Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con i manga Blanca, Nana e A Silent Voice.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi appuntamento libero, con i manga Blanca, Nana e A Silent Voice.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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Blanca
8.0/10
Tutti nella vita abbiamo almeno una volta sentito l'affermazione che "il cane è il miglior amico dell'uomo".
Blanca è un cane fuori dal comune. Rapito assieme al suo padrone dai russi al fine di studiarlo e farne esperimenti genetici, finisce nelle gelide e ghiacciate terre siberiane. Una volta modificatolo grazie al suo padrone riesce a fuggire. Le ultime parole che sentirà dal suo padrone saranno: "Torna a casa, ti stanno aspettando". Blanca cercherà dunque di tornare dalla nipote del padrone, a casa sua, dove è stato rapito. Nulla di anormale si potrebbe pensare, il problema è che la nipote vive a New York. Comincia a questo punta una corsa lunga migliaia e migliaia di chilometri dove il cagnolone dovrà da un lato cercare di sopravvivere alle gelide lande di Russia, Alaska e Canada, ma soprattutto dovrà cercare di non farsi uccidere da coloro che lo vogliono morto. Infatti i russi assolderanno bracconieri, forze armate, cecchini per cercare di uccidere la belva che potrebbe riportare alla luce i terribili esperimenti fatti su di lui.
Blanca è un cane pertanto fuori dal comune, può saltare in alto fino a 5 metri, correre per 120 chilometri a 90 km/h, mozzare teste con un solo morso. È imprendibile, è imbattibile e ha una grande forza di volontà. Darà tutta la sua vita per riuscire a tornare a casa.
Taniguchi ci mostra un lato "irrealistico" che poche volte ha mostrato al pubblico. Il protagonista, Blanca appunto, è piuttosto fantascientifico ma l'autore decide di attorniarlo di figure e paesaggi più che mai credibili. Ne esce una storia molto godibile, leggera e carica di significato. Taniguchi molte volte si è soffermato sul rapporto natura - uomo e tra uomo e animale. In Blanca cerca di farne vedere l'istinto vero e proprio. Si vede un cane che ha ovviamente istinti brutali come la caccia, come l'attaccare se si sente minacciato, ma anche un cane che percepisce le intenzioni di chi vuole aiutarlo e ovviamente, il principale, il suo attaccamento all'essere umano.
I disegni sono bellissimi, mi sono veramente piaciuti, una minuziosa cura di molti particolari come i paesaggi approfonditi da tavole molto grandi o lo stesso Blanca che pagina dopo pagina lo si può vedere patito, magro, sofferente.
L'edizione mi ha lasciato basito, un mattone di più di 500 pagine con il formato classico della Taniguchi Collection della Planet Manga. Copertina rigida e con il colore scelto questa volta azzeccato, ossia il color ghiaccio. Il prezzo lascia a desiderare, 19,90 Euro non sono pochi, però se lo paragoniamo ad un libro di quelle dimensioni ci può anche stare. È un volume unico, di grande qualità e di un grande autore, e quindi anche questo va a rapportarsi. Ringrazio la Planet Manga che ha deciso di proporlo al pubblico.
Detto questo, do come voto 8 e lo consiglio a tutti.
Blanca è un cane fuori dal comune. Rapito assieme al suo padrone dai russi al fine di studiarlo e farne esperimenti genetici, finisce nelle gelide e ghiacciate terre siberiane. Una volta modificatolo grazie al suo padrone riesce a fuggire. Le ultime parole che sentirà dal suo padrone saranno: "Torna a casa, ti stanno aspettando". Blanca cercherà dunque di tornare dalla nipote del padrone, a casa sua, dove è stato rapito. Nulla di anormale si potrebbe pensare, il problema è che la nipote vive a New York. Comincia a questo punta una corsa lunga migliaia e migliaia di chilometri dove il cagnolone dovrà da un lato cercare di sopravvivere alle gelide lande di Russia, Alaska e Canada, ma soprattutto dovrà cercare di non farsi uccidere da coloro che lo vogliono morto. Infatti i russi assolderanno bracconieri, forze armate, cecchini per cercare di uccidere la belva che potrebbe riportare alla luce i terribili esperimenti fatti su di lui.
Blanca è un cane pertanto fuori dal comune, può saltare in alto fino a 5 metri, correre per 120 chilometri a 90 km/h, mozzare teste con un solo morso. È imprendibile, è imbattibile e ha una grande forza di volontà. Darà tutta la sua vita per riuscire a tornare a casa.
Taniguchi ci mostra un lato "irrealistico" che poche volte ha mostrato al pubblico. Il protagonista, Blanca appunto, è piuttosto fantascientifico ma l'autore decide di attorniarlo di figure e paesaggi più che mai credibili. Ne esce una storia molto godibile, leggera e carica di significato. Taniguchi molte volte si è soffermato sul rapporto natura - uomo e tra uomo e animale. In Blanca cerca di farne vedere l'istinto vero e proprio. Si vede un cane che ha ovviamente istinti brutali come la caccia, come l'attaccare se si sente minacciato, ma anche un cane che percepisce le intenzioni di chi vuole aiutarlo e ovviamente, il principale, il suo attaccamento all'essere umano.
I disegni sono bellissimi, mi sono veramente piaciuti, una minuziosa cura di molti particolari come i paesaggi approfonditi da tavole molto grandi o lo stesso Blanca che pagina dopo pagina lo si può vedere patito, magro, sofferente.
L'edizione mi ha lasciato basito, un mattone di più di 500 pagine con il formato classico della Taniguchi Collection della Planet Manga. Copertina rigida e con il colore scelto questa volta azzeccato, ossia il color ghiaccio. Il prezzo lascia a desiderare, 19,90 Euro non sono pochi, però se lo paragoniamo ad un libro di quelle dimensioni ci può anche stare. È un volume unico, di grande qualità e di un grande autore, e quindi anche questo va a rapportarsi. Ringrazio la Planet Manga che ha deciso di proporlo al pubblico.
Detto questo, do come voto 8 e lo consiglio a tutti.
Nana
9.0/10
Ho incominciato ad amare le storie di Ai Yazawa leggendo tempo addietro il primo bellissimo <i>Cortili del Cuore</i>, da allora non ho più lasciato questa grande autrice.
<i>NANA</i> è stata una splendida scoperta: ho iniziato ad acquistare la prima edizione di questo titolo, pubblicata in Italia da Panini previo il consueto e scomodo formato sottiletta, che è sì economico, ma ahimè termina pressoché subito una volta che si tiene il volume tra le mani a dispetto della collection fedele alla giapponese, dotata di sovracoperta come ogni tankobon che si rispetti.
E partiamo proprio dalle copertine dei volumi: se seguiamo l'edizione originale è infatti possibile vedere una cosa innovativa quanto curiosa nella serie. Previo le illustrazioni di Ai Yazawa, è possibile vedere di volume in volume, illustrazioni in <i>continuity</i> che ci mostrano le due protagoniste della serie svolgere una giornata tipo insieme, anziché concentrarsi come avviene in tantissime altre serie su illustrazioni random, eventi inerenti al contenuto del volume o primi piani dei diversi personaggi principali (tecnica adottata dalla stessa Yazawa proprio in <i>Cortili del Cuore</i> e <i>Paradise Kiss</i>).
Aprendo il volume è possibile capire già dalle prime righe, che la serie parte con un lungo flashback, visto che la voce narrante è la stessa protagonista della storia e parla come se si stesse rivolgendo agli eventi che ci apprestiamo a leggere, al passato. Ci troviamo di fronte alle vicende di due ragazze completamente differenti tra di loro: una dipendente dagli uomini, sognante, insicura e senza alcuna ambizione, modaiola ed un po' ingenuotta se vogliamo, ma con un profondo animo romantico, ed un'altra invece indipendente, matura, forte, determinata e testarda che non ha bisogno di niente e nessuno se non di inseguire il proprio sogno. Per una serie differente di motivi, le due finiscono per trasferirsi dai reciproci paesi natali nella città di Tokyo, dove accidentalmente si incontrano in treno e fanno amicizia. Che segreti porta loro il destino? Il fatto che entrambe portino lo stesso nome, Nana, e che pochi giorni dopo il loro avvento nella metropoli giapponese, finiscano per litigarsi l'affitto dello stesso fatiscente appartamento, decidendo infine di convivere sotto lo stesso tetto approfittando delle spese irrisorie: da qui in poi sarà un'escalation di amore, colpi di scena, tradimenti, fantasmi dal passato e quant'altro condito da musica, sesso, droga, sogni e speranze. Ma quello che la Yazawa ci regala non è una storia smielata ne tanto meno il cliché del <i>Sesso, Droga e Rock'n Roll</i>, bensì una storia d'Amore, di crescita e di delusioni in maniera totalmente sincera e reale, a tratti cruda e smaliziata dove vengono poco per volta approfondite le storie non solo tra le due protagoniste che, nonostante siano etero ed innamorate, vivono una sorta di Amore platonico mai confessato ma di cui i rispettivi pensieri che provano l'una per l'altra rendono vivibile e tattile, fosse quasi più di un'Amicizia o una Sorellanza; ma anche dei comprimari che interagiscono con loro mostrandoci luce ed oscurità delle reciproche personalità, facendo sì che il tutto finisca con l'intrecciarsi dando vita a situazioni tipiche di una soap-opera, ma coinvolgenti dal punto di vista dello spettatore che sentendo quanto annunciato dai pensieri delle protagonista mentre narrano i vari eventi, si preparano di volta in volta ad un crescendo di pathos che parrebbe condurre loro ad un colpo di scena talmente forte che cambierà la prospettiva della serie per sempre. E in un certo senso, malgrado una lunga attesa, sarà proprio quello che accadrà.
Il design di Ai Yazawa è in costante miglioramento, benché nonostante l'evoluzione tenga saldi alcuni dettagli e riferimenti tipici dell'autrice, come le figure magrissime ed altissime che l'hanno resa famosa (e qui non si sfugge, o si ama o si odia), gli abiti e il look di tutti i protagonisti è molto curato, vario e dettagliato così come gli arredamenti degli interni a metà fra il tradizionale giapponese e il classico occidentale, spaziando dal moderno mix fra entrambe le culture. Molto belle anche le ambientazioni della serie che ricalcano ruoli veramente esistenti nella realtà (il Jackson Hole, pub in cui si radunano i nostri per una bevuta serale) che rasentano il fotorealismo oltre che dimostrare un'accurata documentazione della stessa autrice.
In sintesi, ci si trova di fronte ad un'opera matura, reale, vivida ed appassionante, in cui i personaggi con il loro carisma causano un forte coinvolgimento nel lettore, colpevoli anche le assonanze con figure realmente esistenti (per certi versi riferimenti a Sid/Nancy e Kurt/Courtney sembrano all'ordine del giorno) le innumerevoli citazioni musicali (benché siamo ben lontani in materia dall'eccelso <i>BECK: Mongolian Chop Squad</i>) e l'evolversi della storia rendono <i>NANA</i> un eccellente shojo fruibile a target di tutte le età; se dovessi trovarvi un difetto non posso che parlare della longevità del titolo che rischia, introducendo continuamente nuovi elementi, di sfuggire al controllo della propria creatrice, rischiando di concludersi in modo mediocre a dispetto di come essa sia cominciata. Speriamo bene!
<i>NANA</i> è stata una splendida scoperta: ho iniziato ad acquistare la prima edizione di questo titolo, pubblicata in Italia da Panini previo il consueto e scomodo formato sottiletta, che è sì economico, ma ahimè termina pressoché subito una volta che si tiene il volume tra le mani a dispetto della collection fedele alla giapponese, dotata di sovracoperta come ogni tankobon che si rispetti.
E partiamo proprio dalle copertine dei volumi: se seguiamo l'edizione originale è infatti possibile vedere una cosa innovativa quanto curiosa nella serie. Previo le illustrazioni di Ai Yazawa, è possibile vedere di volume in volume, illustrazioni in <i>continuity</i> che ci mostrano le due protagoniste della serie svolgere una giornata tipo insieme, anziché concentrarsi come avviene in tantissime altre serie su illustrazioni random, eventi inerenti al contenuto del volume o primi piani dei diversi personaggi principali (tecnica adottata dalla stessa Yazawa proprio in <i>Cortili del Cuore</i> e <i>Paradise Kiss</i>).
Aprendo il volume è possibile capire già dalle prime righe, che la serie parte con un lungo flashback, visto che la voce narrante è la stessa protagonista della storia e parla come se si stesse rivolgendo agli eventi che ci apprestiamo a leggere, al passato. Ci troviamo di fronte alle vicende di due ragazze completamente differenti tra di loro: una dipendente dagli uomini, sognante, insicura e senza alcuna ambizione, modaiola ed un po' ingenuotta se vogliamo, ma con un profondo animo romantico, ed un'altra invece indipendente, matura, forte, determinata e testarda che non ha bisogno di niente e nessuno se non di inseguire il proprio sogno. Per una serie differente di motivi, le due finiscono per trasferirsi dai reciproci paesi natali nella città di Tokyo, dove accidentalmente si incontrano in treno e fanno amicizia. Che segreti porta loro il destino? Il fatto che entrambe portino lo stesso nome, Nana, e che pochi giorni dopo il loro avvento nella metropoli giapponese, finiscano per litigarsi l'affitto dello stesso fatiscente appartamento, decidendo infine di convivere sotto lo stesso tetto approfittando delle spese irrisorie: da qui in poi sarà un'escalation di amore, colpi di scena, tradimenti, fantasmi dal passato e quant'altro condito da musica, sesso, droga, sogni e speranze. Ma quello che la Yazawa ci regala non è una storia smielata ne tanto meno il cliché del <i>Sesso, Droga e Rock'n Roll</i>, bensì una storia d'Amore, di crescita e di delusioni in maniera totalmente sincera e reale, a tratti cruda e smaliziata dove vengono poco per volta approfondite le storie non solo tra le due protagoniste che, nonostante siano etero ed innamorate, vivono una sorta di Amore platonico mai confessato ma di cui i rispettivi pensieri che provano l'una per l'altra rendono vivibile e tattile, fosse quasi più di un'Amicizia o una Sorellanza; ma anche dei comprimari che interagiscono con loro mostrandoci luce ed oscurità delle reciproche personalità, facendo sì che il tutto finisca con l'intrecciarsi dando vita a situazioni tipiche di una soap-opera, ma coinvolgenti dal punto di vista dello spettatore che sentendo quanto annunciato dai pensieri delle protagonista mentre narrano i vari eventi, si preparano di volta in volta ad un crescendo di pathos che parrebbe condurre loro ad un colpo di scena talmente forte che cambierà la prospettiva della serie per sempre. E in un certo senso, malgrado una lunga attesa, sarà proprio quello che accadrà.
Il design di Ai Yazawa è in costante miglioramento, benché nonostante l'evoluzione tenga saldi alcuni dettagli e riferimenti tipici dell'autrice, come le figure magrissime ed altissime che l'hanno resa famosa (e qui non si sfugge, o si ama o si odia), gli abiti e il look di tutti i protagonisti è molto curato, vario e dettagliato così come gli arredamenti degli interni a metà fra il tradizionale giapponese e il classico occidentale, spaziando dal moderno mix fra entrambe le culture. Molto belle anche le ambientazioni della serie che ricalcano ruoli veramente esistenti nella realtà (il Jackson Hole, pub in cui si radunano i nostri per una bevuta serale) che rasentano il fotorealismo oltre che dimostrare un'accurata documentazione della stessa autrice.
In sintesi, ci si trova di fronte ad un'opera matura, reale, vivida ed appassionante, in cui i personaggi con il loro carisma causano un forte coinvolgimento nel lettore, colpevoli anche le assonanze con figure realmente esistenti (per certi versi riferimenti a Sid/Nancy e Kurt/Courtney sembrano all'ordine del giorno) le innumerevoli citazioni musicali (benché siamo ben lontani in materia dall'eccelso <i>BECK: Mongolian Chop Squad</i>) e l'evolversi della storia rendono <i>NANA</i> un eccellente shojo fruibile a target di tutte le età; se dovessi trovarvi un difetto non posso che parlare della longevità del titolo che rischia, introducendo continuamente nuovi elementi, di sfuggire al controllo della propria creatrice, rischiando di concludersi in modo mediocre a dispetto di come essa sia cominciata. Speriamo bene!
A Silent Voice
10.0/10
"Koe no katachi", letteralmente "la forma della voce", è un manga in 7 volumi scritto e illustrato da Yoshitoki Ooima pubblicato in Giappone tra il 2013 e il 2014. In Italia l'opera è stata portata dalla Star Comics, con il titolo "A silent voice", la quake da poco ne ha cominciato la pubblicazione.
Shoya Ishida è un ragazzo annoiato dalla vita che passa le giornate ad inventarsi prove di coraggio, da effettuare con i suoi amici, per potersi sentire vivo. Un giorno, nella sua classe, si trasferisce Shoko Nishimiya, una bambina sorda che utilizza un quaderno per comunicare con i suoi compagni. A causa di questo suo problema fisico, Nishimiya si ritrova nuovamente ad essere vittima di bullismo da parte di tutta la classe, in primis da Ishida, e viene costretta ad un nuovo trasferimento. Venuti a galla questi atti di bullismo, l'intera classe fa ricadere tutta la colpa sul solo Ishida. Diventato ora lui vittima di bullismo da parte della sua classe, il ragazzo si isola sempre di più, arrivando ad odiare tutto e tutti e, soprattutto, se stesso. Anni dopo, da studente della superiori, Ishida cercherà Nishimiya, per restituirla una cosa che le apparteneva ed inizierà il suo percorso per cercare di riparare gli errori commessi in passato.
I personaggi di Ishida e Nishimiya riassumono completamente le domande a cui "A silent voice" cerca di dare una risposta: se in passato sei stato un bullo, hai la forza di cambiare ciò che sei stato? Se nel passato sei stato vittima di bullismo, hai la forza di perdonare i tuoi carnefici? A modo loro, i due ragazzi daranno al lettore una risposta diversa.
Ishida non è un cattivo ragazzo, è semplicemente annoiato dalla vita. Ogni giorno se ne inventa una per divertirsi, ed è il solo del suo gruppetto a non rendersi conto che ormai sono troppo grandi per comportamenti così spericolati. In Nishimiya vede solo il suo nuovo giocattolo, da poter usare a piacere come passatempo. Giorno dopo giorno le farà qualsiasi cosa, aspettando di vederla in lacrime o arrabbiata, ma riceverà sempre e solo una cosa: il timido sorriso della ragazza. Per questo comincerà ad odiarla davvero, perché lei è una debole e risponde al bullismo prima con la gentilezza e poi cambiando classe mentre lui, aggredito dai suoi vecchi amici, risponde colpo su colpo. E in fondo cosa poteva chiedere di meglio? Ora è solo, ma almeno non si annoia. Iniziata la sua vita da emarginato, si convince di meritarsi l'odio delle persone, ma il nuovo incontro con Nishimiya cambierà tutto. Forse anche per lui c'è speranza, non tanto di essere felice (quello è fermamente convinto di non meritarselo), ma almeno di poter restituire a Nishimiya l'infanzia felice che, per colpa sua, lei non ha avuto. Non è possibile tornare indietro nel tempo, questo lo sa, ma è possibile recuperare il rapporto con le persone. Questa è la differenza fondamentale tra i due ragazzi: Nishimiya è disposta a dare una nuova possibilità ai suoi vecchi compagni di classe (o almeno ad alcuni di questi, tra cui Ishida stesso) mentre Ishida rifiuta ogni possibile contatto con loro. Anzi, rifiuta qualsiasi contatto con chiunque. Ottimo l'espediente utilizzato da Ooima per rappresentare l'odio che Ishida nutre per i suoi compagni di classe (sia vecchi che nuovi), e cioè disegnarli con una grande X che ne nasconde il volto. Ma la vicinanza di Nishimiya, un po' alla volta, lo aiuterà a far cadere quelle X.
Nishimiya, come detto, è una dolce ragazza disabile combattuta tra due sentimenti: il voler integrarsi con i suoi compagni e la paura di essere un peso per la sua disabilità. Paradossalmente, il primo sentimento andrà ad ingigantire il secondo. Vuole partecipare al coro con i suoi compagni, ma è stonata e farà perdere la competizione alla classe. Non può sentire cosa dice il professore, quindi disturba spesso i suoi vicini di banco. Un po' alla volta, tutti i suoi compagni la vedono come un freno per la classe, cosa di cui la ragazza è più che cosciente. Il suo quaderno, utilizzato per comunicare con gli altri, che nelle prime pagine era pieno di convenevoli con le sue nuove compagne, un po' alla volta comincia a riempirsi quasi esclusivamente di "scusami" e "perdonami se sono un peso". Il sorriso con cui risponde agli scherzi dei suoi compagni non è un segno di debolezza, lei vuole solo integrarsi e il suo problema fisico le impedisce di capire al meglio cosa avviene intorno a lei. Nel dubbio è meglio sorridere, no? La bontà di questa ragazza, che vuole solo essere accettata dai suoi coetanei, è davvero toccante. Ogni mattina pulirà il banco di Ishida dalle offese che i suoi compagni scrivono perchè il ragazzo maltrattava Nishimiya e il suo secondo momento di crisi (vedi qualche riga più sotto) deriva soltanto dalla convinzione di aver rovinato tutti gli sforzi fatti da Ishida per ricreare il gruppo di amici.
Ishida e Nishimiya, due ragazzi con problemi diversi che si ritrovano ad essere vittima di bullismo, condizione che affrontano in modo differente. Entrambi, schiacciati sotto il peso dei loro problemi, avranno momenti di cedimento e decideranno di abbandonare tutto. Ishida lo farà solo una volta, mentre Nishimiya perfino due. Il primo cedimento della ragazza è quasi più terribile del secondo: deciderà di abbandonare il suo quaderno nello stagno in cui Ishida lo aveva gettato, rinunciando così al suo unico mezzo di comunicazione con i suoi compagni.
Sono pienamente convinto di non essere riuscito a descrivere in modo adeguato la profondità di questi due personaggi con le poche righe utilizzate. Per evitare di allungare troppo questa recensione non mi fermerò a parlare dei personaggi secondari, secondari per quanto riguarda la loro presenza all'interno della storia e non per la loro caratterizzazione. Infatti, ognuno di questi, ha un carattere diverso, verosimile e descritto veramente bene. Questa diversità di caratteri porterà altri punti di vista riguardo i temi trattati dall'opera.
Per quanto mi riguarda, i disegni sono l'unica nota negativa di A silent voice. Bisogna però dare a Cesare quel che è di Cesare: il mangaka mantiene lo stesso tratto per tutta la durata dell'opera, la scena è chiara e ben strutturata e riesce a rendere bene i momenti in cui i personaggi usano il linguaggio dei segni. Il disegno non mi è piaciuto, non lo nascondo, ma il sorriso di Nishimiya è un'immagine splendida, che mi porterò dentro a lungo. Anche la scena conclusiva ha qualcosa di meraviglioso.
Forse, chi è un po' cinico come il sottoscritto, potrà considerare il finale di quest'opera troppo buonista e felice per essere realistico, perché raramente la vita ci offre una seconda possibilità. E anche se fossimo così fortunati da averla, non è detto che saremmo in grado (o, più semplicemente, avremmo il coraggio) di coglierla e sfruttarla al meglio (al riguardo è davvero emblematica un'altra opera, del tutto diversa da questa, "Orange" di Ichigo Takano). Ma forse l'obiettivo di Ooima era proprio quello di farci arrivare il bellissimo messaggio secondo cui, se ascoltiamo davvero con attenzione le nostre voci (anche e soprattutto quella "silenziosa") possiamo continuare a sperare in tutto, almeno fino a quando siamo vivi.
Il voto che assegno è un 10. Vero, ho detto che il disegno non mi piace e che trovo il finale poco realistico, ma non me la sento di togliere punti per questi motivi ad un bellissimo messaggio di speranza.
Shoya Ishida è un ragazzo annoiato dalla vita che passa le giornate ad inventarsi prove di coraggio, da effettuare con i suoi amici, per potersi sentire vivo. Un giorno, nella sua classe, si trasferisce Shoko Nishimiya, una bambina sorda che utilizza un quaderno per comunicare con i suoi compagni. A causa di questo suo problema fisico, Nishimiya si ritrova nuovamente ad essere vittima di bullismo da parte di tutta la classe, in primis da Ishida, e viene costretta ad un nuovo trasferimento. Venuti a galla questi atti di bullismo, l'intera classe fa ricadere tutta la colpa sul solo Ishida. Diventato ora lui vittima di bullismo da parte della sua classe, il ragazzo si isola sempre di più, arrivando ad odiare tutto e tutti e, soprattutto, se stesso. Anni dopo, da studente della superiori, Ishida cercherà Nishimiya, per restituirla una cosa che le apparteneva ed inizierà il suo percorso per cercare di riparare gli errori commessi in passato.
I personaggi di Ishida e Nishimiya riassumono completamente le domande a cui "A silent voice" cerca di dare una risposta: se in passato sei stato un bullo, hai la forza di cambiare ciò che sei stato? Se nel passato sei stato vittima di bullismo, hai la forza di perdonare i tuoi carnefici? A modo loro, i due ragazzi daranno al lettore una risposta diversa.
Ishida non è un cattivo ragazzo, è semplicemente annoiato dalla vita. Ogni giorno se ne inventa una per divertirsi, ed è il solo del suo gruppetto a non rendersi conto che ormai sono troppo grandi per comportamenti così spericolati. In Nishimiya vede solo il suo nuovo giocattolo, da poter usare a piacere come passatempo. Giorno dopo giorno le farà qualsiasi cosa, aspettando di vederla in lacrime o arrabbiata, ma riceverà sempre e solo una cosa: il timido sorriso della ragazza. Per questo comincerà ad odiarla davvero, perché lei è una debole e risponde al bullismo prima con la gentilezza e poi cambiando classe mentre lui, aggredito dai suoi vecchi amici, risponde colpo su colpo. E in fondo cosa poteva chiedere di meglio? Ora è solo, ma almeno non si annoia. Iniziata la sua vita da emarginato, si convince di meritarsi l'odio delle persone, ma il nuovo incontro con Nishimiya cambierà tutto. Forse anche per lui c'è speranza, non tanto di essere felice (quello è fermamente convinto di non meritarselo), ma almeno di poter restituire a Nishimiya l'infanzia felice che, per colpa sua, lei non ha avuto. Non è possibile tornare indietro nel tempo, questo lo sa, ma è possibile recuperare il rapporto con le persone. Questa è la differenza fondamentale tra i due ragazzi: Nishimiya è disposta a dare una nuova possibilità ai suoi vecchi compagni di classe (o almeno ad alcuni di questi, tra cui Ishida stesso) mentre Ishida rifiuta ogni possibile contatto con loro. Anzi, rifiuta qualsiasi contatto con chiunque. Ottimo l'espediente utilizzato da Ooima per rappresentare l'odio che Ishida nutre per i suoi compagni di classe (sia vecchi che nuovi), e cioè disegnarli con una grande X che ne nasconde il volto. Ma la vicinanza di Nishimiya, un po' alla volta, lo aiuterà a far cadere quelle X.
Nishimiya, come detto, è una dolce ragazza disabile combattuta tra due sentimenti: il voler integrarsi con i suoi compagni e la paura di essere un peso per la sua disabilità. Paradossalmente, il primo sentimento andrà ad ingigantire il secondo. Vuole partecipare al coro con i suoi compagni, ma è stonata e farà perdere la competizione alla classe. Non può sentire cosa dice il professore, quindi disturba spesso i suoi vicini di banco. Un po' alla volta, tutti i suoi compagni la vedono come un freno per la classe, cosa di cui la ragazza è più che cosciente. Il suo quaderno, utilizzato per comunicare con gli altri, che nelle prime pagine era pieno di convenevoli con le sue nuove compagne, un po' alla volta comincia a riempirsi quasi esclusivamente di "scusami" e "perdonami se sono un peso". Il sorriso con cui risponde agli scherzi dei suoi compagni non è un segno di debolezza, lei vuole solo integrarsi e il suo problema fisico le impedisce di capire al meglio cosa avviene intorno a lei. Nel dubbio è meglio sorridere, no? La bontà di questa ragazza, che vuole solo essere accettata dai suoi coetanei, è davvero toccante. Ogni mattina pulirà il banco di Ishida dalle offese che i suoi compagni scrivono perchè il ragazzo maltrattava Nishimiya e il suo secondo momento di crisi (vedi qualche riga più sotto) deriva soltanto dalla convinzione di aver rovinato tutti gli sforzi fatti da Ishida per ricreare il gruppo di amici.
Ishida e Nishimiya, due ragazzi con problemi diversi che si ritrovano ad essere vittima di bullismo, condizione che affrontano in modo differente. Entrambi, schiacciati sotto il peso dei loro problemi, avranno momenti di cedimento e decideranno di abbandonare tutto. Ishida lo farà solo una volta, mentre Nishimiya perfino due. Il primo cedimento della ragazza è quasi più terribile del secondo: deciderà di abbandonare il suo quaderno nello stagno in cui Ishida lo aveva gettato, rinunciando così al suo unico mezzo di comunicazione con i suoi compagni.
Sono pienamente convinto di non essere riuscito a descrivere in modo adeguato la profondità di questi due personaggi con le poche righe utilizzate. Per evitare di allungare troppo questa recensione non mi fermerò a parlare dei personaggi secondari, secondari per quanto riguarda la loro presenza all'interno della storia e non per la loro caratterizzazione. Infatti, ognuno di questi, ha un carattere diverso, verosimile e descritto veramente bene. Questa diversità di caratteri porterà altri punti di vista riguardo i temi trattati dall'opera.
Per quanto mi riguarda, i disegni sono l'unica nota negativa di A silent voice. Bisogna però dare a Cesare quel che è di Cesare: il mangaka mantiene lo stesso tratto per tutta la durata dell'opera, la scena è chiara e ben strutturata e riesce a rendere bene i momenti in cui i personaggi usano il linguaggio dei segni. Il disegno non mi è piaciuto, non lo nascondo, ma il sorriso di Nishimiya è un'immagine splendida, che mi porterò dentro a lungo. Anche la scena conclusiva ha qualcosa di meraviglioso.
Forse, chi è un po' cinico come il sottoscritto, potrà considerare il finale di quest'opera troppo buonista e felice per essere realistico, perché raramente la vita ci offre una seconda possibilità. E anche se fossimo così fortunati da averla, non è detto che saremmo in grado (o, più semplicemente, avremmo il coraggio) di coglierla e sfruttarla al meglio (al riguardo è davvero emblematica un'altra opera, del tutto diversa da questa, "Orange" di Ichigo Takano). Ma forse l'obiettivo di Ooima era proprio quello di farci arrivare il bellissimo messaggio secondo cui, se ascoltiamo davvero con attenzione le nostre voci (anche e soprattutto quella "silenziosa") possiamo continuare a sperare in tutto, almeno fino a quando siamo vivi.
Il voto che assegno è un 10. Vero, ho detto che il disegno non mi piace e che trovo il finale poco realistico, ma non me la sento di togliere punti per questi motivi ad un bellissimo messaggio di speranza.
E purtroppo concordo pienamente con mefisto, sono stata molto delusa: questo manga prometteva benissimo, ma trovo che tale occasione non sia stata adeguatamente sfruttata. Un vero peccato!
Nana mi è piaciuto molto fino ad un certo punto, poi è diventato sempre più simile a Beautiful, con Hachiooke incinta di un bambino di cui non è certa l'identità del padre, l'altra che all'improvviso dà di matto e cambia tendenze sessuali dall'oggi al domani e tutto che a causa di questo volge verso la tragedia più nera... La cosa mi è dispiaciuta molto, soprattutto perché temo che questa svolta drammatica sia stata dovuta maggiormente al brutto stato di salute dell'autrice.
Blanca mi attirava, ma non l'ho preso per lo stesso motivo per cui non ho preso Il cane che guardava le stelle: gli animali mi piacciono troppo per sopportare di vederli soffrire anche su carta!
Mi dispiace di aver recensito subito dopo aver letto il racconto autoconclusivo e i primi capitoli, troppo presto e mai mi sarei aspettata una tale parabola discendente. Confermo tutto quello che ho detto nella recensione, cioè lodi e gloria, grande capacità narrativa, veramente, un inizio strepitoso, profondo come non vedevo da tanto tempo.
Ma poi... mai e poi mai mi sarei aspettata questo tonfo andando avanti con i volumi, verso il volume 4 già non potevo credere che quello fosse lo stesso manga!! Ci sono stati dei momementi che mi hanno colpita, ma due, veramente due soltanto.
La delusione è resa cocente dal fatto che all'inizio fosse eccellente. Tante buone idee, ma perde completamente ritmo, un vero peccato.
E per Nana che dire... sarebbe bello vederne il finale.
A Silent Voic edevo ancora leggere l'ultimo volumetto ma è una serie davvero ben riuscita, non è il genere che seguo maggiormente, ma quando una serie è fatta bene può piacere anche a chi solitamente mastica altro e infatti è una serie che mi sentirei di consigliare un po' a tutti...
Spero che il finale non mi deluda (ma non credo)
Sin d'ora il mio voto ondeggia tra un 8 e mezzo e un 9.
Ps occhio agli spoiler Sonoko, non tutti lo hanno letto ...
Senza basarsi sugli stereotipi? Devo ancora leggere l'ultimo, ma a me sembra piuttosto che negli stereotipi ci caschi in pieno, e già dal secondo volume.
La serie che ne è nata, pur per carità essendo sempre molto bella, secondo me perdeva qualcosa rispetto all'oneshot. Forse non era una storia che aveva bisogno di pagine extra per essere raccontata
Di personaggi mi sono piaciuti le due madri e Yuzuru.Anche se il migliore è Pedro xD
In ogni caso è un manga che consiglio e che ha stimolato molte riflessioni, quello si .
Resta il fatto che storie di una tale potenza sono veramente rare, ho letto tanto ma credo che quest'opera rimarrà a lungo tra la mia top5 personale.
Quindi sì, chiaramente non è perfetta, niente lo è, ma quando la recesirò anche per me sarà un 10
Bellissimo anche A silent voice. Una storia unica e originale, ricca di significato e di emozioni. Non tutti i personaggi sono simpaticissimi (a Naoka Ueno i capelli glieli avrei tirati spesso e volentieri), ma è bello vedere come, per un bizzarro gioco del destino, crescano e riescano a diventare un buon gruppo di amici piano piano. Per certi versi è simile ad Anohana, ma senza casi umani che si travestono da donna, per fortuna, e le emozioni che riesce a dare sono probabilmente anche più forti, dato il tema particolare che tratta con molta sensibilità e che probabilmente era impossibile trattare in maniera migliore di così (una storia scritta dal punto di vista di Nishimiya sarebbe stata una sfida non indifferente per autore e lettore).
Quanto a Nana, non sono mai riuscito ad apprezzarlo particolarmente. Ottimo comparto grafico e storia interessante, ma avrei tirato una bella badilata sui denti a buona parte dei personaggi e questo non ha giocato a suo favore. Io l'ho interrotto prima della "fine", ma mi piacerebbe che in futuro venisse comunque ripreso per la gioia dei suoi fans.
Comunque ci vorrebbe proprio il punto di vista di Nishimaya, magari in uno spin-off.
@ Nyx:
Proprio per non rovinare la sorpresa a nessuno ho parlato in modo generico, cosicché la scena che ho descritto per spiegare l'eccessiva ingenuità di certe scelte narrative potesse riferirsi a qualunque personaggio... Spero di non aver fatto danni!
Comunque pazienza, ormai è fatta!
Tuttavia Sonoko ritengo che sia assai diverso raccontare (anche se solo parzialmente) cosa farà un personaggio principale nell'ultimo volumetto rispetto allo scrivere che si tratta di un finale buonista. Anche in questo caso preferirei non avere anticipazioni di sorta ma è qualcosa di più vago rispetto al tuo commento.
Non prenderlo come un attacco personale, è una semplice considerazione che mi sentivo di fare, una cosa che mi ha dato un po' di fastidio ma, nulla di trascendentale, ciao
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