Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[ANIME] Bonjour koiaji pâtisserie (Scadenza: 29/4/2015)
[LIVE] Usagi Drop - The Movie (Scadenza: 3/5/2015)
[MANGA] Maria the Virgin Witch (Scadenza: 6/5/2015)
[ANIME] Seiken tsukai no World Break (Scadenza: 10/5/2015)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Nisekoi, Kaiba e Zankyou no Terror.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Nisekoi
7.0/10
Recensione di npepataecozz
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Mentre guardo un anime e mi impegno nel commentarlo episodio dopo episodio, mi piace anche leggere i vari commenti dell'utenza, da un lato per confrontare le mie sensazioni con quelle degli altri, dall'altro per trovare utili spunti di discussione. Già più volte, poi, ho manifestato la mia "insana passione" per gli harem, un genere che, pur avendo fatto la storia dell'animazione giapponese, risulta spesso indigesto a molti. Ognuno, ovviamente, ha il diritto di avere i gusti che vuole, per cui il fatto che a molti non piacciano non mi turba affatto; ciò su cui invece ho diverse cose da ridire è che in tanti si lamentano su aspetti che, in virtù della loro natura, risultano assolutamente non criticabili, in quanto costituiscono le fondamenta su cui si basa un qualsiasi harem degno di questo nome. E' necessario, quindi, fare un po' di chiarezza, almeno su alcuni aspetti.
L'harem è la rappresentazione del sogno di quella persona "media" che, pur non eccellendo in niente, riesce con qualche parolina dolce o con qualche buona azione a conquistare il cuore di un discreto numero di ragazze. Altro elemento imprescindibile è l'indecisione e la goffaggine sentimentale del protagonista: spesso si dimentica che se così non fosse la sceneggiatura durerebbe un paio di episodi e che non sarebbe possibile creare quella lunga serie di equivoci che sono alla base della comicità propria di questo particolare genere. Infine, i personaggi femminili. Queste devono rappresentare i vari stereotipi di ragazza dell'immaginario giapponese: la sfrontata, la timida, la tsundere e così via. Non va loro richiesta un'eccessiva dose di orgoglio femminile: tutte, a modo loro, lottano per il cuore del sultano senza farsi mai seriamente domande del tipo: "Ma ne vale davvero la pena?"
Ora, a mio avviso, è possibilissimo rifiutare in toto l'intero genere; ma nel momento in cui questo non avviene, è scorretto criticare questo o quell'anime appellandosi a personaggi indecisi e con poco carattere. Gli harem sono così, nel bene e nel male; fare diversamente significherebbe snaturarli. Per cui trovo tutte le critiche di questo tipo assolutamente fuori luogo: non si può, ad esempio, criticare un film di guerra solo perché i soldati sparano.
Tutto questo discorso, ovviamente, va applicato anche nella valutazione di questo "Nisekoi" che è, chiaramente, un harem. Per giudicarlo correttamente bisognerà capire se, partendo dai presupposti descritti sopra, si è riusciti a creare una storia fresca e divertente oppure se non si è riusciti in questo intento.
Partiamo dalla trama: Ichijou e Kirisaki sono gli eredi di due potenti famiglie yakuza sull'orlo di una guerra tra bande. Al fine di evitarla i due capifamiglia decidono di imporre ai due ragazzi un finto fidanzamento: i due dovranno, cioè, fingere di essere una coppia per un periodo di circa tre anni. I due, però, non fanno mistero di detestarsi e, pur cercando di reggere il gioco, litigano continuamente. Se ciò non bastasse, Ichijou è già innamorato di una sua compagna di classe, Onodera; anche lei ricambia i suoi sentimenti, ma, a causa della loro indecisione sentimentale, nessuno dei due è in grado di confessare all'altro i propri sentimenti.
Composto da venti episodi, "Nisekoi" si è dimostrato un anime decisamente ben fatto: personalmente mi sono molto divertito a seguire le avventure di Ichijou e compagnia, e molte della gag proposte mi hanno decisamente indotto al riso. Non sono presenti grandi novità rispetto a un harem base, ma nonostante questo difficilmente ci si annoia: si rimane nei canoni della tradizione, dunque, ma lo si fa bene, esaltando tutti quegli elementi che hanno portato al successo questo genere.
Ciò che, però, pone "Nisekoi" un gradino più in basso nella scala delle mie preferenze è che, volutamente o no, il numero di titoli da cui quest'opera copia qualcosa sono decisamente troppe: "Love Hina" (la promessa da bambini), "To Love Ru" (il rapporto tra Ichijou e Onodera ricorda quello tra Yuuki e Sairenji), "Ranma ½" (l'episodio su Romeo e Giulietta) e così via. La perdita di originalità è un'inevitabile conseguenza di tutto ciò e non si può non tenerne conto.
Nonostante questo Nisekoi resta un prodotto decisamente godibile e che piacerà senz'altro agli amanti del genere; per la già rimarcata assenza di originalità non ritengo sia, però, giusto assegnargli un voto troppo alto.
L'harem è la rappresentazione del sogno di quella persona "media" che, pur non eccellendo in niente, riesce con qualche parolina dolce o con qualche buona azione a conquistare il cuore di un discreto numero di ragazze. Altro elemento imprescindibile è l'indecisione e la goffaggine sentimentale del protagonista: spesso si dimentica che se così non fosse la sceneggiatura durerebbe un paio di episodi e che non sarebbe possibile creare quella lunga serie di equivoci che sono alla base della comicità propria di questo particolare genere. Infine, i personaggi femminili. Queste devono rappresentare i vari stereotipi di ragazza dell'immaginario giapponese: la sfrontata, la timida, la tsundere e così via. Non va loro richiesta un'eccessiva dose di orgoglio femminile: tutte, a modo loro, lottano per il cuore del sultano senza farsi mai seriamente domande del tipo: "Ma ne vale davvero la pena?"
Ora, a mio avviso, è possibilissimo rifiutare in toto l'intero genere; ma nel momento in cui questo non avviene, è scorretto criticare questo o quell'anime appellandosi a personaggi indecisi e con poco carattere. Gli harem sono così, nel bene e nel male; fare diversamente significherebbe snaturarli. Per cui trovo tutte le critiche di questo tipo assolutamente fuori luogo: non si può, ad esempio, criticare un film di guerra solo perché i soldati sparano.
Tutto questo discorso, ovviamente, va applicato anche nella valutazione di questo "Nisekoi" che è, chiaramente, un harem. Per giudicarlo correttamente bisognerà capire se, partendo dai presupposti descritti sopra, si è riusciti a creare una storia fresca e divertente oppure se non si è riusciti in questo intento.
Partiamo dalla trama: Ichijou e Kirisaki sono gli eredi di due potenti famiglie yakuza sull'orlo di una guerra tra bande. Al fine di evitarla i due capifamiglia decidono di imporre ai due ragazzi un finto fidanzamento: i due dovranno, cioè, fingere di essere una coppia per un periodo di circa tre anni. I due, però, non fanno mistero di detestarsi e, pur cercando di reggere il gioco, litigano continuamente. Se ciò non bastasse, Ichijou è già innamorato di una sua compagna di classe, Onodera; anche lei ricambia i suoi sentimenti, ma, a causa della loro indecisione sentimentale, nessuno dei due è in grado di confessare all'altro i propri sentimenti.
Composto da venti episodi, "Nisekoi" si è dimostrato un anime decisamente ben fatto: personalmente mi sono molto divertito a seguire le avventure di Ichijou e compagnia, e molte della gag proposte mi hanno decisamente indotto al riso. Non sono presenti grandi novità rispetto a un harem base, ma nonostante questo difficilmente ci si annoia: si rimane nei canoni della tradizione, dunque, ma lo si fa bene, esaltando tutti quegli elementi che hanno portato al successo questo genere.
Ciò che, però, pone "Nisekoi" un gradino più in basso nella scala delle mie preferenze è che, volutamente o no, il numero di titoli da cui quest'opera copia qualcosa sono decisamente troppe: "Love Hina" (la promessa da bambini), "To Love Ru" (il rapporto tra Ichijou e Onodera ricorda quello tra Yuuki e Sairenji), "Ranma ½" (l'episodio su Romeo e Giulietta) e così via. La perdita di originalità è un'inevitabile conseguenza di tutto ciò e non si può non tenerne conto.
Nonostante questo Nisekoi resta un prodotto decisamente godibile e che piacerà senz'altro agli amanti del genere; per la già rimarcata assenza di originalità non ritengo sia, però, giusto assegnargli un voto troppo alto.
Kaiba
7.0/10
Recensione di Robocop XIII
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Ed eccomi proseguire nel mio personale viaggio tra le opere firmate Yuasa. Dopo il formalmente asettico Ping Pong The Animation, dopo il movimentato The Tatami Galaxy, eccomi alle prese con Kaiba, che fa delle atmosfere cupe e malinconiche il suo cavallo di battaglia.
La prima puntata è tutto un dire. Un incipit misterioso, interessante e appassionante. Ci viene subito introdotto il protagonista, con il quale condividiamo il primo pensiero: dove ci troviamo? In una movimentata sequenza mozzafiato, assistiamo a una specie di assurda catena alimentare stile The Midnight Parasites. In quel momento probabilmente il mio pensiero non era condiviso dal protagonista: wow, che figata! Purtroppo questa sequenza lascia subito il posto ad un'altra scena, più fiacca ed accompagnata da un'altrettanto fiacca e fastidiosa musichetta in loop da videogame. Scena che avrebbe lo scopo di introdurci alla straniante quotidianità di un mondo governato da nuova regole sociali ma che finisce solamente per annoiare. La musica in Kaiba ha alti e bassi, se in un momento ha vita propria ed è perfetta a dare enfasi alla scena, altre volte è inadatta e scontata. E per un'opera che fa delle atmosfere il suo forte è un punto a sfavore. E così il ritmo narrativo. Questo anime ha una potenza narrativa enorme e lo dimostra benissimo in svariate scene, ma dimostra anche dei picchi negativi in cui il ritmo si congela, e la prima puntata è rappresentativa in questo. Una cosa che mi è dispiaciuta di Kaiba è vederlo perdersi in troppe puntate (quasi) autoconclusive invece che in episodi che proseguissero la trama. Inoltre gli espedienti utilizzati per empatizzare con lo spettatore sono troppo sfacciati e si reiterano nel corso delle puntate. Kaiba è questo: una serie altalenante. Prendiamo per esempio la sperimentazione grafica, a volte sembra una scelta stilistica ben riuscita (il design pupazzoso dei personaggi cozza con la profondità delle atmosfere creando un effetto inquietante), a volte sembra semplice svogliatezza nel disegnare a animare qualcosa di decente (mi riferisco alla quinta puntata in particolare).
Kaiba è un capolavoro mancato. Se Tatami ti destabilizzava con una domanda per poi mandati knock-out con la risposta, in una sorta di punchline animata, Kaiba sembra invece avere un ritmo meno efficace, rendendo confusionaria la visione. Il rapporto qualità-coinvolgimento è (relativamente) troppo basso, e sebbene Kaiba faccia le scarpe a moltissimi anime e sia qualitativamente superiore alla media generale di due spanne, la delusione per tutto il potenziale inespresso è troppa. Da vedere almeno due volte per apprezzarlo in pieno, anche per via di un eccessivo simbolismo che esplode in particolar modo nella puntata finale.
La prima puntata è tutto un dire. Un incipit misterioso, interessante e appassionante. Ci viene subito introdotto il protagonista, con il quale condividiamo il primo pensiero: dove ci troviamo? In una movimentata sequenza mozzafiato, assistiamo a una specie di assurda catena alimentare stile The Midnight Parasites. In quel momento probabilmente il mio pensiero non era condiviso dal protagonista: wow, che figata! Purtroppo questa sequenza lascia subito il posto ad un'altra scena, più fiacca ed accompagnata da un'altrettanto fiacca e fastidiosa musichetta in loop da videogame. Scena che avrebbe lo scopo di introdurci alla straniante quotidianità di un mondo governato da nuova regole sociali ma che finisce solamente per annoiare. La musica in Kaiba ha alti e bassi, se in un momento ha vita propria ed è perfetta a dare enfasi alla scena, altre volte è inadatta e scontata. E per un'opera che fa delle atmosfere il suo forte è un punto a sfavore. E così il ritmo narrativo. Questo anime ha una potenza narrativa enorme e lo dimostra benissimo in svariate scene, ma dimostra anche dei picchi negativi in cui il ritmo si congela, e la prima puntata è rappresentativa in questo. Una cosa che mi è dispiaciuta di Kaiba è vederlo perdersi in troppe puntate (quasi) autoconclusive invece che in episodi che proseguissero la trama. Inoltre gli espedienti utilizzati per empatizzare con lo spettatore sono troppo sfacciati e si reiterano nel corso delle puntate. Kaiba è questo: una serie altalenante. Prendiamo per esempio la sperimentazione grafica, a volte sembra una scelta stilistica ben riuscita (il design pupazzoso dei personaggi cozza con la profondità delle atmosfere creando un effetto inquietante), a volte sembra semplice svogliatezza nel disegnare a animare qualcosa di decente (mi riferisco alla quinta puntata in particolare).
Kaiba è un capolavoro mancato. Se Tatami ti destabilizzava con una domanda per poi mandati knock-out con la risposta, in una sorta di punchline animata, Kaiba sembra invece avere un ritmo meno efficace, rendendo confusionaria la visione. Il rapporto qualità-coinvolgimento è (relativamente) troppo basso, e sebbene Kaiba faccia le scarpe a moltissimi anime e sia qualitativamente superiore alla media generale di due spanne, la delusione per tutto il potenziale inespresso è troppa. Da vedere almeno due volte per apprezzarlo in pieno, anche per via di un eccessivo simbolismo che esplode in particolar modo nella puntata finale.
Terror in Resonance
4.0/10
"Zankyou no Terror" è stata senza dubbio una delle serie più attese di questo ultimo periodo: alzi la mano chiunque non sia stato almeno incuriosito da questo titolo, leggendo gli articoli su Animeclick.it o navigando su internet. Tutto faceva davvero presagire il meglio, in primis la presenza di Watanabe, che ricordiamo per titoli come "Samurai Champloo" e "Cowboy Bebop", e, in secundis, una trama sulla carta avvincente. Come è ben risaputo, non sempre le aspettative vengono mantenute e, in tal caso, la delusione e la rabbia dello spettatore sono dietro l'angolo.
"Zankyou no Terror" sarà uno dei suddetti casi? Beh, osservando il voto attribuitogli, è abbastanza intuibile che la mia risposta sia sì, ma andiamo con ordine.
La serie è ambientata nella moderna Tokyo e segue in prima persona gli attacchi terroristici annunciati e messi in atto da due studenti, Nine e Twelve, popolari sotto il nome di Sphinx. Essi sono soliti lasciare intenzionalmente degli enigmi alla polizia, cosicché, in caso di risoluzione, sia possibile prevenire un eventuale disastro.
Trattandosi di un modus operandi atipico per dei malintenzionati, appare evidente che vi sia un messaggio che dovrà essere recepito sia dai personaggi dell'anime sia da noi, che aspetteremo undici episodi prima di conoscerlo definitivamente, prima di rimanere probabilmente insoddisfatti e delusi dal limitatissimo spessore tematico. Personalmente, avrei preferito che l'irragionevolezza di simili gesti potesse prendere il sopravvento su qualsivoglia significato di fondo, al fine di enfatizzare, su scala più larga, alcuni aspetti negativi dell'essere umano.
Questo è comunque uno dei tasti meno dolenti di "Zankyou no Terror". Ben peggiori sono i personaggi. In quanto definirli inutili potrebbe essere quasi un complimento, il termine "pessimi" è indubbiamente il migliore per radunarli quasi tutti sotto un'unica categoria.
Nine è il solito ragazzo serio, freddo e determinato a raggiungere lo scopo finale (?). Twelve, all'opposto, è più spensierato e giocoso. I due sono legati da un "traumatico" passato, del quale si verrà a conoscenza in modo piuttosto frammentario. Questa scelta narrativa influisce negativamente sull'interesse nutrito nei confronti dei protagonisti e sul loro sviluppo psicologico: è impossibile intuire quanto la loro storia condizioni il loro attuale ego o come siano sopravvissuti di lì ad oggi, né tantomeno la logica delle loro azioni. Per dieci episodi sembrerà di assistere alla sagra del nonsense, in pieno stile Maccio Capatonda.
Shibazaki è il detective Conan di turno. Il suo compito è ovviamente quello di smascherare i teppistelli e risolvere gli intricatissimi enigmi da loro posti. Inizialmente in completa balia degli eventi, egli prenderà progressivamente coscienza dei propri mezzi, subendo cambiamenti e rivelandosi, pertanto, un buon personaggio, l'unico decente in mezzo al nulla.
Five potrebbe essere identificata come la villain della serie, sebbene in realtà il suo ruolo non sia del tutto comprensibile. Dovrebbe inoltre rappresentare una sorta di turbamento psicologico per il duo Sphinx e la causa principale del lancio del vostro monitor fuori dalla finestra durante il decimo episodio, ammesso che il vostro cervello non si sia abituato a tutto il nonsense precedente. Il problema è che si stratta di un personaggio talmente mal riuscito che è impossibile capirne l'utilità all'interno della serie, e io sono costretto a ricorrere al condizionale.
Dulcis in fundo, Lisa! "Ho il cervello grande come un pianeta e mi fanno unicamente raccogliere un pezzo di carta." Appuntate su un pezzo di carta questa frase del depresso androide Marvin e incollatela sulla fronte di Lisa, considerando però che il suo cervello è grande circa quanto una particella subatomica. Odiata dalla madre, e anche da me, tale marionetta di nome Lisa è completamente soggiogata da chiunque, ma è misteriosamente benvoluta da Twelve. Sarà protagonista di spassosissime gag alle prese coi fornelli, con le pulizie e con un pallone da calcio. Non contenta del suo ruolo (e non ha tutti i torti) proverà a scrollarsi di dosso la nomea di inutilità che la precede, ma non ne sarà mai in grado. Ciò che è rammaricante di questo personaggio è il potenziale sviluppo non concretizzatosi. I protagonisti avrebbero potuto giocare psicologicamente con la sua posizione scomoda, ma questo aspetto viene affrontato soltanto cinque minuti durante il primo episodio. Perciò, oggettivamente parlando, Lisa è introdotta soltanto per creare situazioni favorevoli allo sviluppo della trama, altresì conosciute con il nome di espedienti narrativi, che costituiscono un altro grosso difetto della serie insieme al nonsense della successione degli eventi.
I sopracitati espedienti narrativi sono comunissimi nel cinema così come nei romanzi, ma il vero problema in "Zankyou no Terror" è la loro durata. Nascono e muoiono letteralmente nel giro di un battito di ciglia. A fini di più precisa argomentazione farò due esempi estrapolati da un contesto un po' più corposo:
1) l'unica ed esclusiva volta in cui Twelve e Nine sono ripresi dietro i banchi di scuola incontrano Lisa. Da lì in poi nessuno di loro vi farà più ritorno;
2) ancora, Shibazaki necessita di più informazioni riguardo ordigni, bombe ed esplosioni ed ecco apparire per due volte, non una di più, la figlia esperta in questo campo! Coincidenza? Io non credo.
Il comparto tecnico è l'unica nota lieta dell'anime. A livello artistico le animazioni e i disegni, se ottimi nelle prime dieci puntate, si superano nell'ultima, divenendo quasi eccellenti. Il sonoro, poi, non subisce mai un calo, rimane sempre a livelli altissimi e fa perfettamente da cornice agli avvenimenti che passano sullo schermo. A riguardo, è impossibile non citare il nono episodio.
Purtroppo, come visto, non si può dire altrettanto degli altri elementi analizzati e criticati. Ciò non implica che "Zankyou no Terror" sia un prodotto da buttare via totalmente. Infatti, chiudendo più di un occhio sulle evidenti sviste, risulterà comunque essere un buon passatempo. Ricordate però: proiettili di pistola contro bombe atomiche e aerei di linea che si muovono sotto il comando di un pilota automatico vi attendono.
Voto: 4. Con rammarico.
"Zankyou no Terror" sarà uno dei suddetti casi? Beh, osservando il voto attribuitogli, è abbastanza intuibile che la mia risposta sia sì, ma andiamo con ordine.
La serie è ambientata nella moderna Tokyo e segue in prima persona gli attacchi terroristici annunciati e messi in atto da due studenti, Nine e Twelve, popolari sotto il nome di Sphinx. Essi sono soliti lasciare intenzionalmente degli enigmi alla polizia, cosicché, in caso di risoluzione, sia possibile prevenire un eventuale disastro.
Trattandosi di un modus operandi atipico per dei malintenzionati, appare evidente che vi sia un messaggio che dovrà essere recepito sia dai personaggi dell'anime sia da noi, che aspetteremo undici episodi prima di conoscerlo definitivamente, prima di rimanere probabilmente insoddisfatti e delusi dal limitatissimo spessore tematico. Personalmente, avrei preferito che l'irragionevolezza di simili gesti potesse prendere il sopravvento su qualsivoglia significato di fondo, al fine di enfatizzare, su scala più larga, alcuni aspetti negativi dell'essere umano.
Questo è comunque uno dei tasti meno dolenti di "Zankyou no Terror". Ben peggiori sono i personaggi. In quanto definirli inutili potrebbe essere quasi un complimento, il termine "pessimi" è indubbiamente il migliore per radunarli quasi tutti sotto un'unica categoria.
Nine è il solito ragazzo serio, freddo e determinato a raggiungere lo scopo finale (?). Twelve, all'opposto, è più spensierato e giocoso. I due sono legati da un "traumatico" passato, del quale si verrà a conoscenza in modo piuttosto frammentario. Questa scelta narrativa influisce negativamente sull'interesse nutrito nei confronti dei protagonisti e sul loro sviluppo psicologico: è impossibile intuire quanto la loro storia condizioni il loro attuale ego o come siano sopravvissuti di lì ad oggi, né tantomeno la logica delle loro azioni. Per dieci episodi sembrerà di assistere alla sagra del nonsense, in pieno stile Maccio Capatonda.
Shibazaki è il detective Conan di turno. Il suo compito è ovviamente quello di smascherare i teppistelli e risolvere gli intricatissimi enigmi da loro posti. Inizialmente in completa balia degli eventi, egli prenderà progressivamente coscienza dei propri mezzi, subendo cambiamenti e rivelandosi, pertanto, un buon personaggio, l'unico decente in mezzo al nulla.
Five potrebbe essere identificata come la villain della serie, sebbene in realtà il suo ruolo non sia del tutto comprensibile. Dovrebbe inoltre rappresentare una sorta di turbamento psicologico per il duo Sphinx e la causa principale del lancio del vostro monitor fuori dalla finestra durante il decimo episodio, ammesso che il vostro cervello non si sia abituato a tutto il nonsense precedente. Il problema è che si stratta di un personaggio talmente mal riuscito che è impossibile capirne l'utilità all'interno della serie, e io sono costretto a ricorrere al condizionale.
Dulcis in fundo, Lisa! "Ho il cervello grande come un pianeta e mi fanno unicamente raccogliere un pezzo di carta." Appuntate su un pezzo di carta questa frase del depresso androide Marvin e incollatela sulla fronte di Lisa, considerando però che il suo cervello è grande circa quanto una particella subatomica. Odiata dalla madre, e anche da me, tale marionetta di nome Lisa è completamente soggiogata da chiunque, ma è misteriosamente benvoluta da Twelve. Sarà protagonista di spassosissime gag alle prese coi fornelli, con le pulizie e con un pallone da calcio. Non contenta del suo ruolo (e non ha tutti i torti) proverà a scrollarsi di dosso la nomea di inutilità che la precede, ma non ne sarà mai in grado. Ciò che è rammaricante di questo personaggio è il potenziale sviluppo non concretizzatosi. I protagonisti avrebbero potuto giocare psicologicamente con la sua posizione scomoda, ma questo aspetto viene affrontato soltanto cinque minuti durante il primo episodio. Perciò, oggettivamente parlando, Lisa è introdotta soltanto per creare situazioni favorevoli allo sviluppo della trama, altresì conosciute con il nome di espedienti narrativi, che costituiscono un altro grosso difetto della serie insieme al nonsense della successione degli eventi.
I sopracitati espedienti narrativi sono comunissimi nel cinema così come nei romanzi, ma il vero problema in "Zankyou no Terror" è la loro durata. Nascono e muoiono letteralmente nel giro di un battito di ciglia. A fini di più precisa argomentazione farò due esempi estrapolati da un contesto un po' più corposo:
1) l'unica ed esclusiva volta in cui Twelve e Nine sono ripresi dietro i banchi di scuola incontrano Lisa. Da lì in poi nessuno di loro vi farà più ritorno;
2) ancora, Shibazaki necessita di più informazioni riguardo ordigni, bombe ed esplosioni ed ecco apparire per due volte, non una di più, la figlia esperta in questo campo! Coincidenza? Io non credo.
Il comparto tecnico è l'unica nota lieta dell'anime. A livello artistico le animazioni e i disegni, se ottimi nelle prime dieci puntate, si superano nell'ultima, divenendo quasi eccellenti. Il sonoro, poi, non subisce mai un calo, rimane sempre a livelli altissimi e fa perfettamente da cornice agli avvenimenti che passano sullo schermo. A riguardo, è impossibile non citare il nono episodio.
Purtroppo, come visto, non si può dire altrettanto degli altri elementi analizzati e criticati. Ciò non implica che "Zankyou no Terror" sia un prodotto da buttare via totalmente. Infatti, chiudendo più di un occhio sulle evidenti sviste, risulterà comunque essere un buon passatempo. Ricordate però: proiettili di pistola contro bombe atomiche e aerei di linea che si muovono sotto il comando di un pilota automatico vi attendono.
Voto: 4. Con rammarico.
Gli vanno però riconosciute certe scene molto efficaci, secondo me almeno 7 ci sta.
Sorvoliamo su Zankyou no Terror va là... Nonostante un inizio promettente, si è rivelato una grossissima delusione.
Nisekoi boh, mai visto e mai lo vedrò, non mi comunica proprio nulla
Zenkyou no terror lo sto finendo stasera, mi manca un solo episodio; e mi spiace per te Nyx ma credo che difficilmente ti aggiungerai a quella parte dell'utenza che lo osannerà. Io l'ho trovato davvero pessimo, per cui se non accade un miracolo nell'ultimo episodio credo proprio che concorderò col giudizio di skull.
Su Nisekoi, il mio voto sarebbe un 7,5, quindi o un 7 o un 8 a seconda dei gusti. Fa il suo dovere, non vuole essere originale, ma ha i giusti tempi, la giusta pulizia tecnica e il giusto feeling per farti passare piacevolmente le puntate. Non è un capolavoro, ma un buon anime decisamente.
Su ZnT ... concordo. E' un brutto, brutto anime, non ho letto le fonti originali da qui è preso, quindi non so se è perché proprio una pessima storia o perché è stato fatto un pessimo adattamento. La prima puntata era buona, tutto il resto cola a picco rapidamente mano a mano che passano le puntate. E non ha neanche pregi tecnici di nota. Il 4 è giusto, e solo perché le prime puntate sono decenti.
disposto a darmi delle delucidazioni sugli errori che ho ritrovato sopracitati sono aperto al dialogo, ne avevo notati anche altri che al momento non mi sovvengono purtroppo.
P.S. Mi scuso per eventuali errori di battitura ma scrivere da telefono mi è praticamente impossibile.
Terror si merita anche voti ben più gravi, l'opera è stata un fallimento annunciato. Se le premesse iniziali erano ottime, tutto è sfociato in uno svolgimento dei fatti pessimo, forzato, incongruente e straripante di buonismi. Non mi stupisco che non abbia venduto.
Complimenti al trio.
Non sono d'accordo, la parte finale della fuga in moto è una trashata paurosa (come del resto buona parte dell'anime).
Gli harem in generale, salvo qualche eccezione non mi attirano, ma questi sono gusti non è colpa dell'anime in se'. L'unico che mi attirava era Zankyoku no Terror di cui avevo visto la preview ma visti i commenti e la trama direi che ci ho un po' ripensato. Forse in futuro chissà.
Grazie comunque per le recensioni.
Zankyou no Terror invece l'ho seguito senza entusiasmo e secondo me non raggiunge la sufficienza. Bella comunque l'OST della brava Yoko Kanno.
Per quanto riguarda Zankyou no terror, invece, mi trovo leggermente in disaccordo; è vero che non è proprio un capolavoro, ma, a parer mio, è riuscito comunque a dare il massimo. Forse non è bastato, ma credo che, come storia, non sia male.
Irrealistica, forse, lenta nella dinamica, probabile. Eppure non lo giudico così scadente.
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