Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con i manga Le bizzarre avventure di JoJo - Stardust Crusaders, Cortili del cuore e Jinbe.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi appuntamento libero, con i manga Le bizzarre avventure di JoJo - Stardust Crusaders, Cortili del cuore e Jinbe.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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Recensione di GianniGreed
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Terza parte delle bizzarre avventure della famiglia Joestar.
Dopo la parentesi con gli uomini del Pilastro della seconda serie, in questa, ritorna il nemico giurato per eccellenza: Dio Brando.
Questa serie, dal titolo “Stardust Crusaders” racconta del viaggio dal Giappone fino al Cairo, in Egitto da parte di Joseph Joestar, l’indimenticato protagonista della seconda serie, e di suo nipote Jotaro Kujo, insieme ad altri alleati, con l’obbiettivo di eliminare definitivamente la minaccia rappresentata da Dio.
Il punto di forza di questa serie, è che Araki ha abbandonato i combattimenti sotto forma di Onde Concentriche visti precedentemente, ma ha invece creato gli “Stand”, in una sola parola: genio.
Gli Stand sono entità spirituali che combattono al fianco dei loro portatori, hanno diversi poteri, e se vengono danneggiati, i loro proprietari subiscono l’effetto dei colpi. Grazie a questo, il mangaka può sbizzarrirsi e creare situazioni e combattimenti imprevedibili, folli, al limite dell’assurdo, bizzarri se vogliamo dirlo come il titolo, che avranno il culmine nello straordinario combattimento finale. Per tutta la lettura del manga non ho fatto altro che sorprendermi leggendo i vari combattimenti, e tante sono state le emozioni provate. Non ci sono punti morti, qualche cosa che non mi ha convinto pienamente c’è stata, ma nel complesso non ha pregiudicato la piacevolissima lettura.
I personaggi poi, alcuni dei migliori nella storia dei manga si trovano in questa serie, a partire dal protagonista Jotaro Kujo, carismatico come pochi, che con solo poche, ma leggendarie frasi è uno dei migliori personaggi mai visti. L’antagonista per antonomasia Dio Brando, candidato al premio “Best Villain Ever”, e lo straordinario Joseph Joestar, che se era forte nella seconda serie, ora lo è di più. Non dimentichiamo poi Polnareff, Abdul, Kakyoin, Iggy, e i vari portatori di Stand nemici. Tutti personaggi fantastici e particolari che rendono questo manga straordinario e divertente.
I disegni sono molto particolari. I vari personaggi, gli Stand, le pose che assumono durante i combattimenti, è tutto molto “marcato”, pieno di nero e linee molto scure. Le scene d’azione e i combattimenti sono ben fatti, raramente sono confusi, ma di solito si riesce a seguire bene lo svolgersi delle azioni.
L’edizione che ho seguito è la ristampa in volumi doppi della Star Comics. Molto compatti, con sovraccopertina e trecento pagine di fumetto al prezzo di 6 euro a volume. Visto il maggior numero di pagine si passa ad avere dieci volumi rispetto ai sedici del formato standard. Davvero una bella edizione.
In conclusione Jojo Stardust Crusaders è un manga da leggere. Se siete fan degli shonen anni ’80, questo è una lettura obbligata. Un manga leggendario che ha settato dei parametri di riferimento per i successivi.
Non posso dirlo con certezza visto che devo ancora leggere le serie successive, ma credo che questa sia la migliore.
Dopo la parentesi con gli uomini del Pilastro della seconda serie, in questa, ritorna il nemico giurato per eccellenza: Dio Brando.
Questa serie, dal titolo “Stardust Crusaders” racconta del viaggio dal Giappone fino al Cairo, in Egitto da parte di Joseph Joestar, l’indimenticato protagonista della seconda serie, e di suo nipote Jotaro Kujo, insieme ad altri alleati, con l’obbiettivo di eliminare definitivamente la minaccia rappresentata da Dio.
Il punto di forza di questa serie, è che Araki ha abbandonato i combattimenti sotto forma di Onde Concentriche visti precedentemente, ma ha invece creato gli “Stand”, in una sola parola: genio.
Gli Stand sono entità spirituali che combattono al fianco dei loro portatori, hanno diversi poteri, e se vengono danneggiati, i loro proprietari subiscono l’effetto dei colpi. Grazie a questo, il mangaka può sbizzarrirsi e creare situazioni e combattimenti imprevedibili, folli, al limite dell’assurdo, bizzarri se vogliamo dirlo come il titolo, che avranno il culmine nello straordinario combattimento finale. Per tutta la lettura del manga non ho fatto altro che sorprendermi leggendo i vari combattimenti, e tante sono state le emozioni provate. Non ci sono punti morti, qualche cosa che non mi ha convinto pienamente c’è stata, ma nel complesso non ha pregiudicato la piacevolissima lettura.
I personaggi poi, alcuni dei migliori nella storia dei manga si trovano in questa serie, a partire dal protagonista Jotaro Kujo, carismatico come pochi, che con solo poche, ma leggendarie frasi è uno dei migliori personaggi mai visti. L’antagonista per antonomasia Dio Brando, candidato al premio “Best Villain Ever”, e lo straordinario Joseph Joestar, che se era forte nella seconda serie, ora lo è di più. Non dimentichiamo poi Polnareff, Abdul, Kakyoin, Iggy, e i vari portatori di Stand nemici. Tutti personaggi fantastici e particolari che rendono questo manga straordinario e divertente.
I disegni sono molto particolari. I vari personaggi, gli Stand, le pose che assumono durante i combattimenti, è tutto molto “marcato”, pieno di nero e linee molto scure. Le scene d’azione e i combattimenti sono ben fatti, raramente sono confusi, ma di solito si riesce a seguire bene lo svolgersi delle azioni.
L’edizione che ho seguito è la ristampa in volumi doppi della Star Comics. Molto compatti, con sovraccopertina e trecento pagine di fumetto al prezzo di 6 euro a volume. Visto il maggior numero di pagine si passa ad avere dieci volumi rispetto ai sedici del formato standard. Davvero una bella edizione.
In conclusione Jojo Stardust Crusaders è un manga da leggere. Se siete fan degli shonen anni ’80, questo è una lettura obbligata. Un manga leggendario che ha settato dei parametri di riferimento per i successivi.
Non posso dirlo con certezza visto che devo ancora leggere le serie successive, ma credo che questa sia la migliore.
I Cortili del Cuore
8.0/10
Se fino a qualche anno fa, aveste chiesto ai fan di Ai Yazawa, quale opera l'avesse resa famosa in Italia, anziché NANA, avremmo sentito sicuramente parlare di Cortili del Cuore.
La serie che è andata in onda diversi anni or sono sul circuito Mediaset, racconta le vicissitudini di sei amici: 3 ragazzi e 3 ragazze, che in modi diversi coltivano la propria passione e talento per la realizzazione di prodotti artistici, dal design di sculture, alla programmazione di videogiochi, dalla moda sino ai dipinti. Le vite, gli amori e i problemi di questi, finiranno inesorabilmente con l'intrecciarsi dando vita a numerosi fraintendimenti ed equivoci che ravviveranno non poco le vite dei nostri eroi, portando a colpi di scena e risvolti inaspettati.
Se la trama pare di stampo radicale per il genere shojo, il design dei personaggi non è da meno, tant'è che Ai Yazawa ci mostra personaggi dalla linea strettissima, dalle lunghissime gambe ed enormi orecchie, per non parlare di un impatto visivo per quanto concerne lo stampo del look e dello stile di ognuno di essi estremamente vario. Gli ambienti spesso sono scarni e poco definiti, se non previo dissolvenze particolari e sagome secondarie poco approfondite, delimitando maggiormente la concentrazione sui personaggi previo primi piani e piani americani e focalizzandosi sull'espressività visiva che per quanto astratta, rimane di sicuro impatto. Uno stile acerbo ma a modo suo particolareggiato e decisamente incisivo, che non farà rimpiangere canoni più comuni e stra-utilizzati.
La sceneggiatura è molto vivida e lo stampo maturo con cui viene affrontato un tema delicato quanto l'Amore adolescenziale traspare nei volumi in un crescendo di pathos, mantenendosi a livelli altisonanti spesso e volentieri scostante, seppur fresco: non capiteranno situazioni divertenti e dialoghi curiosi dediti a spezzare la tensione ma avvicinandosi al finale si nota come il percorso intrapreso ad inizio serie dai protagonisti, sia destinato ad un'ovvia crescita cerebrale, emotiva e psicologica.
Cortili del Cuore si presenta come uno Shojo fresco e scorrevole che non pare, oggi nel 2010, risentire dei 15 anni che si porta sulle spalle, rimanendo fruibile ad un pubblico di giovanissimi così come di più navigati. Non è l'opera prima di Ai Yazawa, ma se gli date una possibilità, difficilmente riuscirà a deludervi.
La serie che è andata in onda diversi anni or sono sul circuito Mediaset, racconta le vicissitudini di sei amici: 3 ragazzi e 3 ragazze, che in modi diversi coltivano la propria passione e talento per la realizzazione di prodotti artistici, dal design di sculture, alla programmazione di videogiochi, dalla moda sino ai dipinti. Le vite, gli amori e i problemi di questi, finiranno inesorabilmente con l'intrecciarsi dando vita a numerosi fraintendimenti ed equivoci che ravviveranno non poco le vite dei nostri eroi, portando a colpi di scena e risvolti inaspettati.
Se la trama pare di stampo radicale per il genere shojo, il design dei personaggi non è da meno, tant'è che Ai Yazawa ci mostra personaggi dalla linea strettissima, dalle lunghissime gambe ed enormi orecchie, per non parlare di un impatto visivo per quanto concerne lo stampo del look e dello stile di ognuno di essi estremamente vario. Gli ambienti spesso sono scarni e poco definiti, se non previo dissolvenze particolari e sagome secondarie poco approfondite, delimitando maggiormente la concentrazione sui personaggi previo primi piani e piani americani e focalizzandosi sull'espressività visiva che per quanto astratta, rimane di sicuro impatto. Uno stile acerbo ma a modo suo particolareggiato e decisamente incisivo, che non farà rimpiangere canoni più comuni e stra-utilizzati.
La sceneggiatura è molto vivida e lo stampo maturo con cui viene affrontato un tema delicato quanto l'Amore adolescenziale traspare nei volumi in un crescendo di pathos, mantenendosi a livelli altisonanti spesso e volentieri scostante, seppur fresco: non capiteranno situazioni divertenti e dialoghi curiosi dediti a spezzare la tensione ma avvicinandosi al finale si nota come il percorso intrapreso ad inizio serie dai protagonisti, sia destinato ad un'ovvia crescita cerebrale, emotiva e psicologica.
Cortili del Cuore si presenta come uno Shojo fresco e scorrevole che non pare, oggi nel 2010, risentire dei 15 anni che si porta sulle spalle, rimanendo fruibile ad un pubblico di giovanissimi così come di più navigati. Non è l'opera prima di Ai Yazawa, ma se gli date una possibilità, difficilmente riuscirà a deludervi.
Jinbe
9.0/10
Solitamente non sono attratta e portata alle storie autoconclusive, a meno che non si tratti di un artista da me apprezzato per altre opere per così dire più "consistenti" (a livello di lunghezza, non sto parlando di contenuti).
Questa è un'opera davvero ben strutturata in quanto riesce a trasmettere tutto quello che deve e vuole nella semplicità delle sue quasi 200 pagine. Ne deriva così che i vari passaggi, tematiche e sentimenti non devono essere approfonditi in modo meticoloso, ma possono rimanere così come sono, non definiti. Infatti ne risulta così un coinvolgimento e un impatto sì leggero, ma al contempo intenso a livello d'immaginazione; praticamente le parole non dette sono con una cadenza ideale, perfette.
Tratto dal manga: "Sono Miyu Takahashi, ho diciotto anni. Quando ne avevo dodici mia madre si risposò, ma morì dopo un anno, due mesi e quattordici giorni.
Ora vivo con il mio patrigno, un uomo di quarant'anni che lavora in un acquario e che non ha alcun legame di sangue con me. Si chiama Jimpei Takanashi, ma tutti lo chiamano Jinbe. Il mio hobby è la fotografia e sogno un giorno di poter fotografare un jinbezame, lo squalo che porta lo stesso nome di mio padre, magari nuotando insieme a lui".
Sicuramente una situazione alquanto particolare e per alcuni aspetti ambigua. Dove la vicenda non è il classico rapporto tra adolescenti trattati dal maestro Adachi, ma ci si trova davanti un uomo di mezza età e una ragazza che condividono lo stesso tetto, sono una famiglia, ma allo stesso tempo il legame che li lega non è proprio quello classico tra padre e figlia. Una situazione singolare che mette "la classica pulce nell'orecchio" al lettore sin dalle prime pagine, dove fino alla fine rimane l'incertezza della comprensione dei sentimenti dei protagonisti e la conclusione della stessa storia.
Come sempre è presente un minimale angolo di sport, che
fa da sottofondo in due capitili su sette del volume, come da grande tradizione del Sensei.
Volume promosso con un 8 per la tematica e i protagonisti diversi delle classiche serie di Adachi. Il tratto è perfetto come sempre. Un punto in più gli viene dato dall'edizione Star Comics, che lo presenta in un formato fuori "standard-tradizionale", con un uso di carta spessa e non "classica-trasparente", contenente un buon numero di pagine a colori ed a un prezzo davvero ragionevole, 5 euro; insomma un'edizione a mio giudizio deluxe della stessa casa editrice.
Questa è un'opera davvero ben strutturata in quanto riesce a trasmettere tutto quello che deve e vuole nella semplicità delle sue quasi 200 pagine. Ne deriva così che i vari passaggi, tematiche e sentimenti non devono essere approfonditi in modo meticoloso, ma possono rimanere così come sono, non definiti. Infatti ne risulta così un coinvolgimento e un impatto sì leggero, ma al contempo intenso a livello d'immaginazione; praticamente le parole non dette sono con una cadenza ideale, perfette.
Tratto dal manga: "Sono Miyu Takahashi, ho diciotto anni. Quando ne avevo dodici mia madre si risposò, ma morì dopo un anno, due mesi e quattordici giorni.
Ora vivo con il mio patrigno, un uomo di quarant'anni che lavora in un acquario e che non ha alcun legame di sangue con me. Si chiama Jimpei Takanashi, ma tutti lo chiamano Jinbe. Il mio hobby è la fotografia e sogno un giorno di poter fotografare un jinbezame, lo squalo che porta lo stesso nome di mio padre, magari nuotando insieme a lui".
Sicuramente una situazione alquanto particolare e per alcuni aspetti ambigua. Dove la vicenda non è il classico rapporto tra adolescenti trattati dal maestro Adachi, ma ci si trova davanti un uomo di mezza età e una ragazza che condividono lo stesso tetto, sono una famiglia, ma allo stesso tempo il legame che li lega non è proprio quello classico tra padre e figlia. Una situazione singolare che mette "la classica pulce nell'orecchio" al lettore sin dalle prime pagine, dove fino alla fine rimane l'incertezza della comprensione dei sentimenti dei protagonisti e la conclusione della stessa storia.
Come sempre è presente un minimale angolo di sport, che
fa da sottofondo in due capitili su sette del volume, come da grande tradizione del Sensei.
Volume promosso con un 8 per la tematica e i protagonisti diversi delle classiche serie di Adachi. Il tratto è perfetto come sempre. Un punto in più gli viene dato dall'edizione Star Comics, che lo presenta in un formato fuori "standard-tradizionale", con un uso di carta spessa e non "classica-trasparente", contenente un buon numero di pagine a colori ed a un prezzo davvero ragionevole, 5 euro; insomma un'edizione a mio giudizio deluxe della stessa casa editrice.
Jinbe invece l'ho letto e non mi è piaciuto. Ho trovato che Adachi abbia riportato in toto l'atmosfera delle sue storie adolescenziali in una tematica adulta, e ciò me l'ha fatto stridere tantissimo, perché una figlia che si innamora del padre adottivo richiede ben altra cura che l'atmosfera di due quindicenni che non riescono a dichiararsi.
Stardust Crusaders è un ottimo intrattenimento, fra le mie serie preferite di JoJo, con personaggi carismatici, una splendida avventura esotica e combattimenti avvincenti e mai noiosi.
Cortili del cuore è un gran bel manga, se si fa l'abitudine allo stile di disegno particolare. Già solo a vedere le tavole qui proposte, però, mi emoziono moltissimo!
Quanto a Jinbe, io l'ho adorato. E' una storia dal taglio un po' diverso dalle solite di Adachi, ma avere un protagonista adulto è interessante, e l'edizione italiana poi è un piccolo gioiello per l'epoca (5 euro e piena zeppa di tavole a colori).
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