Nel 1948 Osamu Dazai scrisse Ningen Shikkaku (Non più umano), capolavoro della letteratura giapponese pregno di velature autobiografiche e simbolicamente riconosciuto come espressione del disagio degli scrittori nipponici del secondo dopoguerra. Il romanzo, edito anche in Italia con il titolo Lo Squalificato, ha goduto di vari adattamenti nel mondo dell'entertainment giapponese tra i quali: i quattro episodi dedicatigli nella serie animata Aoi Bungaku, il live action internazionalmente conosciuto con il titolo The Fallen Angel e il manga scritto e disegnato da Usamaru Furuya.
Il mangaka trasporta le vicende de Lo Squalificato in epoca moderna, mostrandoci un giovane protagonista che, apparentemente, vive la vita di un normale liceale.
"La mia è stata una vita di grande vergogna"; con queste parole inizia la storia di Yozo Ooba, un bambino, un ragazzo e poi un uomo che non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Yozo si nasconde dietro la maschera del pagliaccio e incarna il ruolo del buffone di classe per accaparrarsi la simpatia di coloro che lo circondano, usando un sorriso artificioso per farsi benvolere da quegli esseri incomprensibili e spaventosi di cui il mondo è popolato. Guidato dalla sua incapacità di credere in sé e nella sua stessa essenza di essere umano, la vita di Yozo segue una parabola discendente che lo porta a costruire un'esistenza di menzogna e maschere, capaci di cadere solo nei momenti in cui può affogare nel piacere, nei frangenti in cui crede di potersi affrancare da tutti i suoi tormenti.
Yozo si definisce "squalificato dalla vita", incapace di adattarsi ad essa e di comprendere se stesso e gli altri, oppresso dal continuo tormento della figura paterna, dell'amore delle donne e dell'impossibilità di trovare un posto in cui semplicemente "essere", senza maschere e artifici. Il tormentato mondo che Yozo costruisce nella sua mente lo porta al tentato suicidio, a imbarcarsi in relazioni (romantiche e amicali) basate sul guadagno e il profitto, nonostante lo spasmodico e sincero desiderio di amare ed essere amato come un qualsiasi essere umano. Yozo vive quindi la contraddizione tra chi è e chi vorrebbe essere, tra il suo tormento interiore e le inquietanti e incomprensibili figure che entrano ed escono dalla sua vita, in un'estenuante ricerca della "riabilitazione". Si potrebbe rimproverare a Yozo di aver distrutto con le sue mani ogni piccola buona cosa che aveva faticosamente costruito, e che forse, lontano da quanto accade nella realtà, si è fatto vittima estrema e consapevole di una "profezia che si autoadempie", riuscendo per sua stessa volontà a farsi sfuggire ogni spiraglio di felicità. Se in effetti l'escalation d'infelicità di Yozo può sembrare eccessiva e surreale anche per il peggiore dei disadattati, lo scopo de Lo Squalificato, forse non è quello di mostrare la concreta realtà dei fatti di una persona incapace di considerarsi umano tra gli umani, forse Dazai prima e Furuya dopo, volevano illustrare, tramite accadimenti concreti, il mondo interiore di una persona tormentata dalla sua stessa natura, che bramosa di amare ed essere amata ma convintasi di non essere adatta a questo mondo, si è lasciata sconfiggere dal dolore e dall'oppressione. Yozo è quindi un debole? Un codardo? Un approfittatore? O è forse un'entità nata in un universo che non riesce a fare suo? Credo che se la risposta fosse così semplice, se Lo Squalificato fosse semplicemente la storia di un vigliacco o di un debole, non avrebbe avuto il successo che effettivamente ha riscosso.
Furuya narra la storia de Lo Squalificato tramite una meta narrazione di cui lui stesso si fa protagonista, ambientandola in epoca moderna ma mantenendo comunque il senso di tormento e oppressione dell'opera originale. Seppur la sceneggiatura trasudi angoscia e soprattutto renda palpabile il senso di disillusione e scoramento che coglie Yozo dopo ogni fallimento, Furuya dichiara di non essere in grado di rappresentare la disperazione dell'opera originale, proponendoci una storia che accenna forse ad una possibilità di salvezza. La narrazione forte e cruda è accompagnata da un tratto deciso ed elegante che sa farsi esplicito e destabilizzante; alla delicata espressività dei personaggi di Furuya se ne accosta una di tipo diverso, più inquietante e malsana, capace di rendere al meglio i sentimenti e i pensieri dei soggetti protagonisti. Ogni tavola sembra costruita per permettere al lettore di entrare nella psiche di Yozo, specie nei momenti in cui vede il mondo in modo deformato ed esasperante. Le belle illustrazioni a tutta pagina, le pin-up, i primi piani sui volti e quelli su dettagli come labbra e occhi riescono a coinvolgere emotivamente, come se si stesse osservando un quadro dall'attrattiva magnetica.
Il mangaka trasporta le vicende de Lo Squalificato in epoca moderna, mostrandoci un giovane protagonista che, apparentemente, vive la vita di un normale liceale.
"La mia è stata una vita di grande vergogna"; con queste parole inizia la storia di Yozo Ooba, un bambino, un ragazzo e poi un uomo che non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Yozo si nasconde dietro la maschera del pagliaccio e incarna il ruolo del buffone di classe per accaparrarsi la simpatia di coloro che lo circondano, usando un sorriso artificioso per farsi benvolere da quegli esseri incomprensibili e spaventosi di cui il mondo è popolato. Guidato dalla sua incapacità di credere in sé e nella sua stessa essenza di essere umano, la vita di Yozo segue una parabola discendente che lo porta a costruire un'esistenza di menzogna e maschere, capaci di cadere solo nei momenti in cui può affogare nel piacere, nei frangenti in cui crede di potersi affrancare da tutti i suoi tormenti.
Yozo si definisce "squalificato dalla vita", incapace di adattarsi ad essa e di comprendere se stesso e gli altri, oppresso dal continuo tormento della figura paterna, dell'amore delle donne e dell'impossibilità di trovare un posto in cui semplicemente "essere", senza maschere e artifici. Il tormentato mondo che Yozo costruisce nella sua mente lo porta al tentato suicidio, a imbarcarsi in relazioni (romantiche e amicali) basate sul guadagno e il profitto, nonostante lo spasmodico e sincero desiderio di amare ed essere amato come un qualsiasi essere umano. Yozo vive quindi la contraddizione tra chi è e chi vorrebbe essere, tra il suo tormento interiore e le inquietanti e incomprensibili figure che entrano ed escono dalla sua vita, in un'estenuante ricerca della "riabilitazione". Si potrebbe rimproverare a Yozo di aver distrutto con le sue mani ogni piccola buona cosa che aveva faticosamente costruito, e che forse, lontano da quanto accade nella realtà, si è fatto vittima estrema e consapevole di una "profezia che si autoadempie", riuscendo per sua stessa volontà a farsi sfuggire ogni spiraglio di felicità. Se in effetti l'escalation d'infelicità di Yozo può sembrare eccessiva e surreale anche per il peggiore dei disadattati, lo scopo de Lo Squalificato, forse non è quello di mostrare la concreta realtà dei fatti di una persona incapace di considerarsi umano tra gli umani, forse Dazai prima e Furuya dopo, volevano illustrare, tramite accadimenti concreti, il mondo interiore di una persona tormentata dalla sua stessa natura, che bramosa di amare ed essere amata ma convintasi di non essere adatta a questo mondo, si è lasciata sconfiggere dal dolore e dall'oppressione. Yozo è quindi un debole? Un codardo? Un approfittatore? O è forse un'entità nata in un universo che non riesce a fare suo? Credo che se la risposta fosse così semplice, se Lo Squalificato fosse semplicemente la storia di un vigliacco o di un debole, non avrebbe avuto il successo che effettivamente ha riscosso.
Furuya narra la storia de Lo Squalificato tramite una meta narrazione di cui lui stesso si fa protagonista, ambientandola in epoca moderna ma mantenendo comunque il senso di tormento e oppressione dell'opera originale. Seppur la sceneggiatura trasudi angoscia e soprattutto renda palpabile il senso di disillusione e scoramento che coglie Yozo dopo ogni fallimento, Furuya dichiara di non essere in grado di rappresentare la disperazione dell'opera originale, proponendoci una storia che accenna forse ad una possibilità di salvezza. La narrazione forte e cruda è accompagnata da un tratto deciso ed elegante che sa farsi esplicito e destabilizzante; alla delicata espressività dei personaggi di Furuya se ne accosta una di tipo diverso, più inquietante e malsana, capace di rendere al meglio i sentimenti e i pensieri dei soggetti protagonisti. Ogni tavola sembra costruita per permettere al lettore di entrare nella psiche di Yozo, specie nei momenti in cui vede il mondo in modo deformato ed esasperante. Le belle illustrazioni a tutta pagina, le pin-up, i primi piani sui volti e quelli su dettagli come labbra e occhi riescono a coinvolgere emotivamente, come se si stesse osservando un quadro dall'attrattiva magnetica.
Lungi da me il volermi ergere a esperta dell'opera di Dazai, o anche solo a persona minimamente capace di comprendere il complesso universo di un letterato che ha fatto storia, le mie parole su quest'opera sono frutto delle sensazioni che essa mi ha suscitato, idee e riflessioni personali che poco potrebbero coincidere con la vera essenza del romanzo da cui questo manga è tratto. Allo stesso tempo però, credo che se una storia tanto complessa sia stata adattata ad un medium "popolare" quale il manga, l'idea di Furuya era forse quella di offrire la sua visione de Lo Squalificato ai suoi lettori, con tutte il carico di emozioni e sensazioni che la sua arte è in grado di offrire. Non credo che l'opera sia accessibile al pubblico più disparato ma non credo nemmeno che sia necessario essere esperti di letteratura giapponese per riuscire a coglierne l'essenza e amarla. Forse Lo Squalificato si presta a più chiavi di lettura, ma in ogni caso, mi sento di dire che si tratta di un'opera che lascia sicuramente qualcosa, dopotutto la storia di un uomo "squalificato dalla vita" potrebbe essere la storia di tante persone comuni, quelle che vivono accanto a noi e che dietro la maschera del pagliaccio sorridente nascondono un tormento che li consuma dentro. Consiglio questo manga non tanto agli "stomaci forti" ma a chiunque non abbia paura di guardare l'animo umano nei suoi meandri più nascosti, inquietanti e opprimenti, perché non credo che il tormento di Yozo sia, almeno in piccolissima parte, del tutto incomprensibile ai più; sarà capitato a molti di sentirsi, almeno una volta nella vita, "squalificati" e oppressi da un'angoscia dalla natura sconosciuta, impalpabile e ingestibile.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Lo squalificato 1 | € 6.50 | Panini Comics |
Lo squalificato 2 | € 6.50 | Panini Comics |
Lo squalificato 3 | € 6.50 | Panini Comics |
Lo squalificato - Complete Edition | € 25.00 | Panini Comics |
Un manga di ottimo livello, sicuramente da consigliare. A mio modesto avviso non raggiunge la profondità e la complessità del romanzo (del resto non ne ha la presunzione, almeno nelle intenzioni dell'autore), piuttosto ne offre un'interessante lettura in chiave contemporanea, e può risultare un ottimo viatico alla lettura dell'originale. I disegni sono fantastici, alcune tavole sono di una bellezza mozzafiato e rendono magistralmente le inquietudini e la contorta personalità del protagonista, il perfetto prototipo di antieroe bello e dannato.
Lo squalificato è la migliore opera di Furuya arrivata da noi.
il romanzo lo potete trovare a tipo 8 euro in edizione feltrinelli e vale veramente la pena leggerlo visto che ci sono discrepanze rispetto all'interpretazione di Furuya (dal finale diverso, più tragico per il mangaka, all'ambientazione storica, 1950 per Dazai e contemporaneo o quasi per Furuya).
Ho letto solo il romanzo di Dazai, che è uno dei miei scrittori giapponesi preferiti. E lo lessi in un solo pomeriggio, ciò è sintomatico del fatto che mi è piaciuto e molto. Il manga mi sarebbe tanto piaciuto prenderlo e dopo questa recensione ne sono ancora più invogliata, però il prezzo è quello che è. Potrei tenermelo in caldo se qualcuno mi chiedesse di farmi un regalo.
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