una scuola magica da una nanetta il cui scopo è: "salvate mio fratello che da sola valgo meno di una pippa"? XD Penseranno a sconfiggere il nemico, ad apprendere nuovi poteri, a controllare meglio i poteri che già dispongono e a tentare di vincere la guerra, o perlomeno come uscirne fuori. La trama o la si sviluppa chiaramente all'inizio e ci sono delle solide basi, altrimenti non ha senso reclamarla in seguito.
"Secondo me, proprio perché si parla di guerra e non di un gioco, una bella trama e una bella psicologia dei personaggi sarebbero importanti, che poi sia una guerra a colpi di magia, di spigoli di libri o carri armati, poco mi cambia."
Generalmente la penso esattamente come te, però quest'opera è indirizzata a dei ragazzini. La struttura degli episodi generalmente prevede un 25% di dialoghi, relazioni tra personaggi ecc. Il resto è azione, ed è così per quasi tutti gli episodi. Hanno voluto che fosse così.
Per farti un esempio, non so se conosci Getter Robot the Last Day. Quest'opera è totalmente insensata, non si può certo parlare di "fattore introspettivo" dei personaggi, però cavolo se è bella! Ha un character design aggressivo, sporco, primitivo a volte, eppure è un trionfo di epicità perché da allo spettatore ciò che vuole. Combattimenti spettacolari, azione frenetica, personaggi che urlano come dei forsennati (e urlano bene, oserei dire. u.u) e un finale che sconvolge lo stesso universo.
I dialoghi sono spesso stroncati, lasciati a metà sul più bello. Le spiegazioni spesso mancano. Ci sono i mostruosi invasori e c'è il super robot fighissimo che spacca tutto. Chi lo ha guardato (e apprezzato) non ha voluto altro perché non è il genere d'opera in cui possano svilupparsi dei personaggi "affascinanti" in senso stretto. I personaggi piacevano perché erano fondamentalmente degli psicopatici guerrafondai che adoravano distruggere il mostruoso nemico, e sotto questo punto di vista l'opera è stata memorabile.
Niente, non ci troviamo in questo discorso perché abbiamo una visione totalmente differente della questione. Per me il fatto che siano ragazzini non li esclude dal dover pensare, ragionare, chiedersi il perché di quello che stanno facendo e crescere a mano a mano che la storia va avanti. Alla fine manga e novel non sono certo dei kodomo, quindi anche se si tratta di qualcosa per un pubblico giovane, è giusto esigere un felino più di caratterizzazione e introspezione da questo Mahou che non da un Mirmo... che tra l'altro, a conti fatti i kodomo sanno essere molto introspettivi e in grado di far crescere i personaggi, seppur sullo sfondo di storie semplici.
Così ogni shonenata o shojata sarebbe giustificabile in virtù della sola esistenza del suo elemento chiave (la lotta, la guerra, l'amore, lo sport), per me è inconcepibile non pretendere un minimo di più (un minimo eh, non voglio certo i cervelloni maturi di 16 anni).
Mi viene in mente il protagonista di Tales of the Abyss; all'inizio l'ho odiato perché era un moccioso viziato e pure scemo, ma all'interno della sua storia, delle sue battaglie e della sua guerra, è cresciuto, facendo un casino di sbagli e stupidate in mezzo alle cose buone, ma si è interrogato su se stesso e su ciò che stava facendo. E per me non c'è cosa più bella ed essenziale di questa. Una guerra combattuta senza un minimo di coscienza e dubbio per me è solo una ridicolata! E attenzione, se parlo di introspezione non significa che per il 99% dell'episodio debbano farsi le pippe mentali e nel restante 1% debbano menarsi, il bello è coniugare questi due aspetti.
Se proprio deve essere una cosa di sole botte allora mettimi un protagonista figo e spavaldo o quantomeno non uno che si deprime per la situazione con sua madre, con suo fratello e anche per come tratta quella che dovrebbe essere la sua ragazza; se vuoi solo che si meni non mettermi in mezzo dei traumi e dei problemi simili, perché una volta messi mi aspetto che il personaggio ci si concentri PER BENE!
Mahou sensou non era proprio un'opera che pensavo di prendere sul serio, semplicemente per me ha mancato anche del minimo sindacale negli aspetti di basa di una qualsiasi "storia".
Anche in Dog Days il protagonista non era un cervellone ma sia lui che i coprotagonisti hanno combattuto la loro guerra con un minimo di coscienziosità e riflessione! XD
Essere un mago significa per forza essere un soggetto pensante e disporre di un certo intelletto per poter usufruire dei poteri magici. In quest'opera, nonostante sia un 75% di azione, qualcosa a livello "psicologico" cambia. Ovviamente non stiamo parlando di un'evoluzione dei personaggi o di una crescita interiore evidente, ma si può affermare che non siano esattamente ciò che erano nel primo episodio. Questo lo si può vedere con i Ghost Trailers, in particolar modo con Gekkō, il cui rapporto "fraterno" collide col trovarsi di fronte ad un nemico sadico e spietato, per cui, rendendosi conto che per lui i legami famigliari valgono meno di zero, decide di affrontarlo come nemico. Ogni evento sembra essere realizzato per allungare o perpetuare il conflitto, vero fulcro dell'opera.
Potranno fare schifo, risultare antipatici, odiosi, illogici, ecc. ma non sono personaggi statici, non sono sempre gli stessi e si vede. Potrà non piacere il come cambiano ma è innegabile il fatto che non sono come si sono conosciuti. Condivido il discorso sul fattore introspettivo.
"Una guerra combattuta senza un minimo di coscienza e dubbio per me è solo una ridicolata!"
Pensa che ci sono intere saghe che si basano su queste ridicolate, oltre al già citato Getter Robot, potrei parlarti dei Transformers, di molti robotici anni 70, di molti shonen (anche recenti), ecc. in cui ci si mena per il puro piacere di menarsi. Che siano ragazzini o adulti poco importa, se combattono perché combattono. Lo fanno perché non potrebbero fare altrimenti visto il contesto in cui si trovano. E spesso possono nascere delle riflessioni interessanti, dagli orrori della guerra, all'empatia col nemico, alle tematiche dell'incomunicabilità, alla stupidità umana sul conflitto, ecc. E pensa che molte di queste opere sono giudicate molto positivamente dalla critica e dall'utenza mondiale.
Durante un conflitto però, se ci si lascia rapire da dilemmi etici e da dubbi significa cedere al nemico ed essere totalmente sconfitti. Se si è coinvolti in una battaglia, se non ci sono ideali forti a sostenere la validità della causa, dovrebbe subentrare l'istinto di sopravvivenza. Se non si ha nulla di tutto questo in battaglia significa essere dei falliti, dei perdenti.
E no, non penso che i bambini o i ragazzini debbano per forza essere degli stupidi o degli automi statici, semplicemente mi limito ad accettare un'opera per come la si presenta e per quelle che sono le sue intenzioni, provando a contestualizzarla, tentando di giudicandone i pregi e i difetti, il potenziale e i suoi limiti.
Fai bene a citare i Transformers, roba che infatti non mi piace per nulla, parlando dei film stessi, ho visto il primo e il secondo, dopo il quale ho deciso di fermarmi perché non mi diverte né mi affascina vedere roba che fa crash boom!
Ma ovviamente non devono fare le riflessioni psicologiche sul campo di battaglia! Ora non è che perché c'è la battaglia non c'è tempo di fare altro, suvvia!
Tu dici "E spesso possono nascere delle riflessioni interessanti, dagli orrori della guerra, all'empatia col nemico, alle tematiche dell'incomunicabilità, alla stupidità umana sul conflitto, ecc."
Benissimo, questo voglio io! Dammi questo e sono felice e contenta, ma sta roba in Mahou non c'era manco con il binocolo! Ti dico, recentemente ho visto Gundam 00 e mi è piaciuto molto, non perché io sia una fanatica dei robottoni, non perché mi piaccia vedere gente che si mena nello spazio, ma perché in quel contesto di guerra c'erano dei veri personaggi con una vera caratterizzazione (per carità, alcune cose le ho trovate orribili) e una bella storia. Puoi darmi tutte le guerre che vuoi e tutti i combattimenti che vuoi, ma i personaggi che ne sono parte devono avere qualcosa da dire, un minimo, un pelino!
Capisco il tuo "prendere l'opera per quello che è", lo faccio anche io con determinate cose, ma se applicassi questo concetto senza le dovute eccezioni e precisazioni, starei qui a dare 10 ad ogni reverse harem che abbia dei ragazzi semplicemente belli. E invece no, la presenza dei ragazzi che si intortano la tipa non basta, deve esserci un minimo di altro, altrimenti per me è bocciato anche se i ragazzi sono la cosa più figa mai vista! A breve infatti recensirò un reverse che per me non è minimamente sufficiente, perché per quanto i ragazzi siano belli, la loro caratterizzazione e la loro storia è una ciofeca! Applicando il principio "prendilo per quello che è" avrei dovuto dare 9 come minimo, tanto i bei ragazzi ci sono, i flirt pure... e invece no, per me è brutto anche a prescindere da quello che si propone di mostrare, perché quello che mostra lo mostra male!
In ogni caso, premesso che neanche tu lo ritieni un capolavoro, credo che la differenza tra i nostri pensieri stia semplicemente nel fatto che tu hai trovato qualcosa di bello (i combattimenti) e il resto non ti ha proprio fatto pena; io non ho trovato nulla di bello a parte le sigle (e non è che si schizzinosa) e tutto mi ha fatto pena! XD Alla fine credo che sia questa la discriminante più grossa tra le divergenze di opinione, senza un giusto o uno sbagliato, è tutta una questione di filosofia del cosa si cerca in una serie (sempre in relazione a ciò che si guarda e senza esagerare e pretendere troppo ovviamente).
Che strano, sempre e solo chi dà un voto basso non ha capito l'opera o è partito da aspettative sbagliate. Sempre e solo lui.
10 pollici verdi per te.
È più giusto dire che KlK o lo si ama o lo si odia, e io lo odio. Le mie uniche aspettative vertevano su un intreccio esilissimo puramente asservito alla regia stratosferica e all'umorismo, e così effettivamente è stato. Peccato che (come risulta in definitiva leggendo la mia rece) lo scarso budget ha impedito a Imaishi di mostrare questa fantasmagorica regia, e l'umorismo ha iniziato dopo pochissimo a stancare e diventare ripetitivo e noioso al massimo. Alla fine avevo preventivato tutto, fuorché il low budget (e non si poteva prevedere quello) e l'umorismo poco ispirato. Ma sui "contenuti" avevo azzeccato tutto e sapevo cosa stavo guardando.
LOL mi riaffiora alla mente più di un episodio T_T
"lo scarso budget ha impedito a Imaishi di mostrare questa fantasmagorica regia"
Secondo me è il contrario, lo scarso budget ha fatto tirare fuori a imaishi soluzioni visive e registiche dannatamente fighe e di stile.
"l'umorismo ha iniziato dopo pochissimo a stancare e diventare ripetitivo e noioso al massimo."
Si, anche per me è stato così.
Per il resto, io trovo che la rece di God sia scritta ottimamente e sia pure condivisibile su diversi punti^^ anche se non concordo sulla valutazione.
Continuate pure a vedervi i soliti anime registicamente piatti allora, se vi piacciono tanto.
Sono stato meno severo rispetto a lei nel giudicare questa serie ma non credo che la sua analisi (che avevo già letto alla ricerca di qualche altra perla... quando un personaggio le sta sulle scatole è irresistibile) si allontani molto dalla verità.
Pupa voglio vederlo, solo per curiosità; kill la kill l'avevo cominciato ma non amo molto gli anime in cui a dominare è il casino. Lo continuerò con calma, credo e poi potrò dire la mia.
Complimenti ai tre recensori.
P.S. Ais, scusa l'ignoranza ma io ho studiato economia.... cos'è un solipsismo?
O magari la gente preferisce anime che non sputtanino tutto quanto di buono fatto nella prima parte a causa della mancanza di idee. E poi, se vogliamo parlare di regia guardiamo anche all'obbrobrioso combattimento finale ( se così si può chiamare ) roba che neanche Astroboy negli anni '60
La verità comunque è che la gente ha paura del non-ordinario.
Continuate pure a vedervi i soliti anime registicamente piatti allora, se vi piacciono tanto.
10/10 al commento di Franzelion! Bravo!
È esclusivamente la regia, e non i contenuti, a fare un bel anime! Concordo in pieno, guarda...
Non vorrei essere ulteriormente frainteso e vorrei che alcuni concetti fossero chiari. Magical Warfare non nasce per fornire un chissà quale approfondimento psicologico o chissà quali intrecci sentimentali. I mutamenti ci sono (infatti non parlo di "crescita", ma di "cambiamento"), ma a parer mio servono per prolungare il conflitto (o i conflitti se vogliamo). Mui non ha un buon rapporto con Kurumi e la cosa è palese. Kurumi fa la Kurumi perché ha subìto quel tentato stupro. Più Takeshi tenta di riappacificarsi col fratello, più Gekkō lo detesta. Più Takeshi scopre le origini di questo conflitto, più i Ghost Trailer lo vogliono dalla sua parte, e non so fino a che punto Gekkō sarà felice di averlo come alleato. Per dirla breve, si esasperano le condizioni affinché vi siano sempre delle cause per massacrarsi.
"Fai bene a citare i Transformers, roba che infatti non mi piace per nulla, parlando dei film stessi, ho visto il primo e il secondo, dopo il quale ho deciso di fermarmi perché non mi diverte né mi affascina vedere roba che fa crash boom!"
Spero che tu abbia visto dell'altro a parte i film di Bay, poiché significherebbe farsi un'idea totalmente sbagliata di un'opera che ha rivoluzionato il genere robotico a livello mondiale. Il terzo film è stato qualcosa di inguardabile, il quarto parte già con dei difetti, ma sembra che qualcosa di buono ci sia.
Le battaglie (che durano milioni di anni) tra le due fazioni nascono per una serie di motivi: la ricerca di nuove fonti di energia (il famoso "Energon"), la sete di potere da parte dei Decepticons, controbilanciato da una fazione che desidera la pace nell'universo attraverso un'alleanza dei vari popoli delle galassie. La storia è semplice, ma efficace e per questo, a distanza di 30 anni, continua a piacere.
In ogni caso, non ci sono scuse. Durante i combattimenti si combatte, è impensabile fare altro ed è giusto che sia così.
Bene, ti sfido a "fare altro" nel bel mezzo di un campo di battaglia. X°D
Per forza, lo chiedi all'opera sbagliata! XD
Esattamente, questa è la summa. Bisogna sempre porsi la domanda: "che cosa cerco in quest'opera? L'azione? La commedia? L'introspezione? La tragedia? Il sentimento? ecc."
Non farmi parlare dei reverse altrimenti scoppia la guerra intergalattica (anche se ritengo che Ludere Deorum sia piuttosto ben fatto e lo dico da maschio)!
Per "prendere l'opera per quello che è" mi riferisco fondamentalmente al target e al genere. Se è un'opera seria, ho un certo tipo di aspettative. Se l'opera è demenziale le mie aspettative sono differenti. Se l'opera punta principalmente sull'azione e sul combattimento io pretendo che questa parte sia particolarmente ben fatta. Per ogni opera io ho determinate pretese. Non è che reputo tutti i robotici fighi solamente perché mi piace il robotico, anzi, molti titoli robotici non mi piacciono per niente.
Bon dai, ti tartasserò in una scheda utente. XD
"Bene, ti sfido a "fare altro" nel bel mezzo di un campo di battaglia. X°D"
Mi sa che non sono io a fraintendere te ma tu a fraintendere me! Non intendo che mentre stanno combattendo debbano psicanalizzarsi, ma hanno avuto qualche momento di tregua, dai! Potevano soffermarsi su cose più importanti invece di farci vedere che Kurumi è gelosa che Mui abbia le tette più grosse, che Mui si ficca sotto le coperte con Takeshi quando ha la febbre e fa la zocco**, che Takeshi non vuol stare con Kurumi ma si incavola se altri maschi ne parlano e le fanno le foto (ma lui una se la tiene, pessimo), che Kurumi dall'indovina a farsi predire l'amore... dai...
"Per forza, lo chiedi all'opera sbagliata! XD"
Io credo che tu veda quest'opera come una cosa che non si propone di dire nulla... ma se davvero così fosse, se manco ci avesse provato a metter su una storia, com'è che abbiamo già ben 5 volumi di novel? Se l'autore voleva solo mostrare scontri si pagava un disegnatore per illustrare le bellissime battaglie che la sua mente concepiva! Evidentemente lui qualcosa da dire pensa di averla, solo che per me la dice male! Da come ne parli tu sembra che quest'anime sia "guardate i combattimenti"... stop. E che senso avrebbe? Esistono favole per bambini con un maggiore intreccio narrativo e una caratterizzazione dei personaggi migliore di questa e durano tipo 10 pagine, non credo che l'autore in 5 volumi (in corso) non volesse fare altro che mostrare battaglie!
"Per "prendere l'opera per quello che è" mi riferisco fondamentalmente al target e al genere. Se è un'opera seria, ho un certo tipo di aspettative. Se l'opera è demenziale le mie aspettative sono differenti. Se l'opera punta principalmente sull'azione e sul combattimento io pretendo che questa parte sia particolarmente ben fatta."
Ma infatti io non ho mai detto che dovevano esserci meno combattimenti o che il problema è che son fatti male, il problema è che chi questi combattimenti "li fa", non esiste, è un foglio di carta velina!
L'ho già detto, in un demenziale non cerco la profondità psicologica, come chi guarda un reverse dovrebbe evitare di lamentarsi dei maschi flirtosi, ma Mahou è indirizzata ad un pubblico di giovani maschietti, come One piece, come Naruto... non capisco perché se Kishi e Oda riescano (o ci provano) a dare personalità ai loro personaggi e a creare un minimo di trama (che poi ste cose siano belle, brutte, patetiche o altro, lo decide ognuno da sé) ad accompagnare le botte, perché non avrebbe dovuto farlo l'autore di Mahou? Hanno lo stesso target di riferimento!
Il discorso che mi fai sarebbe andato bene se io mi fossi lamentata del fatto che l'anime è pieno di battaglie e non ci si è concentrati sul triangolo amoroso! Quello sarebbe sbagliato, perché non è certo un sentimentale e deve esserci l'azione. Ma azione non significa mettere in campo dei decerebrati! Ti faccio un ultimo esempio dato che so che lo stai seguendo: Break blade. Anche li sono in guerra ma il bello è (solo) quando si sparano addosso o tutto quello che ruota attorno allo spararsi addosso? Il come i personaggi vivono questa guerra o semplicemente la posizione da cui sparano? Pure Break blade poteva dire "Oh, sono una storia di guerra per ragazzi, i miei protagonisti sono dei cretini, prendetemi per quello che sono e non cercate caratterizzazione nei miei personaggi", ma non l'ha fatto e non capisco cosa giustifichi Mahou sensou nell'averlo fatto!
Capisco la tua filosofia ma non è qualcosa che posso condividere, troppa indulgenza, per i miei gusti, non va bene, finisce con l'appiattire il giudizio sulle varie opere. Avessi dato 7 a Mahou che reputo un'opera meno che mediocre (ed è un eufemismo) ad una con una discreta trama e caratterizzazione dei personaggi cosa avrei dovuto dare, 8? No, per me è 8 se c'è una buona buona caratterizzazione e una buona buona trama. Così i miei giudizi finirebbero per sfasarsi o allinearsi creando un appiattimento, ed è una cosa che per la mia filosofia di giudizio non va bene!
Comunque è un discorso che non è necessario continuare, la mia posizione resta questa: per me Mahou sensou è un anime piuttosto brutto, con dei pessimi personaggi e una storia scialba e prevedibile. Non mi importa se è una storia d'azione rivolta a ragazzi giovani, perché anche le storie d'azione possono avere belle trame e bei personaggi, se non le hanno è una colpa, se poi è stato l'autore stesso a creare una cosa brutta volontariamente, allora è peggio ancora!
Se poi tu vuoi perdonargli i difetti in virtù del suo genere, fai pure, non ci vedrei nulla di strano, ma io resto nella mia posizione!
Abbiamo monopolizzato la notizia, e dire che io pensavo che si sarebbero accaniti tutti con God!
@npepata
Non sei il primo a dirmi una cosa del genere, è vero, se prendo un personaggio in antipatia è la fine! XD
La regia è necessaria ma non sufficiente a fare un bell'anime. Ma in un anime che punta prima di tutto all'intrattenimento, la regia può sopperire alla mancanza di contenuti.
Una regia come quella di Kill la Kill in ogni caso sarebbe in grado da sola di garantire un voto come 7. Ma vi ricordo che in Kill la Kill non c'è solo regia, ma anche una bella trama (per quanto nonsense) e tanti colpi di scena.
Grazie tante, eh XD
"Ma in un anime che punta prima di tutto all'intrattenimento, la regia può sopperire alla mancanza di contenuti."
Può, certo, ma a determinate condizioni, che per me non sono state rispettate per nulla e che ho ben spiegato.
Puoi essere il miglior regista ma del mondo, ma se hai zero soldi NON PUOI dirigere una serie d'azione. È proprio un errore a monte quello di Kill la Kill, avrebbero fatto meglio a ridurlo della metà e a riversare in 13 ep tutti i soldi, ne sarebbe uscito fuori di sicuro un risultato molto migliore.
comuque anche io trovo che kill la kill perda qualcosa nel finale,ma dire che non merita la sufficienza è essagerato, solo le OSt sono da sufficienza piena
forse ormai la gente preferisce cose tutte uguali e poco originali,e non solo nel campo dei anime,ma anche nei film,video game,ecc
certamente i disegni non possono essere considerati di ottima fattura, anzi, il contrario, ma la trama è carina, le scene di combattimento molto ben realizzate e il colpo di scena finale è molto suggestivo. non vorrei andare contro-corrente (ma ci vado lo stesso), tuttavia spero in un 2° stagione di quest'anime.
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