Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi dedichiamo la rubrica all'utente Stairway90, come premio per la sua costanza come recensore, con gli anime Triangle Blue e Shin Getter Robo VS Neo Getter Robo ed il manga Ken il guerriero.


Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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Insieme a The Last Day e Getter Robot re:model, questa serie OAV in quattro episodi costituisce uno dei tentativi più recenti di riportare la Getter Saga sullo schermo, ignorando le versioni edulcorate realizzate dalla Toei per recuperare l'originale spirito oscuro e sanguinario del manga. In questo tentativo Shin Getter Robo vs. Neo Getter Robo (il titolo ricorda quei cortometraggi degli anni '70 in cui i robot nagaiani si alleavano fra di loro per combattere il supervillain di turno) riesce, anche se non proprio perfettamente, mettendo in scena epiche e interminabili mazzate robotiche, ripresentando i primi nemici storici del Getter Robot (i Mechasauri e un redivivo imperatore Gol) ed eliminando qualsiasi infantilismo e sentimentalismo, pur non rinunciando, in alcuni frangenti, a un tono più scanzonato e umoristico.

Il primo episodio si apre con l'eroico sacrificio di Musashi per fermare l'impero dei Dinosauri, come avveniva già alla fine di Getter Robot; tuttavia, dopo alcuni anni i Dinosauri ritornano all'attacco e toccherà ad Hayato Jin, ora a capo del progetto per la costruzione del Neo Getter Robot, trovare tre piloti adatti, ossia Go, Sho e Gai (già visti in Getter Robot GO). Più avanti nella storia, i tre passeranno dal Neo Getter Robot allo Shin Getter Robot, sostanzialmente simile a quello già visto in The Last Day, seppure non altrettanto tenebroso, e faranno la loro comparsa Ryoma Nagare, ex-membro del primo Team Getter, e i fratelli King, piloti americani del bizzarro Texas Mack.

Shin Getter Robo vs. Neo Getter Robo non è sentimentale e infantile come le serie degli anni '70, ma non riesce neppure a eguagliare la cupezza e la profondità di The Last Day, inserendo giusto nel finale qualche altisonante discorso sull'evoluzione, che stona col resto dell'opera. In definitiva, la trama scontata e banale non dovrebbe essere un problema per gli appassionati che vogliono godersi un anime leggero e privo di spunti di riflessione profondi (anzi, a dir la verità, privo di spunti di riflessione di qualsiasi genere), mentre per chi cerca qualcosa di più sostanzioso è molto meglio l'intramontabile (e tuttora insuperato, nell'ambito dei remake 'getteriani') The Last Day.



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Hokuto no Ken, frutto della collaborazione fra Tetsuo Hara (il cui tratto grafico particolare e dettagliato è dovuto anche a un problema visivo) e Buronson (che ha collaborato anche con altri grandi mangaka come Ryoichi Ikegami e Kentaro Miura), è uno di quei manga che tutti conoscono, almeno di nome e di fama.

Il protagonista, Kenshiro, si aggira in un mondo devastato da una guerra nucleare (all'epoca, in piena guerra fredda, la paura di un conflitto atomico era molto alta e poi il Giappone aveva vissuto i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki alla fine della seconda guerra mondiale) che ha devastato la superficie terrestre, fatto evaporare i mari, ridotto le terre emerse in deserti. Inizialmente le sue azioni sono mosse dal desiderio di ritrovare la donna amata, Julia, rapita dal suo rivale in amore e membro della scuola di Nanto, Shin; in un secondo momento, però, l'obiettivo di Kenshiro diventerà quello di ergersi a salvatore della nuova epoca, a difensore dei più deboli e degli oppressi, portandolo a scontrarsi di volta in volta con personaggi sempre più forti (spesso portatori di civiltà ma a modo loro, con la paura e la violenza, quindi in contrasto con l'etica seguita dal protagonista). La prima parte dell'opera, in cui Kenshiro è affiancata quasi perennemente dai due ragazzini Bart e Lynn, si dipana fra lotte contro predoni e combattimenti con i membri della scuola di Nanto e culmina nella vittoria su Raoul, il maggiore dei suoi fratelli adottivi, che gli permette anche di riabbracciare Julia, data per morta a lungo e invece rivelatasi il sesto generale di Nanto. A questo punto si ha un salto temporale di una decina d'anni, dopodiché Kenshiro si trova a dover intervenire prima per fermare il malvagio viceré Jako, che tiranneggia in nome dell'imperatrice servendosi della forza della scuola di Gento, poi per salvare Lynn dalla Terra degli Shura, che si rivelerà la patria stessa di Kenshiro, su cui ora governa il perfido Kaio, fratello maggiore di Raoul; gli ultimi volumi sono occupati da saghe più brevi ma non meno suggestive, purtroppo lasciate fuori dall'adattamento animato in due serie fatto da Toei Animation e Fuji TV.

Fin da subito appare evidente come Hokuto no Ken abbia pesanti debiti nei confronti della serie di film Mad Max, di cui Buronson è grande appassionato, per quanto riguarda l'ambientazione. Difficile poi tacere delle somiglianze fisiche fra i personaggi del manga e figure iconiche degli anni '80, tanto da fare del manga una sorta di inno celebrativo della cultura popolare di quel periodo: Kenshiro assomiglia a Bruce Lee nella prima parte della storia e a Sylvester Stallone nella seconda, suo fratello Raoul è ispirato ad Arnold Schwarznegger, Yuda ricorda il cantante Boy George (ma il suo nome rimanda a Giuda, il traditore per eccellenza), Bask ha i lineamenti di Hulk Hogan e Barona quelli di Mr. T, Falco è modellato sull'aspetto e il portamento di Dolph Lundgren nella sua interpretazione di Ivan Drago in Rocky IV, Han ha l'aspetto di Freddy Mercury, Ain è modellato sui lineamenti di James Dean, Toki nell'aspetto e nel carattere ricorda addirittura Gesù Cristo… e si potrebbe andare avanti ancora a lungo. Nello stesso tempo, però, il manga si fonda su una serie di valori tipicamente orientali, come il senso dell'amicizia e del sacrificio estremo, l'amore sfortunato, la pratica delle arti marziali (fra l'altro, l'idea dei punti di pressione, sfruttati nella scuola di Hokuto per infliggere danni, è ripresa dall'agopuntura cinese).

Nonostante le arti marziali, divise in scuole e sotto-scuole, siano un elemento centrale, i combattimenti non sono mai lunghi e buona parte della trama si regge invece sul carisma dei personaggi (siano essi buoni o malvagi, anche se a volte la distinzione fra i due gruppi è labile e più di una volta le motivazioni degli antagonisti risiedono in traumi infantili o ideali tutt'altro che disprezzabili) e sui vari colpi di scena, alcuni ben riusciti e spiazzanti, altri poco credibili. In verità, Hara e Buronson elaboravano la trama man mano che andavano avanti, generando in questo modo varie incongruenze: ad esempio, inizialmente la scuola di Nanto avrebbe dovuto essere uno stile padroneggiato solo da Shin, una scuola rivale di Hokuto, poi si decise di inserire gli altri guerrieri come Rei, Yuda, Shu e Souther, assegnando a ognuno di loro un altro stile; spesso compaiono fratelli o sorelle, allargando ulteriormente le parentele (così Julia si ritrova ad avere un fratello, Ryuga, e un fratellastro, Juza, che tanto per cambiare è innamorato di lei, oppure Kenshiro ha un fratello naturale, Hyo, e tre fratelli adottivi, ossia Jagger, Toki e Raoul, ma questi ultimi due sono fratelli di sangue e hanno anche un fratello maggiore, Kaio, e una sorella, Sayaka, ma Kaio è fratello adottivo di Hyo e di Han…); la sopravvivenza di un personaggio come Julia, che sembrava morta e che viene salvata solo Rihaku e gli altri Astri in Cerchio di Nanto passavano per caso sotto il palazzo di Shin, è forzata; ma sono tutti difetti che passano in secondo piano o su cui si può benissimo chiudere un occhio, se ci si vuole godere una storia altrimenti godibilissima, che merita tanto.

La caratterizzazione dei personaggi è encomiabile e assai varia: così abbiamo tiranni sanguinari che però agiscono in questo modo solo perché l'uso della forza bruta è l'unico modo per riportare ordine nel mondo dopo l'olocausto nucleare; predoni privi di scrupoli che spadroneggiano sui villaggi, spesso tramite il controllo dell'unica risorsa idrica della regione; uomini caritatevoli che hanno deciso di mettersi al servizio dei deboli e degli oppressi; ragazzini che a volte si dimostrano più coraggiosi e determinati degli adulti nell'opporsi a certe angherie. I sentimenti, poi, hanno grande spazio, a cominciare dall'amore, spesso snobbato o affrontato in maniera superficiale in altri manga del medesimo genere come Dragon Ball o Saint Seiya; anche qui, però, abbiamo una grande varietà di forme d'amore, dall'ossessione che spinge Shin verso Julia all'amore romantico di Kenshiro per la stessa, fino all'amore capace di nobilitare l'uomo e spingerlo a combattere al massimo delle proprie capacità fino al sacrificio estremo, come avviene per Rei, per Orca e per Bart.

Un altro tema che non si può ignorare è quello politico. Buronson e Hara sembrano riprendere la teoria di Hobbes dello stato di natura in cui homo homini lupus: scomparse la civiltà e tutti i vincoli della società, l'umanità piomba in una nuova era di barbarie da cui soltanto la costituzione di un nuovo stato potrebbe tirarla fuori. Il tentativo di Shin, di Souther, di Raoul, di Jako e della Scuola di Gento è di costituire questa nuova unità politica, ma ciò viene fatto con l'uso della forza bruta, del terrore, dell'intimidazione: è dunque giusto perseguire un simile ideale, per quanto nobile, con simili mezzi oppure bisognerebbe fare come Kenshiro, avere fede nell'uomo e in ciò che c'è di buono in esso? È giusto sacrificare il concetto di singolo in nome dello Stato (fino ad arrivare all'annullamento vero e proprio degli Shura, che non hanno diritto a un nome e devono indossare una maschera finché non uccidono mille persone) oppure difendere questa individualità?

Il successo del manga è stato grande, dando vita a vari prodotti. La prima serie animata copre la prima parte dell'opera, fino alla sconfitta di Raoul, anche se è appesantita da molti filler ed episodi riassuntivi; la seconda, più breve e dal ritmo più veloce, copre la seconda parte dell'opera fino alla sconfitta di Kaio; restano fuori da qualsiasi trasposizione animata gli ultimi tre volumi, tanto che per anni si è fantasticato su una possibile terza serie di Ken il guerriero. Più recentemente è stata realizzata una pentalogia di film (tre cinematografici e due per il mercato home video) intitolata Ken il guerriero - La leggenda, allo scopo di chiarire i punti oscuri della trama e alcune incongruenze. A questi vanno aggiunti un prequel cartaceo sullo zio di Kenshiro ambientato negli anni '30, vari spin-off (uno di questi, incentrato su Raoul, ha avuto anche una trasposizione animata) e un sequel, in forma di romanzo, da cui è stata tratta una trilogia di film.



4.0/10
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Il netorare (spesso abbreviato in NTR) è un sottogenere dell'hentai in cui la storia si basa sul tradimento della protagonista femminile, legata sentimentalmente a un altro uomo. Lo scopo di questi tipi di hentai è di suscitare nello spettatore gelosia e tristezza, perché li porta (almeno in teoria) a identificarsi con il partner maschile e a reagire emotivamente al tradimento della sua compagna.

Triangle Blue rientra fra i netorare e racconta come la vita di Asato e della sua fidanzata Akane, che convivono da poco, venga sconvolta dalla comparsa di un amico di lei, Kyosuke, che si ritrova a essere ospitato in casa loro a causa di alcuni debiti. Akane, nonostante dica di amare moltissimo Asato, ci mette poco a cadere fra le braccia di Kyosuke più e più volte; il fidanzato, invece, come avviene in molte storie simili, è uno smidollato che non riesce a impedire all'ospite di fare tutto ciò che vuole e nel contempo è troppo tonto per rendersi conto del tradimento. Nella storia si inserirà poi anche la sorella di Akane, che parteciperà a scene di cui si può ben immaginare l'argomento. Il tradimento viene chiaramente a galla sotto gli occhi di un Asato che, tanto per cambiare, si lascia cornificare senza far nulla, ma alla fine viene inserito un lieto fine stucchevole e sconcertante nella sua illogicità.

La trama ha del potenziale, ma i due episodi che compongono la serie si riducono quasi esclusivamente a scene di sesso fra Akane e Kyosuke (realizzate ovviamente senza molta fantasia e quindi ripetitive e noiose), a dialoghi banali tipici degli hentai di serie Z e a situazioni ridicole che vorrebbero essere drammatiche, ma col resto della storia c'entrano come i cavoli a merenda (soprattutto alla fine del secondo episodio). La caratterizzazione dei personaggi è ovviamente scontata e stereotipata, non c'è nessun'evoluzione caratteriale.

Sul versante del comparto tecnico non va tanto meglio: animazioni fluide quanto basta, un character design poco ispirato, un doppiaggio praticamente inesistente all'infuori dei soliti gemiti durante gli amplessi, così come inesistente è anche la colonna sonora.

In definitiva, è un prodotto tutt'altro che memorabile, adatto solo per gli amanti degli hentai senza alcuna pretesa.